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ITALIA ED EUROPA

TRA GLOBALIZZAZIONE E CRISI

Economia e industria attraverso i paradigmi e


gli indicatori della Fondazione Edison

Relazione in occasione del Decennale della Fondazione Edison


di Marco Fortis
(Vicepresidente Fondazione Edison;
Facoltà di Scienze Politiche, Università Cattolica)

10 novembre 2010

© Fondazione Edison
L’EUROPA È IL CONTESTO ENTRO CUI LA
FONDAZIONE EDISON STUDIA L’ITALIA

• L’UE-27 ha il più • L’ITALIA è il 7° paese


grande PIL del del mondo per valore
mondo del PIL e il 4° dell’UE

• L’UE-27 è il 1° • L’ITALIA è il 5°
produttore di produttore di
manufatti del mondo manufatti del mondo
e il 2° dell’UE

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ALCUNI INDICATORI E PARADIGMI DELLA
FONDAZIONE EDISON

• Il made in Italy, i distretti, le 4 A


• Le 2 D e le 2 E
• La concorrenza asimmetrica asiatica
• La meccanica: l’ hi-tech dell’Italia
• Il Ferrari Index
• I 1000 primati del made in Italy
• Il debito aggregato
• La forbice tra crescita del PIL e crescita della
ricchezza

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UNA STILIZZAZIONE DEI PRINCIPALI PUNTI DI
FORZA E DI DEBOLEZZA DELL’ITALIA

• Le 4 A: • Le 2 D e le 2 E:
1. Alimentari-vini 1. Debito pubblico
2. Abbigliamento- 2. Divario Nord-Sud
moda 3. Energia
3. Arredo-casa 4. Evasione fiscale
4. Automazione-
meccanica-
gomma-plastica

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UN ESEMPIO: IL SURPLUS DELLE 4 A DEL MADE IN
ITALY È MOLTO PIÙ IMPORTANTE DI QUELLO DI
AUTO DELLA GERMANIA
Surplus commerciale con l'estero delle 4 A dell'Italia
e dei veicoli stradali della Germania
(miliardi di euro)
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Eurostat

120

100

80

60

40

20

0
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

ITALIA - 4 A GERMANIA - Veicoli stradali

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LA FORZA DEL TERRITORIO
I SISTEMI LOCALI DEL LAVORO MANIFATTURIERI DEL NORD E
DEL CENTRO ITALIA: ANNO 2001
(Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Istat)
LA FORZA DEL TERRITORIO
I SISTEMI LOCALI DEL LAVORO MANIFATTURIERI DEL
MEZZOGIORNO D’ITALIA: ANNO 2001
(Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Istat)

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LA FORZA DEL TERRITORIO
I SISTEMI LOCALI TURISTICI DEL NORD
E DEL CENTRO ITALIA: ANNO 2001
(Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Istat)

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LA FORZA DEL TERRITORIO
I SISTEMI LOCALI TURISTICI
DEL MEZZOGIORNO D’ITALIA: ANNO 2001
(Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Istat)

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I PARADIGMI DELLA FONDAZIONE EDISON
AIUTANO A CAPIRE MEGLIO L’ITALIA

• L’Italia è davvero in declino?


• L’Italia sta davvero sperimentando una
perdita di competitività?
• L’Italia ha davvero un suo problema
esclusivo di bassa crescita?
• L’Italia è davvero così indietro rispetto agli
altri Paesi nell’innovazione?
• L’Italia è davvero un Paese a rischio quanto a
sostenibilità dei suoi conti pubblici?

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DECLINO?

L’idea del declino dell’Italia poggia fondamentalmente su


alcune evidenze statistiche o ipotesi (spesso accettate
acriticamente):

1) bassa crescita del PIL a partire dall’avvio dell’euro;


2) perdita di quote nell’export mondiale;
3) specializzazione “sbagliata” del manifatturiero italiano;
4) scarso livello di ricerca e sviluppo dell’Italia;
5) crescente debolezza dei distretti industriali;
6) dimensione troppo piccola delle imprese;
7) incapacità delle imprese italiane di cogliere le opportunità
offerte dai mercati emergenti.

