CONCLUSIONE
RETTIFICHE SULeESISTENZIALISMO
231
nte confluivano nel maestoso corso d'un gran
a polla prorompe , , . . .
mentato da un . 1 nel crogiolo ardente dell es1stenz1ahsmo, sullo
. E penetrato d1 copo . 11 d. .
f mme. ro t. e allora nuoviss1me, come que a 1Kierkegaard
sfondo di letture sconvo1gen I
e di Barth · d. s a portarmi a quella di Kierkegaard, di cui sino a
Fu la lettura 11asper · 1 ·
vo se non ció che se ne dtceva ne la stona della
uel momento non conosce . . 1 dºffu .
q_ . d.1H0 ffding tradotta da Mart1nett1, mo to 1 sa fra gh stu-
filosofia moderna ' • · 1·
. . . d' 11 er un persistente mart1nett1smo co t1vato e mantenuto
dent1 tonnes1 a ora, P . · d · · · ¡·
. d o· le Solari Divora1 le vecch1e tra uz1on1 ita iane (quan-
v1vo soprattutto a 10e · . .
• fr
to ma1 ammen ane, 1 t · ·ncomplete e diciamo pure
. fuorviant1,
. compresa
. la bene-
menta· traduz10ne · dell'OWJ '1,,6
a cura di Banfi) ' m1 vols1 ,alla •
traduz1one
• •
francese
• '
232
rna in Italia quasi del tutto sconos .
. nnos0 ' . ., . d 1 cmto salvo h
rJ11ª1 a . ( ve per di pm sm a 1928, nelle ediz· . D e e negli arnb·
o d s1 o . . ioni oxa a· ien-
tí val e dOrto il noto hbro d1 M. Strauch) e che , 1ovann¡ Mieg
tra . · ' 1o stesso M • ge
afe"~ to solo d1 passagg10, ne1 1934, giungendo 1 . artmetti aveva
dera . • e· R so tanto m .
const 1-0 un amp10 sagg10 m agione efede to . . segu1to (1940)
ttarne . · · . ' nno, Einaud1· 1 .
atra con mtroduz1one mia, Napoh Guida 1972 , 942, npub-
. to ora, ' ' , PP 51 55
biteª brierfu per me una lettura cosi appassion t · - , 423-451).
Romer :1 , an e e travol
11 ciare tracce cos1 profonde e indelebili che . gente, e desti-
ta a 1as . ' non pote1 tratt .
oa . 1· un esteso lavoro, usc1to nel 1939 ("Giornal . . enerm1 dal
de.d1carv,, 1939, fase. III-IV), e dal ritornarvi in un secoe cntJco dell fl1 •
d .ª osofia
itahana ' . d·
fjorentma del 1942, e ita soltanto nella seconda d' .
°
n tempo m una
con-
ferenza . . . . e 121one degli Studi
'esistenzialismo, accanto a1pnmo sagg10 npubblicato nell . . .
sull h' . a pnma. m que!
.b avevo trovato 1a e iave per cap1re tutto un mondo ch'e
h ro . . , ra que11 o donde
eva J'esistenziahsmo tedesco.
sorg . . . . h.
La prima lettura es1stenzia 11stica c '10 feci fu ne! 1936 1·111·b d'
. . ' , ro I 1aspers,
appena usc1to (1935), . Vern_urift un~ Exzstenz. Non avrei potuto cominciare
meglio: per un verso fin sub1to trascmato da un sentimento irresistibile ed esal-
tante di congenialita, mentre per l'altro ero di peso trasportato fuori dall' am-
biente filosofico italiano, e bruscamente allontanato dalle dispute di scuola del-
l'idealismo, fra le quali ero cresciuto. Que! libro era veramente il centro del pen-
siero di Jaspers, come meglio si vide in seguito: l'anello di congiunzione fra il
capolavoro, la Philosophie del 1932, e l'opera piu tormentata, Von der Wahrheit
del 1948, e la chiave per intenderle entrambe, con tutto il fascino della prima e
l'avventurosita della seconda, ma senza l'interminabile prolissita della seconda
ela solennita un po' pomposa della prima, quasi un condensato di pagine a loro
modo essenziali e cristalline, e in ogni caso posteriore al titubante passaggio dal-
la medicina alla filosofía attraverso la psichiatria e la psicología, e anteriore allo
snervato e sempre piu generico razionalismo della successiva estensione ai di-
versi campi della cultura, della política, della religione. . .
II mio modo di leggere Heidegger non era gia piu quello _di Gra_sselh O di
Grassi o di Mazzantini o di Scaravelli, che lo consideravano di per se st~~so, 0
tutt' ª¡ PIU ·, m· conness1one . con Husserl: lo vedevo ormai· 1·nserito nell mtero.
amb·iente es1stenz1ahst1co.
· . . . Leggevo Heidegger . ben consapevole della. sua on-
gina¡ita, ·,
perché le letture kierkegaardiane che stavo iace
c. ndo ne nvelavano
e
l'aut . . l . rtale non sono iorse
. entico s1gnificato (le prime pagine della Ma attza mo . ., h , ·_
Il · ¡· . · ?1i assa1 pm e e 1on
.mig ior commento all 'intera problemat1ca del Dasein· ll .e: meno-
gine fi . h' e me de a ieno
. enomenologica, come ben poteva capire e I, c~m .' e la presenta-
1og1a a . •1 t1molaz10ne
veva avuto msistita conoscenza attraverso ª s
233
-
. ., gevo Sein und Zeit non solo attraver-
Per d1 ptu 1eg . . . G .
. d' Annibale Pastore. . . f'ci· tedesch1 (10 ero 1n ermania negli
z1one t . b' ntt f1 1oso 1
n otizie che negh am ie uola di Heidegger sul nuovo corso del
so le ano da 11 a se . .. .
• l 936 e 1937) trape1av h • fu pubblicato come Eznfuhrung in die
annt , 1935 il corso e e poi ··zd .
O P ensiero (e del d 11 onferenza romana su Ho edzn und das
su h lla luce e a e .
Metaphysik), ma anc eª. d da Carlo Anton1, e soprattutto della con-
Wesen der Die . htung, sub1to tra ottaks tenuta a Friburgo 1·113 novembre 1935,
ung des Kunstwer , l "T ,, d' .
ferenza Der Urspr .. di'ede un resoconto ne agespost 1Fn-
. t (Max Mu11er ne
ma non pubbl teaª· . · ·n "Dichtung und Volkstum, Neue Fol-
. b 1935 npreso po1 1 . .
burgo 11 17 nov_em,, re ' H ft 193 7. Di questa Nachschrift cucolarono
1
ge des Euphonon_' 38 B~-, ·b. et_, vi·cini a Reidegger, copie dattiloscritte).
. G ma neg1I am ien I
allora m erma. ' .d . no mi si presentava proprio nel momento in
1·1 ens1ero he1 eggena .
Insomm~ _P . . . . . . sentori della Kehre (che non fu ma1 veramente
cuí, con I pnmt smtom1 e I pnm1 . . ..
tale ' Sein und Zeit stava rivelandos1 nel suo vero s1gn1ficato. .
) · f' d' G b ·el Marcel si stava formando e carattenzzando pro-
La f1loso 1a 1 a n , .
• · 1
pno m queg t anm, pe · · rché il suo primo Journal metaphysique del 1927, . non.
e t · avvertt'to ma certo non aveva ancora trovato un chma m
che 1osse passa o m '. . " . ,, ..
