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T552_Formisani_C_R0:T552_Formisani_C_R0 7-06-2010 15:21 Pagina 1

T
QUESTO VOLUME, SPROVVISTO DEL TALLONCINO A FRONTE (O OPPORTUNAMENTE PUNZONATO

T552
552 O ALTRIMENTI CONTRASSEGNATO), È DA CONSIDERARSI COPIA DI SAGGIO - CAMPIONE GRATUITO,
FUORI COMMERCIO (VENDITA E ALTRI ATTI DI DISPOSIZIONE VIETATI:
ART. 17, C. 2 L. 633/1941). ESENTE DA IVA (DPR 26.10.1972, N. 633, ART. 2, LETT. D).
Franco Formisani

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ESENTE DA DOCUMENTO DI TRASPORTO (DPR 26.10.1972, N. 633, ART. 74).

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Formisani
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In copertina: Patti Mollica, Windows, Flower, 2002, olio su tela. © P. Mollica/CORBIS/Contrasto


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SPAZIO IMMAGINI
ED
. VO
L.C

Spazio immagini
Quarta edizione Quarta edizione
A. Costruzioni geometriche B. Assonometria, prospettiva, C. La geometria descrittiva
e proiezioni ortogonali disegno a mano libera applicata al progetto

Sezione 1 Costruzioni geometriche Sezione 1 Assonometria


architettonico e al design

Sezione 1 Gli elementi basilari del


C C LA GEOMETRIA DESCRITTIVA APPLICATA AL PROGETTO ARCHITETTONICO E AL DESIGN
Modulo A Prime nozioni di geometria Modulo A La prospettiva parallela nella progetto
Unità 1 Strumenti e norme per l’esecuzione geometria e nell’arte Modulo A Norme per l’esecuzione del

Spazio Immagini La geometria descrittiva applicata al progetto architettonico e al design


del disegno geometrico Unità 1 Proiezioni assonometriche disegno tecnico e progettuale
Unità 2 Nomenclatura e definizioni Unità 2 Teoria delle ombre in assonometria Unità 1 Simbologie grafiche
geometriche: enti geometrici fondamentali Unità 2 Tipologie e tecniche costruttive
Unità 3 Uso corretto delle squadre Sezione 2 La prospettiva
Modulo B Prospettive centrali e Modulo B Avvio al progetto
Modulo B La geometria euclidea
Unità 1 Elementi basilari con applicazioni accidentali: metodi e tecniche architettonico
pratiche Unità 1 Proiezioni prospettiche Unità 1 Piano regolatore, rilevamento e unità
Unità 2 Proiezioni prospettiche nel disegno di misura
Modulo C Applicazioni della geometria architettonico
euclidea, scale di proporzione e Unità 3 Proiezioni prospettiche nel disegno a Sezione 2 Il progetto architettonico
normative tecniche mano libera Modulo C Il progetto architettonico
Unità 1 Costruzioni geometriche decorative Modulo C Effetti e volumetrie creati da (studi preliminari)
Unità 2 Scritturazioni luci e ombre nelle prospettive di forme Unità 1 Schizzi preliminari ai progetti
Unità 3 Scale di proporzione architettonici
geometriche
Sezione 2 La geometria descrittiva Unità 1 Teoria delle ombre in prospettiva Modulo D Il progetto architettonico
Modulo D Proiezioni cilindriche (esecutivo)
bidimensionali Sezione 3 Il disegno a mano libera
Modulo D Tecniche grafiche nel disegno a Unità 1 Studi e applicazioni di progetti
Unità 1 Metodi di proiezione: concetti generali architettonici
Unità 2 Le proiezioni ortogonali mano libera e modalità d’impiego
Unità 1 Il disegno a mano libera Unità 2 Percorso di apprendimento
Modulo E Proiezioni cilindriche Sezione 3 Il design
Appendice Disegnare con il computer
tridimensionali Modulo E La forma, le funzioni e l’esteti-
Unità 1 Studio della volumetria nei poliedri ca degli oggetti
Unità 2 Proiezioni ortogonali di solidi Unità 1 Studi e applicazioni di progetti di
geometrici
design
Modulo F Sezioni, intersezioni e Unità 2 Percorso di apprendimento
compenetrazioni di solidi
Unità 1 Sezioni
Unità 2 Intersezioni e compenetrazioni
Modulo G Luci e ombre nelle figure
geometriche, negli elementi
architettonici e nell’arte
Unità 1 La teoria delle ombre nelle
proiezioni ortogonali
Unità 2 Ombre proprie e portate
Appendice Computer e AutoCAD:
componenti e comandi basilari

questo corso è costituito da:


isbn 978-88-7608-550-5 vol. a - costruzioni geometriche e proiezioni ortogonali
isbn 978-88-7608-551-2 vol. b - assonometria, prospettiva, disegno a mano libera
isbn 978-88-7608-552-9 vol. c - la geometria descrittiva applicata al progetto architettonico e al design
isbn 978-88-7608-220-7 risorse per l'insegnante e per la classe

T552 4a EDIZIONE
FORMISANI
SPAZIO IMMAGINI
C. LA GEOMETRIA DESCRITTIVA APPLICATA AL PROGETTO ARCHITETTONICO E AL DESIGN

THEMA

www.loescher.it/librionline
T035_ROM_BZ5_00I_VIII 19-12-2008 15:00 Pagina VIII
8876085521_01r_02r.qxp 31-07-2006 8:17 Pagina I

Franco Formisani

Spazio immagini
Quarta edizione.

C La geometria descrittiva applicata


al progetto architettonico e al design

LOESCHER EDITORE
8876085521_01r_02r.qxp 31-07-2006 8:17 Pagina II

© Loescher - 2005
http://www.loescher.it

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione


e di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo
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possono essere effettuate negli esercizi che aderiscono all’accordo tra SIAE - AIE - SNS
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l’autorizzazione a riprodurre un numero di pagine non superiore al 15% delle pagine
del presente volume. Le richieste per tale tipo di riproduzione vanno inoltrate a:
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L’editore, per quanto di propria spettanza, considera rare le opere fuori del proprio
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esistenti nelle biblioteche è consentita, non essendo concorrenziale all’opera.
Non possono considerarsi rare le opere di cui esiste, nel catalogo dell’editore,
una successiva edizione, le opere presenti in cataloghi di altri editori o le opere antologiche.
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Maggiori informazioni sul nostro sito: http://www.loescher.it/fotocopie

Ristampe

5 4 3 2 1 N
2009 2008 2007 2006 2005

Loescher Editore S.r.l. opera con sistema qualità


certificato CERMET n. 1679-A
secondo la norma UNI EN ISO 9001-2000

Si ringrazia il professor Melfino Materazzi per la sua collaborazione

I disegni del volume sono opera dell’autore

Realizzazione editoriale e tecnica: Ariberto S.r.l. - Milano


- coordinamento redazionale: Elisa Smaniotto
- segreteria di redazione: Giulia Vescogni
- progetto grafico: Cecilia Bombieri
- videoimpaginazione: Adriano Tallarini

Redattore responsabile: Paola Cardano


Ricerca iconografica: Emanuela Mazzucchetti, Yara Mavridis

Esecuzione tecnica dei disegni:


- Daniele Gianni - Milano
- Capoverso s.r.l. - Torino

Fotocomposizione: Macbert - Milano

Copertina: Elio Vigna Design

Fotolito: Graphic Center - Torino

Stampa: DIAL - Mondovì (CN)


8876085521_03r_04r.qxp 31-07-2006 8:14 Pagina III

III

P r e s e n t a z i o n e
La quarta edizione di Spazio Immagini è ispirata spazio ad apparati didattici più ricchi e più vari ca e nella produzione industriale (in senso lato).
alla strategia dell’«innovare conservando»: da un quanto a tipologia di esercitazioni: questo per Riprendendo e sviluppando alcuni spunti (già
lato mantiene infatti inalterate le caratteristiche sviluppare negli allievi attitudini e abilità, sia sul presenti in modo episodico nelle precedenti edi-
della versione originaria (la concezione della piano dell’operatività manuale (nettezza e preci- zioni), infatti, il Volume C mette a fuoco il com-
geometria descrittiva come chiave di «lettura» sione del segno, conoscenza pratica delle tecni- plesso delle applicazioni della geometria de-
della realtà, l’uso sistematico e funzionale del co- che di proiezione e rappresentazione ecc.) sia su scrittiva in ambito architettonico (Sezioni I e II) e
lore, l’aggiornamento continuo dei contenuti, la quello delle competenze informatiche per l’utiliz- del design (Sezione III), illustrando contempora-
cura estrema dell’apparato iconografico, dell’e- zo di programmi grafici ad ampia diffusione, co- neamente l’utilità e la vitalità di un linguaggio (e
sposizione chiara e lineare, della nettezza e pre- me CAD (Computer Aided Design). d’un complesso di tecniche) che potrebbe sem-
cisione del segno e dell’operatività sia manuale La novità principale consiste però nel Volume C brare superato a fronte delle meraviglie di certi
che informatizzata ecc.); dall’altro innova, acco- che, interamente dedicato alle applicazioni con- software, ma che invece è premessa e base in-
gliendo contenuti e tecniche che sono venuti alla crete, punta alla continua attualizzazione della dispensabile per comprendere fino in fondo la
ribalta in questi ultimi anni. A questo scopo, nei geometria descrittiva, con l’adeguata illustrazio- realtà e per operare consapevolmente anche
Volumi A e B lo snellimento e il compattamento ne dei contributi che il disegno geometrico può con quegli stessi programmi, che la realtà inten-
della trattazione del programma canonico danno apportare nell’espressione artistico-architettoni- dono simulare.

