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G E N.

2 0 1 9
N. 8 2 1
L’Anima del Viaggio
louisvuitton.com
© 2019 Chloé, all rights reserved.

Chloe.com
E D I TO R I A L E

Quello Che Conta


di EMANUELE FARNETI

L’Uomo Vogue e Vogue accompagnava, passando


Italia sono due rette paral- attraverso la rivoluzione di-
lele, pensate per essere, cia- gitale – e quello che in un
scuno a suo modo e con un certo senso è la sua declina-
diverso linguaggio, un rac- zione nel sistema moda, lo
conto del bello che nasce streetwear – non è cancel-
dentro la moda e attorno lata: è cambiata, forse per
a essa, data la sua capacità sempre. Occorre farsene
di germogliare altrove, di una ragione, e allora, senza
contaminare mondi limi- dare giudizi, si vedrà che
trofi, di testimoniare e nei una diversa idea di eleganza
momenti migliori persino sta prendendo forma: in
anticipare mutazioni socia- certe contaminazioni tra
li significative, scampoli di street e formale, in un di-
spirito del tempo. verso modo di intendere la
couture; e da lì via via allar-
Contraddicendo la loro gando dagli abiti alla ricer-
rotta abituale, questo me- ca di inattesi modelli di ri-
se le due rette editoriali ferimento, a tracce di rin-
hanno finito per toccarsi: novato impegno civile, alla
entrambi i numeri infat- difesa sempre più condivisa
ti sono costruiti attorno a di diversità e inclusività,
una parola apparentemente all’affacciarsi di voci creati-
antica e usurata: eleganza. ve provenienti spesso da
Come suggerisce la coper- luoghi lontani, al farsi stra-
tina, ci interessava infat- da dell’idea che il consumo
ti provare a rispondere a ragionevole sia una forma
una domanda: è possibile di rispetto non solo verso
strappare l’idea di eleganza se stessi ma verso tutti
alla polvere, e vedere co- (pensiamo al vasto movi-
me sta addosso alle nuove mento di sensibilizzazione
generazioni? Esiste una sull’impatto ambientale
sua declinazione che non della plastica). Vista così, la
suoni nostalgica e stonata a faccenda è tutt’altro che
un ventenne? E può essere minore: potremmo dire
ancora un valore, pensando che eleganza in questo mo-
a come si applica non solo mento storico è quello che
ai vestiti ma più in generale ha valore, è ciò che rimane
alle cose e ai luoghi, e an- e che conta davvero.
cor più ai gesti e allo stare
al mondo? Di più: anche se per chi non
ha vent’anni non è facile,
Il dubbio, a seguire la cro- bisogna accettare l’idea che
naca, specie politica; a sfo- la definizione di elegan-
gliare i social; ad ascoltare za, in un mondo digitale,
certa musica, certo rumore, non sia più appannaggio
è legittimo. In tempi di po- di un’élite, ma aperta al
pulismo, evocare qualcosa contributo di tutti, gente
che richiede cura, pazienza, anche lontana, a volte per-
photo by willy vanderperre.

educazione, fa quasi tene- sino inconsapevole. Un’e-


rezza. Eppure. leganza non conservativa,
Eppure, se si è disposti ad non esclusiva, diciamo pure
accettare l’idea, si intuirà democratica: bel paradosso
che l’eleganza, come la di questi tempi strani. Pro-
grande maggioranza del prio sicuri che non sia una
sistema valoriale che ci buona notizia? •

12 vogue.it n. 821
DIOR.COM Dior OnLine 02 38 59 88 88

IL NUOVO ABSOLU
CAPSULE COLLECTION DESIGNED BY
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SOMMARIO

64 a night at the depot,


photos by Scandebergs,
Gennaio styling by Georgia Tal
79 Style/L’Intervista
2019 così diversa da me
di Marta Galli
82 Style/Il Designer
47 senza confini, caos cristallino,
di Mattia Gaballo, di Angelo Flaccavento
50 Il Progetto 84 Style/Spotlight
un momento di stupore, rinascimento,
di Angelo Flaccavento di Barbara Amadasi,
52 L’Anniversario/1 photo by Greg Kessler
12 Editoriale il tempo non esiste, 86 Style/Focus On/1/2
quello che conta, di Alberto Calabrese nuovo classico,
di Emanuele Farneti 53 Nightlife bassorilievo,
24 A Vogue’s Tale fino alle luci dell’alba, a cura di
nero corvino, di Valentina Bonelli Francesca Ragazzi,
di Licia Troisi 54 Il Ritorno photos by Joss McKinley
32 Manifesto il sesso è un capitale, 89 Beauty 108 the elegance
sull’eleganza, di Federico Chiara la nuda verità, of youth, 166 il testimone
di Michele Serra 56 Il Personaggio di Vittoria Filippi Gabardi photos by Craig McDean, silenzioso,
33 Sketch il fattore umano, 90 News styling by di Suzy Menkes
non tutto torna, di Paolo Lavezzari nomi, cose, città, Alastair McKimm 172 all’alba di un’era,
di Angelo Flaccavento 58 L’Intervista di Susanna Macchia 128 le rouge et le noir, di Beatrice Zamponi
34 Foreward due vite una svolta, 91 Hair/Tools photos by Collier Schorr, 176 il nuovo sesso,
sull’onda del neoprene, di Francesca Molteni, aria, a cura di Francesca styling by Marie Chaix di Ilaria Bernardini
di Emma Elwick-Bates foto di Alessandro Ragazzi, photo 142 goodbye, innocence, 180 English Texts
36 Vogue’s Questionnaire Furchino Capria by Joss McKinley photos by 182 Oroscopo
winnie harlow 60 L’Anniversario/2 92 personal reality, Willy Vanderperre, gennaio,
38 Front il genio nascosto, a cura di styling by Katy England di Marco Pesatori
2018 diviso 20, di Angelo Flaccavento Francesca Ragazzi, 156 the gaze, 184 Casa Italia
di Alexandra Van Houtte 62 Imageries photos by Josh Olins, photos by timor,
e Margaux Warin, mutanti e mutazioni, styling by Jacob K, Barbara Probst, danese milano (1967),
foto di Henrique Gendre di Mariuccia Casadio make-up by Sally Branka styling by Patti Wilson di Francesca Molteni

foto collier schorr.

Front News Code Well Back


22 vogue.it n. 821
Quality is Our Direttore Responsabile Creative Director
Business Plan emanuele farneti giovanni bianco

Ci accontentiamo Vice Direttore Attualità Direttore Editoriale e Edizioni Condé Nast S.p.A.
Comunicazione Corporate
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BARBARA AMADASI LUCA DINI GIAMPAOLO GRANDI
e creiamo i migliori prodotti Progetti Speciali Moda e Talents ELISABETTA CAPROTTI
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editoriali. FEDERICO CHIARA Digital Editorial Director
Vice Direttore FEDELE USAI
PAOLO LAVEZZARI
SARA SOZZANI MAINO JUSTINE BELLAVITA
Direttore Generale
Per questo abbiamo Vogue, Art Consultant
DOMENICO NOCCO
Brand Visual Director MARIUCCIA CASADIO
il mensile più autorevole,
ALESSIA GLAVIANO
Vanity Fair, il settimanale Reparto Artistico Direttore Generale Sales & Mktg
Vice Presidente
Moda LAURA MARINO (Caporedattore) FRANCESCA AIROLDI GIUSEPPE MONDANI
leader in Italia, e Glamour, COSTANZO COLOMBO REISER
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il mensile femminile più letto. (Fashion and Accessory Market Director)
ROBERTA MASCIULLI
MARCO FORMENTO
JACOPO RIVA ROMANO RUOSI
Per questo siamo l’editore MIRTA TRASTULLI Special Projects Direttore Circulation
(Fashion Market Contributor) MARIO BAZZONI Brand Advertising Manager ALBERTO CAVARA
italiano più seguito sui social. ROBERTA PINNA EMMELINE ELIANTONIO
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Per questo ogni mese Fashion Editor at Large LAUREN GOLDBLUM VALENTINA DI FRANCO Direttore Risorse Umane
raggiungiamo 16 milioni PATTI WILSON
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di donne. SILVIA CAVALLI Direttore Amministrazione
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Tradotto in una parola, qualità. LUCA ROLDI
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In due parole, Condé Nast. EMMA ELWICK-BATES MATTIA MONDANI, Direttore
MATTIA GABALLO MANUELA MUZZA
SUSANNA MACCHIA (Caporedattore)
VITTORIA FILIPPI GABARDI MARTA GALLI Beauty Social Media
SUZY MENKES MARCO RAVASI, Direttore ROBERTA CIANETTI
Photo FRANCESCA MOLTENI
Grandi Mercati e Centri Media Print Digital Product Director
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CHIARA BARDELLI NONINO MICHELA ERCOLINI, Direttore PIETRO TURI
MICHELE SERRA
(Photo Editor) LICIA TROISI Arredo Head of Digital Video
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(Contributor) BEATRICE ZAMPONI
STUDIO DIWA (CORREZIONE Branded Content Director Digital CTO
Vogue.it TESTI) RAFFAELLA BUDA MARCO VIGANÒ
FRANCESCA REBOLI Editors at Large Digital Sales Enterprise CTO
(Web Editor and Network Editor) ANGELO FLACCAVENTO GIOVANNI SCIBETTA, Responsabile AURELIO FERRARI
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(Fashion and Beauty Editor
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and Special Projects) Hanno Collaborato/Moda: ROBERTO ALBANI
Toscana, Umbria, Lazio e Sud Italia
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GIORGIA GENOCCHIO MARIE CHAIX Mercati Esteri
FRANCESCA GIORGETTI VICTOR CORDERO MATTIA MONDANI, Direttore
ITALO PANTANO (Contributor) RENATA CORREA
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foto karim sadli.

2 0 1 9 Gennaio
vogue.it n. xxx 23
A VO G U E’S TA L E

Nero
Corvino
di LICIA TROISI*

Ogni mese, un racconto propri panni, di tanto in Niente di epico, uno stu- volto: via gli occhi neri, REBECCA LEIGH
LONGENDYKE IN VALENTINO
d’autore dedicato tanto. Quando si muoveva pido che aveva pensato di senza sclera né pupilla, PHOTOGRAPHED
tra gli umani era costretta poter giocare con i suoi ecco spuntare un naso BY CRAIG MCDEAN
alla copertina di Vogue.
a prendere il loro aspetto, sentimenti senza pagarne perfetto là dove prima STYLED BY ALASTAIR MCKIMM.
Abito di crêpe couture con maniche
ma lì, nell’antro umido e poi il prezzo. Ma avrebbe c’erano solo due fori sulla ricamate di piume VALENTINO.
scuro che si era ricavata imparato, eccome. pelle liscia, e biondi capel- Sulla pelle, VALENTINO Donna
Noir Absolu, Eau de Parfum.
Helgarda versò l’ultima sotto casa, tra radici d’al- li al posto della chioma hair Duffy @ Streeters. make-up
goccia nell’ampolla. Si bero che sbucavano dalla Salì al piano di sopra, te- stopposa. Diane Kendal @ Julian Watson
produsse una spessa nuvo- terra e scaffali colmi di nendo il filtro tra due dita. Agency. manicure Megumi
Yamamoto @ Susan Price Nyc.
letta nera, quindi il liqui- filtri, poteva essere sem- Le tazze di tè erano già Soltanto una cosa non on set Prodn @ Art+Commerce.
do, fin lì nero come la plicemente se stessa: Hel- pronte. Il campanello cambiò, mentre sorridente
notte, si schiarì non appe- garda, strega. squillò ancora. andava ad aprire la porta:
na il sangue di basilisco lo il suo abito nero, con le *Licia Troisi, 38 anni, astrofisica, è la
toccò. Sentì attutito il suono del «Arrivo!» cinguettò vez- maniche ampie decorate scrittrice italiana di fantasy più letta
nel mondo con 3,5 milioni di copie
campanello, di sopra, nella zosa, mentre versava il fil- da piume di corvo. Perché vendute. Da poco è uscito Il potere di
Helgarda sorrise. Era così sua casa di umana. Il ne- tro in una delle tazze. era pur sempre Helgarda, Arishat, terzo e ultimo libro de La
piacevole starsene nei mico era arrivato. Quindi, passò la mano sul strega. • Saga del dominio (Mondadori).

24 vogue.it n. 821
S H O P AT F R A C O M I N A . I T
M A N I F E STO

Sull’Eleganza
di MICHELE SERRA*

L’etimologia svela l’anima durante la pausa di un


delle parole. Elegante vie- talk-show al quale, pur-
ne da eligere, scegliere. troppo, partecipavo anche
Inelegante, dunque, è colui io, mi disse con un ghigno
che non sceglie. O perché profetico: «Sono maledu-
non ne è capace, oppure cato perché rappresento
perché vuole nascondere elettori maleducati». Cre-
agli altri la propria natura do intendesse darmi una
profonda. E dunque dele- lezione sulla vera natura
ga a fattori esterni (la mo- della democrazia. Credo
da del momento, l’opinio- anche che si senta un
ne corrente, il luogo co- trionfatore, e con qualche
mune) i propri comporta- buona ragione: il suo par-
menti, il modo di presen- tito oggi governa il mio
tarsi agli altri. Paese.

In politica, per esempio, Se ne dovrebbe dedurre


ineleganza suprema è ac- che l’eleganza, in politica
conciarsi all’andamento e forse altrove, è perdente
dei sondaggi, inseguire per sua natura, perché le
l’andazzo. Quando dici “il scelte personali, le idee
popolo lo vuole” non stai non banali, le parole non

model rodrigue d @ mmanagememt. styling mattias karlsson. hair cim mahony @lga. make up gemma smith-edhouse @lga.
dicendo la cosa più impor- consumate dall’abuso, so-
tante, e cioè che cosa vor- no condannate alla scon-
resti tu; che tipo di persona fitta. C’è però un varco,
sei; che linguaggio useresti nel muro dell’ineleganza.
se ti fossero levate di boc- È la sua piattezza, è la noia
ca, una dopo l’altra, le pa- profonda che, alla lunga,
role che ripeti solo per accoglie le parole risapute.
compiacere il tuo pubbli- Ci vorrà tempo, ma capi-
co. Soprattutto per questo terà: un concetto inatteso,
la politica è diventata il ben pronunciato, frutto
luogo tipico dell’inelegan- delle scelte intime e con-
za, uguagliando e quasi vinte di chi lo enuncia,
spodestando, nella grosso- farà capolino tra gli urlac-
lana rincorsa al consenso, ci. Non passerà inosserva-
il linguaggio tradizionale to. La politica avrà rico-
della sottomissione ai gu- minciato a scegliere. Tor-
sti di massa, ovvero la nerà elegante e tornerà
pubblicità: oggi, in con- seducente, cosa che oggi
fronto al linguaggio poli- non è. •
tico, molto più fantasiosa e
varia. Molto più elegante.
In edicola con il numero
La volgarità della politica di febbraio di Vogue Italia
(e anche autonomamente
– i tweet sbrigativi, l’uso *Michele Serra è nato a Roma nel a partire dal 15 gennaio),
del turpiloquio, la bassez- ’54. Ha fondato il settimanale sati- il nuovo L’Uomo Vogue
rico Cuore. Collabora con la Repub- è dedicato all’eleganza
za dei sentimenti spacciata blica, L’Espresso, Vanity Fair, scrive maschile contemporanea,
per “sintonia con il popo- per il teatro. Ha pubblicato Gli vista attraverso gli occhi
lo” – mira a far credere sdraiati e Il grande libro delle Amache, di alcuni dei più rilevanti
fotografi, stylist ed editor
che la distanza tra popolo raccolta di 25 anni di giornalismo
internazionali. In questa
(Feltrinelli). L’ultimo volume è
e classe dirigente sia ridot- Sull’acqua (Aboca), melologo scrit-
pagina, uno scatto di
Paul Wetherell.
ta. Qualche anno fa un to per la voce di Lella Costa e le Abito di velluto e camicia
politico dai modi rozzi, musiche di Fabio Vacchi. a righe, Gucci.

32 vogue.it n. 821
S K E TC H di A N G E LO F L AC CAV E N TO

Non Tutto
Torna
I tempi che furono amma- da un Uroboro glamouro- non importa che Paganini Certo, la moda può fun-
liano e incantano, ma diffi- so che si muove in circoli non ripeta, perché la spe- zionare da favolosa mac-
cilmente saranno di nuovo. nutrendosi della propria ranza è di sfondare con la china del tempo, e conso-
Gli apici topici di autosti- coda per cui la fine è l’ini- ristampa, come quando il lare meglio dei dolcetti di
ma incrollabile, consape- zio e l’inizio è la fine e tutto greatest hits soppianta l’al- Proust, ma cercare di ripe-
volezza ingualcibile, fi- prima o poi riaccade, ad bum nuovo che ritarda. tere l’apice indiscusso è
ghettume incommensura- infinitum. Marc Jacobs ha ritirato impresa vana, seppur utile
bile è meglio che siano at- Non è solo la promessa di fuori, paro paro, la colle- ai commerci.
timi fuggiti di un passato giovinezza eterna soddi- zione che nel 1992 gli costò Rifare il già fatto è un ge-
tra il mitico e il mitologico, sfatta con una giacchetta o il posto da Perry Ellis: una sto compiaciuto e periglio-
adolescenziale o giù di lì; è gli skinny jeans, rinverden- elegia grunge a conti fatti so che Picasso aborriva,
giusto che appartengano a do voghe remote con tro- epocale, accolta ai tempi ma il problema è altrove.
epoche sepolte nelle quali vate au curant. con scandalo da benpen- Nulla è uguale la seconda
la massima preoccupazione È proprio una questione di santi e non. volta: non i corpi, non le
era portare il ciuffo a destra ethos: si avanza rinculan- Donatella Versace continua teste, non i modi. Non la
o a sinistra, con tutto quel do, guardando fissi indietro a rovistare in archivio, riac- temperie e il contesto, so-
che di ontologico ed esteti- come dannati danteschi. chiappando le stampe, i vi- prattutto. La storia si ripe-
co ne poteva conseguire. Ultimamente, per esem- nili e le spille di Gianni, per te, certo, ma c’è sempre
Beata gioventù di corpi in pio, usa il remake frame by combinarli in un caleido- qualcosa che non torna.
ebollizione, emozioni in frame, a mo’ di moviola, di scopio deflagrante esatta- Il passato pungola quando
suppurazione, convinzioni certi momenti gloriosi. mente come illo tempore. è vago ricordo: riprodotto
in divenire; così tumultuo- Sono attimi differenti per Torna Best Company, per i in dettaglio, come in un
sa che, anche a rimpianger- ogni stilista, direttore crea- nostalgici paninari, e pure i quadro iperrealista, svela
la, prodest sia stata breve e tivo o maison, che però ri- volants Very Valentino. solo il ridicolo, come i
conclusa. mandano sempre all’adole- Operazioni grossomodo ciuffi abominevoli che ci
foto courtesy lino lago.

