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L'EVIDENTE
MERITO
FEDE CATTOLICA
OPERA
DEL P. NICOLO* MARIA PALLAVICINO
Della Compagnia di G I E S V\
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Nella Stamparla di Gio:Giacomo Komarck . M DCLXXXIX.
CON IIC2NZA dFsvÌÉRÌORI .
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f AL MOLTa
REVERENDO IN CRISTO
PADRE NOSTRO
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P.TIRSO GONZALEZ
PREPOSITO GENERALE
Della Compagnia di GIESV.
DEDICAZIONE,
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ne'suoi Volumi, e segnatamente ci ha copia di quelle
dottrine, le quali dimostrano l'euidente merito, che
tiene ad esser creduta per vera la Fede Cattolica . Di
più V.Paternità ha diffusi i riui di questa Sapienza in
molte sue Apostoliche Missioni nelle Spagne , nelle_,
quali non contenta di tonare con santissimo zelo
contro i vizi; de' fedeli, ha fulminata altresì l'infe
deltà , conducendo all'ouile di Cristo Ebrei, e Mori ,
la conuersione di ciascun de'quali per l'indomabile
lor pertinacia , e per la rarità , è vn miracolo della.,
grazia Diuina , e dell' efficacia della predicazione,
sEuangelica : E perche Iddio non ha conceduta minor
felicità alla sua penna , che alla sua lingua ; le sue_,
Scritture somministrano armi al Santuario contro 4
l'Infedeltà 9 e contro l'Eresia , e sono simili a quella_,
Real Torre , da cui pendeuano Milk ctypei omrìis
armatura fortium » Da ciò è , che Y offerire io à
V.Paternità quest'Opera, è vn medesimo , che collo
care le colè nel suo luogo più adatto , le acque nel
Mare , il fuoco nella Sfera .
2. Dissi, che i fiumi corrono altresì al Mare,
quasi a rendersi tributari; alla lor prima cagione . Or
di quest'opera V. Paternità è stata la prima cagione ,
perche me l'ha imposta con l'autorità del comando ,
Ond'è debita a lei per quel modo , che i frutti fon.,
douuti al Signore del terreno , e al coltiuatore dell'
arbore . Si aggiunge a questi titoli l'efler V.Paternità
supremo Capo dell'Ordine di S. Ignazio > il cui pre
cipuo fine è , dilatarla Fede Cattolica per la vastità di
due Mondi : onde niun dono può essere , ne più pro
porzionato ad offerirsele, ne a V.Paternità più grato,
che que'libri , che sono ordinati a conseruare , e dila
tar la Fede . Questo dilatamento, per mio credere, c
stato vn de'precipui fini , per cui Dio l'ha solletiata_.
al supremo Magistero dell'ordine nostro . Dissi , l'ha
soilcuata ; perche non vi è salita per .i consueti gra
dini delle cariche inferiori 5 ma vi è stata portata , per
così parlare , a volo dalla Prouidenza Diuina, e dalla
grandezza del proprio merito . L'eiperimento delle
cariche minori per giungere alla suprema , si richiede
in quei de'quali nó è altronde notoil merito di salirui.
Questo in V.Paternità era sì maniscsto,che iaria stato
superfluo il testimonio delleiperienza , il quale vni-
camente richiedesi in supplemento dcll'euidenzaroltrc
che i maneggi , ne' quali V. Paternità è stata impie
gata con sommo promouimento della pietà , e della.,
sapienza a gloria di Dio, la venerazione de' Popoli,
l'amore de Grandi , e de'sommi Re, e di quel fra tutti
Massimo , che regge le chiaui del Cielo , erano argo
mento irrepugnabile del suo senno , della capacità
della sua mente , onde sono seguiti i grandi applausi
fatti alla sua elczzione . Godo, che questa mia opera
sia la prima ad essere composta per vbbidirla , e fra^
le prime a riceuer l'onore delToffèrirsele tributaria , c
portare in fronte il suo nome . Da questo , come-,
riceue felicità di Natali , così spero , che sortirà lun
ga vita , esito fortunato , ed efficacia , per conuertire
molte anime a Dio , che è il fine , a -cui l'ho ordinata.
A 3 V.Pa-
V. Paternità l'habbia in grado , come coíà sua , e
quasi sua Primogenita . Mi duole , che questo
mio parto non sia perfetto , per esser degno di lei ,
ma mi consolo in iàpere , che , perche i frutti debba
no offerirli al Signor del Fondo , non è mestieri , che
fieno perfetti , basta che fieno primizie del suo
Podere .
A CHI
A CHI LEGGE.
THYR-
THYRSVS
GONZALEZ
PRiEPOSlTVS GENERALIS
Societatis I E S V .
Thyrfus GonZfleX^
OPVS
Гч
OPVS , quod Ilhistriss. Nonariensis nunc Episcopi cal-
culo maximain parrc fuerar approbatum, vtiquc meo
non indigebat obscurissimo . Vidi tamen iuflu Rcuercnditë.
P.Ioannis Maria; Ferrari; Sac. Apost. PaLMagistri , Sc fatcor Zaech.y .
me leuafle oculos , & volumen volans vidisle . Quomodo
emm non volaret , quod â P. Nicolao Maria Pallauicino
cclcbcrrimo Societatis Iesu Scriptore exaratum ? Hic inge-
nioAquila, eaqux pertractat sunr celsitudine Diuina , <3c
ca , qua scripfít eloquentia , coloratas varia çquè ac venu-
stiflìma clegantia explicat pennas . Vtinam cuolarct ad insi-
delium Haircticorumque manus : & vtinam hi imitarentur
£zechieIem,comedcntcs voKmicn istud , haud dubico quod ^P*?*
corum ora venenataamarirudine plenaaducrsus catholicam
veritatem , íuauisTima mellis dulcedine rcplcrcntur. Dignis-
lìmum iraque censeo , non quidem vt typis videat lucem ,
sed vt Lucem , qua cumularissimè perfundirar orthodo-
xum effundat in Orbem : hac irradiata Sancta» Religionis pjaf -t<,
dogmata , qua: credibilia facta sunt nimis , credibiliora ml-
gebunt . Hue Sapientiflîmus Author eólîímat , hue & per-
tingetcum neruose arguât incluctabiliter conuincat, diluci-
<dè explicet , euidenter qua; obijciuntur diflbluat, his omni
bus addira prae dulcis cloquendi vcntistas cogit huiusAu-
thoris volumini illudadscribere . Omnc tulit punctum, qui
miícuit vtile dulci . Ita sentiebam in Conucntu nostro San-
ctae Maria; de Victoria .. Romac die 4.Noucmbris 161 3.
