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Settimanale di Preghiera Domenica 12 aprile 2020 - Pasqua di Risurrezione anno XXII N° 937

Non di solo Pane

Coraggio, fratello che soffri.

Pasqua di
C'è anche per te
una deposizione dalla croce.
C'è anche per te una pietà sovrumana.
Ecco già una mano forata

Risurrezione che schioda dal legno la tua...


Coraggio.
Mancano pochi istanti alle tre del tuo pomeriggio.
Tra poco, il buio cederà il posto alla luce,
la terra riacquisterà i suoi colori
e il sole della Pasqua
irromperà tra le nuvole in fuga.
(Tonino Bello, Il parcheggio del calvario, in Omelie e scritti quaresimali, vol. 2,
p. 307, Luce e Vita)
Apostolato
della preghiera
Santa notte
L’alleluia esplode nella notte. Splendida, santa notte di libera-
zione. Non dalla sofferenza, non dal male, ma dalla schiavitù.

Aprile Niente e nessuno potrà più incatenarci se non lo faremo da


noi stessi: ci hai insegnato a servire per amore, questo solo ci
Primo Venerdì 03/04 permette di essere tuoi figli, questo ci fa risorti con te.
Risorti qui e ora, rinata, nuova, ogni nostra realtà. Gli occhi
del cuore fissi su di te che hai pianto in solitudine, che sei pas-
sato per la sofferenza, per l’abbandono e il silenzio del Padre.
Su te che con fiducia hai detto si all’amore e hai tracciato la
strada. Su te che hai infranto tutte le catene, per l’eternità.
Neanche la morte potrà più trattenerci se abbiamo gli occhi
fissi su di te, su questa santa notte, notte mirabile d’amore,
notte di vita nuova, notte di libertà.

cominci il giorno. Ma proprio in quel buio è


Cristo che vince e che accende il fuoco
dell'amore. La pietra del dolore è ribaltata
lasciando spazio alla speranza. Ecco il gran-
de mistero della Pasqua! In questa santa not-
te la Chiesa ci consegna la luce del Risorto,
perché in noi non ci sia il rimpianto di chi
dice "ormai...", ma la speranza di chi si apre
a un presente pieno di futuro: Cristo ha vin-
to la morte, e noi con lui. La nostra vita non
finisce davanti alla pietra di un sepolcro, la
nostra vita va oltre con la speranza in Cristo
che è risorto proprio da quel sepolcro. Come
cristiani siamo chiamati ad essere sentinelle
A volte il buio della notte sembra penetrare del mattino, che sanno scorgere i segni del
nell'anima; a volte pensiamo: "ormai non c'è più Risorto, come hanno fatto le donne e i di-
nulla da fare", e il cuore non trova più la forza di scepoli accorsi al sepolcro all'alba del primo
amare... Ma proprio in quel buio Cristo accende il giorno della settimana.
(Papa Francesco, Il grande mistero della Pasqua, 1° aprile
fuoco dell'amore di Dio: un bagliore rompe l'oscu-
2015)
rità e annuncia un nuovo inizio, qualcosa incomin-
cia nel buio più profondo. Noi sappiamo che la
notte è "più notte", è più buia poco prima che in-

Non di solo pane Tempo di Pasqua - Numero 937 pagina 2


I santi del giorno: San Damiano di Pavia, ve-
scovo; sant'Alferio, abate.

Siate più saggi degli altri, se potete, ma non


ditelo.
Domenica
APRILE
SANTA PASQUA
12
TP

Il Santo del giorno: San Giuseppe Moscati


Parola di Dio In ogni mestiere ciò che fa la differenza è la carità: vivere la propria
in briciole professione, in qualsiasi ambito, alla luce dell'amore di Dio, infatti,
spalanca le porte del Cielo e trasforma il mondo. San Giuseppe Mo-
scati dimostrò con i fatti questa verità, rimanendo sempre "accanto
all'ammalato" come dichiarò di voler fare quando gli venne proposto
Essere apostoli della gioia di di diventare ordinario all'istituto di Chimica fisiologica dell'Università
Dio di Napoli. Scienza e carità furono gli strumenti sulla via della santità di
Pagina curata da Don Luciano V. M. questo medico canonizzato nel 1987 da Giovanni Paolo II. Era nato
“...essi lo uccisero appendendolo a una nel 1880 a Benevento, ma dal 1888 viveva a Napoli, dove si era laure-
croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo ato in medicina nel 1903. Divenne poi medico all'Ospedale degli In-
giorno…….”. (At 10,34a.37.43) curabili e, più tardi, primario agli Ospedali Riuniti. Ai più poveri offri-
va assistenza gratuitamente. Si dedicò anche all'impegno scientifico,
Che cambiamento ha vissuto portando il suo contributo a molti congressi in Italia e all'estero. Morì
l’apostolo Pietro! Lo avevamo nel 1927.
visto timoroso e impacciato,
con un carattere precipitoso e
irriflessivo che lo aveva porta-
to a commettere un grave er- Vangelo: Gv 20,1-9
rore nei confronti di Gesù: ne-
gare di conoscerlo. Ma adesso Il primo giorno della settima-
la liturgia ce lo presenta tra- na, Maria di Màgdala si recò
sformato. La paura, il dubbio, al sepolcro di mattino, quan-
l’incertezza non ci sono più e do era ancora buio, e vide che
al loro posto ci sono soltanto la pietra era stata tolta dal se-
la passione e l’amore per Gesù polcro. Corse allora e andò
e il suo regno. In questo gior- da Simon Pietro e dall'altro
no di Pasqua, nel quale la vita discepolo, quello che Gesù
irrompe con tutta la sua poten- amava, e disse loro: «Hanno
za nella nostra vita, anche noi portato via il Signore dal se-
siamo invitati a vivere questo polcro e non sappiamo dove
cambiamento: lasciamo da par- l'hanno posto!». Pietro allora
te la paura e il dubbio e per- uscì insieme all'altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correva-
mettiamo a Cristo risorto di no insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pie-
illuminarci con la sua luce! An- tro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma
che noi verremo trasformati non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed
dalla sua potenza gloriosa e entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era
potremo annunciare con la vi- stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luo-
ta e la parola che la luce di Ge- go a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per
sù vivo entra ovunque e rinno- primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora
va ogni cosa. Allora anche noi compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
saremo apostoli della gioia di
Dio.