La pagina
di apertura di ogni
modulo illustra in quale
SEZIONE2
sezione del volume IL PROGETTO ARCHITETTONICO
ci troviamo e presenta
gli argomenti che vi sono
contenuti. M O D U L O C
Studi preliminari e realizzazioni
di progetti esecutivi

Lo studio di un progetto architettonico In questa sezione presentiamo una ricca gamma


è la sintesi delle nozioni fondamentali di sviluppi graduali di progetti architettonici,
della geometria descrittiva illustrata alcuni dei quali realizzati. Per ottenere una visione
nei Volumi A e B: in vario modo, più realistica dei vari disegni progettuali, è stata
infatti, vi sono applicate proiezioni inoltre utilizzata l’informatica applicata con
ortogonali, assonometrie, prospettive. i programmi rendering.

SEZIONE3
IL DESIGN

M O D U L O D
Studi preliminari, realizzazioni
di oggetti vari e rendering

Il termine inglese design (dal latino designatio, e, per essere più precisi, della progettazione della
progettazione), con il significato di “progetto”, si è sua forma. Infatti il designer non è tenuto
imposto in campo internazionale nel secolo a creare, ma a individuare una forma dalla quale
scorso; in particolare con l’espressione industrial deve risultare leggibile essenzialmente la funzione
design (adottata in Italia dal 1956, dell’oggetto: poltrone, divani, sgabelli e altro sono
contemporaneamente all’istituzione dell’ADI, studiati sia sul piano estetico, sia, soprattutto, per
Associazione per il Disegno Industriale), si entra migliorare la qualità della vita degli utenti,
nel campo del disegno del prodotto industriale in base ai principi dell’ergonomia.

Colori differenti segnalano ogni


sezione, quali guide all’interno
del volume per una più rapida ricerca
e consultazione degli argomenti.
aa
aa IV

16

aa
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PR ESE NTAZ IONE

I moduli sono suddivisi in varie unità,


introdotte da un breve testo e scandite in
paragrafi e sottoparagrafi, dove sono bene
evidenziati i richiami numerici ai disegni
e alle diverse fasi di esecuzione.

unità
2
Gli elementi edilizi descritti in que-
sta unità sono resi ancora più leggi-
bili non solo dalle immagini reali
mostrate negli “Spazi operativi”,
ma anche dall’applicazione conti-
nua della geometria descrittiva che
dà una completa visione d’insieme.

TIP. A

fondazione continua

TIP. C

fondazione a plinto

TIP. E

fondazione a plinti collegati

I disegni sono quasi sempre completati


da tonalità cromatiche che ne agevolano
la comprensione. Quelli più complessi
e di particolare importanza vengono analizzati
2.1
31-07-2006

Tipologie di strutture
architettoniche
Le fondazioni
8:15

co, quindi, le fondazioni si allargano struttural-


mente alla base del muro.
Le fondazioni sono elementi edilizi che hanno Le varie tipologie delle fondazioni (fig. 1) di-
la funzione di collegare l’edificio al suolo e il pendono dalla resistenza e dalla conformazio-
compito di trasmettere e distribuire sul terreno ne del terreno; di seguito sono elencate alcu-
i carichi gravanti della costruzione. Per dare ne di quelle più frequentemente usate, dise-
equilibrio e staticità a un progetto architettoni- gnate in proiezione ortogonale e in assono-
Le fondazioni: strutture più comunemente usate

fondazione continua

fondazione a platea

fondazione su pali
TIP. B

TIP. D

TIP. F
metria:
– tipologie A e B: fondazione conti-
nua, tipica del sistema costruttivo in
muratura, che si sviluppa lungo tutto il
muro portante;
– tipologia C: fondazione a plinto, a
forma di parallelepipedo, con la base
sul terreno più grande della sezione
del pilastro;
– tipologia D: fondazione a platea,
usata quando il terreno è particolar-
mente cedevole; è costituita da una
lastra che occupa l’intera area dell’edi-
ficio;
– tipologia E: fondazione a plinti colle-
gati, costituita da plinti collegati da
travi che sopportano lo sforzo dal bas-
so verso l’alto;
– tipologia F: fondazione su pali, usa-
ta quando il terreno non offre garanzie
di stabilità e quindi impone di utilizzare
le palificazioni (pali in cemento armato
affondati nel terreno).

fig. 1
Pagina IV

Grande cura è stata posta nella scelta del


corredo fotografico, quale guida concreta
alla comprensione degli argomenti teorici.

M O D U LO C

Realizzazione della City Hall


di Londra
U N ITÀ 1

Dallo schizzo preparatorio di fig. 8 si intravede


la forma elicoidale della scala che caratterizza
la nuova sede del Municipio di Londra, proget-

fig. 8 Schizzo progettuale per la City Hall, progettata


dagli architetti Norman Foster e Ken Shuttleworth,
nuova sede del Municipio di Londra.

Un’intera sezione è dedicata al design,


in particolare all’industrial design, cioè
alla progettazione della forma del prodotto
industriale.
tata da Norman Foster e Ken Shuttleworth.
Lo studio iniziale del progetto, disegnato sin-
teticamente con leggero chiaroscuro, dà già
un’idea della volumetria e delle dimensioni
della costruzione. Infatti la City Hall, situata vi-
cino alla Torre di Londra, ha l’aspetto di una

fig. 9 Veduta notturna della City Hall,


che sorge, sferica e trasparente,
accanto alla Torre di Londra.

fig. 10 Il vortice
della grandiosa
scala elicoidale
che si arrampica
all’interno
della City Hall.
Schizzi preliminari 69

grande “bolla” grigia (fig. 9). Oggi è l’edificio


più riconoscibile della città e si distingue, al-
l’interno, per la grandiosa scala a spirale
(fig.10), leggibile fin dagli studi preliminari,
che avvolge con teatralità quasi barocca la
sala consiliare.
Gli Spazi operativi completano la teoria
con argomenti significativi, quali oggetti
d’arredamento e particolari architettonici,
e consentono allo studente di spaziare
oltre le conoscenze tecniche.

M O D U LO A

Spazio operativo
U N ITÀ

Pavimentazioni varie negli ambienti


di edifici
2

Nelle foto di questa pagina sono illustrati al-


cuni tipi di pavimentazione: la fig. 19 mo-
stra la tipologia maremma, utilizzata per
rifinire la superficie orizzontale di un am-
biente interno; la fig. 22 mostra il grafico, in
pianta e in assonometria dimetrica, della ti-

fig. 19

fig. 23

Ogni modulo è concluso da una serie di


verifiche graduate utili sia al docente,
per valutare le competenze richieste, sia allo
studente, per stimolarne le capacità creative.
pologia ottagono utilizzata nell’ambiente
esterno raffigurato nella foto di fig. 23.
Le figg. 20a-b, 21 e 24 propongono altri tipi
di pavimentazioni esterne.
Descriviamo sinteticamente la tecnica che
di solito si usa per eseguire una pavimenta-
zione: la posa della piastrella in cotto si ef-
fettua su un letto di “malta cementizia” (mi-
scuglio composto per il 15% di cemento e

fig. 20a fig. 20b

fig. 24
Tipologie di strutture architettoniche 21

per l’85% di sabbia e acqua); tra piastrella e


piastrella si lasciano fughe di circa mm 5. I
pezzi vanno murati uno per uno, e dopo
qualche giorno si procede all’“imbaioccatu-
ra” (riempimento dei giunti tra le piastrelle).
La “baiocca” è un impasto al 50% di cemento
e sabbia di fiume con poca acqua; viene
sparsa più volte sulla superficie asciutta fino
a riempire completamente le fughe.

fig. 21

fig. 22

attraverso uno svolgimento ordinato e


graduale.

