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Unità didattica
materia: storia
di
Massimo Ciceri
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Parte 1 – FINALITA’
Finalità EDUCATIVE: in molti POF capita di leggere che l'istituto si impegna a educare gli
studenti a “democraticità e apertura al dialogo”, attraverso una “educazione alla legalità e
apertura alla diversità”. L’unità didattica proposta si inserisce su queste linee tenendo a
fuoco e analizzando in dettaglio il tema dell’equilibrio politico e del dialogo difficile in
situazione di tensioni belliche esasperate. La proposta è quella di raccontare come
“esemplare” lo svolgimento del formidabile e difficilissimo percorso dallo scontro aperto
alla pace tra USA e URSS; un percorso verso la pace e il dialogo di cui nessuno
(specialmente chi, come noi, ha vissuto gli anni della seconda guerra fredda sulla propria
pelle) avrebbe potuto prevedere con certezza gli esiti, e di cui è importante – ora che tutti
abbiamo salvato la pelle – conoscere le mosse decisive e i moventi profondi.
Finalità DISCIPLINARI: L’unità si propone di far riflettere i ragazzi su alcuni problemi del
mondo contemporaneo quali possono essere:
2. Il passaggio da una forma di bellicosità “a tappeto” caratteristica della guerra del mondo
antico (grandi eserciti in campo impegnati in battaglie decisive) allo scenario delle guerre
moderne, caratterizzato da strategie di deterrenza, ampliamento del teatro di guerra e
conseguente riduzione dei conflitti nazionali a scontri di livello semplicemente operazionale
o addirittura tattico. I risvolti anche attuali della “corsa agli armamenti”
3. La vera e propria “crisi della guerra”: con la nascita dell’ONU e la nascita dei movimenti
d’opinione pacifisti il mondo affronta per la prima volta in maniera convincente la crisi
dell’assunto klausevitziano secondo cui la guerra può essere “la continuazione della politica
con altri mezzi”. Il percorso verso la fine della guerra fredda e i movimenti d’opinione
pubblica dimostrano chiaramente che la guerra non è più uno strumento politico “risolutivo
e a buon mercato”
4. La difficile partita a scacchi della diplomazia: l’unità si propone di suscitare nei ragazzi la
domanda fondamentale su COME sia stato possibile contenere e disinnescare (forse per la
prima volta nella storia) spaventose spinte all’estensione di conflitti e crisi verso la “guerra
totale”. Si invitano i ragazzi a riflettere sul ruolo degli “operatori di pace”, siano stati essi
uomini consapevoli o politiche di attori collettivi.
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Parte 2 – OBIETTIVI
- Illustrare l’esito della IIWW e chiarire i problemi aperti dalla fine del conflitto
mondiale
- Comprendere le radici storiche e analizzare correttamente le carateristiche dell’ordine
internazionale bipolare del dopoguerra.
- Analizzare alcuni dei fattori di politica economica che determinarono il “sorpasso”
dell’occidente sull’URSS nel secondo dopoguerra. Additare come decisivi e intrecciati
alle strategie politiche e militari questi fattori
- Conoscere gli episodi salienti del confronto tra superpotenze e gettare uno sguardo sui
fatti “centrifughi” rispetto alla contrapposizione USA/URSS
- Analizzare i fatti salienti della “seconda guerra fredda” degli anni settanta/ottanta e
leggere i fatti significativi che portarono alla “caduta del muro di Berlino”
- Individuare e chiarire alcuni argomenti di “ampio respiro” rispetto al tema della
guerra fredda: la politica di “contenimento” americana VS politica di “accerchiamento”
sovietica
- Interrogarsi sulle ricadute sociali che la guerra fredda ha avuto sui popoli
dell’occidente (nello sport, nel cinema, nell’infromazione, nel costume oltre che nella
politica..)
Parte 3 – PREREQUISITI
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Churchill a Fulton, con la celebre definizione di “iron curtain” (sipario di ferro,
tradotto impropriamente dai giornalisti italiani con “cortina” di ferro). Dalla letturae
il confronto dei documenti i ragazzi saranno invitati ad un primo, semplice approccio
di orientamento libero al tema, ricostruendo, secondo la loro prima impressione lo
scenario in atto tra la fine della seconda guerra mondiale e l’inizio della guerra fredda.
Si possono ipotizzare alcune domande-guida per la libera discussione basate sul film
- -In quali rapporti di forze si trovano stati uniti e unione sovietica all’inizio degli anni
’60
- -Qual è il ruolo dell’Onu nella crisi di Cuba? Quale ruolo politico e strategico giocano
le altre nazioni nella crisi?
