Introduzione
4. Per esempi della discussione filosofica che distingue cervello e mente, cfr
N. Levy, Neuroethics, Cambridge, UK - New York, Cambridge University Press,
2007; A. Serra, «L’incanto del cervello e l’enigma della mente», in Civ. Catt. 2008
IV 228-238; L. Renna (ed.), Neuroscienze e persona: Interrogativi e percorsi etici,
Bologna, Edb, 2010.
NEUROSCIENZE E BIOETICA
Cinque raccomandazioni
L’iniziativa BRAIN
6. Cfr D. Hollenbach, The Common Good and Christian Ethics, New Studies
in Christian Ethics, Cambridge (UK), New York, Cambridge University Press, 2002.
NEUROSCIENZE E BIOETICA
lo più in modo invasivo con sonde introdotte nel cervello, come nel
caso della stimolazione cerebrale profonda.
Nel 2012, e poi all’inizio del 2013, due gruppi di scienziati hanno sug-
gerito di costruire una mappa completa dell’attività cerebrale per esplorare
come i neuroni interagiscono e funzionano insieme in modo coordinato
in circuiti neurali. Per farlo, è necessario studiare come l’attività neuronale
si manifesti durante il normale funzionamento del cervello.
Per misurare gli stati funzionali emergenti, gli scienziati hanno bi-
sogno di registrare ogni potenziale azione di ciascun neurone all’inter-
no di un circuito, mentre si verificano i vari stati mentali. L’obiettivo è
quello di ottenere una mappa dinamica dell’attività cerebrale, tridimen-
sionale e istantanea, che consenta di esaminare la componente struttu-
rale dei circuiti neurali — cioè, l’intera mappa delle connessioni neurali
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nel cervello (chiamata «connettoma»)7 — assieme alla componente fun-
zionale, a come i neuroni interagiscono nel corso dell’attività cerebrale.
Perché questo progetto, che è stato pensato della durata di oltre 15
anni, abbia successo, sono necessarie più biotecnologie e, in particola-
re, le nanotecnologie, la bioelettronica, la genetica, la biologia sintetica
e i sistemi computazionali avanzati. Le attuali tecnologie che offrono
immagini dell’attività cerebrale, come la risonanza magnetica funzio-
nale (fMRI), non sono sufficienti. Esse rivelano la presenza di attività
cerebrale, ma senza mettere in evidenza il funzionamento dei singoli
neuroni mentre si verifica l’attività cerebrale. Nuove tecniche sono in
fase di sperimentazione. Alcune di esse si servono di nanotecnologie.
Queste ultime manipolano la materia avente almeno una dimensione
compresa tra 1 e 100 nanometri8. Il nanometro è una misura di lunghezza:
un miliardesimo di metro (1x10-9). Per avere un’idea dell’ordine di gran-
dezza, «dieci atomi di idrogeno uno vicino all’altro sono 1 nanometro»9.
Un capello umano è circa 60.000 nanometri. Per misurare e memorizzare
i dati riguardanti l’attività del cervello a livello cellulare, gli scienziati han-
no bisogno di creare macchine di dimensioni molecolari non invasive,
che siano in grado di agire come sensori di attività cerebrali.
Le nanotecnologie consentono di ottenere, in primo luogo, na-
noparticelle, che «sono molto sensibili al campo elettrico esterno»10 e
che potrebbero registrare l’attività elettrica di singoli neuroni. In se-
condo luogo, possono essere prodotte nanosonde e alcune sono già
disponibili. Esse potrebbero consentire la registrazione dell’attività
elettrica da decine di siti neurali.
Inoltre, basandosi sugli sviluppi in bioelettronica, gli scienziati pre-
vedono tecniche di wireless con lettura non invasiva dell’attività di po-
polazioni neurali o l’immissione di piccoli circuiti wireless nel cervello.
In alternativa, potrebbe essere utilizzata la genetica. Attraverso la bio-
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logia sintetica, molecole di DNA potrebbero essere sintetizzate ex novo
per registrare l’attività neuronale. In tal modo si sfrutterebbe la capacità del
DNA di memorizzare un grande numero di informazioni.
Infine, l’enorme quantità di informazioni che sarà prodotta richiede
un’estesa capacità di memorizzazione in banche dati e lo sviluppo di stra-
tegie proattive per la riduzione, la gestione e l’analisi dei dati.
Le nanotecnologie, la bioelettronica, la genetica, la biologia sintetica
e le tecnologie avanzate di computerizzazione: si tratta di un elenco im-
pressionante di discipline biotecnologiche.
In ripetute occasioni, il presidente Obama ha paragonato BRAIN
al «Progetto Genoma Umano», che è stato lanciato alla fine degli anni
Novanta e che è stato completato all’inizio del ventunesimo secolo.
Questo progetto è costato 3,8 miliardi di dollari, e BRAIN probabil-
mente costerà 3 miliardi di dollari. Oltre al finanziamento federale,
mediante il coinvolgimento di molteplici agenzie federali americane11,
svariate istituzioni hanno stanziato fondi. È anche prevista una parte-
cipazione internazionale.
I benefici attesi sono molteplici: in primo luogo, BRAIN mira a
promuovere una maggiore conoscenza del cervello umano e del suo
funzionamento in condizioni normali e patologiche.
10. Ivi.
11. Il National Institutes of Health (NIH), la Defense Advanced Research Projects
Agency (DARPA) e la National Science Foundation (NSF).
NEUROSCIENZE E BIOETICA
della storia, a cura di V. Viva - G. Witaszek, Città del Vaticano, Lateran University
Press - Editiones Academiae Alfonsianae, 2011, 109-118; G. Del Missier, «Vulnerabilità
e bioetica», ivi, 97-107; D. Müller, «Traiter de la bioéthique. Un exercice de haute
vulnérabilité», in Revue d’éthique et de théologie morale, n. 265 (2011) 103-112; V.
Leclercq, «Le rôle des plus fragiles au sein d’une éthique sociale de la santé. Quelles sont
les propositions de la bioéthique théologique aujourd’hui?», ivi, n. 256 (2009) 159-180.
20. Cfr J. T. Bretzke, A Morally Complex World: Engaging Contemporary Moral
Theology, Collegeville, MN, Liturgical Press, 2004, 109-144; L. Hogan, Confronting the
Truth: Conscience in the Catholic Tradition, New York, Paulist Press, 2000; C. Zuccaro,
Roccia o farfalla? La coscienza morale cristiana, Roma, Ave, 2007; E. Chiavacci, Teologia
morale fondamentale, Assisi, Cittadella, 2007, 81-108; S. Majorano, La coscienza. Per
una lettura cristiana, Cinisello Balsamo (Mi), San Paolo, 2008.
21. Cfr W. C. Spohn, Go and Do Likewise: Jesus and Ethics, New York,
Continuum, 1999, 27-49; A. Thomasset, «Identité éthique et identité chrétienne.
Expérience spirituelle, pratiques sociales, et visée universelle», in Recherches de
Science Religieuse 95 (2007) 75-94.
22. La letteratura sulle virtù è ampia. Come esempi, cfr J. F. Keenan,
«Proposing Cardinal Virtues», in Theological Studies 56 (1995) 709-729; J. J. Kotva
Jr., The Christian Case for Virtue Ethics, Washington (D.C.), Georgetown University
Press, 1996; J. Porter, «Virtue», in The Oxford Handbook of Theological Ethics, a cura
di G. Meilaender - W. Werpehowski, Oxford - New York, Oxford University
Press, 2005, 205-219.
ARTICOLO
Il contributo bioetico
Conclusione