Mi è stato chiesto di rivolgervi alcune parole nella vostra lingua, ed
io tenteró di farlo, anche se sono passati tanti anni dall'ultima volta che ho visitato "il bel paese dove il sì suona”.
Per ricordare il suono della lingua, ho riletto alcuni versi di Eugenio
Montale e di Pavese, ma è stato Leopardi che, con un solo verso, mi ha già offerto l'idea che volevo trasmettervi:
“sott’altra luce che l’usata errando”.
Di ritorno a casa, porterete fotografie, immagini, suoni, sapori.
Spero, speriamo tutti, che i ricordi che avrete conservato del vostro soggiorno tra noi siano tutti felici.
Ma, sempre, il miglior regalo che il viaggio ci offre è quello di vederci
vagare in una luce diversa, lontano dalle nostre abitudini e dalle nostre routine, dalla comodità di spazi familiari, pronti a sorprenderci ed a scoprire il nuovo.