I vincoli ideali sono vincoli lisci, ovvero privi di attriti e tali quindi che le forze
trasmesse sono normali alle superfici di accoppiamento stesse.
Per la risoluzione dei problemi di stima delle forze trasmesse attraverso i vincoli
tra corpi rigidi è necessario riferirsi a casi semplificati per le diverse tipologie di
coppie cinematiche, data la complessità e la non generizzabilità dei problemi.
Gli organi come freni e frizioni sono caratterizzati da una trasmissione di forze e
momenti di attrito tra due o più accoppiamenti, con usura delle superfici.
Generalmente il logoramento e l’usura si ha su di una sola superficie grazie alla
differente scelta del materiale delle due superfici di accoppiamento superficie o
elemento di usura.
essendo:
La il lavoro di attrito scambiato tra due elementi cinematici
Vu volume di usura della superficie di usura durante il lavoro scambiato
L’ipotesi di Reye è una semplificazione del problema fisico, dato che nella realtà il
lavoro di attrito provoca anche un riscaldamento delle superfici e quindi non tutto
si trasforma in usura e asportazione di materiale.
P 2 r23 − r13
p= Ma = f ⋅ P ⋅ 2 2
(
π r22 − r12 ) 3 r2 − r1
Nella realtà, sulla base di prove sperimentali si vede che la pressione sulla
superficie della corona è dipendente dal raggio r secondo una legge di inversa
proporzionalità.
( )
seguente:
dM a ⋅ α = f ⋅ p ⋅ 2π ⋅ r 2 ⋅ dr ⋅ α = dV = dS ⋅ h = 2π ⋅ r ⋅ dr ⋅ h
essendo h lo spessore di materiale usurato.
P
⋅ r ⋅ dr = 2π ⋅ c ⋅ (r2 − r1 )
r2 c
P = 2π ∫ da cui: c=
r1 r 2π (r2 − r1 )
p(r ) =
P 1
M a = 2π ⋅ f ∫
r2 c 2
⋅ r ⋅ dr =
(
2π ⋅ f ⋅ P r22 − r12 )
r +r
= f ⋅P 2 1
2π (r2 − r1 ) r r1 r 2π (r2 − r1 ) 2 2
h −h h1 − h0 h1 − h0 x
h( x ) = h0 + = h0 1 + m
x
tgα = 1 0 x = h0 1 +
a a h0 a a
per il calcolo della distribuzione delle pressione sulla superficie del pattino si
applica l’ipotesi di Reye ad un volume elementare h•dx, considerando un pattino
di larghezza unitaria.
x a P
a
P = ∫ pdS = ∫ pdx = ∫
a
c1 + m dx = c a + m c=
a
S 0 0
a 2 a+m
2
Perciò l’andamento delle pressioni sulla superficie del pattino è espresso come:
x
p(x ) =
P
1 + m
a a
a + m
2
2
1+ m
x0 = a 3
2+m
tale espressione verifica che per garantire l’equilibrio delle forze e dei momenti la
forza premente P non deve essere applicata nella mezzeria del pattino. Nel caso in
cui il pattino non possa ruotare di α e quindi avere un consumo regolare allora
h0=h1 e m=0, ovvero p=costante e: 1
x0 = a
2
Nel caso in cui invece il pattino possa ruotare di α allora:
a a x
T = ∫ f ⋅ p ⋅dx = f ∫ c1 + m dx = f ⋅ P
0 0
a
Direzione di accostamento
Direzione generica
α2
T
Sia allora Fn la risultante delle azioni
normali p, questa sarà passante per O essendo
d risultante di azioni tutte passanti per O (le
pressioni sono normali alla superficie e quindi
hanno direzione del raggio), ma la retta di azione non coinciderà, in generale, con
la direzione di accostamento.
Si indichi allora come riferimento angolare del sistema la direzione della risultante.
Il ceppo avrà ampiezza rispettivamente α1 e α2.
Si consideri una generica direzione α rispetto alla direzione delle forza risultante Fn
normali alla superficie di contatto, composta
dalle componenti p•cosα, che agiscono sulle p
α
P senα
superfici infinitesime r•dα.