· 11
cm co ocars1. p ·. ropr ·
10 allora , mvece , dopo 11 man1festo . del 1933, Positwn
. et
approches concretes du mystere ontologique, stava suscitando grande 1nteresse
Étre et avoir del 1935. Marcel, pur avendo mostrato molta simpatía per l'esi-
stenzialismo tedesco, e in particolare per il capolavoro di Jaspers sin dal suo
apparire, e pur dichiarando la sua ammirazione per Kierkegaard, aveva una
formazione completamente diversa da quella degli esistenzialisti tedeschi, non
solo perché 1' ambiente culturale e speculativo in cui si era formato non era la
fenomenología husserliana ma la filosofía di Bergson, ma anche perché il pen-
siero a cuí egli si richiamava non era Kierkegaard, ma piuttosto il neohegeli-
smo anglosassone, tanto nella sua forma "mística" inglese, qual e quella di
Bradley, quanto nella sua forma "personalistica" americana, qual e quella di
Royce e di Hocking. Eppure nella sua produzione appariva un modo del tutto
particolare d' impostare e affrontare gli stessi problemi trattati dagli esisten-
zi~listi tedeschi, con forte accentuazione della dimensione ontologica, gia cosi
evidente nel concetto jaspersiano dell'inseparabilita di esistenza e trascenden-
za ecos~ densam~nte implicito nella concezione heideggeriana del nulla.
. Inft~e proprio nel 1936 uscivano le Cinq méditations sur l 'existence, in
cm BerdJaev:.' non lontano dal ch·mdere 1a sua 1unga e operosa carnera · ·
non es1-
tava a considerare tutto il p · · ' .
, . . . ropno pens1ero come convergente con i risultati
de11 es1stenz1ahsmo cioe most d' · .
. , rava 1 nconoscere 1n quanto venivano teoriz-
zando Heidegger e Jaspers e tt ' .
, sopra utto quest ultimo, cio ch' egli aveva inte-
234
a-errnare gia molto tempo prima, sin dal tempo della sua Fiz'lo r; d ll
50 a11' d . .. so1 1a e a
1
.1iberta del 1911, o per 1o meno al tempo d1 Spzrzto e liberta del 1927 Ed
h . e . . . . era
.1gn1'ficativo e. e s1 pro1essasse
, .
es1stenz1ahsta
,
questo
.
pensatore ori·g· .
ma11ss1mo,.
5
.1n eui confluivano
..
l
. .
espenenza.
d una
.
profess1one
.
di marxismo e un ntomo
•
alla tradiz1one .rehg1osa della f1losof1a russa, c10eun duplice filone in cui i]
pensiero hegeliano aveva rappresentato una parte di primissimo piano.
Per tutto cío, nel dare perla prima volta in Italia un quadro d'insieme del-
l'intero esistenzialismo nel mio libro su Jaspers, avevo potuto assai bene
distinguere e al tempo stesso accomunare le tre correnti della filosofia dell 'e-
sistenza; se non che agli autori menzionati, che soli veramente meritavano il
nome di esistenzialisti, ne aggiunsi poi altri che in fondo avevano un carattere
del tutto diverso; e cio non accadde senza una mia inesperienza dovuta alla
giovanissima eta, né senza qualche suggerimento da me troppo frettolosamen-
te accolto o subito, per non dire di alcuni elementi oggettivi che in quel tem-
po potevano facilmente trarre in inganno.
Lo studio di Heidegger non poteva non portarmi a Armando Carlini, che
aveva tradotto e commentato il Was ist Metaphysik? proprio nel suo libro teo-
rico Jl mito del realismo del 1936, e che tanto interesse mostrava per il suo
pensiero. Cosi lo studio di Marcel e di B~rdjaev mi induceva a prender~ in
considerazione il pensiero di Le Senne e dt Lavelle, che ne avevano pubbhca-
to gli scritti nella loro collana "La philosophie ~e l'esprit", nella q~ale aveva-
no anche accolto 1e E
,tudes kierkeaaardiennes
º d1 Jean Wahl e pubbhcato la tra-
.
• d. T' ..emore di Kierkegaard, e che guardavano alla nuova f1lo-
duz1one 1 1 zmore e 1'· . . .
. · tia da considerarsene m qualche modo partec1p1, Le Sen-
sofia con tanta simpa •
. · to senso della finitezza umana, e Lavelle per il carattere
ne per . t1 suo spicca l ico del suo pensiero. lnsomma, lo stud'10 de11' es1stenzia
· · 11-
·
decisa~e~te onto ognfondendo con quello dello spiritualismo, il che non gio-
smo m1 s1 venne co d' d . ., d' ,
11 recisa caratterizzazione 1queste ue corrent1, g1a 1per se
vava davvero ª ª pstremamente sfuggenti: fu cosi che incautamente mescolai
m· quel momento. degli e esistenzialisti ven· e propn· que11a del pens1ero
· d'1Le Sen-
alla tra~azion~le e che m' indussi a parlare di un "pre-esistenzialismo" di
e dt Lave ' .. · l''d h bb
ne do Carlini, e che suggem ~ersm~ 1 ~a - . e e ~u~r~P?º e e un certo
Arm~n he in Italia la discuss1one d1 tem1 es1stenziahst1c1 era stata preve-
seguito - carata dall'idealismo di stampo gentiliano.
0 uta e prep
235
. • penetrarono dunque nei miei lavori: pochis .
t valutaz10nt . suno
Quelle erra e etto che nella sopraggmnta prefazione; mag .
.b u Jaspers, ecc ll . g1or-
nel mio h ~o s . ll' . tenzialismo, specialmente ne e part1 piu tarde dect·
1 Studz su esis . . 1· ' I-
mente neg 1 . . t nzialismo, idealismo, sp1ntua 1smo, posteriori
. orti fra es1s e . . . a1
cate a1 rapp d. h il mio errore d1 prospett1va, troppo facile da ril
M devo pur tre e e .. e-
193 9. a . mento anche un lato positivo: se per un verso n
· ebbe m que1mo . . on
vare oggt, . . . stesso anzi m'indusse muna confus1one dalla qu
• · t · chianrm1 a me , . a-
mi am O ~ c. . •re ritardando I'esplicazione delle m1e esigenze specu-
le non m1 fu iac11e usc1 ' .
. . ffi . l'altro verso una via per far penetrare agevolmente nel-
lat1ve, m1 o n per . 1 . . 1· ' .
. r·i
1'amb1ente I oso ic 0 1
r· ·taliano
'.
sia pure
. . .
attraverso o sp1ntua
.
1smo e I ultimo
. . roblematica esistenziahst1ca, che ad esso s1 presentava cosi
idea11smo, 1a P .. • • .
estranea ed ost1 , ·ca non soltanto nello sp1nto, . .
ma persmo
. . .
ne1 menom1
.
partico-
lari della termino logia. In fondo, in quei m1e1 stu~1 scn~1 fra_ 11 1~39 e il 1942
si capiva forse piu facilmente quello che volevo d1_re, e_ mfatt1 ess1 ~osti~isco-
no ancor oggi un documento interessante del d1batt1to speculativo d1 quel
periodo, in cui a~che_ i ~uturi marxisti g~~,til~~giav~n~: e anche un A~bagnano
considerava suo1 aff1m qualcuno degh sp1ntuahstI . Una suggestiva e nel
complesso indovinata ricostruzione di quel periodo si trova nel libro di Anto-
nio Santucci (Esistenzialismo e filosofia italiana, Bologna, 11 Mulino, 1959 1,
19672), che nei miei confronti epiu indulgente di quanto non sía io stesso, for-
se perché da per scontato di potermi schierare fra gli "spiritualisti".
