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PROMOZIONE DELLA SALUTE

Negli ultimi decenni, nei paesi industrializzati, la impostazione concettuale e metodologica del
concetto di tutela della salute e della sua difesa ha subito una notevole trasformazione a seguito
degli studi epidemiologici che hanno dimostrato il modificarsi nell’ultimo secolo delle cause di
malattie e di morte (transizione epidemiologica).
Come precedentemente riportato, infatti, si è passati nei paesi a più elevato sviluppo socio-
economico e tecnologico, da una nosologia da sempre dominata dalle malattie infettive ad una
nosologia in cui predominano le patologie cronico-degenerative, le quali presentano caratteristiche
particolari, diverse da quelle delle malattie infettive.
Tali diverse caratteristiche influiscono sugli orientamenti sia delle strategie preventive che curative,
e, quindi, anche educative. Le strategie preventive privilegiano, anche in questo caso, la
prevenzione primaria, con l’obiettivo di ridurre o eliminare i fattori comportamentali ed ambientali
che aumentano il rischio di malattia. Le azioni preventive che ne seguono sono orientate sempre
meno verso interventi settoriali, centrati sulle singole patologie e sempre più sugli stili di vita
(quello che la gente fa) e sull’ambiente (come è organizzato), con l’obiettivo, non solo di ridurre i
fattori di rischio, ma anche di migliorare il livello di salute. Le strategie curative prevedono anche
esse particolari orientamenti, sia diagnostici che terapeutici: La diagnosi deve essere il più precoce
possibile (prevenzione secondaria), per aumentare l’efficacia delle terapie, e deve essere il più
mirata possibile, per aumentarne la specificità.
In questo contesto l’educazione sanitaria è uno strumento fondamentale, sia per la prevenzione
primaria che per la secondaria e l’ottimizzazione delle cure. Il coinvolgimento dei soggetti e della
comunità è indispensabile per la rimozione dei fattori di rischio, ma anche per l’adesione agli
screening , alle cure e alla ricostruzione di un nuovo equilibrio, una nuova, diversa condizione di
salute.
Molti studi nazionali ed internazionali, poi, hanno dimostrato l’esistenza di forti diseguaglianze1
nelle condizioni di salute, legate soprattutto a quello che viene chiamato Gradiente socio-economico
nella salute, per cui le persone con basso livello socio-economico si ammalano di più e muoiono
prima. Questo fenomeno non si osserva solo nelle fasce più svantaggiate della popolazione bensì ad
ogni livello della scala sociale, interessando tutte le dimensioni della struttura demografica e sociale

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Il termine disuguaglianza ha una dimensione morale ed etica. Si riferisce a differenze che sono evitabili e non
necessarie, oltre che inique e ingiuste. di condizioni reali di salute-
Tali disuguaglianze si riferiscono a: condizioni reali di salute; percezione dello stato salute/del bisogno di cure;
espressione della domanda; di offerta e accessibilità ai servizi a parità di domanda espressa; di appropriatezza delle
(istruzione, tipo di abitazione, famiglia, lavoro); riguarda quasi tutte le cause di morte, non si
manifesta solo nella mortalità prematura delle classi sociali svantaggiate, ma anche nella morbosità,
nella disabilità e, più a monte, nella diversa esposizione a fattori di rischio e di protezione. E quasi
tutte le cause di morte sono interessate da disuguaglianze,
Divenne sempre più chiara, allora, l’importanza che i fattori socio-culturali, economici e ambientali
hanno sulla salute della popolazione, ed il fatto che le disuguaglianze sociali nella salute sono il
risultato di una catena di cause che trova la sua origine nella struttura di base della società. Per
tutelare la salute, quindi, non è sufficiente agire sui determinanti prossimali (cause e fattori di
rischio delle malattie), ma modificare profondamente quelli distali.

Posizione Mobilità
Mercato Socioeconomica
Welfare
del Lavoro Ambiente
Genere
Sistema Comporta-
Educativo mento - SALUTE e
Etnicità Stili di vita BENESSERE
Coesione
Sociale Assistenza
Sessualità Sociale e
Sanitaria

DETERMINANTI POSIZIONE SOCIALE DETERMINANTI ESITI DI


DISTALI DELL’INDIVIDUO PROSSIMALI
(STRUTTURA SALUTE
SOCIALE)

Vi è quindi stata una evoluzione delle azioni per la salute, da ricollegarsi alla modifica della
strategia della prevenzione delle malattie in quella più dinamica della Promozione della salute.
Si è passati cioè da una tendenza verso interventi (che erano e restano importantissimi) centrati sulla
rimozione delle cause di malattie e dei fattori di rischio, ad azioni per mantenere l’equilibrio salute,
o per riconquistarlo con l’obiettivo di accrescere le potenzialità del soggetto e/o di migliorare
l’ambiente.

