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In origine (13° sec.) si chiamò d. l’autoflagellazione collettiva cui si sottoponeva per penitenza la
confraternita dei disciplinati; quindi la parola indicò le laudi drammatiche che i disciplinati
recitavano in determinate occasioni religiose, e poi la e in genere ogni spettacolo sacro (anche
rappresentazioni plastiche e processioni figurate).
Con l’espressione immagini devozionali si intende un particolare genere di immagini sacre, sorto tra
la fine del 13° e il 14° sec. in relazione con il movimento mistico, sviluppatosi soprattutto nel 15°
sec. e diffuso anche durante la Controriforma e nel 17° secolo. Tali immagini, in particolare quadri
o rilievi, si pongono come oggetto di meditazione da parte del fruitore; frequentemente adibite al
culto privato, sono opere intime, spesso di limitate dimensioni, di vasta diffusione all’interno delle
case in e soprattutto in . Tra i soggetti trattati, generalmente isolati da un contesto narrativo, sono
ispirati alla mistica del dolore il Crocifisso, l’Ecce Homo e la Pietà; diffusissime le Madonne (è
nota l’attività dei cosiddetti ‘madonneri’ veneti, che diffondono tali immagini nelle case civili
soprattutto nel 15° sec.), rappresentate come Madre con il Bambino, Madonna dell’Umiltà,
Madonna del Roseto ecc.; tali immagini offrono motivi di esortazione, monito, devota
contemplazione.
Rientra in un più ampio ambito di arte devozionale l’ex voto, opera destinata, da un singolo, a un
luogo di culto pubblico o accessibile, come atto di testimonianza o resa di grazie. Ha grande
importanza nell’arte popolare dei paesi cattolici dell’Europa e dell’America Latina.