I'wprï-
— • - • - . '--> • : j! . -
. r" ■ , • ■ r f •.
• ' • ■ ■ ■ ■ ;: . i:v :.. •
' ; Imprimatur.
Si.videbitur, Reuerendiss. P. Magistro Sacri Palatij
Apostolici .
Steph.LMenattus Epi/c.Cfrenen.FiceJg.
i.
— ^Imprimatur* *
Fr. Thomas Maria Ferrari Ord. Prad. Sac. Palatij
Apost.Magiûer*.
SINO
S I NO P SI
DELL OPERAr
mi
W
LIBRO
CAPO PRIMO.
PROEMI 0.
CAPO
16 LIBRO PRIMO.
CAPO Q.VINTO.
CAPO SESTO.
CAPO SETTIMO.
CAPO
~7
CAPO OTTAVO.
CAPO NONO.
CAPO
. C A P O D & G J M O. ..
CAPO VNDECIMO.
CAPO DECIMOTERZO.
CAPO DECIMOQVARTO.
CAPO DECIMOQVINTO. .
5S Z f S R O F R r M O.
fotto vocenon pochi fra* Calutnisti* maífíniamente ira i
Rjgidi) che chiamansi. Puritani..
CAPO DECIMOSESTO.
r
óo LIBRO PRIMO.
i quali militano a fauor delle altre Sette . La ragione di
ciò è 5 perche la prudenza ci detta con limpida chiarez
za} douersi vna tal Religione preferire alle altre Sette.
Or non può la prudenza , saluo che per accidente dettar
ci il fallò : adunque vna tal Religione ha merito di es
sere preferita alle altre Sette , e per conseguenza di es
ser tenuta per vera : e condannando ella per false tutte le
altre, è infallibile il didurne, ch'essa sola è la vera . E co
me può fingersi , che Dio habbia prouidenza delle cose
vmanc , c che a lui sia in grado l'eisere onorata con vna_>
tale specie di culto, e d'altro lato habbia consentito , che
militino a fauor di altra Setta ad esso nemica più forti ar
gomenti diventa di que' , che ci mostrano la vera , per
maniera, che la prudenza ci detti di preferirle alla vera.
4. L'obbietto della vera Religione è l'eccellenza di
Dio, in quanto egli vuoPeflere da noi onorata , e con gli
atti interni dell'intelletto , c dell'appetito intellettuale,
e con gli atti corporei di culto esterno . La ragione di ciò
è , perche l'huomo è composto di spirito , e di corpo > o
Dio è creatore sì del suo spirito , sì delle lue membra : è
autore altresì del ben'essere , sì dello spirito, come del
corpo di luir adunque ragion chiede, che l'huomo l'ono
ri , sì con gli atti spirituali dell'anima , come co'corpora-
li delle membra: onde coloro, che rendono a Dio il cul
to interno, e negano-i'esterno , diuidono l'imperio di sè
stessi , mentre concedono a Dio vna metà di sè stessi, l'al
tra negata ad esso la concedono ad altro Idolo, e Signo
re . Quella rea semina , e falsi madre consentiua, che si
diuideisè il parto, la v'era madre noi volle saluo che inte
ro: quindi Salomone decise a fauor di questa> e volle, che
foste suo il bambino , riconoscendola vera madre di esso .
Il demonio autore delle false Sette è contento, che l'huo
mo diuida il suo culto , e ad vna Religione sia liberalo
dell'interno , all'altra dell'esterno . Non così Dio , eh' è
vero autore, e padre dell'huomo, ma richiede da esso sì 1'*
interno, come l'esterno culto. Pertanto neghisi l'huomo a
CA P O D EC IMÙS ESTO. 6l
chi l'accetta dimezzato, sia tutto di quello, che non l'aç-
cettaj saluo che intiero. '■' j : i . i j '
' ■ * ; iì1 .\'< /' •
CAPO DEC I M OSE T T I M O ;: ' •
CAPO VLTIMO.
t
С А Р О V L Г î U О. 67
clamare: Digitus Dei eß hic . Quanto a gli oracoli Iddio
ha difpofto, che i loro infegnamenti fofler si notoriamen
te empij , falfe leloropredizzioni , che gli autoridi e/ïî
iî palefarono per demoni; , e uon per Dei .
3 . Dopô la venuta di Criíio i Giudei per la loro per-
tinace infedeltá Я rendetrero degni di eíTer fedotti da'lo-
ro menzognieri Kabbini inuentori del Talmud. I rei Crí-
.ftianí meritarono, che Iddío fegnaflè fauoreuole il re-
feritto della petizione , che feccro i demoni/ cacciati da-
gli antichi oracoli , di entrare in Arrio , in Sabellio , in-,
Neítorio , a fedurre con la lingua , e con la penna i cat-
tiui Criftiani . Leíante fuariatc Eretíe , che appeftarono
l'Oriente, furonodegne, che non foíTe vietató al demo
nio di prendere per íuo órgano Maceometto a fedurro
quel vafto Mondo . Nel fine de'fecoli ranrcddatafi la.,
Carità , e quaíl cítinta la Fedefoluetur Satanás , per mo
do che valendofi, quafi di ftromento animato , dell'Anti-
crifto , a produrre fcgni , eportenti bugiardi •, farà íha-
ge d'innumerabili anime . Ma nel Talmud de' Rabbini ,
ne* libridegli Erefiarchi , nelTAlcoranodi Maceometto
per diuina petmiíTionefi leggono afafci le contradizzio-
ni, le fauole ridicole, le menzogne aperte ., fiche bafta ha-
uere fcintilla di ragione in capo a riconofcerlo per detta-
tura deJla malizia vmana^onl'aífiftenzadell'aftuzia dia
bólica. In torno all'Anticrifto : l'hauerlolddiopredetto
per bugiardo Profeta, farà bafteuole antidoto per chi
vorrà valerfenc a preuenir il male : i veri miracoli di
Enoch , e di Elia oppofti a i falfi di quel Seduttore , fa-
ran bafteuole medicina a chi vorrà giouarfene, per cura
re il maloregià contratto . Tutto ció renderaífi palfifo
.nel progreíTo dell'opera prefente .