26 S E Z I O N E 1 S E Z I O N E 2 S E Z I O N E 3 GLI ELEMENTI BASILARI DEL PROGETTO 130 S E Z I O N E 1 S E Z I O N E 2 S E Z I O N E 3 IL DESIGN 118 S E Z I O N E 1 S E Z I O N E 2 S E Z I O N E 3 IL PROGETTO ARCHITETTONICO

2.6 I solai gonale e in assonometria, due tipologie di so- gere un tavolato sul quale è posto, su uno stra- 1.10 Studi di progetto fig. 31 Fabio Miniati, monovolume granturismo
studiata per contenere al suo interno uno scooter v e r i f i c a f i n a l e
laio: A) struttura orizzontale costituita da tra- to di isolante e su un altro di calcestruzzo, il pa- di auto e scooter
a tre ruote, da usare per gli spostamenti in città.
I solai sono strutture orizzontali che, nei fabbri-
cati, sopportano il peso del pavimento e delle
vetti precompressi prefabbricati in calcestruzzo
armato distanziati fra loro; tra l’uno e l’altro
vimento vero e proprio. Questa tipologia di so-
laio, di origini antiche, viene usata maggior- Nuove soluzioni di design per gli spazi Modulo C
pareti interne dei singoli piani, oltre ai carichi vengono disposti laterizi, ovvero pignatte, che mente nei paesi nordici. urbani.
gravanti su di essi; possono essere realizzati reggono un getto di calcestruzzo dando all’in- Nella fig. 31 è illustrato, con schizzi d’insieme,
con diversi materiali: travi di legno, travetti di tera struttura solidità e robustezza; B) struttura un progetto di Francisco Gomez Paz che con-
ferro e laterizi, cemento armato, travetti pre- orizzontale in legno costituita da una serie di siste nella combinazione di auto e scooter. In
compressi prefabbricati ecc. In fig. 42 sono travi (travi primarie) e travetti (travi seconda- particolare, la grossa monovolume granturi-
rappresentati graficamente, in proiezione orto- rie), distanziati fra loro, che servono a sorreg- smo è stata studiata in modo da contenere al
suo interno uno scooter a tre ruote, utile per gli Schizzi preliminari pagg. 66-75
spostamenti in città. Non siamo davanti al pro-
fig. 42a Struttura di tipo A: il disegno di sinistra rappresenta pianta e prospetto. getto di un’automobile, ma alla ricerca di nuove Esercizio 1 3 Ispirandoti alla forma volu- Esercizio 1 fig. 1
soluzioni pratiche che garantiscano la mobilità metrica disegnata in fig. 1,
e il piacere del viaggio, attraverso la vettura, e studia con schizzi a mano li-
30°
60

vengano anche incontro alle esigenze del cao- bera figure preparatorie per
°

tico traffico urbano e degli spazi ridotti dei par- eseguire un progetto archi-
cheggi, attraverso lo scooter. tettonico.
Le figg. 32a-b-c mostrano un divertente pro-
getto di due motociclette che, all’occorrenza, Esercizio 2 3 Dopo aver eseguito l’eserci-
possono essere congiunte e diventare un’au- zio precedente (studi preli-
tomobile. minari), rielabora la pianta e
Anche in questo caso risulta chiaro che le nuo- la relativa assonometria mo-
ve generazioni di progettisti sentono molto for- nometrica (fig. 1) per realiz-
te la necessità di andare incontro alle esigenze zare un progetto di un picco-
degli automobilisti, sempre alle prese con i lo appartamento composto
problemi di parcheggio. da: soggiorno-pranzo, an-
fig. 32a Francisco Gomez Paz, sequenza golo cottura, bagno e came-
con quattro fasi del progetto per microvettura ra da letto.
componibile.
Esercizio 4 fig. 2
Studi e applicazioni di progetti architettonici pagg. 76-117
Esercizio 3 3 Disegna in scala 1 : 100 la SCALA 1:100
pianta del tuo appartamento
comprese le porte e le fine-
fig. 42b Struttura di tipo B: il disegno di sinistra rappresenta pianta e prospetto. stre; poi, partendo come in
fig. 1 dalla pianta, ricava in
assonometria monometrica
gli alzati. Lavatoio Ripostiglio

Deposito
Esercizio 4 3 Data in fig. 2 la pianta in Deposito
scala 1 : 100 di un fabbricato
rurale, ristrutturala trasfor-
fig. 32b-c Rendering mandola, con le stesse di-
della microvettura mensioni, in pianta di un ap-
con i due moduli
partamento per civile abita-
uniti.
zione composto da: ingres-
so, soggiorno-pranzo, ango-
lo cottura, tre camere da let- Deposito
to, due bagni, un ripostiglio.

Esercizio 5 3 Dalla pianta di fig. 2 ristruttu-


rata, ossia dopo aver svolto
l’esercizio 4, disegna tutti gli
elementi necessari per ese-
guire un progetto architetto-
nico (prospetti, sezioni, asso-
nometrie, prospettive ecc.).
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I n d i c e

SEZIONE1
GLI ELEMENTI BASILARI DEL PROGETTO

M O D U L O A
Norme per l’esecuzione del disegno
tecnico e progettuale 1

unità 1
Simbologie grafiche 2
1.1 Formati dei fogli da disegno e simbologie grafiche 2
1.2 Rappresentazione di superfici sezionate di materiali specifici
e di prospetti di muri 4
1.3 Arredi interni 6
1.4 Spazio ergonometrico e rappresentazioni di porte e finestre 8
1.5 Impianti elettrici, idrici, fognari e di riscaldamento 10
1.6 Alcune tipologie di scale 12

unità 2
Tipologie di strutture architettoniche 16
2.1 Le fondazioni 16
2.2 I mattoni 18
2.3 Le pavimentazioni 20
2.4 Tecniche costruttive e loro evoluzioni 22
2.5 I pilastri 24
2.6 I solai 26
2.7 Coperture a volta semplice 28
2.8 Coperture a volta composta 30
2.9 Coperture a padiglione semplici e composte 32
2.10 Tetti a pianta composta con falde che si intersecano 34
2.11 I prefabbricati 36

verifica finale 38
8876085521_05r_08r.qxp 31-07-2006 8:12 Pagina VI

sezione 6,02
longitudinale 0,30
5,72
VI INDICE

1,00
4,72

2,40
2,10
1,40
0,30

0,70
1,30
misure

0,80
progressive
2,22

1,00
1,00

2,70
1,22

1,80
0,90
0,32

M O D U L O B
Avvio al progetto architettonico 39

unità 1
Rappresentazioni del territorio e del progetto 40
1.1 Il piano regolatore generale 40
1.2 Città e territorio: cartografia 41
1.3 Isoipse e loro proiezioni dal terreno sulla carta 42
1.4 Profili altimetrici e stereogrammi 42
1.5 Rappresentazioni di pianta, prospetto e sezione di un edificio 44
1.6 Rappresentazione delle sezioni di un edificio arredato 46

unità 2
Il rilevamento architettonico e le tecniche di misurazione 48
2.1 Disegno e misurazione dal vero 48
2.2 Restituzione grafica o rappresentazione 49
2.3 Metodi di rilevamento planimetrico 50

unità 3
Le unità di misura nel disegno architettonico 52
3.1 Il modulor: unità di misura progettuale 52
3.2 Il modulo: unità di misura negli ordini architettonici classici 53
3.3 Proiezione assonometrica di un elemento architettonico classico 56

unità 4
Utilità della teoria delle ombre nel disegno architettonico 58
4.1 Illuminazione parallela: ombre applicate a elementi architettonici 58

verifica finale 64
400

300
200

15
0

150
8876085521_05r_08r.qxp 31-07-2006 8:12 Pagina VII

INDICE VII

SEZIONE2
IL PROGETTO ARCHITETTONICO

M O D U L O C
Studi preliminari e realizzazioni
di progetti esecutivi 65

unità 1
Schizzi preliminari 66
1.1 Studi preliminari con schizzi preparatori 66
1.2 Dall’arte pittorica e scultorea all’architettura 74

unità 2
Studi e applicazioni di progetti architettonici 76
2.1 Stralcio, sviluppo planimetrico e fasi progettuali 76
2.2 Progetto esecutivo di una villa unifamiliare 77
2.3 Progetto esecutivo della sistemazione della piazza della Madonnina, a Pescara 84
2.4 Progetto esecutivo di un edificio a St. Moritz 87
2.5 Ristrutturazione del Teatro alla Scala di Milano 92
2.6 Rielaborazione grafica di un piccolo edificio abitativo 96
2.7 Piccola residenza per vacanze 104
2.8 Fabbricato per civile abitazione con applicazione della geometria descrittiva 108

verifica finale 118


8876085521_05r_08r.qxp 31-07-2006 8:13 Pagina VIII

VIII INDICE

SEZIONE3
IL DESIGN

M O D U L O D
Studi preliminari, realizzazioni di oggetti
vari e rendering 119

unità 1
Studi e applicazioni di progetti di design 120
1.1 La forma, la funzione e l’estetica degli oggetti 120
1.2 Architectural Ceramics: la “mano aperta” 121
1.3 Schizzi progettuali per due caffettiere: “La Conica” e “La Cupola” 122
1.4 Studi di progetto per un “tappeto-divano letto” 123
1.5 Schizzi progettuali per un oggetto d’arredamento:
mobile “Casablanca” 124
1.6 Schizzi in evoluzione della radio “Freeplay” 125
1.7 Schizzi preparatori di sedie: prototipi in alluminio di Frank O. Gehry 126
1.8 Le sedie: disegni progettuali – Sezione, prospettiva e prototipo
della “Scroll Chair” 128
1.9 Disegni preparatori in evoluzione per lo studio dell’orologo “Gyrotourbillon I” 129
1.10 Studi di progetto di auto e scooter 130
1.11 Studi di progetto per un elettrodomestico 131

unità 2
Percorso di apprendimento 132
2.1 Rielaborazioni grafiche e rendering di un joystick 132
Glossario 136
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SEZIONE1
GLI ELEMENTI BASILARI
DEL PROGETTO

