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Mimesis e Techne
Author(s): Stefano De Angeli
Source: Quaderni Urbinati di Cultura Classica, New Series, Vol. 28, No. 1 (1988), pp. 27-45
Published by: Fabrizio Serra Editore
Stable URL: http://www.jstor.org/stable/20546936
Accessed: 30-05-2016 23:04 UTC
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Mimesis e Techne
Stefano De Angeli
1 Per primo B. Gentili, Poesia e pubblico nella Grecia antica, Roma-Bari 1984, pp. 6, 73,
ha parlato per la poesia greca di una po?tica non creativo est?tica, ma euristico imitativa,
una nozione che pu? essere estesa a tutte le forme artistiche del mondo greco e come si
vedr? anche alie arti figurative.
2 La nozione di mimesi abbraccia Tarea espressa dal termine (xifinot? e dai termini ad
esso associati quali [?i^ieicr?m, |i?|j,nuci, jituo? e designa nello stesso tempo l'atto mime
tico e Timmagine prodotto di tale azione, cfr. F. Lasserre, 'Mimesis et mim?tique', m Atti
del?l Congresso di Studi sul dramma antico, Roma-Siracusa 1967, pp. 245-246.
3 Sebbene risalga gi? al periodo arcaico, Tidea delTarte come mimesi fu tuttavia teoriz
zata per la prima volta da Platone nel X libro della Repubblica (595a-608a); a tal propo
sito vedi B. Gentili, op. cit. pp. 50-51 e 70. Pi? tardi anche Aristotele riconoscer? il carat
tere mimetico delT attivit? artistica; cfr. Poet. 1447a 14-17; 1449a-b; Rhet. 1371b 6-7.
4 Vedi Plat. Crat. 430b 1-10; 430e 9-10, dove la pittura (? YQCup'nu.a) ? detta [U^inn-a;
Soph. 234b 6-7, in cui Platone parla dei iwur||iaxa xai ?\io)vv\ia x v ovxcov realizzati
dal pittore xfj YQaqpixfj x?/vn; e ancora Pol. 288c 1-4; 306d 1-2, relativamente alla pit
tura e alla m?sica quali arti produttrici di ux[ir|u.axo: e Leg. 655d 5; 798d 6-9 dove m?sica
e ritmi sono definiti ux[Af|?iaxa dei modi e dei comportamenti umani.
5 Plat. Resp. 373b 4-8; 597e 2,597e 6,600e 5-6; Soph. 235a 1-2 e ancora Resp. 602b 9-10;
605a 2 e Tim. 19d 5-6; Aristot. Poet. 1448a 25-27; 1460b 8.
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28 S. De Angeli
6 Su tale argomento vedi B. Gentili, op. cit. pp. 68-69, che parla di una po?tica della
mimesi individuando in quest'ultima un meccanismo generativo del fare po?tico e lette
rario in gen?rale.
7 Emped. 31 B 23 D.-K.; cfr. G. Lanata, Po?ticapre-platonica, Firenze 1963, pp. 132-135;
cfr. anche Plat. Crat. 430a dove le opere pittoriche (?(0YQa(pr||io:xa) vengono dette fxi
ur)|iaxa jiocr/n-?xcov e Crat. 434a 7.
8 Si veda Tequazione poesia-pittura, formulata da Platone nel X libro della Repubblica,
sulla base delle loro comuni qualit? mimetiche (597e 1-9; 600e 5-a 2; 605a 1-b 2), ben
presente pi? tardi anche in Aristotele (Poet. 1447a 19-23; 1448 a 1-7; 1460b 8-9; Rhet.
1371b 6-7) ed in Plutarco {De aud. poet. 17 F); cfr. anche Plat. Leg. 669a 7-8 dove si parla
delle immagini prodotte dalla pittura e dalla m?sica. Su tale argomento J. P. Vernant,
?as cita di immagini, trad. it. Milano 1982, pp. 131-132.
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Mimesis e Techne 29
piccola parte di ciascuna cosa, cio? Pimmagine (e?? Xov)" (Test. 4). Il
|iL[xriTf|?, Partista, ? dunque per Platone un facitore di immagini (Test.
5)9, tra le quali egli distingue quelle realizzate attraverso la parola dal
sofista e dal poeta, e quelle realizzate attraverso il segno scritto o, meglio,
gr?fico, dal pittore 10.