1 з LIBRO
6S
LIBRO II*
CAPO PRIMO.
CAPO SECONDO.
CAPO TERZ O.
K 2 CAPO
76 LIBRO SECONDO.
CAPO Qy ARTO.
CAPO QJ I N T O.
CAPO SEST O.
V
CAPO SESTO. Sj
non fauellare de'miracoli operati da questo grande Apo
stolo eziandio nel nostro Mondo » basti dire , che nell.u
sola picciola Terra di Poramiò in Calabria ne operò in_»
soli dicidotto mesi ducento quarantadue , conforme all'
autentico registro fattone dal Vefcouo di Mileto , nella
cui Diocesi e quella Terra .
3. Questa copia > e grandezza di miracoli operati a
confermazione della Religione Cattolica superiore ol
tre ogni comparazione a que' , di cui si gloriano le altre
Sette , dimostra, che i nostri son'opera del vero Dio, e
gli altri sono , o fauolosi , o fattura de' Demoni;. La_>
pruoua è manifesta . Se Dio hauesse consentito al De
monio di operar più , e maggiori miracoli a fauor di Set
te false , che gli operati da lui a fauor della vera, il suf
fragio de'miracoli sarebbe dal lato del Demonio, e del
la Setta falsa per Ja preualenza della grandezza , e del
numero . E' necestàrio dunque, affinchè ciò non auuen-
ga , che i veri miracoli , cioè i fatti da Dio a conferma
zione della Religion vera fieno que', che preualgono
nella moltitudine, e grandezza a i fatti dal Demonio a
persuadere la falsa. Con ciò rimane sciolta T opposizio
ne , che fanno circa la confusione de' miracoli veri co'
falsi : eflèndo aperta la maniera di distinguerli , cioè la
maggior moltitudine , e grandezza., oltre altri caratteri,
de'quali ragionerò nel Capo seguente .
CAPO SETTIMO.
CAPO OTTAVO.
CAPO NONO.
CAPO DECIMO.
...» N CAPO
9* LIBRO SECONDO.
1 • * * « *
CAPO VNDECIM O.
\ •
. CAPO
103
* CAPO DVODECIMO.
CAPO
105
CAPO DECIMOTERZO.
CAPO DECIMOQVARTO.
CAPO DECIMOSESTO.
CAPO PRIMO.
CAPO SECONDO.
CA PO Q^VARTO.
CAPO Q_V I N T O.
CAPO SESTO.
■CAPO SETTIMO.
C AP O O TT A V O.
CAPO
LIBRO TERZO.
CAPO NO N O.
CAPO DECIMO.
CAPO VNDECIMO.
Si confermano iprecedenti discorsi con vna notabile
comparazionefra Susanna-) e Lucrezia .
CAPO DVODECIMO.
CAPO DECIMOTERZO.
} 168 LIBROTERZO.
tiunt iustitiam : per giustizia può intendersi , o Tincreata ■>
ch'è Dio,o la creata> ch'è la virtù . Or queslasete, e famé
proucngono dall'amar Dio , e la virtù j e però perfetta-
mcnte dispongono a conscguir Dio con vederlo, e la pie-
nezza délia virtù con amarlo . Beati m'sericordes^quoniam
ipfi misericordiam consequentur . La somma misericordia
è quella , ch'estingue qualunquc possibile miseria j il che
conuiene vnicamente alla vision beata : e V vfar miseri-
cordia con altrui 5 ci rende degni a riceuerla da Dio col
sommo eccesso . Beati mundo corde : Beati pacifici : que-
sta mondezza 3 equesta pace sono precipuo efsetto délia
caritàj che vnendoci a Dio ci rende puri , e conciliandoci
con Dio5 c col prossimo partoriscc in noi somma pace dis-
ponente aU'altiíTìma pace , alla purissima mondezza 5 ch'è
propriadichi vede Dio . Alla mondezza di cuore con-
corre il conseglio , che Cristo ci diè délia verginità; con-
corrono i precetti délia castità , i quali xiettano i nostri
cuori dagli alfetti immondi, e carnali : alla pace concorre
la mortisicazione délie paísioni, che ci è intimata altresì
dalla dottrina del VangeIo5Conciosiache il tumulto di esse
turba Tinteras pace . A questa mortisicazione fa mestie-
ri superaria guerra délie persecuzioni S perciò Iddio bea-
tisica coloro } i quali persecutionem patiuntur propter iu
stitiam.
4. La più adatta diíposizionc ad vna forma è quella 1
che i Filososi chiamano incboamentumforma , quaí'è per
cagion di esempio , il bozzo délia dipintura 5 e l'embrio-
ne delTanimale . Or l'osseruanza dclla legge euangelica
puòchiamarsi inchoamentum beatitudinis : la violazione
VeverjtRti. di eíTa inchoamentum miseria , corne discorre Sant'Agosti-
tnfine. no % Orain noi si perfezzionerà nella vita auuenire ciò j
che amammo nella présente: inchiamò Dio, giungeià
al sommo la perfezzione deiramore , di deíìderio si tras-
formerà in godimento j di merito in beatitudine : fi per
fezzionerà la cognizione , e di fede trasformerassi in vi-
íìone delTobbietto: si perfezzionerà la mondezza di cuo
re con
CAPÒ JbnCÏ MOTERZO. 169
re con Pimpeccabilità : lo stesso a proporzione vuole af
fermarsi delle altre virtù : all'incontro ne'cattiui > allor
ché giungerà alla sua ( siami lecito così chiamarla ) per-
fezzione,il vizio si trasformerà in miseria . Perciò a quel-
\'h che amarono-magii tenebrai quàm lucerti (le seguen
ti fon parole di Sant'Agostino ) dabuntur interiora tene
bra , harum quippe initium ejiprudentia carmi , &senjuum
corporeorum-, imbecillttai , & qui certaminibui delefìantur >
alienabuntur dpace: e a quelli, i quali Jitire->& esurire vo-
lunt-, ò" in libidinibui inardescere^ vt libentiùi edantt bibant,
& concumbant-i perche amant indigentiam , qua est initium
summorum dolorum , perficietur in ijs , quod amant , vt ibi
Jìnt-> vbi eii fit ploratui , &Jiridor dentium . Dal sin qui
detto si deduce per euidenza , che PoíTeruare i precetti
del Vangelo è vn continuo disporsi ad esser beati , il vio
larli a diuenir miseri . A questa sì eleuata dottrina circa
il fine delFhuomo , e circa i mezzi di ottenerlo , mettansi
a rincontro le dottrine de'Filosofi, i precetti di tutti i Le
gislatori, i consulti di qualsisia Areopago, o Senato , che
fu, ch'è, farà mai nel mondo, tutto è paglia , tutto e stra
me , e fieno , a paragone di esta : nessuna di queste leggi
impone mezzi atti a conseguir la mondezza di cuore: la
pace dell'animo , l'amore amieheuok verso a Dio . I più
rinomati Filosofi, i Legislatori Gentili, gli Eresiarchi ap
pena ne fan motto . Brcuemente : proporzionale alla de
bole^ incerta cognizione, che hanno intorno alfine dell'
huomo è la lor dottrina intorno a i mezzi .
