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ISBN 978-88-548-9860-8
DOI 10.4399/978885489860817
pag. 291–310 (dicembre 2016)
È una vexata quaestio quella del rapporto tra Croce e la scienza, che ha
fatto già scorrere fiumi di inchiostro e di solito ha lasciato gli studiosi
schierati su fronti contrapposti. Gli uni attestati a difendere la tesi
della esizialità della riflessione crociana per la scienza italiana e per la
filosofia che la prendeva a modello, gli altri quella della sostanziale
innocenza di Croce o addirittura di una sua capacità di vedere lontano,
nel senso di anticipare le tematiche che si sono sviluppate negli ultimi
anni in campo epistemologico.
Per entrare nel merito di questo dibattito bisogna tener conto di
cosa si vuole prendere in considerazione nelle posizioni di Croce: la
scienza in quanto tale, il metodo che si suppone essa adoperi, l’og-
getto che essa assume come proprio ambito di indagine, oppure la
“esportabilità” di tale metodo, cioè la possibilità di una filosofia ispira-
ta alla scienza, che alla fine dell’ era diventata la bandiera di molti
filosofi e scienziati, ovvero la cosiddetta “filosofia scientifica” . E tutto
∗
Università degli Studi di Catania. Alcuni brani di questo lavoro sono ripresi da quanto
già scritto in Astrazione e modelli di scientificità in Croce e Gentile, in «Synaxis», XV/ (),
pp. – e in Gentile, Croce e il marxismo, in «Logoi» (Annali dell’ISIS Castelvetrano), vol. ,
Istituto d’Istruzione Superiore “Giovanni Pantaleo”, pp. –, anche se inserite in un contesto
completamente diverso, con una tesi di fondo nuova. Ringrazio Giacomo Borbone per avermi
procurato molti dei testi qui citati, risparmiandomi così tempo e peregrinazioni presso le
diverse biblioteche.
. Ho cercato di delineare il concetto di filosofia scientifica in diversi saggi, tra i quali:
Russell e la nascita dell’idea di filosofia scientifica, in Filosofia, scienze, cultura, (a cura di) G.
B, S. B e G. M S L, Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ), , pp.
–; Per la storia della filosofia scientifica. Il Circolo di Vienna e la Scuola di Leopoli–Varsavia, in
Aa.Vv., Filosofia e scienze. Studi in onore di Girolamo Cotroneo, (a cura di) G. G, Rubbettino,
Soveria Mannelli , pp. –; The Place of Polish Scientific Philosophy in the European Context,
in «Polish Journal of Philosophy», (), pp. –; Il pensiero infermo. Origine e destino della
filosofia scientifica, in Sulla filosofia italiana del Novecento, (a cura di) B. B e F. M,
FrancoAngeli, Milano , pp. –. In essi v’è contenuta un’ampia bibliografia sulla storia
e lo sviluppo della filosofia scientifica, per cui evito ulteriori indicazioni.
Francesco Coniglione
. Cfr. B. C, La storia ridotta sotto il concetto generale dell’arte, in Atti della Accademia
Pontaniana, vol. XXIII, n. , Furchheim, Napoli , pp. –.
Croce tra scienza e filosofia scientifica
clusa nella sua Logica () — dalla circostanza che egli ancora non
aveva compreso il carattere proprio della filosofia, in questo scritto
assimilata alla scienza, che in seguito riterrà «profondamente diverso
da quello delle scienze empiriche e astratte», con la conseguenza di
confondere in un solo gruppo «l’universalità vera della filosofia e
quella falsa delle scienze» . Così, la volontà di salvare la «concretez-
za della storia» porta Croce a far rientrare quest’ultima nel gruppo
dell’arte, che rappresenta il contraltare metodologico della scienza.
