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Risk Management: 1) Principi generali di gestione del rischio - R.

Cinotti

Rischio e sicurezza nelle aziende sanitarie

OBIETTIVI

Prenderemo in esame alcuni importanti argomenti legati al


concetto di rischio nelle strutture sanitarie. Gli obiettivi didattici di
questo capitolo riguardano l'analisi dei seguenti argomenti:

• introduzione agli studi sui rischi nelle organizzazioni


sanitarie e cenni di epidemiologia degli eventi avversi
• la situazione internazionale
• i concetti di rischio e sicurezza nelle organizzazioni
sanitarie
• individuazione delle situazioni a rischio di incidente per il
paziente.

Inquadramento del problema

Introduciamo l'argomento descrivendo lo scenario in cui si colloca la tematica della gestione del
rischio nelle strutture sanitarie.

L' attenzione al tema della gestione del rischio finalizzata alla "prevenzione dei rischi per il
paziente e per il personale" trova riferimento in uno scenario in cui si possono segnalare i seguenti
principali fattori:

L'esigenza di miglioramento delle capacità


gestionali in organizzazioni complesse

La ricerca dell'ottimizzazione nell'uso delle risorse


a causa della loro limitata disponibilità

La modifica del rapporto tra organizzazioni, utenti


e cittadini in generale

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La disponibilità di potenti strumenti per


l'elaborazione di informazioni provenienti da
diverse fonti

Un po' di storia

Il tema degli errori/eventi avversi ha avuto attenzione particolare in letteratura dai prima anni '90
sulla base dell'Harvard Medical Practice Study pubblicato nel 1991. Esso si configura come studio
generale, non collegato ad eventi specifici e fornisce la base epidemiologica più significativa per
l'approfondimento del fenomeno. Da questo studio, che considera 30.000 cartelle cliniche degli
ospedali dello stato di New York, emerge che il 3,7% dei ricoverati aveva subito un "evento avverso"
definito come "danno non intenzionale causato dal trattamento sanitario ed il cui esito è una
disabilità misurabile".

Studi internazionali
I principali studi su questi temi, particolarmente significativi per costruire l'universo teorico-
concettuale e fornire primi dati sull'entità dei fenomeni oggetto di interesse sono:

• Harvard Medical Practice Study (Brennan, 1991)


• Quality Australian Health Care Study (Wilson, 1995, 2000)
• Utah-Colorado Study (Thomas, 1999, 2000).

Vengono in oltre presi in considerazione:

• Studio pilota inglese (Vincent, 2001)


• Wimmera Limited Adverse Occurrence Screening (Wolff, 2001).

Caratteristiche degli studi

Gli studi sono difficilmente comparabili tra di loro perchè adottano:

Definizioni diverse
riguardo al significato di
errori, eventi, eventi
avversi, ecc.

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Criteri diversi di
selezione degli eventi

Metodologie diverse
(diversità di
campionamento)

Periodi storici diversi

Gli studi e le azioni dei governi

Successivamente agli studi, in vari Paesi sono stati commissionati da organismi governativi
"rapporti" sui fenomeni rappresentati e sono state avviate azioni di promozione e miglioramento.
Il primo e più significativo rapporto è stato "To err is human" del novembre '99 pubblicato in Usa a
cura dello IOM (Institute of Medicine).
Da esso hanno preso avvio riflessioni a livello internazionale, che hanno posto il tema della
sicurezza al centro di azioni specifiche dei governi.

Stati Uniti

Dopo il rapporto "To err is human" è stato redatto un documento della Task Force di Coordinamento
fra Agenzie Governative "Doing what counts for patient safety" (2000), che illustra gli impegni del
Presidente:

• una serie di azioni specifiche


• utilizzo della Agency for Healthcare Quality and Research ed altre istituzioni al fine di
promuovere la sicurezza dei pazienti

Approfondimento: "To err is human"

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Regno Unito

Nel Regno Unito è stato prodotto il rapporto "An organization with a memory - Report of an
expert group on learning from adverse events in the NHS" del 2000.
Ad esso sono seguiti nuovi programmi di miglioramento con obiettivi specifici e la costituzione della
Agenzia per la sicurezza dei pazienti: National Patient Safety Agency (NPSA).

