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portunamente punzonato o altrimenti contrassegnato), è da
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considerarsi copia di saggio - campione gratuito, fuori commer-
M
Franco Formisani
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cio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 l. 633/1941).
In copertina: I Flossis, le creature dell’artista tedesca Rosalie, che dal 2002 animano la facciata della Roggendorfhaus a Dusseldorf. © Stefan Kiefer/Tipsimages
NI A
esente da iva (dpr 26.10.1972, n. 633, art. 2, lett. d). esente da documento
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www.imparosulweb.eu
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di trasporto (dpr 26.10.1972, n. 633, art. 74).
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SPAZIO IMMAGINI Quarta edizione ampliata
Quarta edizione ampliata
Fortemente operativo, questo corso presenta la geometria descrittiva e la rappresentazione grafica come chiave di
lettura della realtà circostante in tutti i suoi aspetti, naturali e artistici.
4
Elementi caratterizzanti di questo corso
Il percorso di lavoro procede con gradualità, guidando dalla riproduzione di figure piane
A costruzioni geometriche,
proiezioni ortogonali E assonometria
Approccio graduale alla rappresentazione assonometrica e prospettica, fino all’autonoma progettazione ar-
chitettonica. A
Ogni argomento presenta un ampio Spazio operativo, basato sull’applicazione di quanto
SPAZIO IMMAGINI
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appreso alla lettura e riproduzione di oggetti reali.
I contenuti e le esercitazioni del manuale, così come il CD-ROM, sono aggiornati all’ultima
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versione di AutoCAD.
Opere d’arte, oggetti di design e fotografie della natura sono presentati nella rubrica Il lin-
Il linguaggio
guaggio delle immagini, che mostra come forme, spazi e volumi si presentino in natura e
delle immagini
nelle produzioni umane.
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LOESCHER EDITORE
Loescher Editore - Vietata la vendita e la diffusione
Ristampe
5 4 3 2 1 N
2017 2016 2015 2014 2013 2012
ISBN 9788876080913
PRESENTAZIONE
Questa quarta edizione ampliata di Spazio Immagini condivide i tratti essenziali del progetto originario, conservati nelle
diverse edizioni dell’opera: la concezione della geometria descrittiva come “chiave di lettura” della realtà, la nettezza e
precisione del segno grafico e dell’operatività sia manuale che informatizzata, la costante attenzione al rapporto tra dise-
gno, design e storia dell’arte, l’uso sistematico e funzionale del colore, la cura attenta dell’apparato iconografico e delle
verifiche finali.
L’opera accoglie, tuttavia, alcune importanti novità, coerentemente con le nuove Indicazioni nazionali per la scuola secon-
daria superiore e con i più aggiornati programmi informatici per il disegno.
Questi, in sintesi, gli aspetti fondamentali:
l i metodi di rappresentazione della geometria descrittiva e gli strumenti del disegno sono finalizzati alla lettura dell’opera
d’arte e della produzione architettonica, grazie soprattutto alla rubrica Il linguaggio delle immagini (ampiamente rinno-
vata nella selezione iconografica);
l l’operatività è fortemente valorizzata, soprattutto nelle verifiche finali di ciascun modulo (interamente rinnovate);
l un’ampia sezione introduce lo studente all’uso degli strumenti informatici per la rappresentazione grafica e la progetta-
zione, in particolare dei programmi di CAD (fino al più recente AutoCAD 2012);
l il percorso di lavoro procede con gradualità, dalla riproduzione di figure piane alla rappresentazione assonometrica e
prospettica, fino all’autonoma progettazione architettonica, cui è dedicato il vol. C, che accoglie anche una significativa
trattazione del design (anch’essa ampiamente rinnovata).
ad ua
Disegna, sia nella figura assonometrica spa- generico ribaltato sul PV; completa le sue che appare, in larghezza, al-
al obliq
ro
geometrici. Le rappresentazioni
asse delle
tezza e profondità, in una sola
altezza
qu
ziale, sia nella rappresentazione geometrica, proiezioni sul primo e secondo quadro.