Non di solo pane Tempo di Pasqua - Numero 937 pagina 3


Lasciarsi incontrare dal Risorto meditazione a cura di don Luciano Vitton Mea

nostra vita di ogni giorno; mente, sta facendo germo-


siamo così impegnati a se- gliare la storia; basterebbe
guire il ritmo di questo un poco di attenzione per
mondo che corre senza po- scorgere i segni della pre-
sa e lascia indietro chi fa fa- senza del Risorto, in noi,
tica a tenere il passo. Ma nella nostra comunità, nelle
prima o poi capita di avver- vicende quotidiane, nella
tire l’inutilità e il non senso dedizione agli altri, di tante
del nostro continuare a cor- persone che, nel più totale
rere; improvvisamente ci disinteresse, sono capaci di
rendiamo conto di aver per- testimoniare l’immagine di
so tempo per un sacco di quel Dio che si china su o-
cose, ma di non esserci dati gni sofferente perché splen-
abbastanza da fare per da in lui la gloria del Figlio
“Infatti non avevano ancora
l’unica essenziale; e la tenta- suo Risorto.
compreso la Scrittura, che cioè
egli doveva risorgere dai morti.” zione è quella di dare la col-
pa agli altri: “Hanno portato
via il mio Signore!”.
E’ difficile incontrare il Ri-
sorto, lasciarsi incontrare da Basterebbe così poco per
lui nel circolo frenetico della renderci conto della speran-
za che, sottovoce e umil-

Preghiamo la Contemplo: Una incredibile speranza


Parola

Ricordati di noi, Si- E’ finita la morte: questa è la poggia la tua testa sul mio cuo-
gnore. Non guardare Paqua! Questa è la nostra ardita re, fidati, alzati e cammina, dice
la nostra super-
bia...Dacci un segno
e testarda speranza. E non è Gesù di Nazareth a ciascuno di
che il tuo amore non stoltezza dirselo, ripeterselo, noi.
ci abbandona. Facci raccontarlo, annunciarlo, testi- E sarà Pasqua.
solidarietà nascere nel moniarlo….. E come i passi lenti delle donne
cuore. Non ci abban-
donare a noi stessi. Spesso viviamo la nostra vita al sepolcro, dei discepoli di Em-
Ascolta le suppliche come se nel cuore avessimo la maus sono diventati passi veloci
che nostra Madre Ma- pietra che ostruisce il sepolcro di chi ha una incredibile speran-
ria ti rivolge per noi.
Sii sempre tu la nostra di Lazzaro. za da vivere e da raccontare, co-
forza. Avvolgici nella Alza lo sguardo verso di me, sì sarà anche per i nostri passi.
tua risurrezione. metti i tuoi occhi nei miei occhi, (M. Bellora, Il Signore, tpp. 167-168)
(mons. D. Sigalini)
le tue mani nelle mie mani, ap-

Non di solo pane Tempo di Pasqua - Numero 937 pagina 4


Santi del giorno: Sant'Orso di Ravenna, vescovo;
beata Margherita da Città di Castello, domenicana