Approfondimento: "An organization with a memory"

Australia

In Australia il rapporto "Implementing Safety and Quality Enhancement In Health Care" del 1999
ha raccomandato, tra le altre azioni, la creazione di un coordinamento federale per facilitare le
strategie nazionali. E' stato costituito l'Australian Council for Safety and Quality in Healthcare
(ACSQHC), con una consistente dotazione di investimenti.
Tra le azioni adottate dalla Conferenza federale dei Ministri della sanità, segnaliamo la promozione
della diffusione a tutti gli ospedali australiani del sistema di reporting sviluppato dalla Australian
Patient Safety Foundation (APSF).

Approfondimento: Australia

Rischio: cos'è?

Il rischio è un concetto matematico che si riferisce alla probabilità che un evento (negativo) si
realizzi ed alla gravità dei suoi esiti.

Gestire il rischio significa perciò agire sulle due variabili:

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1. ridurre il numero degli accadimenti


2. ridurre la gravità delle conseguenze

Il concetto di sicurezza

In Italia la "Sicurezza" si è connotata nella sfera della gestione degli ambienti, strutture, impianti e
attrezzature,

Poichè essa è definita come "libertà da inaccettabili rischi o pericoli" non esiste attività umana
a rischio nullo.
Essa pervade e si integra con i sistemi di miglioramento delle attività e delle organizzazioni e
di gestione del rischio.

Il rischio nelle organizzazioni sanitarie

Gestire la sicurezza in un'organizzazione significa individuare i rischi connessi alla attività e


utilizzare modalità per prevenirli o limitarne gli effetti.
I rischi che un'organizzazione sanitaria deve gestire sono legati a:

Ambienti, impianti e
attrezzature

Malattie ed incidenti
professionali

Emergenze esterne

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Rischio "clinico" (errori


ed eventi avversi non
imputabili ad errori)

Rischio economico
determinato dai
precedenti

La sicurezza del paziente

Nelle organizzazioni sanitarie, la Sicurezza per il Paziente deve essere sempre considerata
centrale nella definizione delle attività che riguardano:

Riepilogo

In particolare in questo capitolo formativo abbiamo preso in considerazione ed analizzato nel


dettaglio questi argomenti:

Introduzione agli studi sui rischi nelle


1 organizzazioni sanitarie

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I concetti di rischio e sicurezza nelle


2 organizzazioni sanitarie

Individuazione delle situazioni a rischio di


3 incidente per il paziente

Definizioni di riferimento

OBIETTIVI

Prenderemo in esame le definizioni principali per poter


classificare gli eventi. Gli obiettivi didattici di questo capitolo
riguardano l'analisi dei seguenti argomenti:

• conoscere le definizioni fondamentali per la gestione del


rischio
• riconoscere e differenziare gli eventi
• differenziare gli eventi dalle loro conseguenze

Condividere con gli operatori e i gestori delle organizzazioni sanitarie un glossario


comune è stato l'obiettivo prioritario del percorso effettuato nell'ambito del Programma
regionale "Gestione del rischio nelle strutture sanitarie", da cui deriva il materiale che qui
viene presentato.

Definizioni di riferimento

Definizione di evento

L'evento ( ) è un accadimento che aveva la potenzialità o ha dato origine ad un danno


nei riguardi di un paziente (in questo caso siamo nell'ambito del "rischio clinico"), di un operatore o
di un visitatore, oppure può riferirsi anche al malfunzionamento, al danneggiamento o alla perdita di
attrezzature o proprietà ed ancora ad ogni evento che può dar luogo a contenzioso.

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Caso esemplificativo di evento


Prendiamo ad esempio il caso di un evento che non ha causato danno in cui un infermiere deve
affettuare una trasfusione su un paziente. Il sangue utilizzato però è quello destinato ad un altro
paziente e quindi il rischio di morte per incompatibilità è elevato. Fortunatamente il paziente non ha
subito danni in quanto appartenente allo stesso gruppo sanguigno.
L'evento è la trasfusione.
L'attenzione è rivolta a quanto è successo, non alle conseguenze.

Definizione di evento avverso

Evento avverso (Adverse Event) è un danno causato dal trattamento sanitario, piuttosto che
dalle condizioni del paziente.

Si distingue a seconda che:

• non derivi da errore: evento avverso non prevedibile


• derivi da errore: evento avverso prevedibile

Definizione di errore

Errore è :

L'insuccesso (failure) di una azione ad essere completata così


come pianificato (errore di esecuzione)

L'inidoneità di quanto pianificato al raggiungimento dello


scopo (errore di pianificazione)

"L'errore umano è una delle cause di un evento che ha dato o potenzialmente poteva dare un
effetto indesiderato."

