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tabili e invisibili in sé, ma di cui tracce si del De caelo di Aristotele che non trattò mai
hanno nelle profezie, possono essere inter- di tecniche astrologiche, dandone solo il ge-
pretati nei segni che Dio stesso impresse nei nerico principio per la generazione delle
cieli quando creò il firmamento. Fu sensibili- forme), furono astrologi matematici esper-
tà comune dei dotti delle tre religioni di leg- tissimi (astrologia e astronomia erano allora
gere nei cieli il futuro degli eventi straordi- termini sinonimi). I maestri fondatori di
nari delle loro religioni e pertanto nel XIII questa astronomia-astrologia si richiamaro-
secolo, al tempo di Bacone, essi temevano no meno ad Aristotele, quanto più
l’arrivo dell’Anticristo, gli arabi l’invasione all’Almagesto di Tolomeo che forniva i fon-
dei pagani che avrebbero portato la distru- damenti dell’astrologia del Quadripartito,
zione del loro popolo e della religione di rielaborando una tecnica più raffinata e
Maometto, e gi ebrei attendevano la loro complessa rispetto a questa opera, contami-
Redenzione. nandola con le tecniche astrologiche orienta-
Questa concezione astrologica dei grandi li indiane e persiane. Essi furono il giudeo di
eventi del mondo come le religioni era fon- lingua araba Mesahalla e Albumasar, un po’
data sulla dottrina delle grandi congiunzioni. più giovane di questi.
Sembra che essa sia apparsa nel periodo sas-
sanide, allorché i fedeli di tutte le religioni
praticate nell’Impero vivevano nell’aspet- 2. Le fonti
tativa più o meno prossima della fine del
mondo. Questa concezione astrologica del
mondo era anche in sintonia con un passo
del Timeo (39, D) dove Platone sviluppava
la teoria di un ritorno di tutti i pianeti al me-
desimo grado (detta anche teoria del Grande
C ostoro elaborarono una astrologia
mondiale con la complessa teoria
delle grandi congiunzioni planeta-
rie chiamata anche delle Rivoluzioni degli
anni del mondo, che aveva al suo centro la
Anno o Anno Perfetto), dottrina che dava spiegazione del nascere e perire dei regni e
origine all’idea dei cieli pluriennali catastro- soprattutto delle religioni, dei cataclismi e i
fici o meno dell’universo. Il problema diluvi universali. La loro teoria congiunzio-
dell’ordine cosmico fu connesso con la de- nista produsse commenti e interpretazioni
terminazione scientifica del succedersi del numerose, ma alcuni dotti delle tre religioni
tempo letto dagli astronomi nei transiti cele- interessati a anticipare il futuro delle profezie
sti. (sebbene fortemente contrastati dalle autori-
Fino al secolo XVI con il rinnovamento tà dottrinali delle loro religioni) se ne appro-
dell’astronomia di Galileo, buona parte degli priarono.
astronomi dei secoli anteriori (ma non di
quei filosofi peripatetici cristiani esponenti
della teologia scolastica del secolo XIII co-
me Tommaso di Aquino, fedeli alla lettura
6
ALBUMASAR, Introductorium maius, libro V, diff.
XIII «in dominis triplicitatis», ed. Lemay, vol. V, pp.
200-201.
zioni per ciascuna triplicità, il che condur- 7
In part. su questa casistica cfr: C. NALLINO, Albat-
rebbe dopo quattro cicli di 12 congiunzioni i tani sive Albategni Opus astronomicum, Milano (Pub-
due pianeti al punto di origine di rivoluzione blicazioni del Regio Osservatorio di Brera, XV),
1903, Introduzione, vol. I.
fissata al grado 0 dell’Ariete (come ho ac- 8
Cfr. C. NALLINO, op. cit, ibidem.
cennato sopra). Messahalla aveva stabilito
Queste dottrine furono rielaborate anche filosofo Abramo Savosarda nella sua opera
dai maggiori astronomi ebrei del secolo XII, di astrologia mondiale, il Liber revelatoris10,
Abramo Bar Chijja (Savosarda) e Abramo vissuto nella prima metà del sec. XII. Dando
ibn Ezra (Avenazre) nelle loro opere De ma- per supposto che tra due piccole congiunzio-
gnis coniunctionibus e conosciute per le tradu- ni successive passano 20 anni, si dà la regola
zioni di Enrico Bate di Malines e di Pietro di apparenza astronomica per determinare il
d’Abano. Esse contribuirono a stimolare ac- millennio che è l’intervallo preso a unità di
cese discussioni nel Rinascimento. misura da parte dei congiunzionisti. Scaturi-
Si chiama “piccola” congiunzione quella sce da questa dottrina astrologica universale
che si riferisce ad un transito della medesima una concezione della storia del mondo fatta
triplicità, con esclusione della prima con- dipendere dalla rivoluzione degli astri la
giunzione la quale ha il nome di “media”, quale contraddistinse la visione di una storia
perché segna il passaggio in una nuova tri- lineare scandita dai transiti planetari fino al
plicità rispetto alla “grande” precedente (es- Rinascimento, allorché viene meno nel seco-
sendo suddivise per tre come le triplicità). lo XVII con la rivoluzione astronomica di
La teoria è complessa perché unisce la suc- Copernico e Galileo. Questa concezione a-
cessione delle triplicità con la successione strologica della storia ha costituito il tentati-
delle congiunzioni. Questa è stata una delle vo di costruire una mediazione tra storia sa-
principali innovazioni introdotte da Albuma- cra e storia profana, tra una teologia della
sar rispetto alla teoria più semplice di Messa- storia e una filosofia naturale della storia11;
halla che non aveva fornito i calcoli com- nacque così una concezione teocentrica della
plessi dovuti al passare delle triplicità da una storia astrologica.
all’altra, con quello più semplice9 delle rivo-
luzioni e congiunzioni planetarie. Pertanto
quando i transiti delle grandi congiunzioni di
Saturno e Giove in tutte e quattro le triplicità 10
M. J. MILLAS-VILLICROSA, La obra enciclopedi-
si sono compiuti e i pianeti tornano al grado ca di R. Abraham bar Hiyya, in Estudios sobre Historia
0 dell’Ariete nella triplicità di fuoco abbiamo de la ciencia española, Barcellona, C.S.I.C., 1949, pp.
la congiunzione massima o fortis come l’ha 219-62. Il Millas-Vallicrosa tradusse in spagnolo il te-
chiamata il grande astrologo, matematico e sto dall’ebraico. Cfr. ora C. SIRAT, History of Jewish
Philosophy in the Middle Ages, Cambridge, Cambri-
dge Univ. Press., 1986, pp. 97-112.
9 11
Sulla testimonianza di Abu-Sa’id Shadhan b.Bar, di- K. POMIAN, Astrology as a Naturalistic Theology of
scepolo di Abumasar su una particolare teoria di Mes- History, in “Astrologi allucinati”. Stars and the End of
sahalla della piccola congiunzione cfr. SADAN, I se- the World in Luther’s Time, Berlino-New York, De
greti astrologici di Albumasar, trad. it. G. Federici Ve- Gruyter, 1986, pp. 38-43; T. GREGORY, Temps a-
scovini, Torino, Aragno, 2002, p. 79 (testo latino a cu- strologique et temps chrétien, in J.M. LEROUX, Le
ra della stessa in «Archives d’histoire doctrinale et lit- temps chrétien de la fin de l’Antiquité au Moyen Âge,
téraire du Moyen Âge», 65 (1988), pp. 297-330. Paris, C.N.R.S., 1984, pp. 557-73.
5. Le sei religioni
successivamente (come ci narra Giambattista
Bernardo de Rossi nel suo Trattato della vana
aspettazione degli Ebrei del loro Messia), atten-
devano la venuta del loro Messia12. Nacque la
convinzione che tale comprensione fosse pos-
sibile nella lettura del passare del tempo misu-
A lbumasar dedica il primo trattato a
spiegare le nascite dei profeti e delle
religioni secondo il moto universale
delle congiunzioni maggiori che riguardano i
tre pianeti superiori già citati: Saturno signifi-
rato nella volta celeste secondo i transiti degli ca sfortuna e durezza, Giove leggi e decreti,
astri ai quali corrisponderebbero gli eventi di- giustizia; Marte guerre e vittorie, e i tre pianeti
vini. Così la volta celeste non misura solo lo inferiori: Venere, Mercurio, Luna, rispettiva-
scorrere del tempo terreno, ma anche i grandi mente Venere i matrimoni, Mercurio la scrit-
eventi della storia sacra, passati, presenti, e fu- tura e il calcolo; la Luna, pianeta terzo che
turi i quali possono essere anticipati con il cal- succede a tutti gli altri (“planetam tertium
colo astronomico. Si origina così una conce- succedentem”13), viaggi, spostamenti, accre-
zione teocentrica della storia astrologica, per- scimenti e diminuzioni. Tutti sono associati al
ché l’evento astrologico è concepito come Sole. Questi sono i sei principi generali delle
connesso strettamente a quello sovrannaturale congiunzioni universali. Esse iniziano dalla
sul presupposto che i disegni di Dio, la sua rivoluzione dell’anno in cui si ha la congiun-
Provvidenza, si leggono nei cieli e così le sorti zione dei tre pianeti superiori (Saturno, Giove
terrene risultano indissolubilmente legate al e Marte) che avviene in 960 anni circa. Questa
piano divino in un nesso di secolare e spiritua- è la congiunzione massima. Pertanto le cose
le. Questa concezione fu tuttavia avversata su (res) o principi dai quali è significata la pre-
due fronti: sia dai sostenitori di una storia pu- scienza degli effetti universali e delle loro par-
ramente profana a cui poteva essere ricondot- ticolarità nei tempi futuri, sono tratti (acci-
to l’oroscopo delle religioni di Albamasar, che piantur) da questi sei inizi o fondamenti (prin-
da quanti la concepivano come sant’Agostino cipia).14 Il computo inizia da questa congiun-
e i suoi seguaci in una prospettiva rigorosa- zione massima millenaria; poi si incomincia a
12 13
GIAMBERNARDO BATTISTA DE ROSSI, Del- ALBUMASAR, De magnis coniunctionibus, Tract.
la vana aspettazione degli Ebrei del loro Messia Trattato, primus, diff. prima, ed. cit., p.8.