Chi molto dice pensa poco


Lunedì
Aprile
Ottava di Pasqua
13
TP

Il Santo del giorno: san Martino I


Parola di Dio
in briciole I pastori hanno un compito fondamentale: salvaguardare
le verità della fede dalla manipolazioni da parte del potere.
Nei primi secoli questa custodia non di rado costò la vita
alle guide della comunità cristiana, come accadde per il
Accogliere la grazia della ri- papa Martino I. Originario di Todi, dove nacque attorno
surrezione al 600, fu legato pontificio alla corte di Costantinopoli e
Pagina curata da Don Luciano V. M. nel 649 divenne Pontefice, convocando subito un Conci-
Pietro si alzò in piedi e a voce alta parlò lio per affermare la dottrina delle due volontà di Cristo,
così: “...Gesù di Nazareth, consegnato a umana e divina. Un linea che si scontrò con quella dell'im-
voi l’avete crocifisso e l’avete ucciso...”. peratore bizantino Costante II. Furono inviate quindi a
(At 2,14.22-33) Roma due delegazioni per arrestare il Papa: nel 653 a Co-
stantinopoli, Martino I venne condannato morte, anche se
Pietro, senza mezzi termini, poi la pena venne commutata nell'esilio. Il Pontefice morì
dice a coloro che lo ascoltano così solo, lontano da Roma, a Cherson, nella penisola di
che la causa della morte di Ge- Crimea.
sù è la loro; sono stati proprio
loro a consegnarlo, rifiutando
di accogliere il suo insegna-
mento di salvezza. Ci sono Vangelo Mt 28,8-15
tanti modi per uccidere Gesù: In quel tempo, abbandonato in fretta il
anche attraverso l’indifferenza, sepolcro con timore e gioia grande, le
il compromesso e la mediocri- donne corsero a dare l'annuncio ai suoi
discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro
tà di una vita vissuta senza im-
incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse
pegno. Prendersi la responsa- si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi
bilità delle proprie scelte, an- e lo adorarono. Allora Gesù disse loro:
che quelle sbagliate, è il primo «Non temete; andate ad annunciare ai
passo verso la verità di se stes- miei fratelli che vadano in Galilea: là mi
si; solo così si può cominciare vedranno». Mentre esse erano in cam-
a costruire un rapporto veritie- mino, ecco, alcune guardie giunsero in
città e annunciarono ai capi dei sacerdo-
ro con il Signore. Non è im- ti tutto quanto era accaduto. Questi al-
portante quanti peccati siano lora si riunirono con gli anziani e, dopo
stati commessi; ciò che è ne- essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati,
cessario è ammettere che la dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l'hanno
responsabilità è la nostra. Allo- rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all'orec-
ra il cuore si apre al pentimen- chio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni
to e diventiamo capaci di acco- preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istru-
zioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino
gliere la grazia della risurrezio- a oggi.
ne.

Non di solo pane Tempo di Pasqua - Numero 937 pagina 5


“Le cose di prima sono passate………...” a cura di don Luciano Vitton Mea

teriore che, via via, inva- Non temiamo, dunque,


de il nostro cuore. le guardie del “buon sen-
so” che, con inganno,
Non è più tempo di esi-
falsità e compromesso,
tare: le cose di prima so-
tentano di ostacolarci:
no passate, ne sono nate
ferme nel nostro propo-
di nuove!
sito, sulla sua parola,
Libere dal dominio camminiamo a testa alta,
dell’oscurità, abbando- custodi di un annuncio
niamo in fretta quei se- di gioia.
Ed ecco, Gesù venne loro polcri che odorano di
incontro e disse: «Salute a morte e avanziamo in-
voi!» contro alla vita e ai fra-
telli, certe che Gesù si
Il chiarore dell’alba con-
farà trovare, vedere e
tinua a diffondersi ovun-
toccare nei modi e nei
que! Il sole, ormai ben
tempi che solo lui cono-
visibile all’orizzonte, e-
sce.
voca quella chiarezza in-

Preghiamo la
Parola
Contemplo: Energie impensate
Madre della tenerezza,
che avvolgi di pazienza E’ questo il salto che ci chiede vedere l’invisibile, sa far scaturire
e di misericordia, energie impensate, ci toglie di dos-
aiutaci a bruciare tri- la Pasqua: ci chiede di abbando-
stezze, impazienze e narci confidenti di fronte a un cro- so la polvere della mediocrità, tra-
rigidità di chi non co- cifisso, di fronte a una tomba vuo- sforma passività e rassegnazione in
nosce appartenenza.
Intercedi presso tuo ta, ad un sepolcro spalancato. Ci desiderio e slancio. Soltanto così
Figlio perché siano chiede di credere che la morte non avremo una vita in abbondanza, a-
agili le nostre mani, desso e per sempre.
i nostri piedi e i nostri è l’ultima parola sulla vita. Ci chie-
cuori: edificheremo la de di continuare a credere nelle (M. Bellora, Il Signore, pp.177-178)
Chiesa con la verità parole di Gesù: “Io sono venuto per-
nella carità.
Madre, saremo il Po- ché abbiano la vita e l’abbiano in abbon-
polo di Dio, danza”.
pellegrinante verso il
Regno. E la speranza, la speranza che
Amen. ci viene dalla Pasqua di Gesù, sa
(Papa Francesco)
aprire varchi nell’impossibile, sa

Non di solo pane Tempo di Pasqua Numero 937 pagina 6


San Giovanni di Montemarano,
Santi del giorno:
vescovo; sant'Alfonso da Siviglia, religioso.

Ogni albero dà la sua ombra a chi glielo chiede.