Poco dopo e alla vigilia dell’incontro col marxismo Croce ri-
prende nello scritto Sulla classificazione dello scibile (), e in parte
modifica, la distinzione da Dilthey formulata nella Introduzione alle
scienze dello Spirito (un significativo brano della quale viene citato in
nota) . Così distingue in modo più chiaro e netto tra scienze “teo-
retiche” (o “di concetti”) e scienze “descrittive” (o “di fatti” o anche
“storiche”), ponendo tra queste ultime sia l’arte, intesa come forma
di conoscenza, sia la storia, definita come descrizione di un ogget-
to nella sua individualità. Nel primo gruppo (quello delle “scienze
teoretiche”), invece, Croce fa rientrare «la scienza dei principii della
realtà, le matematiche, la meccanica, la fisica, la chimica, le cosiddette
scienze naturali, l’antropologia, la psicologia (individuale e sociale),
la logica, l’etica, l’estetica, la scienza dello stato, del diritto, ecc.» .
Queste scienze — e tra esse v’è ancora compresa la filosofia — mi-
rano alla determinazione di un concetto che possa comprendere tutti
. B. C, Logica come scienza del concetto puro, Laterza, Bari , p. . Come avverte
l’Autore, essa riprende i Lineamenti di una Logica come scienza del concetto puro, memoria
presentata nel all’Accademia Pontaniana e ora interamente riscritta, sí da considerare il
precedente lavoro solo uno schizzo da cui riprendere «qualche pagina, o qualche gruppo di
pagine» (ivi, p. vii).
. Sull’importanza di tale riferimento a Dilthey e sul senso delle modifiche apportate da
Croce alla sua classificazione hanno richiamato l’attenzione prima A. G, Croce e i giudizi
di valore, in Benedetto Croce, (a cura di) A. B, Giannotta, Catania , pp. – e quindi
G. C, Croce e Dilthey (), ora in L’ingresso nella modernità, Morano, Napoli , pp.
–.
. B. C, Sulla classificazione dello scibile, in Primi saggi, Laterza, Bari , p. .
. Il superamento del pregiudizio di astrattezza, da lui inizialmente imputato alla filosofia,
inclusa tra le scienze teoretiche, avviene soprattutto, come riconosce lo stesso Croce, per
merito degli studi di Gentile: «dall’accentuazione del carattere di concretezza, che la storia
ha rispetto alle scienze empiriche e astratte, sono passato via via ad accentuare il carattere
di concretezza della filosofia; e, condotta a termine la critica della duplice astrattezza, le due
concretezze (quella che avevo rivendicata dapprima alla storia, e quella che poi ho rivendicata
alla filosofia) mi si sono dimostrate, in ultimo, una sola» (B. C, Logica. . . , cit., p. ).
Francesco Coniglione
. B. C Sulla classificazione dello scibile, cit., pp. –. In seguito sarà lo stesso Croce
che, nella prefazione a questi «primi saggi», identificherà la scienza con la costruzione di classi,
concludendo che «. . . la Storia non si risolve in concetti di classe e perciò non è riducibile a
scienza» (B. C, Prefazione [] a Primi saggi, cit.).
. Cfr. B. C, La storia ridotta. . . , cit., p. .
. Cfr. ivi, p. .
. Ho dato delle indicazioni sulla particolare posizione di Labriola rispetto alla filoso-
fia scientifica in Positivismo, filosofia scientifica e scienze umane nell’Italia d’inizio secolo, in La
nascita delle “scienze umane” nell’Italia post–unitaria, (a cura di) G. C e G.P. L,
FrancoAngeli, Milano , pp. –.
Croce tra scienza e filosofia scientifica
. Cfr. E. C, Sostanza e funzione (), La Nuova Italia, Firenze , pp. –. Su
ciò cfr. il mio Astrazione e funzione in Ernst Cassirer, in Filosofia e storiografia. Studi in onore di
Giovanni Papuli, vol. III., L’età contemporanea, (a cura di) M. C, F. C, D.M. F,
D. R, D. R, Congedo Editore, Galatina (LE) , pp. –.
. Cfr. F. C, Abstraction and Idealization in Hegel and Marx, in Idealization I:
General Problems, (ed. by) J. B́, F. C L. N, T.A.F. K, Rodopi,
Amsterdam–Atlanta , pp. –; I., Il rapporto tra Marx ed Hegel alla luce del concetto di
idealizzazione, in (a cura di) G. B, Scienza, marxismo e metafisica. Leszek Nowak e la scuola
metodologica di Poznań, Limina Mentis, Villasanta , pp. –.
