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ANTIDOTI

Gli antidoti sono sostanze che, con meccanismo


aspecifico o specifico e per vie diverse, possono
prevenire o limitare l’assorbimento, l’azione lesiva sui
parenchimi o le alterazioni funzionali indotte dai
veleni.
Gli antidoti, tuttavia, non sono molti; non esiste
un antidoto per ogni veleno e quindi il primo e
fondamentale trattamento di pazienti gravemente
intossicati è sempre basato, con poche eccezioni,
sulla terapia sintomatica di rianimazione.

DEFINIZIONE: Sostanza
somministrata che interagisce
con l’azione del tossico
MECCANISMO D’AZIONE DEGLI ANTIDOTI

1. Prevengono l’assorbimento
2. Formano con il tossico a livello gastroenterico
composti meno lesivi
3. Inibiscono (o rallentano) la formazione di metaboliti
tossici
4. Spiazzano il tossico dal bersaglio (recettore)
5. Riattivano il bersaglio modificato dal tossico
6. Apportano componenti depletate dal tossico
7. Sorpassano l’azione del tossico
8. Chelano il tossico rendendolo inattivo
9. Accelerano la formazione di metaboliti non tossici
10. Accelerano l’eliminazione del tossico
MECCANISMO D’AZIONE DEGLI ANTIDOTI
1. Prevengono l’assorbimento
Carbone attivato
ƒIl carbone attivato è un adsorbente aspecifico di un
gran numero di sostanze, la cui precoce somministrazione
previene l’assorbimento dei veleni presenti nell’app. digerente.

ƒPreparato per pirolisi da polpa di legno, viene attivato


attraverso un particolare processo che produce una fitta rete
di pori disponibili per il processo di adsorbimento.

ƒIl rapporto ottimale antidoto/tossico è di 8-10 parti/1


parte.

ƒSi è dimostrato molto efficace anche mediante somministra-


zioni ripetute nel cosiddetto processo di “dialisi gastrointe-
stinale” che consente di aumentare l’escrezione di tossici
già assorbiti che presentano un ricircolo entero-epatico o
entero-enterico.
1. Prevengono l’assorbimento
Carbone attivato
Il carbone attivato “800 metri quadrati per grammo” o “2000 metri quadrati
per grammo ”, in forma di polvere, è un antidoto quasi universale dei tossici
ingeriti e non è mai dannoso. Deve essere richiesto espressamente in farmacia con
questa dizione.

Un granello di questa polvere di carbone attivato visto al microscopio elettronico


assomiglia ad una spugna piena di anfrattuosità che legano le altre sostanze.
Quattro grammi di carbone attivato disteso sono estesi come una superficie di un
campo di calcio, circa 8000 metri quadrati.

Il carbone attivato deve essere sciolto nell'acqua nella misura di 0,5 – 1 grammo / kg
di peso corporeo. In caso di una persona che pesi 70 kg, vanno messi in una caraffa
70 grammi di carbone attivato. Aggiunta poi acqua fino a riempire la caraffa
mescoliamo fino a farla diventare una pastella (il carbone attivato non si scioglie in
acqua), che va bevuta in 3-5 dosi di circa un bicchiere entro un'ora. Non dobbiamo
bere subito tutto il contenuto della caraffa perché può scatenare il vomito che è
pericoloso.

Nota bene: il carbone vegetale in compresse che si usa normalmente non serve
da antidoto, ma solo per diminuire le flatulenze e i gonfiori addominali.
Carbone attivato
• Lega molte molecole organiche

• Poco adsorbite molecole a basso PM,


composti polari
Idrocarburi Acidi
Ferro Cianuro
Etanolo Litio

• Rapporto quantitativo !!
Carbone attivato
• Tecnica (Carbomix os granulare 50 gr®)

– Intubazione in soggetto anestizzato


– Dose: 1-4 g/kg

– Soluzione acquosa (200 mg/ml)


• 5-20 ml/kg

– Soluzione in sorbitolo (250 mg/ml)


• 4-16 ml/kg
Carbone attivato in multidose

• Aumenta l’eliminazione di molte sostanze


per:
– Dialisi intestinale (efflusso transluminale)
– Interruzione del circolo enteroepatico

• Tecnica
– Dose iniziale: 1-2 g/kg
– poi: 0.5 g/kg ogni 2-4 ore
Carbone attivato in multidose
• Attivo su sostanze con:

– Circolo enteroepatico
– Lunga emivita
– Ridotto Vd
– Ridotto legame alle proteine plasmatiche
– Pka basico
– Formulazione a lento rilascio
– Condizioni di insufficienza delle vie di eliminazione
Carbone attivato
CARBONE VEGETALE ATTIVATO
NOME COMMERCIALE: galenico; Carbomix®
FORMA FARMACEUTICA: flaconi di polvere per uso orale, sospensione (Carbomix®)
INDICAZIONI: veleni assorbibili
SOMMINISTRAZIONE: per os o per sonda gastrica:
• 0.5-1 g/kg a bolo seguiti da 0,25-0.50 g/kg ogni 2-3 ore per 3-4 volte.
• Nel caso la dose di tossico ingerito sia sconosciuta dose di attacco di 50/100 g e
50 gr ogni 4 ore finchè il corbone non viene visto nelle feci o si notano
miglioramenti clinici
CONSERVAZIONE: armadio, in recipienti ben chiusi e al riparo dall’umidità.
REGISTRAZIONE: Italia
DOSE UTILE: 3 flac. di Carbomix per paziente o 150 grammi di Carbone Vegetale
galenico
URGENZA: entro 30 minuti
• NOTE: Non usare in contemporanea associazione con ipecacuana.
• In alcuni casi anche gavage intestinale per perfusione continua (per es. in casi di
intossicazione da Teofillina, con meccanismo di ricircolo enteroepatico) per 24-
48 ore
• Concomitante somministrazione di un lassativo cme il sorbitolo o il lattulosio
potrebbe risultare utile nel caso della somministrazione ripetuta
1. Prevengono l’assorbimento

Olio di vaselina
Viene somministrato in caso di ingestione di sostanze
liposolubili. Non è assorbibile dalla mucosa intestinale:
probabilmente solubilizza le sostanze che si sciolgono
nei grassi prevenendone l’assorbimento.
La sua somministrazione (alla dose di 2-3 ml/kg di peso
corporeo) deve essere seguita da un purgante salino.
Indicazioni: ingestione di idrocarburi, olii essenziali,
solventi organici e altre sostanze liposolubili.
Calcio

Impedisce l’assorbimento intestinale di fluoruri, acido


ossalico e ossalati, rendendoli insolubili. L’applicazione
di calcio in formulazione gel al 2,5% viene utilizzata per
le esposizioni cutanee ad acido fluoridrico.
1. Prevengono l’assorbimento

Terra di Fuller
Adsorbe stabilmente e in misura superiore al carbone attivo
(a livello del tratto gastroenterico) il paraquat e gli altri
erbicidi dipiridilici. Viene usata in sospensione acquosa al
30% associata a solfato di magnesio 5%, alla dose di 500 –
1000 ml in successive porzioni refratte.

Blu di Prussia

Il blu di Prussia è un colorante che non viene assorbito nel


tratto gastroenterico e che viene utilizzato esclusivamente
per os nella intossicazione da tallio. Si lega al tallio a livello
intestinale e agisce con duplice meccanismo interrompendone
il circolo enteroepatico e favorendone l’escrezione fecale.
1. Prevengono l’assorbimento

• Caolino (adsorbente/diluente) è una roccia


sedimentaria costituita prevalentemente da caolinite, un
minerale silicatico delle argille. Il caolino ha un aspetto
terroso e piuttosto tenero ed è prodotto dall'azione
dell'acqua meteorica sul feldspato.

• Colestiramina (Questran®) è una resina a scambio


anionico cloridrata, che lega gli acidi biliari nell'intestino
formando un complesso insolubile escreto via feci.
2. Formano con il tossico a livello gastroenterico
composti meno lesivi
Dimeticone (Mylicon®)
Silicone idrorepellente a bassa tensione superficiale.
E’ indicato nelle ingestioni di sostanze schiumogene:
infatti, modificandone la tensione superficiale, elimina
le bolle che si formano a livello gastrico per azione dei
tensioattivi.