Gi? Simonide definiva la parola un'immagine della cosa n e Sofocle
dal canto suo riconosceva aile m?lodie musicali il potere di creare imma
gini 12; in Senofonte infine, la pittura ? detta rappresentazione, attra
verso Pimmagine, di concreti dati visivi della realt? (Test. 1). Ma ?
soprattutto la formulazione simonidea della pittura corne "poesia silen
ziosa", e della poesia corne "pittura parlante" (Test. 6) 13, in cui ? impli
cita una chiara idea di mimesi di aspetti visivi e auditivi, che consente di
comprendere come poesia e pittura siano considerate in termini di
intensa visualizzazione 14. Il poeta ed il pittore operano per immagini che
il primo rappresenta attraverso Pespressione verbale ed il secondo attra
verso il disegno ed il colore.
Corne si ? visto, la nozione plat?nica di mimesi ha in s? impl?cito il
problema del rapporto che intercorre tra il modello e Pimmagine, tra
verit? e finzione. Rispetto a quest'ultima, nel Cratilo, Platone giunge
quasi alla definizione di un suo statuto fenom?nico: Pimmagine, egli
afferma, per essere taie, non pu? "rendere cosi corne ? ci? che imita,
altrimenti non sarebbe un'immagine", ma un doppio delPoggetto imi
tato (Test. 7); essa si limita infatti a possedere un insieme di aspetti simili
(?|ioi?xaxa) al modello, sulla base dei quali si instaura una sorta di
9 Vedi anche Plat. Resp. 600e, dove i poeti sono chiamati [xiurix?? ei?cbX v e 599a 1, in
cui questi vengono definiti facitori di (pavx?oucxxa, nonch? Protag. 312c-d, dove Pla
tone sostiene che i pittori son? esperti nelTesecuzione di immagini, e Leg. 669a 7-8. In
Platone la gen?rica nozione di immagine viene espressa attraverso Timpiego dei tre
diversi termini qp?vxaoua, e??oaXov ed eixdbv.
10 Plat. Soph. 234b 5-c7.
11 Sim. fr. 190 Bgk: ? h?yoc x(bv JtoaYu?xayv eixobv; vedi anche il frammento dagli
Edonoi di Eschilo (fr. 57 Radt), dove i xouo?(pftoYYoi< M?uoL> Ie imitazioni dei tori mug
genti, sono dette xim?voov eixobv, immagine sonora frutto di un timpano, e inoltre
Democr. 68 B 145 D.-K.
12 Soph. Ichneut. 317-319; anche il termine cp?ouctxa come qpavx?o^iaxa in Platone
equivale ad e?? Xov; vedi a tal proposito G. Lanata, op. cit. pp. 154-155.
13 Per un'interpretazione di questo passo vedi G. Lanata, op. cit., p. 68; e da ultimo B.
Gentili, op. cit. p. 70.
14 F.A. Yates, L'arte della memoria, trad. it. Torino 1972, p. 28; vedi anche B. Gentili,
op. cit. p. 7.
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30 S. De Angeli
15 Vedi Plat. Soph. 234a 4-5, dove i uxur|ixaxa realizzati (aKEQya?Eiv) dal pittore sono
definiti anche o\i(bvv\ia xc?v ?vxcov; Leg. 667c 9 in cui si parla della produzione di somi
glianze da parte delle x?/vat e?xaoxixai e Crat. 434a 7. Le affermazioni di Platone risul
tano alquanto vicine alle recenti conclusioni formulate dagli studi semiotici sulTanalisi
delTimmagine; a tal proposito vedi G.P. Caprettini, s.v. 'Immagine', Enc. Einaudi VII,
Torino 1979, pp. 101-103.
16 Cfr. Plat. Resp. 598b 6-8; 599a 1-4; 600e 7; 605a 9-10; Leg. 889d 1-3; Soph. 234b-c;
240a 6-b 3; su tale argomento si veda J.P. Vernant, op. cit. pp. 123-124.
17 Sul rapporto tra i termini ixijxnai? e jxiuoc vedi G. Sorbom, Mimesis und Art, Up
psala 1966, pp. 37-40 e F. Lassere, art. cit. pp. 245-263. Gi? H. Koller, Die Mimesis in der
Antike, Bern 1954, pp. 37-48; 119-120, riteneva che la nozione di [XL^rjOi? fosse associata
a quella di [H^o?, parola che in origine designava Tattore ed in particolare, secondo lo
studioso tedesco, "die Akteur eines dionysischen Kultdramas", un attore cio? che alTin
terno del rituale del culto eseguiva una rappresentazione mimetica, attraverso la danza e
la m?sica.