te
altezze
degli esempi grafici sono bene
h
an
le proiezioni ortogonali di un segmento ap- immagine assai simile alla re-
iett
pro
evidenziate attraverso l’uso partenente al PL e obliquo al PO e al PV; ri- Esercizio 20 altà. Gli elementi per eseguire PV C
l B
spetto a quest’ultimo il segmento è inclinato larghezza
di varie tonalità di colore Esegui l’esercizio di fig. 7 con il metodo una assonometria sono:
di 60°. dell’omologia. ● i piani di proiezione (PO, PV, quadro assonometrico
e di fotografie, opportunamente A'
PL) perpendicolari fra loro; PL
scelte, per facilitarne la lettura Esercizio 13
misura reale
● gli assi assonometrici, o car-
Determina le proiezioni ortogonali di un cer-
h' = 1
corretta. chio parallelo al PL e tangente al PO; la misu- tesiani, x, y, z, dove si riportano
In modo particolare le foto dei ra del 2° aggetto è cm 2. le misure degli oggetti, deter- l' = 1 B'
C'
solidi, variamente disposti rispetto minati dalle rette di intersezio- misura reale
Esercizio 14 ne dei tre quadri fondamentali x asse delle O linea di riferimento
ai quadri, agevolano nei grafici Esegui le proiezioni ortogonali di un triango- larghezze
e che, quindi, risultano per-
la lettura delle loro facce e dei lo isoscele parallelo al PV e inclinato di 60°,
Esercizio 11 Esercizio 19 pendicolari fra loro (il punto O
1
2 45°
rispetto al PO, con il lato minore; i vertici di
loro spigoli nascosti nelle viste quest’ultimo sono poggianti al PL e al PO. fig. 4 fig. 7 comune agli assi e ai piani si PO
as rofo
se nd
p
● il quadro assonometrico, su
rispettivamente dall’alto, di fronte Esercizio 15
de ità
fig. 1 y
lle
Disegna le proiezioni ortogonali di un etta- cui appare la proiezione asso-
e lateralmente. gono regolare parallelo al PO e obliquo con z
nometrica, costituito da un
tutti i lati al PV e al PL; un vertice poggia sul piano che interseca i quadri di A
PL e il corrispondente lato è inclinato, ri-
proiezione e può essere paral-
spetto ad esso, di 48°; il 1° aggetto misura
cm 1,5. lelo al PV (in giallo nelle figg. 1, °
13
3, 5) e al PO e obliquo rispetto
90
5°
partenente ad un piano proiettante in prima. iezione (o punto di vista) è AB altezza = 1 «misura reale» 135°
CB larghezza = 1 «misura reale» y
all’infinito, oblique o perpen- BD profondità =
1
della misura reale
2
dicolari al quadro assonome-
trico; l’assonometria può esse-
re quindi obliqua o ortogonale. fig. 2
INDICE
modulo A
PRIME NOZIONI DI GEOMETRIA 1
Unità 1
Strumenti e norme per l’esecuzione del disegno geometrico 2
1.1 Strumenti 2
1.2 Formati dei fogli da disegno secondo le norme UNI 7
1.3 La squadratura del foglio 8
1.4 Tipi e spessori di linee nei disegni tecnici 9
Unità 2
Nomenclatura e definizioni geometriche: enti geometrici fondamentali 10
2.1 Punti e linee 10
2.2 Piani e semipiani 12
2.3 Rette e angoli 13
2.4 Triangoli 15
2.5 Quadrilateri o quadrangoli line
a 16
2.6 Poligoni regolari linea
17
A B
2.7 Circonferenze e cerchi a retta
18
li n e a
Unità 3
Uso corretto delle squadre 19
VERIFICA FINALE 32
modulo B
LA GEOMETRIA EUCLIDEA 33
Unità 1
Elementi basilari con applicazioni pratiche 34
1.1 Perpendicolari 34
1.2 Parallele 36
1.3 Angoli 38
1.4 Triangoli 39
1.5 Quadrilateri 41
1.6 Poligoni regolari 44
1.7 Tangenti 50
1.8 Raccordi 53
A C D E F B
1.9 Raccordi in architettura 57
1.10 Ovali 66 1
2
1.11 Ovoli 69
3
1.12 Ellissi 71
4
1.13 Spirali 73 5
1.14 Evolvente e cicloide 77
s
1.15 Ipocicloide 78
1.16 Epicicloide 79
1.17 Coniche 80
1.18 Sezione aurea 83
1.19 Elica cilindrica ed elicoide cilindrica retta 88