14
Parma, 1973, su Abramo p. 129. Op. cit, loco cit., p. 8.
calcolare il momento delle triplicità dei due nutre un bimbo sfamandolo in un luogo che è
soli pianeti superiori (Giove e Saturno, Giove chiamato Abrie. E un popolo chiama quel
e Marte) che avviene ogni 240 anni, ottenuti bimbo Gesù che in arabo si dice Eice.”17 Ma la
moltiplicando dodici congiunzioni per ciascu- discussione più accesa, oltre che sull’oroscopo
na triplicità che muta ogni 20 anni e quindi di Cristo fu anche quella sulla identificazione
240. Siccome Giove significa la fede e i mu- della sesta religione che avrebbe significato la
tamenti nelle religioni a seconda che si unisca distruzione della precedente, la sua scomparsa
con Saturno o con gli altri pianeti, se Giove si o la sua trasformazione: la congiunzione di
unisce con Saturno avremo la religione giu- Giove con la Luna.
daica, se con Mercurio la cristiana, se con Ve-
nere la saracena. Delle altre tre religioni non
indica il nome della popolazione pagana che 6. I primi interpreti del secolo XIII
pratica il culto dell’adorazione del fuoco, go-
vernata dalla congiunzione di Giove con Mar-
te; come degli adoratori degli idoli e che pra-
ticano il culto stellare governati da Giove con
il Sole. E se Giove si unisce alla Luna signifi-
cherà instabilità nella religione precedente, la
P oiché i primi sistematizzatori del pen-
siero cristiano quali Isidoro di Sivi-
glia, Domenico Gundissalvi e Ugo di
San Vittore nelle loro elaborazioni della clas-
sificazione delle scienze liberali avevano sepa-
sua possibile caduta, ma Albumasar non forni- rato l’astronomia dalla astrologia divinatoria
sce alcuna indicazione precisa di questo even- rifiutandola come superstiziosa e, successiva-
to.15 Mentre in questa opera parla generica- mente le condanne del 1270 e del 1277 del Ve-
mente della nascita della religione cristiana scovo di Parigi Etienne Tempier, tra cui gli
per l’unione di Giove e Mercurio16, nell’Intro- articoli 68, 70, 76 e 9418, avevano condannato
ductorium maius ci fornisce un oroscopo di come errore il necessitarismo dei motori cele-
Cristo con l’ascendente in Vergine che sarà al- sti, pochi furono i sostenitori della teoria delle
la base delle discussioni più accese di alcuni grandi congiunzioni di Albumasar così cono-
interpreti latini che, seppur con le opportune sciuta nelle mediazioni delle traduzioni arabo-
cautele, accetteranno questa dottrina. Scrive giudaico-latine dei due Abramo (duplex Abra-
Albumasar: “E sorge nella prima immagine di ham già citati), di Enrico Bate di Malines, di
quel segno (la Vergine) una fanciulla [...]. Ed
è una vergine bella, piena di dignità e di gra-
17
ALBUMASAR, Introductorium maius, Tract VI,
zia, con lunghi capelli, gradevole a vedersi, diff. 1, Facies Virgo, ed. cit., vol. V, p. 224. Riferimen-
dal volto splendente, con in mano due spighe; to analogo in PSEUDO ALBERTO MAGNO, Spe-
siede su un trono ricoperto [da un drappo] e culum astronomie, ed. Zambelli et alii, Pisa, 1977,
pp.36-37.
18
R. HISSETTE, Enquête sur les 219 articles condam-
15
Op. cit., Tract: primus diff. quarta, pp. 29-30 nés à Paris le 27 mars 1277, Louvain-Paris, Peeters,
16
Op. cit, loco cit. p. 28 1977, pp.120, 121, 136, 163.
Pietro d’Abano con una mediazione france- buito dalla tradizione dei suoi tempi (attribu-
se.19 Questa teoria congiunzionista condanna- zione contestata dagli storici contemporanei).
ta indirettamente come errore dalle autorità I due Abramo furono sempre confusi fino
dottrinali latine del secolo XIII era infatti in al chiarimento portato da Giovanni Pico della
circolazione nell’operetta De vetula dello Mirandola.21 Questi autori avevano introdotto
pseudo Ovidio (autore adesso identificato nelle loro esposizioni alcuni cambiamenti nel-
come Richard de Fournival),20 nel De causis et la dottrina originaria di Albumasar, mante-
proprietatibus elementorum di Alberto Magno e nendo tuttavia per l’oroscopo di Cristo
nello Speculum astronomie che gli è stato attri- l’ascendente nel segno della Vergine. E le loro
teorie rappresentano i riferimenti dottrinali
19
L. THORNDIKE, The Latin Translation of the A- della circolazione delle discussioni soprattutto
strological Tracts of Abraham Avenazre, «Isis», 25, 1944, sull’oroscopo di Cristo e dell’Anticristo che si
pp. 293-301. Secondo i mss Parigi BnF, francese n.
ebbero tra i filosofi e i teologi del Rinascimen-
1351 e n. 24276, citati da G. Wallerand ed., Enri Bate
de Malines, Speculum divinorum et quorundam natura- to quali Pierre d’Ailly, Marsili Ficino, Luca
lium, Louvain, 1931, la traduzione sarebbe stata fatta Gaurico e Cardano tra i maggiori.
dal dettato dall’ebraico di Hagins in francese da Obert La giustificazione dottrinale che fu portata
de Montdidier. La stessa indicazione si ricava a sostegno dell’accettazione della teoria delle
dall’importante codice di Limoges, Bibl. comunale, n. grandi congiunzioni, anche se con molti di-
9, sec. XIV che contiene anche il De luminaribus di
stinguo e che fu accettata fino alla fine del se-
Abramo tradotta dall’Avenazre con la data 1272. Su
Hagins o Chajjm, cf. P. PARIS, Histoire littéraire de la colo XVII, era stata elaborata nell’operetta
France, vol. XXI, Paris, 1912, pp.441-503. Per la tra- sopra citata Speculum astronomie dello Pseudo
duzione di Pietro d’Abano di Abramo Avenezra Alberto che separava i libri leciti dagli illeciti
anch’essa dal francese, cf. G. FEDERICI VESCO- (De libris licitis et illicitis) 22, ed era fondata
VINI ed., PIETRO D’ABANO, Lucidator dubitabi- sulla distinzione, nella dottrina delle immagini
lium astronomie e altre opere, ora in Pietro d’Abano,
celesti, di quelle astronomiche, lecite e per-
Trattati di astronomia, 2 ed., Padova, Editoriale Pro-
gramma, 1992, introduzione, p. 95. Anche Il De re- messe di Tolomeo, da quelle negromantiche,
demption Israel di Abramo Savosarda fu tradotto dal cerimoniali, abominevoli e detestabili della
francese dal domenicano Theodorico di Northen o magia teurgica ermetica ed ebraica23.
Northem.
20
Per l’attribuzione a Richard de Fournival come au-
21
tore del De vetula cf. B.ROY, Richard de Fournival, GIOVANNI PICO DELLA MIRANDOLA, Di-
auteur du « Speculum astronomie », «Archives d’histoire sputationes contra astrologiam divinatricem, Benedictus
doctrinale et littèraire du moyen âge», 67, 2000, pp. Hectoris, Bononie, 1496, II, 5.
22
166-167 che gli attribuisce anche lo Speculum per la P. ZAMBELLI ed., Ch. BURNETT (english
constatazione che l’autore dello Speculum doveva es- trad.), The Speculum astronomie, Enigma, Astrology,
sere un chirurgo. A. Paravicini Bagliani l’attribuisce Theology and Science in Albertus Magnus and its Con-
invece a Campano da Novara. P. Zambelli ritiene le- temporaries, Dordrecht-Boston, Kluwer, 1992, cap. X
gittima l’attribuzione ad Alberto sulla base della tradi- (prima ed. Pisa, 1977, pp. 28-33) .
23
zione. Op. cit, cap. X, p. 28.
