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Pensiero critico | Rep 04/02/20, 14(23

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Approfondimento Università

Pensiero critico
03 FEBBRAIO 2020

Contro fake news e anti-scienza l’università corre new


ai ripari. A
HOMEPAGE
Bologna PER
arrivano i corsi che TE
aiutano AUDIO
a ragionare.
DI ILARIA VENTURI

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Non ragioniamo sempre correttamente,


inciampiamo in errori che ci portano a credere,

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per esempio, che se uno straniero ruba allora


tutti gli stranieri sono ladri. Tecnicamente,
quello che certa politica cavalca colpendo alla
pancia, si chiama generalizzazione indebita.
Fallacie del pensiero sempre più diffuse. Ma
anche, ci ha appena ricordato l'ultimo rapporto
Ocse-Pisa, l'esistenza di un problema serio di
comprensione: solo un quindicenne su venti sa
distinguere tra fatti e opinioni quando legge un
testo a lui non familiare. Anche per questo
l'università corre ai ripari. Il senato accademico
dell'ateneo di Bologna ha deliberato l'avvio di
due corsi, offerti dal prossimo anno agli
studenti di tutte le Facoltà, in Critical Thinking
e in Dialogical Literacy. Danno sei crediti e
sono trasversali alle discipline. Il motivo?
Abituare gli studenti ad argomentare
servendosi di buone ragioni e a confrontarsi
magari senza attaccare l'avversario sul piano
personale, tecnica assai diffusa nelle tribune
politiche, ma semmai le sue argomentazioni.

«La nostra comprensione del mondo è


plasmata dalle informazioni che acquisiamo.
Non c'è modo di aggirare il problema delle fake
news, lo devi affrontare. In questo aiuta il
pensiero critico, che è cruciale per
comprendere pienamente la condizione
umana. Un ruolo che l'università deve
assumere: fornire agli studenti gli strumenti
per capire la realtà e per relazionarsi ad essa»
spiega Sebastiano Moruzzi, professore di

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Filosofia del linguaggio e ideatore del progetto


all'Alma Mater. Insomma, essere in grado di
sapere quello che fai quando ragioni aiuta a
ragionare bene. Un'emergenza particolarmente
sentita rispetto alle bufale anti-scientifiche, dai
no-vax ai terrapiattisti, e all'irrazionalità di
massa moltiplicati tramite i social. Per evitare
falli del pensiero, si studierà Socrate e il
dialogo nel web, si terranno laboratori a partire
da film e opere d'arte, si discuterà di deduzioni
errate o di generalizzazioni.

Un esempio? Quando si giunge ad una


conclusione da una statistica che usa un
campione non valido: tutte le persone che
conosco qui a Manhattan voteranno per Hillary
Clinton, quindi lei vincerà le elezioni
presidenziali. E ancora, si affronteranno
dilemmi morali. Quello noto del “carrello
ferroviario”: i suoi freni sono fuori controllo e si
sta dirigendo a tutta velocità verso un gruppo
di cinque persone legate alle rotaie; c'è però
una possibile scelta che il macchinista può
fare, cioè deviare verso un altro binario dove
c'è solo una persona legata. Domanda: cosa
fareste al suo posto? Cosa è giusto fare? Come
in una palestra, si allena il pensiero.

Una novità nel panorama accademico italiano,


mentre corsi in Critical Thinking sono molto
diffusi nelle università americane e
anglosassoni. Da noi, oltre ai seminari della

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Bocconi e della Luiss, l'unico insegnamento già


avviato da alcuni anni è alla Statale di Milano,
tenuto da un filosofo della scienza, Federico
Boem, ma solo per gli studenti della magistrale
in Scienze cognitive e processi decisionali:
«L'intento è cercare di rendere gli studenti
critici anche nei confronti della stessa
disciplina che studiano, di non accettare i
contenuti in modo dogmatico». Boem si occupa
in particolare dell’impatto dei big data nella
ricerca scientifica. «Noi filosofi lamentiamo da
anni la mancata sensibilità su questi temi.
Quello di Bologna è un bel segnale: il pensiero
critico è il principale antidoto contro il
dogmatismo o lo scetticismo radicale. Serve ai
ragazzi, servirebbe a tutti. La mancanza di
pensiero critico tra l'altro fa più paura in
persone con un alto livello di istruzione». La
sfida del professor Moruzzi e dal suo gruppo di
Filosofia è lanciata. «Finalmente – commenta
Paolo Miccoli, ex presidente dell'Anvur – le
università si pongono di fronte alla precisa
responsabilità di formare dei cittadini
consapevoli e non dei semplici studenti».

Università

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dell'articolo:

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