CAPO DECIMOQVARTO.
CAPO DECIMOQVINTO.
CAPO DECIMGSETTIMO.
CAPO VLTIMO.
LIBRO
LIBRO IV-
C A P 0 u.» R I MO.
CAPO TERZO.
CAPO QJV I N T O.
CAPO SESTO.
CAPO
CAPO OTTAVO.
CAPO NONO.
CAPO DECIMO.
CAPO VNDECIMO.
CAPO
2S3
-CAPO D V O D E C I M O.
CAPO DECIMOTERZO.
CAPO DECIMOQVARTO.
CAPO DECIMOQVINTO.
CAPO
26p
CAPO DECIMOSESTO.
CAPO
272 l I B & O '^V A RT 0.
CAPO DECIMOSETTIMO,
CAPO VLTIMO.
LIBRO V*
c. a p o p a i m o.„ . . ..
CAPO
231
CAPO SECONDO.
CAPO
288
CAPO TERZO. ;
CAP O Q_ V I N T O.
CAPO
206
capo sesto:
9
:9S LIBRO 4>_F I K T O.
tn odorem vnguentorum . Tutti lo bramauano con accefì
voti j dicendo con Ifaia : Rorate Cali desuper : Nubcs
pluant Iujium . E la Sinagoga,per accélérai- la sua venuca,
giunsc a prometter poco men chc l'impoflîbile > cioc che
Aqu* ardèrent igni: chc sol quanto appariíse la sua fac-
cia visibile sopra la Terra 5 seguirebbono a palesarlo al
Mondo prodigij pari a qtiello, che sarebbe,se le acque ar-
defíero } e se fi liquefaccflèro i monti : linguaggio isquisi-
tamente profetico , che su quanto prédire , che venendo
Dio afarsi Huomo, cdhabicar con gliHuoinini, i più duri
petti\e saldi a par dellcsclci,íî ammollirebbono,i cuori più
rrcddi, c restij a douer niai sentir caldo diamordiuino*
ne auuampercbbono .
4. Non è per auuentura gran marauiglía > che i Pa-
r „ .„ triarchi , c i Profeti , dc'quali afferma San Bernardo > ch'
cwt. erano : Odoratu /agaces , senrislerosi dalungil'odor del
Meslta . E' ben oggetto di alto ílupore, che la Gentilirà »
ileuiodorato rendeuano ottuso le feccie délia carne,
che fiutauaj sentisse inch'eû'a vn tal'odorc, onde ardente-
A t 2 g mente lo bramasse > per modo che da Aggeo il Meífia si
chiama: Dejideratns cuncììs genùbus; e da Giacob: Ex»
çtn.49. peclatio gentium: anzi perche Salomone era figura del
Messia> stà setitto , che Vnìuersa Terra dejiderabat vulturri
Salomonis : e la Regina Saba figura délia Gentilità Ab vl-
timisfimbus Terrte venue a vedcrlo . Lo deíìderaua Ia_»
Gentilità eziandio nol sapendo , perche trouandosi mise
ra^ inserma, per naturale istinto bramaua la venuta di vn
céleste medico, a sunarla 5 per quel modo che la Terra
inaridita brama la pioggia: roaggiormente che nulla gio-
uauano a sanare i suoi malori i medicamenti, che appli-
cauano i legislatori, e i Filososi : anzi maggiormente cre-
sceua l'inscrmità . Non solo lo bramauano tutte le genti»
ma altrcsi Paspetrauanoj e lo ípcrauano : e però non solo
fi chiama Defíderatus cuntlis genúbus , ma expecJatïo gen
tium : ond'c m-stieri il dire 3 che di lui hauesser qualche
contezza tutte le senti .
5- E
CAPO SESTO. 299
y. E l'hcbbero per verità , perche Iddio , affinchè il
Messia foste Expeslatio gentium , ne infuse parecchi secoK
prima lo spirito della prescienza nelle Sibille , e ne fece
sentire nella lor lingua natia gli oracoli, che ne saudia
no con sensi limpidi » e chiari . Era celebre eziandio fra'
Poeti l'antico secolo di oro, sotto cui si adombraua lo
stato dell'innocenza. Ragionauano di Astrea sbandita 5
cioè dell'innocenza perduta per colpa di Adamo : sapea-
no douersi rinouareil secolo di oro, scendendo dal Cielo
l'eccelsa progenie ri storatrice del Mondo . E notisi , che
appunto in quel tempo , in cui venne , prima che fosso
nome di Cristianità nel Mondo, onde potesse dirsi inuen-
zionc de'Cristiani, Iddio dispose, che cantasse Virgilio .
Vltima Cum&i -venti jam carmini* £tas
Jam noua progenies Calo demittitur alto
Jam redit & Virgo , redeunt Saturnia Regna .
E in quella intera Ecloga descrisse il Regno del Messi.u
con quelle forinole stesse, onde leggeasi espresso da Isaia.