18 Fu H. Koller, op. cit., ad accostare per primo Tidea di mimesi aile nozioni di 'rappre
sentazione' (Darstellung) ed 'espressione' (Ausdruck), tuttavia egli limito le sue conclu
sioni aile sole arti della danza e della m?sica, in quanto arti pi? indipendenti, a suo
awiso, dalToggetto imitato, tralasciando da un lato le arti figurative, poich? arti in cui la
riproduzione della natura per 'copia' sarebbe pi? facile da realizzare e dall'altro la com
posizione po?tica alla quale solo pi? tardi, con Platone ed Aristotele, la nozione di
mimesi sarebbe stata associata. Egli propone quindi come significato originario di ux
?rnoi? quello di "t?nzerisch-musikalische Darstellung" (p. 120).
In una recensione alio studio del Koller, P. Moraux, 'La "mimesis" dans les th?ories
anciennes de la danse, de la musique et de la po?sie (? propos d'un ouvrage r?cent)', Et.
class. 23, 1, 1955, pp. 3-13, sostiene invece che gi? nel V sec?lo uXjxnoi? servisse a desi
gnare ogni tipo di rappresentazione artistica e non solo la danza e la m?sica. Attraverso
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Mimesis e Techne 31
un esame pi? attento degli impieghi pre-platonici del termine, G. F. Else, 'Imitation in
the Fifth Century', Class. Philol. 53, 1958, pp. 73-90, ha infatti dimostrato ehe sebbene
ci? accada spesso, non sempre il medium della mimesi ? quello della danza e della
m?sica. Esistono contesti in cui l'idea di mimesi ? associata ad un medium espressivo
come quello della parola oppure a media materiali come la pittura e la scultura. B. Gen
tili, op. cit. p. 68 n. 9, combinando i punti di vista di H. Koller, di G.F. Else e di E.A.
Havelock {Cultura orale e civilt? della scrittura. Da Omero a Platone, trad. it. Roma-Bari
1983 2, n. 22 [pp. 272-276]), illustra il significato di mimesi come riattualizzazione
espressionistica che comporta una identificazione con l'originale. Meno esatto ? pensare
a |M|xr|iAa nel senso di 'replica', cosi come fa Else, art. cit. p. 78; vedi sotto n. 19. Si con
fronti inoltre il termine riattualizzazione impiegato da Gentili e la traduzione inglese di
piiUTjOi? con "enactment" di E. Keuls, Plato and the Greek Painting, Leiden 1978, pp. 9 e
22.
19 Cfr. Else, art. cit. p. 78, che intende per?, come si ? detto, uxu.?]u.a nel senso di "re
plica", secondo una impropria idea di mimesi come "fedele riproduzione del reale".
20 E. Keuls, op. cit. p. 19.
21 HJ. Mette, Der Verlorene Aischylos, Berlin 1963, pp. 164-166.
22 Cfr. E. Keuls, op. cit. p. 20. Sulle statue 'viventi' di D?dalo vedi F. Frontisi-Ducroux,
D?dale. Mithologie de l'artisan en Gr?ce ancienne, Paris 1975, pp. 95-117.
23 B. Gentili, op. cit. p. 72.
24 SulTaneddoto di Zeusi vedi Cic. De inv. II 1,3; Dion. Hal. De imit. 1417, p. 203 Us.
Rad.ePlin.XXXV64.
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32 S. De Angeli
dipingere delle belle forme, dal momento che non ? possibile trovarle in
natura riunite tutte in una sola persona, ? in grado di realizzare immagini
di corpi interamente belli mutuando da pi? persone gli aspetti o i tratti
pi? belli (Test. 1)25. ? qui impl?cito, sorprendentemente, il riconosci
mento del carattere 'semiotico' del prodotto artistico. L'opera d'arte,
non riflette il mondo con la morta automaticit? dello specchio, ma tra
sforma la realt? in segni, la riempie di significati e diviene cos? un mezzo
attivo di conoscenza di quest'ultima. Immagine di una realt? in un'altra,
l'esperienza art?stica comporta un lavoro di selezione, traduzione e rior
ganizzazione dei dati che la realt? gli fornisce 26. Alia consapevolezza del
comune carattere imitativo di ogni attivit? art?stica corrisponde la
coscienza delle loro diverse specificit? tecniche e strumentali, sulla base
delle quali Aristotele, nella Po?tica, formula una netta distinzione tra arti
poetiche e fig?rate: operanti le prime, attraverso il ritmo, la parola e la
m?sica, le seconde, attraverso i color? e le figure (Test. 9).