1.20 Calcolo grafico 89
T550Ab04f010Xd1
VERIFICA FINALE 90
modulo C
APPLICAZIONI DELLA GEOMETRIA
EUCLIDEA, SCALE DI PROPORZIONE
E NORMATIVE TECNICHE 91
Unità 1
Costruzioni geometriche decorative 92
1.1 Composizione decorativa ottenuta dall’osservazione
della piastrella di fig. 1 92
1.2 Composizione decorativa ottenuta con figure
di partenza caratterizzate da quadrati 94
Unità 2
Scritturazioni 101
2.1 Le lettere dell’alfabeto 101
2.2 Norme UNI e scritturazioni a mano libera 102
Unità 3
Scale di proporzione 103
3.1 Schema delle scale di proporzione 103
3.2 Ingrandimento per mezzo dell’asse di simmetria 108
3.3 Ingrandimento per mezzo del reticolo 109
3.4 Riduzione per mezzo dell’angolo di proporzione
con quotature 110
modulo D
PROIEZIONI CILINDRICHE BIDIMENSIONALI 125
Unità 1
Metodi di proiezione: concetti generali 126
1.1 Proiezioni cilindriche e coniche 126
Unità 2
Le proiezioni ortogonali 128
1.1 Metodo della doppia proiezione ortogonale 128
ro π
2.2 Piani di proiezione: quattro driedi 2°
qu
ad 2
131
figura obiettiva
2.3 Posizioni particolari di un punto PV 134
2.4 Terzo piano di proiezione C∞
135
2.5 Rappresentazione del piano 137
2.6 Rappresentazione della retta 140 T550Ad44f098yd
t2 α ura
2.19 Rappresentazione di figure piane. Omologia 186
fig D''' ≡ C'''
α t3 α
B'
C
T
C'
D'
PO
Loescher Editore - Vietata la vendita e la diffusione
modulo E
PROIEZIONI CILINDRICHE TRIDIMENSIONALI 192
Unità 1
Studio della volumetria nei poliedri 192
1.1 Poliedri regolari 192
1.2 Prismi regolari 200
1.3 Piramidi regolari 202
1.4 Solidi di rotazione 204
Unità 2
Proiezioni ortogonali di solidi geometrici 207
2.1 Rappresentazione di solidi geometrici 207
2.2 Rappresentazione di piramidi regolari 208
2.3 Rappresentazione di prismi regolari 210
2.4 Rappresentazione di solidi di rotazione 213
2.5 Rappresentazione di poliedri regolari 214
2.6 Rappresentazioni di solidi inclinati a tutti i piani di proiezione 223
2.7 Rappresentazione di un solido poggiante su un piano generico comunque inclinato 230
2.8 Rappresentazione di solidi regolari sovrapposti, poggianti su un piano generico
comunque inclinato 232
modulo F
SEZIONI, INTERSEZIONI E COMPENETRAZIONI DI SOLIDI 235
Unità 1
Sezioni 236
N
1.1 Sezioni di solidi con piani paralleli 236
1.2 Sezioni di solidi con piani proiettanti 238
1.3 Sezioni di solidi con piani generici 242
1.4 Sezioni coniche 244
1.5 Altre sezioni P 247
Unità 2
Intersezioni e compenetrazioni I 248
2.1 Intersezioni 248
2.6 Compenetrazioni 250
VERIFICA FINALE O
255
modulo G
Luci e ombre nelle figure geometriche,
negli elementi architettonici e nell’arte 259
Unità 1
La teoria delle ombre nelle proiezioni ortogonali 260
1.1 Preliminari 261
1.2 Illuminazione parallela 262
1.3 Illuminazione centrale 278
Unità 2
Ombre proprie e portate 279
2.1 Luci e ombre nella realtà 279
2.2 Illuminazione parallela 280
2.3 Illuminazione centrale 290
SEZIONE 3 L’ASSONOMETRIA
modulo H
LA PROSPETTIVA PARALLELA
NELLA GEOMETRIA E NELL’ARTE 299
Unità 1
Proiezioni assonometriche 300
1.1 Assonometria obliqua 300
1.2 Assonometria ortogonale 310
Unità 2
Teoria delle ombre in assonometria 328
2.1 Illuminazione parallela 328
2.2 Illuminazione centrale 332
GLOSSARIO 347
x
O LT
45°
45ϒ
y
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modulo A
PRIME NOZIONI
DI GEOMETRIA
fig. 2
Dopo aver scelto il tipo di matita, l’allievo deve lame ricambiabili, è utile specialmente per ta- Squadre
preoccuparsi della durezza delle mine. Per il gliare retini adesivi (v. pag. 4, fig. 16).