Le contezze del Messia per tutto si eran diuolgate, e di
età in età , di mano in mano tramandate da' Maggiori a'
Posteri come promessioni durine . Abramo, Giacob,Giu-
seppe, ne recarono contezza a gliEgjzzij, Giobbe a' Cal
dei, l'empio Balaam per istinto diuino lo promise a'Moa-
biti: e dispose Iddio a tal fine le tante cattiuità del Popo
lo d'Israele in Affrica , in Asia , e seco le sue profezie , i
suoi Profeti . Oltre che il famoso Tempio, il quale trae-
ua a se la curiosità di tutte le genti , era vna perpetua > e
immobile profezia piena di emblemi, di figure, Jc quali
ícopriuano a tutti i Popoli la venuta del fucino liberato
re, per quel modo che ora i medesimi Giudei sparsi per
tuttala Terra loro malgrado rendono aperto, che già
venne .
Pp 2 CAPO
300 L I B R O g^V I N T O.
CAPO SETTIMO.
CAPO OTTAVO.
CAPO NONO.
CAPO
319
CAPO VNDECIMO.
CAPO
3JÎ
CAPO DVODECIMO.
C A PO D E CIM OTE R Z O.
CAPO DECIMOQVARTO.
Che posta la verità d'i ciò, che insegna la Fede circa ilfine_,->
a cuifurono ordinate le pajjìoni , e la morte di Crstoy
nonfurono queste cosa obbrobriosa , ma gloriosa ,
eziandiosecondo il lume di natura .
*
c àv$ $> t c T'y 0'^v"A viro. 3*5
bell'attitudine al suo fine : quindi il tetto rende bella la
■casa 5 perche la rende atta a ripararci dalle ingiurie de*
tempi : per opposta cagione è deforme senza tetto : La_»
passione, la morte sono ora gloriose, ora ignominioso ,
fecondo che prouengono da talc o tal altra cagione : per
figura la moi te patita per delitto di fellonia è obbrobrio
sa , per salute della patria e gloriosa : e quanto più dolo-
rosai è accompagnata da gli oltraggi fatti all'ucciso* tan-
*to è più gloriosa. Platone afferma, che coloro » i quali of
feriscono la vira per salute della patria non debbono es
ser annouerati fra gli huomini , ma fra gli Eroi ; ond'ò ce
lebre l'esempio di vna Donna Spartana , che vdita la
morte del suo Vnigenito fu per morirne di dolore, ma
hauura Houclla , ch'era morto combattendo in scruigio
della patria, mutò il dolore in tal eccesso di giubilo, che
gloriandosi di esserne madre , fu per morire per alle
grezza.
3. Stabilito ciò, ne viene in conseguenza , che la
p aslìone , e moi te del Saluaroic ,e quella esterna defor
mità delle liuidezze, e delle piaghe, eia compagnia de'
ladri , e le beffa dc'Farisei , furono obbietto , e bellissimo
inverso se , e gloriosissimo al Saluatore , e cosa degna di
lui : conciosiache , se annoueransi dalle Città fra gli Eroi,
e veneransi da molti fra gli Dei gli Attili; , i Curtij , ed
áltri estinti pér amor della virtù , per saluczza della pa
tria, qual passione più appetibile , qual morte più glo
riosa poteua fingersi , che quella di Cristo morto per glo
ria del diuin Padre ,' per liberare il Mondo dalla cattiuità
dell'Inferno,con la suasodisfazzione, col suo merito, per
riempire di virtù eroiche la Terra col suo esempio .• e ciò*
ch'è stato conscguente 9 per popolare di Eroi le Stelle ?
Che1 diròdell'atritudine, ch'hebbe a questo sublime fine
vna tal passione rvna tal morte > La dimostra oltre, il già
detto il mutamento fatto nel Mondo, rispetto a quelle
nazioni , le quali hanno abbracciata la Fede , e legge di
Cristo , delle ouali si è sopra ragionato . Per tanto se la
bellez-
336 ir^XO gJÎXTÔ.
bcllczza àcìlc rose consiste ncll'attitudine, che hanno al
lor sine » mussimamentea vn sine eccelso diuino, non po-
tendosi singcre sine più eccelso , e diuino di quello » a cui
fu indirizzata la morte di Cristo : non potendosi diuiíârc
maggior attitudine a vn tal sine di quella 5 ch'hebbe vna
tal morte ,e in quanto sodisfece per le nostre colpe>ein
quanto c'impctiò validi soccorsi délia grazia per eserci-
zio délia virtù , e in quanto ci formò perfetta Idea délie
medesime virtù , dimostrandoci la vanità del temporale ,
la grandezzadell'eterno ,imprimendoci l'orrore al pec-
caco , disarmando dc'suoi âllcttamenti il ben giocondo»
e dc'suoi terrori il maie terribile , in quanto militanoa
sauordel vizio ; ne seguc, che corne niente poteua diui-
sarsipiù acconcio al sinealtissimo diuino, che la pastîone,
€ morte di Cristo ; così niente può singersi,che siapiù
conforme alla ragione , e che íìa per conseguenza più
degnodi Diojch'èpcr eíscnza la steflà ragione.
CAPO DECIMO^INTO.
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E.IBRO
.«:• T ?. '\ X C. ?. ,7 3 39
L I B R O VI*
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íÇ A P O. P H I M 0.