L’anelito al passato, insom- scenza, o all’età d’oro, del nostalgia che cozzano, o piacevano tanto. •
ma, tanto più vale quanto marchio. forse no, con un’epoca in
meno è soddisfatto: faccia- Si reitera il successo del apparenza sparata a tutta Fake Abstract, dipinto a olio su
tela del pittore spagnolo Lino
mocene una ragione. Non passato primigenio, a uso e velocità verso il futuro. Lago, 45 anni, sul ritratto di
per la moda, tempio consumo di un nuovo Invece ci si aggrappa al Cornelia Vetterlein realizzato
dell’eterno ritorno abitato pubblico che lo richiede, e passato con le unghie. da Joseph Karl Stieler, nel 1828.

vogue.it n. xxx 33
FO R E WO R D

Sull’Onda Del Neoprene


di EMMA ELWICK-BATES*

C’è qualcosa nell’acqua... vero che si possa surfare in la strada oppure la sabbia, a
Alla sfilata P/E 2019 di una muta rivisitata in chia- piacere).
Calvin Klein 205W39NYC, ve alta moda di Marine La Surf Culture, come di-
sul tappeto rosso sangue Serre, non bisogna certo mostrano le surfer profes-
circolavano mute da sub in scoraggiarsi, ma magari sioniste Victoria Vergara e
neoprene e T-shirt con lo chiedersi: quanti hanno Maribel Koucke, gioiosa-
squalo di Spielberg – forse fatto davvero un’immer- mente imprigionate in un
la risposta alla paura politi- sione con al polso un Rolex allegro neoprene a motivi
ca che attanaglia gli Stati Submariner? paisley nella sfilata P/E
Uniti? Anche se così fosse, Le performance del neo- 2019 di Etro, ha un fascino
sulla passerella di Calvin, e prene traslate nel fashion salutare e spensierato.
non solo, il neoprene bril- restano inalterate; inoltre, E se uno volesse immer-
lava di luce propria. questo tessuto non ci co- gersi totalmente nel trend
È interessante il fatto che stringe alle poco aggraziate del neoprene? Gli baste-
l’innovazione tecnologica contorsioni che fa chi si in- rebbe andare alla ricerca di
modelli il corpo muoven- fila una muta da sub. Il un capo vintage della semi-
dosi su una linea sofisticata neoprene è lavabile! Non nale collezione P/E 2003
tra estivo e sportivo, senza fa pieghe! Non stringe! È di Nicolas Ghesquière per
affondare nel prevedibile sempre comodo, anche Balenciaga, tra minuscoli
oceano dell’“athleisure”. quando ci si ingobbisce sul abiti giuntati come mute
Invece di puntare sulla fa- tavolo da lavoro (la mia po- da sub, con vivaci stampe
cilità di pantaloni da gin- stura abituale). E oggi che hawaiane: il premio più
nastica o felpe, si osano ar- abbiamo messo il fitness su ambito per la nuova “urban
dite citazioni dal surf e dal un piedistallo – e nei nostri surf girl”. •
diving, che portano aerodi- Instagram feeds –, dice al
namicità nell’urbanwear. resto del mondo che salute
Protettivo e con un tocco e benessere nella nostra vi-
un po’ kinky, eccolo il nuo- ta stanno sullo stesso piano.
vo neoprene, riassemblato Mentre gli autentici mar-
e rimodellato. chi da surf come Patagonia

dalla sfilata della collezione etro p/e 2019, foto gorunway. traduzione alice guareschi.
Raf Simons ha proposto guardano ai materiali rin-
top di mute da sub portati novabili per sostituire il
al rovescio e foderati con neoprene (il problema è
tessuti a fiori anni 50 o serio, perché riguarda non
stampe leopardate in stile solo la dipendenza dal pe-
café-society, quasi fossero trolio e dall’energia usati
pensati per surfisti pronti a per produrlo, ma anche il
imbucarsi a ogni party. fatto che non è biodegra-
Sportmax ha cavalcato le dabile), la moda sta invece
onde con pantaloncini da puntando sul senso di eva-
surf di pelle e magliette sione pura che caratterizza
protettive coprenti. Sulle questo materiale, quel vibe
passerelle di Chanel e Fen- californiano così cool e ri-
di sono ricomparsi, inatte- generante, capace di tra-
si, persino gli shorts da ci- sportarti su acque scintil-
clista rivestiti in gomma: lanti sotto il sole: basta ag-
accostati a lunghe giacche giungere un’ombra di
sartoriali o a camicie squa- T-shirt di Chloé, uno
drate che coprono pudica- spensierato tessuto tie-dye
mente il fondoschiena, o un cappello da pesca. Il
*Da maggio è editor-at-large di
sembrano adatti anche a set di colori ultrasaturi me- Tatler. In precedenza è stata fashion
un ambiente di lavoro. glio tenerlo per il fine set- news editor di Vogue US e style edi-
Benché nessuno creda dav- timana (per surfare il web, tor di British Vogue.

34
54 vogue.it n. 821
LE EMOZIONI NON VANNO RACCONTATE, VANNO VISSUTE.

design Paola Navone - ph. Andrea Ferrari

Milano, largo Augusto 1 · Roma, via Monterone 2/A | www.baxter.it


VO G U E’S Q U E ST I O N N A I R E

Winnie che sia la mia schiettezza.


Quello che vedi è quello
dovrebbe mai essere un
trend, ma la norma.
che i difetti rendano ogni
persona bella e unica.
Campbell per la longevità
della sua carriera, e Tyra
Harlow

photo by mary rozzi/contour by getty images. traduzione alice guareschi.


che hai, sono molto diretta Banks perché è una stra-
nelle mie opinioni. Il motto della mia vita. Cosa conta più di tutto nell’a- ordinaria business woman.
“Non lasciare che l’opi- micizia.
Passioni, piaceri, paure: Un mio difetto. nione degli altri conti più La lealtà. Ho una cerchia Chi metteresti sulla copertina
Devo lavorare sulla pun- dell’opinione che hai di te ristretta di amici intimi, fa- di Vogue Italia.
confessione d’autore
tualità. stesso”. rei qualsiasi cosa per loro. Me stessa, Yasmin Wijnal-
liberamente ispirata dum, Cindy Bruna, Adut
al questionario di Proust. Un talento che vorrei avere. Cosa ho imparato dal bulli- Come mi piace passare il Akech, Anok Yai, Duckie
Da giovane ho studiato smo. tempo libero. Thot, Dilone, Leomie An-
danza, vorrei essere diven- Ho imparato che molte Amo fare trattamenti alla derson e Maria Borges, per
Il mio stato d’animo attuale. tata una ballerina. persone ne fanno espe- Soma Spa di New York. una “Black Girls Rock”
Felice. Leggo molto, mi a- rienza, e che è importante Sono anche un po’ dipen- cover! Facciamolo! •
iuta a rilassarmi. Libro del La mia definizione di stile. avere una forte autostima dente dalle app, soprattut-
momento: “Becoming” di Unicità. per non lasciarsi ferire. to TikTok, con cui faccio
Winnie Harlow (all’anagrafe Chan-
Michelle Obama. dei video molto divertenti. telle Brown-Young) è nata a Toron-
Cosa significa la parola “in- La mia definizione di bellez- to nel 1994. A quattro anni le è stata
La mia caratteristica più clusione” nella moda. za, oggi. Le modelle che ammiro. diagnosticata la vitiligine. Lanciata
da America’s Next Top Model nel
evidente. Rappresentare il mondo La bellezza è fiducia in Tutte le mie colleghe so-
2014, è stata finalista come model-
Si potrebbe dire che è la per quello che è, nella sua se stessi, e sta anche negli no fonte d’ispirazione. la dell’anno agli ultimi British Fa-
mia pelle, ma penso invece interezza. L’inclusione non occhi di chi guarda. Penso Ma ammiro molto Naomi shion Awards.

36 vogue.it n. 821
2018 DIVISO 20
È possibile leggere la moda attraverso
i Big Data? Ci prova un motore di ricerca
specializzato, cui abbiamo chiesto
di raccontare l’anno appena trascorso
in venti punti: con molte sorprese.

— di ALEXANDRA VAN HOUTTE


e MARGAUX WARIN*
foto di HENRIQUE GENDRE

38 vogue.it n. 821
39
Front
Le immagini di questo servizio sono
ispirate a tre delle parole chiave che nel
2018 hanno avuto il maggiore aumento
in termini di ricerca secondo Tagwalk
(vedi punto n. 18): tailoring colorato,
denim scolorito, dégradé tie-dye.

TAILORING COLORATO.
  Da sinistra. Cappotto di fresco lana
10 COLLECTION BY SEVENTY;
trench e pantaloni di cotone
DEREK LAM; borsa MAX MARA.
Cappotto e gonna di jersey spalmato
effetto gomma MAX MARA;
turtleneck di jersey JOSEPH;
décolleté MAX MARA. Giacca in
jersey di cotone TAGLIATORE; blusa
di seta PREEN BY THORNTON
BREGAZZI; gonna di satin KENZO;
décolleté di lycra SERGIO ROSSI.

DÉGRADÉ TIE-DYE
 In apertura, da sinistra. Body di
jersey ALEXANDRE VAUTHIER;
pantaloni di vacchetta ECKHAUS
LATTA; sandali LORIBLU.
Cappotto di cotone e leggings di tulle
MSGM; sandali LORIBLU.
Chemisier di nylon SPORTMAX;
calze THE SOCK MAN; sandali
LORIBLU. Felpa di cotone
POLO RALPH LAUREN; abito di
jersey VERSACE; calze ASSEMBLY
NY; sandali VERSACE. Blazer di
cotone R13; pantaloni di denim TIBI;
calze THE SOCK MAN; slingback
di vitello MARIO VALENTINO.

40 Front vogue.it n. 821


n. 1 n. 11
Le sfilate di prêt-à-porter donna tra Parigi, Londra, Mi- La prima sfilata di Hedi Slimane per Celine (P/E 2019)
lano e New York (quattro stagioni: Pre/Fall 2018, Au- ha generato un aumento dell’837% delle ricerche rispet-
tunno/Inverno 2018-19, Resort 2019 e Primavera/Estate to all’ultima di Phoebe Philo per il marchio (P/E 2018).
2019) sono state in totale 709.
n. 12
n. 2 Le 3 modelle che hanno sfilato di più nel 2018 sono:
28.853 i look presentati.
Yoon Young Bae – 91 volte (al 5° posto delle ricerche)
n. 3 Adut Akech – 87 volte (al 19° posto delle ricerche)
La città che ha generato più visualizzazioni (in termini di Fran Summers – 86 volte (al 6° posto delle ricerche)
ricerche) è Parigi con gli show di Louis Vuitton, Chloé
e Saint Laurent in testa, seguita a ruota da Londra (che Nella sola P/E 2019 quella che ha sfilato di più (52 volte,
in passato era ultima) grazie alla prima sfilata di Riccar- 22° posto delle ricerche) è stata Rebecca Leigh Longen-
do Tisci in veste di direttore creativo Burberry, che ha dyke, questo mese sulla cover di Vogue Italia.
attirato il 16,86% del traffico totale con la sfilata P/E
2019, contro il 3,5% dell’A/I 2018-19. Le sfilate più vi- n. 13
sualizzate per la Milano fashion week P/E 19 sono state Le 10 modelle più cercate del 2018 (su un totale di 485
quelle di Fendi, Dolce&Gabbana e Alberta Ferretti. nomi) sono: Vittoria Ceretti, Camille Hurel, Yasmin Wi-
jnaldum, Cara Taylor, Yoon Young Bae, Fran Summers,
n. 4 Sora Choi, Luna Bijl, Jessie Bloemendaal e Kiki Willems.
Dal gennaio 2018, la moda si è mossa da silhouette di
taglio maschile oversize (l’1,17% del totale dei look era In calo le ricerche dedicate alle “celebrity model” Kaia
associato al tag “maschile”) a look più femminili ma co- Gerber, 27° (-43% delle ricerche rispetto alle 10 princi-
munque forti. pali ricerche di modelle), Gigi Hadid, 32° (-46%), Ken-
dall Jenner, 222° (-85%), Bella Hadid, 38° (-50%).
n. 5
Il tag “bold colours” è diventato più popolare: dal 161° La top performer della categoria, Vittoria Ceretti (che
posto in termini di traffico generato nell’A/I 2018-19, è ha sfilato 63 volte), genera il 711% di traffico in più ri-
salito al 3° posto nella P/E 2019. spetto a Kendall Jenner, il 127% in più rispetto a Gigi
Hadid e il 113,3% in più rispetto a Kaia Gerber.
n. 6
Il blazer nero, i pantaloni da ciclista e l’abito leopardato n. 14
sono le principali tendenze per la P/E 2019 a livello di La diversità è stata la chiave dei casting per le sfilate del
traffico online e struttura della collezione. 2018, anche in relazione all’età delle modelle: sulle pas-
serelle dei principali marchi si sono viste molte over 30.
n. 7
Il logo del brand era presente in 93 collezioni P/E 2019 n. 15
(tra cui Chloé, Chanel, Burberry, Valentino che sfruttano Le sfilate che hanno inserito più modelle ultratrentenni
ancora questa tendenza) rispetto alle 107 dell’A/I 2018- sono: Versace, Burberry, Salvatore Ferragamo, Proenza
19. Il calo della visibilità dei loghi è iniziato in modo gra- Schouler, Calvin Klein, Sies Marjan.
duale con le 40 sfilate delle collezioni Resort 2019, dove
marchi come Balenciaga si sono allontanati dall’aura di n. 16
streetstyle che avevano adottato in precedenza. Stella Tennant ha aperto la sfilata Victoria Beckham P/E
2019, Kristen McMenamy la sfilata Valentino, Freja
n. 8 Beha quella di Versace, chiusa poi da Shalom Har-
La sfilata Louis Vuitton Resort alla Fondation Maeght low. Natalia Vodianova ha aperto la sfilata Versace A/I
è stata la più cercata tra le presentazioni Resort 2018 2018-19 e Raquel Zimmermann l’ha chiusa.
(+2,721% del traffico nel giorno dello show). Quella di
Gucci, invece, è la sfilata che ha generato più traffico sia per n. 17
la P/E 2019 (+3,683%) sia per l’A/I 2018-19 (+2,708%). Le due sfilate con più volti nuovi sono state quella di
Burberry P/E 2019 con 11 nuove modelle che hanno
n. 9 sfilato in esclusiva (Bruna Di, Rozanne Verduin, Myriam
La prima sfilata P/E 2019 di Virgil Abloh per Louis Tran, Liz Kennedy, Florence Clapcott, Deirdre Firinne,
Vuitton ha fatto segnare una crescita del 633% rispetto Britney Van Der Steen, Verena Kreiml, Alisa Rajewskaja,
al normale traffico del marchio. Cecilia Sundström, Ella Hope Merryweather) e Prada
P/E 2019, sempre con 11 nuove modelle (Kristen Pai-
n. 10 ge, Tilda Jönsson, Ilona Desmet, Eftagine Fevilien, Sara
La prima sfilata di Kim Jones per Dior Homme, P/E Kemper, Maike Inga, Nikki Tissen, Licett Morillo, Britt
2019, ha fatto segnare una crescita del 284% del traffico. Ensink, Judy Kinuthia, Josefine Lynderup).

41
 n. 18
Le sette parole chiave che rispetto all'anno precedente han-
no registrato l’aumento maggiore in termini di ricerche:

spalle in evidenza ���������������������������������������������������������� (+19.957%)


dégradé/tie-dye ������������������������������������������������������������� (+18.867%)
mini ����������������������������������������������������������������������������������� (+18.109%)
bohemien ��������������������������������������������������������������������������� (+17.195%)
denim scolorito ������������������������������������������������������������ (+7.305,9%)
rete ���������������������������������������������������������������������������������� (+6.304,8%)
abiti sartoriali colorati ����������������������������������������������� (+6.191,9%)

Queste parole chiave hanno un riscontro nelle sfilate più


importanti tra cui Christian Dior, Louis Vuitton, Celine,
Chloé, Paco Rabanne e Chanel.

n. 19
I primi cinque marchi che sono rimasti costanti negli ul-
timi nove mesi come numero di ricerche dirette o svolte
attraverso il nome di uno stilista o un tag sono:

Gucci ����������������������������������� (quota di traffico sul totale: 2,4%)


Louis Vuitton �������������������� (quota di traffico sul totale: 2,2%)
Christian Dior ������������������ (quota di traffico sul totale: 2,0%)
Chanel ���������������������������������� (quota di traffico sul totale: 1,9%)
Chloé ������������������������������������ (quota di traffico sul totale: 1,8%)

n. 20
Le parole chiave più cercate dell’anno sono:

floreale ���������������������������������������������������������������������������������������� (1,2%)


abito ��������������������������������������������������������������������������������������������� (1,2%)
maglia ���������������������������������������������������������������������������������������� (1,0%)
righe ������������������������������������������������������������������������������������������� (1,0%)
stampa ���������������������������������������������������������������������������������������� (1,0%)
denim ����������������������������������������������������������������������������������������� (1,0%)
quadri ��������������������������������������������������������������������������������������� (0,9%)
sport ������������������������������������������������������������������������������������������� (0,9%)
pastello-sorbetto �������������������������������������������������������������������� (0,9%)
rosa �������������������������������������������������������������������������������������������� (0,7%)

Risultati rilevati su Tagwalk da gennaio a novembre 2018 con un


totale di 235.000 visitatori unici e 600.000 sessioni dall’88% di
profili business to business.•

*Alexandra Van Houtte è fondatrice e Ceo di Tagwalk,


motore di ricerca che genera dati obiettivi non prevedendo
pubblicità a pagamento (se non per lo street style);
Margaux Warin è Head of fashion di Tagwalk.

DENIM SCOLORITO
  Da sinistra. Tuta di denim organico STELLA MCCARTNEY; sandali
di vitello con suola di gomma AGL; calze THE SOCK MAN. Camicia
di cotone XACUS; pantaloni di denim GUESS JEANS; stivaletti di pelle
TABITHA SIMMONS. Giacca di denim, top, gonna di tessuto tecnico
metallizzato e stivali di pelle: tutto ISABEL MARANT. T-shirt di misto
lana, giacca di denim legata in vita GUESS JEANS; pantaloni di lino
a palloncino e sneakers a stivale di mesh e nappa EMPORIO ARMANI.
Models: Anniek Verfaille @ One Management, Céline Bouly @ Supreme,
Tilda Jönsson @ Fusion, Elien Swalens @ Fusion, Sahara Lin @ Elite. Styling
Renata Correa. Make-up Mariel Barrera for Marc Jacobs Beauty @ The Wall
Group. Hair Pasquale Ferrante @ The Wall Group. Set designer João Arpi.
Production Agpnyc. On set Luciana Curtis. Retouching Bruno Rezende.

42 Front vogue.it n. 821


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W E’ R E C O O K I N G S O M E T H I N G U P
VOGUE ITALIA PER BARILLA

N E V E R- B E F O R E - S E E N. . . S TAY T U N E D !
#MolteniGroup

SISTEMA DI SEDUTE ALBERT— VINCENT VAN DUYSEN


POLTRONA D.151.4— GIO PONTI
TAVOLINI ATTICO— NICOLA GALLIZIA
TAPPETO ATALANTE— NICOLA GALLIZIA
ARTWORK— SANTO TOLONE
Senza Confini
Alice Merton, Snoh Aalegra, Rosalía: tre storie di nuove MIGRAZIONI MUSICALI.
di MATTIA GABALLO
News
Ci sono storie che partono da lontano. Lo riesci a intuire in un testo, in un viso. O in certa musica di oggi: brani
orecchiabili, pop, ma con qualcosa di più profondo, come un’eco da altri luoghi, altri tempi, che amplia la loro cassa
di risonanza in maniera insolita. Il valore aggiunto, a conti fatti, è la biografia “migrante” di chi li ha prodotti – op-
pure la deliberata scelta di contaminare le culture. Di aprirsi. E venire incontro a una generazione che non distingue

vogue.it n. 821 47
in questa pagina. foto di tim bruening. pagina accanto. foto di arale reartes. in apertura. foto di alexander black.
più i generi, la provenienza, la lingua, ma ama la musica ritrovate, al mio aspetto di imprenditrice, alla vicenda
in quanto linguaggio universale, commistione e migra- di una donna che non si è data per vinta e ha costruito
zione sonora. In due parole: codice interculturale. È il una carriera». Anche grazie alla sua biografia nomade,
caso delle tre ragazze ritratte in queste pagine. l’artista è convinta che la cultura possa aiutare i popoli
La prima: Alice Merton. Madre tedesca e padre irlande- ad avvicinarsi. «Mi sono sempre chiesta cosa significasse
se, cresciuta in Ontario, Connecticut, New York, Mona- “sentirsi a casa”. Per me è il luogo dove c’è la musica e ci
co di Baviera, Bournemouth, Londra, Berlino, la ven- sono gli amici», continua Alice. «Senza cultura il mondo
ticinquenne ha raggiunto la popolarità nel 2017 grazie sarebbe triste, la cultura aiuta a connettere e la musica lo
a un brano, “No Roots”, in cui dichiarava di non avere può fare ancora di più».
un luogo in cui identificarsi nel mondo. La canzone è Un’altra artista “migrante” è Snoh Aalegra, nome d’arte
contenuta nel suo primo album, “Mint”, che esce que- balzato alle cronache dopo che la sua canzone “Nothing
sto mese: un mix di pop-punk e funk molto personale. Burns Like the Cold” è stata utilizzata per il lancio glo-
Tant’è che, dopo i tantissimi rifiuti ricevuti da varie case bale del nuovo iPhone lo scorso settembre. «La mia fa-
discografiche, Alice l’ha prodotto da sola aprendo una miglia è stata costretta a lasciare l’Iran durante la rivo-
propria etichetta. luzione islamica», racconta Snoh Nowrozi, classe 1987.
«Queste canzoni, che ho scritto negli ultimi tre anni, «Siamo andati in Svezia, dove a nove anni ho iniziato
testimoniano la mia crescita professionale e personale», a cantare, ispirata da voci leggendarie come Whitney
racconta. «Sono storie legate alle amicizie perdute e Houston e Mariah Carey». E in “Feels”, un album che

Accanto. Alice
Merton,
25 anni, ha
fondato la Paper
Plane Records
Int. insieme
all’amico e
produttore Paul
Grauwinkel.
L’etichetta
inizierà da
quest’anno
a pubblicare
artisti emergenti
che condividono
una visione
senza confini
della musica.