. Un inquadramento complessivo di questo problema, sul quale non posso qui dilungar-
mi, è contenuto nel mio Filosofia scientifica europea e positivismo italiano, in Il positivismo italiano:
una questione chiusa?, Atti del Congresso tenutosi a Catania, – settembre , (a cura di)
G. B, F. C e G. M S L, Bonanno Editore, Acireale–Roma
, pp. –; Positivismo, filosofia scientifica. . . , cit. In merito a Labriola si veda anche la
mia Prefazione a G. B, La rivoluzione culturale di Antonio Labriola. L’innesto creativo del
marxismo nella tradizione della cultura italiana, Aracne, Roma , pp. –, nonché il testo
dello stesso Borbone. Infine, in epoca contemporanea questo approccio essenzialista alle opere
di Marx e alla scienza è stato proposto con forza ed efficacia dalla scuola metodologica di
Poznań, su cui ho scritto parecchie cose, ma si veda per tutte Realtà e astrazione. Scuola polacca
ed epistemologia post–positivista, Bonanno, Acireale–Roma , specie al cap. .
Francesco Coniglione
il Marx formulò tale problema con modi, a dir vero, impropri: giacché il
valore tipico, assunto da lui come misura, egli lo presentò come la legge dei
fatti economici della società capitalistica. Ed è, se si vuole, la legge, ma nella
sua concezione, non già nella realtà economica.
. I saggi contenuti in quest’opera sono stati pubblicati negli anni che vanno dal al
.
. B. C, Materialismo storico ed economia marxistica, Laterza, Bari , p. .
. Ivi, p. .
. Ivi, p. .
Croce tra scienza e filosofia scientifica
il Marx, finché si aggira nei limiti della ipotesi, procede con perfetta corret-
tezza. L’errore potrebbe cominciare solo quando, esso o altri, confondesse
l’ipotesi con la realtà, e il modo del porre e del misurare col modo dell’essere.
Finché non si cade in siffatto errore, il procedimento è incensurabile .
Ciò mette in luce quanto su questo punto egli fosse attento alle
riflessioni epistemologiche coeve, la cui conoscenza è tra l’altro testi-
moniata dalle recensioni da lui fatte di alcune delle principali opere di
. Ora B. C, Lineamenti di una Logica come scienza del concetto puro, in Atti dell’accade-
mia Pontaniana, vol. XXXV, Memoria I, R. Tipografia Francesco Giannini & Figli, Napoli ,
pp. –.
. Ivi, p. (rendo lo spaziato in corsivo). Nell’originale di Mach è scritto: «i corpi o
le cose sono simboli intellettuali abbreviati di gruppi di sensazioni, simboli che non hanno
esistenza fuori del nostro pensiero. Così il mercante considera il cartellino attaccato sopra una
cesta come simbolo della merce che essa contiene, ma non viceversa. Egli darà valore reale
al contenuto, non al cartellino» (E. M, Letture scientifiche popolari, Bocca, Milano–Roma–
Firenze , p. ). Tale brano trasmigra poi nella Logica con qualche leggera variante che
lo allontana dal testo originale di Mach: «i corpi e le cose sono simboli intellettuali abbreviati
di gruppi di sensazioni, ossia non hanno esistenza fuori del nostro intelletto: cartellini, come
quelli che il mercante attacca sulle scatole, e che non hanno valore se non in quanto, dentro
la scatola, è contenuta una merce che ha valore» (B. C, Logica, cit., p. ). Ancora una
volta non viene indicata la fonte ma, curiosamente, alcune righe dopo Croce indica come
riferimento generale l’altra opera di E. M, L’analisi delle sensazioni.