prestazioni/qualità ed efficacia delle prestazioni

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È l'OMS a lanciare tra gli anni settanta e ottanta un dibattito sulla Promozione della Salute, tenendo
conto dei problemi di salute messi in evidenza dalle ricerche epidemiologiche e biomediche, e che
sono risolvibili solo con lo sviluppo sociale e con l’impegno delle politiche dei Paesi. Per questo
L’OMS cerca di dare indicazioni politiche e strategiche per raggiungere un obiettivo globale e
positivo, condizioni di vita e di lavoro positive, adeguate allo sviluppo del massimo di salute per
ogni individuo
Il primo ambizioso impegno a porre in essere una strategia globale della salute per tutti, assunto
dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, risale al 1978 con la Dichiarazione di Alma Ata
(Kazakistan), Nel 1977 l’Assemblea mondiale della Sanità decise solennemente che nei due
successivi decenni il principale obiettivo sociale dei vari Governi e dell’OMS dovesse essere il
raggiungimento da parte di tutti i popoli del mondo di un livello di salute tale da permettere loro di
condurre una vita socialmente ed economicamente produttiva; nel 1978 la Conferenza mondiale di
Alma-Ata dichiarò che “I SERVIZI PRIMARI DI SALUTE” sono la chiave di volta per il raggiungimento
di questo obiettivo. Per dare all’obiettivo ideale una concretezza, nel 1979 l’Assemblea Mondiale
della Sanità formulò e lanciò la “Strategia” della salute per tutti negli anni 2000” (HFA, Health For
All).
Per comprendere però come sia nato e si sia sviluppato il concetto di promozione della salute
occorre rifarsi alla "Carta di Ottawa", risultato della prima Conferenza Internazionale per la
Promozione della Salute, che, nel 1986, progettò azioni finalizzate a tale obiettivo a livello
mondiale .
Con la 1° Conferenza Mondiale sulla Promozione della Salute (Ottawa, 1986) si afferma il
concetto che la salute non deve essere solo tutelata e conservata, ma può essere promossa,
attivando un processo che metta in grado le persone di aumentare il controllo sulla propria salute
e di migliorarla.
Ad Ottawa la Promozione della Salute viene definita dall''OMS come “Il processo che conferisce
alle popolazioni i mezzi per assicurare un maggior controllo sul proprio livello di salute e
migliorarlo. Per raggiungere un completo benessere fisico, mentale, sociale, un individuo, o un
gruppo, deve essere in grado di identificare e realizzare le proprie aspirazioni, soddisfare i propri
bisogni, agire sull’ambiente. La salute è considerata una risorsa per la vita quotidiana, non è
l’obiettivo della vita; è un concetto positivo che valorizza le risorse sociali e individuali, oltre alle
capacità fisiche. La Promozione della salute non è responsabilità esclusiva del settore sanitario,
va al di là degli stili di vita e punta al benessere”
La Promozione della salute è, pertanto, fondamentalmente un’attività che si svolge in campo
sociale e della salute, e NON un servizio sanitario. Quindi, una serie di iniziative politiche assunte
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nei settori non sanitari (nel campo ad esempio dell’istruzione, dell’occupazione, dello sviluppo
sostenibile, dei trasporti, delle scelte urbanistiche) complementari, peraltro, a quelle attivate dal
sistema sanitario, possono contribuire in modo determinante alla modificazione dei fattori sociali,
economici e ambientali che conducono al mantenimento o alla perdita della salute dei cittadini : “La
salute è creata prendendosi cura di sé stessi e degli altri, essendo capaci di prendere decisioni e di
avere il controllo delle diverse circostanze della vita, garantendo che la società in cui uno vive sia
in grado di creare le condizioni che permettano a tutti i suoi membri di raggiungere la salute”.
Assistenza, olismo, ecologia sono questioni essenziali nello sviluppo delle strategie per la
promozione della salute
La promozione della salute deve, quindi, portare a condizioni di vita e di lavoro sicure, stimolanti,
soddisfacenti, alla protezione degli ambienti naturali e artificiali, alla conservazione delle risorse
naturali; consentire una valutazione sistematica degli effetti dell'ambiente sul benessere delle
persone e garantire strategie e azioni mirate ad indurre cambiamenti nel singolo e nella collettività.
La promozione della salute passa pertanto necessariamente attraverso l'adozione di politiche
pubbliche coordinate e tese a favorire e sviluppare beni e servizi più sani, ambienti igienici e non
pericolosi, cambiamenti legislativi coerenti, mutamenti nell'organizzazione sociale e ambientale.
Poiché la salute è un concetto positivo, che valorizza le risorse personali e sociali, come pure le
capacità fisiche, la promozione della salute non è, quindi, una responsabilità esclusiva del settore
sanitario, ma coinvolge ognuno di noi, che deve cercare di conservare il proprio equilibrio “salute”
e di migliorarlo adottando stili di vita sani e comportamenti positivi.
In particolare, la promozione della salute mira ad una effettiva e concreta PARTECIPAZIONE