Martedì
Aprile
Ottava di Pasqua
14
TP

Parola di Dio I santi del giorno: Tiburzio, Valeriano e Massimo.


in briciole La fede, come il bene, è diffusiva, passa di cuore in cuo-
re, corre di esistenza in esistenza cambiando l'umanità,
dando forma all'anima del mondo. È questo il pensiero
che viene scorrendo la storia dei santi martiri dei primi
L’inizio della nostra rinascita secoli, come quelli celebrati oggi: Tiburzio, Valeriano e
Pagina curata da Don Luciano V. M. Massimo. Tutti e tre morirono per la loro fede, il cui se-
me fu piantato nel cuore di Valeriano dalla sua sposa,
“ ...Convertitevi e ciascuno di voi si faccia Cecilia (la santa patrona del canto). Dopo essere stato
battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il
perdono dei vostri peccati….” battezzato da Urbano I, l'uomo portò anche il fratello
(At 2.36-41) Tiburzio all'adesione al messaggio di Cristo. Inutile dire
che la conversione costò ai due fratelli una condanna a
Nella vita ci sono dei momenti morte: vennero affidati alla custodia di un ufficiale, Mas-
nei quali ci viene dato il corag- simo, che fu però colpito dalla loro testimonianza e di-
gio di guardare nel nostro cuore venne cristiano, morendo anch'egli martire pochi giorno
con occhi limpidi e sinceri. dopo Tiburzio e Valeriano, probabilmente nel 229.
Spesso non troviamo ciò che
vorremmo, ma una cosa ben
più importante: la verità di noi
stessi. E’ quanto fanno gli abi-
tanti di Gerusalemme, i quali Vangelo Gv 20,11-18
provocati dalle parole di Pietro,
In quel tempo, Maria stava all'esterno, vicino al sepolcro, e
hanno il coraggio di guardare in
piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide
faccia la realtà: hanno messo a
due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo
morte l’autore della vita, Gesù
e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed
Cristo. Ma questa non è una essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro:
sconfitta: anzi è l’inizio di una «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l'hanno
vita nuova e libera, grazie allo posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi;
Spirito di Dio. Non dobbiamo ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna,
temere se a volte le situazioni perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il cu-
che viviamo ci fanno prendere stode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu,
coscienza della nostra grettezza dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le dis-
e del nostro egoismo: questo è se: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» –
l’inizio della nostra rinascita e che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere,
della nostra liberazione. Se ciò perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fra-
non accadesse mai, continue- telli e di' loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio
remmo a vivere nell’illusione di e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai di-
essere giusti e senza peccato. scepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

Non di solo pane Tempo di Pasqua Numero 937 pagina 7


“Là …...lo possiamo incontrare” meditazione di don Luciano Vitton Mea

Maria è il simbolo di o- nome, essenza della per-


gni discepolo a cui Ge- sona, e quella voce che
sù, non riconosciuto, pri- ancora chiama.
ma di tutto domanda: Eppure la donna in qual-
“Chi cerchi?”. che modo è volta indie-
Chi cerchiamo noi nelle tro, al rapporto passato,
mille situazioni quotidia- e allora “Va’ piuttosto
ne? Nell’incontro con dei miei fratelli…..”
l’altro? E’ nell’amore fraterno
“Hanno portato via il mio
La sincera ricerca di Ma- che Gesù si fa presente
Signore e non so dove l'hanno
ria è ancora chiusa nella da ora in poi, per sem-
posto”.
tristezza, nella morte, pre.
Maria cerca il suo Signo- per questo non ricono- Là, ancora, lo possiamo
re, piange, non si dà pa- sce il suo Signore che, incontrare.
ce. Ma lo cerca nel posto pure, le sta di fronte.
sbagliato, nel passato, e il Ma ecco Gesù pronuncia
passato non c’è più. il suo nome, e tutto cam-
bia, tutto riprende vita. Il

Contemplo: Senza dubbio risorgeremo


Preghiamo la Essere figli di Dio (H.J.M. Nouwen, Vivere nello Spirito)
Parola

Chi guarda alla Pasqua vede un di fronte all’annuncio di Cristo Ri-


O Signore, fa che io
comprenda quale uomo appeso ad una croce, che i sorto, di fronte alla sua presenza
grande pace e sicu- chiodi non hanno potuto fermare. nell’eucaristia, chi si lascia spalan-
rezza ha il cuore che
Si, alla Pasqua è appesa la nostra care il cuore dal canto dell’Alleluia,
non desidera cosa
alcuna di questo fede, la nostra vita. Alla Pasqua ci incomincia a sperare, a vincere
mondo. Infatti, se il si abbandona. Dalla Pasqua ci si l’esperienza del male, del soffrire,
mio cuore brama di
sente afferrati. Afferrati, come Ge- della morte.
ottenere i beni terre-
ni, non può essere sù, dalle mani del Padre. Mani che (M. Bellora, Il Signore, pp.162-163)
né tranquillo né sicu- ci prendono quando più nessuna
ro, perché cerca di
mano ci tiene. Dio padre, l’abbà è
avere quello che non
ha o di non perdere la nostra speranza, cui tutto affi-
quello che possiede. diamo.
(San Gregorio Magno)
E senza dubbio risorgeremo: an-
che noi !
Chi “inginocchia” il proprio cuore

Non di solo pane Tempo di Pasqua - Numero 937 pagina 8


Santi del giorno: San
Marone, martire; san Paterno
di Avranches, vescovo.

