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“Storia delle codificazioni”

Legami in crisi.
IL SENSO DELLA RICERCA, OGGI
Per quanto attiene al diritto di famiglia, il terreno storico dell’Ottocento è in Francia, ma di riflesso
anche in Italia, uno spazio di transizione gremito di fonti teoriche e pratiche non sempre tra loro
coerenti, anzi, il più delle volte, fortemente contrastanti. All’interno della struttura famiglia,
soprattutto il vincolo coniugale, quale massima rappresentazione del rapporto uomo-donna, paleserà
aperture e resistenze di contesti antitetici e, inevitabilmente, tenderà, per un verso, a calarsi
profondamente nella nuova realtà sociale, diventando parte imprescindibile del peculiare ordo iuris,
per l’altro a permanere nelle barriere politico-ideologiche che lo avevano, in passato, generato e
sorretto. Sarà dunque nei complessi equilibri di coppia che avrà origine la trasformazione giuridica
dell’istituto matrimoniale.
Se nell’età intermedia, il nucleo familiare si compendiava intorno al patrimonio,, nella società
borghese ottocentesca, invece, il tratto caratterizzante dei rapporti esistenti fra i componenti della
stessa e la loro evoluzione è segnato dall’eterogeneo atteggiarsi di relazioni personali e dal diverso
accentuarsi delle finalità di bene personale che la famiglia persegue per i suoi membri. Sebbene il
codice civile italiano del 1865, per molti versi riproducesse un’impostazione simile al Code, a ben
vedere, esso poneva in essere una disciplina degli obblighi coniugali di coabitazione, di fedeltà e di
assistenza che si discostava, sotto molteplici punti di vista, da quella vigente nell’ordinamento
francese. Gli ordinamenti giuridici non sono corpi senza vita, imbalsamati in formule solenni che,
nella loro compiuta circolarità, frenano ogni progresso: essi, al contrario, mostrano una certa
mutabilità, sono in perenne divenire e proprio la prassi, le sentenze, sono il terreno per tastare,
l’effettività operatività delle norme.
Nella lettura di questo manuale bisogna tener conto di alcune precisazioni. La prima concerne
l’angolo di osservazione: non si volge lo sguardo alle considerevoli testimonianze relative alla
disciplina del vincolo coniugale come espressioni di un filone tradizione di indagine del diritto di
famiglia che riguarda il momento patologico del rapporto ossia la separazione o il divorzio. Quel
che interessa è il problema dell’affermazione di un modello di istituto matrimoniale nella fase
fisiologica, ossia il rapporto personale tra i coniugi.
La seconda delucidazione riguarda il contesto storico dell’indagine. Al centro si colloca la
riflessione giurisprudenziale che partendo dal periodo postunitario, quando faticosamente venne a
farsi strada il processo di unificazione legislativa, segnerà la transazione della “società coniugale”,
dal principio di autorità materiale al principio di uguaglianza dei coniugi. Il passaggio in Italia si
concreterà pienamente solo in un periodo successivo, alla metà del Novecento, con la Carta
costituzionale e con le applicazione della stessa. Una terza indicazione concerne gli argomenti-
carine dell’indagine: gli effetti del matrimonio nei rapporti tra coniugi, ossia i doveri che pur entro
l’unità organica che ha tutto il rapporto attengono la coabitazione, la fedeltà e l’assistenza
(compreso l’istituto dell’autorizzazione maritale).

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