Caso esemplificativo di evento avverso

Nell'esempio precedente, l'evento avverso è la morte del paziente cui è stato trasfuso il sangue che
era destinato ad un altro paziente.

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L'attenzione è rivolta all'esito, non all'evento che lo ha prodotto.

I binomi dell'evento avverso

L'evento avverso presenta inoltre difficoltà di riconoscimento, in quanto caratterizzato dai


seguenti fattori:

1 E' causato da azione o omissione

Può correlarsi ad un esito


2 inaspettato, ma in certi casi anche
ad esito atteso

Può essere prevedibile o non


3
prevedibile

La causa dell'evento avverso può


4
essere palese oppure celata

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Può o non può essere identificabile


5 attraverso le registrazioni in cartella
clinica

Affidabilità dell'identificazione dell'evento avverso

Per avere un buon grado di affidabilità nell'identificazione di un evento avverso si deve


tenere presente che:

1. le persone che decidono se l'evento avverso è avvenuto e quale errore è stato commesso devono
essere opportunamente addestrate
2. deve essere fatta una distinzione tra evento avverso ed esiti negativi da trattamento appropriato
(non prevedibili)
3. si deve valutare nel merito della appropriatezza del trattamento
4. ci si deve affidare a registrazioni documentali e/o a resoconti (che possono essere incompleti).

Definizione di quasi-evento

Si definisce quasi-evento (Near miss o close call) ogni accadimento che avrebbe potuto, ma
non ha per fortuna o per abilità di gestione, originare un evento.
Per esempio la preparazione di un farmaco sbagliato ma non somministrato, lo scambio della
richiesta di sangue ma intercettato, ecc.
Nell'esempio precedente, il quasi-evento si verifica quando, l'infermiere intenzionato a fare la
trasfusione su un paziente utilizzando sangue non compatibile, viene fermato in tempo.
Questo può avvenire grazie ad un controllo presente durante un processo (per esempio: check
list, codice a barre, controllo di un collega).

Definizione di incidente

L'incidente (Accident) è un evento imprevisto e sfavorevole che ha avuto conseguenze, e perciò


causa danno per l'utente, il cittadino, il paziente o per l'operatore sanitario.
Nell'esempio precedente, l'incidente avviene quando la trasfusione genera una reazione nel
paziente.

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Classificazione degli eventi

Classificazione dgli eventi in base all'esito finale ed in base all'errore commesso:

ERRORE evento avverso prevedibile


Sì (Accident)
evento avverso non
NO ERRORE
prevedibile
DANNO ERRORE evento (incident)

NO QUASI-
quasi-evento (near miss)
ERRORE

NO ERRORE (tutto ok)

DANNO incidente

NO DANNO evento (incident)

ERRORE
QUASI NO DANNO quasi-evento (near miss)

evento avverso non


DANNO
NO prevedibile

NO DANNO (tutto ok)

Definizione di pericolo

Si definisce pericolo (Hazard) una situazione (o causa) con potenziale danno per l'utente.

Definizione di rischio

Il RISCHIO (Risk) è una stima matematica determinata dalla probabilità che accada uno
specifico evento e la gravità delle sue possibili conseguenze.

Considerazioni conclusive

Considerando tali definizioni, consegue che la presenza di un pericolo ("hazard") nel contesto di
un'attività o di una situazione nell'ambito della struttura sanitaria, comporta il sussistere di un
rischio ("risk") di un evento ("incident"), potenzialmente in grado di determinare un incidente
("accident") e quindi un danno all'utente.

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Riepilogo

In questo capitolo formativo abbiamo preso in considerazione ed analizzato nel dettaglio questi
argomenti:

Descrizione delle
1 definizioni fondamentali per
la gestione del rischio

Come riconoscere e
2
differenziare gli eventi

Casi esemplificativi delle


3
definizioni

Approccio all'errore

OBIETTIVI

Gli obiettivi didattici di questo capitolo riguardano l'analisi dei


seguenti argomenti:

• comprendere il significato del passaggio culturale da errore


individuale a errore di sistema
• comprendere l'importanza del modello sistemico di Reason per la
gestione del rischio
• comprendere le differenze tra active failure e latent failure
• l'individuazione dei fattori di sistema nella risoluzione di casi
esemplari.