Un vecchio errore ha più credito di una nuova


verità.
Mercoledì
Aprile
Ottava di Pasqua
15
TP

Il santo del giorno: san Damiano de Veuster


Parola di Dio Trasformare una terra di morte in un luogo di vita: è
in briciole questa la vocazione quotidiana cui è chiamato ogni
battezzato attraverso una radicale testimonianza del
Vangelo. Un carisma che però san Damiano de
Veuster visse concretamente portando la luce del
Ancora oggi Gesù cammina Vangelo nel cuore di una colonia di lebbrosi alle Ha-
con noi waii. Giuseppe – questo il nome di Battesimo – era
Pagina curata da Don Luciano V. M. nato da una famiglia di contadini fiamminghi nel
“Non possiedo né argento né oro, ma 1840, penultimo di otto fratelli e sorelle. Due fem-
quello che ho te lo do: nel nome di Gesù mine avevano scelto la vita religiosa, mentre un fra-
Cristo, il Nazareno, alzati e cammina!”
tello era entrato tra i preti dei Sacri Cuori. Giuseppe
(At 3,1-10) ne seguì i passi: divenne padre Damiano e nel 1864
E’ questo il primo miracolo arrivò a Honolulu, dove divenne prete. Nel 1873
che viene compiuto nel nome arrivò a Molokai, isola dei lebbrosi, lavorando senza
di Gesù Cristo. L’effetto è sosta tra i malati. Morì di lebbra nel 1889.
davvero notevole: il Nazareno
non è sparito, ma è ancora in
mezzo alla gente a manifestare
la potenza benefica di Dio, che
vuole tutti salvi. Questa grazia Vangelo Lc 24,13-35
continua anche oggi: nel nome Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che han-
di Gesù la Chiesa continua a no detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste
consolare e a confermare i cre- sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mo-
denti di tutto il mondo. Il suo sè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si
compito è proprio quello di riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diret-
ti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistet-
ricordare agli uomini che gli tero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tra-
eventi narrati nella Scrittura monto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola
non sono solo dei bei ricordi con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo die-
o delle gesta importanti: anco- de loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma
ra oggi Gesù cammina con egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l'un l'altro: «Non ardeva
noi, per guarire e sanare. I cri- forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo
stiani, e quindi anche noi, han- la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio
no un compito fondamentale: e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undi-
quello di testimoniare con la ci e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Si-
loro vita che i miracoli e i pro- gnore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò
digi non sono finiti, perché che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nel-
Gesù risorto ama il suo popo- lo spezzare il pane.
lo.

Non di solo pane Tempo di Pasqua - Numero 937 pagina 9


Cristo: il Presente. pagina curata da don Luciano

Questa nostra civiltà che scienza e davanti alla sto-


porta il nome di lui, non è ria.
che un sepolcro del viven- Non è necessario che Cri-
te. sto si manifesti sul piano
Dov’è Cristo? Dove cer- delle grandezze temporali.
carlo? Con chi è il Cristo? Quando non si è sicuri né
Con noi o con gli altri? Di della propria strada né del
qua o di là della barricata? proprio lavoro, né della
E se fosse con nessuno? propria conquista, implici-
E se da questa assenza, tamente si ammette che
qualcuno vuol concludere un altro può avere ragione.
«Non ardeva forse in noi il
che Cristo non è più il vi- E l’altro , qualunque sia il
nostro cuore mentre egli conver-
vente, gli dico, in verità, nome che gli volete dare,
sava con noi lungo la via,
che vi sono assenze che lo è Cristo, il Presente.
quando ci spiegava le Scrittu-
fanno presente più di cer-
re?».
te presenze che lo bestem-
miano davanti alla co-

Preghiamo la Contemplo: Una luce


Parola

Signore, accresci la Spesso ci si sente portar via il venta vita nuova.


nostra fede.
Donaci una fede che cuore…..Ma nel buio si fa stra- Chi guarda la Pasqua vi ritrova
ama. da una luce, un annuncio, una tutta la sua vita: vi ritrova le la-
Tu che ci vedi, tu che
ci ascolti, tu che ci par- speranza, una incredibile e inau- crime, il grido di un abbandono,
li:
illumina la nostra men- dita speranza: Gesù di Naza- il dolore insopportabile di una
te reth, il Crocifisso, è risorto! perdita, e insieme vi ritrova una
perché crediamo di
più; Questa è la fede dei cristiani, speranza talmente grande da es-
riscalda il nostro cuore
perché ti amiamo di questa è la nostra fede. Questa è sere indicibile.
più! la nostra speranza, questo il no- (M. Bellora, Il Signore, p.162)
La tua presenza,
ci attragga, ci afferri, ci stro “destino”.
conquisti. La fede è una morte, ma una
Signore, donaci una
fede più grande. morte che ha perso la sua batta-
(Giovanni Paolo II)
glia, una morte sconfitta che di-

Non di solo pane Tempo di Pasqua - Numero 937 pagina 10


Santi del giorno: Santa Engrazia, vergine e
martire; santa Bernardetta Soubirous, vergine.