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O ASSESTAMENTO?
• In realtà, non tutti le ipotesi e le conclusioni ricavate dalle
evidenze statistiche precedentemente citate sono vere, alcune
lo sono solo in parte, altre sono solo luoghi comuni, altre
ancora vanno inquadrate in una prospettiva più ampia e
comparata.

• La nostra tesi è che nella prima metà dello scorso decennio


l’Italia abbia indubbiamente sperimentato una fase economica
difficile, alla quale sono però seguiti importanti segnali di
recupero e di assestamento negli anni successivi al 2004 fino
allo scoppio dell’attuale crisi globale.

• Nel corso dell’attuale crisi, inoltre, l’Italia ha mostrato delle


evidenti caratteristiche di robustezza, pur nella criticità della
recessione che ha colpito di più le imprese e i loro margini che
le famiglie e i loro risparmi, di più l’export che i consumi privati.

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FATTORI ALLA BASE DELLA
PIÙ BASSA CRESCITA DELL’ITALIA

• Concorrenza asimmetrica asiatica, la cui incidenza si è fatta


sentire soprattutto tra il 2001 e il 2004.
• Rallentamento dei consumi delle famiglie, il cui potere
d’acquisto si è ridotto.
• Sviluppo senza “bolle” (l’Italia in ciò somigliando a Germania e
Giappone), diversamente dai Paesi anglosassoni e dalla
Spagna (“bolla” immobiliare-finanziaria) o dalla Grecia (“bolla”
del debito pubblico).
• Crescita della “bolletta” energetica, che per l’Italia è triplicata
dal 1999 ad oggi sottraendo valore al PIL. L’Italia è l’ultimo
Paese del G-20 per grado di autosufficienza nell’energia
primaria.
• Ampliarsi del divario Nord-Sud.

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LA CONCORRENZA ASIMMETRICA ASIATICA:
L’IMPATTO
B ILA N C IA C O M M ER C IA LE PER I M A N U FA TTI N O N
A LIM EN TA R I ESC LU SA C H IM IC A : 1999-2004
(m iliardi di euro)
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Eurostat

1000

+96%
182
C IN A
+148% 119
100 93 G ER M A N IA
52 55 ITA LIA
48 +6%

10
1999 2000 2001 2002 2003 2004

© Fondazione Edison
LA CONCORRENZA ASIMMETRICA ASIATICA:
LA REAZIONE DEL MADE IN ITALY
BILANCIA COM M ERCIALE PER I M ANUFATTI NON
ALIM ENTARI ESCLUSA CHIM ICA: 1999-2004
(m iliardi di euro)
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Eurostat

1000

+257% 425
340
232
182 169 CINA
119 +28%
100 G ERM ANIA
74
55 58 ITALIA
+35%

10
2004 2005 2006 2007 2008 2009

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COM’È CAMBIATA LA CINA
Composizione del surplus commerciale con l’estero
per i manufatti non alimentari esclusa chimica

CINA 2004

10,4%

89,6%

Meccanica-mezzi di trasporto Altri manufatti

© Fondazione Edison
COM’È CAMBIATA LA CINA
Composizione del surplus commerciale con l’estero
per i manufatti non alimentari esclusa chimica

CINA 2008

36,3%

63,7%

Meccanica-mezzi di trasporto Altri manufatti

© Fondazione Edison
COM’È CAMBIATA L’ITALIA
Composizione del surplus commerciale con l’estero
per i manufatti non alimentari esclusa chimica

ITALIA 2004

28,7%

71,3%

Meccanica-mezzi di trasporto Altri manufatti

© Fondazione Edison
COM’È CAMBIATA L’ITALIA
Composizione del surplus commerciale con l’estero
per i manufatti non alimentari esclusa chimica