7. L’identificazione della sesta reli- conferma del carattere razionale26 e divino del
gione: la fine delle religione e dei cristianesimo, perché Mercurio nella Vergine
popoli o la rinascita. Ruggero Bacone significa la profezia e la fede razionale, indica
e l’avvento dell’Anticristo. la scrittura, l’eloquenza, il sapere e per questa
ragione la religione sarà sempre salda anche se
Pertanto i cristiani sono diventati tali non per del secolo XIII oltre Bacone, come Pierre de
virtù dei pianeti, ma per grazia di Dio, anche Limoges, Enrico di Harclay, anche se con in-
se essi possono modificare le loro complessio- tenti diversi ad affrontar e il problema delle
ni corporee e spingerli ad accettare costumi e eventuali crisi delle religioni e della fine del
religioni diverse29. Pertanto la complessione mondo, studiandolo con il calcolo astrologico
corporea influenzata dall’astro coopera con la delle grandi congiunzioni, centenarie, oppure
grazia di Dio. Questa sua dottrina insieme ad sul calcolo più semplice di una rivoluzione
altre come la sua riforma universale del sape- annuale.
re, dalla teologia alle scienze naturali e del lin-
guaggio, fu immediatamente condannata30 (e
la sua persona segregata in convento) a moti- 8. Pierre de Limoges e l’astrologia
vo del carattere deterministico che sembrava pastorale (praedicabilis): l’arrivo
togliere ai disegni di Dio qualunque libertà e dell’Anticristo e la fine del mondo
onnipotenza per sottometterli alle leggi mec-
caniche dei movimenti planetari. Non fa me-
raviglia dunque che tranne queste rare ecce-
zioni pochi furono i latini che si appropriaro-
no di queste dottrine che avevano anche il
demerito di portare i grafici della nascita del
P ertanto alcuni teologi predicatori
(predicatores) che intendevano riferir-
si nei loro sermoni ai corpi celesti
come segni anticipatori e non come cause de-
gli eventi religiosi, contribuirono al costituirsi
Cristianesimo e indirettamente di Cristo o di di una tradizione di astrologia pastorale chia-
Maometto. Infatti in questi scritti gli oroscopi, mata da Dominique Chenu praedicabilis. Essi
essendo universali, sono stati chiamati impro- si richiamavano alla apparizione della stella
priamente31 di Cristo o di Maometto come in- nuova di Betlemme di cui si narra nel Vange-
vece lo saranno quelli che circoleranno nel lo, comparsa alla nascita di Cristo, e questo
Rinascimento ad esempio lo scandaloso oro- argomento sarà un topos ripreso dai filosofi
scopo di Cristo di Cardano (di ciò più avanti). del Rinascimento come Pierre d’Ailly, Marsi-
Questo timore per l’arrivo di un terribile lio Ficino e altri.
nemico che avrebbe distrutto il cristianesimo Così il timore dell’avanzata dei mussulma-
pervase il secolo XIII come il seguente. In ni nella cristianità aveva indotto nel secolo
particolare questo timore cresceva al momen- XIII Pierre de Limoges, astronomo peritissi-
to del cadere dei secoli e spinse alcuni teologi mo, a redigere un Sermone de Antichristo negli
stessi anni di attività di Bacone, descrivendo
29
R. BACONE, Un fragment inédit de l’Opus tertium, una rivoluzione del mondo scandita secondo
ed. Duhem, Firenze, Quaracchi, 1909, p.169. le quattro età che si iniziano dalla nascita di
30
Cfr. J. MOORMAN, A History of the Franciscan Or- Abramo, poi da quella di Mosé, quindi di Cri-
der from its Origins to the Year 1517, Oxford, 1968, p. sto fino alla fine del mondo con l’arrivo
145.
31
J. NORTH, Horoscopes and History, cit. p. 164.
rebbe ai mussulmani la nascita di un falso pro- oppure della fine della religione di Maometto
feta provocando la distruzione della loro reli- o la religione di Israele ebbero una eco in pie-
gione. Enrico di Harcklay sostiene che questa no Rinascimento .
argomentazione è di nessuna rilevanza anche Galeotto Marzio da Narni (Narni 1423 -
se Albumasar “nel libro I, differenza 4 del De morto tra il 1494 e il 1497) filologo, astrolo-
coniunctionibus planetarum trattando della go e medico alla corte di Matteo Corvino e
congiunzione di Giove con la Luna, sostiene protetto da Lorenzo de’ Medici, che gli evitò
che essa genera dubbio (dubitacionem), cam- probabilmente la prigione per le dottrine so-
biamento e spoliazione della fede”.37 Questo stenute nella sua opera condannata e rimasta
avverrebbe per la velocità, mutevolezza, vo- inedita39 De incognitis vulgo (Le verità scono-
lubilità del suo movimento, nonché per la po- sciute al volgo) (1477-78), ossia dell’igno-
chezza o il poco valore di questo astro e dun- ranza del volgo delle verità nascoste di cui si
que la sua congiunzione durerà poco (parum rivelerà il segreto (come quello dei cambia-
ergo durabit). Questo avvento della sesta reli- menti epocali delle religioni), è un convinto
gione della Luna dovrebbe verificarsi dopo la assertore di un ferreo determinismo astrale.
caduta (della religione di Maometto, che se- Egli fa sua l’idea della necessità cosmica del-
condo il computo degli anni arabi, sarebbe la filosofia stoica, una dottrina che prende a
dovuta avvenire nell’anno 660 che corrispon- circolare nella cerchia di quegli astronomi
de, dice Enrico di Larckley, proprio con come Galeotto, che sono i sostenitori del fa-
l’anno 1313 dell’era cristiana attualmente in talismo astrale del paganesimo rinascente e
corso e così proprio nel momento in cui egli che prende a diffondersi nella seconda metà
stava scrivendo, senza che nulla fosse accadu- del Quattrocento, tra umanisti come Loren-
to. “Fa meraviglia, continua Enrico, che uo- zo Bonincontri, anche sulla lettura
mini tanto intelligenti possano accettare que- dell’Astronomica di Manilio. Questa opera
sta dottrina”.38 era stata allora ritrovata dal Bracciolini, e su
questa edizione lavorò anche Galeotto rive-
dendo quella di Iacopo Angelo da Scarpe-
10. Galeotto Marzio da Narni, il De
incognitis vulgo e la fine delle reli-
gioni rivelate
39
Cf. G. MIGGIANO, Galeotto Marzio, ad vocem, Di-
zionario biografico degli italiani con ampia bibliografia.
no) ricordando l’antica pratica astrologica giudei come i due Abramo già ricordati nelle
dell’orazione dei pianeti che osservavano i re loro opere sulle rivoluzioni del mondo.
Greci. Il Prisciani, citando Sadan suggeriva in Quella di Abramo ibn Erzra fu tradotta da
una lettera alla principessa Isabella d’Este Enrico Bate di Malines e da Pietro d’Abano,
Gonzaga che, la sua preghiera per ottenere mentre il De redemptione Israel del Savosarda
una grazia sarebbe stata efficace se rivolta nel fu conosciuto nella traduzione dal francese in
momento dell’arrivo della configurazione be- latino del frate Theodorico di Northen46. Il
nefica della Testa del Drago nel Mezzo cielo De redemptione Israel ricostruisce i calcoli
che si stava verificando proprio in quel mo- delle grandi congiunzioni che dall’exordium
mento. Se fosse stata invocata con la dovuta mundi permetterebbero di stabilire il tempo
devozione, essa avrebbe esaudito la sua pre- della redenzione di Israele. Vi si afferma che
ghiera.45 “se noi vogliamo indagare (inquirere) il re-
gno e la redenzione di Israele dobbiamo ini-
ziare a calcolare la congiunzione più grande
12. La sesta religione, la rinascita (valde magna) che ci testimonia la redenzio-
d’Israele ne di Israel che avviene per il riscatto
dall’Egitto e la natività di Mosè, evento che
46
Si legge nei due manoscritti contenenti il De redem-
ptione Israel, Wolfenbüttel, lat. 479, (Guelf 444
denzione di Israele, da parte degli astronomi Helmst), f. 177ra-183ra, sec. xv e Leipzig Bibl, Univ.
Lat 1767, f. 214ra-227ra, ma con diverso explicit poi-
ché l’explicit del ms. di Lipsia dà la data del copista
45
Sulla pratica astrologica dell’orazione ai pianeti dei 1446 e l’attribuzione erronea dello scritto ad Abramo
re Greci suggerita da Pellegrino Prisciani, sulla base Avenazre; invece nella copia di Wolffenbuettel è
di Sadan, cfr. anche A. Luzio, R. RENIER, La cultura chiamato semplicemente Abramo Princeps. Lipsia, ms
e le relazioni culturali di Isabella d’Este Gonzaga, Gior- cit., f. 214ra: Incipit “liber Abrahe principis de redem-
nale storico della letteratura italiana, 36 (1900), pp. 335- ptione, Israel, Deus lux est et in eo tenebre non sunt
36. Su questo culto pagano dell’orazione dei pianeti in ulle”, f. 227ra: “Explicit liber Abrae Avennarre de re-
generale, A. WARBURG, La rinascita del paganesimo demptione filiorum Israel quem transtulit de gallico in
antico, ed. E. CANTIMORI, Firenze, 1966, p.249, e il latinum Theodoricus de Norten Baccalarius sacre
mio studio sulla rappresentazione delle divinità deca- theologie ordinis predicatorum, scriptum per fratrem
niche alla Corte estense di Ferrara e l’influenza delle Theodoricum Russi (?) ordinis fratrum minorum de
conoscenze astrologiche di Pellegrino: Gli affreschi a- convento Gotingensi anno domini millesimo quadrin-
strologici del Palazzo Schifanoia e l’astrologia alla corte centisimo XLVI, in Gronenberch pro tunc ibidem
dei Duchi d’Este tra Medioevo e Rinascimento, in L’Art lector”.