Molti san tutto e di se stessi nulla.


Giovedì
Aprile
Ottava di Pasqua
16
TP

Il santo del giorno: san Benedetto Giuseppe Labre


Parola di Dio
in briciole È il paradiso l'orizzonte verso il quale siamo tutti in
cammino e in questo itinerario comune siamo chia-
mati a farci carico di coloro che rischiano di perdersi
per strada. È un messaggio di speranza, la stessa che
nasce dalla Risurrezione, quello che oggi ci consegna
La presenza del Risorto nel- san Benedetto Giuseppe Labre, vissuto nel XVIII se-
la nostra vita colo. Nato in Francia nel 1748, non poté perseguire il
Pagina curata da Don Luciano V. M.
sogno di una vita monastica a causa di una grave ma-
lattia. Durante la convalescenza capì che la sua vera
“Convertitevi dunque e cambiate vita vocazione era quella di diventare “pellegrino di Dio”
perché siano cancellati i vostri peccati…” per portare il Vangelo con il suo esempio. Equipag-
(At 3,11-26) giato solo di un breviario, un Crocifisso, un Rosario e
l'Imitazione di Cristo percorse il Vecchio Continente
Come possiamo notare, al mi- visitando i maggiori Santuari. Gli ultimi sei anni li pas-
racolo segue l’annuncio. Pietro sò a Roma, dove morì nel 1783 nei pressi della chiesa
dà una lettura teologica di di Santa Maria ai Monti.
quanto è avvenuto allo storpio
guarito nel nome di Gesù.
Non si tratta tanto di un mira-
colo dovuto alla bravura o alla
santità dei due apostoli, quanto + Vangelo: Lc 24,35-48
di un segno chiaro della pre- In quel tempo, i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus,
senza di Gesù risorto in mezzo narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano
riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di
ai suoi e a tutti coloro che cre-
queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse:
dono nel suo nome. Ancora «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere
oggi la Chiesa fa delle meravi- un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché
glie di Dio l’occasione per an- sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei
nunciare la parola di salvezza. piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non
Del resto, a cosa servirebbero i ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mo-
miracoli se non ci fosse qual- strò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credeva-
cuno che ci aiuti a comprende- no ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche
re che Dio, attraverso di essi, cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arro-
rivela il suo amore a tutta stito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono
l’umanità? Per questo, anche queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: biso-
noi nella nostra quotidianità gna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di
Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per
possiamo esprimere con sem-
comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo
plicità che la bellezza di ciò patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome sa-
che viviamo è frutto della pre- ranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei
senza del risorto nella nostra peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete te-
vita. stimoni».

Non di solo pane Tempo di Pasqua - Numero 937 pagina 11


“Tu, Signore sei in mezzo a noi…” pagina curata da Don Luciano - Parroco di Bovegno

Non lo sappiamo nem- udito sembra proprio


meno noi, Signore! Co- non toccarci più.
nosciamo per certo che Eppure, tu Signore, sei
le prove della vita sono, in mezzo a noi con la
a volte, così violente e discrezione e l’umiltà di
tumultuose da farci per- un re che, per amore dei
dere quel poco di orien- suoi fratelli, offre la pro-
tamento che crediamo di pria amicizia e la propria
possedere, impedendoci vicinanza in pura gratui-
«Perché siete turbati, e perché
di riconoscerti presente tà.
sorgono dubbi nel vostro cuo-
in mezzo a noi.
re? Guardate le mie mani e i
miei piedi: sono proprio io! Spesso, la sofferenza
Toccatemi e guardate; un fan- sperimentata ha il potere
tasma non ha carne e ossa, di rendere inefficace per-
sino la testimonianza di
come vedete che io ho».
tanti nostri fratelli: ciò
che essi hanno visto ed

Contemplo:
Si deve avere paura
Preghiamo la
Parola Si deve avere paura, non quan- me, oppure il remigare duro e
do siamo legati alla croce, ma silenzioso per tener fronte alla
Senza di te, Signo-
quando ce ne sentiamo sciolti e tempesta, in nome di colui che,
re,
vana sarebbe la no- ci pare di star bene. Non la bo- pur essendo addormentato, re-
stra preghiera, naccia, ma la tempesta è il tem- sta con noi e ci assicura, con la
e illusoria la nostra po del cristiano; non la sanità, sua sola presenza, che alla fine
speranza di pace. ma la malattia; non le attrattive, la vittoria sarà di chi ha creduto
Ma Tu sei vivo e
ma le persecuzioni dei potenti. e sperato in suo nome.
operi per noi
e con noi, Tu, no- Il patteggiare per avere un po’ (P. Mazzolari, Impegno, p.97)
stra pace! di bonaccia non è nello stile di
(Papa Francesco)
un impegno cristiano, il quale
comporta o l’appello pressante
e sgarbato al maestro che dor-

Non di solo pane Tempo di Pasqua - Numero 937 pagina 12


Santi del Giorno: Sant'Innocenzo di Tortona,
vescovo; san Roberto di Molesme, abate.