PUBBLICA. Questo obiettivo richiede l’ulteriore sviluppo delle capacità di definizione dei problemi e
presa di decisioni sia a livello individuale che collettivo. Così, la partecipazione è il tema-guida
della elaborazione delle strategie che l’OMS, con i paesi che ad essa aderiscono, ha messo a punto a
guida delle trasformazioni dei sistemi sanitari e dei rapporti tra tecnici e popolazione, e tra
organizzazione tecnica e gestione politica dei sistemi sanitari stessi.
“La popolazione ha il diritto ed il dovere di partecipare individualmente e collettivamente alla
pianificazione e attuazione del suo sistema di assistenza per la salute.......” . È una affermazione
della dichiarazione che va sotto il nome di Alma Ata e che concluse l’assemblea promossa
dall’OMS e dall’UNICEF nel settembre del 1978 per mettere a punto la strategia per l’assistenza
sanitaria di base. “...Perché ciò avvenga è necessario che governi, istituzioni, professioni
sanitarie, prendano misure per informare la popolazione e per assicurare che essa partecipi sia
individualmente che collettivamente nella pianificazione, attuazione, controllo delle attività che
possono influire sulla sua salute...“

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LE AZIONI PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE

CARTA DI OTTAWA PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE


Organizzazione Mondiale della Sanità Dipartimento Sanità e Benessere Sociale Canada

Associazione Canadese di Sanità Pubblica

Al centro del simbolo della Carta d’Ottawa sono indicate le tre azioni essenziali che devono essere
svolte per poter promuovere salute: advocating, enabling, mediating.
1 – Sostenere (Advocating) è l’azione di sostegno alle popolazioni perché riescano ad
affermare il loro diritto alla salute. Una buona salute è una risorsa significativa per lo sviluppo
sociale, economico e personale ed è una dimensione importante della qualità della vita. Fattori
politici, economici, sociali, culturali e ambientali possono favorire la salute, ma possono
anche danneggiarla. Le attività di promozione della salute devono puntare a rendere
favorevoli queste condizioni focalizzando l’attenzione sul raggiungimento dell’equità in tema
di salute
2 – Abilitare (Enabling) vuol dire mettere in grado, cioè fornire agli individui e alle comunità
i mezzi materiali, le conoscenze e le capacità, per controllare e migliorare la propria salute.
Questo richiede non solo la reale disponibilità di informazioni, ma anche il possesso di
adeguate abilità personali ed opportunità che consentano di fare scelte sane, con l’attenzione
di assicurare a tutti pari opportunità e risorse.
3 – Mediare (Mediating) significa mediare, tra i diversi interessi della società, al fine di