Sodio tiosolfato (o iposolfito)

A livello gastrico inattiva, alla dose di 250 ml al 5%: iodio,


ipocloriti, cromati, bicromati, clorati e permanganati.
Viene impiegato, per via endovenosa, nella intossicazione
da cianuri, con cui reagisce formando tiocianato, composto
innocuo.
2. Formano con il tossico a livello gastroenterico
composti meno lesivi

Albume d’uovo

L’albume d’uovo viene ritenuto utile nell’ingestione di sali


di metalli pesanti (si formano proteinati di metallo, insolubili)
e di caustici. Può essere preparato in soluzione acquosa
(pozione albumunosa: un albume in 100 ml di acqua) o lattea
(pozione latteo-albuminosa: un albume in 100 ml di latte).
Amido

L’amido inattiva, a livello gastrico, lo iodio, con formazione


di ioduro di amido, composto di colore azzurro, insolubile.
Viene utilizzato somministrando 20 – 30 g di amido (di
frumento, di riso o di mais) sospeso in 300 – 400 ml di
acqua o latte.
3. Inibiscono (o rallentano) la formazione di metaboliti
tossici Etanolo
E’ indicato nell’intossicazione da metanolo e glicole etilenico, di cui rallenta il
metabolismo e quindi la formazione dei rispettivi metaboliti tossici; inibisce anche la
comparsa della gravissima acidosi metabolica tipica di questi avvelenamenti. Etanolo
e metanolo seguono vie metaboliche comuni essendo ossidati dagli stessi sistemi di
enzimi: l’alcool deidrogenasi che converte l’alcool ad aldeide (acetaldeide e
formaldeide rispettivamente), e l’aldeide deidrogenasi che converte l’aldeide ad
acido (acido acetico e formico rispettivamente). Il meccanismo d’azione dell’etanolo
è basato sul fatto che l’alcool deidrogenasi metabolizza l’etanolo in modo
preferenziale: infatti l’affinità dell’enzima per l’etanolo è maggiore di 20 volte
rispetto al metanolo. L’etanolo può essere somministrato, a seconda della gravità del
caso, sia per os che per via endovenosa.

ALDH
CH3CH2OH
CH3COOH
CH3OH ADH CH3CHO
HCHO HCOOH

Fomepizole, 4 –metilpirazolo (Antizol-vet®)


Recentemente è stato utilizzato con successo nelle intossicazioni da
metanolo e da glicole etilenico anche il 4 – metilpirazolo, antidoto che
agisce come substrato competitivo per l’enzima alcool deidrogenasi.
4. Spiazzano il tossico dal bersaglio (recettore)
Atropina
Antagonista specifico dell’acetilcolina a livello delle terminazioni parasimpatiche
(muscariniche) e delle sinapsi colinergiche centrali: trova indicazione nelle
intossicazioni da sostanze ad azione colinomimetica o anticolinesterasica come
esteri fosforici, carbamati, alcuni funghi (genere Clitocybe e Inocybe).

La somministrazione di atropina blocca le manifestazioni di ipertono parasimpatico


(sintomi muscarinici: bradicardia, miosi, salivazione, ipersecrezione bronchiale,
broncospasmo, ecc.), caratteristiche di queste intossicazioni.
4. Spiazzano il tossico dal bersaglio (recettore)

Fisostigmina (Eserina salicilato)


E’ un inibitore reversibile della acetilcolinesterasi che viene utilizzato nelle
intossicazioni da farmaci e sostanze ad azione anticolinergica centrale,
responsabili cioè della Sindrome Anticolinergica Centrale (SAC): atropina,
iosciamina, belladonna, scopolamina, parasimpaticolitici ad azione centrale,
antistaminici, fenotiazine, antiparkinsoniani atropinosimili, antidepressivi
triciclici, funghi (Amanita muscaria).

La struttura chimica di amina terziaria le permette di attraversare la


barriera ematoencefalica e di essere attiva quindi anche a livello centrale.

Agisce elevando il tasso di acetilcolina e ripristinando quindi la conduzione


colinergica.
4. Spiazzano il tossico dal bersaglio (recettore)
Atipamezolo (Antisedan®)
Antagonista specifico dei recettori α2 adrenergici.
Indicato nelle intossicazioni da amitraz e da α2 agonisti ad azione
analgesica.
Naloxone (Narcan®)

E’ l’antidoto specifico degli oppioidi

Flumazenil (Anexate®)

E’ l’antidoto specifico delle benzodiazepine (BDZ). La molecola, una


benzodiazepina sostituita, agisce selettivamente e con meccanismo
competitivo a livello dei recettori benzodiazepinici centrali, per i
quali ha un alto grado di affinità.
4. Spiazzano il tossico dal bersaglio (recettore)

Ossigeno

E’ l’antidoto di scelta in tutte le intossicazioni accompagnate da


ipossia.