Il perdono ci fa essere superiori a chi ci ingiuria.


Venerdì
Aprile
Ottava di Pasqua
17
TP

Il Santo del Giorno: santa Caterina (o Kateri) Tekakwitha


Parola di Dio Là dove i muri tra persone, popoli e culture sembrano insormonta-
bili il Vangelo con la sua radice di vita abbatte le barriere e sana le
in briciole ferite. Lo testimonia la storia di santa Caterina (o Kateri) Tekakwi-
tha, prima santa pellerossa, giovane volto di santità citata anche da
papa Francesco nell'esortazione "Christus vivit". Nata nel 1656 a
Osserneon (nei pressi di Auriesville, New York), era figlia di padre
Ciò che gli uomini hanno scar- irochese pagano e madre algonchina cristiana. Da piccola Caterina
tato si è trasformato in salvez- rimase sfigurata dal vaiolo, malattia che la privò della madre a quat-
za tro anni. Il seme della fede, però, crebbe in lei, anche se questo le
Pagina curata da don Luciano costò l'emarginazione e la persecuzione da parte del suo popolo.
”Gesù è la pietra, che è stata scartata da Accolta all'inizio da uno zio, rifiutò un matrimonio combinato e do-
voi, costruttori, e che è diventata la pietra vette fuggire in Canada, in un villaggio fondato dai Gesuiti. Qui si
d’angolo. In nessun altro c’è salvez- fece battezzare e divenne vergine consacrata. Morì nel 1680.
za.” (At 4,1-12)
Pietro, parlando di Gesù utilizza
un’immagine veterortestamenta-
ria che anche il Signore stesso
aveva utilizzato durante la sua Vangelo Gv 21,1-14
predicazione. Egli è la pietra, di
cui aveva parlato Davide nei In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul ma-
re di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Si-
salmi, che pur essendo scartata mon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di
dagli uomini diviene testata Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Si-
d’angolo nella costruzione del mon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche
nuovo tempio spirituale di Dio, noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella
che è la Chiesa. Ciò che gli uo- notte non presero nulla. Quando già era l'alba, Gesù stette sulla
mini hanno scartato, si è tra- riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù
disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli rispose-
sformato in causa di salvezza ro: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte de-
per tutti. Questo, dice Pietro, stra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più
non lo si può tacere. Lungo la a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo
storia della Chiesa, quando il che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro,
mondo ha cercato di zittire il appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fian-
messaggio di Gesù scartandolo chi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli
invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci:
come scandaloso, esso è emerso non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
con ancora più forza e potenza. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce
Consideriamo quanta forza di sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po' del pesce
bene e fioritura di santità ci so- che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e tras-
no state proprio in quei periodi se a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E ben-
critici nei quali sembrava che ché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro:
«Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandar-
tutte le potenze umane e diabo- gli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si
liche avessero cercato di di- avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era
struggere la Chiesa: la pietra an- la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere
golare del corpo mistico di Cri- risorto dai morti.
sto non verrà mai meno.

Non di solo pane Tempo di Pasqua - Numero 937 pagina 13


“Ecco di nuovo la tua voce, Signore….” Meditazione di don Luciano Vitton Mea

Quanto può essere di- di vento, dispersi come


versa la nostra vita, an- polvere, perché non sia-
che il nostro lavorare per mo con te, non sei den-
te se tu non sei con noi! tro al nostro cuore, non
vogliamo veramente la-
Pare scontato ma non lo
sciarti spazio perché tu
è. Quanto spesso lavo-
cresca e noi diminuiamo.
riamo, fatichiamo, parlia-
mo, ci agitiamo per te, Ma ecco che improvvisa-
per portare a te, per farti mente ascoltiamo di
amare, ma senza di te. nuovo la tua voce e la
Allora quel discepolo che Ge-
situazione è capovolta: la
sù amava disse a Pietro: «È Quante volte l’accento,
rete trabocca e noi siamo
il Signore!». Simon Pietro, l’attenzione è su di noi,
felici che tu sia di nuovo
appena udì che era il Signore, su quanto sappiamo far
con noi. Resta con noi
si strinse la veste attorno ai bene per costruire il Re-
Signore, senza di te non
fianchi, perché era svestito, e gno e quante volte le no-
possiamo far nulla.
si gettò in mare. stre parole, i nostri gesti,
svaniscono in un soffio