- CAPq
341
CAPO SECOND O.
z. T A costituzionejecreazionedelMondo natu-
I j raie , che tutta su lauoro di onnipotenza > fù
terminara in sei giorni . In ciascun di essi il Creatore pro-
nunciòScntcnzacirca'quellaspeciedi cosc >che haiieua-»
in quel Mondo prodotta 5 approuandone la bontà : Vidit
quod ejfent bona : nel fine di tutta Topera pronunciò Sen-
tenza circa Tintero Vniuerfo jdicendo : Vidit cunfta qu<t
fecerat 3 & trant -valde bena : soggiunse Valde » perche il
tutto c miglior délie parti. Se tal'vno haueslè fonnato
giudiciointorno a quest'opcra in vnde' giorni precedenti
al suo compimento » si sarebbe per auuentura , benche te-
merariamente scandalizzato dell'Artesicejvedendo chc_>
copriua la Terra di acquar e corne ciò haurebbe dette, se
dee eíser albergo di animali terrestri ? E perche produr
senza luce il Firmamenro 5 che vuol eífere teatro vifìbile
a* terreni Spettatori ? Per tanto chiedeua ragione , che à
pronunciar sentenza ciascuno aspettaflè il sinimento dell'
opéra de' sei giorni : così eziandio a forma? giudicio de
lauori délia dipintura , délia statuaria , vuolc afpcttarfene
il sinimento -, e non giudicarsene 5 quando iìranno fui for-
marli , maflîmamente à notte oscura » ma differire il giu
dicio al nascer del Sole . Per simil modo opéra Dio, men-
tre slà formandoíì nel corso de' Secoli Tordine délie cofe
mondane, à cui non concorre esso solo 3 ma congiunta-
mentecon le Créature. Iddio nella morte di ciascun_»
Huomo forma délia vita di eíTb quel sindicato 5 che chia-
mano giudicio particolare : nel sine de' Secoli terminnto
interamente Tordine moraledi tutte le operazioni vmane>
sot merà quel giudicio , che chiamano vniuerfale : non es-
sendo diceuolc } che vn sommo Artesice fia contento di
proferir giudicio intorno aile parti del suo lauoro,e omet
u di
342 LIBROSÉSTO.
îa di proferislo rispctto al tutto, ch'è più nobile délie par
ti . Da ciòscgue, che non dobbiamo formar giudicio
délie cose morali prima di vcderc terminato il lauoro :
maggiormente ch'cssendo noi parte di questo lauorO) tutti
sìamo in efib interessati , c però insoscati dalla passione:
*, Cor. 4. Nulite ante tempus iudicare ( dice l'Apostolo ) quoadusque
ventât Dominus S qui illuminabit alscodita tenebrarnm &c.
A formar retto giudicio si richiede Popportunità del tem
po , però dicc : Nolite ante tempus : si richiede luce diui-
na,cui ildirìonderc neUenoslre menti siriserba alla ve-
nuta del Sole mistico.» ch.'è Cristo : però soggiunge, Quo
adusque veniat Dominus 5 qui illuminabit abscondita .
2. II giorno estremo si chiaina giorno del Signorej,
perche in eslb il Signorc più che in altro giorno de' Scco-
li renderà fcnsibilmente note le sue diuinedoti : la poten-
za , mentre armera in quel teatro délia gran Valle tutte le
créature ad vltianem injmicorum , libcrasidole dalla serui-
tù , che prestano a' peccatori , e facendo , che concorrano
seco ad esterminio del peccato. Narra S.Clemente, che
l'Apostolo Pietro era solirodirc, çhe in quel giorno si fa-
rà vn gênerai combattimento di tutte le pene contro tut
te le cplpe. Che dirò délia Sapienza ? Fingiamo vn'artc-
sice5 il quale hauendo formate dipinture» c statue di squi-
sito valorc, le quali foflero state deformate , lacerate da
gP inuidiosi aìla sua gloria , che sapienza , e porenza mo-
strebbe egli » se con vn sol tiro di pennello, q di scajpelloj
non che tornarle ali'antica bellczza, le rendeíse più belle,
che dianzi non crano ? L'ordine dell' Vniucrso , ch' è il
lupremo lauoro dclPArtcsice diuino , permettendolo egli
per arcani giudicij , sarà stato per pjù migliara d'anni dé
formât© dall'empietà vmana , c diabolica . Or quai mag-
gior mostra di Sapienza , e potenza ? che riabcljirlo , e ri-
íbmiarlo ( ciò che farà Cristo ) quasi con vn tirp di scal-
pello , c di pennello con le due sinali Sentenze : Venitc^
benedicli : difcedìte âme maledicli ! Quelle, .che appaiono
al Scnfo negligenze, persigura le pioíperità de' Cattiuij
le ca-
\
CAPO TERZO.
C A P O A R T 0. 349
£t afcenderunt ( dice S. Giouanni de'GuerriendeU'Anti- 20. s.
Cl'isto ) super terrœ latitudinem 5 circumierunt castra—,
S*ncJorum-> & dileàJam Quitatem : spiega S. Agostino,che
si stenderà , là persccuzione Vbicunque tune erit ( la Chie-
sa ) qu<e in omnibus gentibus erit . Intorno alla ferocia3 sarà
proporzionale aU'ernpietà dell'Anticristo ; alla crudcltà
del Demonio , ilquale allora Soluetur , corne insegna la
Fcde . Se si atroci furono le persecuzioni 5 che moíl'e il
Demonio alla Chiesa, quantunque legato, chefarà sciol-
to ? Ad Hlos ( dice S. Agostino )sanclos , &fidèles tantus \^%Ae ciuiu
soluetur inìmicus , cum quo nos ligato tantispericulis dimica-
mus . Quantoall'apparenzade'prodigij, basti dire» ch* ad Timtt
egli vertàsecundum operationem Satana in omni uirtute > i-s».
&fignis ' C i suoi ministri Dabuntsigna magna, &prodigia,
disse Cristo . Nelle persecuzioni de' Tiranni i Carnefícì
straziauano i Martiri, questi operauan miracoli aconfon-
dere i Carnefici . Nella persecuzione dcU'Ariticfisto ( di
ce S. Gregorio ) Et tortor Martyre/» cruciabit , &simtd
por tenta exhibebit : e conchiude : g)u<e erit illa magna ten- Jî-wer.cn.
tatío i quando Martyr , & corpus tor mentissubycietiò' ta-
men ante oculos eius tortor miraculasaciet » Che maraui-
glia> se resriges et allora charitas multorum \ se di que',
che riusciranno vittoriosi in que'cimenti ûà scritto : Ve-
nerunt ex tribulat.one magna i In somma lddio accorcerà
que' giorni propter eleclos , altrimenti non ficret salua om~
nis caro .