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L'approccio all'errore

L'approccio tradizionale all'incidente considera l'errore del singolo individuo come causa del
fallimento dell'intero sistema organizzativo. Negli ultimi decenni, in considerazione di sistemi
organizzati sempre più complessi, questo tipo di approccio viene considerato inadeguato, in quanto
si ritiene che un errore umano può verificarsi soprattutto perchè esistono nei sistemi
organizzativi condizioni di insicurezza latenti, che lo rendono possibile.

Approccio personale e approccio di sistema

L'approccio teorico alla prevenzione e correzione dell'errore può essere di due tipi:

• Approccio personale
• Approccio di sistema

Approccio personale
Gli errori sono attribuiti unicamente ad incapacità, negligenza o disattenzione del lavoratore.
Le azioni possibili sono perciò miglioramenti degli individui, formazione ed addestramento, o
punizioni e richiami morali.
Approccio di sistema
Partire dal sistema, invece, significa che la prevenzione degli errori viene agendo sulle condizioni in
cui le persone lavorano e sulle barriere di protezione (procedure, sistemi automatizzati, controlli..)
che rendono più difficile sbagliare.

La definizione di errore

La definizione corretta e scientificamente riconosciuta di errore (ERROR) corrisponde alla frase


"Quando stai cercando di fare la cosa giusta, ma ti riesce quella sbagliata".

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Questa considerazione, insieme all' osservazione che l'agire degli individui avviene dentro un'
organizzazione, ha aperto la strada al cambiamento delle metodologie con le quali si affronta
il problema, incentrate sul processo e non sull'esito.

Errore individuale errore di sistema

Sistema punitivo / sistema che impara


inchieste dall'errore

Sistema reattivo = sistema proattivo =


correttivo preventivo

Il modello teorico di riferimento di James Reason

Questo differente modo di considerare l'errore umano ha favorito lo sviluppo di una nuova
metodologia per l'analisi degli incidenti. Vediamo ora nel dettaglio il modello teorico di sistema
proposto da James Reason.
Secondo Reason gli errori sono conseguenze dell'agire organizzato e non causa del
fallimento del sistema.
Questo perchè alla genesi degli incidenti si collocano:

Condizioni latenti di insicurezza (


). Queste possono essere errori di
1
progettazione, scarsa manutenzione delle
apparecchiature, errori gestionali ecc..

Azioni/omissioni ( ) degli
operatori cioè fattori scatenanti l'incidente e
2
che coincidono spesso con l'identificazione di
una responsabilità individuale

Prevenire l'errore

Si può prevenire l'errore a partire dal punto di vista del sistema invece che dalla persona.
Bisogna quindi considerare le condizioni latenti e le barriere presenti nel sistema, suddividendo
queste ultime in:

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HARD (sistemi di sicurezza, strumenti tecnologici)

SOFT (procedure, protocolli, controlli, ecc.)

Un singolo sistema di difesa, comunque, non può da solo essere sufficiente a prevenire l'incidente.

Il modello di Reason: swiss-cheese

La "traiettoria delle opportunità" dell'incidente è illustrata dal modello SWISS-CHEESE


(formaggio svizzero).
Ogni settore di intervento è rappresentato da una fetta di formaggio sulla quale vi possono
essere dei buchi (errori individuali o errori legati a condizioni di insicurezza dell'organizzazione).
Qualora questi buchi dovessero coincidere, si passerebbe da una situazione di rischio ad una di
evento, nella quale si verifica l'incidente.

Il modello di Reason: le componenti

L'approccio all'errore secondo Reason cerca di integrare le componenti che hanno un ruolo
fondamentale all'interno del sistema organizzativo.

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L'importanza del modello di Reason nel processo di gestione del rischio

Il modello di Reason ha contribuito a sviluppare soluzioni innovative per affrontare il processo di


gestione del rischio: Superamento del concetto di "colpa" della persona e riconoscimento
dell'errore di sistema.
E perciò:

• utilizzo delle informazioni sugli incidenti al fine di miglioramenti gestionali


• individuazione delle "cause-radice" degli eventi per la prevenzione degli stessi

L'obiettivo principale non è più individuare chi ha sbagliato, ma chiedersi se sono ottimali le
condizioni in cui si svolge l'attività e come e perchè le difese/barriere hanno fallito.

Azioni/omissioni e condizioni latenti

Consideraremo ora le differenze tra:

• Active failure

• Latent failure

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Natura dell'active failure

Fanno parte degli Active failure gli errori (non intenzionali) e le violazioni (intenzionali).
Come riportato nello schema sottostante, i primi si suddividono in errori di esecuzione ed errori di
pianificazione. Le violazioni, invece, si classificano in base alla necessità o al vantaggio personale.