Oggi mi risulta chiaro piu che mai che esistenzialismo espiritualismo non
hanno nulla a che fare l'uno con l'altro. E vero che il concetto di spiritualismo
equanto mai vago e bisognoso di precisazione: altro e ad esempio lo spiritua-
lismo francese, nato da una matrice biraniana, nutrito con Hamelin di espe-
rienze hegeliane e con Ravaisson di contatti schellinghiani, maturato in
un'atmosfera come quella bergsoniana e in opposizione a un intellettualismo di
tipo brunschvicgiano, altro e lo spiritualismo italiano, qualificato dall'esser
nato ~e~ crisi i~terna dall 'idealismo gentiliano, preoccupato di ritrovare in que-
8!ª pm immediata ascendenza un'ascendenza piu antica risalente allo spiritua-
hsmo cfttoc~ntesco, disorientato piu che fortificato dal duplice attacco che ha
dovuto subire, da un lato dall'umanismo empiristico o prassistico e dall'altro
dalla
.
filosofia
.,
neosc0 Iast·ica o metar·1s1co-class1ca.
· · Ma epur vero che m · u1tima·
istanza. c10 che accomuna quest·1 van· tip1 · · d1· sp1ntuahsmo
·· · e, l'1stmt1vo
· · · ec1ett·1·
smo, ti fondamentale · t·1 1· ·¡ . •
. m m smo e 1 tendenziale ottimismo: tre aspett1che non
s1 accordano per nulla l' · • . ]
1a d1. smcretistico
. . . con esistenziahsmo che omogeneo com 'e non ha nu ·
e tt · . .' ' . ',
stes ·1· . : ~ra enzzandos1 se ma1 per una certa ambigu1ta che la sua
sa um meanta v1 · ·
ene m certo modo ad assumere, e che per la dimenstone
236
. che lo qualifica non ha niente di intimistico, non essendo la chiusu-
tolog1ca . r· . .
on nsi }'apertura, tanto m senso meta 1s1co quanto m senso sociale, quella
,
'e
ra ,~e opria della persona umana, e che, attento com alla tragicita della con-
ch..eprne umana e al1araa·tea1·ita' de1ma1e, non puo' vemre · a patti con alcuna for-
diziodi ottimismo, sia. per 1·1 suo senso de11''1rn'duc1'b'l1e realta del male sía per il
~:chio permanentemente risultante dall 'inoggettivabilita dell 'essere.
0
Questa netta distinzione dell' esistenzialismo dallo spiritualismo (come
anche da altre correnti che vi av~vo incautamente assimilato nella prima pro-
spettiva, sul tipo del pensiero di Sestov, o della teologia protestante di un Bult-
mann, di un Grisebach o di un Tillich, da me peraltro appena accennati) comin-
ciai a farla nell'immediato dopoguerra, in una serie di lavori scritti fra il 1946 e
il 1949 e che portarono alla seconda edizione completamente rinnovata degli
Studi sull 'esistenzialismo e al nuovo libro Esistenza e persona, entrambi usciti
nel 1950, dove potei sviluppare l'altra tesi, accennata nel libro su Jaspers, del-
1' esistenzialismo come rientrante nella dissoluzione dell'hegelismo. Tale tesi mi
si confermo e mi si chiari ulteriormente con la lettura del libro veramente inno-
vatore di Loewith Van Hegel zu Nietzsche, che, uscito a Zurigo nel 1941, si dif-
fuse fra noi soprattutto subito dopo la fine della guerra. A dire i1 vero Loewith
aveva gia scritto L'achevement de la philosophie classique par Hegel et sa dis-
solution chez Marx et Kierkegaard (in "Recherches philosophiques", I934),
uscito in traduzione italiana col titolo La conchiusione della filosofia classica
con Hegel e la sua dissoluzione in Marx e Kierkegaard (in "Giornale critico del-
la filosofia italiana", 1935, fase. 4-5), non suscitando tuttavia fra noi quegli echi
1
che il libro provoco poi, soprattutto quando fu tradotto (Torino, Emaudi, I 949 ,
19592). Quella tesi fu poi da me piu largamente estesa, perché a ben vedere essa
riguardava non soltanto l' esistenzialismo tedesco per le sue ascendenze kierke-
gaardiane ma anche l'esistenzialismo francese, data I'importanza del neohege-
lismo an¡losassone nella formazione di Gabriel Marce!, e I'esiste~ialismo _rus-
so, per la forte presenza di Marx e di Hegel nel retroterra speculativo da cm era
sorto il pensiero di Berdjaev. . _ _
Se non che anche allora mi avvenne d1 mescolare a questa test, che s1
ven·r·1cava sempre piu fondamentalmente giusta, . . e che ancor oggi
. .confermo
·
p1enamen te, altre tesi che , se riflettevano 1e 1eg1tt1me preoccupaz10m specula-
· del momento , non corrispondevano
t1ve . realmente alla
. .sostanza
, . delle . cose,
.
· apparve chiaro in segmto, anche se non ebb1 pm occas10ne d1 sen-
come fil ·r· h h
veme; ed e proprio per procedere ~-lle opportu~e rettl 1c ~ e e_ pr~ndo la pen-
r concludere con una pm adeguata mterpretaz1one I m1ei lunghi e
na ora, pe . . .
ormai lontani studi sull 'es1stenziahsmo.
237
. ri oroso e autonomo.
Esistenziabsmo g
3
· . re tuttora l' idea che Kierkegaard e Fe
. ra e mi pa . d Uerba h
Giustiss1ma _e l ad esso legat1 al punto a non potersene e ,
. d1 Hege , ma d. d. 1 . stacca
come avversan . 11 linea del processo 1 1sso uz10ne dell 'he . -
. tramb1 su a . 1· ge1isrn0
re si trovano en . lusione del raz10na 1smo moderno, e ne
' lmtne e conc . . e d rappre.
inteso come c~ .. , d·gmatiche,
1 ms1te nello sial amento della mect·1 .
oss1b1hta para . • · · • az10.
sentano le P . . zazione del cnst1anes1mo 1n cu1 quel razion .
f . e della 1a1c1z . . . a11srno
ne meta tstca . ·trovamento del cnst1anes1mo, finitismo 0 .
o: fme o n . . , • . . in.
pone caP .. , d. r· •to e infmito; s1 che la s1tuaz1one speculativa att 1 ,
nsurab1hta I mt . , d. . . ua e e
comme . dall'urgente necesstta 1 registrare la 1mmediabilit' .
ora carattenzzata . ·1· , d' 1 a d1
anc . . . d lla perentoria inev1tab1 Ita 1 una sce ta per o contro il .
fnito e mfm1to e a 1 . cn-
1. . S che a quest'idea fondamenta mente gmsta mescolai ah
st1anes1mo. e non . . • · · ·· e ·• re
. . 1 te allotne e fuorviant1. M1 1asc1ai m1att1 mdurre a consid
idee sostanzta men . . . . , . e-
ossibilita ttpiche della d1ssoluz1one dell hegehsmo comes
rare que11e due P ' . . . . d. e
fossero due eSI .ti· necessari dell es1stenziahsmo,. e quin 1.a sostenere la costitu -
. . t b"li·ta' di· quest'ultimo il quale nsulterebbe ambiguo quando si chiuda
t1va ms a t ' . . .
in sé stesso e si presentí come soluz1one, e sc1_ogl_1erebbe que~ta sua ambiguita
solo risolvendosi O in una forma di franco e d1chiar~to umamsmo materialisti-
co O in uno spiritualismo íntimamente rinnovato o nmodernato. Qui ancora mi
era accaduto di lasciarmi ingannare da nuove forme di pensiero che surretti-
ziamente si presentavano come esistenzialistiche, e che accolte come tali
disturbavano tutta la prospettiva e minacciavano di falsare 1a genuina interpre-
tazione dell'insieme.