Le indicazioni all’ossigenoterapia sono rappresentate dall’anossia


anossica (es: respirazione di gas inerti o tossici in
concentrazioni tanto elevate da diluire o annullare la
concentrazione dell’ossigeno nell’aria), dall’anossia da deficit di
trasporto (carbossi- e meta-emoglobina), dall’anossia istotossica
(cianuro) e dall’anemia emolitica.
5. Riattivano il bersaglio modificato dal tossico
Pralidossima (Contrathion®)
E’ il riattivatore della colinesterasi inattivata (fosforilata) dagli esteri
fosforici. La riattivazione enzimatica è efficace prevalentemente a
livello delle placche neuromuscolari (recettori nicotinici) con rapido
ritorno (in 10-40 minuti dopo la somministrazione) alla normale risposta
del muscolo scheletrico: ciò determina la normalizzazione delle escursioni
diaframmatiche e della funzionalità respiratoria. A livello dei recettori
muscarinici, invece, il farmaco ha un’azione modesta. Gli effetti centrali
degli organofosforici non rispondono alla pralidossima poiché il farmaco,
un composto ammonico quaternario, non attraversa la barriera
ematoencefalica.
L’efficacia dell’antidoto risulta strettamente legata al tempo intercorso
fra l’intossicazione e l’intervento terapeutico: il legame tossico-
acetilcolinesterasi può essere scindibile solo per un breve tempo
(caratteristico per ogni estere fosforico) dopo il quale, in seguito a un
processo definito “invecchiamento del legame”, l’antidoto non risulta più
efficace. La terapia viene iniziata (e continuata) in base al monitoraggio
delle colinesterasi del paziente. La pralidossima è controindicata nelle
intossicazioni da carbamati.
5. Riattivano il bersaglio modificato dal tossico
Blu di metilene
Il blu di metilene agisce come catalizzatore delle reazioni ossidoriduttive
mediante le quali vengono trasferiti elettroni alla metaemoglobina (metHb);
esso riattiva l’Hb riconvertendo il Fe+++ in Fe++.

La presenza di metHb può essere grossolanamente accertata con due metodi:


(i) il campione di sangue appare color cioccolato e non cambia con l’esposizione
all’ossigeno; (ii) in presenza di metHb l’aggiunta al sangue di cianuro di
potassio in soluzione 1:100 fa virare il colore da cioccolato a rosa.

Viene somministrato molto lentamente per via endovenosa e in soluzione all’1%


alla dose di 1-2 mg/kg. Può essere necessario ripetere altre dosi senza
superare i 7 mg/kg, dose alla quale il blu di metilene diventa esso stesso
metaemoglobinizzante.

La terapia delle intossicazioni da sostanze metaemoglobinizzanti (es. anilina,


nitriti, nitrati, nitrobenzene, fenazopiridina, ecc.) consiste nelle misure
generali atte ad allontanare il veleno non ancora assorbito, quali il lavaggio
della cute con acqua e sapone, e nel ripristino della capacità di trasporto
dell’ossigeno nel sangue prima che si siano verificati danni anossici
parenchimali irreversibili.
6. Apportano componenti depletate dal tossico

N-Acetilcisteina (NAC)
L’ N-acetilcisteina è l’antidoto essenziale delle intossicazioni acute da
paracetamolo; è stata utilizzata con successo nella terapia degli
avvelenamenti da Amanita phalloides, fosforo, piombo, idrocarburi
alogenati, e viene utilizzata sperimentalmente in altre intossicazioni.
L’azione antidotica è determinata dall’apporto di cisteina (prodotta
dall’idrolisi della NAC) e di gruppi –SH che rispettivamente agiscono
come precursore del glutatione e favorendo la riduzione del glutatione
ossidato.
Nel corso di trattamento antidotico con NAC è sempre necessario
assicurare al paziente una buona diuresi (far bere molta acqua se
trattamento per os; diuresi forzata se trattamento per via endovenosa).
L’uso di questo antidoto per os è consigliabile in tutti i casi, anche solo
sospetti, di intossicazione acuta o subacuta da agenti a potenziale
lesività epatica.
La somministrazione può essere effettuata per os diluita in bevanda
gradevole oppure per via endovenosa diluita in soluzione glucosata al 5%.
7. Sorpassano l’azione del tossico