Pittori e poeti, osserva Plutarco, presentano entrambi azioni, gli uni
con i color? e le figure, gli altri con le parole e Pelocuzione e differiscono
perci? nel materiale e nei modi della mimesi (Test. 6)27. L'aneddoto
ricordato da Ateneo (Test. 10), relativo ad una discussione tra Sofocle ed
un maestro di scuola, illumina sui diversi modi di rappresentare del
poeta e del pittore. In esso si insiste suirimpossibilit? da parte della pit
tura di eguagliare Pimmagine po?tica nella descrizione del reale e impl?
citamente sulTinadeguatezza da parte della poesia di raffigurare la realt?
alla maniera della pittura 28. Una an?loga consapevolezza dei diversi
25 Cfr. anche Isoer. Ad Dem. 11. L'intera trattatistica d'arte e di letteratura che va dal
XVI alla meta del XVIII sec?lo nel sottolineare, sulla scorta della tradizione antica, lo
stretto rapporto che intercorre tra poesia ed arti figurative, insiste sul carattere 'selettivo'
dell'imitazione della natura, operata dal poeta e dal pittore, sulla base de?'unione delle
due diverse linee interpretative della trattatistica umanistico-rinascimentale della imita
tio naturae e della electio, intesa quest'ultima come superamento della natura, ottenuto
"scegliendo e corregiendo", fino a raggiungere quel livello di bellezza che non pu? essere
coito nella natura stessa; vedi C. Gentili, Mimesis epoiesis, Modena 1984, pp. 54-56.
26 Cfr. J.M. Lotman, Semi?tica del Cinema, Roma 1979, pp. 31-34; Idem, La struttura del
testo po?tico, Milano 1972, p. 253; e soprattutto da ultimo J.P. Vernant, 'Pr?face' a La
cit? des images, Losanna 1984, p. 5, il quale offre una simile interpretazione del fatto arti
stico a commento dei pi? recenti studi sull'immaginario figurato e sociale della cer?mica
greca di et? classica, raccolti in parte nel volume citato.
27 Per la consapevolezza della specificit? dei mezzi propri di ciascuna arte, vedi anche
Plat. Epin. 975d 5-6.
28 Cfr. G. Lanata, op. cit. pp. 150-153. Sulla diversit? del modo di imitare della pittura
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Mimesis e Techne 33
mezzi e modi della mimesi po?tica e figurata emerge inoltre dalla chiara
contrapposizione, formulata da Platone, tra la poesia, fatta per l'udito, e
la pittura, fatta per la vista29.
Tutta la produzione artistica ? dunque intesa come una trasposi
zione della realt? nella forma specifica dei linguaggi imitativi delle
diverse arti. Lungi dalTessere una riproduzione pura e semplice del
reale, la mimesi artistica ? concepita in riferimento ad un c?dice espres
sivo attraverso il quale ? in grado di realizzare una 'efficace' immagine
della realt?.
Ci? spiega la stretta correlazione ben presente in Platone ed Aristo
tele tra |ii[i?]Ot? e jto?t]oic 30, intese entrambe come procedimenti 'atti
vi', che necessitano di una sophia, che ? insieme sapere ed abilit?
t?cnica31. Non ? un caso che D?dalo, per la sua capacita di fare statue
che sembrano muoversi e guardare, sia comunemente definito crcxp?c da
Euripide e da Platone32, non di meno, Fidia e Policleto son? detti da
Aristotele esperti (oocpoQ, Tuno nelle statue di marmo e l'altro nelle sta
tue di bronzo; una oocp?a ?v xai? x?/vai? ? egli sostiene ? che per
mette alT artista di esercitare con acribia la propria arte33. Una acribia la
cui comprensione ?, peraltro, limitata ai soli artisti34, poich? essi soli
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34 S. De Angeli
'Policleto fra oocp?a e uouaixf|', Riv.filol. class. 101, 1973, pp. 305-307.
35 Horn. Od. VI 232-235; II. XV 410-413; vedi anche Sol. fr. 1, 49-50 Gent.-Pr.; Pind.
Ol. 7, 53; Hesiod. fr. 43a, 71 Merk-West.