M O D U L O A
Norme per l’esecuzione del disegno
tecnico e progettuale

In questo modulo sono illustrati gli elementi grafico universale che stabiliscono sia le
basilari e le norme che permettono di eseguire simbologie grafiche, sia le tipologie delle strutture
correttamente il disegno edile, particolare architettoniche. Pertanto nelle due unità sono
tipo di disegno tecnico rivolto all’edilizia. disegnate tabelle con rappresentazioni
Per approfondire lo studio del progetto convenzionali di elementi edilizi e, affiancati
architettonico, sintesi di tutte le nozioni a esse (nelle pagine a fronte), figurano
fondamentali della geometria descrittiva puntualmente gli “Spazi operativi”, applicazioni
acquisite finora, è necessario conoscere pratiche che facilitano l’apprendimento
e saper applicare le regole del linguaggio del disegno tecnico e progettuale.
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2 unità
1 Simbologie grafiche
In questa unità sono raffigurate ta- 1.1 Formati dei fogli di disegno ecc.) deve apparire sempre sul pri-
belle con simbologie grafiche uti- da disegno e simbologie mo risvolto del foglio; le piegature servono per
lizzate nel disegno edile per rende- grafiche l’archiviazione o la presentazione dei disegni.
re più comprensibile e completa la
lettura del disegno tecnico: le di- Per unificare la lettura di un disegno tecnico, l’UNI ● In fig. 3 sono indicate le dimensioni standard
(Ente Nazionale Italiano di Unificazione) ha ema- dei fogli da disegno, rifilati e non rifilati, più co-
mensioni e i metodi di piegatura dei munemente usati; di solito essi vengono vendu-
nato precise regole che migliorano la compren-
fogli, i simboli dell’orientamento e sione degli elaborati grafici; tra esse ricordiamo le ti con misure maggiori poiché sono da rifilare.
delle sezioni in una pianta di un edi- dimensioni dei fogli, la loro squadratura, i tipi e gli
ficio; successivamente le illustra- spessori delle linee già descritte nelle pagine 7, 8, ● Nel disegno edile la planimetria generale e la
zioni sono accompagnate da sim- e 9 del Volume A. Per quello che riguarda i formati pianta di un edificio devono essere sempre af-
boli grafici relativi a: strutture por- dei fogli, è utile conoscere altre norme. fiancati dall’orientamento, indicato con una frec-
cia orientata nord-sud (fig. 4), accompagnata
tanti, arredi interni, porte e finestre,
● La fig. 1 mostra che il rapporto tra il lato lungo e dall’angolo che il piano meridiano forma con il
impianti elettrici, idrici, fognari e di il lato corto di un foglio è costante, e di conse- piano della parte principale del fabbricato.
riscaldamento, tipologie di scale. guenza i rettangoli designati con A0, A1, A2, A3,
Nelle pagine a fronte sono sempre A4 risultano simili fra loro; le misure dei formati, ● Per rappresentare in pianta la sezione di un
affiancati gli “Spazi operativi” con come si nota dal grafico, sono in relazione alla dia- edificio, utile per evidenziare alcune delle sue
reali immagini fotografiche e dise- gonale del formato base A0, di mm 841 x 1189. parti interne in elevazione, si deve tracciare sulla
pianta una linea tratto e punto con gli estremi in-
gni mirati che guidano all’applica-
● La fig. 2 illustra un metodo di piegatura (a fi- grossati e con frecce indicanti il verso in cui è vi-
zione delle stesse simbologie. sarmonica) del formato A1; il cartiglio (riquadro sta la sezione (fig. 5, dove le tracce dei piani se-
che contiene le informazioni su nome, data, tipo zionanti, in rosso nell’esempio, sono tre).
1189
211 210 210 210
N
fig. 4
A0 O
297

841

E
A1
297

cartiglio
S
594

A2
420 fig. 2 1 2
A3 fig. 5
297
A4

0 fig. 1
210

297

420

594

841

DIMENSIONI DEI FOGLI UNI DI USO PIÙ COMUNE

FORMATO FOGLI RIFILATI FOGLI NON RIFILATI


DEI Lato Lato Lato Lato
FOGLI minore maggiore minore maggiore 3

A2 mm 420 mm 594 mm 450 mm 625


A3 mm 297 mm 420 mm 330 mm 450
A4 mm 210 mm 297 mm 240 mm 330
fig. 3
1 2
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M O D U LO A U N ITÀ 1 Simbologie grafiche 3

Spazio operativo
Le sezioni nei progetti architettonici blioteca, entrambe articolate spazialmente
nella configurazione a emiciclo che caratte-
La fig. 6 mostra la nuova Facoltà di ingegne- rizza l’edificio.
ria dell’Università degli Studi dell’Aquila Attraverso le figg. 7 e 8 si può verificare l’u-
(1991-99), progettata dagli architetti Giulio tilità delle sezioni, in proiezione ortogonale,
Fioravanti e Gian Ludovico Rolli. Il comples- nei progetti architettonici.
so è strutturato in tre blocchi architettonici. Anche gli architetti di altre epoche utilizza-
Il primo blocco, corpo A (in fig. 7 Sezione vano questa parte della geometria descritti-
C3), ospita al piano intermedio aule di di- va (sezioni) per i loro studi di progetto; le
verse dimensioni, al piano superiore grandi figg. 10a-b, per esempio, illustrano due se-
aule per il disegno e al piano inferiore i labo- zioni-prospetti della Mole Antonelliana di
ratori didattici. Il secondo blocco, corpo B, Torino, elaborate nel 1869 da Crescentino
ospita aule di dimensioni maggiori, la presi- Caselli; sono due ipotesi di cupola proposte
denza e le segreterie. Il terzo blocco, corpo da Alessandro Antonelli, tra il 1887 e il 1888,
C (in fig. 8 Sezione C1), contiene inferior- con un significativo compromesso tra mo- fig. 6 La nuova Facoltà di ingegneria,
mente l’aula magna e superiormente la bi- numentalità e funzionalità tecnica. a L’Aquila.

fig. 7 Disegno della Sezione C3. fig. 8 Disegno della Sezione C1.

fig. 9 A sinistra, Costanzo Antonelli,


disegno presentato alla Commissione
per il Museo del Risorgimento,
incaricata di verificare la stabilità
della Mole Antonelliana, 1895.

figg. 10a-b A destra, disegni


in sezione-prospetto di due studi
di progetto della Mole Antonelliana
di Torino.
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4 SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3 GLI ELEMENTI BASILARI DEL PROGETTO

1.2 Rappresentazione che specificano graficamente la natura dei ma- In fig. 11, oltre ai simboli sopra descritti, sono
di superfici sezionate teriali, come il terreno e le strutture portanti stati disegnati i prospetti, ossia le viste anteriori
di materiali specifici (pareti esterne) di un edificio. (v. Volume A, Sezione 2, Le proiezioni ortogona-
e di prospetti di muri Queste ultime, che hanno il compito di resiste- li) di due tipi di muri esterni: a conci squadrati e
re alle sollecitazioni e ai carichi ai quali sono a bozze squadrate a raso, entrambi con mattoni
Nella progettazione edile e architettonica i sim- normalmente sottoposte le costruzioni, posso- a vista e regolarmente distanziati fra loro.
boli grafici riportati in fig. 11 sono finalizzati a no essere di vari tipi:
una lettura spedita delle informazioni contenu- – pareti in muratura di pietra o mista (pietra e
te nei disegni tecnici. mattoni);
Dal simbolo generico usato per evidenziare – pareti in muratura di mattoni (forati o pieni);
una superficie sezionata (i tratti devono essere – pareti in muratura di calcestruzzo (semplice
sottili, regolarmente spaziati e inclinati di 45° ri- o armato);
spetto al bordo della sezione), si va ai simboli – pareti in legno.