Nell 'immediato dopoguerra s'era infatti clamorosamente affacciato sulla
scena dell'esistenzialismo il pensiero di Sartre, il quale cosi prepotentemente
s'impadroni del termine di "esistenzialismo" che per contraccolpo i veri esi-
stenzialisti, come Heidegger, Jaspers e Marcel, non vollero piu esser chiamati
tali, accettando tutt' al piu il nome di "filosofi dell' esistenza". 11 pensiero di
Sartre aveva senza dubbio una formazione indipendente e una motivazione
sua, ma nei confronti dell' esistenzialismo muoveva da un fondamentale equi-
voco ~torico, cioe dall'idea che la filosofia di Heidegger fosse una forma di
~mamsmo. Ora eben vero che l'incompiuto Sein und Zeit, proprio perla sua
mcompletezza, poteva presentarsi come l' abbozzo di una concezione pura-
mente
d "mondana"
. de11' uomo, e mf · atti interpretazioni del genere pu11ulªrono
/ o_gn~ parte all'indomani stesso della pubblicazione di Sein und Zeit, ~
ommc1are da quell h 1·¡ . suo1
Beit ·· .
rage zu e1mer Ph ··
ª e e marxisteggiante Herbert Marcuse ne dava net . .,
. . . ·tt g1a
anomenologie des historischen Materzal1smu s. usci ·
238
nel 1928 nei "Philosophische Hefte''. M t . ,
. . . h r· . . . . a utt1 sanno che qucsrc, , 1nterprcrn
.
01 umamsttc e e 1n1hstiche del pensiero d. H .d 2¡0 _
. 1· . T
nizIO deg 1 ann1 renta, del tutto fuori 1
I e1 egger Sº . .
. , (,; er ano pcnsablli ali'¡.
. · , uogo appanvano a) ,. .
210ne del pens1ero d1 Sartre quando orm 1 . . . . momento dcll'irru-
. '
chiaramente man1festato la sua dimens·
ª 1a med1taz1one h ·d .
. ei cggcnnna ~wcva
. IOne essenzialm"nt "' ·,\ . . .
mente ontolog1ca. Quell' equivoco bastava d. , e e e g1u ongmorm-
1 per se ·~ most. h . i.':
tre non aveva a che fare con l' esistenzi·al. e rnre e e m 1ondo Sar-
. 1smo: tutt'al piú :\'.ti' · ··r .
fenomenologia husserliana cosi aliena dall' .. t .. , · · eg 1 51 .11 accva alln
, ' es1s enzm 1smo che J , d•
stro sempre per essa la piu grande diffidenza e ch f'.· H . aspers . uno-
l ' e per tno e1degger che purc
ne aveva preso e mosse, tr~,eva _la sua originalita da fonti del tutto di~ersc. .
. l~ che app~rve ta~to pm ch1aro in quanto Sartre pretese in seguito di avvi-
cmars1
·¡ ·,al marxismo,
• d1mostrando cosi che il suo pensiero era un ep1s0 · d'10, ¡·or-
se 1 p1u vistoso e_ clam?roso, d~ ~ol!u~i_one_ tra fenomenologia e marxismo, gia
preceduto e segu1to poi da altn mfm1tt ep1sodi del genere, che misero ¡11 cvi-
. denza da un lato la natura neutrale e puramente metodologica, e quindi
sostanzialmente non speculativa, di alcune interpretazioni della fenomcno-
logia, considerata come capace di prestarsi a connubi di tal genere non mt:no
che a connubi del genere opposto, e dall 'altro lato la vacuita d'un marxismo
non interamente prassistico, qual e quello che si lascia conciliare con la feno-
1nenologia, il quale tende a ridursi a una specie di generico umanismo storici-
stico, giacché a ben vedere la celebre formula sartriana che nelruomo l'esi-
stenza precede l'essenza e solo un modo piu raffinato per dire che l'uomo non
e se non un prodotto storico. . . .
·, 1 1939 Nicola Abbagnano aveva fatto una profess1one d1
Ino1tre g1a ne . .. ct· est-
¡·
· 1- 11 uale doveva manteners1 fedele tino a que 11 a sorta 1 esp 1-
stenz1a 1smo, a a q .r; · d ¡¡ · •
. d0 h fi nel 1955, l'articolo Morte o tras,1 rgura:wne e . es1ste11-
cito conge ~ e_ tu, ialismo Abbagnano metteva in rilievo soprattutto il con-
zialismo. Nel1 es1s enz . l~ . • c. •
." •b·¡· , " termine che nmase costante ne suo pens1ero, menl11.: v1a
Cetto d l poSSl. 1 ita 'tti e¡ termini dell'es1stenzia
. . 1· . . .
1smo ongmano qua 1 appnn-
j' .
1
via cadev~no concte ttura dell 'esistenza del 1939 e ancora in Filosqfia. rcli-
:aa
vano nel h~ro le~ul 94 7. Abbagnano attingeva il termine di "possibilitn"
gione e scien K. kegaard, dov'esso e strettamente connesso col concctto di
soprattutto da. ~~r 1
on la liberta e la scelta; ma non bisogna dimenticurc rhi:
angoscia e quin ~ierkegaard afferma che fra le categorie della modnlit~ la
per un altro ver~oquella della realta, che il razionalismo hegeliano nclb sun
piu itt~portant:;ente logica tenta invano di ridurre alla possibilita. scnza riu-
astra~ione ph~r essa costituisce l'irriducibile esistenza del singolo. Al con1.-'c lln
. v1 perc e . . . \ . J 1
scir ' .b·i·ta Abbagnano 1mpnmeva un carattere specta e, trasformanoo o nd
di posst t t
239
r
240
denternente dalla v!a d' accesso che lo rivelo alla cultura intemazionale, cioe 1a
Kierkegaard-Renaissance protestante e l'esistenzialismo filosofico: Kierke-
e
gaard or1:1ai_a~su~t~ ai cul~~?i della storia del pensiero, e prende il suo posto
fra ¡ grand1 cnstian1 modern1 , che sanno parlare a11'uomo d'oggi perché han-
no incontrato la fede sul cammino del dubbio e con ]a consapevolezza della
possibilita dell' ateismo,sul tipo di Pascal e soprattutto di Dostoevskij, con in
piu l 'in1pareggiabile sale dell 'umorismo, inteso come uno dei punti critici del
passaggio alla fede. In tal senso l 'insieme del pensiero di Kierkegaard tra-
scende di gran lunga la sua derivazione posthegeliana e la sua posterita esi-
stenzialistica, ed e ormai in questa sua esemplare "classicita" che bisogna
guardarlo, come potrebbe ben fare da noi Comelio Fabro, che pure ha gia fat-
to tanto in tal senso, sol che lo considerasse in sé stesso senza metterlo in rap-
porto con altre e diversissime tradizioni di pensiero. Kierkegaard e Dostoev-
skij sono davvero le forme piu tipiche del cristianesimo d'oggi, perché, inve-
ce di preoccuparsi di "rinnovare" o di "aggiornare" il cristianesimo, si sono
proposti di "ritrovarlo" a partire dalla situazione attuale, e contengono uno
scrigno di possibilita ancora inesplorate e insospettate, capaci di suscitare nuo-
vi suggerimenti e di dar vita a nuovi svolgimenti, assai piu che le effimere e
rumorase innovazioni teologiche del giorno d'oggi.