- qiali sono le ragioni di fondo (politiche, militari economiche…) che secondo voi hanno
condotto due potenze strettamente alleate nella II guerra mondiale a un tale punto di
crisi in un arco di tempo di 15 anni appena?
- E’ possibile delineare all’interno delle superpotenze i confini di contrasti politici e
strategici tra gruppi d’interesse e leadership in contrasto?
- Nel duello tra superpotenze l’opinione pubblica delle singole nazioni ha un peso
rilevante oppure no? Attraverso quali indicatori possiamo leggere in questo duello, i
sentimenti e la voce della “gente comune”,
Data questa discussione libera iniziale (e fissatine i punti sulla lavagna) si partirà con la
spiegazione frontale.
B) – Il quadro si delinea
Febbraio 1945: la Germania e la repubblica di Salò oramai militarmente con le spalle al
muro e politicamente inesistenti, attendono in un clima di fatalismo surreale l’arrivo
della primavera e la spallata finale degli eserciti delle potenze vincitrici. Trattando della
conferenza di Yalta ,più che sottolineare la banale circostanza della “spartizione del
mondo” tra USA e URSS, si approfondirà il delicatissimo tema della “guerra nella
guerra”, cioè della prospettiva politica ormai mutata secondo cui le potenze vincitrici
combattevano proclamando apertamente l’obiettivo di liberare l’Europa dal
nazifascismo, in realtà avendo già spostato da tempo avanti i loro traguardi politici,
nella prospettiva di un’allargamento delle reciproche zone di influenza e controllo
mondiali e nella accresciuta consapevolezza di essere divenute potenze territoriali e
politiche di caratura mai vista prima nello scenario della storia.
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L’ottica con cui Molotov aveva firmato il “patto col diavolo” Hitler nel 1939 guidava
ancora le mosse dell’Unione sovietica ripresasi dopo Stalingrado: mentre il mondo
festeggiava la pace, negli anni 1945-1946 dietro le quinte, Usa e Urss si preparavano ad
una seconda “resa dei conti”, in un clima sempre più cupo, peggiorato anche dalla
successione di Truman a Roosvelt
(politica di Roosvelt orientata ad offrire all’URSS una “sfera di influenza” in funzione di
stabilizzazione dell’Europa VS. politica di “contenimento” di Truman):
- Conferenza di Postdam
- Conferenza di Parigi
- Crisi dei Daradanelli del 1946 e appoggio americano alla Turchia e Grecia
Con la crisi dei Dardanelli e il discorso di Truman al congresso nel marzo 1947
(documento da far leggere se possibile) gli Stati Uniti scoprono le loro carte e
dichiarano apertamente di voler “contenere” le mire espansionistiche dell’Urss. Stalin a
sua volta con la costituzione del COMINFORM nel settembre 1947 scoprirà le carte
assumendo per l’Urss il ruolo (congeniale anche al personaggio, tormentato
dall’ossessione dei complotti…) di potenza ACCERCHIATA e tradita, alla disperata
ricerca di alleati fedeli
SINDROME DELL’ACCERCHIAMENTO
Potrebbe essere utile utilizzare le cartine e i testi dell’Atlante Geopolitico Garzanti per
aprire una prospettiva sul punto di vista sovietico in merito alla contrapposizione con gli
Stati Uniti: sarà importante portare i ragazzi a considerare le due differenti prospettive
politiche (aggressione del capitalismo vs. espansione della dittatura comunista) da un
punto di vista assolutamente non emotivo ma storico/critico
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La vittoria militare aprì per l’Unione Sovietica e per Stalin due ordini di problemi
politici:
- Il controllo politico degli stati europei nella propria sfera di influenza e difesa
della “fortezza” europa: (instaurazione delle democrazie popolari: abile diplomazia per
condurre al governo Morawski in polonia, violenze contro il partito dei contadini in
Ungheria colpo di stato in cecoslovacchia nel 48 contro il governo Gottwald e contro
Benes, corsa al nucleare)
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USA e Europa occidentale (Stalin impone ai governi di Varsavia e di Praga di rifiutare
l’offerta americana).