36 Paus. VI10, 4: xiyyav ei?crue? ?x jiqot8Q(ov.
37 Parras. Epigr. 2, pp. 110-111 D.; Zeus. Epigr. pp. 111-112 D.; cfr. B. Gentili, op. cit. p.
216.
38 Bacchyl. fr. 5 Sn.-Maehl.
39 H. Wolfflin, Kunstgeschichtliche Grundbegriffe das Problem der Stilentwicklung in
der neuren Kunst, M?nchen 1950.
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Mimesis e Techne 35
40 Si veda in particolare T.B.L. Webster, 'Plato and Aristotle as Critics of Greek Arts',
Symb. Osl. 29, 1952, pp. 8-23; B. Schweitzer, 'Xenocrates von Athen. Daidalos un die
Daidalien in der ?berlieferung', in Kunst d. Antiken, T?bingen 1963, p. 130, che parla
infatti di una teor?a classica della mimesi.
41 Gorg.82Bll, 18D.-K.
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36 S. De Angeli
42 Schol. ad Arist. 1371b 6; cfr. L. Radermacher, 'Phidias in einem ?bersehen Zitat aus
Dionys Ileo? ?n[Af|???)c?', Rh. Mus. 39, 1940, pp. 78-80.
43 Horn. Od. XIX 225-231.
44 Sulle 'statue dedaliche' si veda in gen?rale F. Frontisi-Ducroux, op. cit. pp. 95-117'.
45 Apollod.1163.
46 Pind. 01. 1, 52.
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Mimesis e Techne 37
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38 S. De Angeli
vedi Aristot. Eth. Nie. 1118a 3-9; Poet. 1453b 12-13 e 1448b 8-9.
56 Vedi anche Rhet. 1371b 4-10. Pi? tardi anche Dione Crisostomo (Or. XII51-52) insi
stera sull'idea delParte come fonte di piacere e sul suo potere cat?rtico.
57 Dione Crisostomo (Or. XII44-48) individua nella poesia, nelle leggi e nelle arti figura
tive tre diverse forme di conoscenza del reale ed in particolare del divino; egli sostiene
che l'arte contribuisce ad alimentare presso gli uomini la credenza in Dio ed ? quindi un
coeff?cente religioso e politico.
58 Si vedano le interessanti pagine di B. Schweitzer, 'L"'arte sacra" nelTet? della trage
dia', in Storia e civilt? dei Greci IV, Milano 1979, pp. 461-492, sulla fondamentale fun
zione delle arti figurative.
59 Strab. 12, 8.
60 Callistr. Ekphr. 115.
61 Dio. Chrys. Or. XII56.
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Mimesis e Techne 39
62 Platone, nella Repubblica, sostiene pi? volte (598d, 600c, 602a) che l'azione mimetica
su cui si fonda ogni attivit? artistica non ? una forma di conoscenza, una vera scienza, ma
piuttosto ? partecipe di un carattere irrazionale.
63 Pht.Phaed.S3a.
64 Plat.R^p.602d-605c.
65 Vedi il X libro della Repubblica.
66 Cfr. E. Pfuhl, 'Apollodoros o skiagraphos', Jahrb. Inst. 25, 1910, pp. 13-28, per il
quale Platone condanna l'arte del suo tempo non solo perch? visivamente ingannevole,
ma anche perch? inadeguata ai fini morali; Webster, art. cit. p. 9, il quale sostiene che il
filosofo si oppone al carattere emozionale delTarte a lui contempor?nea, cap ace di
creare un'illusione della realt?; W.J. Verdenius, Mimesis: Plato's Doctrine of Artistic Imi
tation and its Meaning to Us, Leiden 1949, p. 20, secondo il quale Platone condanna
T'arte illusionistica' dei suoi tempi, cap ace attraverso un abile uso della prospettiva e
della policromia, di creare l'impressione di un secondo originale; dello stesso awiso ?
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40 S. De Angeli
anche R. Bianchi Bandinelli, 'Plato und die Malerei seiner Zeit' in Antiquitas Graeco
Romana ac Tempora Nostra, Prague 1966, pp. 426-427; B. Schweitzer, Platon und die bil
dende Kunst der Griechen, T?bingen 1953, per il quale Platone sembrerebbe avere prefe
rito, nella pittura, Polignoto e, nella scultura, Fidia, rifiutando l'arte del suo tempo. Vedi
anche P.M. Schuhl, Platon et l'art de son temps. (Art plastique), Paris 1933, secondo il
quale Platone rivolge invece la sua attenzione alTarte arcaizzante.