Francesco Coniglione
“critica della scienza” pubblicate a cavallo dei due secoli . Così, nella
misura in cui molti dei temi del convenzionalismo francese e, per
certi aspetti, dell’empiriocriticismo, sono stati recuperati all’interno
dell’epistemologia contemporanea allo scopo di criticare i paradigmi
neopositivisti, la posizione crociana rivela un certo acume metodolo-
gico, il cui significato solo oggi può essere adeguatamente valutato
ed i cui caratteri gettano meglio luce sul significato del rapporto tra
filosofia e scienza nello stesso pensiero crociano, che appunto sul
modello di scientificità presupposto nella critica a Marx affonda le
sue radici.
Ciò ha portato negli ultimi anni ad attribuire una certa “moderni-
tà” metodologica al pensiero crociano . Ma possiamo sostenere la
tesi che Croce abbia ricoperto nella “critica della scienza” di inizio
secolo un ruolo diverso da quello di intelligente ripetitore di tesi
argomentate da altri e conosciute spesso in modo indiretto? Non più
di quanto accade oggi per i molti filosofi che hanno utilizzato la svol-
ta post–positivista dell’epistemologia operata da autori quali Kuhn,
Lakatos, Feyerabend, Polanyi e Fleck, per non citare che i maggiori,
allo scopo di accreditare l’autonomia della filosofia o anche la legitti-
mità del pensiero speculativo ed ermeneutico . In fondo l’intento
. Tali recensioni sono, nel : A. L, L’indeterminismo nella filosofia francese contem-
poranea, : La filosofia della contingenza, Seeber, Firenze ; nel : H. K, Die
Erkenntnistheorie der Naturforschung der Gegenwart, unter Zugrundlegung der Auschaungen von
Mach, Stallo, Clifford, Kirckhoff, Hertz, Pearson und Ostwald, Barth, Lepzig ; W.T. B,
Avenarius and the standpoint of pure experience, Science Press, New York ; O. E, R. Ave-
narius als Begründer des Empiriokritizismus, Hoffmann, Berlin ; nel : O. V. D. P.
Vorfragen der Naturphilosophie, Winter, Heidelberg .
. Come ha ancora recentemente sostenuto S. Z, Benedetto Croce”s Theory of Science,
in «Logic and Philosophy of Science», Vol. IX, No. , , pp. –. In precedenza si vedano
ad es. le posizioni di G. G, op. cit.; F. B, Croce e le scienze, in «Mondoperaio»
(); R. F, Croce come logico, in L’eredità di Croce, (a cura di) F. T, Guida,
Napoli . Una difesa della concezione crociana della scienza fanno anche F. I, Croce
e la scienza, in L’eredità di Croce, cit., pp. –, e E. P, Croce e le scienze, in Benedetto
Croce anni dopo, (a cura di) J. K, Annuario dell’Accademia d’Ungheria, Roma , pp.
–.
. Del resto, quando Croce fa in proprio, nel criticare ad es. il positivismo abbastanza soli-
do di un Vilfredo Pareto, cade in evidenti ingenuità e fraintendimenti, come ad es. identificare
la sperimentazione invocata da Pareto con la semplice esperienza, così andando oltre Galileo e
ritornando ad Aristotele; oppure non si avvede che Pareto fa l’esempio di una proposizione
matematica (“per ottenere l’area d’un rettangolo si deve moltiplicare la base per l’altezza”) non
come un caso di verifica sperimentale, ma semplicemente quale asserto scientifico (Rec. a V.
P, Manuale di economia politica, in «La Critica», , , pp. –, –).
Croce tra scienza e filosofia scientifica
. Come ha ancora recentemente sostenuto S. Z, Benedetto Croce”s Theory of Science,
in «Logic and Philosophy of Science», Vol. IX, No. , , pp. –.
