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Rete Antiviolenza

Valle Camonica
“Strumenti operativi
nella valutazione e nella
gestione delle situazioni
di violenza contro le donne”
BRENO 11 DICEMBRE
Anna Zinelli (operatrice Donne e Diritti)
Mariella
è una donna di 74 anni, il nostro intervento è stato
attivato dal P.S. Dove in questo momento si trova. E' il
secondo accesso al P.S. nell'arco di tre giorni. E' stata
accompagnata in P.S. dall'ambulanza chiamata dai
Carabinieri intervenuti al domicilio. Al primo accesso la
donna ha deciso di non accettare nessun aiuto ed ha
lasciato il P.S. accompagnata dal figlio. Ha una prognosi
di 10 giorni a causa di un ematoma al volto nella zona
periorbitale e alla spalla destra. La donna dichiara che
nell'ultimo episodio ha subito un tentativo di
soffocamento con un cuscino da parte del marito. Lo staff
del P.S. ritiene necessario un intervento di protezione e
attiva gli altri nodi della rete.
● Quale valutazione possiamo fare?
VALUTAZIONE DEL RISCHIO IN
PRONTO SOCCORSO
Brief Risk Assessment for the Emergency
Department (DA-5)
1) La frequenza e/o la gravità degli atti di violenza fisica sono aumentati
negli ultimi
6 mesi?
2) L’aggressore ha mai utilizzato un’arma, o l’ha minacciata con un’arma,
o ha
tentato di strangolarla?
3) Pensa che l’aggressore possa ucciderla?
4) L’ha mai picchiata durante la gravidanza?
5) L’aggressore è violentemente e costantemente geloso di lei?
VALUTAZIONE DEL RISCHIO

● Approccio professionale destrutturato

● Approccio attuariale

● Approccio professionale strutturato


ALL'ESTERO

Utilizzato principalmente dal sistema giudiziario è centrato sui


comportamenti e la condizione del maltrattante
Viene sviluppato a partire dall'analisi dei casi di femminicidio
È utilizzato principalmente per determinare il potenziale di letalità e/o
lesioni gravi e pertanto finalizzato alla determinazione delle misure
preventive adottabili (arresto del maltrattante, allontanamento delle
vittime/sopravvissute, misure limitative della libertà del maltrattante o
gestione proattiva della sicurezza)
Si rende necessario per dimostrare che gli operatori hanno assunto una
responsabilità verso la situazione ed hanno adottato delle misure di fronte a
situazioni prevedibili
LIMITI
la valutazione del rischio è legata strettamente a fattori che configurano un
reato. Pesano soprattutto la violenza fisica e sessuale e la minaccia di
utilizzo di queste forme di violenza
sottovalutano la violenza psicologica/emotiva, la violenza economica e la
violenza sistemica (altre condizioni di vulnerabilità che rendono più faticoso
il percorso di autodeterminazione delle donne e di emancipazione dalla
violenza) – fenomeno della necessità di evidenza – pervasività di altre forme
di violenza
sottendono una idea paternalista di protezione (comunque a volte necessari
per salvare la vita ad una donna) e tendono ad escludere la donna nella
pianificazione della sicurezza (nonostante tentativi di condivisione come nel
sistema inglese attraverso la funzione delle IDVA)
non tutti i femminicidi hanno evidente rischio predittivo (non si può mai
escludere la valutazione professionale e/o i timori esposti dalle donne)
CRITICITA'

assicurarsi che la valutazione del rischio sia


sempre fatta
incrementare la partecipazione delle donne alle
decisioni che le riguardano
informare sempre e comunque le donne prima di
mettere in atto le decisioni (alcune di queste
potrebbero incrementare il rischio)
sostenere anche le donne ritenute a basso
rischio
APPROCCIO SPECIFICO ALLA
VALUTAZIONE A SECONDA DEL
SERVIZIO DI APPARTENENZA
FF.OO. – individuare il rischio alto ai fini della
protezione e del processo giudiziario

Centro Antiviolenza – sostenere il percorso di


emancipazione e costruire piani di sicurezza
olistici (non solo sicurezza fisica, ma anche
psicologica e sociale)

Altri servizi - ???