Preghiamo la Contemplo:
Parola
I nostri limiti
Dio Padre nostro
aiutaci ad essere Chie- Chi vuol vedere “come la si met- giudizi o dalle angustie della men-
sa in uscita.
Avvicinandoci a tutti te” prima di impegnarsi, non sarà te. Quasi tutti i cristiani si sono
specialmente ai più mai un figlio della croce. E agli costruiti un metodo per le manife-
svantaggiati insegnaci
ad essere discepoli uomini di buona volontà, Cristo si stazioni del Signore.
missionari in Cristo manifesta. Più che vedere cosa Sono appunto i nostri limiti e le
Gesù, il Signore dei
Miracoli. sappiamo fare da noi, egli vuole nostre fissità, che ci disanimano
Vivendo l'amore, ricer- una testimonianza d’amore, la qua- proprio nei momenti veramente
cando l'unità e prati-
cando la misericordia, le non può essere che un atto di provvidenziali della storia, quando
affinché, protetti sofferta audacia. il Cristo, camminando sugli avve-
dall'intercessione di
Maria, Madre della Gli apostoli lo cercano e quando nimenti, si accosta all’umanità.
Chiesa, viviamo e an- lo vedono ne hanno paura! Misteri (P. Mazzolari, Impegno, pp.92-93)
nunciamo al mondo la
gioia del Vangelo. del cuore umano, che spesso si
(Papa Francesco) lascia chiudere lo slancio dai pre-

Non di solo pane Tempo di Pasqua - Numero 937 pagina 14


I santi del giorno: Beato Luca Passi, sacer-
dote; beata Savina Petrilli, fondatrice.

Taci, soffri e ridi, la pazienza supera tutto.


Sabato
Aprile
Ottava di Pasqua
18
TP

Il santo del giorno: san Galdino


Parola di Dio
in briciole C'è una missione a cui la Chiesa non può mai rinuncia-
re: servire i poveri e costruire così una civiltà fondata
sulla giustizia e sulla carità. San Galdino, arcivescovo
di Milano, diede forma pienamente a questo mandato,
in un tempo di divisioni, guerre e distruzione. Nato
Vangelo: Mc 16,9-15 forse nel 1096 a Milano, nel 1160 divenne arcidiacono
Risorto al mattino, il primo gior- della Cattedrale accanto al vescovo Oberto, e nel 1162
no dopo il sabato, Gesù apparve assistette alla distruzione della città da parte di Federi-
prima a Maria di Màgdala, dalla co Barbarossa. Nel 1165 Alessandro III lo creò cardi-
quale aveva scacciato sette demò- nale e nominò arcivescovo di Milano. Da pastore si
ni. Questa andò ad annunciarlo a dedicò alla ricostruzione e alla cura dei poveri, facen-
quanti erano stati con lui ed era-
dosi aiutare nel restauro della Cattedrale dalle donne
no in lutto e in pianto. Ma essi,
milanesi che donarono i loro gioielli. Agli amministra-
udito che era vivo e che era stato
visto da lei, non credettero. tori diceva: "Voi siete qui solo per servire i poveri".
Dopo questo, apparve sotto altro Morì nel 1176.
aspetto a due di loro, mentre era-
no in cammino verso la campa-
gna. Anch'essi ritornarono ad Medita:
annunciarlo agli altri; ma non Gesù rimprovera gli undici per la loro durezza di cuore che
credettero neppure a loro. li rende incapaci di fede.
Alla fine apparve anche agli Un-
Non hanno ancora compreso la meraviglia e la forza di
dici, mentre erano a tavola, e li
rimproverò per la loro incredulità quanto è accaduto, il loro cuore è ancora incatenato, privo
e durezza di cuore, perché non della gioiosa libertà dei salvati.
avevano creduto a quelli che lo Non sanno ancora fidarsi perché il cuore indurito non sa
avevano visto risorto. E disse guardare l’altro in profondità e cogliere nei suoi occhi la verità
loro: «Andate in tutto il mondo e più essenziale, il cambiamento, la gioia.
proclamate il Vangelo a ogni cre- Li rimprovera dunque con parole anche dure, ma non li
atura».
rifiuta, anzi li manda, con tutte le loro fragilità e incapacità a
comprendere.
A loro, a noi, affida la trasmissione della notizia più bella e
trasformante d’ogni tempo.
Gesù, il Signore, ha fede in noi.
Quanta fede in lui c’è davvero nei nostri cuori?
don Luciano

Non di solo pane Tempo di Pasqua - Numero 937 pagina 15


Non di solo Pane SOS
Non di Solo Pane
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un’offerta a titolo di contributo spese stampa non deve più usare il prece-
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to su POSTEPAY N. 5333171080666908 con la causale “contributo spese
stampa Non di Solo Pane”. (il costo di tale operazione è pari a 1 euro).

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versamento su POSTEPAY
N.5333171080666908
con la causale “contributo spese
stampa Non di Solo Pane”.

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12 aprile 2020 - Pasqua di Risurrezione
Settimanale di preghiera per la famiglia

Coordinatrice Anno XXII - n. 937


Fiorella Elmetti Domenica 12 aprile 2020
Anno A - Anno XXII - N° 937

Redazione Chiuso il 06/04/2020


don Luciano Vitton Mea, Numero copie 1350
don Carlo Moro, don Fabio Marini,
Stampato in proprio
don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti,
Tiziana Guerini, Cristina Sabatti e Marina Tanfoglio

Grafica e stampa
don Luciano Vitton Mea

Ideato da
don Luciano Vitton Mea

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