• Skill-based (fallimenti della memoria,


della attenzione, del
• di esecuzione riconoscimento/selezione)
• SLIPS (distrazioni o azioni deviate)
• LAPSUS (perdita di memoria)
ERRORI
(non
intenzionali) • Rule-based o Knowledge-based
(fallimenti del ragionamento)
• di pianificazione • MISTAKE (sbaglio o errore
propriamente detto, scelta della
soluzione sbagliata)

• per necessità

VIOLAZIONI
(intenzionali) • per vantaggio
personale

Caratteristiche dell'active failure

Gli active failure sono commessi/omessi da chi è in diretto contatto con il paziente.
Questi atti:

• infrangono le barriere
• si realizzano occasionalmente
• hanno effetti diretti puntuali (non sistemici)
• sono visibili ed apparentemente facili da imputare.

Natura e caratteristiche del latent failure

I latent failure sono errori che rimangono nascosti all'interno del sistema.
Da soli non causano incidenti ma se connessi con altri fattori possono dare origine ad un
evento.
Possono essere legati:

• a processi organizzativi (errori di progettazione e di gestione)


• alle responsabilità della direzione.

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Agiscono su:

• condizioni di lavoro, rendendole sfavorevoli


• consistenza delle barriere difensive, indebolendole.

Sono sempre presenti ma agiscono in modo incostante ed imprevedibile, ma possono essere


individuati prima dell'accadere dell'incidente.

Riconoscimento dei fattori sistemici

A questo punto passeremo ad analizzare alcuni casi clinici nei quali non è importante l'azione
scatenante l'incidente (errore attivo), quanto i contributi dei singoli elementi del sistema che
hanno concorso al suo accadimento.
Nell' analisi dei casi clinici per risalire agli elementi che formano il sistema, bisogna effettuare
alcuni passaggi:

Scegliere un caso clinico tra


1
quelli che verranno presentati

Ordinare la successione degli


2 eventi significativi presenti in
ogni caso

Individuare per ogni evento i


fattori contribuenti (del
3 paziente, del personale, del
sistema) che hanno concorso al
suo accadimento

Suggerire dei cambiamenti per


4 evitare il riaccadimento
dell'evento

Fattori contribuenti all'evento

Vi presentiamo qui di seguito alcuni dei fattori che possono contribuire all'accadimento di un evento.

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personale sistema
paziente

• grossa fragilità o infermità • difficoltà nel seguire • staff inadeguato /


• non cosciente / scarsamente istruzioni / insufficiente
orientato procedure • insufficiente
• poca / mancata autonomia • inadeguate addestramento /
• barriere linguistiche / culturali conoscenze / inserimento
• mancata adesione al progetto inesperienza • gruppo nuovo /
terapeutico • fatica / stress inesperto
• altro (specificare) • presa scorciatoia / • elevato turn-over
regola non seguita • scarsa continuità
• mancata / inesatta assistenziale
lettura • protocollo / procedura
documentazione / inesistente / ambigua
etichetta • insuccesso nel far
• mancata supervisione rispettare protocolli /
• mancato procedure
coordinamento • mancata / inadeguata
• scarso lavoro di comunicazione
gruppo • mancanza /
• altro (specificare) inadeguatezza delle
attrezzature
• mancata manutenzione
delle attrezzature
• mancanza /
inadeguatezza del
materiale di consumo
• altro (specificare)

Analisi sistemica: applicazione ad un esempio

Prendiamo ora in considerazione il caso della morte di un paziente in seguito a trasfusione di


sangue incompatibile e vediamo come è stato applicato il modello sistemico per l'analisi del caso:
Caso 1. Morte di un paziente in seguito a trasfusione di sangue incompatibile

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SEQUENZA PAZIENTE PERSONALE SISTEMA SUGGERIMENTI


EVENTI

1 - Il
sangue del
paziente
da operare
viene
spostato
dalla
banca del
sangue al
frigorifero
della sala
operatoria.

2- Sistema di Modifica del


L'infermier stoccaggio sistema di
a della non stoccaggio del
sala efficace sangue.
seleziona Riorganizzare il
dal sistema in
frigorifero il modo che il
sangue di sangue
un altro presente nel
paziente. frigorifero sia
quello del
paziente da
operare.