Ossigeno iperbarico
L’ossigenoterapia iperbarica è stata utilizzata in diverse
intossicazioni: barbiturici, funghi, idrocarburi, esteri fosforici,
monossido di carbonio, cianuri.
Probabilmente questo tipo di terapia è efficace anche nelle
intossicazioni da idrogeno solforato (H2S) e tetracloruro di
carbonio.
INDICAZIONI
Coma
Sincope
Convulsioni
Perdita di coscienza
Confusione mentale
Deficit neurologici focali
Gravidanza
Acidosi metabolica
Aritmie ventricolari
Segni o sintomi di ischemia cardiaca
Bambini
8. Chelano il tossico rendendolo inattivo
K1

METALLO + AGENTE CHELANTE COMPLESSO CHIMICO


K2 prodotto della chelazione
L'edetato calcico disodico (CaNa2EDTA) è una molecola in cui il calcio è chelato da un legame
esadentato e può essere spostato dai metalli, provvisti rispetto ad esso di maggiore affinità verso gli
stessi punti leganti, formando così un composto chelato prontamente eliminabile per via renale:

2 Na+

I metalli che possiedono maggiore affinità per il calcio verso


l'EDTA disodico sono il piombo, lo zinco ed il rame.
8. Chelano il tossico rendendolo inattivo
Idrossicobalamina
L’idrossicobalamina (vitamina OH-B12) lega il gruppo CN in tutti i
compartimenti (tratto gastroenterico, compartimento centrale, organi
bersaglio) con formazione di un composto atossico (cianocobalamina o
vitamina B12); il rapporto ottimale è di 26 mg CN-/1346 mg di
idrossicobalamina. La dose consigliata, negli avvelenamenti da cianuri
medio-gravi, è di 2-4 g di idrossicobalamina ripetuti in boli ravvicinati a
circa 5 min di distanza l’uno dall’altro; insieme all’idrossicobalamina viene
somministrato anche il sodio tiosolfato.

Siero antiofidico
L’utilità del trattamento con siero deve essere valutata nei confronti
del pericolo di ipersensibilità da siero; episodi di asma e allergia
nell’anamnesi sono perciò una controindicazione relativa all’uso del siero.
Il siero deve essere somministrato solo in presenza di segni di
avvelenamento sistemico (vomito, ipotensione, leucocitosi, alterazioni
della coagulazione).
8. Chelano il tossico rendendolo inattivo

FAB

I Fab hanno sostituito gli anticorpi interi perché presentano


caratteristiche generali e farmacocinetiche indubbiamente
vantaggiose: non sono di per sé antigenici, hanno un volume di
distribuzione maggiore, emivita di distribuzione e di
eliminazione più brevi, una clearance renale decisamente
superiore grazie al minor peso molecolare.
Gli effetti indesiderati della terapia con Fab sono
rappresentati da reazioni allergiche (legate alla
eterogenicità, in quanto preparati da pecore) e ipokaliemia
da sblocco della attività della ATPasi di membrana.

Esistono Fab-antidigitale e Fab-antivipera, ma sono molto


costosi.
9. Accelerano la formazione di metaboliti non tossici

Sodio tiosolfato (o iposolfito)

Il CN- viene normalmente trasformato in vivo, ad opera della


rodanasi, in tiocianato, composto completamente innocuo.
Tuttavia in caso di intossicazione questo processo metabolico
è troppo lento, a causa della limitata disponibilità di donatori
di zolfo. L’uso del tiosolfato accelera la detossificazione del
CN-, purchè la dose somministrata sia adeguata. Viene perciò
usato, nel trattamento dell’intossicazione cianidrica, in
infusione endovenosa lenta alla dose di 0,3-0,5 g/kg (in
soluzione al 25%).
9. Accelerano la formazione di metaboliti non tossici

Sodio tiosolfato (o iposolfito)


Il recettore dell'azione del CN- è il Fe3+ delle emoproteine tissutali (citocromossidasi
mitocondriale), l'inibizione da cianuro delle citocromossidasi conduce al blocco della
catena respiratoria cellulare (anossia istotossica).
L'antidoto in questa intossicazione è fatto produrre dall'organismo:

NO2- + 2Hb++ x O2 + H2O NO3- + 2Hb+++ x OH- + O2

La neutralizzazione dello ione CN- può avvenenire ad opera del Fe3+ della metaemoglobina.
Il complesso ciano-metaemoglobina è dissociabile ed il CN- viene eliminato dal rene come
tiocianato, dopo l'intervento della solfotransferasi mitocondriale (rodanasi), enzima che
catalizza lo spostamento dello zolfo dal tiosolfato al cianuro.