La competizione economica e politica tra Europa occidentale e orientale ha due
“ombrelli” militari - Patto Atlantico (NATO) e Patto di Varsavia – che influenzano
pesantemente le scelte di politica estera dei paesi europei. (verrà dato qualche cenno sui
piani di reciproco attacco in europa delle due alleanze militari traendoli dal volume “la
terza guerra mondiale” di j. Hackett. Verrà inoltre proposto agli studenti un lavoro di
gruppo di ricostruzione della “crisi dei missili” di Comiso del 1983, come ricognizione
significativa della situazione di “sovranità limitata” dei paesi europei durante la prima e
la seconda guerra fredda)
E) – la lotta economica
Gli Stati Uniti decisi difensori del libero mercato, attraggono l’economia delle
democrazie europee nell’orbita della NATO anzitutto con prestiti ingenti (1947 piano
Marshall) ai paesi distrutti dalla guerra. La politica economica statunitense si basa su
una politica monetaria incardinata sul dollaro forte (accordi di Bretton Woods 1944 –
Fondo Monetario Internazionale) e vivacizzata dall’abbattimento delle barriere
doganale (accordi GATT 1947)
F) – la contrapposizione militare
Il percorso strategico di contrapposizione delle superpotenze si snoda su alcuni punti ben
noti
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- Coinvolgimento diretto di una delle due superpotenze in conflitti locali (Corea,
Vietnam, Afghanistan, Iraq)
Il Mondo diviso
Tramite una ricognizione di atlanti storici si inviteranno i discenti a considerare le “sfere
di influenza” planetarie delle due superpotenze e il grado più o meno “stretto”
di alleanza delle nazioni mondiali ai due blocchi
1) L’ONU.
Creata nella conferenza di S.Francisco sulle ceneri della Società delle Nazioni, con
l’obiettivo di salvare le generazioni future dal “flagello della guerra” e di impiegare
“strumenti internazionali per promuovere il progresso economico e sociale di tutti i
popoli”, l’ONU rappresenta la concreta volontà dell’umanità di uscire da logiche
strategiche meramente territoriali e nazionalistiche per arrivare finalmente ad una
logica di diritto internazionale e di suprema sovranità sovranazionale (cfr. in questa
direzione anche il Processo di Norimberga e quello al Giappone). Veranno letti e
analizzati il premabolo della carta di nascita dell’ONU e verrà analizzata la struttura
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delle Nazioni Unite (Segretariato generale, Assemblea generale, Consiglio di
sicurezza…)
2) i “NON ALLINEATI”
trainante la Yugoslavia di Tito che nel 1948 , vista la scarsa presenza dell‘armata rossa
sul suo territorio, arrivò ad una rottura definitiva con l’URSS per quanto riguardava le
relazioni economiche e militari , aderendo invece al piano Marshall e intensificando gli
scambi con l ‘ occidente . Si proclamò quindi repubblica federale e concesse ampie
autonomie alle sue sei regioni .
Cfr. anche la conferenza di Bandung (1955) tra i vari paesi afro-asiatici non allineati , i
quali proclamarono la volontà di essere ormai soggetti attivi e non più oggetti di azioni
politiche e la possibilità di una pacifica convivenza tra sistemi politici e sociali diversi .
Rilevante e da mettere a fuoco anche il ruolo centrifugo della Cina come paese comunista
ma non stretto alleato dell’URSS
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Infine, determinanti, i cattolici: Giovanni XXIII rinnova profondamente l’atteggiamento
sociale e la politica intrenazionale della chiesa (Concilio Vaticano II), e con l’enciclica
“Pacem in terris” si pone decisamente al centro della politica, sostenendo
“l’imprescindibile necessità della pace per il cammino illuminato e costruttivo della
civiltà umana”.
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infine PERESTROJKA (ristrutturazione). La riforma economica trascina con sé la
riforma politica: la parola del Partito cessa di essere verità assoluta e la censura
centralizzata inizia ad indebolirsi, aprendo il fururo dell’URSS a incognite spaventose e
ad anni durissimi di miseria e stagnazione
Furono quindi definite tre linee d'azione fondamentali: la fine definitiva della lotta Est-
Ovest attraverso un disarmo negoziato con gli Stati Uniti e la risoluzione dei conflitti
regionali; l'intensificazione degli scambi commerciali con l'estero; il riconoscimento
dello status quo nel mondo intero senza più privilegiare gli stati marxisti-leninisti.
L) –Periodizzazione
Può essere ipotizzabile, a conclusione dell’intervento, un riepilogo approfondito del
confronto duro tra le superpotenze che si appoggi non solo su una cronologia ricavabile
dall’Atlante Storico Grazanti, ma che proponga una periodizzazione significativa di
questo genere
Parte 5 – VALUTAZIONE
-1) Un test a domande a risposta chiusa per valutare i livelli minimi di orientamento nel
contesto e per valutare la corretta periodizzazione e conoscenza degli elementi
essenziali della questione (30% della valutazione)
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-2) una valutazione dei laboratori e lavori di gruppo (30%)
-3) Una interrogazione o articolo di 30 righe che permetta la riflessione su temi ampi
trattati nell’unità, ad esempio:
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