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La Logica

Aristotele chiama la logica organon ovvero strumento fondamentale.

Quindi la logica non è una scienza ma lo strumento che rende possibile le scienze: la
logica sta a fondamento del nostro pensiero e tramite il pensiero noi elaboriamo il
linguaggio, e per mezzo del linguaggio facciamo scienza.

La logica studia il modo in cui noi pensiamo e ragioniamo o meglio la forma che
deve avere un determinato tipo di ragionamento.

La realtà è in rapporto diretto con il pensiero e il pensiero è in rapporto con il


linguaggio; per questo il linguaggio ci permette di conoscere la realtà; diversamente dai
sofisti che affermavano che il linguaggio serviva solo per convincere e persuadere il
proprio interlocutore.

Per Aristotele il linguaggio è un segno, che indica qualcosa che abbiamo in mente (un
pensiero); e a sua volta il pensiero è in relazione con la realtà.

L’ elemento basilare del linguaggio sono le parole, che alludono alla realtà. Con le parole
formiamo proposizioni o frasi, ovvero combinazioni di parole. Ma formulando proposizioni
ancora non stiamo ragionando.

Solo quando mettiamo in relazione le proposizioni diamo luogo a dei ragionamenti o


sillogismi (ragionamenti razionali) mediante cui date alcune premesse otteniamo nuove
proposizioni.

Per creare conoscenza è necessario ragionare ovvero collegare proposizioni in un


sillogismo. Il sillogismo è un ragionamento di tipo ipotetico-deduttivo che va dal
generale al particolare e in cui poste delle premesse otteniamo una conclusione.

Esempio:

premessa maggiore (di carattere generale ) Tutti gli uomini sono mortali

premessa minore (di carattere particolare) Socrate è un uomo

conclusione Socrate è mortale

Ill sillogismo è vero o scientifico se le premesse sono vere e le premesse sono vere se
sono confermate dall'esperienza mediante l’osservazione di casi particolari che porta alla
generalizzazione o induzione.

Esempio: osservo i cigni, ne vedo 1, 10, 100: sono tutti bianchi allora concludo
(generalizzazione): tutti i cigni sono bianchi

L’ induzione però ha una dubbia validità, in quanto nessun osservatore può esaminare
tutti i casi esistenti, che darebbero la garanzia assoluta della verità universale del dato
osservato.
Infatti, riguardo all’ esempio di prima, se vado in Australia, vedo che ci sono dei cigni neri
e questo fa crollare la mia generalizzazione precedente.

Secondo Aristotele, però, quando i dati osservativi (i nostri, quelli degli altri, quelli
testimoniati dal passato) si ripetono costantemente, interviene una facoltà intellettuale,
l’intuizione che produce l’assoluta convinzione del carattere universale dei dati
osservati.

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