disegno geometrico la graduazione consigliata Le squadre sono attrezzi che servono per trac-
è la seguente: Affilamine ciare rette parallele e perpendicolari. Si consi-
media: HB, F; gliano squadre in plastica dura (plexiglas). Co-
dura: H, 2H. L’affilamine da impiegare è sempre in relazione al me mostrato in fig. 10, le squadre da usare so-
A seconda del tipo di disegno, esiste comun- tipo di matita usata. Generalmente, specie per no due: una con due angoli acuti di 45° e un’al-
que la seguente scala di durezza delle matite e portamine in ferro, si ricorre al grattino, un’assicel- tra con gli angoli acuti di 30° e 60°. Le squadre
delle mine: la di plastica o di legno ricoperta di carta vetrata. hanno un bordo millimetrato e due bordi scana-
tenere: 6B, 5B, 4B, 3B, 2B; lati per consentire il ripasso a inchiostro senza
medie: B, HB, F; Compasso rischiare di lasciare macchie sul foglio.
dure: H, 2H, 3H, 4H, 5H;
durissime: 6H, 7H, 8H, 9H. Per descrivere circonferenze o archi di circon- Curvilinee
Le matite dure sottolineate sono generalmente ferenza è indispensabile un compasso di otti-
impiegate per disegni particolari (per esempio ma qualità (fig. 8). La mina del compasso deve Per tracciare curve di qualsiasi genere, esisto-
per disegnare su metalli). Per tracciare un se- essere della stessa durezza della matita e deve no in commercio vari tipi di curvilinee (fig. 11)
gno uniforme (una delle più importanti norme essere affilata, possibilmente a scalpello, con il di forme e grandezze diverse. Sono sagome in
del disegno geometrico), la mina va tenuta grattino. Il compasso, per essere usato corret- plastica trasparente che consentono di trac-
sempre affilata, sporgente dal portamine alme- tamente, va mantenuto verticale rispetto al pia- ciare curve ed ellissi non eseguibili con il com-
no di 8 mm. no del foglio da disegno. passo.
fig. 7
fig. 9
fig. 11
fig. 14
fig. 15 fig. 16
fig. 17
fig. 18 fig. 19
Tecnigrafo
fig. 21 fig. 22
fig. 23
fig. 24 fig. 25
fig. 26 fig. 27
1.2 Formati dei fogli mato minore, basta ottenere rettangoli simili a ni di A3);
da disegno secondo quello di base A0 nel modo seguente: si divide 420 : 2 = 210 e si ottiene 210 x 297 (dimensio-
le norme UNI il lato maggiore del foglio in due parti uguali ni di A4);
(fig. 29). Si ha quindi: 297 : 2 = 148,5 e si ottiene 148 x 210 (dimen-
Il formato base dei fogli da disegno, stabilito 1189 : 2 = 594,5. sioni di A5);
dalle norme UNI (si indica con la lettera A af- Si ottengono in questo modo le dimensioni di 210 : 2 = 105 e si ottiene 105 x 148 (dimensio-
fiancata dalla cifra 0, e quindi A0) è uguale a A1 = 594 x 841. ni di A6).
un rettangolo avente la superficie delle dimen- Per ottenere A2, A3, A4, A5, A6 si procede Tutte le dimensioni sono in millimetri.
sioni di circa 1 m2 (841 x 1189 mm); il lato nello stesso modo; pertanto si ha:
maggiore del rettangolo si ricava costruendo 841 : 2 = 420,5 e si ottiene 420 x 594 (dimen- Le dimensioni standard dei fogli da disegno
sul lato minore la diagonale del quadrato (in sioni di A2). più usati sono quelle indicate dalle sigle A2, A3
fig. 28, A0); volendo utilizzare fogli di un for- 594 : 2 = 297 e si ottiene 297 x 420 (dimensio- e A4 (tab. 1).