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raggiungere più elevati livelli di salute. Promuovere salute richiede quindi un’azione
coordinata tra i vari soggetti coinvolti: governi, settore sanitario e altri settori sociali ed
economici, organizzazioni non governative e di volontariato, autorità locali, industria e mezzi
di comunicazione di massa. Strategie e programmi dovrebbero poi essere adattati ai bisogni
locali e alle possibilità dei singoli paesi e regioni, in modo da tenere conto dei diversi sistemi
sociali, culturali ed economici
Nel simbolo della Carta d’Ottawa compaiono poi anche le cinque attività strategiche che è
necessario svolgere per poter condurre le azioni essenziali prima individuate.
1 - Costruire una politica pubblica per la salute vuol dire porre la salute all’ordine del
giorno dei decisori politici di ogni settore e livello, portandoli ad essere consapevoli delle
conseguenze che sulla salute hanno le loro decisioni e ad accettare le relative responsabilità.
E’ infatti solo un’azione coordinata quella che può condurre una comunità verso una migliore
salute ed una maggiore equità.
2 - Creare ambienti che favoriscono la salute vuol dire fare in modo che in tali ambienti le
scelte più facili siano quelle salutari. Vuol dire però anche accettare il fatto che le nostre
società sono complesse, e che non è possibile separare la salute da altri obiettivi che esse
perseguono: gli inestricabili legami che esistono tra le persone e il loro ambiente richiamano
la necessità di adottare un approccio socio-ecologico alla salute. Promuovere salute vuol dire
produrre condizioni di vita e di lavoro che siano sicure, stimolanti, soddisfacenti e piacevoli.
E’ quindi essenziale che venga svolta una sistematica valutazione dell’impatto che può avere
sulla salute un ambiente in rapida trasformazione, particolarmente nell’area della tecnologia,
del lavoro, dell’energia e dell’urbanizzazione: tale valutazione deve poi essere seguita da
azioni che garantiscano benefici alla salute delle persone. Ogni strategia di promozione della
salute dovrebbe poi preservare ambienti e risorse naturali.
3 - Rafforzare l’azione della comunità vuol dire operare concretamente, ed all’interno delle
comunità, per definire le priorità, assumere le decisioni, pianificare e realizzare le strategie
che consentano di raggiungere un migliore livello di salute. Al cuore di questo processo c’è
l’acquisizione di maggior potere da parte delle comunità, che devono poter controllare i propri
destini. Lo sviluppo delle comunità deve attingere alle risorse umane e materiali esistenti nelle
comunità stesse, per aumentare l’auto-aiuto e il supporto sociale, e per sviluppare sistemi
flessibili che rafforzino la partecipazione e la direzione pubblica sui temi della salute. Ciò
richiede un pieno e continuo accesso alle informazioni e la possibilità di conoscere le
opportunità di salute, oltre a un adeguato supporto finanziario.
4 - Sviluppare le capacità personali vuol dire sostenere lo sviluppo individuale e sociale
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fornendo l’informazione e migliorando le abilità utili alla vita quotidiana. Così facendo
aumentano le possibilità che le persone esercitino un maggior controllo sulla propria salute e
sui propri ambienti e facciano scelte favorevoli alla salute. Ciò deve essere reso possibile a
scuola, in famiglia, nei luoghi di lavoro e in tutti gli ambienti organizzati della comunità. E’
necessaria quindi un’azione tramite gli organismi educativi, professionali, commerciali e del
volontariato, ma anche dentro le stesse istituzioni.
5 - Riorientare i servizi sanitari vuol dire che essi hanno bisogno di adottare un mandato più
ampio che sia sensibile e rispettoso dei bisogni culturali delle comunità in cui sono inseriti.
Questo mandato dovrebbe sostenere i bisogni degli individui e delle comunità per una vita più
sana, e stabilire connessioni tra il settore sanitario e le più ampie componenti sociali, politiche
ed economiche. Riorientare i servizi sanitari richiede poi una maggior attenzione da parte
della ricerca e cambiamenti nell’insegnamento e nella formazione professionali. Tutto ciò
deve portare a una modifica nell’atteggiamento e nell’organizzazione dei servizi sanitari, che
devono centrare la loro attenzione sui bisogni complessivi dell’individuo visto nella sua
globalità.

L’EDUCAZIONE SANITARIA nella strategia della promozione della salute ha un compito di


importanza fondamentale. Essa ha la funzione dì aiutare la popolazione a acquisire la capacità dì
agire come soggetti della comunità per stimolare, orientare, ottenere tutti quegli interventi di
politica generale che contribuiscono alla salute; oltre, ovviamente, la funzione di sviluppare
nei singoli la capacità di scelta e decisione per i comportamenti che sono correlati con la
salute. L’educazione sanitaria viene, quindi, a far parte di un programma complesso e
multifattoriale di promozione della salute, che richiede una grande maturità e preparazione da parte
della classe politica, dell’intera popolazione di un Paese, ma anche e soprattutto dei medici e degli
altri operatori sanitari che quel Paese esprime
La strategia “PROMOZIONE DELLA SALUTE” è in concreto una indicazione per le pratiche di salute di
ogni Paese, indirizzata ai governi, ai politici, alla popolazione, ai tecnici. Essa tiene conto
dell’unitarietà del concetto di salute, della centralità dei soggetti, nonché della intersettorialità
dei fattori influenzanti le condizioni di salute, e delle azioni necessarie per il cambiamento.
E’ quindi un concetto politico-sanitario ampio che prevede lo sviluppo completo delle capacità
fisiche e mentali dell’individuo, della sua personalità, il miglioramento della qualità della vita,
il potenziamento della resistenza dell’organismo alle influenze patogene dell’ambiente, il cui
raggiungimento si ottiene mediante:

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• MISURE COMPLESSE E COORDINATE DI ORDINE:
- politico
- economico
- legislativo
- culturale
- educativo
- sanitario

• COOPERAZIONE INTERDISCIPLINARE
• PARTECIPAZIONE e coinvolgimento attivo della popolazione, tramite una informazione
sistematica e completa sui problemi della salute ed interventi di EDUCAZIONE
SANITARIA.