47
de la Renaissance entre science et magie, ed. Ph. Morel, ABRAMO SAVOSARDA De redemptione Israel,
Roma, 2006, pp.52-82.. ms. Wolfenbuetttel, cit., f 177vb.
su questo calcolo riferito da tale Abramo si arti, filosofia e medicina di Pavia, di Bolo-
incentra la discussione testuale di Pierre gna, di Padova, di Firenze (1375-1411).
d’Ailly. Pertanto per Abramo la nascita di Questa possibilità generava preoccupazione
Cristo sarebbe avvenuta in un segno che in- perché era collegata anche all’eventualità
dicava sortilegio e incantazione, come del della distruzione dei popoli che la professa-
resto la grande congiunzione che avrebbe vano. Egli si domandava se le religioni erano
preannunciato la nascita di Maometto che, solo cinque, oppure sei. Da filosofo aristote-
secondo Abramo, era avvenuta nella succes- lico critico, logico sottile, matematico di fa-
siva triplicità dello Scorpione che significa ma per la sua opera di perspectiva e astrologo
empietà e falsità. Mentre la redenzione di I- stimatissimo da condottieri famosi come Fa-
sraele è stabilita con la triplicità nel segno cino Cane e dai Signori di Padova, i Carra-
dell’Acquario con l’ascendente in Sagitta- resi53 e i Visconti di Milano, Biagio, già cen-
rio,51 con Giove e Venere congiunti, così surato dal Vescovo di Pavia per le sue idee
come - aggiunge - è chiaro dal grafico che è che sostenevano un forte determinismo a-
disegnato (ut patet in figura).52 strale e negavano l’immortalità dell’anima
razionale che può essere generata per gene-
razione spontanea dalla potenza della mate-
14. Biagio Pelacani da Parma e la ria sotto un favorevole aspetto astrale, pru-
rinascita d’Israele dentemente è cauto nell’ammettere la possi-
bilità di questa sesta religione, che sarebbe la
51 53
Op cit., ms. cit., f. 180vb-181rab. Cfr. Padova Carrarese, a cura di E. Berti, Padova,
52
Op cit., ms. cit., f. 183rb. 2004.
sce la Giudaica, di Giove con Marte la Cal- stronomia all’Università di Bologna dal 1322
dea i cui fedeli sono gli adoratori del fuoco; al 1324 commentando la Sfera del Sacrobo-
di Giove con il Sole, l’Egiziana; di Giove sco che la sfera celeste e terrestre era gover-
con Venere i Saraceni; di Giove con Mercu- nata dai demoni degli angoli coluri e risiede-
rio quella Cristiana; di Giove con la Luna vano nei quattro punti cardinali. Egli espo-
dovrebbe ristabilirsi (reparabitur) la religione neva nelle sue lezioni pubbliche le dottrine
degli ebrei e - aggiunge malignamente - se dualistiche dell’“empia” religione di Zoroa-
sia più stabile e più grata a Dio, io non posso stro (il testo pervenuto è emendato), soste-
dirlo”.54 nendo tra l’altro che la nascita di Cristo e il
Queste dottrine furono accettate da poche suo messaggio di salvezza erano dovuti alla
personalità date le opposizioni sia delle auto- necessità delle congiunzioni astrali, che la
rità rabbiniche che di quelle cristiane. nascita virginale di Maria dipendeva
dall’influsso degli spiriti Incubi e Succubi,
come la vita di molti santi e che le vicende
15. Cecco d’Ascoli della sua vita erano quindi opera dei demoni
signori degli astri (e non di Dio). Egli si
La eccezione più vistosa che si ebbe tra la Domenico Gundissalvi e di Roberto Kil-
fine del Trecento e gli inizi del Rinascimento wardby, distingue una astrologia superstiziosa
è rappresentata dall’opera del cardinale Pie- da una valida. La prima è quella che pretende
tro d’Ailly che sarà uno dei bersagli delle di predire gli eventi individuali (o genetliaca,
critiche più virulente di Giovanni Pico della de nativitate) a cui teneva particolarmente il
Mirandola nel suo trattato contro l’astrologia pronostico teorizzato da Tolomeo nel Quadri-
divinatrice. partito. Quella accettabile è invece l’astrologia
mondiale dei congiunzionisti che sostengono
l’oroscopo degli eventi del mondo. La genet-
16. Pietro d’Ailly liaca o delle nascite individuali è superstiziosa
e illegittima perché sottopone la volontà uma-
visione escatologica pervadeva il pensiero più d’Ailly, qualunque previsione non ha un ca-
consapevole dei dotti sia Cristiani che Ebrei rattere necessario, ma solo congetturale e
soprattutto al finire e all’inizio dei secoli come probabile. Infatti il procedere della natura non
negli anni di Pietro d’Ailly e la sua posizione è mai necessario in quanto dipende dal decre-
risulta per questo assai vicina a quella di Rug- to divino (nutu Dei), per cui Dio ha disposto
gero Bacone. di “cooperare con le cause naturali, salvo do-
In un sermone del 1385 ricorda la profezia ve sia intervenuta una causa miracolosa”.
di Gioacchino da Fiore sull’avvento L’ordine naturale che esprime la potentia ordi-
dell’Anticristo e la previsione di Arnaldo di nata, così come si discuteva in quegli anni nel-
Villanova nel De tempore adventus Antichristi59 le Università leggendo le Sentenze, non costi-
che, tuttavia, non era condotta con argomen- tuisce a suo avviso un limite per la potentia
tazioni astrologiche, ma tratte dalla Bibbia se- Dei absoluta60.
condo la profezia di Daniele e dalla dottrina di Queste tesi sono ampiamente sviluppate
Agostino. Pietro d’Ailly riteneva prossima la nella Trilogia, le cui affermazioni tanto scan-
fine del mondo anche se affermava di non po- dalizzarono successivamente Giovanni Pico: il
ter stabilire quando sarebbe avvenuta. Vigintiloquium seu concordantia astronomicae
Nel De legibus et sectis contra superstitiosos veritatis cum teologia. Concordantia astronomi-
astrologos del 1410 sulla base della sua idea cae veritatis cum historica narratione. Elucida-
dell’accordo tra rivelazione biblica e congiun- rium, Augusta, Ratdolt, 1490, 1499 per la
zioni astrali, egli riprende lo schema di Albu- emendazione di Giovanni Engel. In questo
masar e stabilisce che le religioni sono sei, scritto egli ci fa intendere di credere, mag-
quella dei Cristiani, degli Ebrei, dei Caldei, giormente rispetto alle sue opere precedenti,
degli Egizi, dei Saraceni, e poi la sesta ancora nella validità delle previsioni dell’astrologia
da venire, quella dell’Anticristo per i cristiani, greco-arabo-latina di cui si mostra particolar-
della caduta della religione di Maometto per i mente competente. In particolare rivela
mussulmani e della rinascita di Israele per gli l’influenza non solo dei maggiori astrologi a-
Ebrei. La teoria congiunzionista è giustificata rabi come Messahalla e Albumasar, ma soprat-
da Pietro d’Ailly rispetto alla genetliaca rite- tutto riconosce l’origine ebraica dell’astrologia
nuta invece superstiziosa, con l’argo- che risalirebbe a Noè, il quale illuminato da
mentazione di una certa tradizione precedente Dio previde il diluvio universale. Egli quindi
secondo la quale essa verte su eventi generali, sostiene di poter mostrare la concordanza tra
non riguarda l’azione degli individui e non profezie rese per divina ispirazione perché
determinerebbe quindi il libero arbitrio. In proferite per illuminazione divina, e le rivolu-
ogni caso, afferma prudentemente Pietro zioni astronomiche. Esse possono accordarsi e
59
ARNALDO DE VILLANOVA, De tempore adven-
60
tus antichristi, ed. J. PERANAU, Arxiu de Textos Ca- PIETRO D’AILLY, Questions sur les Sentences, ed.
talans Antics, 7-8 (1988-1989), pp. 67-133. Petit, Paris, s.d., f. 192 B.
ancor più confermare coi loro “giudizi” che si del testo che: “le applicazioni degli avveni-
ricavano dallo studio dei transiti dei pianeti, i menti più importanti del mondo che si trova-
grandi eventi religiosi. In questa opera egli si no consegnate qui [in questo medesimo testo],
richiama al testo di escatologia astrologica e- non sono per queste cose dette [le critiche
braica, il Liber de remdemptione Israhel che è la mosse prima] da condannarsi, perché si pos-
quinta parte del Liber revelatoris (Megillah ah- sono salvare per varie ragioni, primo conside-
Megalleh)61 dell’astronomo, matematico e filo- randole congiunzioni vere e non solo le mas-
sofo operante nella prima metà del XII secolo sime, ma anche quelle più importanti di cui ho
e vissuto a Barcellona, Abramo Savosarda, - trattato di sopra”. (Verumtamen applicationes
io ritengo -, quell’Abraham Judeus, spesso ci- notabiliorun rerum gestarum ibidem [cioè nel te-
tato puntualmente da Pietro d’Ailly. Questa sto che discute di questo Abramo] consignate,
attribuzione ci appare credibile poiché egli cita non sunt propter hoc cotemnende quia multiplici-
Abramo come l’autore del quinto libro della ter salvari potueruntnt, primo per consideratio-
redenzione di Israele di cui nell’Eucidarium, nem ad coniunctiones veras non solum maximas,
specialmente nei capitoli 32 e 33, egli ne discu- sed etiam ad alias de quibus alique valde notabi-
te diligentemente i calcoli e che una volta sola les superius recitate sunt) [Elucidarium, cap.29].
chiama Avenezre (cap. 32)62. Lo corregge pro- Pur criticandolo, egli accetta il principio
cedendo nei calcoli, ma ne condivide generale della astrologia teocentrica dell’ac-
l’impostazione poiché egli osserva che le paro- cordo tra i transiti astrologici e le vicende sto-
le di tale Abramo forniscono la radice delle riche della Bibbia. Così tutta la discussione
congiunzioni. più accesa con questo Abramo verterà sulla
Afferma pertanto attenuando le sue critiche collocazione data da Abramo (che segue Al-
bumasar correggendolo) della nascita di Cri-
sto nella triplicità di terra anziché in quella
61
Sui mss. latini del Liber de redemptione Israhel e la di-
d’aria come doveva essere ed era a suo avvi-
scussione di Pietro d’Ailly in part. G. FEDERICI
VESCOVINI, Pierre d’Ailly e Abramo Savosarda: una so.63 Erronea è dunque quella indicata da A-
fonte ebraica dell’‘Elucidarium’ di Pierre d’Ailly, in Les bramo e da quanti hanno accettato i suoi cal-
philosophies morales et politiques au Moyen Âge (Atti coli. Come accennavo, il fraintendimento di
del IX Congresso internazionale di filosofia medieva- Pierre d’Ailly tra i due Abrami è un dato sto-
le, Ottawa 17-22 agosto 1992), New York, Ottawa, rico culturale. La falsità dell’attribuzione fu
Toronto, 1995, vol. III, pp. 1635-1655 e il mio Medio-
indicata chiaramente da Giovanni Pico quan-
evo magico, cit., pp. 253-275.