A0
594
A1
1189
b = 1189
297
A3
A2
148
A5
A4
A6
841
a = 841
fig. 28 fig. 29
T550Aa07f031Xp1
T550Aa07f030Xp1
A2 420 x 594 grande
tab. 1
1.3 La squadratura si centra in O, punto di incontro delle stesse, e, re quest’ultima operazione, si centra in O e,
del foglio con apertura di compasso a piacere ma suffi- con apertura di compasso a piacere, si traccia
ciente a lasciare non meno di mm 10 di bordo, una circonferenza (fig. 32) che taglia le diago-
Prima di eseguire un disegno geometrico è op- si trovano sulle diagonali i punti A, B, C, D (fig. nali nei punti 1, 2, 3 e 4. Con la stessa apertura
portuno eseguire la squadratura del foglio che, 31). Questi, uniti, determinano i vertici della si centra in ciascuno dei punti e si descrivono
oltre a indicare visivamente il limite della super- squadratura voluta. gli archi di circonferenza che, intersecandosi a
ficie in cui si deve disegnare, serve di ausilio due a due, danno origine ad altri quattro punti
per il tracciamento delle linee parallele e per- Oltre alla squadratura è utile, specie per gli ela- indispensabili per individuare gli assi voluti. Il
pendicolari. Si opera nel modo seguente. borati contenenti le proiezioni ortogonali, divi- foglio è così diviso in quattro porzioni uguali
Si tracciano le diagonali del foglio (fig. 30); poi dere il foglio in quattro parti uguali. Per esegui- (fig. 33).
A D
O O
B C
fig. 30 fig. 31
T550Aa08f032Rm1 T550Aa08f033Rm1
1 2
4 3
fig. 32 fig. 33
C
continua fine servono per indicare il limite
irregolare di viste o di sezioni quando
questo limite non sia un asse
D di simmetria
continua fine
con zig-zag
E
a tratti grossa serve per indicare contorni reali
non in vista, ossia nascosti
F
a tratti fine si usa per disegnare spigoli
nascosti
G
mista fine si utilizza per indicare gli assi
di simmetria e le parti situate
anteriormente a un piano
di sezione
H
mista fine, si usa per indicare la traccia dei
grossa alle estremità piani di sezione. Sulle estremità
ingrossate si dispongono,
perpendicolarmente a esse,
delle frecce che servono
per indicare il verso delle sezioni
stesse
I
mista grossa è usata per indicare superfici
o zone per le quali sono
prescritti requisiti particolari
J
mista fine serve per indicare: contorni
a due tratti brevi di pezzi vicini, posizioni
intermedie ed estreme di
parti mobili, linee di ingombro
tab. 2
T550Aa09f002Xp1
T550Aa09f002Xp1
T550Aa09f002Xp1
T550Aa09f002Xp1
T550Aa09f002Xp1
T550Aa09f002Xp1
Loescher Editore - Vietata la vendita e la diffusione
Nomenclatura e
definizioni geometriche:
enti geometrici
fondamentali
L’illustrazione grafica degli enti 2.1 Punti e linee sciata dallo scorrimento della punta della mati-
ta lungo una riga. Come tutte le linee, ha una
geometrici fondamentali ha lo
Il punto (fig. 1) è la più semplice figura geo- sola dimensione, lungo la quale si estende infi-
scopo di fare acquisire all’allie- metrica: non ha dimensioni (essendo privo di nitamente nei due sensi.
vo una corretta terminologia. materia e di estensione) ed è rappresentato
Quest’ultima è di basilare im- dal segno lasciato dalla punta della matita (A) La semiretta (fig. 4) è ciascuna delle due par-
portanza per la realizzazione o dall’intersezione di due linee (B, C, D). Per ti illimitate in cui una retta è divisa da un suo
grafica delle costruzioni geo- distinguere i punti l’uno dall’altro, si ricorre alle punto (A nell’esempio). Il punto A è l’origine
lettere maiuscole del nostro alfabeto: A, B, C, delle due semirette a e b.
metriche trattate nel modulo
D ecc.
successivo. Il segmento (fig. 5) è la parte di retta limitata
La linea (figg. 2 e 8) è una figura generata dal da due suoi punti (A, B nell’esempio) che si
moto di un punto ed è rappresentata grafica- chiamano estremi del segmento.
mente dalla sottile traccia lasciata dalla punta
di una matita. La linea geometrica ha una sola Segmenti consecutivi. Due segmenti AB e
dimensione, la lunghezza, essendo priva di lar- BC (fig. 6) si dicono consecutivi se hanno in
ghezza e di spessore. È indicata con una lette- comune un estremo (B) e nessun altro punto.
ra minuscola del nostro alfabeto. In fig. 9 una serie di segmenti consecutivi.