IL RISCHIO PER GLI OPERATORI
E LE OPERATRICI
- rischi professionali (responsabilità civile e
penale dell'operatore)

- rischi legati allo stress

- rischi legati al lavoro con il maltrattante (es.


armi in casa, ecc.) e nel lavoro con le donne ed
i minori (es. incontri)
Approccio proposto delle organizzazioni femministe che
operano nei servizi di contrasto della violenza di genere

La violenza domestica e di genere nasce nel contesto sociale ed è


determinato dallo status di subordinazione delle donne nella società.
E' strettamente legata alla gestione del potere e del controllo e non è
determinata dalle singole aggressioni o dai singoli comportamenti
violenti. Il fondamento per cui si ritiene che la violenza domestica sia
sia originata dall'uomo violento, dall'uomo che ha problemi di abuso
di sostanze o psichiatrici, dall'uomo che ha avuto problemi
nell'infanzia,ecc... è stato messo in discussione dall'approccio
intersezionale e dall'analisi delle diverse discriminazioni subite dalle
donne. La violenza non riguarda l'incapacità di scegliere e la perdita
del controllo da parte dell'uomo violento, ma una socializzazione in
cui il comportamento maschile (e femminile) riflette il valore degli
uomini e delle donne nella società e normalizza l'uso della violenza
maschile come mezzo per esprimere rabbia, controllo e potere.
L’esperienza della violenza è influenzata, differentemente per ogni
donna, dal contesto in cui vive. L’operatrice di un Centro Antiviolenza
dovrebbe sempre considerare i fattori socio-culturali, istituzionali e
sistemici specifici di ogni singola situazione al fine di fornire un
sostegno appropriato e significativo ai bisogni specifici.
Un obiettivo centrale nel lavoro del Centri Antiviolenza dovrebbe
essere quello di consentire alle donne di riacquistare il controllo selle
proprie vite.
Questi principi dovrebbero guidare la valutazione del rischio fatta
all?interno di un Centro Antiviolenza e questa non dovrebbe essere
fatta per assolvere le responsabilità di altri soggetti… ma siamo solo
all’inizio di un percorso e sia le competenze dei singoli soggetti della
rete che del Centro Antiviolenza devono ancora essere affinati.
STRUMENTI
ODARA - Ontario Domestic Assault Risk Assessment
DVSR - Domestic Violence Supplementary Report Form
B-SAFER - Brief Spousal Assault Form for the Evaluation of Risk
SARA - Spousal Assault Risk Assessment
DA – Danger Assessment di Campbell
DASH - Risk checklist for identification of hight risk cases ofDomestic
Abuse, Stalking ad Honour Based violence
Ficha RVD – 1L Avaliacao de risco para situacoes de violencia
domestica
VPR – Valoracion Policial del Riesgo

monori
Barnardo's Domestic Violence Risk Identification Matrix
SARA vs DASH?

● DIVERSE VERSIONI DEL SARA


● SARA-S; SARA PLUS...