62
“Hec autem ex Abrahe illius dictis breviter recitavi do scrisse che “falsamente il cardinale chiamò
et ex his capiatur exemplum applicandi has et similes questo Abramo Iudeo, Avenazre sebbene esso
coniunctiones medias ad magnos eventus earum qua- fosse quello che chiamano Nasi, ossia il Patri-
les multos notavi in preallegato tractatu de concor-
dantia astronomie et historice veritatis et poterit sumi
radix ad consignandum illas coniunctiones ex illa
63
quam dictus Abraham notavit” (Elucidarium, cap. 32). PIERRE D’AILLY, Elucidarium, cap. 24 e 25.
arca”.64 La confusione del d’Ailly dei due A- nes, che è spesso citato da lui in questa trilogi-
brami in questo caso è tuttavia giustificata da a. Enrico Bate di Malines nel suo prologo alla
una delle fonti65 che egli doveva usare, che era traduzione del De magnis coniuctionibus di A-
il De rivolutionibus mundi di Abramo ibn E- bramo Avenazre attribuisce all’Avenazre il
zra66 nella traduzione di Enrico Bates di Mali- Liber de redemptione Israel come quinto libro,
che sappiamo essere la quinta parte del Liber
Revelator (Megillah a-Megalleh del Savosar-
64
GIOVANNI PICO DELLA MIRANDOLA, Di- da). Pertanto l’attribuzione erronea del testo
sputationes in astrologiam divinatricem, Bologna, 1496, che ha sotto mano dei calcoli delle rivoluzioni
II, cap 5: “Abraam iudeus, non qui dicitur Avenazre del mondo può dipendere dalla confusione di
ut false credidit Alliacensis (Pierre d’Ailly), sed quem queste sue fonti principali tra cui quella di
vocant Nasi, hoc est patriarcham”. Enrico Bate di Malines. Dovremo arrivare alle
65
Jean-Patrice Boudet che ha ricostruito il testo della
Disputationes contra astrologiam divinatricem di
Trilogia sui manoscritti, osserva che questa redazione
è opera di più mani e nell’edizione ha avuto anche la Giovanni Pico della Mirandola perché
terza mano della emendazione dello Engel. Non sap- l’equivoco storico fondato sulla indistinzione
piamo dunque da chi sia aggiunto il nome Avenazre tra i due Abrami sia messo in luce. L’Abramo
(ibn Ezra) o se sia sua l’attribuzione. Pare evidente Princeps detto Nasi o il Patriarca, che è
tuttavia che il D’Ailly doveva avere sott’occhio en- l’autore del Liber de redemptione Israel è il Sa-
trambe le opere dei due Abrami sulle congiunzioni. Le
vosarda. Questo testo che costituisce la quinta
due mani sono secondo il Boudet, una del nipote e
l’altra di uno sconosciuto, molto più esperto di lui nei parte del Liber revelatoris è l’unica parte di
calcoli che intende correggere ai quali bisognerà ag- questa opera che nella sua interezza non fu
giungere anche la mano dell’editore che ha emendato conosciuta dai latini e circolò solo nel testo o-
le edizioni del 1490 e del 1499. Cf. J.-P. BOUDET, riginario ebraico.67
Un prelat et son équipe de travail à la fin du Moyen âge, Il d’Ailly accetta pienamente l’im-
Terrarum orbis, 3 (Actes du Colloque de l’Universitè
postazione della teoria congiunzionista di tale
de Reims, 18-29 nov- 1999), Turnhout, 2002, pp. 129;
sg, su l’oroscopo di Cristo, pp.133-135. Abramo che sostiene l’accordo tra rivelazione
66
ABRAMO IBN EZRA, De revolutionibus annorum religiosa e i calcoli astrologici, ma ne critica
mundi, Limoges, Bibl. Munic., ms. n. 9, f.131v: “Inci- aspramente i numeri e le date che falsano a
pit prologus translationis libri Hebere Hevenere de suo avviso il periodo della nascita del Cristia-
revolutionibus anno rum mundi seu de seculo. In ves- nesimo e quindi di Cristo. Pertanto
tibulo quidem sermonis obstupuimus ignorantes quo
nell’Elucidarium dal capitolo 24 al capitolo 32
animi principi astrologorum Albumasar deferre ne-
glexit quin saltem tanti verba philosophi in parte in-
terpretatus fuisset … qui se gloriatur illius discipulus citazione intera del passo cfr il mio studio “Pierre
qui significationibus coniunctionum in triplicitatibus d’Ailly e Abramo Savosarda”, cit., p. 1643.
67
iudicia commiscet espresse coniuntionum mediarum Il testo ebraico è stato tradotto interamente in spa-
ex dictis “Abrae Principis in quinta particula libri re- gnolo da J. M-Millàs Vallicrosa. Edizione di A. Po-
demptionis Israel”, quem quidem Habraam iste co- znanski con introduzione e note di J. Guttmann, Ber-
gnominatus Hevenere ». Il passo non è chiaro, per la lino, 1924.
e poi nel 34 fa una revisione dei valori mate- vano elaborato le nuove Tabulae alphonsinae
matici del Liber de redemptione Israhel per cor- che furono tradotte in latino verso il 1320-
reggere l’oroscopo del Cristianesimo e di Cri- 1325 da Jean de Murs et da Jean de Lignères.
sto, presentato da Abramo che seguiva ancora Esse si diffondono solo alla metà del secolo
le date delle rivoluzioni di Albumasar e lo so- XIV con i Canoni di Giovanni di Sassonia68.
stituisce con il suo. Pietro d’Ailly confuta la Esse si sostituirono alla uronografia di Tolo-
ricostruzione astrologica di quanti accettava- meo nella revisione di al-Battani e di al-
no la descrizione dell’oroscopo della religione Souphi (l’Azolfi dei latini) le cui Tavole erano
secondo i dati forniti da Albumasar ossia che fino ad allora state alla base dell’insegnamento
il Cristianesimo fosse sorto con una Triplicità dell’astronomia .
di terra con l’ascendente tra il 5 e il 7 grado Queste discussioni di Pietro d’Ailly posso-
della Vergine (“Ascende una Vergine di bian- no essere considerate un punto di riferimento
ca veste...”) anche se essa pareva giustificare preciso di moltissime critiche che si ebbero
la nascita di Cristo da una Vergine Immacola- per tutto il Quattrocento e nel Cinquecento
ta: Ma secondo altri interpreti questa figura come quella di Marsilio Ficino e di Giovanni
appariva non adatta perché coinvolgeva anche Pico che lo cita a più riprese anche in capitoli
l’opposizione tra Mercurio in Pesci e diversi per avversarlo e demolire nei minimi
l’ascendente in Vergine interpretato come un dettagli le sue tesi69. Le loro posizioni, avverse
aspetto negativo. Pertanto Pietro d’Ailly criti- a questa disciplina, non paiono tuttavia simi-
ca fortemente questo ascendente in Vergine e li70.
preferisce sostituire tutta la congiunzione del-
la triplicità di terra che presiedette la nascita
del Cristianesimo e quindi indirettamente di
68
Cristo, con la triplicità di aria con l’ascendente Su ciò in particolare E. POULLE, Les Tables alfon-
sine avec les Canons de Jean de Saxe, Paris, CNRS,
in Bilancia. Questo aspetto a parere di tutti gli
1984, pp. 6-17-19.
astrologi di quegli anni aveva infatti un signi- 69
GIOVANNI PICO, Disputationes adversus astrolo-
ficato altamente nobile ed elevato essendo la giam divinatricem, Bologna, 1496; ed. E. GARIN, Fi-
Bilancia il segno della Giustizia di cui Cristo renze, 1942, 1946, 1952; ristampa Torino, Nino Ara-
ne rappresenta il Sole. La correzione introdot- gno, 2004. Contro Pietro d’Ailly non solo il libro II,
ta da Pietro d’Ailly era giustificata dalle nuo- cap. 4, cap. 11: “Non esse astrologiam religioni uti-
lem”, ma soprattutto il libro IV, cap. 7, 8, 9, 10, 15, 16;
ve conoscenze astronomiche dovute ai rinno-
contro l’annuncio della stella dei Magi afferma: “cum
vati calcoli forniti dagli astronomi di Alfonso falsa sit astrologia, theologicae veritati non posse con-
X di Castiglia alla metà del secolo XIII che cordare”.
avevano unito i dati della precessione degli 70
Cfr. la revisione della interpretazione dei rapporti tra
equinozi di Tolomeo (rivisti da Albattani e al- Pico e Ficino di F. YATES Giordano Bruno and the
Souphi) con quelli della dottrina dell’oscil- Hermetic Tradition, Chicago, Chicago Press, 1964, p.