3- Inesatta Staff Introdurre un


L'anestesis lettura inadeguat sistema di
ta attesta, etichetta. o lettura con
senza Fatica / codice a barre
verificare stress per la
che il corrispondenza
sangue tra sangue e
selezionat paziente
o è quello (braccialetto
del identif.)
paziente.

4 - Viene Mancata Necessario il


praticata la supervisione doppio
trasfusione . controllo
. Regola non indipendente
Coagulazio seguita
ne

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intravasale
del
sangue.
Morte del
paziente.

Mancato Protocollo Introdurre una


monitoraggi inesistente procedura di
o degli controllo
effetti sul indipendente
paziente infermiere/medi
co per
monitorare gli
effetti della
trasfusione sul
paziente

lettura degli eventi

Riepilogo

Siamo giunti al termine di questo capitolo. In particolare abbiamo preso in considerazione ed


analizzato nel dettaglio i seguenti argomenti:

Il passaggio culturale da errore


1 individuale a errore di sistema

Il modello teorico di James


2
Reason per la gestione del rischio

Le differenze tra active failure e


3
latent failure

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Riconoscere gli elementi di


4 sistema presenti nella risoluzione
di casi esemplari

Il programma di gestione del rischio nelle strutture


sanitarie

OBIETTIVI

Verranno ora prese in esame le caratteristiche di un


Programma per la "Gestione del rischio nelle strutture sanitarie".
Gli obiettivi didattici di questo capitolo riguardano l'analisi dei
seguenti argomenti:

• descrizione degli obiettivi fondamentali di un programma di gestione


del rischio
• comprensione del senso di un approccio integrato al richio
• individuazione di metodi e gli strumenti utili per l'attuazione del
programma

Introduzione

Il programma dell'Agenzia Sanitaria Regionale dell'Emilia Romagna


La sicurezza nelle strutture sanitarie rappresenta una primaria preoccupazione per gli utenti, per gli
operatori sanitari e per i gestori dei servizi sanitari.
Un programma di Gestione del Rischio si sviluppa in un quadro di riferimento caratterizzato da:

• uno sforzo in atto per la qualità dei servizi sanitari poco premiato dal riconoscimento dei cittadini
• una notevole cultura e consapevolezza dei cittadini ed una conseguente crescente volontà di
partecipazione alle scelte relative alla salute e alle cure
• l'aumento di numero dei reclami e le denunce di malpractice
• l'aumento dei costi assicurativi per le strutture sanitarie
• una nuova e impegnativa normativa sulla sicurezza del lavoro.

I destinatari del programma

Essi sono rappresentati dalla Organizzazione/Azienda stessa, dagli operatori e dai cittadini:

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Le aziende sanitarie: Gli operatori I cittadini:


per migliorare i sanitari: per coinvolgerli e
sistemi di gestione per promuovere un renderli compartecipi
complessivi ed cambiamento delle scelte per la
ottimizzare l'uso delle culturale riguardo al sicurezza dei pazienti
risorse (mediante tema della sicurezza e dei contesti in cui
appropriatezza, e proporre metodi e vengono erogate le
efficacia, prevenzione strumenti validati per cure
della non qualità) la gestione del rischio

Obiettivi del programma

L'obiettivo generale è la realizzazione di un approccio integrato alla gestione del rischio nelle
strutture sanitarie, creando un un clima culturale aperto e non punitivo, riferimenti comuni per la
definizione del rischio, il trattamento delle informazioni (esistenti o raccolte ad hoc) nonché l'utilizzo
delle stesse per il monitoraggio delle attività e per l'individuazione di processi di miglioramento, nel
rispetto delle autonomie e responsabilità delle differenti aree coinvolte.
Nello specifico, gli obiettivi che si può porre un programma per la gestione del rischio sono:

Allargamento ed analisi della base


1 empirica di conoscenza

Condivisione degli approcci – etici,


2 teorici, organizzativi - e del linguaggio
specifico (la ‘cultura’ della sicurezza)

Definizione e validazione di strumenti


3 per l'individuazione e la gestione del
rischio clinico

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Implementazione di strumenti per la


4
gestione del rischio ambientale e per i
lavoratori

Sviluppo di strumenti per la gestione di


5
controversie / contenziosi

Gli aspetti del rischio da affrontare in una organizzazione sanitaria

La gestione del rischio nelle organizzazioni/aziende sanitarie riguarda più aspetti fondamentali
riassumibili in:

Sicurezza dei pazienti:


il rischio clinico che concerne
1
direttamente ed indirettamente
l'attività assistenziale e clinica

Sicurezza degli ambienti


2
(impianti, attrezzature, ..)