• SVILUPPO DI STILI DI VITA che contribuiscono alla salute volti a:


- promuovere,mantenere e ristabilire la salute
- garantire una vita attiva,produttiva e prolungata ed il gusto della vita.

Le azioni politiche a favore della salute possono essere promosse sia dai Governi dei singoli paesi
che da altre organizzazioni private (Consiglio d’Europa, UNICEF, OMS, UNESCO, ONU, Croce
Rossa...).
Esse comprendono ogni azione realizzata attraverso i criteri della collaborazione intersettoriale e
della partecipazione comunitaria e rivolta alla PROMOZIONE DEI PREREQUISITI DELLA
SALUTE, proposti dall’OMS:
 libertà dalla paura di guerre;
 uguali opportunità per tutti;
 soddisfazione delle esigenze e dei bisogni fondamentali (cibo, istruzione di base,
riserve idriche e servizi igienici, alloggi decorosi, un lavoro sicuro ed un ruolo utile
nella società);
 volontà politica e sostegno pubblico
Pertanto, solo un insieme d’interventi integrati tra di loro, di ordine politico, economico, legale,
culturale, educativo, sanitario che preveda l’attiva partecipazione dei cittadini promuove una
autentica strategia di promozione di una migliore qualità della vita. Gli interventi di promozione,
infatti, devono tendere a creare condizioni di base favorevoli alla salute, a migliorare le condizioni

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ambientali, a favorire un’adeguata assistenza sanitaria e a perseguire stili di vita che favoriscono il
benessere. In particolare, questi interventi possono consistere nella creazione di prerequisiti di base
per la salute quali lo sviluppo di ambienti salubri, una diversa gestione dei sistemi sanitari, lo
sviluppo di interventi di supporto. Sono, in genere, azioni orientate e rendere l’ambiente fisico e
sociale il migliore possibile per i bisogni dell’individuo, delle famiglie e della comunità.
GLI INTERVENTI PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE
> CREAZIONE DI PREREQUISITI GENERALI e di condizioni di base per la salute :

• Mantenendo la pace ed eliminando la paura della guerra

• Assicurando gli stessi diritti alla salute a tutti, riducendo le diseguaglianze sociali

• Soddisfacendo i bisogni basilari della popolazione di una alimentazione sufficiente, di


acqua potabile, di abitazioni adeguate ,una istruzione di base ed una occupazione utile con un
idoneo introito
> STILI DI VITA CHE CONTRIBUISCONO ALLA SALUTE

• Sviluppo di stili di vita che promuovano la salute, tramite interventi di politica sociale e di
educazione sanitaria

• Promozione di comportamenti positivi verso la salute

• Controllo di comportamenti pericolosi per la salute


>AMBIENTE SALUBRE

• Politica sanitaria rivolta all’ambiente

• Controllo dei rischi ambientali inquinamento dell'aria, acqua, suolo, alimenti)

• Miglioramento delle condizioni ambientali (ambienti di vita e di lavoro)


> ASSISTENZA SANITARIA ADEGUATA

• Assistenza sanitaria di base

• Razionale impiego di risorse

• Coordinamento delle risorse comuni

• Valutazione della qualità dei servizi sanitari

La strategia della “promozione della salute”, quindi, è comprensiva della prevenzione delle
malattie e della educazione sanitaria.

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Promozione della Salute
Servizi di
Programmi di Prevenzione
educazione alla salute

Attività AREE DI
economiche ATTIVITA’ DI Lavoro di
e comunità
legislative
PROMOZIONE DELLA
SALUTE

Interventi
Sviluppo
di Igiene
Politica sanitaria organizzativo
ambientale
pubblica

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I PROGETTI CHE SI SONO SVILUPPATI IN ITALIA E NEL MONDO SULLA


PROMOZIONE DELLA SALUTE
I progetti che si sono sviluppati in Italia, in Europa e nel Mondo per attivare un processo che metta
le persone in grado di aumentare il controllo sulla propria salute e di migliorarla sono, ad oggi,
almeno quattro e sono applicazioni pratiche del progetto globale dell’O.M.S.: “Salute per tutti
nell’anno 2.000”.
Opportunità concrete di realizzazione di strategie per la salute sono date dagli “ambienti
organizzativi per la salute”: Settings for health: i luoghi o i contesti sociali in cui le persone
esplicano le attività quotidiane durante le quali i fattori ambientali, organizzativi e personali
interagiscono influendo sulla salute.
“La salute è creata e vissuta dalle persone all’interno degli ambienti organizzativi della vita
quotidiana: dove si studia, si lavora, si gioca, si ama”.
I concetti di promozione della salute sono stati tradotti in iniziative concrete: progetti promossi
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità:
 Healthy Cities, Villages,Municipalities CITTA’ SANE
 Health Promoting Schools
 Health Promoting Hospitals,
 Health Promoting Workplaces ….