● DIVERSE VERSIONI DASH


● DASH A 27 O 24
VIOLENZE FISICHE
DOMANDE 1 – 13 – 15

VIOLENZE SESSUALI
DOMANDA 16

MINACCE FISICHE O PSICOLOGICHE


DOMANDE 3 – 12 – 14 – 19 – 22

ESCALATION
DOMANDE 10 – 11

VIOLAZIONE PROVVEDIMENTI
DOMANDA 7 – 23
PRECEDENTI PENALI O DI POLIZIA
DOMANDE 18 – 24

ATTEGGIAMENTI MISOGINI E OSSESSIVI


DOMENDE 4 – 8 – 12

ABUSO DI SOSTANZE
DOMANDA 21

DISTURBI MENTALI
DOMANDA 21

PROBLEMI ECONOMICI, DI LAVORO DEL PRESUNTO REO


DOMANDA 20 – 21

PROBLEMI DI ADATTAMENTO DEL REO


INFORMAZIONI SCARSE DAL DASH
CESSAZIONE DELLA RELAZIONE
DOMANDE 6 – 7

SCARSO SOSTEGNO ALLA VITTIMA


DOMANDE 4 – 8 – 12 – 17 + BOX

PROBLEMI DELLA VITTIMA


DOMANDE 5 – 6 – 9 – 17 – 20 + BOX

AMBIVALENZA E TERRORE DELLA VITTIMA


DOMANDE 2 – 3 – 5 – 6 + BOX

RISCHIO DI RECIDIVA
DOMANDE 2 – 3

TIMORE DELLA VITTIMA


DOMANDA 3
INTRODUZIONE ALLA VALUTAZIONE DEL
RISCHIO CON LA VITTIMA

- CONCORDARE IL TEMPO ED I CONTATTI SICURI, INFORMAZIO NI SU


DOVE SI TROVA IL MALTRATTANTE E SU DOVE SI TROVANO I MINORI
- SPIEGARE PERCHE' SI EFFETTUA LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
- SPIEGARE LA POLITICA DI RISERVATEZZA ADOTTATA DAL SERVIZIO E I
PROTOCOLLI DI CONDIVISIONE DELLE INFORMAZIONI
- PORRE TUTTE LE DOMANDE DELLA CHECKLIST
N.B. IL DASH NON è IN GRADO DI PREVEDERE COSA SUCCEDERA'
IL DASH E' STRUTTURATO PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DEGLI ADULTI ,
NON PER I MINORI
IL RISCHIO PUO' VARIARE MOLTO RAPIDAMENTE ED E' NECESSARIO
PREVEDERE LA SUA RIVALUTAZIONE PERIODICA
PER “CORRENTE” SI INTENDE L'ULTIMO EPISODIO FINO A 3 MESI PRECEDENTI
Rimuovere il rischio: ottenere l'arresto ed il
trattenimento in custodia del maltrattante
Evitare il rischio: ricollocare la vittima in una nuova
casa o in un rifugio sconosciuto al maltrattante
Ridurre il rischio: pianificazione congiunta della
sicurezza dell'intervento / vittima far rispettare i
provvedimenti cautelari, utilizzare la legislazione di
protezione ed un approccio Multi Agenzia
Accettare il rischio – gestione proattiva
La procedura del DASH si completa con la
valutazione del livello della violenza specifica

n.b. La valutazione della violenza economica lo


abbiamo introdotto noi, non è prevista nel modello
originario
Specificità in ogni servizio

Servizi – non incrementare il rischio con il proprio


intervento, obblighi di legge
Centro Antiviolenza – mitigare il pericolo e
diminuire la vulnerabilità della donna, prevenire
l’escalation. In quest’ottica è necessario
attingere all’esperienza, all’intuizione, alla teoria
e alla conoscenza delle dinamiche della
violenza.
FF.OO. - misure di controllo del maltrattante,
obblighi di legge
Il posizionamento chiaro dei Servizi può essere un
fattore di protezione, ma solo se la vittima è al
sicuro.

La rivelazione è un fattore di rischio. E' importante


discutere con la donna i modi ed i tempi con cui
intervenire sul maltrattante
MOMENTI CRITICI

L'avvio della separazione legale è un altro momento molto rischioso. Valutare


con la donna come gestire le notifiche e quali misure protettive mettere in
campo. NB è importante invitare la donna a non usare la minaccia della
separazione per cercare di gestire il maltrattante. Inconsapevole incremento
del rischio.
Credere alla donna e non chiederle di procurare prove. La necessità della
prova può incrementare il rischio. Per es. accettare conversazioni private
con il maltrattante dopo la separazione incrementa lo stalking se presente.
L'intervento dei Servizi per i minori può comportare un incremento del rischio.
Coordinamento (per esempio anticipare alla Tutela Minori una segnalazione
fatta al TM può permettere l'adozione di strategie di riduzione del rischio)
IMPORTANTE individuare modalità sicure di comunicazione nel
caso in cui sia necessario contattare la donna per: monitorare la
situazione, dare informazioni rilevanti sui procedimenti e
sull'attività messa in campo
CRITICITA'