Sicurezza del personale


3 (malattie professionali, rischio
biologico, ..)

Emergenze esterne
4 (terremoti, alluvioni,interruzioni di
servizi essenziali, ..)

Rischi "economico-finanziari"
5 (contenzioso, prolungamento delle
degenze, ..)

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Gestione integrata del rischio

E' necessario che le singole aree problematiche siano considerate facenti parte di un sistema
unico che concerne sia la Qualità sia la Sicurezza nelle Aziende Sanitarie, cui concorrono
azioni governate da chi si occupa di Sistemi Qualità, di Governo Clinico, di Formazione, di
Protezione e Prevenzione, di Comunicazione, gestione dei beni e della reputazione della
organizzazione

Il programma
Lo sviluppo del programma della gestione del rischio deve trovare evidenza in un documento, noto
agli operatori che contenga:

L’analisi dei rischi in riferimento nel


1
contesto specifico

2 La indicazione delle priorità per ’azione

3 La individuazione delle risorse

Gli obiettivi che si intendono raggiungere


4

Gli indicatori che si intendono utilizzare per


5
la valutazione della performance del piano

Integrazione delle informazioni fra settori e livelli


Concorrono alla definizione delle mappe di rischio e alla assunzione delle conseguenti decisioni le
informazioni che provengono dai terminali aziendali già citati e quelle che provengono dai livelli
sovraordinati, secondo uno schema come quello che si propone di seguito:

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Fa da contraltare al programma (che può essere pluriennale) un repot annuale che riporti con
concretezza e in sintesi

• I risultati raggiunti
• Le informazioni derivate dalla gestione del periodo (deviazioni dalla azioni programmate, incidenti, non
conformità, nuove normative…)
• Tutto quanto possa fornire indicazioni per la correzione/miglioramento delle azioni in atto, lo sviluppo di
un nuovo programma o l’aggiornamento di quello in essere.

Il processo di gestione del rischio

OBIETTIVI

Prenderemo in esame il Processo di gestione del rischio nelle


strutture sanitarie.
Gli obiettivi didattici di questo capitolo riguardano l'analisi dei
seguenti argomenti:

• individuare le fasi del processo di gestione del rischio


• conoscere gli strumenti per l'attuazione del processo

Fasi del processo di gestione del rischio

Il processo di gestione del rischio si articola in 4 fasi principali:

1. Identificare il 2. Analizzare il 3. Trattare il


rischio rischio rischio
cosa succede calcolare il trasferimento,
come succede
livello di rischio eliminazione,
(probabilità x riduzione,
conseguenze) minimizzazione
valutare e
confrontare il • identificare le
rischio con le opzioni di
trattamento
priorità
• stimare le
opzioni e

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selezionarle
• preparare i
piani per il
trattamento
• implementare
i piani

4. Monitoraggio e riesame

Ad esse è opportuno aggiungere:

• una fase propedeutica nella quale viene definito il Contesto Organizzativo in cui la gestione del rischio
si attua (organizzazione, stuttura, linea di sviluppo)
• una fase parallela a tutto il processo che consiste nella Comunicazione e Consultazione con gli
operatori coinvolti nel processo.

Schema di riferimento

Per ciascuna fase vengono definiti strumenti adeguati al raggiungimento dello scopo che essa si
prefigge.

IDENTIFICAZIONE ANALISI

Incident reporting Roote Cause Analysis

Revisione cartella clinica FMEA-FMECA

SDO

Gestione reclami

Fase 1 - Identificazione del rischio

La fase di identificazione del rischio consiste nell'individuare i possibili rischi esistenti nella struttura.
Ciò significa:

Utilizzare le Fonti informative esistenti sia


quelle organizzate per specifici temi e non
collegate tra loro (Farmacovigilanza, Dispositivi
medici, registri vari), sia quelle non utilizzate in
via primaria per questo scopo (cartelle cliniche,

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indicatori dei percorsi di cura, bache dati dei


reclami)

Individuare chiavi di lettura integrata delle


informazioni esistenti

Creare nuove fonti informative, in primo luogo


registrando "incident" e "near miss"

Fase 2 - Analisi del rischio

La fase di analisi del rischio consiste nell'identificare i rischi che devono essere stimati in termini
di gravità delle conseguenze e di probabilità di accadimento (cos'è il rischio).