a linea
A B C D
fig. 1 fig. 2
T550Aa18f002Xd1
T550Aa18f001Xd1
a retta a semiretta semiretta b
A
fig. 3 fig. 4
T550Aa18f003Xd1 T550Aa18f004Xd1
fig. 5 fig. 6 A C
T550Aa18f005Xd1
A B C
fig. 7
T550Aa18f007Xd1
T091_001-023_07.indd 10 01/02/12 12:16
MODULO A UNITÀ 2 Nomenclatura e definizioni geometriche: enti geometrici fondamentali 11
segmenti consecutivi D
B
linea
a F
A
fig. 8 fig. 9
fig. 8a Olafur Eliasson, Rewriting Stairs, 2004, acciaio fig. 9a Zaha Hadid, Museo dei trasporti a Glasgow, 2011.
(Monaco di Baviera, cortile del palazzo della KPMG). Particolare della copertura del fronte vetrato.
B B
A A
C
C spezzata chiusa
spezzata aperta
E
E
D
D
fig. 10 fig. 11
B
T550Aa20f010Xd1
A
C
spezzata chiusa
ta
a
d
line
ret
a
E rett
linea
c P retta a A B retta
D
li n e a
b
re
tta
T550Aa20f010Xd1
a
fig. 12 fig. 13
T550Aa20f012Xd1
T550Aa20f011Xd1
β
r
A α
piano α
semipiano
C
retta
semipiano
β
fig. 14 fig. 15 fig. 16
T550Aa20f015Xd1
T550Aa20f013Xd1 Loescher Editore - Vietata la vendita e la diffusione
T550Aa20f014Xd1
T091_001-023_07.indd 12 01/02/12 12:16
MODULO A UNITÀ 2 Nomenclatura e definizioni geometriche: enti geometrici fondamentali 13
2.3 Rette e angoli L’angolo concavo contiene il prolungamento Gli angoli supplementari aVc e cVb hanno in
dei lati a e b (fig. 21). comune il vertice V e un lato c e la loro somma
Rette parallele. Due rette a e b si dicono paral- è un angolo piatto (fig. 26).
lele se appartengono a uno stesso piano e non L’angolo convesso non contiene il prolunga-
hanno alcun punto in comune (figg. 17 e 31a). mento dei lati a e b (fig. 22). L’angolo retto bVa è la metà di un angolo piat-
to e misura 90° (fig. 27).
Rette incidenti. Due rette a e b si dicono inci- La bisettrice di un angolo è la semiretta che,
denti quando hanno un punto P in comune partendo dal vertice V di un angolo aVb, lo divi- L’angolo acuto bVa è minore di un angolo
(fig. 18). de in due angoli uguali (fig. 23). retto (fig. 28).
Rette perpendicolari. Due rette a e b si dico- L’angolo giro, avendo i lati a e b che coincido- L’angolo ottuso bVa è maggiore di un angolo
no perpendicolari quando intersecandosi for- no, sovrapponendosi, è un angolo concavo retto, ma minore di un angolo piatto (fig. 29).
mano quattro angoli retti (fig. 19). che ha un’ampiezza di 360° (fig. 24).
Gli angoli complementari bVc e cVa hanno in
L’angolo è la parte di piano compresa fra due se- L’angolo piatto ha per lati (a e b) due semiret- comune il vertice V e un lato c e la loro somma
mirette a e b che si chiamano lati, uscenti dal me- te opposte (l’una è il prolungamento dell’altra) è un angolo retto (fig. 30).
desimo punto V che si chiama vertice (fig. 20). e misura 180° (fig. 25).
b
a
a 90° 90°
P a P
rette parallele
b b
rette incidenti
90° 90°
T550Aa21f016Xd1
T550Aa21f017Xd1
a T550Aa21f018Xd1 a
ca
con vo
lato a b
V
e
conv sso bisettrice
vertice V angolo V
angolo
lato a b V
b
b
fig. 20 fig. 21 fig. 22 fig. 23
T550Aa21f021Xd1
T550Aa21f020Xd1
T550Aa21f019Xd1 c T550Aa21f022Xd1
T550Aa21f024Xd1
T550Aa21f023Xd1
b b
b c
b
rette
parallele
fig. 32 Foster
and Partners,
copertura dell’atrio
del British Museum
a Londra, 2000,
vetro e metallo.