67 Tra tutti gli studi che si sono occupati del rapporto tra Platone e le arti figurative, il
solo che ha sottolineato taie aspetto ? stato R.C. Lodge, Plato's Theory of Art, London
1933. Relativamente all'istituzione della scuola di pittura di Sicione, inserita alTinterno
del gen?rale sistema educativo ed impostata su uno studio della pittura su basi matemati
che, vedi E. Keuls, op. cit. pp. 139-150. SulTimportanza delle arti figurative nella paideia
antica vedi F. Kuhnert, Allgemeinbildung und Fachbildung in der Antike, Berlin 1961, pp.
40-42. Va ricordata inoltre l'affermazione di Aristotele sull'utilit? dell'insegnamento del
disegno nelle scuole, per poter giudicare direttamente le opere degli artisti, Aristot. Pol.
1338a 17-19.
68 Cfr. B. Gentili, op.cit.p. 52.
69 E. H. Gombrich, op. cit. p. 155.
70 Plat. Leg. 636d.
71 E. H. Gombrich, op. cit. p. 155.
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Mimesis e Techne 41
Urbino
TESTIMONIA
Test. 1
'AXX? \it\v xai e? Jioxe x v x?? x?xva? ?x?vx v xai eoyaoia? ?vexa
XQ ii?vcDV a?xa?? ?iaX?yo?x? xtvi, xai xovxoi? qp?Xi|io? f|v. Eioe?/fr v
\ikv y?o Jtoxe jtq?? naoo?aiov x?v ? yoacpov xai ?iaXey?^ievo? aiix *
*Aoa, ?cpr], naoo?oie, fj yoacpixf} ?axiv eixaaia x v ?o u?v v; x?
yo?v KOika xai x? inJrnX? xai x? axoxeiv? xai x? cp xeiv? xai x? axX,r)oa
xai x? jxaXax? xai x? xoax?a xai x? Xe?a xai x? v?a xai x? JtaXai? a jxaxa
?i? x v xe^ji?x v ?jteix??ovxe? ?x\ii\ie?o$e. ' A)a)dij X?yei?, ?cpr|. Kai
\ir\v x? ye xaX? e??r] ?cpofxoio?vxe?;, ?jtei?Y] ov q?i?iov ?vi ?vdo ji jteot
xvxelv ?|i8^iJtxa jr?vxa ?xovxi, ex jroA? v auv?yovxe? x? ?? ?x?axou n?k
Xioxa oftx ? ?Xax? a jiaxa xaX? Jtoie?xe qpa?veadai. ?oio?j^ev y?o, ?cpn,
o??x . T? ya?; ?epr], x? Jti&av xaxov xai f]?iaxov xai cpi?ix xaxov xai
jtodeiv?xaxov xai ?oao|ii xaxov ajtofufie?ode xfj? i|njxfj? ??^o?; f\ ov?z
\ii\xy\xov [?axi] xo?xo; Il ? y?o ?v, ?cpr|, ?h|xt]x?v eltj, E xoaxe?, ? pif)xe
ai^exo?av ^f|X8 xe<*>^ia \w\XB &v o? e?jta? ?oxi \ir\b?v e%ei \iy\bk oX ?
?nax?v ?axiv; ~Aq' ow, ?qpr], yiyvexai ?v ?vdo jt x? xe (piXxxpoov ? xai
x? ?x^Q ? ?Xejteiv Jto?? xiva?; "Efioiye ?oxei, ?qpn. O?wow xo?x? ye H?
fxr]x?v ?v xo?? o^jxaai; Kai \iaka, ?qpr]. ' Ej? ??xo??x v cpiX v ?yadoi? xai
xo?? xaxo?? ?|ioi ? coi ?oxo?aiv ?xeiv x? jtQ?a jta o? xe qpoovxi?ovxe?