Questa fase permette di sviluppare un livello di attenzione adeguato alle priorità e di dare una
indicazione generale per l'individuazione dei trattamenti validi.

Fase 3 - Trattamento del rischio

La fase di trattamento del rischio consiste nelle varie scelte possibili di fronte ai rischi
individuati, che in generale sono:

Accettazione del rischio


la situazione va già bene così perchè il rischio è
minimo

Rimozione dell'attività
si abbandona l'attività perchè il rischio è
inaccettabile. (Questa però non sempre è una
situazione possibile)

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Trasferimento del rischio


è l'individuazione di un altro soggetto (ad es.
assicurazione) che può accollarsi, anche
parzialmente, il rischio (ad es. la parte economica)

Diminuzione, minimizzazione o eliminazione del


rischio
è il cuore del processo e consiste nelle vere e
proprie azioni di controllo

Riduzione, minimizzazione, eliminazione del rischio

Le azioni connesse alla riduzione, minimizzazione e eliminazione del rischio sono volte a limitare la
frequanza o la gravità delle conseguenze, esse possono mettere in atto strategie indirizzate a:

• Organizzare la struttura in modo più adeguato

• Apportare miglioramenti o rinnovare impianti ed


attrezzature

• Revisionare le procedure

• Formare e qualificare il personale

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Fase 4 - Monitoraggio e valutazione

L'obiettivo principale della fase di monitoraggio e valutazione è il mantenimento ed il miglioramento


dei risultati ottenuti

1. nel valutare l'efficacia delle tecniche usate per identificare, analizzare, trattare i rischi
2. nell'esplorare le opportunità che emergono dalla misurazione dell'impatto che le attività svolte hanno
prodotto

Tappe e strumenti del processo di gestione

Dopo aver preso in considerazione quali sono le fasi principali del processo di gestione del rischio,
passeremo ad elencare gli strumenti individuati per realizzare ciascuna fase.

1. Strumenti per l'individuazione del rischio


2. Strumenti di analisi del rischio

1 - Strumenti per l'identificazione del rischio

Tra gli strumenti per l'identificazione del rischio vengono proposti:

Sistema di Incident Reporting,


considerato basilare per ogni organizzazione

Metodi per l'individuazione di cartelle cliniche


significative e loro revisione

Reperimento informazioni attraverso la Gestione


dei Reclami

Altre modalità possibli per l'individuazione del rischio sono:

• revisione delle anamnesi al ricovero (per eventi intercorsi prima dello stesso)
• studio degli scostamenti dai percorsi clinico-assistenziali stabiliti

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• valutazione della percezione di qualità della assistenza da parte del paziente (questionari o interviste)
• utilizzo dati della Gestione del Contenzioso
• utilizzo di banche dati collaborative per gli eventi rari

2 - Strumenti per l'analisi del rischio

Le analisi dei rischi individuati possono seguire due modalità principali:

Partire dall'evento verificato e risalire alle cause


(a questa modalità possiamo collegare lo
strumento Root Cause Analysis)

Partire dagli eventi possibili per analizzare gli


effetti e valutarne la criticità
(a questa modalità appartiene lo strumento
FMEA/FMECA)

Tecniche utili per lo svolgimento delle analisi

Qualunque sia lo strumento prescelto, la modalità di svolgimento dell'analisi prevede:

• conoscenze tecniche e specialistiche


(esperti nel settore in esame)
• lavoro di gruppo ed interdisciplinare
• utilizzo di tecniche di problem solving
(fogli di raccolta dati, mappe di frequenza, griglie di pesatura, rappresentazioni grafiche, strumenti di
progettazione, ecc..)

Trattamento del rischio

Le azioni che verranno intraprese dopo l'effettuazione dell'analisi e l'individuazione delle soluzioni,
dovranno essere precisate anche con la segnalazione di indicatori per seguirne l'evoluzione
ed i risultati nel tempo.
E' opportuno che vengano perciò registrate in appositi schemi.

Monitoraggio

Il sistema di gestione del rischio è completo quando l'attività svolta viene monitorata e
rivista.
Per la valutazione sono utilizzati i risultati desunti dagli schemi predisposti per le azioni intraprese.

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Riepilogo

Siamo giunti al termine di questo capitolo. In particolare abbiamo preso in considerazione ed


analizzato nel dettaglio i seguenti argomenti:

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