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SCUOLA PROMOTRICE DI SALUTE (HEALTH PROMOTING SCHOOL)

• La scuola promotrice di salute si caratterizza quale scuola che rafforza costantemente le sue
capacita’ di costituire un ambiente di vita, di insegnamento, di lavoro sano (dall’health
Education Glossary, 1998)

• La promozione della salute nella scuola è “un insieme di processi, azioni ed interventi che
hanno come scopo quello di mettere in grado la comunità scolastica, di sostenere e
migliorare la condizione di salute e di benessere al suo interno” ( OMS, 1996)
La scuola promotrice di salute sceglie di essere una comunità che nel suo complesso promuove
la salute degli studenti, degli insegnanti attraverso il curriculum, l’ambiente fisico ed
organizzativo, contatti con la realtà extrascolastica..
Favorisce attività tra pari focalizzate su confronto e scambio di idee ed esperienze
Considera il soggetto in formazione partecipante attivo nella costruzione di un suo progetto
personale di benessere

LA RETE ITALIANA CITTÀ SANE - OMS: un impegno per migliorare salute e qualità di vita
Città Sane è un movimento di città presente in tutti i continenti.
In Europa è presente in 1400 città in 30 Paesi che hanno una Rete Nazionale e che oggi lavorano
l’una a fianco all’altra sulle priorità proposte dall’OMS o su temi scelti ad hoc.
In Italia, il progetto è partito nel 1995 come movimento di Comuni per poi diventare nel 2001
Associazione senza scopo di lucro, ed oggi le città aderenti alla Rete sono 67.
Negli anni 2009-2013 l’OMS ha coordinando la cosidetta “V FASE” di lavoro del progetto
intitolata “Salute ed equità nella salute in tutte le politiche locali”, nella quale i temi prioritari
individuati sono suddivisi in tre aree:
1)Ambienti capaci di cura e supporto. Una Città Sana deve essere, prima d’ogni altra cosa, una
città per tutti i cittadini, inclusiva, pronta al sostegno, sensibile e capace di rispondere alle loro
diverse necessità e aspettative.
2) Vivere sano. Una città sana fornisce condizioni e opportunità che facilitano gli stili di vita sani.
3) Ambiente e design urbano favorevoli alla salute. Una città sana offre e costruisce ambienti
fisici che contribuiscono alla salute, allo svago e al benessere, alla sicurezza, all’interazione sociale,
alla mobilità facile, al senso di orgoglio e appartenenza culturale che sono accessibili ai bisogni di
tutti i suoi cittadini.
La partecipazione nella Rete Città Sane OMS

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Significa innanzitutto la realizzazione di PROGETTI DI COMUNITA’ PER LA PROMOZIONE
DELLA SALUTE nella città della Rete, sia a livello locale che nazionale, coinvolgendo diversi
livelli:

• i cittadini in genere

• le scuole

• i professionisti

• il terzo settore e l’associazionismo

• il mondo dello sport


Filoni di lavoro della Rete Italiana

• Mobilità sostenibile

• Sana alimentazione

• Attività fisica

• Sani stili di vita

• Rapporto ambiente e salute

LA PROMOZIONE DELLA SALUTE IN OSPEDALE (HPS)


La promozione della salute migliora la salute delle persone durante il loro soggiorno in ospedale ed
oltre:
 Riduce i rischi per la salute attraverso misure di protezione (sviluppo della qualità del
servizio, igiene, prevenzione degli incidenti, ecc.);
 Migliora la qualità della vita in ospedale;
 Aumenta il livello di conoscenze sulla salute per meglio ricorrere al sistema di cura,
cooperare alla terapia, controllare i malati cronici, e scegliere uno stile di vita sano
Obiettivi della rete HPH sono:
 introdurre l'educazione sanitaria e la promozione della salute nella cultura degli
ospedali;
 facilitare e incoraggiare la cooperazione e lo scambio di esperienze tra gli
ospedali;
 allargare l'interesse della dirigenza ospedaliera e delle strutture dalla sola diagnosi
e terapia alla prevenzione;

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 sviluppare esempi di buona pratica clinica documentati e valutati.