La struttura metallica
definisce
dei triangoli.
2.4 Triangoli di intersezione delle tre bisettrici O (fig. 39) è punto medio di quel lato con il vertice opposto;
denominato incentro. il punto di intersezione delle tre mediane O
Il triangolo (fig. 34) è il più semplice dei poli- La mediana di un triangolo rispetto a un lato (fig. 40) è denominato baricentro.
goni ed è la parte finita di piano limitata da tre (fig. 34, azzurro) è il segmento che unisce il
segmenti a due a due consecutivi.
C C
C
h h
na
rice
altezza
dia
bisett
me
A B A B A B
fig. 34
T550Aa23f032Xd1
fig. 35 fig. 36
T550Aa23f033Xd1 T550Aa23f034Xd1
C C C
C
h
O O
O = incentro O = baricentro
A B A B A B A B
fig. 38
T550Aa23f036Xd1
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C
D
D C
base minore
quadrilatero
h
lato
lato
A base maggiore
A B
B
fig. 41 fig. 46
T550Aa24f039Xp1
T550Aa24f044Xp1
D C D C D C
90°
h h h
le
g ona na
le
90°
dia iag
o
d
A B A B A B
D C D C D C
90°
asse
45° h
e
le
al
a
on
g on
ag
45° dia
di
A B A B A B
2.6 Poligoni regolari gono inscritto ottenuto congiungendo succes- Si dice apotema di un poligono regolare la
sivamente i punti di suddivisione è regolare, ed distanza fra il centro e uno qualunque dei la-
Un poligono si dice regolare se ha tutti i lati e è pure regolare il poligono circoscritto i cui lati ti, e cioè il raggio della circonferenza inscrit-
gli angoli uguali. sono tangenti alla circonferenza in quei punti. ta (fig. 49).
L’angolo AÔB dell’ottagono regolare è di 45°
A ogni poligono regolare si può circoscrivere e ed è l’ottava parte dell’angolo giro. Il poligono regolare si chiama:
inscrivere una circonferenza, e le due circonfe- l pentagono se ha 5 lati (fig. 51);
renze (nell’esempio in rosso) hanno lo stesso Si dice centro di un poligono regolare il centro l esagono se ha 6 lati (fig. 52);
centro (fig. 49). Il lato AB dell’esagono regola- comune della circonferenza inscritta e di quella l ettagono se ha 7 lati (fig. 53);
re inscritto in una circonferenza è uguale al circoscritta (figg. 49-50). l ottagono se ha 8 lati (fig. 54);
raggio OA. L’angolo AÔB è di 60° ed è la sesta l ennagono se ha 9 lati (fig. 55);
parte dell’angolo giro. Si dice raggio di un poligono regolare la distan- l decagono se ha 10 lati;
Se una circonferenza (nell’esempio in rosso) è cioè il raggio della circonferenza circoscritta l dodecagono se ha 12 lati;
divisa in un qualsivoglia numero di archi uguali, (figg. 49-50). l esadecagono se ha 16 lati (fig. 56);
A
ap
rag
ote
gio
ma
O O
gio
rag
B
fig. 49 fig. 50
T550Aa25f047Xp1 T550Aa25f048Xp1
arco
2.7 Circonferenze e cerchi Il raggio di una circonferenza (fig. 57, azzurro)
è un segmento che unisce un punto qualun-
La circonferenza (fig. 57) è una linea piana que della circonferenza con il centro, e cioè la
A B chiusa costituita dall’insieme dei punti aventi la distanza dal centro O al punto A della circonfe-
rag
gio stessa distanza da un punto O, detto centro. renza stessa.
O L’arco di circonferenza è ciascuna delle due La corda di una circonferenza (fig. 57, rosso)
tro
diam
e parti in cui una circonferenza risulta divisa da è il segmento che unisce due suoi punti E e D.
due suoi punti, A e B nell’esempio di fig. 57,
che si dicono estremi dell’arco appartenenti Il diametro di una circonferenza (fig. 57, nero)
C
corda all’arco stesso. è ogni corda CB che passa per il centro.