Na2S2O3 + CN- Na2SO3 + SCN-


Tiosolfato di sodio Cianuro Solfito di sodio Tiocianato
9. Accelerano la formazione di metaboliti non tossici

Sodio tiosolfato (o iposolfito)

Idr Tio
Cob solf

NaNO2
10. Accelerano l’eliminazione del tossico

a. Per via inalatoria:


inalatoria
Ossigeno: intossicazione da ossido di carbonio,
gas tossici

b. Per via digerente:

Blu di Prussia: intossicazione da tallio


Carbone attivato in multidose: barbiturici, digitalici

c. Per via renale


Sodio bicarbonato: acidi deboli (FANS, barbiturici)
Cloruro d’ammonio: basi deboli (amfetamine, oppioidi)
ANTIDOTI IN MV

TOSSICO ANTIDOTO DOSAGGIO VIA CONTROINDICAZIONI

Paracetamolo N-acetilcisteina Dose iniziale:140 mgkg Orale Incompatibile con agenti


70 mgkg ogni 6 ore, ossidanti, anfotericina B,
per almeno 7 tetracicline, eritromicina,
trattamenti ampicillina, acqua ossigenata

Anticolinestera- Atropina solfato 0.2 mg/kg IV-1/4 Bicarbonato di sodio


sici SC-3/4
Glicole etilenico Etanolo (20%) Cane: 5,5 ml/kg ogni 4 IV
ore per 5 trattamenti,
poi ogni 6 ore per 4
trattamenti
Gatto: 5 ml/kg ogni 6
ore per 5 trattamenti, IV
poi ogni 8 ore per 4
trattamenti

4-metilpirazolo Dose iniziale: 20 mg/kg IV Non raccomandato per il gatto


in una soluzione al 5%
15 mg/kg a 12 e 24 ore
5 mg/kg a 36 ore
TOSSICO ANTIDOTO DOSAGGIO VIA CONTROINDICAZIONI
Arsenico Dimercaprolo 6 mg/kg ogni 8 ore per 3- IM
(BAL) 5 giorni; monitorare la
funzionalità renale
durante la terapia
Rame (cane) Acido ascorbico 500-1000 mg al giorno Orale
(epatotossicità) D-Penicillamina
10-15 mg/kg due volte al Orale
giorno
Rame (pecora) Molibdato di 200 mg al giorno per 3 Orale
ammonio settimane
Tetratiomolibdato 1.7-3.4 mg al giorno: tre IV
di ammonio trattamenti a giorni
(intossicazione alterni
acuta)

Anticoagulanti Vitamina K1 IV,


2-5 mg/kg al giorno per 1 orale
(fitonadione) settimana
(1° generazione)
2-5 mg/kg al giorno per 6
settimana IV,
orale
(3° generazione)
TOSSICO ANTIDOTO DOSAGGIO VIA CONTROINDICAZIONI

Cianuro Nitrito di 22 mg/kg IV


sodio IV
Sodio 660 mg/kg
tiosolfato
Piombo EDTA bisodico 110 mg/kg al giorno diviso IV
di calcio in tre-quattro dosi; diluito
a 1g/ml in destrosio al 5%

D-Penicillamina 110 mg/kg per 1-2 Orale


settimane
Metaemoglobi- Acido 30 mg/kg 4 volte al giorno Orale
nemia (gatto) ascorbico

Nitrato, nitrito, Blu di metilene 4-15 mg/kg; può essere IV Incompatibile con materiale
clorato (1%) ripetuto dopo 6-8 ore alcalino e sostanze ossidanti
(grossi animali) o riducenti
Insetticidi Pralidossima 10-15 mg/kg 2-3 volte al IV
organofosforici cloridrato giorno

Veleno di vipera Siero 1 fiala in infusione lenta IV


antiofidico
Zinco EDTA bisodico Vedi piombo
di calcio
ANTIDOTI PER GROSSI ANIMALI

(quantità da stoccare in un Centro Antiveleni Veterinario


in base all’efficacia e al prezzo)

Sodio tiosolfato 20 kg

Calcio EDTA 5 kg

Blu di metilene 0,5 kg

Carbone attivato 100 kg

Atropina 500 ml

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