fig. 11

Tratteggio generico di Mattoni forati Prospetto di muro con mattoni


superficie sezionata a vista (conci squadrati)

Terreno Mattoni pieni Prospetto di muro con mattoni


a vista (a bozze squadrate a raso)

Materiali ausiliari Calcestruzzo: impasto di Legno


(per es.: pietre e e marmi) pietrisco e malta

Materiali trasparenti Calcestruzzo armato Conglomerato cementizio


(armatura con tondini di ferro)
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M O D U LO A U N ITÀ 1 Simbologie grafiche 5

Spazio operativo
Strutture portanti: pareti esterne me A, Sezione 2, Le proiezioni ortogona- tante (figg. 12, 13, 14). Nelle scale minori,
di edifici li), e solo a partire dalla scala 1 : 100, i mate- per esempio nella scala 1 : 200, gli spessori
riali che ne caratterizzano la struttura por- delle murature sono anneriti.
I simboli illustrati nella pagina precedente
consentono di individuare nella pianta di un
edificio, ossia nelle viste dall’alto (v. Volu-

fig. 12 Pianta di una muratura portante fig. 12a-b Particolari di murature portanti di due edifici
in calcestruzzo armato, scala 1 : 100. in cemento e calcestruzzo.

fig. 13 Pianta di una muratura portante fig. 13a Particolare di un edificio con muratura fig. 13b Particolare ingrandito
in mattoni pieni, scala 1 : 100. portante in mattoni pieni. di una muratura in mattoni pieni.

fig. 14a Particolare


della facciata
di un edificio
con lastre in pietra
fig. 14 Pianta di una muratura portante nelle murature
in pietra, scala 1 : 100. portanti.
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6 SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3 GLI ELEMENTI BASILARI DEL PROGETTO

1.3 Arredi interni ta (scala 1 : 100 o, meglio, come negli esempi nel valutare, approssimativamente, le dimen-
delle figg. 15 e 16, scala 1 : 50). Queste sim- sioni degli spazi domestici dell’opera da pro-
Gli arredi interni sono rappresentati da una bologie completano le piante di appartamenti gettare; successivamente aiutano a ricercare la
simbologia specifica, qui riportata; per dise- negli elaborati di progetto e servono, in un pri- migliore collocazione degli stessi negli spazi di-
gnarli sono utili le scale di grandezza medio-al- mo momento, a far acquisire una certa abilità sponibili all’interno di ogni singola stanza.

fig. 15
Simbologie grafiche: arredi del soggiorno, del pranzo e della camera da letto

letto matrimoniale letto singolo comodino cassettiera sedia

40

45
60
50 45
120

200
scrivania
armadio

60
60
180 90 120 110

tavolo quadrato tavolo rettangolare tavolo tondo tavolo tondo

90 160 90

poltrona divano 140

mobile
85

libreria
60

30
85 145 180 120

fig. 16 Simbologie grafiche: arredi della cucina e dei servizi igienici

lavello semplice lavello doppio cucina lavatrice frigorifero


lavastoviglie
60

55

45

90 120 60 55 60 60

doccia
vasca da bagno
lavabo bidet vaso W.C.
90

70

60
60

60

90 170 70 35 35
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M O D U LO A U N ITÀ 1 Simbologie grafiche 7

Spazio operativo
Gli spazi d’uso degli arredi interni
fig. 17
138
Le dimensioni degli arredi interni, come
quelle delle abitazioni, sono in stretto rap-
porto con le misure del corpo umano. Oltre
110
alle dimensioni statiche del corpo uma-
no, ovvero alle sue misure da fermo, in pie-
di, sdraiato o seduto (fig. 17), è necessario,
per un corretto uso delle attrezzature di ar-
redo, prendere in considerazione anche le 74

sue dimensioni dinamiche, ossia le mi-


sure di cui il nostro corpo ha bisogno per 58

muoversi agevolmente in uno spazio abitati- 45


vo, per esempio per spostare la sedia e al-
zarsi da tavola e viceversa (fig. 18). Tutto
questo prende il nome di spazio d’uso, che
è l’insieme di due tipi di spazio:
– lo spazio occupato esclusivamente dalle scala 1:20
dimensioni degli arredi interni;
– lo spazio occorrente alle persone per
muoversi e poter utilizzare comodamente
gli arredi interni.
45 80

50 78

I grafici delle due figure sono mag- scala 1:20


giormente esplicativi. In particola-
re, osservando la fig. 18 si può facil-

50
mente constatare che gli arredi, per
essere utilizzati, richiedono uno
spazio più ampio delle semplici mi-
sure convenzionali illustrate nelle
figg. 15 e 16 (larghezza e profon-
dità).

90
50
40

50 150 70
fig. 18
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8 SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3 GLI ELEMENTI BASILARI DEL PROGETTO

1.4 Spazio ergonometrico nomia è la disciplina scientifica che si occupa porte e finestre illustrate graficamente, in scala
e rappresentazioni di porte dei numerosi e complessi problemi relativi al la- 1 : 100, nelle figg. 19 e 20. Ci si rende subito
e finestre voro umano. Le caratteristiche psicofisiologiche conto che dall’altezza media dell’uomo, che è di
dell’uomo danno una dimensione a tutte le circa m 1,75 (fig. 19), deriva l’altezza di una por-
Tutte le misure degli elementi che costituiscono strutture che lo circondano, e costituiscono pa- ta, che deve essere alta da m 2,05 a m 2,15; dal-
un’abitazione derivano sempre dalle dimensioni rametri fondamentali cui devono essere adattati la larghezza delle spalle, che è di circa cm 44, de-
del corpo umano, poiché ciascuno di noi neces- non solo le macchine, i mezzi, i metodi di lavoro riva la larghezza di una porta, che deve essere di
sita di uno spazio sufficiente a farci muovere con ecc., ma anche le abitazioni, gli agglomerati ur- almeno cm 80; dall’altezza del punto in cui il cor-
disinvoltura, senza subire costrizioni psicofisio- bani nei quali l’uomo vive e lavora, nonché tutti po si piega, che è di circa cm 90, deriva l’altezza
logiche (v. pag. 7, figg. 17 e 18); questo spazio gli svariati oggetti o sistemi di uso umano. del davanzale di una finestra o di una ringhiera,
prende il nome di spazio ergonometrico; l’ergo- Prendiamo ora in considerazione alcuni tipi di che deve essere almeno di cm 95, e così via.

fig. 19
Simbologie grafiche: spazio ergonometrico e rappresentazioni di porte e finestre

175
145

90
44

porta scorrevole
215

215

215

Porte

140

porta a un battente porta a due battenti simmetrici porta a due battenti asimmetrici

porta a soffietto

80 160 140 160

Scala 1:100
fig. 20

finestra a due battenti con


mazzetta e con sguancio inclinato
145

145

Finestre
240

160
95

95

terra
finestra a un battente senza finestra a due battenti senza portafinestra a due battenti senza finestra a due battenti con
mazzetta e con sguancio diritto mazzetta e con sguancio diritto mazzetta e con sguancio diritto mazzetta e con sguancio diritto

90 140 140 140


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M O D U LO A U N ITÀ 1 Simbologie grafiche 9

Spazio operativo
Tipi di serramenti con mento (battenti di porte e finestre); una finestra su cui si arresta il battente (fig.
rappresentazioni grafiche di alcune – montante, elemento strutturale verticale 22).
parti che li caratterizzano di porta o finestra (fig. 22);
– tamponamento, pannello di chiusura in- La fig. 21 mostra un antico convento france-
I serramenti (finestre, porte, portefinestre) serito nel telaio mobile (dell’anta); nelle fi- se delle Orsoline, a Montpellier, in Francia,
sono costituiti da vari elementi: nestre sono le lastre di vetro (fig. 22); oggi importante Centro Coreografico Nazio-
– telaio fisso, di finestra o di porta, struttu- – sguancio diritto o inclinato, spalletta nale. Il porticato del piano terra evidenzia il
ra in legno o metallo a forma di cornice fis- di porta o finestra situata dietro lo stipite forte spessore delle pareti esterne, che, ne-
sata al muro, su cui sono applicati i cardini; (fig. 22); gli edifici antichi, limitava l’ingresso della
– telaio dell’anta, parte mobile del serra- – mazzetta o battuta, parte dello stipite di luce diurna; per aumentare la luminosità in-
terna le finestre erano generalmente a
sguanci inclinati (fig. 22).