In conclusione, restano, dell 'interpretazione che diedi dell 'esi-
stenzialismo le due idee fondamentali: che l 'esistenzialismo si distingue in tre
correnti la t~desca, la francese e la russa, e che l 'esistenzialismo e una filo-
sofia au,tonoma e ben precisa che prende radice ~ella dissoluzione dell ~~ege-
lismo in alternativa al marxismo; e queste due idee restano, ora, punf1cate
dag l1. eqm·voci in cuí furono primitivamente1 compromesse, .
nel senso che per
. . 1·1st1c
. h e le
un verso non han·no niente a che .fare con . e tre correntl es1stenzia
,
. e e di spiritualismo e d1 umamsmo che con esso s1 confusero o vol-
d 1verse 1orm , · · ¡· , r ·1 r·
e dersi e che per l'altro verso 1 es1stenzia 1smo e una 1 oso ta
lero con1on
,
' d' r· · · · h
che instabile, ma dotata una 1s10nomia propria, c e non introduce
·
tutt a1tro . ,, · d d. · l ·
, t ssa su questi puntl c e ancor ogg1 mo1to a ire, sia su piano sto-
che a se s e . d , l h .d . l .
. . ul piano teorico, e e con qua c e cons1 eraz1one a nguardo che
neo sta s · · d. · ·
•d
des1 ero concludere questo m10 scntto 1 prec1saz10ne.
oal punto di vista storico e interessante notare i caratteri comuni che col-
legano le tre correnti dell 'esistenzialismo per quanto riguarda la loro aseen-
241
•
. giacché in questo campo le coincidenze s
fiOrmazione, d r· . . ervon
de nza e la loro . , precisa e stretta e 1mz1one dell'intero ?
dare una p1u . , d 11 f'l f ' tnov1
regiamente a . sulla centralita e a 1 oso 1a hegeliana -
eg ·1 10
. s1stere ancora . . e suna
mento. Inutl e t scena problemat1co da cm emergono tutte 1 ~
. l . ne come re ro , . 11 f e ior-
sua d1sso uz1o . h come s'e visto, que o rancese. Se mai su
. . iahsmo, anc e, . d 11' ' que-
me d1 es1stenz . te rifarsi al pens1ero russo e Ottocento • .
bbe mteressan , 1n cu1
sto punto, sare . he in quello tedesco e comparsa la problematica d
· re ev1denza c , e1-
con maggio h 1. mo· in Russia Hegel e veramente apparso corn
. 1 . e dell' ege is . . e 1a
la d1sso _uzion f'l fia occidental e, come l'ult1ma parola del pensiero ch
conc lust one della t oso. stori· a si che dopo d1. 1m. non c' e, posto che per, u e
. • · a la propna , na
m lm termm ova quale potrebbe essere quella tanto auspicata tn
d. ezione totalmente nu , . a
ir . d 11 flosofia nazionale e popolare russa (Hegel ha detto l'ul-
n real1zzata e a 1 11 R . d'
~o d1 ·ero occidental e: ora tocca a a ussia 1re la sua parola!)
tima parola e pens1 , . 1· . . . '
·losofia
1 tant' e vero che gh hege iam russ1, quando 81 allon-
oppure.per 1a non- f , . .
abbandonano in generale la f1losofia (Hegel ha enunciato
tanano da Hege1, , , . , f'l f ' ') Q
, . f'losofia: dopo di lui non e e pm 1 oso ta. . uesto punto, che appar
1u1tima 1 . 'd ¡· · h ,
chiaro tanto negli slavofili quanto n~gl~ occ1 enta 1st1, e c e trov~ una prima
mordente enunciazione in Kireevsk1!, e stato acutam~nte lumegg1~t~ nel bel
sagg10, · del 1936, Hegel en Russie, d1 Alexandre Koyre . . . p01 m Etudes
.(raccolto
sur l'histoire de fa pensée philosophique en Russze, Pang1, Vnn, 1950). lo cre-
do che scavando in questo senso nuova luce si possa portare sulla genesi del-
1' esistenzialismo dalla dissol uzione dell 'hegelismo, e sull' importanza specu-
lativa che questa derivazione conferisce all' esistenzialismo, soprattutto per
quanto riguarda il fatto ch'esso nasce come una forma di filosofía che proprio
per la sua origine e costitutivamente destinata ad essere avversata tanto dal
neoilluminismo quanto dal marxismo.
Un'altra affinita che collega i vari esistenzialisti euna forte esperienza di
rottura. Tale esperienza Heidegger e Jaspers l'anno trovata in Nietzsche,
Berdjaev in Dostoevskij: questi autori furono per essi non solo una lettura
d'urto iniziale, fortemente demistificante, ma anche una continua fonte d'i-
spirazione. Marcel non ha fatto letture d'urto o meglio nessuna delle sue
' ' '
molte letture (fu scrittore coltissimo e curioso) egli considero tale, dato il suo
m~t_odo di ~alma e silenziosa intussuscezione: ma quale esperienza piu demi-
stificante di quella, ch'egli fece, d'una conversione? E fu conversione com-
plessa e sconvolgente, in cui molti valori - data la sua formazione al tempo
. . ' protestante e 1aic1st1ca
stesso ebraica · · · - vemvano · mess1• m • quest1one,
· per una
sua dec1s1one persona1e, c1oe · , per un atto d'audacia in perfetta sohtu · d'me.
Ma un terzo carattere comune, che non e stat~ ancora rilevato, eche tut-
242
. 1. csistcnziolisti si riferiscono a Schelling il che col d' .
tt g1 . • T" • , • • ' , ora 1 una particolare
. tnnturu la 1010 genes, dalla d1ssoluz1one del] hegelismo N d' .
~tll .. • d ._ . · e11 a 1ssoluz10ne
•ll'hcgd1~mo gian e pa1 te ha la presenza dt Schelling t t
(iv . . , an o ne1suo aspetto
. •hcl!chnno
p1 1,; ... ..
quanto
.
nel suo sv,luppo posthegeliano gi·acch, b
, e, a en guar are
d
11\ filosoi w hcgclrnna
•
poteva essere messa in crisi solo da ch· ·
• 1 v1 aveva amp1a-
· '
mentc pnrt~ctpnto. e Schelling, appunto, considerava in un certo senso la filo-
sofin di__ l lcgd ~on:~ la conseguenza della propria filosofia, come la propria
"filosot rn n_nte~·1ore por_tata ª!la sua estrema coerenza: Schelling soltanto, che
nvevn dato ti vta ni pcns1ero d1 Hegel, poteva poi negarlo e "voltare una nuova
e
pagina''. Schelling pensatore prehegeliano e posthegeliano a un tempo, per
un \'crso rcnlizzato e contenuto in Hegel e per l'altro verso suo negatore e
oltrcpassatore, nell'ambito della grande metafisica delJ'idealismo tedesco
intesa come unn metafisica dell'essere e non dell'ente, del pensiero reale e non
dcll'astrazione. Non per nul\a Kierkergaard, com'e noto, ne subi !'influenza,
malgrado l 'insoddisfazione finale, e la subi molto piu fortemente di quanto non
si crcda: bnsti pensare alla tesi centrale dell 'irreducibilita dell 'esistenza e della
realtn nl pensiero astratto. Anche in Russia le critiche al pensiero hegeliano
sono di origine schellinghiana: la filosofia hegeliana e astratta perché privile-
gia il pensiero, e anche i suoi tent~tivi ~i superare l'astrattez~~ ~ell'i~tel_letto
con la concretezza del pensiero dialett1co non correggono I irn~ediabil~ e
· · as tra. ttezza della teoria · In Russia edi .origine
costitutiva . schellinghiana
. persmo
.