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42 S. De Angeli
xai 01 fxf|; Ma Ai' ov ?rjxa, ?cpr]* ?jti |i?v y??> xoi? ?yadoi? qpai?Qoi, ?jtl ??
xoi? xaxo?? axudQOJtoi yiyvovxai. Ouxo?v, ?qpr], xai xa?xa ?wax?v
?jteix??eiv; Kai \i?ka, ?qpr]. ' AXk? ?ir|v xai xo jieyaXojtpeji?? xe xai
?Xeud??iov xai x? xajteiv?v xe xai ?veXe?deQov xai x? aooqpQOVixov xe xai
(pQ?vi^iov xai x? ??Qiaxixov xe xai ?jreiQOxa^ov xai ?i? xov jtQoacojtou
xai ?i? x?)v ox?\\iax(x)V xai ?axc?xcav xai xivo^ji?vcov ?v^Qcbjicov ?iaqpai
vei. ' AXrjftfj X?yei?, ?qpr]. O?xo?iv xai xa?xa |H(j,r]x?; Kai ^?Xa, ?qpr]. Il?
xeQOv ow, ?qprj, vo^i?ei? f]?iov ?qccv xo?? av?c?novc, ?i' obv x? xaX? xe
x?yaft? xai ?yajrrjx? r\$r\ qpaivexai f\ ?i' v x? aiaxQa xe xai jrovrjQ? xai
(iiOT]x?; TloXv vr\ Ai', ?qpr], ?iaqp?Qei, & ScbxQaxe?. IIq?? ?? KXetx va x?v
?v?Qiavxojtoi?v e?oeX?t?v Jtoxe xai ?iaXeyojievo? avx?r e'Oxi [x?v, ?qpr],
KXeixoov, xaXoi ov? Jtoie?? ?QOji?a? xe xai jtaXaiax?? xai jruxxa? xai
jtayxQaxiaaxa?, oq? xe xai oi?a* ? ?e ^?Xiaxa ipuxay yel ?i? xfj? o^e ?
xo?? ?v$Q(i)KOV?, x? ?amx?v qpaiveadai, jc ? xo?xo ?ve?ya?ei xoi? ?v
?Qt?aiv; ?jcei ?? ?jtoQcov ? KXeixcov ov xa%v ?jtexQ?vaxo- 'Aq', ?qpr], xoi?
x?)v ?covx v e??eatv ?jteix??oov x? ??yov ? xixcoxeQOU? Jtoiei? qpaiveaftai
xo?? ?v?Qiavxa?; Kai \i?ka, ?qpr]. O?xo?v xa xe vito xcov axrifi?x v xaxa
ojic?fxeva xai x?vaajc iieva ?v xoi? o(b\iaoi xai x? au?ime???|aeva xai x?
?ieXxopieva xai x? ?vxeivofieva xai x? ?vt?pieva ?jieix?? v ?^ioi?xeQ? xe
xoi? ?Xr]dtvo?? xai mdavcoxe?a itoiei? qpaiveadai; Il?vv ?lev ovv, ?qpr]. T?
?? xai x? Ttaifr] xarv jtoio?jvxcov xi acofx?xcov ?jro|j,i?ie?a#m ov jtoie? xiva
x??ipiv xoi? dea)|i?voi?; E?x??yo?v, ?qpr]. Ovxow xai xarv ji?v jiaxofx?vcov
?jredr)xix? x? ?fi|iaxa ?jteixaax?ov, x v ?? vevixrjx?xoov e?jqpQaivo^i?vcov
f| oi|h? [xi(ir]x?a; Sqpo?Qa y', ?qpr]. Aei apa, ?qpr], x?v ?v?Qiavxojtoi?v x?
xfj? ipi^C n?dr\ T(p e??ei TtQoaeix??eiv.
Test. 2
Test. 3
eH y?? Kov \ii\iv\oic, noir\oi? xl? ?oxiv, ei?coXcov [x?vxoi, (|)a(i?v, ?^X' oijx
aijx?v ?x?axcov f| y??;
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Mimesis e Techne 43
Test. 4
n?e? ?na jton xov ?X,T|0ou? f| |j,i|ir}xixf| ?axiv xai, ? ?otxev, ?i? xo?xo
ji?vxa ?jteoya?exai, ?xi ofxixo?v xi ?x?axov ec|)?jtxexai, xai xo?xo e?
? Xov.