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Sopra. Rosalía, al secolo Rosalía Vila Tobella, è nata a Barcellona nel 1993. Il suo secondo album – dopo l’esordio intitolato Los Ángeles del
2017 – è composto da undici “capitoli” ispirati alla tradizione letteraria medievale occitana, ed è stato coprodotto da El Guincho. Dolor y
gloria, il film di Almodòvar in cui debutta, uscirà in Spagna a febbraio. In apertura. Snoh Aalegra, nome d’arte dell’iraniana/svedese Snoh
Nowrozi, classe 1987. Sua cugina è la moglie di No I.D., uno dei più influenti producers hip-hop del pianeta: per mesi si è rifiutato di
ascoltare i suoi provini, fino al giorno in cui, convinto dalla moglie, ha scoperto il talento di Snoh e ha deciso di produrle l’album Feels.

si sta facendo conoscere ora, la voce di Snoh ha davvero no la sua anima culturalmente ibrida. «Mi piace comuni-
un’intensità pari a quella delle cantanti soul afroame- care, viaggiare, condividere e ho concepito questo album
ricane, ed è molto difficile ricondurla a quella di una come un messaggio universale, una visione», racconta
ragazza svedese di origini persiane. «Ogni giorno qui a Rosalía che ha conquistato anche artisti come Pharrell
Los Angeles, dove vivo ora, mi chiedono delle mie ori- Williams, Khalid, Romeo Santos. E Pedro Almodóvar,
gini», continua Snoh. «Conservo le mie tradizioni me- che ha fatto debuttare la cantautrice nel suo nuovo film
ticce, soprattutto in casa dove ci sono molti elementi di “Dolor y gloria” al fianco di Penélope Cruz. «La musica
cultura iraniana, una cultura che si sposa benissimo con porta in sé un messaggio che non dipende dalle parole
il minimalismo svedese. Qualche mese fa poi ho fatto da ma dai suoni, e per produrre quest’album ho sperimen-
testimonial per una campagna pubblicitaria indossando tato in libertà per tanto tempo. Il flamenco è la mia ispi-
un turbante tipico persiano». razione e l’ho interpretato in modo personale, pensando
La tradizione reinventata è la chiave del successo di un’al- a un progetto che mantenesse elementi tradizionali ma
tra cantautrice allergica alle etichette, Rosalía. Reduce da arricchiti da ritmica hip-hop, tastiere e campionamenti.
due Latin Grammy Awards conquistati a Las Vegas con Ho sempre cercato di trovare qualcosa di nuovo. Anzi, di
un singolo, “Malamente”, che ha stregato tutti grazie a un nuovo non c’è nulla nella musica. Direi forse qualcosa di
mélange musicale senza precedenti tra flamenco e hip- originale». La migrazione, insomma, è una questione di
hop, la venticinquenne catalana ha le idee molto chiare. suoni per lei, che nei video veicola un’immagine potente-
E con il suo concept album pubblicato a novembre, “El mente femminista. «La mia è la storia di una donna che,
Mal Querer” (in italiano, “Amore tossico”), rivela in pie- alla fine, esce vincente. Io mi sento così». •

49
I L P RO G E T TO

Un Momento
Di Stupore

Dieci anni di incursioni immaginifiche


nel design: Fendi festeggia a Miami
con le fontane d’artista di SABINE
MARCELIS, che con resina e acqua
ha ricreato le icone della maison.

di ANGELO FLACCAVENTO

Storytelling ed esperienza, oggi, sono attributi indispen- «Il mio lavoro spazia dall’architettura al design di ogget-
sabili di qualsiasi produzione creativa. Pur magmatica ti, dalle collaborazioni con i marchi ai pezzi unici per le
e di non facile classificazione, la contemporaneità delle gallerie», racconta. «Quel che accomuna le diverse de-
arti – minori e maggiori, sempre che la dicotomia ab- clinazioni della mia creatività è la fascinazione per ma-
bia ancora senso – tende con vigore al coinvolgimento terialità e processo produttivo. È la materia che plasma
emotivo dello spettatore, portato fuori dalla dimensione l’idea, non viceversa. Cerco attivamente un momento di
contemplativa, e dunque statica, del passato, per godere stupore: i miei oggetti non si rivelano subito nella loro
di un incantamento personale, attivo, cangiante. L’opera, interezza, ma regalano sorprese a seconda del punto di
per essere efficace, deve insomma dialogare con l’indivi- vista da cui li si osserva».
duo: la gratificazione attiva dell’io è aspetto nodale, ma Il più recente lavoro di Marcelis è una dimostrazione
si tratta di un personalismo che devia dalla piccolezza perfetta di questo teorema che unisce rigore scientifico
del me first per prendere strade produttive e stimolanti. ed evanescenza emozionale: una serie di fontane – og-
Non sono solo le arti figurative, e i loro derivati, a insi- getti effimeri senza una reale funzione d’uso; sculture
stere sulla narrativa ad personam: oggi anche il design si cariche di una simbologia criptica che è un esercizio sot-
accosta allo storytelling, rompendo schemi e plasmando tile di branding – create per Fendi ed esposte lo scorso
in modi inattesi dogmi incrollabili quali il rapporto tra dicembre a Design Miami. Il progetto, intitolato “The
forma e funzione. Shapes of Water”, celebra un decennio di incursioni im-
Nella falange dei designer narratori, Sabine Marcelis maginifiche del marchio romano nel campo del design di
(35 anni) è autore poliedrico, capace di irretire con una ricerca. Se però in passato Fendi ha collaborato con auto-
economia invero virtuosa di mezzi e di forme, ricorren- ri, emergenti e no, per produrre effettivi pezzi d’arredo,
do alla resina come materiale d’elezione, al colore co- questa volta il campo d’azione si sposta in un territorio di
me strumento poetico, alla esattezza del disegno come pura suggestione concettuale, sospeso tra arte e design,
volontà di chiarezza. Cresciuta in Nuova Zelanda ma tra prototipia e celebrazione, trovando proprio in Mar-
formatasi a Eindhoven e oggi attiva a Rotterdam, la de- celis il demiurgo estetico, e nell’acqua, elemento caro alla
signer olandese attraversa pratiche e discipline focaliz- maison – da “Histoire d’Eau”, il fashion film ante litte-
zando l’attenzione, sempre, sulle proprietà della materia. ram che Jacques de Bascher girò nel 1977 per il lancio di

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Fendi 365, alla sponsorizzazione del restauro delle fon- da iridescenze acquose. «Ho accettato questo progetto
tane romane con il programma “Fendi for Fountains”, proprio perché astratto», dice Marcelis. «Mi affascina
allo show a Fontana di Trevi nel 2016 – il proprio fulcro. Roma, con la sua maestosità, e la non meno maestosa
Le forme dell’acqua è un titolo eloquente ma ovvio; l’ese- storia di Fendi». Il risultato è un misto di minimalismo
cuzione invece è suggestiva: una serie di totem dinamici e grandeur che invero sublima ed eleva la pomposità ro-
che materializzano nella solidità della resina e nella liqui- mana e il gusto sperticato della sperimentazione di Fen-
dità dell’acqua, su una base di travertino, alcuni caratteri di. Non c’è funzione vera, se non l’esperienza di oggetti
e icone definenti del mondo Fendi, dai punti Selleria al magici. «Lavoro in modo intuitivo», conclude Marcelis,
logo FF; dalle geometrie dell’Astuccio alle arcate ritmi- «trovando modi di far dialogare forma e materia per cre-
foto courtesy fendi.

che del Palazzo della Civiltà Italiana, sede della maison. Il are emozioni». Design immateriale, dunque. Segno dei
tutto trasfigurato dai colori pastosi dei tramonti romani e tempi: il reale oggi è una sola cosa con l’immaginario. •
La Peekaboo di Fendi cristallizzata nella resina da Sabine Marcelis, che così ne celebra il decennale del lancio e al contempo ricorda i dieci anni
della partnership tra la maison e la fiera di Miami Beach. Nella pagina accanto. La designer Sabine Marcelis; i suoi progetti si caratterizzano
per l’originale sperimentazione dei materiali. Lo scorso aprile è stata tra i protagonisti dell’evento Life in Vogue, nella redazione di Vogue Italia.

51
L’A N N I V E RSA R I O/1

Il Tempo Quando si chiede ad Antonio Marras di fare un resoconto dei suoi


vent’anni di carriera, lo si trova sinceramente spiazzato: «Non ho co-
gnizione del tempo, dei mesi, dei giorni», dice. Ma è pur vero che il suo
Non Esiste lavoro, sempre connesso con l’arte, è carico di storie, come ricorda la
collezione A/I 2017-18 ispirata a Eva Mameli, prima docente di botanica
in Italia e madre di Calvino, celebrata con tessuti damascati e i famosi
pizzi dai decori floreali del designer algherese. Ed è anche un lavoro di
recupero – come la linea Laboratorio (2001), creata a Ittiri, in Sardegna,
da sarte ricamatrici che riassemblano frammenti della tradizione –, che
svela «l’anima da rigattiere». Marras, uomo nobile e gentile, si schermi-
sce: «Mi sembra di aver fatto poco e niente», dice, sebbene di recente sia
diventato anche regista teatrale dello spettacolo “Mio cuore io sto sof-
frendo. Cosa posso fare per te?”. Un «atto di incoscienza» lo definisce,
in cui racconta la paura del cuore, che decide, nostro malgrado, dei nostri
destini. E dove sperimenta, come nella moda, la sua grammatica creativa
Una carriera lunga vent’anni, durante trasversale, fatta di opposti: locale/globale, ricco/povero, civilizzato/pri-
i quali ANTONIO MARRAS ha portato mitivo, e innesta la contaminazione tra arti visive. La sua è una vita all’in-
segna dell’emozione, come quella che lo riporta a Roma, nel 1996, al
in passerella cultura popolare e oggetti
ricordo della prima sfilata, «di alta moda, perché faccio sempre le cose al

foto © courtesy daniela zedda.


dimenticati. E ora manda in scena una contrario». O al 1997, all’abito di alta moda “Fili Lai Lai” , dedicato alla
pièce che racconta le ombre del cuore. sua musa, l’artista sarda Maria Lai, colei che «mi ha traghettato nell’arte
e ha fatto sì che non mi vergognassi delle mie opere». La carriera di
di ALBERTO CALABRESE Marras è ispirata a donne forti e fatta di condivisioni, prima di tutto con
Patrizia, la moglie, «sempre fianco a fianco in un rapporto pieno di con-
trasti, ma anche di ascolto e confronto». E si è svolta in questo ventennio
in piena autenticità: fil rouge, il “laccetto rosso”, finitura dei capi ma so-
prattutto «legame con il luogo d’origine che ne sigilla l’appartenenza». •

I ballerini stringono
dei cuori tra le mani
in Mio cuore io sto
soffrendo. Cosa posso
fare per te? La pièce,
ideata e diretta da
Marras, sarà in tour
in Italia e Usa nel
2019 e 2020.

52 News vogue.it n. 821


NIGHTLIFE

Fino Alle Luci Sfugge alle etichette il fenomeno del clubbing, nato alla
fine dei ’70 nei night esclusivi di New York, divenuto poi
popolare nelle discoteche europee, evolutosi fino all’epi-
Dell’Alba gono del rave come evento clandestino di aggregazione
di massa. Spettacoli, film, libri ne analizzano gli effetti
sulla controcultura giovanile, da una prospettiva sociolo-
gica oltre che estetica, invitando a ripensarlo oltre la no-
stalgia. Gisèle Vienne, quarantenne regista e coreografa
francese, nella pièce “Crowd” coglie la struttura da ritua-
le quasi religioso di una festa tra teenagers, suggerendo
che risponda a una mancanza dovuta alla secolarizzazio-
ne contemporanea. E ne indaga quei fattori che contri-
foto © andrea avezzù, courtesy la biennale di venezia.

buiscono all’alterazione della percezione: i movimenti


reiterati, la musica ossessiva, le luci stroboscopiche, alcol
e droghe sintetiche. Dichiarato lo spunto biografico: ne-
gli anni 90 l’artista viveva infatti a Berlino, capitale della
Dalle trasgressive disco negli anni scena musicale techno. Anche il dj Lele Sacchi, classe ’75,
ha vissuto da insider le trasformazioni della musica disco,
70 agli interminabili rave di oggi, tra
la sua frammentazione in generi e sottogeneri, dalla hou-
glam ed eccessi: spettacoli, libri e film se alla techno, fino all’epoca dei dj quali nuove rockstar
riscoprono riti e miti del CLUBBING. a officiare il rito, come racconta nel libro “Club Confi-
dential” (Utet). Tra i film, un piccolo cult resta “The Last
di VALENTINA BONELLI Days of Disco”, tornato di recente sugli schermi Usa a
20 anni dall’uscita: ritratto della generazione yuppie che
nel disimpegno delle relazioni da nightclub scopriva la
cocaina e dimenticava l’Aids. Perfetta la ricostruzione del
glam degli ’80, oggetto nella moda di ciclici repêchages. •

Una scena di Crowd


di Gisèle Vienne:
lo spettacolo, presentato
all’ultima Biennale
Teatro di Venezia,
è in tour in Europa
da gennaio a giugno
(www.g-v.fr/en/agenda/).

53
I L R I TO R N O

Il Sesso Audace incarnazione della “L.A. woman” nei ’60 e ’70,


protagonista di un mondo di eccessi che ha raccontato in
articoli e racconti comparsi su “Vogue”, “Rolling Stone”,
È Un Capitale “Esquire”, oggi la scrittrice Eve Babitz, nata a Hollywood
nel 1943, si è ritirata in un condo a West Hollywood e
concede poche interviste. Ma vive una vera rinascita. Mol-
ti millennials, tra cui Emma Roberts, si fanno selfie con i
suoi libri. Hulu sta producendo una serie tv ispirata alla
sua vita e ai suoi racconti. E mentre negli States esce ora il
controverso “Hollywood’s Eve” di Lili Anolik (Simon and
Schuster), in Italia prosegue questo mese la pubblicazione
dei suoi romanzi con “Sex & Rage” (Bompiani), del 1979.
Il sesso, vissuto con libertà assoluta, è uno dei leitmotiv
della sua narrativa. E della sua vita: tra i molti amanti, Jim
Morrison, Ed Ruscha, Harrison Ford; e una fulminea ce-
…e impariamo presto come usarlo: lebrità l’ha raggiunta nel 1963, posando nuda mentre gio-
cava a scacchi con Marcel Duchamp.
parola di EVE BABITZ, scrittrice di culto.
Cosa ricorda di quegli scandalosi scatti che l’hanno tra-
Che qui parla di un libro in arrivo, sformata in un’icona dell’arte e del sesso?
e di una vecchia foto passata alla storia. Pensavo che Duchamp avrebbe usato con me un occhio
di riguardo, visto che era un anziano signore vestito di
di FEDERICO CHIARA tutto punto e io una giovane donna nuda, ma sbaglia-
vo: ha giocato a scacchi per vincere e mi ha stracciato.
L’idea delle foto era stata di Julian Wasser. Ho accettato
la sua proposta perché ero arrabbiata con il mio amante
dell’epoca. Non mi aveva invitato al vernissage della mo-
stra su Duchamp al Pasadena Museum of Art (cui erano

Eve Babitz, ventenne,


gioca a scacchi con
un settantaseienne
Marcel Duchamp
nelle famosa serie di
foto di Julian Wasser,
scattate al Pasadena
Museum of Art.

54 News vogue.it n. 821


destinate le foto, ndr), dove invece avrebbe portato sua sono innamorata di qualsiasi cosa facesse. I colori erano
moglie. Allora ho posato, così lui le avrebbe viste appena sgargianti, sconvolgenti, fenomenali. Ancora adesso se in-
in alto. foto courtesy eve babitz. pagina accanto. foto © julian wasser. traduzione giuseppina oneto.

entrato nel museo, e io sarei stata lo stesso all’inaugura- dosso i leggings lo devo a lui, ai suoi jeans con lo spandex.
zione. Si infuriò parecchio, quindi ne era valsa la pena. In gioventù ha disegnato le cover di dischi importanti.
Che sentimenti ha, oggi, verso la Eve Babitz di allora? L’arte visiva ha influenzato la sua scrittura?
Le voglio molto bene, e anche con i problemi che ave- Mi lasciavo ispirare da ciò che mi circondava, i colori, le
va mi sembra una persona estremamente positiva. Vorrei forme… Era come se le cose mi fluttuassero intorno e
tanto aver conservato l’ottimismo di quegli anni, ma in penso che questo abbia influenzato il mio stile in tutt’e
“Slow Days, Fast Company” e “Sex & Rage” ha comin- due i campi. Le mie parole dipingono quadri. •
ciato a dissolversi lasciando spazio alla paura, al cinismo e
a una dose di tristezza. A vent’anni sembra tutto possibile,
non ci rendiamo conto delle conseguenze.
Come è cambiata, crescendo, la sua visione del sesso?
I lettori mi metteranno in croce: da giovani, la sessualità
fa parte del proprio capitale. Si impara a usarla – anche
per vantaggio personale. Allo stesso modo un bel giorno
s’impara che quella parte del capitale si è esaurita.
Nel 1980 ha realizzato un libro epico, molto visuale e
dirompente, su Fiorucci. Come è nato il progetto?
Elio mi ha convinto ad andare in Italia. Io non lo conosce-
vo bene, non sapevo che il suo negozio di New York era
il posto più di tendenza dell’epoca. Comunque ho accet-
tato. Sono rimasta un mese, con il jet lag e tutti che beve-
vano, sempre fatti di qualcosa. In casa sua c’era una carta
da parati terribile che mi faceva girare la testa. Quindi, Il romanzo Sex & Rage (Bompiani), del 1979, che esce questo mese.
per reazione, mi vestivo soltanto di blu navy. Poi però mi Sopra. Eve Babitz in due autoritratti-fototessera, del 1973.

55
I L P E RSO N AG G I O

Il Fattore «Che sia un abito o un’auto, vanno comunque realizzati perché si


adattino perfettamente al corpo di chi ne fa uso»: Ikuo Maeda (60
anni a luglio), dal 2013 executive officer della giapponese Mazda
Umano Motor Corporation, insiste nell’analogia: «Un’auto non è una buo-
na auto se non è pensata per “vestire” chi la guida». Il parallelismo
tra automotive e alta sartoria si spiega nella visione antropocentrica
di Maeda-san: «Al centro», dice, «c’è in entrambi i casi la perso-
na». È la filosofia nipponica del Kodo a ispirare il designer quando
sostiene che vuole «dare vita alle nostre auto». Ecco perché nel
vocabolario di Maeda termini come passione e anima vengono pri-
ma di prestazioni, cilindrate o tecnologie d’avanguardia. «Le nostre
non sono semplici macchine: voglio che diventino parte della fami-
glia», aggiunge, sottolineando un processo di umanizzazione della
meccanica che comincia dal momento in cui l’idea prende forma.
In questa visione più umanista che futurista c’è molto di orientale
Per il designer IKUO MAEDA, tra un’auto e altrettanto del design classico occidentale: «Per Mazda il tocco
dell’uomo è fondamentale. Qualsiasi progetto va realizzato a ma-
e un abito d’alta moda non c’è differenza:
no». Così è per tutte le auto della casa nipponica, incluse perciò
la persona è sempre al centro. Con questa quelle già firmate da Maeda dal 2000 a oggi – Mazda RX-8 e Maz-
visione ha creato anche la nuova Mazda3. da2. Anche Mazda3, la sua ultima creatura, ha preso letteralmente
forma in scala 1:1 da un blocco di creta scolpito da esperti modelli-
di PAOLO LAVEZZARI sti: «È così che plasmiamo forme vive. E per animarle creiamo un

foto courtesy mazda.


continuo movimento di luci e ombre (ancora il Kodo, nda)». •

Il più recente progetto di Ikuo Maeda è la nuova Mazda3, che ha esordito a dicembre
al Los Angeles Auto Show 2018. Sul mercato italiano sarà disponibile la versione
Hatchback cinque porte. È possibile scegliere fra tre motorizzazioni (compreso il
diesel 1.8 Skyactiv-D euro 6) e cambio a sei rapporti manuale o automatico.

56 News vogue.it n. 821


L’I N T E RV I STA

Due Vite Ci sono la passione per la ricerca e l’ossessione dell’ar­


chivio, la geografia e la memoria, la matrice e gli oggetti

Una Svolta nelle opere di Alice Pedroletti, artista che mette in rela­
zione fotografia e scultura per creare nuovi mondi, nuo­
ve domande. Sembra più giovane dei suoi 40 anni, Alice.
Comincia ritraendo musicisti, concerti, sale prova. Crea
Alike, factory di grafici e fotografi, lavora nel design e
nella pubblicità. Poi, la svolta: decide di fermarsi e rico­
minciare. Una seconda vita, che non esclude nessun lin­
guaggio, ma si concentra sul senso della pratica artistica.

Cos’è cambiato e come è nata la sua prima personale?


Mi mancavano lo studio, l’arte, la ricerca – in realtà ne
facevo molta, ma per gli altri, avevo cominciato a 20 anni
a lavorare, senza fermarmi mai. Poi è arrivato il progetto
Tutto serve ad ALICE PEDROLETTI per “Frigido. Vita di un archivio”, la prima personale ai Fri­
creare nuovi mondi: la sua prima passione goriferi Milanesi nel 2013: la fine di una vita e l’inizio di
un’altra. Era un lavoro che, partendo dal mio archivio
per la fotografia custodita in un archivio, fotografico analogico, doveva trasformarsi, come mi do­
la scultura, lavorare su isole deserte. vevo trasformare io, come stava cambiando la fotografia.
Una catarsi: spesso le artiste usano l’archivio in relazione
di FRANCESCA MOLTENI a una ricerca più esistenziale, al senso della propria vita.
foto di ALESSANDRO FURCHINO CAPRIA In questo percorso di ricerca e di libertà dalla commit-
tenza, quanto hanno contato le residenze d’artista?
Le residenze sono utili per conoscere i territori dove fare
ricerca, per ricavarsi uno spazio dove essere solo se stessi,
e avere un sostegno economico per farlo. La residenza a

58 News vogue.it n. 821


«Non amo l’autoriferimento nell’immagine
contemporanea, soprattutto femminile.
Per questo cercavo un corpo che non fosse
il mio su cui lavorare. Così ho pensato che... ».