•· . , d·~.
l 1dea cost 111usa ne lla dissoluzione dell'hegehsmo m Germama,
" . che
. ,, la filo- .
• ' • 1 , •·t oria" di cui manca ancora la reahzzaz1one . Non s1
s~fia d~ H~ge e pura 1 ~ta fra,Hegel e Schelling, che culmino in Germanía nel-
d1ment1ch1 che la vera o t Berlino degli anni Quaranta, si svolse praticamente
· s · e fem1entan e
l.ª co ltis_ ima , a fu molto per tempo anticipata e ~olto ab?ondantemente pro-
m Russia, ov ess . ento in cui )'influenza dt Schelling, prospettata nel-
. . n vasto movtm . . ..
seguita, m u siero dalla filosofia della natura alla ftlosofia pos1t1-
. co del suo pen ' . c. .d 1· .
l' mtero ar da investire non sol tanto la polem1ca ira occ1 enta 1st1 e
va, fu talmente fo~t~ ne fra rivoluzionari e tradizionalisti, ma anche, sia pure di
. . l'oppos1z10
slavoft110 . ensatori come Solovev e scrittori come Dostoevskij.
.
nnv1·o o di sb1eco, p
243
r
244
se col mio pensiero". Eppure bisogna ricordar h . . ..
iasra di Schelling si trovano nel primo Journa/ :te he a~erti n?vu_~ quell'o-
pe ( 284 279) h . . me ap yszque, nfenti a11'otto-
bre 1922 pp. e 'e e e ti pnmo scritto pubblicato d M 1 L
ditions dw. lect.iques de la phl·¡osophie. de l'intuition d 11912a arce ' es con-.
· d 11 r·1 ·
rincipalmente e a 1 osofia bergsoniana etutta
' e d' , pur
. occupandos1
P . . , una 1scuss10ne con Hegel
, · e d
e
e il tardo Schelling, ove quest'ultimo visto con simpati·a
, e, quan
d' , • •
e cnt1ca-
to , lo e m 10n o con 1e sue stesse armi , e che 1· fivno-m , h ·t h•
, "'o en,s p 1osop 1ques
J909-191 ~ attes~ano l' attenzione rivolta da Marcel a uno Schelling antícípato-
re d'una f 1losofia de! concr~to, di c~rattere nettamente antihegeliano (pp. 16,
17, 46). Del resto all orecch10 eserc1tato oltre che amico di lean Wahl non era
sfuggita la derivazione schellinghiana del Marcel del Journal métaphysique
(Vers le concret, 1932, pp. 7 e 256: "empirismo di secondo grado" che ricorda
!"'empirismo metempirico" di Schelling). Inoltre altri piu tardi testi marcelia-
ni confermano retrospettivamente un forte influsso sche11inghiano: negli
Entretiens con Ricoeur Marcel riconosce che Secrétan lo fece partecipe della
tradizione schellinghiana francese, e nel saggio Vers une ontologie concrete
del 1957 afferma che fra i grandi idealisti tedeschi Schelling fu quello che
maggiormente agi su di lui, mediante una "spinta decisiva" derivante dalla
distinzione tra filosofia positiva e filosofía negativa e dalla definizione di un
nuovo empirismo. Piu esplicito il Regard en a~~iere del 194~: "A ragi~ne o a
torto, mi pareva d'intravvedere, al termine dell 1m~en~o pe~plo ~ompmt~ da
Sche11mg, . una Iuce che forse avrebbe un giorno nsch1arato . dti m10 cammmo. ··
Non c'era fiorse una Vl ·a ardua che avrebbe permesso
, . d1 acce ere
,. . .a un emp1n-
• d· dar soddisfazione a quell es1genza dell md1v1duale e del
smo supenore, e I . . ' . l . d 11'
·n me? In altri termm1, 1 espenenza, ung1 a essere un
1
concreto che portavo · ?" R
trampolmo, ,~º;
.
e~a
1
forse per me una terra promessa. . ecentemente, quan-
a pubblicare la giovanile dissertazione del 1909, col tito-
do Marc~l s e ~ ;º/ling (Parigi, Aubier, 1971 ), la cosa e diventata chiarissi-
lo Colerzdge et . c eur non dovendosi attenere se non ai primi scritti di Schel-
1
ma: qu~ st0 sadgg .º;!tt'al piu alla filosofía dell 'identita, che sono gli scritti che
.
lmg, pingen os1 . 1 . l ' .
~ nte hanno influito su Colendge, non s~ o n,ve a u~ ottI~a co~~-
maggiorrne . ritti piu tardi, dalle Ricerche su/la lzberta alla f1losofia pos1tI-
scenza ~egl~ sce a indagare le affinita tra i due pensatori nei loro ulteriori svi-
a s1 sping . l
va, rn
e: . .
. da entrambi in per1etta autonomia, eppur convergentI ne1 oro
Í sVO1tl
l~pp ' . ll'insaputa l'uno dell'altro.
nsul~;:che finalmente _Heidegger ha pu~~li~ato il suo corso del 1,93~ sulla
.h itsschrift di Schelling - del quale grn s1 sapeva, anche perche v1 aveva
a usoeMarcel nel suo articolo del 1957 - si puo dire che il quadro e comple-
f]lr:le,
245
. . poco probabile che non si trovasse Schelling fi
A dire il vero era . . . . ra 1e as
to. . .d che aveva adottato m f1losofia 11 termine di "est .,, cen.
d ze d1 He1 egger, . . . as1 attr
en . .f. tiva e opportuna ettmolog1zzaz10ne, e che aveva = a-
so una s1gm 1ca . . uresso ali
ver nsiderazione del nulla 11 celebre mterrogativo "P h, a
b se della sua co . . . ere e c' '
ª .
l'ente pmttos o
t che il nulla?". E infatti 11 sagg10 metzschiano contenut
. , ,
e
o neg1·1
. da che non si puo cap1re Cosz parlo Zaratustra se non .
Holzwege ncor . . . In con.
. la Monadología d1 Le1bmz, con la Fenomenología di Heg 1 .
ness1one con , . . e e 10
.
pnmo 1uogo con le Ricerche sulla liberta
. . umana
. d1. .Schelling (p. 23 3 • 1ness1.
