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Politica
Matteo Renzi lascia il Pd: dalla
Bolognina a Leu, trent'anni di
scissioni nel centrosinistra
Nel 1989 lo strappo di Occhetto: andò via Cossutta che fondò
Rifondazione Comunista. Prima della scelta di Renzi, l'addio di
Bersani e Speranza
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Nel 2017, dopo la sconfitta al referendum, arriva la scissione che segna di più il rapporto tra
Renzi e l’ala sinistra: abbandonano quelli della ditta da Bersani a D’Alema. “Peggio della
scissione c’è solo il ricatto”, dice all’epoca Renzi. Cita “i diktat della minoranza” e aggiunge
che “fuori di qui ci stanno prendendo per matti”. Ma la rottura si consuma lo stesso. Nasce
Articolo 1 guidato da Roberto Speranza (oggi ministro della Sanità) che poi confluirà in
“Liberi e Uguali” di Grasso che alle elezioni del 2018 raccoglie il 3,4% dei voti. E quando, alla
fine di agosto, il Pd decide di fare l’alleanza con i 5S per il Conte bis, Carlo Calenda lascia
per dare vita a “Siamo Europei”. Infine la scelta di Matteo Renzi.
INTERVISTA
Renzi lascia il Pd: “Uscire dal partito sarà un bene
per tutti. Anche per Conte”
DI ANNALISA CUZZOCREA
APPROFONDIMENTO
Matteo Renzi e il nuovo partito: da Boschi a
Bellanova: ecco chi segue l'ex segretario nella sua
avventura
DI GIOVANNA CASADIO
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