5. Ciò nonostante: la permissione diuina di sì atro
ce persccuzione laià conuenicntiíïìma -, e conforme alla
diritta ragione : si per i compensì , che Dio recherà alla
sua Chiesa : sì per la gloria , che ne risokcrà a Cristo , a i
perseguitati datTAncicristo : e perche per essa prima di
entrare ncl talarno délia gloria riceucrà Tvltimo ricamo ,
abbellimento, e sinimento la Sposa di Cristo . Faucllando
de' compenlì , è vero , che l'Anticristo Veniet insignis , &
portentis-, ma mendacibus , a' quali Enos > 8c Elia chia-
mati a soccorfb dclla Chiesa da vn'alrroMondo, oppor-
ranno
Ì50 LIBROSËSTD^
ranno i vcri miracoli . Oltrc a chc toglie la sorza aJj' ap-
parenza di questi miracoli l'cflère stati predetti eflì> la lo-
ro falsità j il reo fine , in cui terminera il loro autore : c
vcro > che innumerabili morrali cederanno alla persecu-
zione 5 ma molti altresì staran saldi , e saran que' Marcirij
e quelle Vcrgini vcduti da S.Giouanni trionfanri nel Cie-
Jo con l'Agncllo . Sarà atrocissima la persecuzione , ma
breuissima . II maflîmo compensodi essa sarà la conuer-
sione de'Giudei , chc sospirata da tutti i secoli 5 e dj/Feri-
ta aU'estrcmo secolo riempirà di giubilo la Chiesa > e fer
mera con nuoue inuitte pruoue la diuinità del Redento-
re j dalla cui Sapienza fu predetta , e dalla potenza esse-
guita. >
4. Che dirò délia gloria 3 che risulterà da quelia per
secuzione al Redentoie ? E' slata gloria del suo sangue
legare il Demonio , che prima era sciolto 5 econ ciò ren-
derci agcuole il supcrarlo : ma affinche non poísa quel
reoSpirito gloriarsi » che solo perche era legato fu vinto
da'Giusti ) fcatcnisi , dirà Dio ■> affinche scorgasi-,che que-
1. Cor.n.ic. gli > il quale potè incatenarlo , può armare di si sorti aiu-
ti i suoi guerrieri , che '1 debellino 5 quantunque sciolto :
c '1 debellino per modo, chc si verisichi délia Chiesa:
c.ji.4. Cum infirmor ■> tunepotenssuum : Draco ( dice S. Giouan-
ui) Stetit antè mulierem (cioè la Chiesa) qua erat paritu-
ra , i>t cum yeperijsetfilìum eius deuoraret . Chi non sisa-
rebbe creduto , che la Chiesa, o non si sconcia/Tè atterii-
ta da quel mostro, o almeno partoriíse progenie debole,
feminea : nò nò 1 il Redentore dabit cum tentatione pro-
uentum , e sarà si , che > cum ìnfirmatur 3 tune potens fit:
onde siegue : Et peperit filìum suum mafeulum, qui*
Up 1 u rtffurus erat gentes -iCioc v n popolo di Mai tirij di Eroi
sorti recluri gentes , perche /usti domìnabunturpopulis . Le
spofe terrene partoriscono proie maschile 5 quando sono
nel fior dell'età, fane , robuste. La Chiesa per opposto
sarà inuigorita per modo da Cristo , che decrepita, in-
ferm a j afrlitta 5 allora appunto pariet filìum mafeulum
E'si
c a p o j^r a r r o: }$t
•fi* si grande la gloria , che risulta a Dio , c a Cristo daliè
virtù eroiche di pochi/finii » che Iddio oppose la virtù
eroica di vn solo Giob, il quale bonus inter malosfuit^W-
Idolatria di vn Mondo , perche 'gloriandosi tacitamente
il demonio , che teneua domìnio sopri la Terra tutta per
poco Idolatra , allor che dislè Circuiui terrami& per am
bulata eam; Iddio subito gli oppose l'eroica santità di
-Giob , dicendo : Numquid considerastiseruum mtum lab Jf
Ed è certo j che come vn valente Pittore più stima vna
tauola di Apelle, che cento di "voi gar pennello ; così Id
dio oltre ogni comparazione più apprezza le virtù eroi
che di pochi , chele innumerabili volgari di molti : e pe
rò permette le persecuzioni, perche 5 se la pace è più fe
conda di salui , la guerra è più ricca di Santi . Or alla fe
rocia della persecuzione dell' Anticristo risponderà con-i
proporzione la virtù eroica de'trionfatori di elsa .
5. E' conueniente altresì la permissione di quella fe
roce estrema persecuzione a gloria de' Martiri persegui
tati. Nelle persecuzioni della Chiesa, e ne' martori de*
Cristiani, si sono osseruate dalla diuina Prouidenza quel
le leggi ,che sogliono tenersi da vnSourano Duce nell'-
ordinatd disposizione di vn esercito . Ciò è , collocar il
fior della milizia, e i Guerrieri più prodi alla fronte dell'
Esercito in quella, che chiamano Vanguardia , per rin
tuzzare i primi impeti dell'Auuersario>e dar principio alla
vittoria: e costume altresì collocare i più prodi Guerrieri
in quella,che chiamano retroguardia, per dar compimen
to poi alla vittoria : le milizie meno robuste si collocano
nel mezzo , perche fieno auualorate, e difese da que*
Guerrieri , che le precedono, e da que' , che vengono
lor dietro . Or in quella Cajlrorum acie ordinata , ch'è
la Chiesa militante , sono stati posti nella fronte , e
quasi vanguardia dell'Esercito , gli Apostoli , e i primi
Martiri , Gens rcbustijfima , quantunque conuuìsa , e dila-isai. 18. 1».
cerata , come la chiama Isaia : nel sine dell' Esercito saran
posti nuoui Apostoli , vn Enos , & Elia , e altri Martiri ,
che
3$í Z I B R 0 SESTO:
che daranno l'estrema sconfìtta all'Inferno . NoiguerrieC
ri men£orti siam collocaci nel mezzo , onde auuieno.,
che siamo rincoraci dall' esempio de' primi , e consolati
con la speranza de gli estremi . Stante ciò: come fu con-
uenience , che si j^r mettessero nel principio della Chie
sa le più furiose persecuzioni e le più vniuersali > le motte
da Cesari , eh'eran Monarchi del Mondo , il che cad
de in acconcio a render sommamente gloriosi gli Apo
stoli, ci primi Martiri : così è ragione , che si permetta
nel sine de'secoli la persecuzione dell' Anticristo vniuer-
ialissima,e ferocissima per gloria di quegli Eroi, che
chiuderanno l'Eièrcito della Chiesa . Vn de' peggiori
fra'mortali, Nerone , mosse la prima persecuzione alla
Chiesa : Anticristo peggior di lui mouerà l'vltima.- e co
me l'empietà del primo valse a consegrare i suoi princi
pi; , l'empietà del secondo varrà a consegrare il suo fine.