)
. t che e Schelling con ultenon cons1deraz1om sulla conclusione d
fra N1e zs . .. d .d . e11a
·sica da parte di Schellmg vengono p01 m agatt a Heidegger nel sec
metaf l ) Ü , f. l On-
do v olume del suo Nietzsche (pp. 4 71- 480 . ra e ma mente
. . sopravvenuta 1a
pubblicazione del corso del 1936 : de 11e note su semman tenut~ fra il ¡941 e
il l 943 (Schellings Abhandlung uber das w_e~en d~~ menschllchen Freiheit
(1809), Tubinga, Niemeyer, 1971 )_a ren~ere pm esphc1t? q~anto si poteva pre-
sumere e intravvedere, cioe una d1scuss1one con Schellmg mtorno al rapporto
fra essere e ente, fra metafisica e ontologia, fra liberta e sistema, fra panteismo
e antropomorfismo, tutte questioni fondamentali per chiarire la genesi dell'e-
sistenzialismo dalla dissoluzione dell ' idealismo. Del resto non puó essere che
molto significativa l'approvazione data da Gabriel Marcel e dallo stesso Hei-
degger al famoso libro di Walter Schulz, che ha rinnovato l 'interpretazione di
Schelling alla luce di spunti heideggeriani, mostrando per contraccolpo come
sullo stesso Heidegger abbia esercitato molta influenza non solo lo Schelling
filosofo della liberta, ma anche lo Schelling piu tardo, col che non contrasta -
anzi vi si connette strettamente - la tesi che ho sostenuto altrove di Schelling
come pensatore postheideggeriano, evidenziandosene un circolo in cui l'inter-
pretazione dell'ultimo Schelling puo venir innovata a partire da Heidegger
proprio perché Heidegger ha avuto Schelling all' origine del suo pensiero, si
che proprio sul prolungamento del discorso intrapreso da Heidegger epossi-
bile reincontrare uno Schelling attualissimo e particolarmente eloquente nella
situazione odierna.
246
al fini del dibattito filosofico odi'erno Vc ·
anche su quello teorico,
. . . . orre1 conc1u-
dere ora con alcune cons1deraz10m sull'aspetto speculativo dell'esistenzia-
lismo, visto come mov1mento abbastanza definito e nel complesso sufficien-
temente omogeneo, malgrado le grandi differenze che, com 'e ovvio, distin-
guono corrente da corrente e pensatore da pensatore.
Se s 'intende bene la genesi dell 'esistenzialismo dalla dissoluzione del-
l'hegelismo, si capira ch'esso nasce come necessariamente estraneo allo spiri-
tualismo e come necessariamente avversato tanto dal neoillumunismo quanto
dal marxismo, il che contribuisce non poco a mostrarne l 'omogeneita e la
compattezza di la dalle pur profonde differenze fra le varíe correnti. Sull'e-
straneita dell ' esistenzialismo allo spiritualismo gia mi sono indugiato, si che
piuttosto vorrei aggiungere qualche precisazione sui suoi rapporti con i1 neoiJ-
luminismo e col marxismo. II culmine della filosofía moderna eper ]'empiri-
smo neoilluministico la completa smetafísicizzazione della filosofía, e per il
marxismo pampoliticistico la completa prassificazione d~l pe~sier~. _C~si col-
locati i punti di vista, apparira chiaro che cosa intendono 1~eo1llu~1~1st1 q~a~-
do parlano d'un carattere profetico, edificante, con~o_lato~o dell es1stenz1ah-
. . t. ando insistono sul carattere trad1z10nahsta, borghese, rea-
s~o, e_I md_arx1s
z10nano qu que ste accuse all 'esistenzialismo essi non fanno che pre-
1 esso:I con
cisare sé a sé stessi. . . . t , opportunamente ricordare al
., . I t l 'es1stenziahsmo po ra .
P1u part1co armen e .t, d II'origine e quindi I'identita deila
. · 1O lega la comum a e ' .
marxismo - a cm . d Ila soJuzione _ che la sua avvers10ne
. ·1 attere alternativo e . . 11 c.
problematlca e 1 car . . non lo fa punto culmmare m que a 1or-
. d' di co1Iett1v1smo . . d .
ai concett1 1 massa e gli si attribuisce, d1ment1can o 11 suo
. .ale che spesso II ,
ma d' intimismo asoct . . e di comunicazione, e che nu a puo
tt di coes1stenza .
fondamentale conc_e o . " che un richiamo alla "tradizione", e_ che ogm tra~
essere piu "rivoluzwnan~ . a non e nemmeno pensab1Je se non s1
11 ·tuaz10ne stonc . . I ·b·1 · ,
e mazione de a SI , storia e se non s1 nconosce a poss1 1 ita
s1or 'd
a la n uz1 ·one dell uomo
. a
abban don 1 situazione. . . •
umana di trascendere ª .
. arda 11 neo1 11 u . minismo _ che agli occhi dell'es1stenziah-
" . . . ,,
P r quanto ngu · tanto nella sua componente stonc1stlca
e brare che arcaico, . h d'
smo no n puó sem omponente e " mpiristica" - m1 domando c e carattere
', I e 1-
247
. , h assai inadeguato sembra ogni richiamo all 'infelice e ingiust
dme, s1 c e . . a def
crociana dell' esistenz1ahsmo come prae1atw ad mzssam. E se tal r· 1-
,I', . .
. .
mz10ne . ,, • 11 110.
. h
so f ia a un carattere "profet1co , non
. . . . tocca propno
. . . a a cautela . , 1 cu1.
critica ct·
1. neo1-11um1·ni·sti, almeno .quelh
. . d1 ongme. . stonc1st1ca,
. . sono maestn, coIIocare
stonca. mente gli esistenziahstl, e qumd1 non d1mentlcare, . . ad .esempio, che J.1.e1-t.J .
248
d1·a" la quale, tuttavia, mentre si sottrae al tendenziale tt· • ..
''trage ' . .1 . o 1m1smo spin-
1 epanmentl ontana dalle pose "ero1che" del pessim ·
. t'co e: . . .
tuahs , . • • 1smo 1 m1tistico
. ra I' esistenziahsmo ha g1ustamente insistíto sulla responsab ·i ·t, ·
sino . ,. . 1 1 a e su
. hi·o sull '1mpegno e sull msecurztas, sulla scommessa e sulla . ,1
nsc , . , . . precaneta,
suil'audac1a e sulla scelta, e contro I ottJm1smo idealistíco e spirituaJistico
questo discorso andava fatto; ~a forse eora di passare piU rigorosamente e
austeramente a approfondtrne t1 fondamento, cioe a indagare J'insondabile
profondita e la scoscesa altezza di quello ch'ea parer mio, oggi, iJ tema esi-
stenzialistico piu fondamentale e genuino, o, se si vuole, l'eredita dell'esi-
stenzialismo alla meditazione odierna: 1'inseparabilita di essere e liberta.
e
Vesistenzialismo infatti sostanzia1mente una "ontologia della liberta", e
in questo senso si col1oca con una sua robusta e non ancora esaurita origina-
lita nel grande soleo della filosofía moderna, la cuí essenza eappunto d'esse-
re, io credo, "filosofía della liberta". Essere e liberta sono i due poli dell'ope-
rosita dell 'uomo, la quale non e mai cosi produttiva come quando eattiva e
recettiva, inseparabilmente. Non e' e altro Dio che i1 Dio nascosto, e quindi
ogni atto umano e una scommessa; ma non tutto efatto dall 'uomo, il quale e
animato da un potere di stimolazione e regolazione che s'i~~edesi~a c~n la
sua attivita senza tuttavia ridursi ad essa. I1 nascondimento d1 D10 la~cia a11 uo~
mo la totalita dell 'impegno, ma non la total ita de11 'azione, perche prassi !ª
abbandonata a sé stessa non sarebbe che sopraffattrice e violenta, cosi d~Srru~-
. da finire col d1struggere
hva . anc he se, stessa. Jaspers. afferma
. che la liberta
. . . e muore, e Berd1aev
abbandonata a sé stessa mtnst1sce :i
gmngeh ad affermare
, . d
che la liberta vera non e quella c 10 estgo ª '
, h'. · d Dio ma quella c 'eg11 es1ge h a
me; anzi, sulle orme d1. Baader s,arnsc • hia · ad affermare paradossalmente
. to voluto fatto"ee
"' l' faccio perché son saputo, conoscm ' ' .