84, di D. RUTKIN, Magia, cabala, vera astrologia, in
lazione in avanti e indietro dell’ottava sfera di
Nello specchio del cielo, cit., pp. 31-45.
Azarquel detta trepidaxio fissarum. Essi ave-
quindi dell’azione fisica dell’astro, per sosti- lis)77 a proposito della Festività del 6 gennaio
tuirla con quella di “segno significatore” di cui si era avuto un altro esempio anche in un
dell’evento e con quella della pendentia o de- sermone giovanile di Nicola Cusano78 propo-
pendentia degli eventi terreni, dai ritmi celesti. sito della stella di Betlemme. In questo sermo-
Egli recupera una visione astrologica neopla- ne Cusano aveva citato la teoria delle grandi
tonica delle sorti umane individuali, ma rifiuta congiunzioni di Albamasar. Ma egli dichiarerà
qualunque teoria congiunzionista di astrologia di essere fortemente scettico nei confronti di
mondiale, sulla quale si giustificava un accor- qualunque previsione astrologica poiché essa
do tra previsione astrale e narrazione religiosa. gli appare puramente casuale. Così affermerà
In una Epistola75 tratta con molta ironia anche nel De staticis experimentis79 a proposito
dell’oroscopo delle religioni affermando che, della validità dei pronostici astrologici e lo di-
tralasciando la considerazione che le religioni mostrerà nel trattato sulla previsione dei No-
cambiano di rado nonostante i pianeti maggio- vissimi. La fine del mondo e il giudizio finale
ri si congiungano spesso come accade (poiché con il ritorno di Cristo a giudicare i vivi e i
ogni 969 anni tornano sempre nello stesso gra- morti, la fine della storia terrena e l’avvento
do e in quell’intervallo si congiungono quattro del regno eterno, promesso da Cristo, lo ave-
volte in un segno) è stupefacente che la legge vano sempre interessato ma non in una acce-
divina Mosaica o Cristiana non sia esistita zione astrologica. Ne è testimonianza il tratta-
prima in tante epoche del mondo, oppure non tello De coniectura de ultimis diebus80 redatto
sia stata da tempo distrutta. Ciò non toglie che nel 1446, in cui prevede la resurrezione finale
in un sermone76 del 1482 De stella magorum in (i Novissimi) con l’avvento di Cristo trionfan-
occasione del Natale riprenda il motivo della te, la fine dell’opera di Dio nel mondo e così la
correlazione tra eventi biblici e fenomeni a- fine dei tempi. In questa operetta infatti Cusa-
strali, riallacciandosi alla narrazione dei Van- no non si fonda sui calcoli astrologici delle
geli del viaggio dei re Magi che seguivano la grandi congiunzioni e della precessione degli
stella cometa che li guidò fino a Betlemme.
Tuttavia questo appare un topos retorico della 77
M.D. CHENU, Astrologia praedicabilis, «Archives
predicazione evangelica (astrologia praedicabi- d’histoire doctrinale et littéraire du Moyen Âge»,
31(1964), pp. 62-65.
75 78
M. FICINO, Epistolarum Liber VII, in Opera omnia, N. CUSANO, Ubi est qui natus est Rex Judaeorum,
cit., vol. I. in Cusanus Texte, I, Predigten, 2/5, ed. J. KOCH,
76
M. FICINO, De stella magorum, Praedicationes, in Heidelberg, Meiner, 1937, pp. 84-86.
79
Opera, cit., vol. I, pp. 489-491; Apologia quaedam in N. CUSANO, Gli esperimenti di statica, in I Dialoghi
qua de medicina, astrologia, vita mundi, item de Magis dell’Idiota, trad. it. G. FEDERICI VESCOVINI, Fi-
qui Christum statim salutaverunt, ed. KASKE, in De vi- renze, Olschki, 2003, pp. 95-96.
80
ta, cit., pp. 394-404, su ciò cfr. anche S.M. BUHLER, N. CUSANO, La congettura sulla fine del mondo,
Marsilio Ficino’s ‘De stella magorum’ and Renaissance trad. it. di G. Federici Vescovini, in La pace della fede
View of the Magi, Renaissance Quaterly, 43(1990), pp. e altri testi, Firenze, Ed. Cultura della Pace, 1993, pp.
348-371. 69-82.
equinozi, ma prende come unità di misura gli mentazioni, la posizione delle Disputationes
anni della vita di Cristo e i giubilei indetti dal adversus astrologiam divinatricem del 1493-94
papato. Con questo trattatello redatto a scopo di Giovanni Pico (1463-1494). Egli non giu-
morale e consolatorio trattandosi di una sem- stifica nessun tipo di influenza astrale come
plice congettura81, egli mostra di distaccarsi invece farà Ficino nel De vita caelitus compa-
dalla tradizione dei pronostici astrologici, co- randa che trasforma la causalità del cielo in
me anche dalle profezie apocalittiche dei gioa- segno intelligibile sotto l’influenza della co-
chimiti che non si erano mai avverate82. È no- smologia di Plotino. Esse furono edite affret-
tevole tuttavia che Ficino nella sua riforma tatamente dal nipote Gianfrancesco Pico a
dell’astrologia medica individuale e spiritualiz- Bologna nel 1496 anche probabilmente a sco-
zata secondo la visione plotiniana degli astri, po edificatorio per difenderlo dalle accuse di
segni e non cause, parli in questo Sermone del eresia proprio nel momento della predicazione
1482 dell’oroscopo di Cristo già discusso da di Girolamo Savonarola84 che considerava
Pietro d’Ailly, parlando secondo la consuetu- l’astrologia una invenzione diabolica contro le
dine risalente ad Albumasar dell’Ascendente verità cristiane e dannata nella Sacra Scrittu-
nel primo Decano del segno di terra della ra85. Giovanni Pico nelle Disputationes passa
Vergine. Ma tutte le discussioni con le discor- in rassegna tutte le dottrine astrologiche dei
danze che ne erano derivate evidenziavano, a grandi maestri medievali, arabi, ebrei come
parere di Ficino, la totale inaffidabilità di que- Abramo Savosarda, e latini che l’hanno giusti-
sti calcoli. ficata, da Alberto Magno e Ruggero Bacone,
fino ai teologi come Tommaso d’Aquino86,
Pietro d’Ailly e ai medici come Pietro
18. Giovanni Pico della Mirandola
84
In part. G. GARFAGNINI, La questione astrologica
D
tra Savonarola, Giovanni e Gianfrancesco Pico, in Nello
iversa da questa impostazione filo-
specchio del cielo, cit. pp. 117-137.
sofica di Ficino appare, nonostante 85
G. SAVONAROLA, Contro l’astrologia divinatoria,
i temi comuni più evidenti come la Firenze, 1497 (IGI, 8787), libro III, cap. 4 contro
critica al concetto di causa83 dell’astro, che è l’oroscopo della religione di Albumasar; libro III, cap.
tratto ugualmente centrale nello loro argo- 5 sull’Anticristo; in part. G. GARFAGNINI, “Questa
è la terra tua”, Savonarola a Firenze, Firenze, Sismel,
ed. del Galluzzo, 2000, pp. 251-291.
81 86
N. CUSANO, La congettura, cit. p. 75; sui Nuovis- SAN TOMMASO D’AQUINO, Summa theologiae,
simi cfr. in particolare R. GUARDINI, I Nuovissimi, Ia q. 115 a.4; IIa IIae q. 95 a 5: “Nullum autem corpus
Milano, Vita e Pensiero, 1950. potest imprimere in rem incorpoream, unde impossi-
82
Il profetismo gioachimita tra Quattrocento e Cinquecen- bile est quod corpora caelestia directe imprimant in
to, ed. Luca Podestà, Genova, Marietti, 1991. intellectum et voluntatem”. Summa contra gentiles, III,
83
Cfr. V. PERRONE COMPAGNI, Pico sulla magia: cap. 87; su ciò in part. Th. LITT, Les corps célestes
problemi di causalità, in Nello Specchio del cielo, cit., pp. dans l’univers de Saint Thomas d’Aquin, Louvain-Paris,
107 e 113-114. Publ. Universitaires, 1963.
d’Abano. Tutti sono incompetenti ed igno- dottrine orientali dei Decani provenienti
ranti anche e proprio della conoscenza dall’Antico Egitto. “Chi ha mai visto queste
dell’astronomia. In particolare è messa in ridi- immagini? Chi nel silenzio dell’esperienza le
colo e criticata l’astrologia medica di Pietro ha scoperte per occulte vie di ragione? Dove
d’Abano. Quest’ultimo, sui principi dell’as- mai Tolomeo e qualche altro antico ne par-
trologia, aveva elaborato una dottrina della lò?”.
medicina come scienza astrologico-fisica e ra-
zionale nel Conciliator differentiarum medico-
rum et astrologorum, opera voluminosa, vera 19. Lucio Bellanti
summa medica e filosofica del secolo XIV re-
datta probabilmente prima del 1303 e rivista
negli anni 1303-1310. Essa era destinata ad es-
sere eclissata solo nel secolo XVII in conse-
guenza delle scoperte del Vesalio unitamente
alla dissoluzione dell’astronomia tolemaica.