La fig. 23 mostra una porta a libro, la fig. 25


una portafinestra con ante scorrevoli l’una
sull’altra, con le relative rappresentazioni
grafiche in figg. 24 e 26. Nel grafico della
fig. 26 è rappresentata una porta scorrevole
esterna alla parete.

fig. 21 Convento delle Orsoline fig. 23 Porta con apertura a libro e pannelli fig. 25 Portafinestra scorrevole (anta/ribalta).
di Montpellier: finestre a sguanci inclinati. in legno.

montante vetro porta scorrevole esterna alla parete


porta a libro

140 140
sguancio mazzetta
o o
sguincio inclinato battuta
fig. 22 Rappresentazione grafica di una fig. 24 Rappresentazione grafica della fig. 23. fig. 26 Rappresentazione grafica di una porta
finestra con mazzetta e sguancio inclinato, scorrevole esterna alla parete.
in scala 1 : 25.
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10 S E Z I O N E 1 S E Z I O N E 2 S E Z I O N E 3 GLI ELEMENTI BASILARI DEL PROGETTO

1.5 Impianti elettrici, idrici,


fognari e di riscaldamento

I simboli relativi agli impianti elettrici (fig. 27) e


agli impianti idrici, fognari e di riscaldamento
(fig. 28), frequentemente inseriti nella proget-
tazione architettonica, servono per completare,
con le simbologie riguardanti l’arredo interno (v.
pag. 6, figg. 15 e 16), le piante di edifici.

fig. 27 fig. 28
Simbologie grafiche: Simbologie grafiche:
impianti elettrici impianti idrici, fognari e di riscaldamento

punto luce a parete scarico acque nere

lampada a soffitto scarico acque bianche

punto luce commutato idrante antincendio

presa di corrente impianto automatico di rivelazione


incendio

presa televisore idrante soprasuolo

suoneria a corrente alternata attacco pompa doppio o multiplo

scatola di derivazione condotti fognari

cassetta di derivazione tubazioni scarico acque meteoriche


pluviali

citofono a parete griglia raccolta acque meteoriche

T telefono canna fumaria

interruttore cappa da cucina

deviatore canne fumarie

pulsante radiatore a parete

kW contatore luce camini esalatori


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M O D U LO A U N ITÀ 1 Simbologie grafiche 11

Spazio operativo
Simbologie grafiche utilizzate fig. 29 Pianta di un
nella pianta di un appartamento appartamento con
simboli degli impianti
elettrico e di
In un elaborato di progetto si studia, per riscaldamento in
prima cosa, la collocazione più funzionale scala 1 : 100.
di tutti i componenti degli impianti elettrico
e di riscaldamento che vanno inseriti negli
ambienti di un appartamento; poi, in rela-
zione a essi, si sistemano in modo opportu-
no gli arredi interni. In questa pagina è illu-
strato un esempio pratico di questi due stu- T
di successivi: la pianta di un appartamento,
riportata in scala 1 : 100 completa di porte e
finestre (v. simbologie grafiche a pag.
8), è stata disegnata nella fig. 29 con i sim-
boli degli impianti elettrico e di riscalda-
mento (punti luce a soffitto e a parete, pre-
se di corrente, di telefono, di antenna tv, di
interruttori, di radiatori ecc.), secondo l’ap-
posita simbologia convenzionale (v. pag.
10); la stessa pianta è stata ridisegnata nel- T
la fig. 30, dove gli ambienti adibiti a cucina,
pranzo, soggiorno, camera da letto e bagno
sono identificabili attraverso la simbologia
degli arredi interni (v. pag. 6), la cui collo-
cazione è pilotata dall’impianto elettrico
già eseguito nel grafico precedente.

fig. 30 Pianta di un
appartamento con
i simboli degli arredi
interni in scala
1 : 100.
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12 S E Z I O N E 1 S E Z I O N E 2 S E Z I O N E 3 GLI ELEMENTI BASILARI DEL PROGETTO

1.6 Alcune tipologie di scale L’utilizzo della scala per collegare livelli di piani proporzioni e slanci verticali sia ai grandi am-
diversi (il suo posto, in precedenza, era occu- bienti di edifici monumentali sia a semplici ca-
La rappresentazione delle scale, come quella pato da un semplice piano inclinato, sul quale se unifamiliari o appartamenti.
degli arredi interni, dei serramenti e degli im- il piede si appoggiava in maniera faticosa e in-
pianti elettrici illustrati nelle pagine precedenti, naturale) è fondamentale per lo sviluppo del- In fig. 31 sono rappresentate in pianta varie ti-
contribuisce a completare lo studio proget- l’architettura: il suo uso infatti coniuga funzio- pologie di scale con i relativi pianerottoli inter-
tuale di edifici. nalità e ornamento in modo naturale, dando medi e terminali (v. pag. 15).
fig. 31 Simbologie grafiche: rappresentazioni delle scale

scala a una rampa con un risvolto

scala a tre rampe a T

scala a una rampa con due risvolti

scala a due rampe a L scala a tre rampe a U

scala a due rampe parallele

scala a quattro rampe

scala a una rampa

scala elicoidale
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M O D U LO A U N ITÀ 1 Simbologie grafiche 13

Spazio operativo
Le scale negli ambienti interni – il gradino di partenza, primo gradino prima rampa, è più ampio degli altri (fig.
alla base della scala; 33a e 33b).
In questa pagina sono presentate le foto di – il gradino di sbarco, ultimo gradino al
alcune tipologie di scale disegnate in pianta termine superiore della scala o della rampa ; Il disegno di fig. 34 mostra un “esploso” as-
nella pagina precedente. – il piantone caposcala, prima o ultima co- sonometrico (v. Volume B, pagg. 28 e 29)
Le scale sono costituite da vari elementi lonna alla base o alla sommità di una rampa; di elementi che caratterizzano una tipologia
(figg. 32a e 32b): – la ringhiera, protezione laterale della di scala elicoidale: elemento base è il seg-
– il gradino, elemento principale di una scala realizzata in materiali diversi; mento di colonna che viene inanellato e fis-
scala, è piano e orizzontale; permette l’ap- – il corrimano, elemento di appoggio, su- sato al palo centrale di sostegno; su questo
poggio del piede per la salita o la discesa; periore alla ringhiera e adatto per essere fa- si fissano i distanziali tra un gradino e l’altro
– la rampa, serie di gradini sviluppati e as- cilmente impugnato da chi sale o scende. e le colonnine che a loro volta sostengono il
semblati in successione; Il gradino d’invito, primo gradino della corrimano.

fig. 32a fig. 33a


piantone caposcala

co
rri
ma
no

rin gradino d'invito


gh
ier
a

fig. 33b A destra, gradini


d’invito nel parco ottocentesco
della casa di Jean-Paul
Guerlain, nei pressi di Parigi.

gradino di sbarco fig. 34 Esploso


assonometrico
gradino di partenza
di una scala
elicoidale.

fig. 34a Vista


frontale
di una scala
elicoidale.

fig. 34b Vista


dall’alto di una
fig. 32b Scala a tre rampe a U. scala elicoidale.
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14 S E Z I O N E 1 S E Z I O N E 2 S E Z I O N E 3 GLI ELEMENTI BASILARI DEL PROGETTO

Spazio operativo
Assonometria di una scala nici come le scale. Un esempio è offerto da – i gradini (sedici nei disegni), composti da
a due rampe parallele: un metodo queste due pagine, dove le foto delle figg. una pedata e da una alzata; la pedata (AB
rapido per la costruzione grafica 35 e 41, prese come modelli, e i grafici delle in fig. 37) è determinata da un piano orizzon-
figg. 36 (pianta), 37 (sezione), 38 e 39 (fasi tale parallelo alla LT; la sua dimensione va-
La geometria descrittiva, ampiamente illu- di disegni assonometrici) e 40 (disegno as- ria dai cm 20 ai cm 33 (31 nell’esempio). L’al-
strata nei Volumi A e B, è applicata spesso sonometrico definitivo) mostrano una scala zata (BC in fig. 37) è un piano verticale per-
per dare una visione grafica più completa e a due rampe parallele con i seguenti ele- pendicolare alla LT posto fra una pedata e
particolareggiata degli elementi architetto- menti basilari: l’altra e misura dai cm 15 ai cm 20 (16 nell’e-

fig. 35 fig. 37
Sezione

120

A B

O LT

fig. 36
30°
60°
Pianta

y
x

fig. 38 1a fase.
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M O D U LO A U N ITÀ 1 Simbologie grafiche 15

fig. 39 2a fase. sempio). Per fissare le dimensioni della pe-


data e dell’alzata, basta eseguire la seguente
operazione: 2a (alzata) + p (pedata) = cm 63.
Nell’esempio, poiché l’alzata a del gradino è
stata fissata in cm 16, la pedata p deve risul-
tare cm 31; pertanto 2 x 16 + 31 = 63;
– la rampa, elemento che serve da appog-
gio ai gradini. Preferibilmente i gradini non
devono essere più di dodici per rampa. Le
inclinazioni delle rampe variano da edificio
a edificio: nelle comuni abitazioni vanno da
30° a 36°;
– i pianerottoli, che si distinguono in: ter-
minali (situati alla stessa altezza dei piani)
e intermedi (posti fra due piani). Di solito
la larghezza dei pianerottoli è compresa fra
m 1,10 e m 1,30 (1,20 nell’esempio).