10 so, conosco,
. vog . 10, . d.
tt h ideggenano I ase " olto" dell 'essere e quello
Superfluo ncordare 1I conce O e . , · nduce al nesso che con-
. t · " Tutto c10 neo
marceliano di "obbed1e~a crea nce .' d , sita umana: la fedelta ali' es-
giunge inseparabilmente 1 due aspettt e11 opero
sere e l 'impegno della liberta. , . 1 lI'berta che sía attivita e nient'altro
La liberta non etale senza I es~ere. a eliberta ed egiusto che chi
h . ., . . , h s1· libra su se stessa, non ' .
e e attiv1ta, att1v1ta
. . e e . 'd
d d e poi cons1 erar la come una condanna e una pn-
la concep1sce m tal mo• O ,ev, t'moIata e sorretta dall 'essere nell 'atto stesso
gione dell 'uomo. La liberta e s 1
249
.. consegna e affi da·' anzi, iI fatto che l 'essere ,
stesso .
s1 affct
he l'csscre 1e st l'bert). e stimolata e sorretta dall essere N , 1a
e . , che Ia J ª . · on e h
olh libcrtti mostrct . , ll a liberta, il che vorrebbe d1re che la l"b ~ e
' "• , bb'tndonato a ' . . . , 1 erta ,
l'essere sta •1 ' • , quindi destinata a d1struggers1: 1 essere e atr· e
a sé stcss,1, e . 'b , 1dato
abbandona1a · . stesso eserciz10 la lI erta attesta quella presen .
. ,· s.1che co 1suo . h za on.
alla ltbcrta, . •n quanto le s1 consegna, e c e la regola in q
. he la sollcc1ta 1 .b , , uanto
ginana e - . . oggetto di essa. Tanto 1a 11 erta e legata all'e
. d d' sscr il primo ' ssere
rich1e e c. . h quando lo rinnega, nell atto con cui essa trad '
1 ffenna anc e ' endo
ch'essa O.ª . · é 5tessa: il fatto che la liberta puó negarsi solo afferrn
l'esscre, di strudg~e s e,·s,· solo con un atto di liberta, attesta che la liberta'
.. . e uó rstrugg . . .
ªº:
PUo
dos 1, _c,o .p 1 . 1. senza dell 'essere, s1a che s1 conferm1 affermandolo .
cserc1tars1 so o in P e , s1a ..
che si neghi rinnegandolo. , . . .
.b ·t·
E se 1a lI e1 a distrugge se stessa propno . con un , attcf con cm s1 eserci·ta,
. pure per nega. rs,·, cioe con un atto con ,cm. attesta
sia , . l essere proprio in quan-
to lo trad1.sce, c1·0· e· perché l'essere stesso . . e liberta:. hberamente esso si conce-
, tt che lo afferma potendo n fmtarlo, o lo nnnega potendo accoglierlo.
de a11 a o h , ,
Se la liberta non e tale senza l'essere, an~ ~ e~sere n~n e ta1e senz~ !iberta.
1
L'essere e un li bero appello alla scelta, ~10e ali a_ccog!1mento ? al nfmto, al
unto che nella scelta e in questione anz1tutto la liberta stessa, m quanto essa
~ libera di affermarsi o di negarsi, di confermarsi come liberta in esercizio 0
di distruggersi nel suo stesso esercizio di liberta, e poi e in questione l'essere
stesso, in quanto la liberta puó accoglierlo o respingerlo, affermarlo o tradir-
lo; e le due cose sono in fondo tutt'uno. Solo la liberta precede e puo prece-
dere la liberta, e quindi I'essere stesso eliberta; ed eper questo che cio che sta
all 'origine de1la liberta, cioe I'essere stesso come liberta, non solo non limita,
ma anzi slancia e stimola la liberta, e la sorregge solo nel senso che la slancia.
Sostenere che l'essere stesso eliberta ecosa ben diversa che abbandonare l'es-
sere alla liberta: abbandonare l 'essere alla liberta significa abbandonare la
liberta a sé stessa, e quindi votarla all 'autodistruzione; sostenere che l'essere
e liberta significa invece approfondire il principio dell 'inseparabilita di essere
e liberta, per cuí la liberta non e tale senza l 'essere e l 'essere non etale senza
liberta, nel senso che solo la liberta precede la liberta.
Nella loro suprema inseparabilita i due termini si convertono, e al culmi-
ne l'essere stesso eliberta e la liberta stessa e essere in una ben chiara e deci-
. . . , ' , non 1·n un a con fus1one
sa convertibilita · ·
1mprec1sa · 'e appross1mat1va. · · Questa
converttbiltta rende ad esempio compatibili la perennita dell 'innovazione e la
permanenza. della norm a, ne 1senso ch e la continua • .
1nnovaz1one • e, data non sol-
tanto dalla hbert' d 11' · ·
a, ma ª essere stesso che le si affida con tutta la propna ine-
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. ·¡·ta e la norma permanente e data non soltanto dall'es
aur1b1 J , • • • • sere, ma anche
s ¡·berta che v1 s1 ancora, e che v1 att1nge al tempo stesso reg 1 .
dalla t . • , o a e s1anc10.
Queste le Imee ~ella problemat~ca ~ una "ontologia della liberta" che l'e-
. tenzialismo ha aff1dato
sis . . alla. med1taz1one
. attuale, e in nome della qua1e 10 .
desidero procla.mar_n11 es~stenz1a11sta - ora che, passata la moda, hanno cessa-
to di dichiarars1 tah molti che, pur non essendolo mai stati veramente s'eran
allora professati esistenzialisti - , quale in fondo scoprii d'essere' sin da~
momento che, .con immediata congenialita, m 'accostai tanti anni fa a quei
testi, anche se m quel momento, per scrupolo di cautela speculativa, preferii
presentarmi come storico dell 'esistenzialismo. Per questo programma
d'un'ontologia della liberta, al quale mi son dedicato e intendo dedicarmi ulte-
riormente, l' esistenzialismo non e per nulla passato e non ha affatto chiuso i1
suo ciclo, ché anzi ne ha inaugurato uno nuovo: non solo propone un tipo di
pensiero né prassistico né contemplativistico, in quanto conferisce all'atto
umano un potere innovatore e trasformatore proprio in virtu dell 'inseparabilita
di essere e liberta; non solo ha affrontato e affronta i problemi delle filosofie
che si dicono postesistenzialistiche, quali i problemi del linguaggio, della tec-
nica, dell ' ideologia, del mito, del profondo, della demistificazione e cosi via;
ma si puo dire che sia il primo modello odierno di reviviscenza della ragione
non illuministica ma "romantica", vaccinata tuttavia contro l'irrazionalismo
che in passato ne e variamente derivato con deplorevoli inconvenienti~e insie-
me non contenta dei "modesti" ma in fondo "pigri" compiti d'una rag10ne sto-
rica o empírica o tecnica, ma non percio meno critica di quest'ultima, anzi piu
vigile e consapevole.
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