A nche per le nuove conoscenze a-
stronomiche della Tavole Alfonsine
Pico aveva buon gioco nel sottoli-
neare la loro ignoranza e quindi ribadire la
negazione di qualunque possibile accordo tra
Ma Pico soprattutto attacca ferocemente religione e astrologia anche se giustificata
l’astrologia congiunzionista di Pietro dalla filosofia di san Tommaso e su basi di-
d’Ailly87 e la sua pretesa di trovare una con- verse, ma sempre con intenti religiosi da
ferma delle verità religiose nelle grandi rivo- Raimondo Lullo nel suo Tractatus novus de
luzioni astronomiche mondiali. Giovanni Pi- astronomia89. Pico era mosso dall’esigenza di
co mette in ridicolo sia le predizioni di A- costruire una nuova filosofia ispirata dall’er-
bramo Savosarda sul tempo venturo della metismo, dal neoplatonismo, da una visione
redenzione di Israele, che tutti gli argomenti magica creativa dell’uomo e dalla cabala e-
di Pietro d’Ailly per ricondurre l’ascendente braica. Pico l’aveva formulata nelle Theses o
dell’oroscopo di Cristo in Bilancia, piuttosto Conclusiones de magia (1486)90. Diversamen-
che in Vergine88. Non c’è rapporto tra Cristo
e il primo o il secondo decano della Vergine 89
G. FEDERICI VESCOVINI, Note di commento,
in cui molti, come Ruggero Bacone, avevano cit., p. 120 a proposito delle citazioni di Lullo da parte
visto una conferma del parto verginale di di Gabriele Pirovano per la riforma in senso cristiano
Cristo e quindi una concordia tra verità reli- dell’astrologia nella De astronomica veritate opus abso-
lutissimoum, Milano 1507; ristampato a Basilea nel
giosa e celeste. Questa dell’ascensione di una
1554 per Iacobo Parco insieme alle opere del Bellanti.
fanciulla di bianco vestita nel primo decano In part. su Gabriele Pirovano cfr. M. PEREIRA, Il
della Vergine, prosegue Pico, è una mera fa- ‘Tractatus novus de astronomia’ del Lullo, Medioevo,
vola, un’immagine fantasiosa inventata dalle 2(1976), pp. 169-277 (pp. 206-213).
90
GIOVANNI PICO, Conclusiones sive Theses
87
GIOVANNI PICO, Disputationes, libro IV, 7-10, DCCCC, Romae 1486, (“publice disputatae sed non
15-17; libro V, cap. 19 ss. admissae”), ed. B. KIESZKOWSKI, Genève, Droz,
88
Op. cit., ibidem. 1973.
non solo dell’azione del movimento degli a- re Alfonso X di Castiglia, occultati nel Me-
stri, ma ci fa conoscere la volta celeste, ossia dioevo come Picatrix. Esse erano cominciate
è astronomia matematica. Il Bellanti espunge a circolare nel Quattrocento e Marsilio Fici-
l’immagine magica del cielo animato da spi- no ne era ben a conoscenza. Bellanti ritorna
riti o entità divine insieme a tutte le pratiche così alla astrologia medica, metereologica e
connesse, magico divinatorie, delle immagi- fisiognomica, del pronostico individuale di
ni ermetiche celesti, le inserzioni dell’as- Tolomeo. Ed era stato proprio questo aspet-
trolatria pagana ermetica dei Decani dei Sa- to medico dell’astrologia uno degli obiettivi
beani di Harran, con tutte le influenze magi- precisi della critica di Pico. Pertanto le Re-
che che erano rintracciabili anche nello sponsiones e il De astronomica veritate del Bel-
pseudo-tolemaico Centiloquium. Esse erano lanti confermano, nonostante le argomenta-
condannate da tutti i theologizantes ma anche zioni del Pico contro l’astrologia medica
dai medici razionalisti del tempo come Pie- medievale (che a suo avviso riduceva l’uomo
tro d’Abano. L’astrologia ermetica che veni- a mera corporalità), il recupero della lezione
va ad essere riscoperta nella secondo metà autentica di Tolomeo, espunto dalle sovrap-
del XV secolo anche per le nuove versioni posizioni dei commentatori arabi. Ne conse-
del Corpus hermeticum di Ficino, introduceva gue per tutti questi motivi che è impossibile
le operazioni magiche nella previsione astro- un accordo con la religione, perché della
logica fondata sulle “immagini”95 ed il Bel- dottrina congiunzionista che sostiene gli o-
lanti le rifiuta decisamente. Egli fa così una roscopi della religione, scriverà, non vi è
radicale ripulitura di questi elementi magico- traccia, tra l’altro, nel testo originario di To-
ermetici inseriti nell’astrologia tolemaica, lomeo, perché essa fu una elaborazione
anche se le opere a cui si riferisce appaiono dell’astrologia araba che si diffuse per le tra-
ancora quelle anonime della tradizione me- duzioni latine del XII secolo della sua opera
dievale96. Si trattava delle contaminazioni nel commento di Alì (Ibn-Ridwan). A pare-
ermetiche magiche astrolatriche introdotte re del Bellanti pertanto l’utilizzazione della
da alcune opere anonime dell’XI secolo, ma teoria delle grandi congiunzioni per spiegare
tradotte nel XIII per lo più nella cerchia del il sorgere delle grandi religioni non appar-
tiene alla autentica dottrina astrologica di
95
Cfr. N. WEILL-PAROT, Les images astrologiques Tolomeo che l’ha elaborata invece solo per
au Moyen Age et à la Renaissance, Spéculations intellec-
spiegare le vicende della vita degli individui
tuelles et pratiques magiques (XIIe-XVe), Paris, H.
Champion, 2002 in part. pp. 647-847 e ss. a proposito e non del mondo e soprattutto fornire ele-
della influenza della dottrina astrologica del De triplici menti utili per descrivere i caratteri degli in-
vita di Ficino su l’Opus clarissimum di Giacomo Tor- dividui e salvaguardare la loro salute. Così
rella. non c’è contrasto tra astrologia e visione cri-
96
P. LUCENTINI, I. PARRI, V. PERRONE stiana perché essa non pretende di penetrare
COMPAGNI eds., Hermetism from Late Antiquity to
i disegni di Dio e di spiegare le verità rivela-
Humanism, Turnhout, Brepols, 2003.
te che sono trascendenti. Bensì tende a evita-
del concetto di causa aristotelica e della di- la sua condanna per eresia e blasfemia. Come
stinzioni ontologica di san Tommaso tra cau- si legge nel documento dell’Archivio del san-
sa necessaria per sé (Dio) e causa contingente to Uffizio, pubblicato da Ugo Baldini100,
per accidens (i cieli e gli eventi terreni), in ge- l’errore di Cardano è stato non solo di essersi
nerale la fortuna della concezione astrologica sforzato di attribuire agli astri, ai corpi celesti
del mondo non venne meno per tutto il Rina- e al fato, gli eventi sì da negare la provvidenza
scimento e non si arrestò nonostante le censu- divina, la libertà umana, la contingenza delle
re e le condanne dei teologi per il permanere cose e tutte le religioni, ma anche la nascita di
presso molti filosofi e scienziati della impo- Cristo e la sua sapienza.
stazione del concetto di natura (physis) di A- Questo oroscopo di Cristo comparve nella
ristotele e dei principi matematici dell’astro- prima edizione latina dal greco101 del Quadri-
nomia tolemaica. partito di Tolomeo, a Basilea nel 1554, da lui
Pertanto tra la fine del Quattrocento e poi apprestata con un commento a cui egli pensa-
per tutto il Cinquecento tra i filosofi aristoteli- va già da tempo102, sulla versione dal greco di
ci fiorirono numerose raccolte di Geniture o Antonio Gogava la quale era stata stampata a
oroscopi individuali99 di principi, papi e re e Lovanio nel 1548. Cardano condivide l’esi-
tra tutte ebbe grande risonanza oltre le raccol- genza tutta umanistica di avere un testo atten-
te del Gaurico, del Giuntini, quella del medi- dibile dell’opera di Tolomeo, fino ad allora
co scienziato e astronomo Girolamo Cardano, circolata nella versione latina dal testo in ara-
anche per le sue disavventure. Egli, sebbene si bo con le interpretazioni dei suoi più famosi
fosse autocensurato in un primo momento, seguaci come Albumasar, ma soprattutto ac-
non mancò poi di pubblicare, dandone una compagnato dalle note del commentatore Alì
giustificazione, l’oroscopo di Cristo che fu Ibn-Ridwan. Cardano intende rinnovare la
una delle cause principali, ma non la sola, del- dottrina astrologica riportandola al testo ori-
ginario greco, restituendo ai lettori la “vera”
99
J.P. BOUDET, Entre science et nigromance, Paris, astrologia di Tolomeo. Egli lo sottrae quindi a
Publ. de la Sorbonne, 2006, in part. cap. VI, pp. 303- tutta la precettistica complessa e bizzarra delle
325 e dello stesso Les astrologues et le pouvoir sous le re- procedure arabe difficilmente giustificabili sul
gne de Louis XI, in Observer, lire, écrire le ciel au Moyen
100
Âge (Actes du Colloque d’Orleans 22-23 avril 1989), U. BALDINI, Cardano negli Archivi del Santo Uffi-
éd. B. Ribémont, Paris, Klincksieck, 1991, pp. 62; E. zio, in Cardano e la tradizione dei saperi, M. Baldi e G.
POULLE, Oroscopes princiers des XIVe et XVe siècles, Canziani ed., Milano, Franco Angeli, 2003, p. 495.
101
in Astronomie planétaire au Moyen Âge latin, Variorum Si veda ora C. TOLOMEO, Tetrabiblos, testo gre-
Reprints, Aldershot, Ashgate, 1996, pp. VIII, 63-77. co e trad. it. di S. Feraboli, Milano, Fondazione Lo-
Sulla famosa genitura di Agostino Chigi affrescata da renzo Valla, Milano, 1983.