● Nelle figg. 37, 38, 39, 40 sono tracciate in


rosso, oltre alle piante delle figure assono-
metriche, le linee che servono per costruire
rapidamente i gradini. Per prima cosa, in re-
lazione alla misura dell’alzata e al numero
dei gradini, si tracciano le inclinate indican-
ti la pendenza delle rampe. Le rette orizzon-
tali che intersecano le suddette inclinate de-
terminano le pedate.
256
128

fig. 41 Scorcio del


vano scala che collega
i vari piani di una
residenza di
Barcellona: scala
fig. 40 3a fase. a rampe parallele.
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16 unità
2
Gli elementi edilizi descritti in que-
Tipologie di strutture
architettoniche
co, quindi, le fondazioni si allargano struttural-
sta unità sono resi ancora più leggi- 2.1 Le fondazioni
mente alla base del muro.
bili non solo dalle immagini reali
Le fondazioni sono elementi edilizi che hanno Le varie tipologie delle fondazioni (fig. 1) di-
mostrate negli “Spazi operativi”, la funzione di collegare l’edificio al suolo e il pendono dalla resistenza e dalla conformazio-
ma anche dall’applicazione conti- compito di trasmettere e distribuire sul terreno ne del terreno; di seguito sono elencate alcu-
nua della geometria descrittiva che i carichi gravanti della costruzione. Per dare ne di quelle più frequentemente usate, dise-
dà una completa visione d’insieme. equilibrio e staticità a un progetto architettoni- gnate in proiezione ortogonale e in assono-
metria:
Le fondazioni: strutture più comunemente usate
– tipologie A e B: fondazione conti-
TIP. A TIP. B nua, tipica del sistema costruttivo in
muratura, che si sviluppa lungo tutto il
muro portante;
– tipologia C: fondazione a plinto, a
forma di parallelepipedo, con la base
sul terreno più grande della sezione
del pilastro;
– tipologia D: fondazione a platea,
usata quando il terreno è particolar-
mente cedevole; è costituita da una
lastra che occupa l’intera area dell’edi-
ficio;
– tipologia E: fondazione a plinti colle-
fondazione continua fondazione continua
gati, costituita da plinti collegati da
TIP. C TIP. D
travi che sopportano lo sforzo dal bas-
so verso l’alto;
– tipologia F: fondazione su pali, usa-
ta quando il terreno non offre garanzie
di stabilità e quindi impone di utilizzare
le palificazioni (pali in cemento armato
affondati nel terreno).

fondazione a plinto fondazione a platea

TIP. E TIP. F

fondazione a plinti collegati fondazione su pali

fig. 1
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M O D U LO A U N ITÀ 2 Tipologie di strutture architettoniche 17

Spazio operativo
Le fondazioni nei progetti
architettonici

Per progettare un edificio è necessario dise-


gnare, in proiezione ortogonale, le sezioni
che, oltre a fornire la forma interna con re-
lativi locali, solai dei vari piani, scale, muri
divisori ecc. (v. pag. 2), illustrano la tipolo-
gia della fondazione utilizzata.
Prima di osservare la complessa sezione
dell’Ichthus College di Rotterdam (figg. 3, 4
e 5), animata internamente da rampe e piani
inclinati, è bene soffermarsi sul grafico di
fig. 2, che aiuta a capire, grazie anche all’in-
dicazione di alcuni particolari costruttivi,
come e quando in un elaborato tecnico edile
si devono disegnare le fondazioni.

pavimento
marciapiede
vuoto

terreno fondazione continua

fig. 2 Tipologia di fondazione: sezione fig. 4 Particolare della facciata in vetro


di un edificio. dell’Ichthus College.

fig. 3 L’Ichthus College di Rotterdam è stato fig. 5 Sezione e fondazioni


progettato dall’architetto E. Van Egeraat. dell’Ichthus College.
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18 S E Z I O N E 1 S E Z I O N E 2 S E Z I O N E 3 GLI ELEMENTI BASILARI DEL PROGETTO

2.2 I mattoni Per poter essere variamente disposti e per as- I mattoni pieni (fig. 8) o forati (fig. 6), le tegole
sicurare la solidità della costruzione, i mattoni (fig. 7), le piastrelle per pavimentazione ecc.,
I mattoni, di origine molto antica, sono usati hanno dimensioni modulari (fig. 12). Le parti che appartengono alla classe laterizio (dal lati-
come materiale da costruzione; di varie dimen- che costituiscono il mattone sono la fascia o li- no later, mattone), sono ottenuti con l’induri-
sioni nel passato, hanno oggi un’unica misura sta o costa e la testa o punta (fig. 9). mento dell’argilla mediante cottura.
fissata dall’UNI: cm 5,5 x 12 x 25 (fig. 9); da
questa derivano il mezzo mattone (fig. 10) e il
mezzo lungo (fig. 11).

fig. 6 Mattoni forati.

fig. 7 Tegole. fig. 8 Mattoni pieni.

25
12
5,5

ME ME
ZZ ZZ
O O
MA LU
TT NG
FASCIA TESTA ON O
E

fig. 9 fig. 10 fig. 11

fig. 12
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M O D U LO A U N ITÀ 2 Tipologie di strutture architettoniche 19

Spazio operativo
Murature in mattoni nei progetti esterne, pur avendo una funzione struttura- circa cm 12, un po’ più largo di quello dei
architettonici le, assumevano valori decorativi per le loro muri a coltello, consente a questo tipo di
disposizioni modulari o ritmate da motivi muro di svolgere una funzione strutturale,
Le proiezioni assonometriche sono molto geometrici. anche se limitata;
usate nel disegno architettonico, soprattut- – muri di punta (fig. 16), formati da mat-
to per la rappresentazione di elementi co- I muri in mattoni usati per interni (tra- toni sovrapposti gli uni sugli altri sul lato
struttivi, poiché permettono di ottenere for- mezzature o divisori) o per esterni largo e disposti in modo tale da presentare
me volumetriche con un’esecuzione rapida (portanti) si distinguono in: in vista la testa; lo spessore del muro è quin-
e ottimale, facilitando la lettura delle varie – muri di coltello (o in costa) (fig. 14), di di due teste (cm 25);
strutture, come si può constatare nelle as- formati da mattoni disposti gli uni sugli altri – muri a due teste (o a blocco) (fig. 17),
sonometrie monometriche e dimetriche (v. sul lato corto e usati come divisori di inter- formati da due mattoni affiancati sui lati
Volume B pagg. 6, 7, 8 e 18, 19, 20) dei ni; non sono elementi portanti perché trop- corti sui quali ne sono posti altri trasversal-
mattoni e dei muri disegnati a pag. 18. po sottili: il loro spessore è infatti di cm 5,5; mente; pertanto, presentano in vista, alter-
– muri a una testa (o in fascia) (fig. 15), nativamente, le fasce e le teste. Lo spessore
La fig. 13 mostra un particolare del chiostro formati da mattoni sovrapposti gli uni sugli di due teste (cm 25) consente a questo tipo
dell’abbazia di Vezzolano, vicino ad Asti: an- altri sul lato largo e disposti in modo tale da di muro di svolgere una funzione strutturale
che nel Medioevo i mattoni delle murature presentare in vista la fascia; lo spessore di maggiore di quella dei muri precedenti.

fig. 14

fig. 15

fig. 16

fig. 17

fig. 13 Dettaglio della muratura


del chiostro dell’abbazia
di Santa Maria di Vezzolano.
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20 S E Z I O N E 1 S E Z I O N E 2 S E Z I O N E 3 GLI ELEMENTI BASILARI DEL PROGETTO

2.3 Le pavimentazioni maremma, estense e scaligera. ro aspetto finale. Oltre a decorare, esse de-
vono anche garantire resistenza all’usura,
In fig. 18 sono disegnate in pianta e in asso- ● Le pavimentazioni interne ed esterne negli ambienti interni, e una particolare soli-
nometria dimetrica (v. Volume B, pagg. 18, sono finiture che completano e decorano la dità per affrontare le intemperie, negli spazi
19, 20), le tre tipologie di pavimentazioni costruzione degli edifici determinando il lo- esterni.