HEALTH PROMOTING WORKPLACES


Promozione della salute nei luoghi di lavoro dell’Unione Europea
La Rete Europea per la promozione della salute sul posto di lavoro, l’ha definita come “gli sforzi
congiunti di datori di lavoro, lavoratori e società per migliorare la salute e il benessere delle
persone sul posto di lavoro”.
Questa visione della promozione della salute sul luogo di lavoro pone particolare enfasi sul:

• Miglioramento dell’ambiente e dell’organizzazione del lavoro


• Promozione della partecipazione attiva
• Incoraggiamento dello sviluppo individuale

Health Promoting Workplaces


Vantaggi della Promozione della Salute negli
ambienti di lavoro
ALL'ORGANIZZAZIONE PER IL DIPENDENTE
un programma di sicurezza sanitaria un ambiente di lavoro sano e
ben gestito sicuro
un'immagine positiva e di cura maggiore autostima
miglioramento del morale del
riduzione dello stress
personale
turnover ridotto miglioramento del morale

assenteismo ridotto maggiore soddisfazione sul lavoro


aumento delle competenze per la
aumento della produttività
tutela della salute
riduzione dei costi di assistenza/
miglioramento della salute
assicurazione sanitaria

riduzione del rischio di multe e


migliorato senso di benessere 75
contenziosi

ITALIA:DALLA SANITÀ ALLA SALUTE


Nel panorama della sanità italiana la pratica delle azioni globali per la promozione della salute
vengono recepite solo con il Piano Sanitario Nazionale (PSN) 1998-2000:”UN PATTO DI

SOLIDARIETÀ PER LA SALUTE”, che rappresenta una grande una svolta. Si passa, infatti, da una
programmazione sanitaria centrata sulle compatibilità economiche-finanziarie ad una
programmazione imperniata su obiettivi di salute, dove, nei principali obiettivi di salute, è centrale
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la dimensione dello stile di vita ed il richiamo all'approccio educativo che ad essi è collegato.
Il PSN, infatti, colloca la strategia della Promozione della Salute e, quindi, dell'Educazione Sanitaria
come suo strumento operativo, al centro delle politiche destinate a raggiungere gli obiettivi
prefissati. La Promozione della Salute viene quindi posta come principio fondamentale di politica
per la salute; l'Educazione Sanitaria è lo strumento privilegiato per "aumentare il controllo dei
cittadini sulla propria salute", che è una delle finalità della Promozione della Salute.
In questo PSN viene enunciato che la salute non è un mero prodotto dell'amministrazione sanitaria,
ma un obiettivo che deve essere perseguito da tutte le istituzioni che pur non avendo una diretta
competenza sanitaria esercitano funzioni che possono incidere sulla salute pubblica. E' necessario,
quindi, non solo finalizzare l'organizzazione e l'erogazione di prestazioni e servizi sanitari, ma
perché i determinanti della salute vanno ben oltre le possibilità di intervento della Sanità, si impone
una ampia assunzione di responsabilità, a livello individuale e collettivo. Inoltre, si impone la
necessità di modifiche culturali e strategiche volte alla elaborazione di politiche intersettoriali di
Promozione della salute.
Il volontariato rappresenta un momento forte del nuovo patto, grazie al suo contributo alla
umanizzazione del servizio. Vi è anche un impegno perché i mass-media offrano una informazione
equilibrata, obiettiva e completa, e per un loro coinvolgimento attivo nel progetto di Promozione e
Tutela della salute.
Gli obiettivi di salute identificati sono il frutto dell'analisi del quadro epidemiologico della
popolazione italiana come risultato dallo "Stato di Salute" elaborato dal Ministero e del confronto
con le indicazioni proposte dall'OMS per la regione europea per l'anno 2000. E tali obiettivi sono
fortemente innovativi rispetto alle aree di intervento, assetto organizzativo, modelli di
funzionamento del SSN e ad altri PSN.
Nel 2007, il Ministero della Salute lancia il Progetto

“GUADAGNARE SALUTE”
Rendere facili le scelte salutari
((DPCM 4 maggio 2007).

PREVENIRE LE MALATTIE CRONICHE

SVILUPPARE, CONDURRE E SOSTENERE INTERVENTI STRATEGICI PER


FAVORIRE SCELTE DI VITA SALUTARI

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FUNZIONI OBIETTIVI
•DEFINIRE POLITICHE INTERSETTORIALI •MIGLIORARE L’ALIMENTAZIONE
•FAVORIRE LE SINERGIE LOCALI •AUMENTARE L’ATTIVITA’ FISICA
•SVILUPPARE LA COMUNICAZIONE •CONTRASTARE L’ABUSO DI ALCOL
•RIDURRE L’ABITUDINE AL FUMO