Rabbit Island, appena conclusa, è stata un cambio di vita.


Il sito è sul Lake Superior e non è mai stato abitato. Qui
la filosofia è non lasciare tracce sull’isola, dove per un
mese vivi e lavori al tuo progetto. Il programma è legato
alla relazione uomo-ambiente, alle future possibilità per
le generazioni a venire.
Il tema dell’isola c’è anche nell’installazione “Go with
the Flow”, all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles.
Tra le mie tematiche più personali ci sono l’acqua e
quanto ha a che fare con il galleggiamento. Il progetto
è nato da una residenza sull’Isola Comacina. Non amo
l’autoriferimento nell’immagine contemporanea, soprat-
tutto femminile. Per questo cercavo un corpo che non
fosse il mio cui lavorare, e l’isola lo è: oscilla come una
hair daniela magginetti @ close up milano using redken forcefull. make up giulia cigarini @ close up milano using touche eclat ysl beauty.

clessidra, lo spazio-tempo è variabile, non c’è sopra né


sotto. E l’acqua la divide dalla terraferma.
Parliamo di “Study for a Sculpture (Prototypes for An
Organic City)”.
Il progetto di queste sessanta sculture di carte colorate
è nato nel 2016 in Cina, dove mi aveva colpito l’uso del
colore nei costumi tradizionali e nel teatro. Ognuna rap-
presenta un organismo, una pianta, un simbolo. Insieme
ricreano una città che muovo a piacere, perché per me i
palazzi sono grandi oggetti che non posso maneggiare.
Per restare ferme nel tempo, le mie architetture di carta,
che mutano se spostate, hanno bisogno di una fotografia
che ne sia matrice e ne determini la forma perfetta.
Parla di colori e veste di nero. Ciò che indossa è un lin-
guaggio che ha una relazione con il suo lavoro?
Il vestito deve vivere con me ciò che sto facendo, per cui
scelgo abiti che, prima di tutto, mi facciano stare bene.
Mi piace essere, come si dice, un foglio bianco: il mio è
nero, neutro, un colore con cui si può fare qualsiasi cosa.
Quando presento un’opera o inauguro una mostra, vo-
glio essere bella almeno quanto il lavoro che propongo.
Deve esserci in qualche modo un equilibrio. E poi sono
un po’ scaramantica: di solito compro una cosa nuova e
difficilmente la indosso una seconda volta. •

L’acqua è un elemento cui Alice Pedroletti si riferisce spesso


nelle sue opere. Accade anche nelle 60 sculture di carta
di Study for a Sculpture per le quali l’artista dichiara di
essersi ispirata alle sinuosità dei piccoli organismi marini.
Blusa e camicia di seta, pantaloni a sigaretta di lana con
balze, Giada; collant Emilio Cavallini; sandali Byfar. Nella
pagina accanto. Top di organza e pantaloni a sigaretta di
lana con balze, Giada. Styling Francesca Cefis.

59
L’A N N I V E RSA R I O/2

Il Genio Sono passati dieci anni da che Vogue Italia ha avviato


la mappatura in divenire, enciclopedica senza pretesa
di esaustività, della giovane creatività modaiola che va
Nascosto sotto il titolo di Vogue Talents. Materia magmatica in
mai conclusa ridefinizione, inserita in una cronologia
già di per sé accelerata: dieci anni, nella moda, sono un
lasso di tempo pressoché infinito. Lo sono ancor più
se si considera la galoppante digitalizzazione delle co-
scienze, con i capovolgimenti di prospettive estetiche,
etiche e cognitive che questo comporta. La premessa
è una captatio benevolentiae il cui scopo è semplice:
sottolineare la difficoltà di definire in dettaglio quanto
avvenuto, pur in considerazione della distanza storica,
che per gli inizi di Talents a questo punto è sufficiente.
Con uno scouting sempre più globale, Quel che parla è il consistente regesto accumulato in
da 10 anni VOGUE TALENTS accende un decennio di scouting, fatto di fenomeni analizzati e
nomi scovati, molti dei quali si trovano oggi in posizioni
i riflettori sui designer di ultima
chiave all’interno del sistema. Non tutti, sia chiaro: la
generazione. E spiega come valutare selezione naturale, sul campo, è durissima.
la creatività per non bruciarla. Oggi che la parola talent è usata allo sfinimento, fino
a risultare vuota di significato, può sembrar strano che
di ANGELO FLACCAVENTO dieci anni fa non si guardasse con particolare attenzio-
ne ai creativi in erba, e invece è proprio così – il len-
to ricambio generazionale è piaga atavica della cultura
italiana, benché il mondo fashion sia un territorio che
eccede i confini nazionali. Però dopo l’universale Vo-
gue pur sempre Italia ci sta, ed è dentro Vogue Italia

60 News vogue.it n. 821


foto sgp. ritratti: jonathan anderson by scott trindle; massimo giorgetti by alessandro furchino capria; marco de vincenzo by oskar cecere; simone rocha © sgp; sara battaglia by fabio leidi; paula cademartori courtesy press office.

che Talents ha preso forma. Franca Sozzani ha sempre


creduto nei nomi nuovi, sostenendoli. La scintilla fu
pratica. Racconta Sara Sozzani Maino, che di Vogue
Talents è l’occhio e la mente – con un fitto network di
collaboratori che avvistano e segnalano: «Nel mio ruolo
redazionale per i servizi fotografici facevo continua ri-
cerca, imbattendomi in marchi poco noti, o nuovissimi:
Franca mi incaricò di formalizzare tutto». Il risultato fu
un inserto, che ha presto dato vita a un archivio online
e a una serie di azioni di supporto distribuite nel corso
dell’anno. Vogue Talents, così, è divenuto un punto di
riferimento tanto per i creativi alla ricerca di una piatta-
forma che li rendesse visibili, quanto per studi stilistici
e marchi bisognosi di nuova linfa. Si schermisce Mai-
no, riducendo il proprio ruolo a quello di facilitatore:
«Un talento quando c’è emerge. Non ho scoperto o
promosso nessuno, ho solo messo sotto uno spotlight».
A beneficiare del proverbiale fascio di luce sono stati in
molti, da Anthony Vaccarello a Massimo Giorgetti, da
Jonathan Anderson a Marco De Vincenzo, da Simone
Rocha a Luca Lin e Galib Gassanof di Act N°1. Nel
mentre, l’estensione geografica dello scouting, riflesso
di un sistema sempre più globale, si è allargata a geo-
grafie un tempo impensabili. Vogue Talents si è pionie-
risticamente spinto fino a Middle East, Africa, America
Latina. «I criteri di valutazione sono sempre gli stessi,
ma vengono aggiustati in base alla maturità del Paese
di riferimento: inutile valutare Central Saint Martins e
scuola indiana allo stesso modo. Ciò che si ricerca nei
talenti, sempre, è la capacità di raccontare una storia,
l’originalità del punto di vista e la determinazione nel
concretizzarlo», spiega Maino.
I dieci anni in questione sono stati sconvolgenti sotto
ogni aspetto. Da che erano negletti, infatti, i giovani ta-
lenti sono divenuti il centro dell’attenzione, fulcro di un
ciclo furibondo e distruttivo di ricerca del nuovo. Oggi
che è diventata forma di entertainment, la moda ha una
fame insaziabile di nomi freschi. Fame mitica, genere
Kronos. Il risultato è che non si lascia a nessuno il tem-
po di maturare. Nel mentre, il talento è diventato una
unità di misura della comunicazione: vince chi meglio
riesce a far parlare di sé. Sono aumentati anche i canali
di trasmissione, che spesso sono canali di autopromo-
zione. Instagram, per esempio, è una vetrina attraverso
la quale mettersi in mostra, scavalcando ogni azione di
scouting e ogni forma di promozione dall’alto. Il che
potrebbe essere il requiem per un progetto come Vo-
gue Talents, non fosse che un punto di vista curatoria-
le, oggi, è indispensabile per navigare il mare magnum
dell’offerta sovrabbondante. Che è quanto Vogue Ta-
lents continua a fare: offre un punto di vista, schietto, su
quel che succede. È una piattaforma spartana: illumina,
e poi getta nel vuoto del lavoro vero, senza buonismi. •

Dall’alto a sinistra, in senso orario, alcuni dei nomi a cui


Vogue Talents ha dato visibilità: Jonathan Anderson (35 anni);
Massimo Giorgetti (42); Simone Rocha (33); Paula Cademartori (35);
Sara Battaglia (36); Marco De Vincenzo (41). Pubblicato per la prima
volta nel 2009, esce allegato a Vogue Italia ogni febbraio e settembre.

61
I M AG E R I E S

Mutanti I sogni di evoluzione e innovazione degli anni Ottanta


hanno ispirato una varietà di progetti. Creazioni, cre-
ature, proiezioni e previsioni d’arte o di design, che,
E Mutazioni come il “MyDog” di Cinzia Ruggeri, pubblicato nel
volume “La materia dell’invenzione” di Ezio Manzini
nel 1986 (Arcadia) e da lei immaginato come un cyborg
con le sembianze del suo schnauzer, prefiguravano l’av-
venire della tecnologia, attribuendole un ruolo auspica-
bilmente centrale nell’imminente futuro. Un protago-
nismo che l’eclettica Cinzia Ruggeri (1945), in mostra
da febbraio con una nuova personale nella sede parigina
della galleria Campoli Presti, ha indagato innestando
una qualità ludica e surreale alla sua previsione futu-
rologica formato pagina, che nasce subito dopo il suo
brevetto di un tessuto che cambia colore. E fantastican-
Opere tra chimica, bioetica e finanza. do su un’ipotesi evolutiva del rituale domestico, affida-
to a un cane robot sensibile, ricettivo e multimediale,
ALTERAZIONI. Come tecnologia,
che coniuga in sé arte e scienza, biologia e tecnologia,
economia, banche e multinazionali aprendo a nuovi ambiti di linguaggio la ricerca artistica.
hanno trasformato il volto dell’arte. Una ricerca che non ha smesso, nei decenni successivi,
di assimilare ed elaborare nell’opera i tratti più crucia-
di MARIUCCIA CASADIO li dell’esistente. E appare oggi sempre più impegnata a
osservare le incognite e i dilemmi di un tempo in rapida
mutazione, instabile e costantemente minato da even-
ti inaspettati, catastrofici sconvolgimenti dell’ambien-
te e della società, poteri forti, crisi economiche, crolli
finanziari. Un tempo che si trincera dietro le facciate

62 News vogue.it n. 821


La ricerca è sempre più impegnata a osservare incognite e dilemmi
di un tempo costantemente minato da imprevedibili sconvolgimenti.
foto courtesy trevor good.

di possenti architetture d’autore. Sedi di potenti mul- in Olanda, che nella sua recente mostra “Paintpusher”,
pain tpusher ,

tinazionali o, altrimenti, di grandi istituti bancari, come nella galleria Plan B di Berlino, s’interroga sull’origine
quelli che il gruppo danese Superflex ha riprodotto in e le caratteristiche dei suoi strumenti, dalle setole del
scala vasi da giardino e destinato a coltivazioni di canna- pennello alla trama della tela, e dal ruolo della luce nella
da ezio manzini, la materia dell’invenzione, arcadia edizioni, 1986.

bis e piante psicotrope come cactus San Pedro o peyote rappresentazione a quello alternativo e più concettuale
nel progetto “Investment Bank Flowerpots” del 2015. del sapone da barba o della vitamina D, che disciolta sul-
La serie dei vasi, che riproduce la struttura dei quartier la tela assume solari tonalità dal ruggine al verde oliva, al
generali di Goldman Sachs, Deutsche Bank, Citigroup e rosa salmone, dando vita ad autonome alchimie pittori-
JPMorgan Chase in formato maquette, creando un’asso- che. È un dipingere, quello di Nuur, che sconfina dai tra-
ciazione diretta tra denaro e droga, è stata inserita nella dizionali supporti, assume le qualità di materiali diversi,
collettiva “Constructing the World: Art and Economy e si apre allo spazio, mutando via via, da parete a parete,
1919-1939 and 2008-2018”– in corso alla Kunsthalle di colore e consistenza. E, in mostra nella collettiva “Out
di Mannheim fino al prossimo marzo –, che indaga ap- of Office. Art in Business” al Singer Laren Museum in
punto le ripercussioni di due storiche crisi sul mercato Olanda fino al prossimo 7 aprile, che riunisce 75 anni
dell’arte. D’altra parte, muta anche l’approccio alla pit- di arte collezionata dalle maggiori aziende olandesi e di
tura, come attesta, ad esempio, la produzione di Navid nuovo testimonia la fondamentale moderna connessione
Nuur. Un artista nativo di Teheran (1976) e residente tra arte ed economia, torna a parlare di manualità. •

In alto, da sinistra. Investment Bank Flowerpots-Deutsche Bank/Cannabis Sativa, realizzato dai danesi Superflex, 2015. Nel 2019 il collettivo
inaugurerà un nuovo progetto pubblico nell’ospedale di Herlev, in Danimarca: sei riproduzioni giganti di comuni verdure. Cinzia Ruggeri,
MyDog, 1986. Nella pagina accanto, a destra. Navid Nuur, Paintpusher, realizzati con pillole di vitamina D polverizzate sulla tela, 2018.
m y dog ,

63
A Night At The Depot

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Photos by SCANDEBERGS Styling by GEORGIA TAL

Code
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Bag di pelle con tracolla ricamata THE BRIDGE; trench spalmato con cappuccio 19.70 BY SEVENTY.  Nella pagina accanto. Kristin Drab @ Img Models: trench
e abito di pvc lucido ANTEPRIMA; top di jersey MARINE SERRE; minibag “Hortensia” WANDLER; scarpe MULBERRY.
 In apertura. A sinistra. Cappotto e reggiseno di pelle scamosciata dipinto a mano e gonna drappeggiata di cotone stampato: tutto MARNI; décolleté di water snake
VIC MATIÉ. A destra. Abito corto di raso PACO RABANNE. Il servizio è stato realizzato a Milano presso NILUFAR DEPOT, lo spazio
della gallerista Nina Yashar ricavato all’interno di un ex-magazzino su tre piani, trasformato in showroom di 1500 m2 dall’architetto Massimimiano Locatelli.

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Fatou Jobe @ Monster Mgmt: cappotto “Emmelyn” di velluto e sciarpa ERDEM; borsa di satin con manico gioiello RODO.  Nella pagina accanto. Giacca in cady
di seta 10 COLLECTION BY SEVENTY; top e gonna di viscosa ESCADA; mules “Groupie 100” in vernice DORATEYMUR; orecchini JACQUEMUS.

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Dall’alto. Borsa “Alegria Smile” goffrata ALVIERO MARTINI 1A CLASSE; maglia di tulle stampato MSGM. Tracolla di pitone BORBONESE.
 Nella pagina accanto, da sinistra. Blazer di crêpe stampato e maglia di tulle MSGM; tuta senza maniche GENNY; borsa “Choquito” di pelle JACQUEMUS;
orecchini MULBERRY. Cappotto di cotone spalmato MOMONÌ; coat di nylon, abito e gonna di viscosa: tutto DRIES VAN NOTEN.

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Cappotto oversize N°21; minibag “Brava” di vitello bouclé con strap FURLA.  Nella pagina accanto, da sinistra. Abito di chiffon, seta e lurex FORTE_FORTE;
collant EMILIO CAVALLINI. Camicia stampata e pantaloni di lino e seta con lavorazione jacquard ACNE STUDIOS; top di tulle con borchie BYBLOS.

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Borsa “Sveva” di pelle martellata con tracolla ORCIANI; jumpsuit ANTEPRIMA.  Nella pagina accanto. Gilet di cotone, dolcevita con collo annodato in garza di cotone
e gonna di lino dipinto a mano: tutto CIVIDINI; collant CALZEDONIA; cintura di nappa con tasche e dettagli dorati FENDI; décolleté MARINE SERRE.
 Nelle pagine seguenti. A sinistra. Blusa di seta e gonna in chiffon di seta con applicazioni KENZO; borsa “Mini” di cocco stampato BY FAR; pumps “Groupie” di vernice
DORATEYMUR. A destra. Blusa e gilet LIVIANA CONTI; collant EMILIO CAVALLINI; borsa “Trebbia 26” di vitello spazzolato FONTANA MILANO 1915; sandali “Virgo”
di camoscio BY FAR; collana con perle colorate CHANEL. Hair Pierpaolo Lai @ Julian Watson Agency. Make-up Martina D’Andrea @ Atomo Management. On set Mai.

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ICONIC MOTION Collection


ST Y L E / L’I N T E RV I STA

Come raccontare alla platea digitale la sua moda tra in-


nocenza e sensualità, artificio e naturalezza? Lorenzo
Così Diversa
Serafini, che dal 2015 con il suo nome sigla il marchio
Philosophy, epopea di romanticismo lanciata nel 1984 da
Alberta Ferretti, per farlo si affida a una modella manga:
Da Me
«Ho scelto un’eroina virtuale, ed è la cosa più lontana
da me che io potessi fare. Ma ho deciso di mettermi in
discussione: attraverso Internet il mondo ci conosce e
voglio capire se i valori in cui credo valgano nell’universo
digitale come in quello reale».

Su uno stand pronto a partire dall’eclettico palazzo pro-


gettato da Piero Portaluppi – sede milanese del gruppo
Aeffe – sono appesi gli abiti destinati a Noonoouri, avatar
creato nel 2017 da Joerg Zuber, dell’agenzia di branding «Ho scelto una testimonial che incarna
tedesca Opium. Si tratta di capi di raffinata fattura, do- una sensibilità opposta alla mia»:
ve la cappa in lana si sposa con un impalpabile chemi-
LORENZO SERAFINI spiega come e
sier avorio, la gorgiera erompe con noncuranza, il tulle
si arriccia in un ricco menu di balze: «Provengono da perché ha voluto mettersi in discussione
differenti stagioni, ma rintraccio con soddisfazione un fil grazie a una modella che non esiste.
rouge». Serafini li ha ripescati per la modella manga –
ritratta in esclusiva per Vogue Italia nei luoghi milanesi di MARTA GALLI
a lui cari – che ha voluto anche come protagonista della
collezione Pre-Fall 2019. «Noonoouri mi permette di
dialogare con una sensibilità opposta alla mia e di met-
termi alla prova. La mia è una provocazione: cercare di
attribuire umanità a un universo intangibile».

vogue.it n. 821 Code 79


L’avatar Noonoouri
ritratta nei luoghi
milanesi amati da
Lorenzo Serafini:
l’Accademia di Brera
(qui), Giacomo Bistrot
e piazza del Duomo
(nelle pagine precedenti).
Cappa in maglia di lana
e miniabito di georgette
di seta e pizzo, A/I 2015.
In apertura, da sinistra.
Maglia monospalla in
mohair con maxi ruche
e pantaloni di pelle, A/I
2016. Abito multiruches
di tulle a pois, A/I 2018.
Tutto Philosophy di
Lorenzo Serafini.

80 Code vogue.it n. 821


«Oggi il mondo
ci conosce
attraverso la Rete
e voglio capire
se i valori in cui
credo valgano
nell’universo
digitale come
in quello reale».

Lorenzo Serafini – classe 1973, firma


il marchio Philosophy dal 2015 –
nel suo studio con l’influencer virtuale
Noonoouri. Tuta in popeline di cotone
e cintura con boule di legno, P/E 2019,
Philosophy di Lorenzo Serafini.