E
D
Rispetto alle posizioni reciproche le circonfe-
fig. 57 renze possono essere concentriche, eccen-
triche, secanti:
l le circonferenze concentriche (fig. 58a, b)
T550Aa26f055Xp1 sono due o più circonferenze aventi il centro in
comune;
l le circonferenze eccentriche (figg. 59a, b) so-
O
no due o più circonferenze che non hanno il
centro in comune e sono una interna all’altra;
l le circonferenze secanti (fig. 60) sono due
fig. 62a
T550Aa26f060Xp1
T550Aa26f061Xp1 T550Aa26f062Xp1
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Uso corretto
delle squadre
Questa terza unità guida l’allie- Misurare angoli con due sole squadre 30°
vo all’apprendimento dell’uso Esistono due tipi di squadre: il primo corri-
corretto delle squadre. Questi sponde a metà quadrato (ha dunque cateti
uguali e i due angoli acuti di 45°); il secondo
attrezzi, usati correttamente, corrisponde a metà triangolo equilatero (ha
consentono di misurare angoli dunque un cateto che misura metà dell’ipote-
(v. questa pagina); di tracciare nusa e i due angoli acuti di 60° e 30°). 120°
T550Aa27f001Rn1
90°
75°
fig. 2
T550Aa27f002Rn1
15°
150°
135°
135° 105°
90°
fig. 3 fig. 4
T550Aa27f003Rn1
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T550Aa27f004Rn1
fig. 5
T550Aa28f005Xd1
Tracciare con due sole squadre, per
un punto O di un segmento AB dato,
una perpendicolare (prima soluzio-
ne).
Tracciato (in rosso) il segmento dato AB e un
90°
suo punto O, su di esso si fa coincidere perfet-
tamente il bordo più lungo di una squadra (in
fig. 6 quella con gli angoli acuti di 30° e 60°). A O B
Si fissa a mo’ di guida l’altra, lungo il bordo
smussato della prima che, successivamente,
sempre lungo il bordo guida, si fa girare di 90°
come indica la freccia; si traccia, quindi, la per-
pendicolare richiesta passante per il punto O.
fig. 6
T550Aa28f006Xd1
T550Aa28f007Xd1
T091_001-023_07.indd 20 01/02/12 12:17
MODULO A UNITÀ 3 Uso corretto delle squadre 21
Costruire un triangolo equilatero con nell’esempio di fig. 8, gli angoli acuti di 45°. Per dell’altra, che si tiene ben ferma a mo’ di guida;
due sole squadre, data una circonfe- ottenere il lato CE del triangolo equilatero si fa si traccia, così, CE (in rosso nell’esempio di fig.
renza. coincidere perfettamente sul diametro CD (fig. 9). I successivi disegni (figg. 10 e 11) rendono
Data una circonferenza di raggio a piacere e di 9) il bordo più lungo e non smussato della superflui ulteriori chiarimenti. È da notare che il
centro O, si tracciano, perpendicolari fra loro, i squadra con gli angoli acuti di 30° e 60°; si la- colore rosso evidenzia un lato della figura che
diametri AB e CD (v. pag. 20, fig. 7). La squa- scia scorrere questa fino al punto C, come in- si va formando. Nella fig. 11 si completa il
dra che scorre lungo il bordo dell’altra ha, dicano le frecce, lungo il bordo non smussato triangolo richiesto CEF.
C C
O O
A B
30°
C E
45° C
D
90°
O B O
A A B
45°
D
D 60°
fig. 8 fig. 9
T550Aa29f008Rn1 T550Aa29f009Rn1
C O
30°
C
E F
O
F
A O B
O E F
A B
30°
F
E D
60°
60°
fig. 10 fig. 11
T550Aa29f010Rn1
T550Aa29f011Rn1
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22 SEZIONE 1 COSTRUZIONI GEOMETRICHE
Costruire un quadrato con due sole tra deve avere necessariamente gli angoli acuti
squadre, data una circonferenza. di 45°. Le figure di questa tavola rendono su-
Data una circonferenza di raggio a piacere e di perflui ulteriori chiarimenti. È da notare che il
centro O, si tracciano le due perpendicolari AB colore rosso evidenzia, man mano, un lato del-
e CD passanti per O (diametri) (v. pag. 20, fig. la figura che si va formando. Nella fig. 16 si
7). La squadra che scorre lungo il bordo dell’al- completa il quadrato richiesto ACBD.
C C
C
O O
A B
O
A B
D C
C
C
A O A O B
O B
A
T550Aa30f012Xd1 T550Aa30f014Xd1
T550Aa30f013Xd1
O O
B A
D D
C C
A O O
B A B
D
D
fig. 15 fig. 16