. Già nel il T, nel suo Della conoscenza del fatto naturale e umano presentava
una concezione della scienza in cui riprendeva molti dei temi della cosiddetta “bancarotta della
scienza” e M, che si riteneva fedele discepolo di Roberto Ardigò, nel nel suo
La crisi del positivismo e il problema filosofico aveva introdotto quei temi che poi lo porteranno
a sostenere (ne Le finzioni dell’anima del ) posizioni finzionaliste che lo accrediteranno
come un precursore delle analoghe tesi di H V (Die Philosophie des Als Ob, Lepzig
; trad. it. di F. V, La filosofia del “come se”, Astrolabio–Ubaldini, Roma ). Inoltre
Annibale P nella sua prima opera Sopra la teoria della scienza (Bocca, Torino ) presenta
una concezione modellista della scienza da lui ripresa dal fisico Antonio Garbasso.
. Cfr. B. C, Sul carattere ateoretico del marxismo, in «La Critica», XXXV (), ora in
B. C, Pagine sparse, III, Laterza, Bari , pp. –.
. B. C, rec. di A. L, L’indeterminismo. . . , cit., in «La Critica», III, , p. .
Rispondendo al De Sarlo, che lo critica per aver parlato dell’elemento arbitrario che è nelle
scienze, Croce si richiama a «tutta la moderna gnoseologia delle scienze» che riscopre quanto
detto da Hegel, Jacobi, Kant ecc. (B. C, Una seconda risposta al prof. F. De Sarlo, in «La
Critica», V (), pp. –). Su Jacobi come critico dell’intellettualismo e della «sostituzione
Francesco Coniglione
della realtà nella sua vivente concretezza con le astrazioni e le finzioni concettuali dell’intelletto»
cfr. B. C, Considerazioni sulla filosofia del Jacobi, in «La Critica», XXXIX, , pp. –,
.
. Cfr. su ciò P. P, Sulle vedute epistemologiche di Enriques (e di Croce), ora in I.,
Filosofia e scienza nell’Italia del Novecento. Figure, correnti, battaglie, Guerini e Associati, Milano
, pp. –.
. Si vedano di Croce, A proposito di una critica, in «La Critica», IX, , p. ; Ancora del
prof. Enriques, in «La Critica», X, , pp. –. Ma su Enriques aveva operato una vasta ed
accurata, nonché demolitrice critica, anche Giovanni Gentile recensendo il suo Problemi della
scienza (), in «La Critica», VI, , pp. –.
Croce tra scienza e filosofia scientifica
. B. C, Postilla a una lettera di R. Eisler, in «La Critica», III (), p. .
. Diversamente dall’entusiasmo dei filosofi scientifici per l’utilità attribuita alla matema-
tica (e alla logica) nel perfezionamento della filosofia, nella sua scientifizzazione (è il cavallo
di battaglia di un Bertrand Russell), Croce nel rispondere a Vailati, favorevole a questa tesi,
sostiene la sostanziale inutilità e perniciosità della matematica per la filosofia (cfr. Lettera a
Vailati del ––, in C–V, Carteggio (–), (a cura di) C. R, Bonanno,
Acireale–Roma , pp. –.
. B. C, Una terza risposta al Prof. De Sarlo. . . , in «La Critica», V, , p. . Sta
appunto in ciò il merito di Croce, secondo Franchini, cioè nell’aver inserito nella tradizione
hegeliana la problematica scaturita dalla critica della scienza propria della filosofia europea a
cavallo dei due secoli (cfr. R. F, Welcome, sociologia?, in Metafisica e Storia, Giannini,
Napoli , pp. –).
Francesco Coniglione
. Per queste diverse accezioni del modo di intendere il rapporto tra filosofia e scienza in
base al loro oggetto e al loro metodo cfr. il mio Le molte facce dello scientismo e il significato della
filosofia, in «Complessità», –, , pp. –.