Serafini ha un sorriso amabile e contagioso, nasconde si parla a un consumatore che forse fatica a coglierne i
l’indole malinconica di chi ha conosciuto un mondo oggi valori. «Lo sportswear è ovunque, ma non fa per me»,
un po’ offuscato. Classe 1973, ha deciso di parlare al pub- commenta Serafini con afflato umoristico, «non sognavo
blico dove il pubblico va ad ascoltare, pur mantenendo di fare questo mestiere per disegnare le tute». Mentre
fermo il suo punto di vista critico e complesso: «La ma- constata con leggero rammarico l’evaporare di codici e
gia dell’artificio ha lasciato il posto alla più semplice fin- costumi, parallelo all’avanzata della cultura istantanea in
zione, dominante nell’attuale sovraffollamento d’imma- formato tascabile, scopre ammirazione per non comuni
gini», dice. Nel cuore gli sono rimasti gli anni ruggenti signore abbottonate nel loro ritegno. «Eppure dal suc-
della moda assorbita nell’inconscio da bambino, quando cesso dello sportswear traggo il segnale di uno sposta-
le rare immagini venivano distillate con forza. mento del gusto: verso comfort e facilità. Così provo a
«Sul monitor dei nostri smartphone passa tutto così iniettarli nelle mie creazioni, senza snaturarle, in una
velocemente che la frenesia ha portato purtroppo a un combinazione di attitudine rilassata e abiti romantici.
appiattimento del messaggio». Riconosce però la neces- Ora mi confronto con il web, ma non aspiro al consenso
sità di confrontarsi con il presente. «Non credo tuttavia generale, sono felice di rappresentare un’alternativa».
ritratto: foto danilo scarpati. tutte le immagini: courtesy philosophy di lorenzo serafini.

che le influencer virtuali pensioneranno quelle in carne


e ossa». E individua esattamente cosa questo fenomeno Di Noonoouri, Serafini apprezza l’aggregato esplicito
rappresenti. «Le prime blogger, con talento e intuizione, d’atteggiamenti femminili, tanto più che sulla questio-
si sono inventate un mestiere e la loro ascesa ha cambia- ne evita di prendere un indirizzo concettuale: «La mia
to per sempre la percezione della moda: annullando le è un’idea di femminilità immediata e sentimentale, non
distanze temporali, perché tutto sul web avviene nel qui ha bisogno di essere capita». Si riconduce a certe icone
e ora, raggiungendo un numero di utenti inaudito. La che sempre costellano il mosaico di ritagli alla parete:
moda era diktat, ora somiglia più a una democrazia, e non «Donne non definite dall’abito che indossano. L’elegante
sono certo che questo sia un bene». spigliatezza non può mai essere una posa». E oppone la
serena continuità del suo modo di concepire un guarda-
Parla seduto alla scrivania del suo ufficio. La parete alle roba ai sussulti della moda che scende a patti con l’e-com-
spalle è tappezzata di ritagli di giornale – ha provato a merce, in uno scenario dove messaggi s’inseguono e dilu-
usare Instagram come aide-mémoire ma continua a pre- iscono, si allentano le regole e l’età anagrafica è sostituita
ferire l’archivio di riviste e faldoni – dove campeggia il dallo stile di vita. «A tredici anni ho smesso di festeggia-
ritratto di un’adolescente Brooke Shields, lì dall’inizio re il compleanno», confessa, «ho cominciato ad avere la
dell’avventura in Philosophy: «Incarna la quintessenza di percezione del tempo e a provare nostalgia». È curioso,
quel che voglio esprimere. Un misto d’innocenza e sen- o forse non lo è affatto, che una conversazione iniziata
sualità, di artificio e naturalezza». parlando di nuove tecnologie atterri sulla nostalgia. Una
Oggi più che mai è un gioco d’equilibrio immaginare un parola che richiama sentimenti antichi. E allora, che cosa
marchio le cui radici affondano nella tradizione – a Cat- del passato evoca a Lorenzo Serafini questa emozione?
tolica in azienda lavorano ancora sessanta sarte –, mentre «L’attesa. Oggi è completamente fuori moda». •

81
ST Y L E / I L D E S I G N E R

«Da bambino ero ossessionato dai libri di storia. Non


Caos facevo che leggere e disegnare personaggi. Alla moda
sono arrivato ventunenne e del tutto impreparato, dopo

Cristallino un viaggio ad Anversa», racconta Glenn Martens, tren-


tacinquenne direttore creativo di Y/Project, membro di
punta della new wave che da Parigi sta diffondendo per
il mondo una dirompente lingua della moda. Un idio-
ma gergale, ruvido e vicino alla strada, indubbiamente
lontano dalle torri d’avorio della creazione di moda tra-
dizionalmente intesa. Dei neorealisti che imperversano
e provocano, corteggiando sovente i territori periglio-
si o respingenti del brutto artistico, Martens è il meno
prevedibile perché, per paradosso, è il più legato a una
idea classica di bellezza, che distorce attraverso una lente
espressionista senza mai cedere alla tentazione de l’art
pour l’art. «Opulenza è l’effetto che ricerco», sottolinea,
Tribù, subculture e culti li lascia agli altri. arrotando le consonanti in un sibilo fiammingo. Parla
velocissimo, inducendo negli interlocutori uno spasmo
GLENN MARTENS, direttore creativo
di concentrazione per non perdere nemmeno una paro-
di Y/Project, crea abiti sospesi tra la. Suggella ogni affermazione con una risata fulminea,
sregolatezza e rigore. E ora, a Pitti Uomo... timida più che beffarda, che contrasta con l’aspetto ele-
gante e allampanato – è lungo come una scultura medie-
di ANGELO FLACCAVENTO vale di quelle che si possono ammirare a Bruges, il son-
nacchioso gioiello del gotico internazionale nel quale è
nato – da novello Arsenio Lupin. «I contrasti sono im-
portanti nel mio lavoro e così l’eclettismo», aggiunge. Il
mondo Y/Project invero è una stratificazione di opposti,

82 Code vogue.it n. xxx


821
di certo nutrita dalla quotidianità della Ville Lumière.
La popolano damine avvolte di velluti rococò e issate
su tacchi chilometrici da entraîneuse della banlieue,
maliarde pompose da museo del Louvre in versione di-
sco, amazzoni in jeans sadomaso drappeggiati sul corpo
con la grazia di un’aristocratica ritratta da Boldini. Gli
uomini, gaglioffi vestiti con la tuta di acetato e i panta-
loni sartoriali, malandrini con il cappotto chiuso a mo’
di bozzolo dentro un velo di nylon che tira le forme di
qua e di là – «qui in studio lo chiamiamo il condom»,
ride lui –, non sono certo da meno. Anzi, promuovono
una forma compiaciuta ma irridente di mascolinità che
è antidoto tanto al giovanilismo becero quanto ai for-
malismi che tentano di imporsi come reazione allo sta-
tus quo, ma che hanno da un pezzo superato la data di
scadenza. Li si vedrà a giorni a Pitti Uomo, dove Glenn
Martens è designer ospite. «Mi piacciono gli estremi,
ma per me è importante che, per quanto distorto, un
soffio di eleganza arrivi sempre al pubblico», spiega. È
incapace di mezze misure, ma governa il caos con piglio
militare. Il segreto del successo di Y/Project sta nella in-
dubbia singolarità estetica, a sua volta figlia del misto
sbilenco di sregolatezza e rigore. Gli studi architettonici
di Martens, conclusi a Gand, traspaiono sotto quel che
a tutta prima appare come un proliferare assurdista di
strati e di dettagli, sotto l’allungarsi oltremisura di pan-
taloni, maniche e finte abbottonate che s’attorcigliano e
penzolano per ogni dove. O meglio: gli studi di archi-
tettura strutturano cotanta deregulation; la sostanziano,
esaltano e irreggimentano. Y/Project, infatti, è in primo
luogo un esperimento di design: lo stile che ne definisce
Un ritratto di Glenn Martens, belga di Bruges, 35 anni, direttore
l’estetica nasce in fase progettuale, non di assemblaggio creativo di Y/Project dal 2013. Il designer, che ha vinto l’Andam
in look, ed è il frutto di ricerca sulle possibilità di ta- Prize per i talenti emergenti nel 2017, presenta la nuova collezione
glio e materia. Non è un caso che, nello studio parigino maschile a Pitti Uomo (Firenze, 8-11 gennaio). Nella pagina
che Martens divide con sette membri del team creativo accanto. Un’immagine di campagna Y/Project Fall 2018.
e altri tredici che si occupano di logistica, produzione,
amministrazione, si sia scelto un posto strategico al ta-
volone comune nell’open space: la postazione d’angolo,
con affaccio diretto sull’atelier dei modellisti. Pragma-
tico, semplicemente. «Così non mi sfugge nulla», sghi-
gnazza. È agile e determinato, Martens, ma per plasmare
l’estetica di Y/Project si è saggiamente preso del tempo,
esattamente come si è preso del tempo per trovare se
stesso – dopo quel viaggio ad Anversa, ventunenne, de-
cise di iscriversi all’Accademia Reale, presto scoprendo
una dirompente vocazione modaiola curata e realizzata
con la testardaggine del Toro zodiacale da manuale. Il
posto di direttore creativo per Y/Project gli è stato offer-
to nel 2013, dopo la prematura scomparsa del fondatore
foto e ritratto di arnaud lajeunie.

Yohan Serfaty, del quale era assistente. «Ho ereditato


un marchio di moda maschile dallo stile nero e metro-
politano che ho portato lentamente altrove, definendo ha forgiato la propria sigla autoriale, riuscendo a speri-
anche una identità femminile», racconta. «È stato così mentare forme complesse e multifunzionali che invitano
per mia scelta e per mandato del ceo Gilles Elalouf, che gli utenti a giocare, ad libitum. Il caos apparente è figlio
mi ha chiesto espressamente di muovermi in nuovi ter- di un metodo cristallino, e di una schiettezza che gli fa
ritori. Quel che è rimasto, dello spirito originale, è una concludere: «Mi interessa crear vestiti, che voglio siano
certa ruvidità». In questo movimento lento, fatto anche originali. Tribù, subculture o culti non fanno per me:
di sbandate verso il cattivo gusto e l’eccesso, Martens preferisco gli outsider». Come lui, insomma. •

83
ST Y L E

Spotlight È un omaggio al RINASCIMENTO e a Milano l’Alta Gioielleria di Dolce&Gabbana.

84 Code vogue.it n. 821


La passione per lo sfarzo di Beatrice d’Este, il mece-
natismo di Ludovico il Moro, i luoghi della corte sfor-
zesca: sono questi i motivi ispiratori della nuova colle-
zione di Alta Gioielleria di Dolce&Gabbana, presen-
tata a dicembre in corso Venezia a Milano, in una son-
tuosa kermesse tutta dedicata a temi e decori del Rina-
scimento che ha visto poi sfilare, a Palazzo Litta, l’Al-
ta Moda e l’Alta Sartoria della maison.
Creati da un team interno di artigiani orafi e gemmo-
logi, i 55 pezzi unici – femminili e maschili – testimo-
niano, in un caleidoscopio di rimandi, il gusto della ri-
cerca nella cultura italiana della maison, e rispondono
all’idea di bellezza del ’500, quando l’immagine dell’e-
leganza è definita dal binomio gioiello-abito.
La tiara con le perle e la collana con pendente-minia-
tura richiamano i ritratti di gentildonne di Giovanni
Ambrogio De Predis e di Leonardo, mescolando stu-
diata opulenza e fascino nobile. Il collier con foglie di
vite e putti di corallo cita invece la vigna di Leonardo
alla Casa degli Atellani: 16 pertiche che nel 1498 Lu-
dovico donò al maestro mentre lavorava al “Cenaco-
lo” nella vicina Santa Maria delle Grazie. Filologici i
riferimenti storici: c’è la passione umanistica per l’an-
tichità nella collana di cammei e diamanti, mentre gli
anelli in filigrana d’oro sormontati da gemme ricorda-
no gli “antenati” con castone apribile. Alle esuberan-
ti pietre di colore – rubini, smeraldi, coralli, ametiste,
rubelliti, tzavoriti – già cifra del brand, si aggiungono
in questa collezione le perle e i diamanti, simboli nel
Rinascimento delle virtù spirituali. •

Da sinistra. Collana e orecchini in oro con cammei, brillanti


e perle giapponesi. Tiara con topazi e perle; orecchini con
tormaline Lagoon, smeraldi, diamanti, tzavoriti, perle dei Mari
del Sud; collier con tormaline Lagoon, smeraldi, diamanti,
tzavoriti, perle dei Mari del Sud e putti in corallo bianco. Tutto
DOLCE&GABBANA ALTA GIOIELLERIA. Blusa in taffetas
di seta. Corsetto di velluto, raso e tulle illusion plissé con foglie
tridimensionali di velluto ricamate con paillettes, microcanettes
e perle; gonna di jacquard lamé e tulle illusion plissé. Tutto
DOLCE&GABBANA ALTA MODA - RINASCIMENTO.

di BARBARA AMADASI photo by GREG KESSLER

85
ST Y L E

Focus On / 1 Le linee essenziali e il verde petrolio definiscono un NUOVO CLASSICO.

Zwaan Bijl @ Elite:


borsa “16” di vitello
liscio; bracciali in
ottone: tutto CELINE
BY HEDI SLIMANE.
Hair Daniela
Magginetti @ Close
Up Milano using
Biolage Gelée. Make-up
Arianna Campa @
Close Up Milano using
Touche Éclat Ysl.

86 Code vogue.it n. 821


ST Y L E

Focus On / 2 Giochi di superficie per un BASSORILIEVO che dà corpo ai toni milky.

Mini “Baguette”
di pelle bianca
con motivo macro
FF a rilievo FENDI.
Manicure Annarel
Innocente Furina @
Close Up Milano using
Sally Hansen-Pink Slip.

a cura di FRANCESCA RAGAZZI photos by JOSS McKINLEY

87
VOGUE ITALIA PER VICENZAORO

The Jewellery Boutique Show.


I Giorni Più Preziosi Dell’Anno
VICENZAORO January 2019 è il salone internazionale
del gioiello più atteso per scoprire le ultime novità
e le nuove collezioni. Tra artigianalità e design, tradizione
e avanguardia, nel segno della creatività sostenibile.

È in mostra l’eccellenza orafa e gioielliera internazionale a Diamond International Award. Anna Maria Cammilli debutta con
VICENZAORO January 2019 (18-23 gennaio), kermesse un’esclusiva tonalità di oro 18 carati, frutto di anni di ricerche: il
diventata l’appuntamento europeo più atteso, il primo e più chocolate brown, sfumatura perfetta per esaltare il disegno dei
completo del calendario globale. Presentata da Italian Exhibition suoi gioielli. Completano “Icon” gli italiani Fope, Crivelli, Leo
Group, la sei giorni vicentina riunisce i marchi espositori Pizzo, Palmiero, Picchiotti, Giorgio Visconti, il brand tedesco
suddivisi in communities. Sotto i riflettori la community “Icon”, Tamara Comolli e la griffe francese Djula. Nella sezione
dedicata ai global brands haut de gamme, italiani e stranieri, “The Design Room” ferve un laboratorio di sperimentazione e
maestri nel coniugare stile classico e design contemporaneo, creatività che ospita i pezzi più ricercati dell’esposizione, a
con materiali e pietre di altissimo valore. Roberto Coin presenta firma Alessio Boschi, Lydia Courteille, Mattia Cielo, Monica Rich
le nuove versioni della collezione Princess Flower, oltre alle Kosann tra gli altri. Passando al distretto “Look” si incontrano le
collezioni Petals, dalle linee essenziali ma evocative, e aziende più spiccatamente orientate al fashion, quali Giovanni
Obelisco, dalla simmetria magnetica, insieme alla linea Pois Raspini, Rue des Mille, Victoria Cruz, Bronzallure, Crieri,
Moi Luna, con il suo gusto retro-futuristico. Damiani propone Pesavento, ma converrà dare un’occhiata a tutte le communities,
la sua alta gioielleria, declinata nelle collezioni D.Side, Belle da “Expression” a “Evolution” fino a “Essence”. Immersi
Époque ed Eden, ispirata al bracciale della maison vincitore del in un cultural hub che è incubatore di contenuti e tendenze.

Nelle immagini. Un dettaglio delle collezioni esposte a VICENZAORO


e alcune aree della manifestazione.
La Nuda Verità
di VITTORIA FILIPPI GABARDI

Il corpo nudo, esposto allo sguardo. Vulnerabile e sincero


nell’ostensione delle sue forme. Per alcuni un oltraggio al pu-
del XX secolo, ritratti da artisti altrettanto noti. Charlotte
Rampling, Tracey Emin, Sarah Lucas, David Bowie; in opere
Beauty
dore, per altri un’epifania, una rivelazione preziosa quanto la di David Hockney, Annie Leibovitz, Robert Mapplethorpe.
verità. La mostra “Exposed: The Naked Portrait” alla Laing Fotografie, dipinti e disegni esprimono una carnalità che sov-
Art Gallery di Newcastle, in collaborazione con la National verte la tradizionale rappresentazione del corpo nudo. Met-
Portrait Gallery, espone 80 nudi dei personaggi più famosi tendola, e mettendoci, in discussione. •

Mick Jagger e Jerry Hall in uno scatto di Norman Parkinson, luglio 1981 @ Norman Parkinson Iconic Images, alla Laing Art Gallery fino al 3/3/2019.

vogue.it n. 821 89
N E WS

Nomi, Cose,
Soap Opera. Cosa c’è, nel beau-
Cittˆ ty, di più trasversale di un sapone? Lo
sa bene Claus Porto, storica maison
portoghese che, dal 1887, ne produ-
ce di profumatissimi, esportandoli
in 60 paesi in tutto il mondo. Dallo
scorso mese, inoltre, ha aperto il suo
primo negozio oltreoceano: a New
York (230 Elizabeth Street), nel cuo-
re di Nolita. Lo store è stato pensato
per rendere omaggio all’architettura e
all’artigianato del Portogallo. Al suo
interno, infatti, nel contesto di una
Il brand di skincare intitolato struttura dei primi dell’Ottocento, è
ai ricercatori che lo hanno fondato, stata costruita un’arcata che richia-
ma la splendida stazione dei treni São
lo store di saponi di un marchio
Bento a Porto, e serve come simbo-
ultra-centenario, la SPA metropolitana lico portale per accedere all’heritage Pit Stop a Milano. Un brand
dove provare il trattamento alla rosa. del marchio. L’arco, decorato con i di fitocosmesi couture con oltre qua-
coloratissimi saponi del brand rivestiti rant’anni di storia alle spalle, un hotel
di SUSANNA MACCHIA con stampe che rievocano gli azulejos, 5 stelle a un passo dal Duomo. Sisley
è stato realizzato in sughero, uno dei e il Park Hyatt hanno unito le loro
materiali più caratteristici del Paese. interpretazioni di lusso e benessere
Oltre a svariati oggetti storici, anche creando The Spa by Sisley che, con
un lavabo in marmo Estremoz (altro le sue due cabine trattamento più una
materiale made in Portugal). • private Spa Room, è un’oasi metro-
politana di relax dove fare sosta per
liberarsi dalla fatica di un viaggio o
sperimentare uno dei protocolli messi
a punto dalla maison francese. A pro-
gettarla, l’architetto americano Ed
Tuttle, autore del design degli Aman
Resorts e di altri luxury hotel sparsi
in tutto il mondo. L’ultima novità nel
carnet dei trattamenti viso proposti
è il Phyto-Aromatique Jeunesse Re-
pulpant che, in 80 minuti, assicura
di cancellare dal viso tutti i segni di
stanchezza, ricreare la compattezza
cutanea e illuminare l’incarnato. Pro-
Bellezza Zen. Il nome, 3LAB, tagonisti assoluti i prodotti della linea
sta a indicare il team (2 chimici e 1 Sisley alla rosa nera: Huile Précieuse,
dermatologo) che nel 2003 ha aiutato olio secco nutriente e antietà, Ma-
Erica Chung, ex modella ed ex desi- sque Crème, maschera rivitalizzante,
gner coreana, a creare un marchio di e Baume-en-Eau, balsamo sensoriale
skincare (disponibile su saccani.com) che leviga e rimpolpa. •
che promette altissime performance
cosmetiche. La fondatrice racconta la
sua vita e la sua visione estetica nel li-
bro “Beauty and The Buddhist”: «La
pratica buddista mi ha aiutato ad affi-
nare le competenze di cui avevo biso- Da sinistra. Anti-Aging Oil, con frammenti
gno per avere successo: mi ha dato la d’oro 24k, di 3LAB (disponibile su saccani.
chiarezza e la concentrazione necessa- com). L’arco allestito all’interno del negozio
Claus Porto a New York, con le iconiche
rie per creare un brand di trattamenti saponette. La cupola del Park Hyatt a Milano
viso in un mondo in cui ne esistevano è alta 9 metri e dà il nome al ristorante
già molti». • omonimo, curato dallo chef Andrea Aprea.

90 Beauty vogue.it n. 821


HAIR

Tools Forme e volumi plasmati dall’ARIA. Grazie a una tecnologia avanzata e a un fenomeno aerodinamico.

Zwaan Bijl @ Elite:


Airwrap di DYSON
è lo styler che
sfruttando un fenomeno
aerodinamico crea
coiffage ricci, lisci
e ondulati: i capelli
vengono catturati
da un getto d’aria
e si avvolgono
automaticamente
attorno al rullo
o alle spazzole.
I sei accessori presenti
nel kit permettono
qualsiasi tipo di
styling. Orecchino
CHARLOTTE
CHESNAIS.
Hair Daniela Magginetti
@ CloseUp Milano
using Biolage. Make-up
Arianna Campa
@ CloseUp Milano
using Touche Éclat
by YSL Beauté.

a cura di FRANCESCA RAGAZZI photo by JOSS McKINLEY

91
PERSONAL REALITY
photos by JOSH OLINS styling by JACOB K make-up by SALLY BRANKA

92 Beauty vogue.it n. 821


Sugli occhi, Les 9 Ombres Edition n. 2, coll. spring/summer 2019.
Sulle labbra, Rouge Coco Gloss, n. 774. Tutto CHANEL. Camicia
AMIRA PINHEIRO
di pelle ERMANNO SCERVINO. Cappotto di pelle GIADA.
Orecchini BALENCIAGA. Amira Pinheiro @ Women Mgmt.