La forza risultante Fn è allora calcolabile come: α
α1
α
P cosα
Fn = ∫ p ⋅ cos α ⋅ r ⋅ dα dovendo essere nulla la somma α1
α2
delle componenti perpendicolari
∫α p ⋅ sinα ⋅ r ⋅ dα = 0
a Fn: 2
Facendo l’equilibrio dei momenti rispetto al centro della puleggia si avrà l’equilibrio
tra il momento della forza risultante degli sforzi tangenti T e i diversi contributi
delle componenti tangenziali:
d>r essendo cosα<1 dovendo essere:
α1
T ⋅ d = f ⋅ Fn ⋅ d = ∫ f ⋅ p ⋅ r 2 ⋅ dα α1 α1
α2
∫α f ⋅ p ⋅ cos α ⋅ r ⋅ d ⋅ dα = ∫ f ⋅ p ⋅ r 2 ⋅ dα
2 α2
δ
α1 α1
∫α p ⋅ sinα ⋅ r ⋅ dα = 0 = ∫ c ⋅ cos ϑ ⋅ r ⋅ sinα ⋅ dα = c ⋅ r ∫ 2δ cos(ψ − β ) ⋅ sin(ψ − γ ) ⋅ dψ = 0
2 α2 −
2
cos(ψ − β ) ⋅ sen (ψ − γ ) = (cosψ cos β − sen ψ sen β )(− cosψ sen γ + sen ψ cos γ ) =
= cos 2 ψ cos β sen γ + cosψ senψ cos β cos γ + cosψ senψ sen β sen γ − sen 2 ψ cos γ sen β = 0
e quindi:
cos γ cos γ
p(ψ ) = cos(ψ − β )
2 Fn 2 Fn
c=
r (δ − sen δ ) cos β r (δ − sen δ ) cos β
da cui:
δ
δ δ
M f = f ⋅ c ⋅ sin(ψ − β ) ⋅ r 2 2
δ = f ⋅ c ⋅ r 2 ⋅ sen − β + sen + β
−
2 2 2
δ
M f = 2 f ⋅ c ⋅ r 2 ⋅ sen cos β = f ⋅ Fn ⋅ d
2
dalla cui espressione è possibile ricavare la variabile d:
δ δ
2c ⋅ f ⋅ r 2 sen cos β 4 sen
Mf 2 cos γ 2 cos γ
d= = =r
f ⋅ Fn f
1
c ⋅ r ⋅ (δ − sen δ ) cos β δ − sen δ
2
T
P La variabile d individuata (che
permette di descrivere un segmento
C1 γ Fn PO), al variare dell’angolo γ che
forma la forza risultante Fn con la
bisettrice dell’angolo di abbraccio del
O perno, descrive una circonferenza
(C1) passante per O e avente
diametro pari a:
δ
4r ⋅ sen (δ − sen δ )
2
I punti della circonferenza sono il luogo dei punti dove si deve applicare la
risultante delle forze tangenziali (T), al variare della direzione della risultante delle
forze normali (Fn), per avere la condizione di equilibrio, ovvero variazione nulla di
energia cinetica, ovvero stato di regime del sistema.
Per il punto P passa la risultante delle azioni tra ceppo e tamburo (inclinata di un
angolo ϕ=arctg(f) rispetto a Fn.
T P0
P ϕ
Fn
γ
O
Il punto P0 è invariante essendo l’arco P0-0 un arco su cui insiste un angolo ϕ alla
circonferenza sempre costante al variare di γ, dato che tale angolo è l'angolo di
attrito che non varia se non con il materiale dell’accoppiamento ceppo-puleggia.
Per P0 passa sempre la risultante delle azioni.
Essendo γ = 2π/z (con z numero dei rulli) I rulli caricati (sottoposti a tramissione
di forze) sono in numero di z/2 se z è pari e sono in numero di (z±1)/2 se z
dispari
δ
M m = ∑i P1i (Ra + R ) = 4Q δ (Ra + R )(1 + 2 cos γ + 2 cos 2γ + ...)
R z R
1 + 2 cos γ + 2 cos 2γ + ... 1 π2 2
si può considerare: = ∫ π cos γ ⋅ dγ =
z/2 π −2 π
4Q δ z 2 4Q δ
Per cui in definitiva: M = ( R + R ) = (Ra + R ) = 1,27 f v (Ra + R ) ⋅ Q
2π π R
m a
z R
inferiore ad attrito di strisciamento essendo fv << f
Prof. A.Corti - Corso di "Modellistica dei Sistemi Meccanici" 24