Test. 5
"I6i ?TJ, x??e ?0oei* ? xov ei? X,ou Jtotr]xr|?, ? (iifiTycri?, <$>a\i?v, xov \iev ov
xo? o???v ?jta?ei, xo? ?? <$>aivo\i?vov ov% ovxco;
Test. 6
nXfjv ? 2in, vi?T]? xf|v fi?v ? yoacpiav no?r\oiv aiam aav JtQoaayooe?ei,
xrjv ?? jco?y)olv ? yoacpiav X?kovoav. a? y?o o? ? y?aqpoi jto??;eic ?
yivo^i?va? ?eixvuovai, xauxa? o? X?yoi yeyevr)|ji?va? ?i?]youvxai xai ouy
yo?qxyuoiv. et ?' o? \ikv xo fiaoi xai oxr\\iaoiv o? ?' ?v?fiaai xai X?^eoi
xaijx? ?nXo?oiv, vhr\ xai xq?j?oi? ^t^if|ae ? oiacpeooijai, x?Xo? ?' ?|iqpox?
qoi? ?v {jjt?xeixat, xai x v iaxooix v xgaxiaxo? ? xtjv ?ifiynaiv ajreo
ynacpf|v Jt?fteo? xai rcoocximoi? e?? Xojioirjaa?;.
Test. 7
EQ. "Io ? ?oa ?x xivo? ??iOpio? ?vayxatov e?vai f\ [it| e?vai Jt?axoi ?v
xo?xo ? ai) Xiyei?, ojteo xai atta? x? ??xa f\ ?oxi? ?oMei ?X?o? ?oiGuo?,
??v ?ty?Xw? xi f\ JiQoaofi?, ?xe?o? evQv? y?yove* xo? ?? Jtoio? xivo? xai
^v\m?or\(; etx?vo? [iy\ ov% o.vxr\ fj oqQox^?, ?Xk? x? ?vavxiov o??? x? Jta
o?rcav ??xi Jt?vxa ?jio?owai ol?v ?axiv ? elxa?ei, ei ?l?XXei eix v e?vai.
?x?jtei ?? e? xi X?y . *Aq' ?v ?ijo jtQay^iaxa e?r) xoi??e, o?ov KoaxMo?
xai KoaxuXon eix v, e? xi? fte v \ir\ ji?vov x? a?v xe^lia xai ?XWa
?jteix?oeiev ajteo o? ? yQa<j>oi, ?XK? xai x? ?vx?? jt?vxa xoiaxka Jtoi
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44 S. De Angeli
f|oeiev o??jtec x? a?, xai |iaXaxoxr]xa? xai 6eQ|ioxr]xa? x?? a?x?? ?jto?oi
T|, xai xivr]oiv xai \puxinv xai <t>Q?vr]aiv o?ajteQ f| jtag? aoi ?voeir] a?xo??,
xai ?vi Xoyco jr?vxa ?jreQ ov ?xei?, xotaxha ?xe?a xaxaaxf|oeiev Jtlrjaiov
oov; jc?xeQOv K?axijXo? ?v xai eix v KqoxuXov x?x' e?r] x? xoio?xov, f\
?vo K?axijXoi;
KP. A?o ?jioiye ?oxo?aiv, & Scoxpaxe?, K?axuXoi.
Test. 8
Test. 9
Test. 10
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Mimesis e Techne 45
xai jtq?? x??e f|fie?(()0r] ? ' Eoexoie?? f\ ' Eou0Qa?o? yoa|i|iax v ? v ?i??
axaX-oc* 'ao(|)?? \i?v ?f| ov ye e?, 2ocj)oxXei?, ?v jtoif|oer ?^i ? |i?vxoi ye
oijx ?v e?QT)xe Oq?jvixo? jroQ^o?a? eijt v x?? yva0on? xov n?kov. ei y?o
? ^ yQ?c()o? xQ(h\iaxi noQ^vgeiu ?vaXeupeie xov?e xov Jtai??? x??
yv?Gon?, oijx ?v ?xi xaX?? (|)aivoixo. ov x?oxa ?e? x? xaX?v x \ir\ xaX
(|)aivo^?v eix??eiv'.
Test. 11
"Q?Jteo y?o xai %Q?\iaoi xai oxr^a?i KoXk? \ii\iovvxai xive? ?jteixa?ov
xe? o? fi?v ?i? x?xvn? o? ?? ?i? owr]0eia?, ?xeooi ?? ?i? xfj? qp vfj?, oi3x
xai xa?? e?Qr)(i?vai? x?xvai?. ?jtaaai \i?v jtoioiJvxai xfjv (i?jitjoiv ?v ?n0[i
xai X?ycp xai ?nuxn?a, xouxoi? ?' f\ xwqi? f\ ?lefiiyfi?voi?.
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