93
Ha un cuore di gelsomino, mughetto e orchidea
Gold Fresh Couture Eau de Perfum MOSCHINO.
ROSE DANIELS
Abito di pizzo MOSCHINO. Cappello di pizzo e tulle
ERDEM. Rose Daniels @ Dna Model Management.

94 Beauty vogue.it n. 821


Il sillage L’Interdit di GIVENCHY sa di fiori d’arancio, tuberosa,
vetiver e patchouli. Abito di lana e seta GIVENCHY.
MADS MULLINS
Bibi hat di paillettes con veletta CELINE BY HEDI SLIMANE.
Orecchini OSCAR DE LA RENTA. Mads Mullins @ Img.

95
Colore luminoso e uniforme con Koleston Perfect WELLA
PROFESSIONALS. Giacca spencer in gabardine di lana e abito
BELLE PIERSON
in pelle di agnello CELINE BY HEDI SLIMANE. Orecchini
OSCAR DE LA RENTA. Belle Pierson @ Dna Model Management.

96 Beauty vogue.it n. 821


Texture a metà tra crema e olio per Soufflé ai fiori di ciliegio
e olio di jojoba NIVEA, formula che nutre e leviga la pelle
JULIA MERKELBACH
del corpo. Tuta monospalla in gabardine di lana MAX MARA.
Julia Merkelbach @ The Society Management.

97
Finish naturale e a lunga tenuta con il fondotinta
Pro Filt’r Soft Matte Longwear Foundation, n. 430, FENTY
KYLA RAMSEY
BEAUTY, in oltre 40 nuances. Giacca di nappa e camicia
di popeline compact PRADA. Kyla Ramsey @ Muse Nyc.

98 Beauty vogue.it n. 821


Evita riflessi gialli e illumina, la linea Blonde Absolu KÉRASTASE
PARIS, dedicata ai capelli biondi e decolorati. Giacca di lana
JANA JULIUS
MARC JACOBS. Abito di pizzo, MOSCHINO. Spilla con cristalli
OSCAR DE LA RENTA. Jana Julius @ Wilhelmina.

99
Ciglia lunghe e incurvate con il mascara Ultra Tech
+ Volume and Curl, black, KIKO MILANO. Chiodo di
SASHA KNYSH
pelle a maniche corte MICHAEL KORS COLLECTION.
Harness con cristalli N°21. Sasha Knysh @ Muse Nyc.

100 Beauty vogue.it n. 821


Sugli occhi Full Metal Shadow, n.1, YSL BEAUTÉ. Body di sablé
SAINT LAURENT BY ANTHONY VACCARELLO. Sara Eirud
SARA EIRUD
@ Next. Make-up Sally Branka @ Michelle Lacey/Lga MGMT.
Hair Cim Mahony @ Lga MGMT. On set Heather Robbins @ Clm Us.

101
Progetto Per
La Ricerca
Di Nuovi Talenti
Un aiuto concreto per promuovere la ricerca
e lo sviluppo del Made in Italy supportato
da Altaroma, ICE – Agenzia per la promozione
all’estero e l’internazionalizzazione delle
imprese italiane – e Vogue Italia

2019
VOGUE ITALIA PER ALTAROMA

REGOLAMENTO*
Le aree interessate sono: • dichiarazione di impegno, qualora il designer al progetto (sito internet di Altaroma e sul sito
PAP donna venga ammesso alla fase finale del progetto e ri- internet di Vogue Italia). Non sarà predisposta
Accessori (borse, calzature, entri, appunto, tra i finalisti selezionati, a non una graduatoria degli esclusi.
cappelli, gioielli). prendere parte (e/o a rinunciare alla partecipazio-
ne) ad altri concorsi, selezioni, progetti che preve- Alla Giuria spetterà il compito di designare i
dano l’attribuzione di una menzione o di un pre- vincitori e indicherà, a suo insindacabile giudi-
PARTECIPANTI mio (in denaro o no) promossi in Italia da altri zio, fino a un massimo di tre vincitori tra le due
enti/istituzioni/aziende fino al 31 gennaio 2020. aree di interesse del progetto. I vincitori po-
Possono partecipare tutti i nuovi tranno essere riconosciuti anche in una sola
talenti italiani e non che: NB: In caso di collezioni create congiuntamen- area del progetto. Potranno essere riconosciute
te da più designer è necessario compilare una eventuali menzioni speciali.
• producono in Italia una propria collezione e scheda di partecipazione per ciascun designer
provvedono alla sua distribuzione (almeno un da inserire nello stesso plico. Tutti i testi alle-
punto vendita o piattaforma di e-commerce) gati alla documentazione dovranno essere sia PRESENTAZIONE
in italiano che in inglese e su supporto sia
• hanno già realizzato non più di due/tre collezio- cartaceo che digitale (USB). Il materiale invia- A luglio 2019 la Giuria esaminerà, nel corso di
ni ma non sono stati in grado di continuare per to non sarà in alcun caso restituito. un trunk show organizzato da Altaroma, le col-
motivi finanziari. lezioni dei finalisti per una prima valutazione
I concorrenti dovranno aver compiuto il diciotte- Il plico contenente il materiale dovrà tecnica. Le collezioni che i finalisti presente-
simo (18°) anno di età. È ammessa esclusiva- essere inviato, pena l’esclusione dalla ranno nel trunk show dovranno riguardare mo-
mente la partecipazione di designer (persone procedura, entro e non oltre il termine delli della loro ultima collezione invernale e
fisiche). perentorio del 2 aprile 2019 al seguen- un’anteprima dei modelli della loro nuova col-
lezione primavera/estate 2020. A luglio 2019,
promozione esclusa dalle manifestazioni a premio (art 6, 1° comma del dpr 26/10/2001 n. 430)

te indirizzo: via dell’Umiltà 48


come premio per tutti i finalisti per l’area PAP
MODALITÀ DI CAP 00187 Roma.
Per info: whoisonnext@altaroma.it donna, Altaroma curerà e organizzerà in tutte
PARTECIPAZIONE le sue parti l’evento-sfilata collettiva denomi-
Il plico dovrà essere perfettamente chiuso e si- nato “Who is on Next?” durante il quale i finali-
Ogni candidato dovrà inviare un unico gillato e recare all’esterno l’intestazione del sti presenteranno alla stampa e ai buyers le
plico contenente: mittente, l’indirizzo dello stesso e la seguente loro minicollezioni (12 outfits in anteprima
dicitura: dalla loro collezione P/E 2019).
• brand profile
• designer profile Sempre a luglio 2019, come premio per tutti i fi-
• line sheet ultime due collezioni ALTAROMA - Progetto nalisti Altaroma per l’area Accessori curerà e
• immagini delle collezioni già realizzate, video “Who is on Next? Donna” organizzerà in tutte le sue parti l’evento-mostra
su supporto USB di eventuali presentazioni o i denominato “Who is on Next?” durante il quale
qualsiasi materiale relativo alle proprie collezioni Il plico dovrà essere spedito mediante racco- i finalisti presenteranno alla stampa e ai buyers
• moodboard, disegni, immagini, testo, cam- mandata con avviso di ricevimento o mediante le loro minicollezioni (12-16 pezzi) P/E 2020 in
pionature tessuti per descrivere e motivare il corriere privato o agenzia di recapito autorizzata anteprima.
proprio stile e le scelte relative alla nuova colle- che sia in grado di rilasciare attestazione ripor-
zione P/E 2020 tante la data di presa in carico del plico stesso. Solo in questo caso, le spese di alloggio, trasporto
• indirizzo completo e numero dei punti vendita Il recapito del plico rimane a esclusivo rischio e presentazione saranno a carico dell’organizza-
in cui sono già stati presentati o venduti i propri del mittente ove, per qualsiasi motivo, lo stesso zione entro un budget stabilito. Seguirà la procla-
capi o eventuali presentazioni da parte di retai- non giunga a destinazione. Non saranno prese
mazione dei vincitori.
lers, giornalisti, stilisti o industriali che abbiano in considerazione le offerte che dovessero perve-
già visionato la collezione. Le dichiarazioni rese nire riportando data di spedizione e/o timbro
nella domanda di partecipazione dovranno esse- postale successivo al termine indicato. PREMI
re adeguatamente documentate
• scheda di partecipazione e accettazione del COMMISSIONE E GIURIA • Sfilata/presentazione collettiva realizzata, a
totale carico di Altaroma, nella città di Roma a
regolamento, debitamente compilata e sotto-
scritta, che potrà essere scaricata dal sito Una Commissione, composta da incaricati di luglio 2019, per i finalisti dell’Area PAP donna
www.altaroma.it Altaroma e Vogue Italia presiederà la selezione • Installazione, realizzata a totale carico di Al-
• dichiarazione – se il designer utilizza un dei finalisti, mentre alla Giuria, composta da- taroma, nella città di Roma a luglio 2019, per i
marchio registrato – di esclusiva titolarità del gli stessi membri della Commissione integrata finalisti dell’Area Accessori
marchio medesimo. In caso di contitolarità del da operatori del settore (industriali, distributo- • Premio “Franca Sozzani”
marchio è necessario allegare una scheda di ri e retailers italiani e stranieri) e dalla stampa • Presentazione di tutti i finalisti a Milano duran-
partecipazione debitamente compilata per cia- italiana e internazionale, spetterà il compito di te la settimana del Prêt-à-porter settembre 2019
scun titolare. In caso di titolarità del marchio designare i vincitori. • Sfilata individuale (PAP) e mostra collettiva
da parte di una società, la partecipazione del accessori durante la manifestazione “Altaroma
designer/dei designer è ammessa esclusiva- Entro il 1° giugno 2019 saranno selezionati, a gennaio 2020”
mente qualora quest’ultimo/questi ultimi de- insindacabile giudizio della Commissione, fino • Review dedicata a finalisti e vincitori su
tenga/detengano una quota qualificata del ca- a un massimo di dodici finalisti complessivi Vogue Talents settembre 2019
pitale della società cumulativamente non infe- tra le 2 aree PAP donna e accessori. I risultati • Servizio fotografico dedicato ai vincitori su
riore al 20% (è necessario allegare visura ca- verranno comunicati a tutti i finalisti mediante Vogue Italia marzo 2020.
merale). Il partecipante dovrà in ogni caso di- lettera e successivamente diffusi con un co-
chiarare di essere autorizzato all’utilizzo del municato stampa. Dell’esito della selezione L’organizzazione si riserva la facoltà di preve-
marchio. verrà data pubblicità sul sito internet dedicato dere ulteriori premialità.

*Questo è uno stralcio del regolamento, la versione integrale è disponibile sul sito www.altaroma.it
Who Is On Next? 2018 Review
“Non credo che Altaroma debba essere considerata una fashion week”, ha spiegato Silvia Venturini
Fendi, “ma piuttosto un festival di moda e creatività. La nostra missione si è focalizzata sempre di
più nello scouting e una nuova generazione di creativi è divenuta gradualmente il focus della nostra
azione, generando man mano una community che cresce di anno in anno: un fattore di riscoperta
e rinnovamento del ruolo di Roma nel sistema della moda italiana”. Talento al centro, quindi, grazie
a progetti come Who is on Next? che accendono i riflettori sul nuovo made in Italy.

MARIA TURRI FERRO MARCO LANERO SIMONA MARZIALI


MTF MARIA TURRI DELIRIOUS EYEWEAR - menzione speciale MRZ

In occasione dei suoi primi 10 anni, nel 2014, il “Financial Times” in passato aveva fatto portando in finale i gioielli Futuro Remoto di
lo aveva definito uno dei 10 “World’s Most Important Fashion Prizes” Gianni de Benedittis e Coliac di Martina Grasselli. Sul podio 2018,
e la fama di Who is on Next? è ancora oggi la stessa: il progetto accanto al glasses designer, sono salite ex aequo per il Premio
dedicato a promuovere la ricerca e lo sviluppo del made in Italy, “Franca Sozzani”, MRZ di Simona Marziali e MTF Maria Turri della
supportato da Altaroma, ICE – Agenzia per la promozione all’estero creativa Maria Turri Ferro che si sono aggiudicate un premio in denaro
e l’internazionalizzazione delle imprese italiane – e Vogue Italia e due incontri di orientamento e sostegno con esperti di Altaroma e
mantiene la capacità di accendere i riflettori sul made in Italy e sui suoi Vogue Italia; Camera Nazionale della Moda Italiana le accoglierà
talenti. Impossibile citare tutti gli alunni che hanno visto le loro carriere nel calendario di Milano Moda Donna Settembre 2019, mentre il
prendere il volo nella capitale italiana: tra loro, Gabriele Colangelo, vincitore della sezione accessori esporrà le sue creazioni nell’ambito
Marco de Vincenzo, Massimo Giorgetti di MSGM, Nicholas di “Fashion Hub Market”; Pitti Immagine, poi, ha riconosciuto a tutti
Kirkwood, Paul Andrew, Arthur Arbesser e in tempi più recenti Paula i vincitori il premio “Pitti Tutorship”. Due stiliste diverse, due filosofie
Cademartori, Nicolò Beretta con il suo brand Giannico, Nicola di moda complementari, Simona Marziali e Maria Turri Ferro hanno
Brognano con il brand omonimo, Luca Lin e Galib Gassanoff di Act conquistato la giuria che le ha scelte tra gli altri brand finalisti:
n°1… La passerella di Altaroma si è rivelata un vero trampolino di Angelia Ami di Angelia Corno, Cancellato di Diletta Cancellato, Leo
lancio per shoe designer, stilisti e bag accessories. E non solo. L’ultima Studio Design di Leo Macina, per l’abbigliamento, Maissa di Giulia
edizione, la quattordicesima nel luglio 2018, ha premiato infatti Bertacchini, Manfredi Manara, Woobag di Sara Da Dalt e Sheila
con una menzione speciale Delirious Eyewear, il brand di occhiali Pierobon oltre a Delirious Eyewear per gli accessori. Come per ogni
firmato da Marco Lanero, che si è aggiudicato anche il premio di edizione, sono stati attribuiti a Roma altri premi a brand che la giuria
Sugar, concept store all’avanguardia nel cuore di Arezzo, e il premio ha indicato come meritevoli: il premium contemporary department
speciale conferito da Tomorrow, piattaforma internazionale che opera store Coin Excelsior, che dal 2015 opera a sostegno dei talenti
attraverso showroom, logistica, centri distributivi e divisioni marketing e emergenti di Altaroma, partner per la prima volta di Who is on Next?
digital nelle principali città della moda. Fedele alla propria vocazione 2018, ha scelto Leo Studio Design, mentre il brand MRZ di Simona
di termometro delle tendenze, Who is on Next? ha quindi valorizzato Marziali si è aggiudicato il “Penelope Prize”, istituito da Roberta
un accessorio tutt’altro che marginale come l’occhiale, così come Valentini, fondatrice e anima della boutique Penelope. Ad maiora!
VOGUE ITALIA PER ALTAROMA

Dall’alto e da sinistra.
Angelia Corno, Leo Macina,
Manfredi Conti Manara.
Giulia Bertacchini,
Sara Da Dalt e Sheila Pierobon,
Diletta Cancellato.
I finalisti con Simonetta Gianfelici,
Sara Sozzani Maino,
Silvia Venturini Fendi.
©juliaetvincent

International Fashion Trade Show - Paris, Porte de Versailles


Ready-to-wear | Accessories | Beauty | Lifestyle

whosnext.com
foto craig mcdean. top e gonna di pelle, valentino. borsa di nappa e sandali di nappa con piume di struzzo, valentino garavani.

Probst
Barbara
Gaze
The
Vanderperre
Willy
Innocence
Goodbye,
Schorr
Collier
Noir
Et Le
Rouge
Le
McDean
Craig
Youth
Of
Elegance
The