fig. 18 Le pavimentazioni: rappresentazioni di alcune tipologie

TIP. A Pavimentazione maremma

TIP. B Pavimentazione estense

TIP. C Pavimentazione scaligera


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M O D U LO A U N ITÀ 2 Tipologie di strutture architettoniche 21

Spazio operativo
Pavimentazioni varie negli ambienti pologia ottagono utilizzata nell’ambiente per l’85% di sabbia e acqua); tra piastrella e
di edifici esterno raffigurato nella foto di fig. 23. piastrella si lasciano fughe di circa mm 5. I
Le figg. 20a-b, 21 e 24 propongono altri tipi pezzi vanno murati uno per uno, e dopo
Nelle foto di questa pagina sono illustrati al- di pavimentazioni esterne. qualche giorno si procede all’“imbaioccatu-
cuni tipi di pavimentazione: la fig. 19 mo- Descriviamo sinteticamente la tecnica che ra” (riempimento dei giunti tra le piastrelle).
stra la tipologia maremma, utilizzata per di solito si usa per eseguire una pavimenta- La “baiocca” è un impasto al 50% di cemento
rifinire la superficie orizzontale di un am- zione: la posa della piastrella in cotto si ef- e sabbia di fiume con poca acqua; viene
biente interno; la fig. 22 mostra il grafico, in fettua su un letto di “malta cementizia” (mi- sparsa più volte sulla superficie asciutta fino
pianta e in assonometria dimetrica, della ti- scuglio composto per il 15% di cemento e a riempire completamente le fughe.

fig. 19 fig. 20a fig. 20b fig. 21

fig. 22

fig. 23 fig. 24
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22 S E Z I O N E 1 S E Z I O N E 2 S E Z I O N E 3 GLI ELEMENTI BASILARI DEL PROGETTO

2.4 Tecniche costruttive La terra armata si è diffusa in molteplici tipi di per esempio attorno a serbatoi di liquidi in-
e loro evoluzioni applicazioni, dai muri di sostegno per strade e fiammabili o a depositi di esplosivi. Inoltre è uti-
ferrovie alle strutture industriali, ai silos di im- lizzata per il rafforzamento delle dighe e per
● Il cemento, scoperto dai Romani, ottenuto magazzinamento interrati e alle strutture di strutture architettoniche immerse in acqua
dall’impasto di calce, pietrisco e sabbia (so- protezione contro gli incendi o le esplosioni, (fig. 29).
prattutto la pozzolana, un tipo di sabbia vulca-
nica molto adesiva), viene versato entro due
muri laterali di sostegno (a sacco); si ottiene fig. 25 fig. 26
così l’opus coementicium (fig. 25), la tecnica
edilizia più usata dai Romani per la costruzione
degli edifici.

● Il ferro è utilizzato dagli architetti del XIX se-


colo per rinforzare alcuni punti deboli delle co-
struzioni (fig. 26).

● Il cemento armato è la scoperta rivoluziona-


ria del XX secolo e consiste nell’utilizzo combi-
nato dei due materiali già esistenti e sopra cita-
ti, il cemento e il ferro (fig. 27). L’unione del
cemento con il ferro fa del cemento armato un
materiale ottimale, poiché è economico, molto
funzionale e resistente. Esso permette di risol-
vere vari problemi negli edifici del Novecento,
e in particolare quelli di staticità.
fig. 27 fig. 28 Spaccato assonometrico di una parete
di contenimento.
● La terra armata, ideata dopo il cemento ar-
materiale
mato dall’ingegnere francese Henri Vidal, è un di riempimento
secondo
nuovo materiale per strutture di sostegno, spe- specifiche t.a.
rimentato per la prima volta alla metà degli anni
Sessanta (fig. 28); essa è composta da tre pannelli di
elementi: terra, armature e un paramento calcestruzzo
esterno di contenimento; sfrutta pertanto le
proprietà meccaniche del terreno e l’attrito che
questo esercita sulle armature, inserite a strati
orizzontali. A differenza del cemento armato, la
terra armata non ha bisogno di impalcature e
armature in
casseformi, e il montaggio può essere eseguito acciaio zincato
dall’interno, posando in uno strato dopo l’altro
il paramento, l’armatura e il terreno. Statica-
mente, le tensioni e gli sforzi non si scaricano
interamente sulla parete di contenimento, ma
si distribuiscono, diminuendo quindi il carico
sulla parete esterna di contenimento.
L’armatura, posata a secco, consiste in lamine
nervate, solitamente d’acciaio zincato, con un
minimo di cm 5 di spessore, cm 40 di larghezza
e una lunghezza variabile. Il paramento esterno
è costituito, generalmente, da pannelli prefab-
bricati di cemento di struttura cruciforme,
grandi circa cm 75 x 75 e uniti fra loro da un si-
stema di perni di centraggio che ne facilitano il
montaggio e garantiscono la continuità della
parete in caso di cedimenti.

fig. 29 Planetario e Museo delle Scienze,


a Valencia, progettati da Santiago Calatrava
nel 1991.
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M O D U LO A U N ITÀ 2 Tipologie di strutture architettoniche 23

Spazio operativo
Tecniche costruttive e materiali vari est, ovest (figg. 32, 34, 36) con relative foto colato, in cui la luce naturale e le vedute
in un progetto architettonico di scorci prospettici (figg. 31, 33, 35). esterne alleggeriscono lo stress del lavoro
Esempio di progettazione condotta nell’in- intenso e ripetitivo, caratteristico della co-
L’edificio adibito all’industria aerospaziale e tento di armonizzare le esigenze funzionali struzione di strumenti di alta precisione. La
automobilistica di Herzebrock, in Germa- con quelle derivanti dal sito e dai materiali sala di produzione occupa un volume ret-
nia, progettato da Frank F. Drewes, è illu- utilizzati (cemento a vista, metallo, vetro, tangolare ed è rivestita di alluminio verni-
strato in questa pagina da una pianta del legno, alluminio, v. figg. 31, 32, 33, 35), l’edi- ciato in nero. La simmetria è spezzata da al-
piano terreno (fig. 30) e dai prospetti nord, ficio ha la forma di un parallelepipedo arti- cuni volumi: piccole “scatole” che creano
cortili aperti e forniscono protezione dal so-
le e dal vento.
fig. 30 A destra,
pianta del piano La sala relax è avvolta in un guscio di ce-
terra dell’edificio mento e lo spazio interno si apre sul paesag-
industriale gio circostante attraverso una parete a vetri;
di Herzebrock, superiormente si trovano gli ambienti dire-
progettato
zionali, racchiusi in una scatola di vetro e le-
da Frank F.
Drewes nel 2001. gno che sporge al di là delle mura di cemen-
to sottostanti (v. figg. 33 e 34). Pertanto,
cemento, ferro, legno e vetro, che entrano
nella composizione restando scoperti, assol-
vono alle diverse funzioni estetico-espressi-
va, di ossatura e di chiusura spaziale.

fig. 31 A destra, scorcio prospettico


(lato nord-ovest), con muro in cemento
a vista e pensilina in metallo.

fig. 32 A destra,
prospetto nord.

fig. 33 A sinistra, scorcio prospettico della veduta frontale (lato est), con una
forma architettonica a scatola, in vetro e legno, sporgente sul muro di cemento.

fig. 34 Sopra,
prospetto est.
fig. 35 A sinistra, scorcio prospettico
(lato nord-ovest), con pareti in vetro
e rivestimenti in legno di abete rosso.

fig. 36 Sopra, prospetto ovest.


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24 S E Z I O N E 1 S E Z I O N E 2 S E Z I O N E 3 GLI ELEMENTI BASILARI DEL PROGETTO

2.5 I pilastri ramente da cemento, in forma, spesso, di pa- armato, al cui interno vengono conficcati i ferri;
rallelepipedo. I tondini, barre di ferro collegate attorno a questa zona si sistemano, le une sul-
In fig. 37 sono disegnati in proiezione ortogo- fra loro da staffe (specie di anelli raffigurati nel- le altre, coppie di mattoni disposte come nei
nale (pianta e prospetto) e in assonometria la pianta e nel prospetto della tipologia A), so- disegni della tipologia B.
monometrica (v. Volume B, pagg. 6, 7 e 8), due no conficcati nel cemento e servono a rendere
tipologie di elementi portanti: il pilastro in ce- più robusta l’intera struttura.
mento armato (A) e il pilastro in mattoni (B). I pilastri in mattoni sono costituiti da una parte
I pilastri in cemento armato sono costituiti inte- centrale (anima) in cui viene colato il cemento

fig. 37 I pilastri: rappresentazione di due tipologie

TIP. A TIP. B

Pianta e Pianta e
prospetto prospetto

Pilastro in cemento armato Pilastro in mattoni

Assonometria monometrica Assonometria monometrica

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