. G. V, Recensione a F. P, Einleitung in die Philosophie (), in «Rivista di
Filosofia, Pedagogia e scienze affini», anno I, vol. II, n. , febb. ; ora in I., Scritti, (a cura
di) M. Q, A. Forni, Sala Bolognese , vol. I, p. .
. Cfr. A. L, Scritti filosofici e politici, (a cura di) F. S, Einaudi, Torino ,
p. .
. B. C, Il risveglio filosofico. . . , cit., p. .
Croce tra scienza e filosofia scientifica
. Conclusione
Possiamo certo condividere la tesi che nella sua critica alla scien-
za Croce non sia stato quell’incolto e rude manigoldo del pensiero
speculativo, così come spesso lo si è dipinto; al tempo stesso è an-
che plausibile la tesi di chi vede nell’approccio alla scienza di Croce
quella rivalutazione della soggettività, del contesto storico e del suo
carattere umano — e per ciò stesso contingente rispetto al punto di
vista assunto in un certo momento di sviluppo del pensiero e in un
certo contesto, che porta all’idea del pluralismo dei modelli teorici
— che è stata centrale di molta epistemologia dell’ultimo trentennio.
Tutto ciò non può però portare al sovvertimento del ruolo assunto
da Croce nel suo tempo, che si riassume in due punti fondamenta-
li: innanzi tutto aver fatto propria una visione della scienza che in
seguito sarà sottoposta a dura critica, che verrà contestata dai prin-
cipali suoi teorici — dal neopositivismo a Karl Popper — e che si è
dimostrata del tutto inadeguata ad intendere non solo la novità del
procedere metodico marxiano, ma i caratteri della fisica teorica e dei
suoi concetti; in secondo luogo, e in conseguenza, l’avere rudemente
. Ivi, p. . In fondo, nell’osservare quanto accade nella realtà odierna, non si può che
concordare con Croce quando afferma che a far danno non è tanto la specializzazione, che
è una necessità razionale, quanto il fatto che, oggi come allora, gli specialisti ed esperti, gli
ingegneri e gli scienziati (ai suoi tempi erano medici, naturalisti, psichiatri, alienisti, fisici,
zoologi. . . ) che sempre più peso hanno nel dirigere e progettare la vita associata, nel concepire
riforme su ricerca e formazione (scuola e università), «questi nuovi direttori della vita sociale
sono affatto insensibili all’arte; ignorano la storia; sogghignano, come villanzoni ubbriachi,
della filosofia» (ivi, p. ). Cosa di diverso sta accadendo oggi, con la svalutazione della cultura
umanistica e con l’insistenza sull’utilità del sapere e della correlata inutilità di tutto ciò che non
è ricerca e conoscenza tecnico–scientifica?
. Cfr. G. G, Ancora sulla svalutazione crociana delle scienze, in «Diacritica», II, , pp.
–.
. Ho sviluppato questo punto di vista in vari saggi; ultimamente in Introduzione. Comples-
sità del reale, semplicità del pensiero, in (a cura di) I. L, I Gatti di Wiener. Riflessioni sistemiche
sulla complessità, Bonanno Editore, Acireale– Roma , pp. –.
Francesco Coniglione
. Si veda ad es. il giudizio che Croce dà del IV Congresso di filosofia organizzato
dall’Enriques a Bologna dal all’ aprile , dove, accanto alla perplessità sul fatto che
sia stato un matematico ad organizzarlo, esprime anche la sua soddisfazione per il fatto che,
diversamente da quanto auspicato, gli scienziati invitati dall’Enriques non sono venuti, mentre
invece sono venuti i filosofi e così il congresso «che si preannunciava con un falso indirizzo, è
stato invece un Congresso liberale, scevro di tendenze restrittive, e di carattere decisamente
filosofico» (Intervista rilasciata nel da Croce a G. de Ruggiero, ora in B. C, Pagine
sparse, serie prima, Pagine di letteratura e di cultura, Riccardo Ricciardi Editore, Napoli , p.
).
. Cfr. quanto da me sostenuto in Il pensiero infermo. . . , cit.