107
Rebecca Leigh Longendyke
@ Women Management:
camicia in popeline di cotone
con sciarpina, pantaloni di lana
mohair con lavorazione plissé
pressato VALENTINO.
Nella pagina accanto.
Giacca anni 80 di twill tecnico
e camicia di seta
BALENCIAGA; jeans di denim
stretch e stivaletti di pelle
SAINT LAURENT BY
ANTHONY VACCARELLO.
  In apertura. Giacca
di jacquard a motivo paisley
con inserti di velluto, camicia
di seta, jeans di denim stretch
e stivaletti di vernice:
tutto SAINT LAURENT BY
ANTHONY VACCARELLO.
Cappotto e pantaloni di lana
e seta RAF SIMONS; camicia
di popeline compact PRADA.
  Nella pagina accanto.
Miniabito di nappa opaca
con impunture a contrasto
e maxifiocco, shorts
di jersey, cintura di pelle
e calze di cotone a coste:
tutto MIU MIU; stringate
di vitello spazzolato PRADA.
Cappotto di gabardine natté,
abito di cotone, borsa “Prada
Sidonie” di pelle Saffiano: tutto
PRADA; jeans e stivaletti
di pelle SAINT LAURENT BY
ANTHONY VACCARELLO .
Ò Nella pagina accanto.
Maglia di cashmere CALVIN
KLEIN 205W39NYC.
Trench di cotone oversize
e minihat box di pelle MARC
JACOBS; camicia di popeline
compact e stringate di vitello
spazzolato PRADA; guanti
di tulle MAX MARA.
  Nella pagina accanto.
Trench di pelle con fodera
di seta motivo FF, FENDI;
occhiali da sole, jeans di denim
stretch e stivaletti di pelle:
tutto SAINT LAURENT BY
ANTHONY VACCARELLO.
Trench Mackintosh di cotone
gommato idrorepellente
MAISON MARGIELA;
camicia di seta, jeans di denim
stretch e stivaletti di vernice:
tutto SAINT LAURENT BY
ANTHONY VACCARELLO.
Caban di cotone con ruches
sull’orlo MAX MARA.
Ò Nella pagina accanto.
Camicia in popeline di cotone
con scritta di velluto
sulle tasche CHANEL.
Cappotto di pelle e camicia
di cotone PAUL SMITH;
jeans di denim stretch e
stivaletti di vernice SAINT
LAURENT BY ANTHONY
VACCARELLO.
Nella pagina accanto.
Soprabito doppiopetto
di cotone con collo staccabile
di pelle e camicia di nappa
ERMANNO SCERVINO.
Abito di velluto con plastron
ricamato, headband
e stivali di pelle: tutto
SAINT LAURENT BY
ANTHONY VACCARELLO.
  Nella pagina accanto.
Giacca e pantaloni di cotone
e seta, maglia a collo alto
di cashmere, cintura
di pelle e stivaletti
di coccodrillo con fibbie:
tutto LOUIS VUITTON.
Giacca di nappa, maglia
di cashmere, camicia
di popeline compact, calze
di nylon tecnico con dettaglio
logo e stringate di vitello
spazzolato: tutto PRADA.
Nella pagina accanto.
Trench raglan in gabardine
di cotone BALENCIAGA;
camicia di seta SAINT
LAURENT BY ANTHONY
VACCARELLO.
Hair Duffy @ Streeters.
Make-up Diane Kendal
@ Julian Watson Agency.
Manicure Megumi Yamamoto
for Susan Price NYC.
On set Prodn @Art+Commerce.
  A sinistra. Kris Grikaite
@ Ford Models: abito
di seta con cintura
di cristalli GUCCI.
Ò  Nella pagina accanto.
Anok Yai @ Next:
abito in taffetas di seta
VALENTINO.
 In apertura.
Top di jersey stampato
MARINE SERRE.
In tutto il servizio:
leggings di jersey e scarpe
MARINE SERRE.
  Sopra. Abito asimmetrico
di jacquard CHLOÉ.
  Nella pagina accanto.
Top di tessuto tecnico DIOR;
abito stampa asimmetrica di crêpe
organzino SPORTMAX.
  A sinistra. Abito in raso
di seta stretch
DOLCE&GABBANA.
Ò  Nella pagina accanto.
Tuta in canvas di lana
con dettagli di satin
HERMÈS; abito
con maniche drappeggiate
NORMA KAMALI.
  Sopra. Tunica di cotone
e tessuto tecnico DIOR.
Ò  Nella pagina accanto.
Sovrapposizione di abiti
di maglia metallica
e jersey stampato, gonna
di lurex e top di jacquard:
tutto PACO RABANNE.
  A sinistra. Sottoveste
di seta STELLA
MCARTNEY;
gonna di jersey
drappeggiata NORMA
KAMALI; guanti stampati
MARINE SERRE.
Ò  Nella pagina accanto.
Abito in mikado di seta
doppiato THE ROW.
  A sinistra. Abito
drappeggiato di jersey
a costine BALENCIAGA.
  Nella pagina accanto.
Abito di seta senza maniche
con inserti a contrasto
GIVENCHY; jumpsuit
con maniche oversize
NORMA KAMALI.
Make-up Diane Kendal
@ Julian Watson Agency.
Hair Holli Smith @ Art
Partner. Manicure Maki
Sakamoto for Deborah
Lippmann @ The Wall
Group. On set May
Kielany. Thanks to
Felix Frith @ Artcom
Production.
Charlotte Rose @ Two:
abito in chiffon di seta
con inserti di piume e ricami
di paillettes e perline GUCCI;
pantaloni di tulle HYUN
MI NIELSEN; fascia
di taffetas CA4LA LONDON;
sneakers di pelle GUCCI.
  Nella pagina accanto.
Abito di chiffon ricamato
ALBERTA FERRETTI;
top di jersey stretch
ASAI; foulard ricamato
ACADEMY COSTUMES.
Õ In apertura. A sinistra.
Camicia in organza di seta
GIORGIO ARMANI.
A destra. Abito bustier
in organza di seta
GIORGIO ARMANI.
Qui e in tutto il servizio:
maniche di taffetas
e di organza MICOL RAGNI;
guanti di tulle
CORNELIA JAMES.
Top di cotone e seta con
maniche oversize ricamate
LOUIS VUITTON;
shorts di pelle con
ruches RODARTE.
Ò Nella pagina accanto.
Zoe Lou @ Viva: abito
di microfaille con dettagli
di velluto intarsiati
VALENTINO; guanti
di agnello PAULA
ROWAN; stivali di pelle
MAISON MARGIELA.
Hair Anthony Turner,
make-up Lynsey Alexander,
entrambi @ Streeters.
Manicure Jenny Longworth
@ Clm. Props Emma Roach
@ Streeters. Digi tech
Henri Coutant. On set Agi
Dholakia Productions.
Abito di pizzo con
ruches e fiocchi di satin
RODARTE; cuffia di pvc
MAISON MARGIELA.
Ò  Nella pagina accanto.
Abito con corsetto di
pizzo e ricami floreali
ALEXANDER MCQUEEN;
cuffia di vinile
MAISON MARGIELA.
Õ Nelle pagine precedenti.
A sinistra. Signe Veiteberg
@ Viva: top di jersey
stretch ASAI; gonna
di raso PRADA. A destra.
Abito di gabardine natté
ricamato con paillettes
PRADA; pantaloni di tulle
HYUN MI NIELSEN.
Abito plissé con serigrafia
verniciata, cuffia di vinile,
calze e sandali di silicone
MAISON MARGIELA;
leggings tie-dye ATIKA
LONDON; guanti di
agnello PAULA ROWAN.
Ò  Nella pagina accanto.
Giacca spencer con spalle
grafiche di gabardine e tessuto
tecnico e cappello “Bibi”
CELINE BY HEDI
SLIMANE; gonna di pizzo
THE ARC LONDON;
pantaloni di tulle
HYUN MI NIELSEN.
Ø Nelle pagine seguenti.
A sinistra. Camicia di lurex
e tessuto tecnico con maniche
a sbuffo logate GENNY.
A destra. Gonna di seta
plissé indossata come cappa,
trench in gabardine
di cotone e guanti di pelle:
tutto BURBERRY;
fascia di taffetas
CA4LA LONDON.
Models: Emma Boyd @ Elite
Nyc, Zoe Thaets @ Supreme
NY, Jana Julius @ Wilhelmina,
Sara Eirud @ Next, Naomi Chin
Wing @ Img Models, He Cong
@ Img Models, Melchor
Mercado @ New York Models.
Da sinistra. Abito di seta,
top di cotone, orecchini
in metallo smaltato e sneakers
di pelle. Cappotto e sandali
di pelle. Cappotto di tessuto
tecnico, camicia di cotone
ricamata e sneakers di pelle.
Tutto VERSACE.
  Nella pagina accanto. Abito
e leggings di tulle VERSACE.
  In apertura, da sinistra.
Cardigan in maglia di cotone,
camicia di seta e gonna di pelle.
Top di cotone e gonna di pelle.
Abito, top di cotone e hairclip
in metallo. Abito di seta, abito
di tulle, top di cotone e sandali
di pelle e pvc. Abito metallizzato
e sandali di pelle e pvc. Abito
e top di cotone. Leggings
di tulle. Tutto VERSACE.
In primo piano, di schiena.
Giacca di denim, gonna
di seta stampata, borsa
di vitello e sandali di pelle
e pvc. Sullo sfondo, da sinistra.
Abito di seta stampato, top
di cotone a righe, orecchini
in metallo smaltato e sneakers
di pelle. Cappotto e sandali
di pelle. Cappotto di tessuto
tecnico stampato e sneakers
di pelle. Tutto VERSACE.
  Nella pagina accanto, da
sinistra. Abito di seta stampato,
top di cotone a righe e sandali
di pelle. Abito di tulle stampato
e sandali di pelle
e seta. Tutto VERSACE.
Hair Jawara @ Bryant Artists
using Oribe Haircare.
Make-up Maud Laceppe @
Streeters using Nars Cosmetics.
Manicure Gina Viviano using
Essie/TraceyMattingly.com.
On set Mathilde Carlotti
and Alexis Piqueras at Rosco
Production. Thanks to
Lighting designer Chris Bisani.
Leggings di tulle stampati,
abito di seta, sandali di pelle
e sandali di pelle e seta.
Tutto VERSACE.
Ò  Nella pagina accanto.
In primo piano, di schiena.
Maglia di cotone, gonna di seta,
body chain in metallo e sandali
di pelle e pvc. Sullo sfondo,
da sinistra. Top di cotone, gonna
di pelle e sandali di pelle e pvc.
Abito di seta e sandali di pelle.
Maglia di seta, jeans stampati
e sandali di pelle e seta.
  Nelle pagine precedenti.
In primo piano, da sinistra
(di fronte e di schiena). Abito
di tulle, abito di seta, orecchini
di metallo smaltato e sneakers
di pelle. Giacca di cotone,
top di cotone a righe, gonna di
pelle, borsa e sneakers di pelle.
Abito di tulle, abito di seta
e sandali di pelle. Sullo sfondo.
Maglia di cotone e gonna
di seta. Tutto VERSACE.
IL TESTIMONE SILENZIOSO
Al set in studio Bill Cunningham
preferiva le strade di New York.
Era facile vederlo passare in bici,
presenza quotidiana e discreta
che in 50 anni ha fotografato
mode, mondanità, gente comune.
Di tutto questo (e molto ancora)
racconta lui stesso in un docufilm
rimasto inedito per 25 anni.

— di SUZY MENKES

166 vogue.it n. 821


167
Back
«Grazie, bambina», mi diceva Bill Cunningham rifiutan- 1967/68. Nel suo studio alla Carnegie Hall di New York,
do educatamente la mia proposta di condividere il taxi tra gli scaffali pieni di fotografie c’era una modesta bran-
di ritorno dalle sfilate newyorkesi. E se ne andava via in dina. Niente televisione. Il bagno in comune. Eppure
sella alla sua bicicletta, con la pioggia, con il sole, o sotto la sua opera è riuscita ad andare ben oltre la moda. Il
un fitto nevischio, indossando la sua immancabile giacca cammino che il fotografo ha percorso – o creato – ha
blu da operaio, in testa un berretto. prodotto un corpus di lavoro lungo tutta una vita, capace
di lasciare un segno nella storia.
L’uomo con la macchina fotografica che nel suo obiettivo
ha catturato la storia mi ha sempre chiamata “bambina”, È stato l’incontro per una breve videointervista nel 1994
benché ci conoscessimo da almeno la metà dei suoi cin- a fornire al regista Mark Bozek la straordinaria oppor-
quant’anni di carriera. Lui era quel tale che girava su una tunità di esplorare nel profondo la personalità del foto-
bici un po’ sbilenca, fotografando gli habitué della mon- grafo. «Dovevamo stare insieme una decina di minuti...
danità e i personaggi tipici di downtown e che, soprat- dopo tre ore e mezza, invece, il nastro della registrazione
tutto, fiutava le tendenze moda dal suo incrocio preferito era agli sgoccioli», racconta Bozek a proposito della ge-
tra la 57ma strada e la Fifth Avenue. «Non sono mai stato nesi di “The Times of Bill Cunningham”. «Quando l’ho
un paparazzo», diceva. Eppure, non solo è riuscito a im- ripescato dalla cantina, il giorno in cui Cunningham è
mortalare personaggi famosi – come un ben più giova- morto, nel giugno 2016, erano passati più di vent’anni
ne e robusto Karl Lagerfeld con la leggenda della moda dall’ultima volta che lo avevo guardato. Durante il mon-
italiana, Anna Piaggi –, ma anche a cucire il patchwork taggio», continua, «ho deciso che saremmo stati solo io
di una società in continuo mutamento, catturando scorci e lui, tanta era la passione con cui mi aveva raccontato la
della vita privata di Jacqueline Kennedy Onassis, o della sua storia». Bozek si riferisce in particolare alla dramma-
vecchia guardia della upper-class americana. tica sequenza in cui il fotografo, abbandonata la sua con-
sueta solarità, parla apertamente del flagello dell’Aids.
Ma chi era quest’uomo dalla corporatura esile, sempre
sorridente e con la macchina fotografica perennemente Ma la vita di Bill è stata in realtà interamente concentrata
in mano, oggi protagonista del documentario di Mark sulla fotografia, e sul documentare la moda e le perso-
Bozek “The Times of Bill Cunningham”, selezionato per ne che vi gravitano intorno. Non ricordo una sola occa-
l’edizione 2018 del New York Film Festival? Cunnin- sione in cui il suo spirito libero non stesse seguendone i
gham aveva fatto i primi passi nel fashion system come cambiamenti e lui non stesse facendo dei reportage per il
modista (faceva cappelli, ndr), ed è sempre rimasto una “New York Times”. Nessuna sfilata era troppo piccola (o
persona umile. Le prime foto ufficiali le scattò verso il troppo grande) per non riuscire a catturarne l’attenzione.

168 Back vogue.it n. 821


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170 Back vogue.it n. 821
Nessuna sfilata era troppo piccola – o troppo grande – per non riuscire a catturare l’attenzione
di Bill Cunningham. L’inaspettato era il suo pungolo... È stato un fotografo ostinatamente
indipendente, che ha usato il proprio taccuino visivo per annotare cambiamenti di ogni genere,
dall’energia selvaggia dello Studio 54 all’invenzione di abbigliamento uptown e downtown.

L’inatteso era il suo pungolo: come il ritorno dello sfarzo gli aveva distrutto la bicicletta: il lavoro fisso gli offriva
nella sartorialità maschile; i colori accesi nei vestiti dei infatti la possibilità di avere l’assicurazione sanitaria. Pri-
tutte le immagini dal film the times of bill cunningham. traduzione di alice guareschi.

millennials; lo street style in perenne evoluzione, dagli ma di questo cambio, arrivato così tardi nella sua carriera,
outfit da rocker un po’ oversize allo sportswear aerodina- è stato un fotografo ostinatamente indipendente, che per
mico. Rammento quando raccontava, con grande entu- cinquant’anni ha usato il proprio taccuino visivo per an-
siasmo, del modo in cui, alla storica sfilata del 1973 a Ver- notare cambiamenti di ogni genere, dall’energia selvag-
sailles, i moderni abiti casual dei designers newyorkesi gia dello Studio 54 negli anni Settanta all’invenzione del
avessero surclassato la grandeur dell’alta moda parigina. concetto di abbigliamento uptown e downtown.
«Lo spettacolo più emozionante che abbia mai visto», Le fotografie di Cunningham sono straordinarie e molto
lo definiva, ricordando il confronto tra le creazioni dei probabilmente oggi valgono oltre un milione di dollari.
maestri francesi – Yves Saint Laurent, Pierre Cardin, Ma lui non si sarebbe fatto impressionare dai numeri. «Il
Emanuel Ungaro, Christian Dior, Hubert de Givenchy denaro è la cosa meno cara», diceva. «L’autonomia e la
– e quelli casual, stilizzati e sobri degli americani Oscar libertà le più costose». •
de la Renta, Stephen Burrows, Halston, Bill Blass, Anne
Klein. Nella parte finale dello show, Liza Minnelli can-
tava a squarciagola “Bonjour Paris”, mentre la collezione
dell’afro-americano Burrows lasciava il pubblico francese
letteralmente senza fiato. Quella è stata la prima volta – e
di sicuro non l’ultima – in cui il fotografo ha dimostrato Yves Saint Laurent e Lou Lou de la Falaise al gala del centenario
del Met, ottobre 1983; in secondo piano Pierre Bergé, compagno
la propria ampiezza di vedute in merito a classe sociale e di vita e lavoro del couturier. Nella pagina accanto. Anna Piaggi
colore della pelle. e Karl Lagerfeld a Parigi, 1978 ca. Nelle pagine precedenti,
da sinistra. Due scene di streetstyle, anni Ottanta. Gianni Versace
Cunningham è morto a 87 anni, dopo essere stato insi- e il compagno Antonio D’Amico, a New York, anni Ottanta.
In apertura. Cunningham a una sfilata parigina (1972) ritratto
gnito dell’Ordine delle Arti e delle Lettere francese nel dal reporter inglese Harold Chapman. The Times of Bill Cunningham
2008. Nel ’94 era entrato a fare parte in maniera stabile sarà nelle sale in primavera e su Apple ITunes Movies. Nel 2010
dello staff del “New York Times”, dopo che un camion al fotografo è stato dedicato il film Bill Cunningham New York.

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172 Back vogue.it n. 821
ALL’ALBA DI UN’ERA
Piaccia o no, la rivoluzione digitale ha cambiato
per sempre anche il modo di fruire la fotografia
di moda. In occasione di un nuovo libro,
Glen Luchford spiega a Vogue Italia
perché non è detto che sia una cattiva notizia.

— di BEATRICE ZAMPONI, foto di GLEN LUCHFORD

«L’unico vero crimine nella moda è l’essere noiosa, per-


ché la vita può esserlo già molto. Se pensiamo che la
gente passa le giornate in ufficio, seduta davanti a uno
schermo, poter uscire e magari vestirsi con abiti ricer-
cati non è necessariamente una frivolezza ma, al contra-
rio, un modo per comunicare con gli altri. Chi compra
una borsa lo fa perché quel brand è riuscito a creare un
immaginario, a dare una visione di se stesso; il nostro
lavoro sta proprio qui».
Glen Luchford ha cominciato a lavorare nei tardi anni
Ottanta, con le sue immagini ha esplorato le tenden-
ze underground più significative, dagli skater all’a-
cid house music, raccontandole fin da subito con un
linguaggio spontaneo, a tratti diaristico, anticonven-
zionale per l’epoca. Poi nei Novanta ha fuso questo
approccio informale al più sofisticato stile cinemato-
grafico attraverso lo sviluppo di una tecnica comples-
sa. Attento interprete della società contemporanea,
racconta oggi, nelle pagine del volume “Antiglossy:
Fashion Photography Now” (Rizzoli International) –
insieme ad altri trenta fotografi –, come sia cambiata
l’immagine di moda (e la sua fruizione) dopo l’arrivo
dei social media e delle pubblicazioni digitali.
«Tutti possono scattare una bella foto, ma è il punto di
vista a fare la differenza. Oggi la difficoltà è proprio avere
una visione. Da giovane sono stato molto influenzato dal
fotogiornalismo, dalla straordinaria capacità di catturare
un preciso istante: ero ipnotizzato dalle foto dell’uccisio-
ne di John F. Kennedy, il fotografo era riuscito a entrare
dentro un momento incredibilmente privato e scatta-
re immagini che sarebbero rimaste nella storia. È stato
proprio l’interesse per l’istantaneità a portarmi verso un
lavoro più “naturale” rispetto all’artificio degli Ottanta».

173
“Antiglossy: Fashion Photography Now” rimarca come rigidamente un tema, non sai mai quale sarà il prossimo
la fotografia di moda si sia progressivamente orientata passo. Per coprire le esigenze dei nuovi media abbiamo
verso un piano di realtà: scatti più veri per creare mag- messo in piedi un set enorme: parliamo di produzioni in
giore immedesimazione. Ma la moda non ha sempre stile hollywoodiano, con 150 persone.
avuto bisogno di sogni? Come è avvenuto per le sue Come è cambiato il suo modo di lavorare?
storiche campagne di Prada ispirate a film come “Bla- Attraverso i social media puoi controllare e orientare il
de Runner” o “Shining”. tuo messaggio, creare una sorta di magazine personale
In quelle campagne ho introdotto un uso narrativo della di cui sei l’art director e nel quale decidi come e quali

foto gucci ©glen luchford/gucci. jenny saville © siae.


luce, tecnicamente un processo innovativo per l’epoca: immagini mostrare. L’aspetto negativo è invece l’au-
non più una singola fonte luminosa, come erano allora mento di lavoro sul set. Quando ho cominciato si scat-
i set di moda, ma tante ed elaborate, in modo da creare tavano venti immagini all’anno per le campagne pubbli-
profondità, atmosfera, come al cinema. Nello stesso mo- citarie di tutte le stagioni, mentre oggi ne servono venti
do in cui si campiona la musica, ho campionato still da a settimana. La crescita è stata esponenziale, così come
film iconici di grandi registi come Kubrick, Fellini, Pa- la velocità richiesta per pubblicare parte dei contenuti
solini, e li ho combinati insieme. È stato come “rappare” praticamente in diretta.
con l’immaginario visivo. Il libro evidenzia anche l’apertura a nuovi modelli
Anche i suoi recenti advertising per Gucci ricreano estetici, intrapresa fin dall’inizio della sua carriera.
mondi fantastici: donne aliene venute dallo spazio o Emblematica la collaborazione con la pittrice Jenny
l’arca di Noè. Saville, del 1995/96, che di certo non presenta un’im-
Alessandro Michele ha un immaginario incredibile. magine stereotipata della donna.
La sfida era seguirlo, entrare nelle suggestioni che lui British Vogue mi aveva commissionato un ritratto di
stesso propone. Spazia senza porsi limiti, non rispetta Jenny; arrivato nel suo studio si mise dietro un vetro

174 Back vogue.it n. 821


«La fotografia ha assunto un carattere da disordine ossessivo compulsivo. La gente scatta
mille foto, ma non le riguarda mai, la foto nasce e muore simultaneamente. Le immagini
vengono archiviate in un disco secondo uno strano meccanismo legato unicamente al possesso».

schiacciando e deformando completamente il viso men­ Penso a mio figlio, credo che lui non sarà mai in grado di
tre la scattavo. Quel primo incontro fu talmente intenso vedere un film di Bergman per intero perché non riuscirà a
che cominciammo a collaborare. Jenny usava le mie fo­ sostenerne il ritmo lento. I ragazzi assorbono informazioni
to come base per i suoi dipinti, aveva una visione com­ a una velocità esponenziale, la capacità di attenzione è or­
pletamente anticonvenzionale delle forme femminili e mai tarata su video di pochi secondi, come quelli di Insta­
non era assolutamente interessata alla vanità in gene­ gram. La prospettiva è piuttosto triste, ma l’evoluzione pre­
re sottesa nelle foto di moda. È stata un’esperienza di suppone da sempre delle rinunce. Da tutta questa rapidità
grande ispirazione. uscirà sicuramente qualcosa di rivoluzionario: siamo ine­
Oggi si scattano milioni di fotografie, ma se ne stam- quivocabilmente testimoni della nascita di una nuova era. •
pano pochissime e molte di queste si perderanno nei
trasferimenti dati.
La fotografia ha assunto caratteristiche da disordine
ossessivo compulsivo. La gente scatta mille foto, ma Glen Luchford, 50 anni, è nato a Brighton. Fotografo autodidatta, ha lasciato
non le riguarda mai, la foto nasce e muore simultanea­ la scuola quindicenne per trasferirsi a Londra. A 19 anni già lavora per il cult
mente. Le immagini vengono archiviate in un disco magazine “The Face” e nei ’90 è tra i primi a collaborare con Kate Moss, ritratta
nella famosa serie in b/n tra le vie di New York; alla fine di questa decade, firma
secondo uno strano meccanismo legato unicamente in esclusiva le campagne di Prada. Dalla sua nomina al timone creativo di Gucci,
al possesso. Nonostante questo, sono convinto che la nel 2015, accompagna Alessandro Michele nel nuovo corso estetico del brand.
fotografia sia ancora viva e che andrà avanti con la spe­ Ha esposto a Londra al V&A, alla Gagosian Gallery e al MoMA di New York.
rimentazione.
In alto. Uno scatto di Luchford per la campagna Gucci P/E 2017. Pagina
Le news online sono dei riassunti, le storie di moda accanto. Closed Contact #14, uno dei ritratti fotografici della pittrice inglese
ridotte in pillole snocciolate sui social. Si sta perdendo Jenny Saville realizzati da Glen Luchford nel 1995­96. In apertura. Citando
il senso della narrazione e la qualità? il “Mostro della laguna nera”, 1954, per la campagna Gucci A/I 2017.

175
176 Back vogue.it n. 821
IL NUOVO SESSO
Le persone non binarie, che già si esprimono
nei social con gli hashtag, si fanno largo
nell’arte. E l’onda lunga tocca la pornografia.
Perché l’indefinito è nella natura dell’eros.