102
Baldassarre Peruzzi nella Sala Galatea (1466) cfr. F. G. CARDANO, In Claudii Ptolomaei de astrorum
SAXL, La fede astrologica di Agostino Chigi, in F. iudiciis aut ut vulgo appellant Quadripartitae Construc-
SAXL, La fede negli astri, trad. it. S. Settis, Torino, tiones, libri IV Commentaria, Basilea, Enrico Petro,
Boringhieri, 1985, pp. 305-412. 1554, lib. II, textus 54, pp. 164-166.
piano astronomico. Così Cardano intende ri- va che la mente divina avesse voluto, per una
portare l’iudicium astrologico su un piano qualche ragione, che una genitura cosi impor-
scientifico più rigoroso, ossia matematico, an- tante fosse divulgata, sebbene affermi pruden-
che se come Tolomeo, afferma che la previ- temente che “io avendola preparata da venti e
sione non pretende di avere una validità ne- più anni, non avevo avuto il coraggio di pub-
cessaria, ma meramente probabile. In tal senso blicarla”104.
anche come medico, si riallaccia più o meno Egli spiega che ha inteso far conoscere
direttamente all’insegnamento astronomico l’oroscopo di Cristo perché desidera che tutto
della Scuola padovana della fine del XIII se- il mondo venga a conoscenza di come la sua
colo-inizi del XIV, ossia dell’altro filosofo- Natività “fosse ammirabile con il concorso
medico Pietro d’Abano. Questi nella sua ope- più grandioso di tutti i cieli che significavano
ra di astronomia Lucidator dubitabilium astro- pietà, giustizia, fede, semplicità e carità” ma
nomiae aveva giustificato con argomenti logici che nessuno doveva pensare che egli volesse
e filosofici centrati sulla concezione dell’ars- dire che sia la divinità in Cristo che i miracoli
scientia del libro VI, 2-4, 1139-1140 dell’Etica da lui compiuti, la santità della sua vita e la
a Nicomaco, la possibilità di una conoscenza promulgazione della sua religione, dipendes-
scientifica del pronostico medico e dell’iu- sero dagli astri (ab astris pendeant). Invece egli
dicium astrologico come prognosi medica voleva indicare che come “la natura adornò la
dell’individuo contingente103. L’astrologia sua nascita di un temperamento ottimo e di
pertanto si presenta come una ars, scienza pra- una straordinaria bellezza del corpo, così an-
tica, strumento di conoscenza attivo capace di che Dio ottimo e glorioso adornò la sua nasci-
guidare l’opera del medico e dell’astrologo e ta di un’ottima e mirabile costituzione degli
quindi con la sua capacità predittiva, di far astri”105. Pertanto egli non l’aveva pubblicato
emergere almeno in parte la preordinazione nella sua famosa raccolta di Geniture ma pro-
nascosta della natura al di sotto degli eventi, prio nel commento al II libro del Tetrabiblios
come la malattia e la possibilità di guarigione. che tratta dell’astrologia mondiale, perché
La pubblicazione dell’oroscopo di Cristo fu l’oroscopo di Cristo assumeva un significato
tolta dall’edizione postuma del 1578 per le vi- universale che è quello della religione cristia-
cende della condanna, ma fu ripubblicata na e pertanto rientrava negli argomenti della
nell’Opera omnia di Lione nel 1663 a cura di astrologia universale del secondo libro di To-
C. Spon. Cardano pubblicò l’oroscopo giusti- lomeo. Ciò che è notevole tuttavia di questa
ficandolo con l’affermazione che egli confida- genitura rispetto a quelle precedenti di Albu-
masar, del Savosarda o di Pietro d’Ailly che
103
G. FEDERICI VESCOVINI, La medecine synthèse
104
d’art et de science selon Pierre d’Abano, in Les doctrines G. CARDANO, De astrorum iudiciis, cit., lib. II,
de la sciences de l’Antiquité à l’Âge Classique, ed. R. textus 54, pp. 164-166.
105
Rasched et J. Biard, Leuven, Peeters, 1999, pp. 211- G. CARDANO, De astrorum iudiciis, cit., lib. II,
236. textus 54, p. 163.
sono più propriamente oroscopi universali calcolatoria degli arabi delle congiunzioni le-
delle religioni e non dei loro fondatori, è che gate con le triplicità e tutto il sistema, invece,
egli descrive proprio l’oroscopo di Cristo sul è ricondotto ai quadranti della sfera celeste e
giorno e l’ora presunta della sua nascita che al tempo del ritorno del grado 0 dell’Ariete
sarebbe quella del calendario ecclesiastico e dell’ottava sfera al grado 0 della nona. Questa
cioè il Natale in quanto rappresenterebbe il rappresenterebbe la congiunzione massima
modello universale di un oroscopo individua- millenaria. Tutta la riforma del Quadriparti-
le. to di Tolomeo, detto altrimenti, è discussa da
Questo atteggiamento più cauto non aveva Cardano sulle basi di un calcolo esclusiva-
però contraddistinto quanto aveva scritto in mente astronomico del moto apparente degli
alcune opere che precedono il suo commento astri, dei pianeti e della precessione degli e-
a Tolomeo, ovvero nel De supplemento Alma- quinozi. Ne consegue che la nascita di Cristo
nach e negli Aphorismi, dove aveva accettato non è spiegata con i calcoli delle grandi con-
l’idea della corrispondenza tra eventi profani giunzioni degli arabi e dei loro seguaci latini,
come la nascita dei regni, e delle religioni e i ma con le nuove Tavole astronomiche del
transiti delle grandi congiunzioni. L’in- Regiomontano.
serimento dell’oroscopo individuale di Cristo Anche se Cardano si autocensurò più volte
nel successivo commento del Tetrabiblios ave- nel pubblicare le geniture, la sua opera106 rive-
va lo scopo di ridimensionare su fondamenti la la difficoltà di trovare un equilibrio tra cau-
astronomici razionali la teoria congiunzionista salità fisico-naturale che veniva considerata
degli arabi, poiché, come tutti gli astronomi come determinismo del libero arbitrio, e la
più avvertiti prima di lui ritenevano (e non verità di una religione cristiana razionalmente
per motivi religiosi o teologici) anch’egli pen- spiegata secondo l’ortodossia della dottrina
sava che fosse impossibile stabilire esattamen- del tempo.
te i periodi delle grandi congiunzioni ed indi- I suoi scritti di medico e scienziato pareva-
viduare gli eventi particolari che ne dipendo- no più inclinare sul piano della natura che su
no. quello della religione rivelata e sembravano
Di questa riforma dell’astrologia tolomaica confinati nell’ambito della pura fede. Inoltre
universale, tentata da Cardano, è dato osser- la sua opera viene a collocarsi in piena lacera-
vare rispetto alle esegesi condotte dai com- zione dell’universalismo cristiano per l’af-
mentatori precedenti, la semplificazione fermarsi della Riforma luterana con le conse-
dell’astrologia mondiale ricondotta ai movi- guenti chiusure dogmatiche delle Chiese, con
menti generali e universali dell’ottava sfera
sulla nona da cui dipendeva la precessione de- 106
A. GRAFTON, Il signore del tempo. I mondi e le o-
gli equinozi e la leggera variazione annuale pere di un astrologo del Rinascimento, trad. it. Bari-
degli equinozi e dei solstizi che ne conseguiva. Laterza, 2002 e per altre interpretazioni A. INGE-
GNO, Nuovi studi sull’opera di Cardano, in Cardano e
In altre parole la trattazione di Cardano
la tradizione dei saperi, cit., pp. 9-18.
dell’oroscopo di Cristo espunge la casistica
il costituirsi del Santo Uffizio e dei Tribunali avversata e denigrata, ma anche strenuamente
dell’Inquisizione moderna. Pertanto la diffici- difesa dai suoi sostenitori sulla base di queste
le conciliazione che i filosofi, e i teologi me- antiche tradizioni scientifiche e religiose, e
dievali avevano tentato sulla base della dottri- sulle conferme empiriche dei suoi cultori.
na aristotelica delle cause strumentali e secon-
de, accidentali e contingenti (come aveva ela-
borato anche San Tommaso), di contro alla
causa universale per sé, valida per la causalità
divina, viene a cadere completamente. Ciò ac-
cadrà non solo per l’affermarsi di una conce-
zione demiurgico magico della dignità
dell’uomo, sottratta alla necessità materiale,
dei filosofi neoplatonici ed ermetici del Rina-
scimento, ma soprattutto a motivo della disso-
luzione della concezione del cosmo chiuso di
Aristotele in sintonia con l’astronomia di To-
lomeo sulla quale si fondava la sua dottrina a-
strologica, dovuta alla rivoluzione astronomi-
ca di Galileo e all’affermarsi della meccanica
newtoniana.
Tuttavia poiché l’astronomia geocentrica
dell’Almagesto, su cui era stato costruito
l’edificio teorico dell’astrologia del Quadripar-
tito, rispondeva esattamente mediante il ge-
niale artificio geometrico degli eccentrici e
degli epicicli, all’apparenza dei fenomeni, an-
che se l’ipotesi geocentrica era sbagliata, la
validità delle Tavole celesti di Tolomeo, cor-
rette successivamente, non venne mai meno
nei secoli moderni. Le previsioni dell’astro-
logia, fondate su una millenaria tradizione re-
ligiosa e scientifica, proseguirono il loro
cammino nel futuro dell’umanità. Esse conti-
nuarono a rispondere alla esigenza dell’uomo
di conoscere il futuro, nella sempre più gene-
rale incertezza degli orizzonti universali del
suo agire, di cui egli rimaneva l’attore princi-
pale radicato sulla terra: disciplina ancor più