6. Per yltimo , quella persecuzione sopra, ogn' altra
renderà immortalmente gloriosa la Chiesa. Questa iru
tI# riguardo a quel secolo fu veduta da S. Giouanni arnifla
Sole , Lunasub pedibus eius , in capite eius corina fiel-
larum duodecim . Il Sole , che l'ornerà , farà Cristo > che
la circonderà con ia sua protezzione, e l'armerà col suo
lume contro le tenebre dell'infedeltà, e della colpa_» .
Per Luna ( dice S. Gregorio ) mutabilità: temporunu*
accipitur . E però la Chiesa allora quia cimila tempora-
lia defpiciet , Lunamsub pedibus premei . Le Stelle , che
le coroneranno il capo, faranno le Vergini, i Martiri,
le virtù eroiche . Di questo gran portento dice l'Euan-
gelista : Signum magnum apparuit in Ccelo : non dice , ap-
paruit in terra: perche,comela Luna, quando si mira per
la parte , che riguarda la terra ci sembra pallida > oscura ,
e moribonda , allora è , che dalla parte , che mira il Cie
lo , e più che mai illustrata dal Sole : così la Chiesa , che
.mirata quasi per parte della Terra» cioè con l'occhio car-
nale,in quel tempo sembrerà a'cattiui pallida , esàngue-,
mirata per parte del Cielo3 cioè contemplata con occhio
di
capo j^r a r r ó: 3-53
di fede da'Giusti , sembrerà più che mai bella S e lumino-
fa : e terrà sotto i piedi la Luna , simbolo della potenza
carnale de'fuoi persecutori .
7. La Chiesa si chiama nelle Scritture : Ciuitas Dei', uìs.
Vocabitur Ciuitas iufl'i Vrbs fidelìs ( dice Isaia.) Tempio
dell'Altissimo mirabile in aquitate-, la chiama Dauid -
Sposa di Cristo è'1 suo nome ne' Sagri Cantici . Nell'vl- c<,»M.
timo secolo dourà terminarsi il lauoro di questa fabbrica,
di questa Città , di questo Tempio: quindi conuiene, che
Fiat tribulatio maona : che concorrano al lauoro i crudeli
operai col martello , con lo scalpello , più che mai tor
mentando le pietre viue : di più in vece della scultura.,
che fa il lauoro a poco a poco, breuiabuntur dies ////,cioè
dourà porsi in opera l'arte più fina , che fa maggiormen
te stridere l'oro , liqucfacendolo col fuoco, ma in breue
ora ne fa vscire più bello il simolacro . Ne'primi secoli si
gittarono ne'fondamenti di questa Città , di questo Tem
pio , argento , oro , gemme laúorate nella^persecuziono
di dieci Imperadori del Mondo : nell' vltima verserà nel
suo seno la Prouidcnza, valendosi dell' opera dell' Anti
cristo, argento , oro , e gemme non men preziose, cioè
virtù non meno eroiche.
8. Or considerisi la Chiesa in quanto Sposa di Cri
sto . E' consueto , che si ornino , si abbelliseano , si arric
chiscano di gioiellile Spose , quando debbono estere in
trodotte nel Rcal talamo : onde allora è , che i Serui, che
le Ancelle diansi fretta ad ornarle dì vaghezze , di fregi,
di collane. Or perche al tempo dell'Anticristo farà pro
pinquo il tempo destinato a introdurre la Chiesa nel ta
lamo della gloria , ragion chiede , che gli elementi , che
i misti , che le altre cagioni inferiori stimolate dal furore
dcU'Anticristo, quasi ancelle s'impieghino , ad abbellir
la , ornarla . 11 fuoco tormenterà que' Martiri in atroci
maniere , la Terra si aprirà in cento fosse, l'aria , l'acqua
feruiranno a varij tormentosi ordigni, le fiere steste di
menticate de gli ossequij fatti loro per l'addietro diuen-
Yy tcran-
154 LÎBRÒSESTO.
tcranno ferociíïìme contro i Martin . Tutte le créature
saranno stroinenti >che seruiranno aH'abbe]Iimento dél
ia Chicsa , che dourà presentarsi Jicutsponsa ornata •viro
suo. Salira ella sopra quel carro digloria descritto da_»
Dauidj tiraro da scrocissimi mostri : Super aspidem , & ba-
Jìliscum ambulabìt SC&" conculcabit Leonem 5 & draconem >
cioè à dire : Ambulabìtsuper aspidem , pcr cui s'intende la
persecuzione de' Giudei > che a guisa di aspide son sordi
alla predicazione5e per più secoli hanno insultato a i piè
délia Chiesa 5 callora saran vinti : ambulabìt super bafî-
lìscum-i conculcabit Leonem y& Draconem: per basilisco.
s'intende la persecuzione degli Eretici 5 che auuelcnaua-
no con lo sguardo : conculcabit Leonem i & Draconem >
cioè i persecutori Idolarri 5 e rAnticristo medesimo, iru
cui a guisa di dragone íì vniràl'astuzia dell'aípide , ilve-
leno dcl basilisco , la forza del Leone , perche in eslo fiet
recapitulatio totius iniquitatis. Qiiesto carro, cui a fabbri-
cai«rhauranconcorío il sudoredi tutti i secoli,Cieli3 Ele-
inenti, Terri) Huominiî Demoni|5 perche omnïa propter
eletlos y in questa persecuzione satà compitOj e saràric-
co con ogni maniera di ornamenti di virtù , di grazia, di
gloria 5 e sopra esso entrera nel Cielo a regnarein ererno
con lo Sposo céleste, corne già su descritta daDauid :•
Jfiitit Regina à dextris. tuis in vejlitu deaurat'a cìrcundata
varietate .-
C A P O Q_ V I N T O.