— di ILARIA BERNARDINI

177
L’utilizzo dei pronomi neutri “loro” e “noi” in riferimen- e indifferenziato – e non era il nulla, bensì la vita. Così
to alle persone dalla sessualità non binaria, ovvero che era anche l’ápeiron del filosofo greco Anassimandro, il
non si vogliono definire né uomo né donna, né “lui” né cui significato è “indefinito” e rappresenta l’“archè”, cioè
“lei”, si sta lentamente espandendo. Sono usciti film de- l’origine dell’universo, e quindi nostra. Dal passato al
licati e intelligenti come “They” di Anahita Ghazviniza- presente, suona particolarmente puntuale l’invito del-
deh. Sono apparsi cantanti come Antony Hegarty, unica la poetessa Chandra Livia Candiani che in “Fatti vivo”
persona transgender nominata per un Academy Award, o (Einaudi) scrive: «Non abitare il mondo/non avere casa
Rae Spoon, transgender che scrive musica folk fin dagli mai/né luogo né proprio nome, paese, persona/solo den-
anni 90. E poi sono arrivati i social, che ora presidiano sa nebbia. Divisione piccola/frazione/di un punto in un
l’area con la forza degli hashtag #theythem, #nogender, punto in un/punto». L’essere punto, frazione, così come
#agender, #pangender. «Nella nostra storia culturale non l’essere “loro”, racconta un’idea del sé indefinita e fluida.
abbiamo mai ammesso una nozione di terza categoria,
o che ci potesse essere qualcosa tra le categorie. I social Come dice Quinn Eades, scrittore non binario: «La
media hanno promosso questa esplorazione», sancisce maggior parte della gente vede le persone transizionare
Barbara Risman, sociologa della University of Illinois, da un genere all’altro attraverso trattamenti ormonali,
nel suo saggio “Where the Millennials Will Take Us: A procedure mediche e procedure burocratiche – come
New Generation Wrestles with the Gender Structure” cambiare il nome (…). Nella mia scrittura, che funziona
(Oxford University Press). per frammenti, voglio rappresentare che per me e per la
maggior parte delle persone trans è tutto più complesso
D’altronde, a ben pensarci, è dall’indefinito che venia- di così. Non c’è una narrativa unica, immobile».
mo, dall’incrocio di uomo e donna. L’ambiguo, lo sfo-
cato, l’ermafrodita, il cerchio e il movimento sono da Ora che nella narrazione singolare (e di conseguenza in
sempre al centro della teoria dell’esistente e dell’eros. Il quella collettiva) sono arrivati i pronomi plurali per rac-
filosofo Lao-tzu, fondatore del taoismo, metteva in chia- contare il corpo, anche la parte di noi che si confronta
ro che prima di tutto vi era un non-essere trascendente con il desiderio esce dalle categorie binarie, si apre allo

178 Back vogue.it n. 821


sfocato e abita nuovi impulsi, che trovano nello sfugge-
vole, nel plurale, la loro potenza.

Non sorprende che il porno, in maniera alternativa e la-


terale, si stia lentamente modificando. Mentre la porno-
grafia ufficiale è ancora fortemente binaria e dà spazio ai
generi non conformi di solito in chiave offensiva o smi-
nuente, oggi compaiono canali capaci di trasmettere sto-
rie che le persone non binarie vogliono in effetti vedere,
come i porno trans prodotti da Trouble Films e Foxhou-
se Films; e ci sono attrici porno gender fluid come Jane
Way, che parla di sé usando il pronome “noi”.

Anche in Italia l’arte underground femminista inda-


ga l’incrocio tra pornografia e sessualità non binaria.
Partendo da “Testo tossico” (Fandango Libri) di Paul
B. Preciado – filosofo allievo di Heller e Derida che ha
iniziato il percorso di transizione dal 2015 e il cui lavo-
ro è centrato su teorie di pornografia e genere –, per
esempio, il duo Pornopoetica, e cioè la documentarista
Titta Cosetta Raccagni (44 anni) e la danzatrice Barbara
Stimoli (40 anni), ha esplorato l’indefinito erotico che
«si insinua tra le maglie dell’immaginario pornografico,
proponendone una riscrittura». Il dialogo con Preciado,
spiegano, «esplora l’oscillazione del desiderio, la sua for-
za politica che spezza ogni pretesa di normalità. Mobile,
instabile, metamorfico e nomade; indeterminato, inde-
terminabile, non catalogabile». L’intento di Pornopoeti-
ca non è lavorare solo sull’eccitazione, ma creare nuovi
immaginari erotici.

Lo testimonia l’incontro del duo con la fotografa Alessia


Bernardini (40 anni) – già vicina al tema, visto che nel
progetto “Becoming Simone” aveva raccontato la storia
di un uomo vissuto nel corpo di una donna fino ai 51
anni, quando ha iniziato la transizione. Con “Pleasure
Rocks” – una serie di foto (ora libro fotografico in edi-
zione limitata) con sassi al posto di dildos, sassi al posto
di bocche, sassi a riempire i vuoti tra seni e pance – Ber-
nardini e Pornopoetica danno forma a una teoria fluida
sull’erotico. «È un lavoro sulla relazione tra eros e por-
nografia, una ricerca su piaceri non convenzionali», dice
foto © alexandra von fuerst/odiseo, gennaio 2017.

la fotografa. Colpisce una frase di Preciado usata dalle


autrici nelle loro performance: «Non siamo corpi senza
organi. Ma una composizione eterogenea di organi inca-
paci di stare riuniti sotto la stessa pelle». Noi, essi, loro.
Come ha scritto su “The Guardian” Robin Dembroff,
assistant professor a Yale: «Quando avremo capito le vir-
tù di avere dei pronomi di genere neutrali come “they”
per alcune persone, forse li useremo per tutti». •

Si intitola Sensuality of The Objects la serie di scatti di queste pagine


realizzati da Alexandra Von Fuerst (27 anni) per la rivista Odiseo vol.
9 (gennaio 2017) dello spagnolo Folch Studio. La fotografa indaga
la bellezza del corpo femminile spaziando fra erotismo e surreale.

179
English Texts

Manifesto the intimate and convinced choices of those exceptional insight of the photographer‘s cha-
by MICHELE SERRA who enunciate it, will rise among the shouts. racter after sitting down with him for a brief
It will not go unnoticed. Politics will begin recording back in 1994.
Etymology reveals the soul of words. Elegant to choose again. It will return elegant and se-
comes from the Latin “eligere”, to choose. ductive, something that it isn’t today. • “We were supposed to be there for about
Inelegant, therefore, is whoever doesn’t cho- (Trad. Pat Quigley) 10-minutes and three-and-a-half hours later
ose. Either because they aren’t capable, or be- original text page 32 we ran out of tape,” said Bozek.
cause they want to hide their true nature from
others. And so they entrust the way they beha- “When I pulled it from my basement the day
ve and present themselves to others to outside Bill Cunningham he died in 2016, I hadn’t watched it for 25 ye-
influences such as current trends, mainstream by SUZY MENKES ars,” he continued. “But I decided it was going
opinion, and the commonplace. to be just him and me. He told his own story
In politics, for example, supreme inelegance “Thank you, child,” Bill Cunningham would so passionately. “
is adapting to keep pace with the polls, to go say, as he politely refused my offer to share a That was a reference to the photographer’s
with the flow. When you say “people want it” taxi back from the New York shows. Instead, move from sunshine to shadow as he talked
you are not saying the most important thing, he set off on his bicycle, rain, shine or driz- openly about the scourge of AIDS. But Bill’s
which is what you want; what kind of person zling snow, wearing his signature blue wor- life was focused entirely on photography and
you are; what words you would use if you no ker’s jacket and cap. on recording fashion and the swathe of people
longer had those that you keep saying, over it involved.
and over again, just to please your audience. The man with a camera who captured history
For this reason above all, politics has become in his lens always called me “child” – even I cannot remember a time when his free spirit
the quintessential place of inelegance, equa- though I had known him half his 60 years as was not following fashion and making a repor-
ling if not overcoming, in the easy street to a photographer. He was the figure on a won- tage for the “New York Times”. No show was
consensus, the traditional language of com- ky bike, who snapped society mavens, quir- too small – nor too grand – for his attention.
plying with popular tastes, that is advertising. ky downtown figures and, best of all, sniffed He was aroused by the unexpected: the return
Which today, when compared to political lan- out fashion trends on his favourite corner of of men’s sartorial splendor; tailoring worn in
guage, is much more imaginative and varied. 57th and Fifth Avenue. vivid colours by millennials; the ever-chan-
Meaning, much more elegant. ging street-style from baggy rocker outfits to
“I’ve never been a paparazzi,” Cunningham streamlined sportswear.
The vulgarity of politics – hasty tweets, the would say. Yet he managed to capture not only
use of foul language, the baseness of opinions the famous - like a younger, thicker Karl La- I remember the photographer talking with
passed off as being “in touch with the masses” gerfeld with Italian fashion legend Anna Piag- glee about New York designers’ casual mo-
– aims to make us believe that the distance gi. He also stitched together the ever-chan- dern clothes that trumped the haute couture
between the people and the ruling class has ging patchwork of society, catching a private grandeur of Paris at a 1973 event in Versailles.
been reduced. A few years ago a boorish po- glimpse of Jacqueline Kennedy Onassis or the
litician, during a break in a talk show which, old guard of upper-class America. He called it “the most exciting show I have
unfortunately, I was also participating in, told ever seen”, recalling the contrast between
me with a prophetic grin: “I am rude because I Who was this slight man with a perpetual smi- French maestros – Yves Saint Laurent, Pierre
represent rude voters.” I believe he wanted to le and ever-present camera? Cardin, Emanuel Ungaro, Christian Dior,
give me a lesson on the true nature of demo- Hubert de Givenchy – pitted against the un-
cracy. I also believe that he feels triumphant, Cunningham, whose father worked for the derstated, casual, streamlined clothes sent out
and with some good reason: his party today post office and whose initial step towards fa- by America’s Oscar de la Renta, Stephen Bur-
runs my country. shion was as a milliner, remained humble. His rows, Halston, Bill Blass, Anne Klein. The
studio in New York’s Carnegie Hall had a sim- finale had Liza Minelli blaring out “Bonjour
It should be inferred that elegance, in politi- ple, single bed among racks of photographs. Paris”, while African-American Stephen Bur-
cs and perhaps elsewhere, is a loser by natu- No television. A communal bathroom. Yet his rows stunned the formal French audience. It
re, because personal choices, original ideas, work transcended fashion. The path he fol- was the first – but by no means the last – time
nonabused words, are condemned to defeat. lowed – or created – produced a lifetime body that the photographer showed his open mind
But there is a crack in the wall of inelegan- of work that marks history. to class and colour.
ce. It is the dullness, the deep boredom that,
in the long run, comes with these overused Mark Bozek’s “The Times of Bill Cun- Cunningham was 87 when he died, having re-
words. It will take time, but it will happen: an ningham” was selected for the 2018 New ceived the French Legion d’Honneur in 2008.
unexpected idea, well formulated, the result of York Film Festival. The movie maker had He became an official staff member of the

180 vogue.it n. 821


“New York Times” after a truck crashed into very influenced by photojournalism, by the shoot twenty a week. It’s been an exponen-
his bike in 1994 – the job offered health insu- ability to capture a moment. I was hypnoti- tial growth, along with the speed of realiza-
rance. Before that move, so late in his career, zed by Kennedy’s assassination’s photos, and tion required to publish part of the contents
the photographer was stubbornly independent, how the photographer managed to get into practically live.
using his visual notebook to mark the changes this incredible private moment and take a
from the wild energy of nightclub Studio 54 in picture that would remain in history. It was The book highlights how you’ve always been
the 1970s and then introducing the concept of precisely the interest in instantaneity that led open to new aesthetic models since the begin-
uptown and downtown dressing. me to a much more natural way of working ning of your career. The collaboration with
than the artifice of the 1980s.” painter Jenny Saville in 1995-1996 was
Cunningham’s exceptional photographs are emblematic of this. That was certainly not
supposedly worth today over a million dollars. “Anti Glossy: Fashion Photography Now” the stereotyped image of a woman.
But he would not have been impressed by the talks about how fashion photography has I was commissioned by Vogue to take a por-
numbers. progressively veered more toward reality wi- trait of her; when I arrived in her studio, she
“Money is the cheapest thing,” he said. “Li- th more “real” shots meant to make people stood behind a glass, completely crushing
berty and freedom are the most expensive.” • relate to them. But hasn’t fashion always and deforming her face as I shot her. That
text page 166 needed dreams? Like with your historic Pra- first meeting was so interesting that we be-
da campaigns inspired by films like “Blade gan collaborating on a series where Jenny
Runner” or “The Shining”. started from my photography as a basis for
Glen Luchford In those campaigns I introduced a narrative her painting. She had a completely uncon-
by BEATRICE ZAMPONI use of the light: no longer a single light source, ventional view of the female forms and was
as the fashion sets used to be at the time, but not interested in the general vanity under-
“The only real crime in fashion is being bo- many and elaborate, in order to create depth, lying the fashion pictures.
ring, because life can be so boring already. a movie-like atmosphere. In the same way that
People spend their days in the office, sitting music is sampled, I have sampled stills from Today, millions of photographs are taken,
in front of a screen; going out and maybe iconic movies, from Kubrick, Fellini, Pasolini but we print very few of them. A lot of them
dressing up with many elaborate clothes is and I combined them together. It was like rap- will be lost in the data shuffle…
not necessarily frivolous, on the contrary it ping, only not with sounds but with images. I believe photography today has totally taken
can be a way to communicate with others. on an obsessive-compulsive disorder cha-
The reason why people buy a bag of a certain Even the recent advertising you’ve worked on racter. People shoot a thousand photos but
brand is because that brand has managed to for Gucci recreates fantastical worlds, with never concern them, the photo is born and
create an imaginary, a vision of itself; this is alien women from outer space or Noah’s ark. dies simultaneously. The images are then sto-
the fulcrum of our work.” Alessandro has an incredible imagination, red in a disk according to a strange mechani-
the challenge is to follow him and enter in- sm linked solely to possession. Despite this,
Glen Luchford began working with images to the suggestions that he proposes. He does I am still convinced that photography is still
in the late 1980s, exploring the most signifi- not set limits to his imagination and works alive and will go on with experimentation.
cant underground trends, from skateboarders without rigidly following a theme, with him,
to acid house music. From the beginning, he you never know what will be the next step. To Online news today is all about brevity, with
used a spontaneous – at times diaristic – arti- cover the new media’s needs, the set was truly the top stories reduced to snippets on social
stic language that was unconventional for the huge: we are talking about real Hollywood media. Do you think narration and quality
era. Then, in the 1990s, he took this informal productions of up to 150 people. are on the way out?
approach and paired it with a more sophisti- I think of my son; I think it will be impossible
cated cinematographic style via an elaborate What has changed in the way you work? for him to see a Bergman film because he will
technique. He is an attentive interpreter of Through social media you can control and probably not be able to sustain the slow pa-
contemporary society and, today, with the bo- guide your message, you can create a sort of ce. Young people today absorb information at
ok “Anti Glossy: Fashion Photography Now” a personal magazine of which you are the art an exponential speed, their attention span is
(Rizzoli International), he – along with thirty director, deciding which images to show and now calibrated on videos of a few seconds like
other photographers – talks about how fashion how; this is an entirely new and very inte- those of Instagram. The prospect is therefore
images (and their use) have changed since the resting possibility on a creative standpoint. rather sad, but the price of evolution always
arrival of social media and digital publication. The negative aspect of the advent of these presupposes renouncements. From all this
new platforms has been the increase of work speed, something revolutionary will certainly
“Anybody can take a good picture, but it’s on the set. When I started, we would shoot come out: we are unequivocally witnesses of
having a point of view that really makes the twenty images each year to cover the adver- the birth of a new era. • (Trad. Michelle Schoenung)
difference. Personally as a young man I was tising campaigns for all the seasons; today we original text page 172

181
O ROSC O P O

Gennaio TORO e CAPRICORNO sono gli unici segni a non avere nel
2019 nessun pianeta contrario. Con Saturno, Nettuno, Urano
e Plutone a favore, possono rivoluzionare i settori dell’esistenza
che attendevano un salto di qualità, o migliorare le loro posizioni.
Anche in amore. Anno promettente per i SEGNI di FUOCO,
con un fiammeggiante Giove dalla loro parte fino a novembre.

di MARCO PESATORI

Aria Fuoco Acqua Terra


Acquario | Gemelli Ariete | Leone Cancro | Scorpione Toro | Vergine
Bilancia Sagittario Pesci Capricorno

Acquario Maestre di diplomazia Ariete Giove per tutto l’anno è co- Cancro Rinascita delle nate in giu- Toro Assenza di transiti che ren-
e socialità vorticosa, combattive me vento a favore. I dubbi svani- gno, che tanto negli anni recenti dono insopportabile la vita. Da
e tenaci, specie in questo inizio scono. Alzate gli spinnaker dell’en- avevano penato. Urano riporta gennaio la solidità di Saturno vi fa
d’anno, con un Marte d’acciaio a tusiasmo e tenete saldo il timone, scenari di bellezza, creatività e procedere con azione efficace. Nel-
sostenervi. Ottimo momento per verso progetti adesso più ambizio- amore. Gennaio, però, è un mese le trame d’amore e nei sentimenti
una battaglia che migliori l’imma- si. Solo alcune di seconda decade, teso per le nate in luglio. Tenere profondi, sono confermate le cer-
gine professionale, anche mirando con Saturno contro, tengano a ba- testa a Saturno è un compito non tezze indispensabili. Nulla di ciò
a sostanziosi risultati. L’amore può da gli eccessi di entusiasmo man- facile, ma non impossibile. che amate si renderà evanescente.
essere dolce, esplosivo e folle. tenendo realismi rigorosi.
Scorpione Brillanti, senza perder- Vergine Le angolazioni invincibili
Gemelli L’anno parte a passo di ca- Leone Non siete mai quella di vi nei labirinti della mente, negli di Saturno premiano lo stile im-
rica. Mai, comunque, avete affron- cui si può fare a meno. Siete in- abissi di desideri impossibili o peccabile, ma Giove vuol vedervi
tato qualcosa a ritmo lento, o avete dispensabili, e già da gennaio, con sulle nuvole di amori ingannevoli. sorridere, concedervi l’exploit che
lasciato che le cose si sviluppassero un Marte fantastico, tutti se ne ac- Pur vibrando di emozioni poten- appaga i desideri. Non fate scorrere
da sole. Volete essere presenti, con corgono. Anno sfolgorante. Giove ti, mantenete il controllo di ogni il tempo sui binari della routine. In
un chiaro quadro della situazione. facilita gli sviluppi concreti, crea stato d’animo. In amore, sapete amore, le stelle vi vogliono impre-
Giove opposto può aprire strane occasioni uniche. Poste al centro quando è preferibile l’attesa o è vedibili e capaci di spiazzare.
forme di vuoto sentimentale. L’a- della scacchiera universale, fate gi- possibile l’azione appassionata.
more torna a essere centrale. rare il cosmo intorno a voi. Capricorno Nel vostro riserbo si
Pesci C’è qualcosa in voi che è fuo- può cogliere un maggior sentimen-
Bilancia Marte tenta di essere no- Sagittario Ottimo inizio. Giove e ri dai canoni, che rimanda ad altri to, rispetto a quella confidenza che
civo in questo gennaio, ma voi sa- Marte in portentoso trigono. Nes- mondi e ad altri tempi. Chi vi in- dà tutto per scontato. Ci mettete
pete placarlo. Con Giove a favore, sun pianeta è irriverente, nessun contra si incanta, come se di colpo del tempo ad aprire il cuore, ma chi
sul volto vi si disegna un sorriso pensiero rigira nella mente confu- si trovasse di fronte al capolavoro è in relazione con voi può coglie-
luminoso e i risultati non manche- sa. Sembrate una saggia tibetana di un’arte misteriosa, che affasci- re tutto il valore di una profondità
ranno. In amore, avete la classe per seduta su un picco a dominare il na perché impossibile da decifrare priva di superbia. Anno eccellente.
far cadere i malintesi nell’oblio. mondo. Il vostro amore è discepolo con i codici di sempre. Immagine professionale benedetta
dolce, ma a volte anche scatenato. e note d’amore melodiose.

Scenari
Plutone camminerà in Capricorno, Nettuno in Pesci. A marzo,
dopo sette anni in Ariete, Urano entrerà nel Toro e questa è
la novità più importante. I tre pianeti lenti sono fondamentali,
ma anche Saturno, fermo nei gradi centrali del Capricorno,
e Giove, in Sagittario, influenzeranno i destini del 2019.

182 vogue.it n. 821


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S P EC I A L T H A N KS com. Stampa: Elcograf S.p.A. Verona - Printed in Italy • Numeri arretrati € 10,00. Inviare importo a IeO Informa-
tica e Organizzazione Srl Ufficio Arretrati, a mezzo c/c postale n. 56427453, tel. 039.5983886 - fax 039.9991551
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