normalmente viene assegnato un ruolo


fondamentale alle azioni protettive da parte del
sistema giudiziario, ma le procedure giudiziarie
sono spesso lente e tendono ad estromettere la
donna dalle decisioni. In alcuni casi la via
giudiziaria è controproducente.
SCENARIO 1
Viene segnalata dalla NPI una situazione in carico con 2
minori ipovedenti per cui si sta ipotizzando un intervento
di affido diurno a causa di una situazione di difficoltà
nello sviluppo complessivo di uno di questi.
Al momento della comunicazione del progetto
d'intervento la madre comincia ad agitarsi e comunica la
sua preoccupazione per la reazione del padre.
La donna comincia a raccontare una situazione di
violenza e dice di aver contattato un legale per la
separazione, ma è complicato perchè i due gestiscono
insieme un'attività imprenditoriale.
SCENARIO 2
Viene richiesto dal p.s. un collocamento di una donna con 2 minori
arrivati in seguito ad un incidente stradale. Dal racconto emerge che
l'uomo alla guida è andato consapevolmente contro il guard rail. Emerge
una situazione di violenza di lungo periodo anche con lesioni gravi in
passato. La donna rinuncia al collocamento.
15 giorni dopo la donna si rivolge ai Servizi Sociali con richieste confuse,
poi sparisce.
Emerge che si è rivolta anche al Centro Antiviolenza 2 volte, ma che poi
non si presenta agli appuntamenti successivi.
Ha avuto anche dei contatti con il Consultorio.
Al Centro Antiviolenza non ha voluto lasciare nessun recapito, al
Consultorio e ai Servizi Sociali si.
SCENARIO 3
Una giovane donna di origine tunisina continua a
vivere con il suo compagno da cui ha avuto un
bambino che ora ha 2 anni. Gli episodi di violenza
fisica sono costanti e di media entità. La donna
racconta che si verificano soprattutto quando lei
chiede al compagno di separarsi dalla moglie con
cui è sposato legalmente i Tunisia con un
matrimonio combinato dalle famiglie. La donna
non ha un lavoro ed è economicamente
dipendente dal compagno.
DALLA VALUTAZIONE D'EMERGENZA ALLA
VALUTAZIONE OLISTICA E BASATA SULLE
PRATICHE FEMMINISTE ED INTERSEZIONALI
DALLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO E
PIANIFICAZIONE DELLA SICUREZZA
ALLA VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA E
GESTIONE DEL RISCHIO
The Redwood shelter di Toronto “La decisione di passare dalla
pianificazione della sicurezza alla gestione del rischio è stata presa per
soddisfare le diverse esigenze delle clienti di Redwood e per consentire
alle clienti di riprendere il controllo della propria vita”

Il termine gestione del rischio, a differenza della "pianificazione della


sicurezza", pone in modo più chiaro la responsabilità per il pericolo sul
maltrattante, sottolineando al contempo che esistono strategie e azioni
protettive disponibili che possono ridurre l'esposizione di una donna al
danno.
RUOTA DEL CONTROLLO E DEL
POTERE
RUOTA DEI RISCHI SOCIALI
RUOTA DELLA SUCUREZZA PER I
MINORI
IL PROCESSO DI VALUTAZIONE
DELLA SICUREZZA
In primo luogo, i consulenti devono coinvolgere in modo proattivo le
clienti per condurre la valutazione della sicurezza in collaborazione con
ciascuna cliente. La valutazione della sicurezza comprende le
preoccupazioni principali della cliente, la percezione del rischio, le azioni
protettive adottate o programmate, la situazione individuale e le risorse
disponibili.
In secondo luogo, la consulente deve aiutare ciascuna cliente a
sviluppare un piano di gestione del rischio individualizzato, tenendo
presente sempre il bilanciamento dei rischi con strategie che supportano
e incoraggiano il massimo processo decisionale da parte della cliente
In terzo luogo, la consulente deve rivalutare la sicurezza ad ogni contatto
con il cliente e rivedere il piano di gestione del rischio con la cliente man
mano che la situazione evolve. I supervisori devono garantire il rispetto
di questa politica e fornire indicazioni alle consulenti per attuarlo e
seguire procedure ad alto rischio nei casi che presentano il maggior
rischio di ri-vittimizzazione o trauma psicologico.
LA VALIDITA' DI UN PIANO DI
GESTIONE DEI RISCHI

Un piano di gestione del rischio "buono" è quello che "funziona"


per l'individuo, non necessariamente quello che sarebbe considerato
"funzionante" per la consulente che aiuta nella preparazione del
piano. Il vissuto emotivo della donna rispetto al piano di gestione
del rischio è tanto importante quanto il piano stesso. Se la cliente si
sente negativamente su qualsiasi aspetto del piano e non intraprende
misure per esplorare e gestire tali sentimenti, è improbabile che il
piano venga seguito. La validazione del piano da parte della cliente
è fondamentale

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