AZIONI (2007)
•INTESA CON LA SCUOLA
•INTESE CON PRODUTTORI E CONSUMATORI
•CAMPAGNE INFORMATIVE
•ATTIVAZIONE SISTEMI DI INDAGINI

Ogni programma è intersettoriale perché vede coinvolto il mondo attivo di:


Ministero Salute
Dipartimento Politiche Famiglia
Dipartimento Pari Opportunità
Dipartimento Politiche giovanili
Ministero Politiche Agricole, Alimentari e Forestali
Ministero Pubblica Istruzione
Ministero Sviluppo Economico
Ministero Economia e Finanze
Ministero Trasporti
Ministero Ambiente
Conferenza Stato-Regioni
Associazione Nazionale Comuni Italia
Istituto Superiore Sanità
Istituto Superiore Prevenzione e Sicurezza Lavoro
Istituto Nazionale Ricerca Alimenti e Nutrizione
Produttori e gestori dei pubblici servizi
ASL
Responsabili settore pubblico e privato

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La strategia italiana

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DAL MODELLO BIOMEDICO AL MODELLO BIOPSICOSOCIALE


Il modificarsi del concetto di salute e gli sviluppi nell’ambito degli interventi per la promozione
della salute, hanno aperto, intorno agli anni 80-90, nuove prospettive nella definizione e
classificazione delle malattie e delle disabilità.
Si è passati, infatti, dal modella biomedico di salute/malattia a quello biopsicosociale che riconduce
all’interazione dinamica tra fattori biologici, sociali/culturali e psicologici le cause delle condizioni
di salute/malattia..
Il modello biomedico della salute è un modello, lineare, meccanicista, impermeabile alle variabili
ambientali, che si basa sui seguenti principi:
 i processi biologici sono separati da quelli psicosociali e sono gli unici responsabili
nella genesi di una malattia;
 il corpo è come una macchina e la malattia una disfunzione causata da un agente
esterno;
 esistono semplici e identificabili cause che hanno effetti patogeni;
 l’attenzione è focalizzata sugli stati patologici e sugli agenti patogeni.
Nel modello biopsicosociale della salute, invece, che si è andato affermando nel panorama
scientifico negli ultimi anni con la crescente consapevolezza della molteplicità dei significati assunti
dai termini “salute” e “malattia” a livello sia scientifico, sia del senso comune, corpo e mente non
sono considerate due entità separate, ma dimensioni dinamiche e integrate della persona, entrambe

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coinvolte nelle variazioni di salute e malattia, che a loro volta sono influenzate dal contesto sociale
e ambientale di vita e lavoro.
Il passaggio dal modello biomedico della salute a quello biopsicosociale ha aperto nuove
prospettive nella definizione e classificazione delle malattie e delle disabilità. Tale modello pone,
infatti, l’individuo ammalato al centro di un ampio sistema influenzato da molteplici variabili: per
comprendere e risolvere la malattia si deve tener conto non solo dei problemi di funzioni e organi,
ma si deve rivolgere l’attenzione agli aspetti psicologici, sociali, familiari dell’individuo, fra loro
interagenti e in grado di influenzare l’evoluzione della malattia.
In particolare la definizione e la classificazione delle disabilità ha subito un articolato processo di
revisione: si è passati dal definirle deviazioni dalla normalità al considerarle variazioni del
funzionamento umano, che originano dall’interazione tra caratteristiche intrinseche
dell’individuo e caratteristiche dell’ambiente fisico e sociale.
Il modello biomedico, infatti, concepiva la disabilità come deviazione dalla normalità a carico di
una struttura o funzione psicologica, fisiologica o anatomica, causata da malattia, trauma o altro.
Con il successivo modello socio-politico, la disabilità è stata identificata come un costrutto sociale,
costituito da un insieme di condizioni, attività e relazioni, e le limitazioni che un cittadino disabile
incontra nell’ambito dell’educazione e dell’occupazione il risultato dell’atteggiamento sociale
riguardo ai bisogni e alle capacità delle persone disabili. Di conseguenza, lo svantaggio
percepito dal disabile deriva da un fallimento da parte del contesto sociale nel rispondere ai suoi
bisogni e alle sue aspirazioni.
Il nuovo approccio biopsicosociale permette la correlazione fra stato di salute e ambiente arrivando
così alla definizione di DISABILITÀ COME UNA CONDIZIONE DI SALUTE IN AMBIENTE

SFAVOREVOLE.

Tale approccio è alla base dell’ICF (International Classification of Functioning, Disability and
Health - Classificazione Internazionale della Disabilità e della Salute), il nuovo strumento
elaborato nel 2001 dall'Organizzazione Mondiale della Sanità per descrivere e misurare la salute e
la disabilità della popolazione.

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