ITALIA 2008

48,8%

51,2%

Meccanica-mezzi di trasporto Altri manufatti

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L’ITALIA È SECONDA SOLO ALLA GERMANIA
PER COMPETITIVITÀ NELL’EXPORT
UNCTAD/WTO Trade Performance Index:
i 10 Paesi più competitivi del G-20, anno 2008
(numero di posizionamenti nei primi 10 posti delle classifiche mondiali di competitività
del commercio estero di 14 settori*)
Primi Secondi Terzi Quarti Quinti Sesti Settimi Ottavi Noni Decimi
posti posti posti posti posti posti posti posti posti posti
1 Germania 8 1
2 ITALIA 3 4 1
3 Cina 1 2 1 1 1
4 Australia 1 1
5 Francia 1 1 2 2
6 Russia 1
6 Stati Uniti 1
8 Turchia 1 1
9 Canada 1 1
10 Giappone 2 2 1 1
* I settori sono: alimenti freschi; alimenti trasformati; legno e carta; tessili; chimica
e farmaceutica; cuoio e calzature; manufatti di base; meccanica non elettronica; IT ed elettronica
di consumo; componenti ed apparecchi elettrici ed elettronici; mezzi di trasporto; abbigliamento;
altri manufatti diversi; minerali
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati International Trade Centre UNCTAD/WTO

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GERMANIA, ITALIA E FRANCIA SONO I PILASTRI
DEL COMMERCIO ESTERO DELL’UE-27
B ilancia com m erciale extra U E per i m anufatti:
anno 2009
(m iliardi di euro)
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Eurostat

180
159
160
140
120 112
100
80
60 41
40 30
20
0
-20 UE-27 G erm ania Italia Francia Spagna UK
-40 -3 -17

© Fondazione Edison
(NONOSTANTE LA CINA) GERMANIA, ITALIA E
FRANCIA CONSERVANO IL MAGGIOR NUMERO DI
PRIMATI NELL’EXPORT MONDIALE (1)
INDICE FORTIS-CORRADINI DELLE ECCELLENZE COMPETITIVE:
I PRIMATI
Numero di primi e secondi posti detenuti dai principali Paesi
nell'export mondiale di 5.500 prodotti

Anno 1999 Anno 2008

1 GER+ITA+FRA 2.765 1 GER+ITA+FRA - 2.450


1 Stati Uniti 1.792 1 CINA ↑ 1.713
2 Germania 1.501 2 Germania - 1.473
3 CINA 887 3 Stati Uniti ↓ 1.193
4 Italia 712 4 Italia - 630
5 Giappone 693 5 Giappone - 446
6 Francia 552 6 Francia - 347
7 Regno Unito 371 7 Regno Unito - 187
8 Corea del Sud 173 8 Corea del Sud - 141

Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Istat

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(NONOSTANTE LA CINA) GERMANIA, ITALIA E
FRANCIA CONSERVANO IL MAGGIOR NUMERO DI
PRIMATI NELL’EXPORT MONDIALE (2)
INDICE FORTIS-CORRADINI DELLE ECCELLENZE COMPETITIVE:
I VALORI
Valore dei primi e secondi posti detenuti dai principali Paesi
nell'export mondiale di 5.500 prodotti (miliardi di dollari)

Anno 1999 Anno 2008

1 GER+ITA+FRA 506 1 GER+ITA+FRA - 1.307


1 Stati Uniti 498 1 CINA ↑ 1.120
2 Germania 320 2 Germania - 969
3 Giappone 284 3 Stati Uniti ↓ 684
4 CINA 103 4 Giappone ↓ 393
5 Italia 93 5 Italia - 183
6 Francia 93 6 Francia - 155
7 Regno Unito 74 7 Corea del Sud ↑ 151
8 Corea del Sud 55 8 Regno Unito ↓ 70

Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Istat

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NEGLI ULTIMI ANNI LA QUOTA DELL’ITALIA
NELL’EXPORT TOTALE MANIFATTURIERO
DEL G-7 È TORNATA AI MASSIMI STORICI
Contributo dell'Italia all'export totale di manufatti del G-7
(quote calcolate su serie in dollari correnti)
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati WTO

11%

10%

9%

8%
80

82

84

86

88

90

92

94

96

98

00

02

04

06

08
19

19

19

19

19

19

19

19

19

19

20

20

20

20

20
© Fondazione Edison
MA IL GRANDE SURPLUS ITALIANO DELLE 4 A
È EROSO DAL DEFICIT PER L’ENERGIA
Bilancia commerciale dell'Italia per le 4 A e l'energia
(miliardi di euro)
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Istat

140
120
100
80
60
40
20
0
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
-20
-40
-60
-80

"4 A" Energia


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E L’ITALIA È TAGLIATA IN DUE DAL
DIVARIO NORD-SUD (1)
Popolazione delle regioni dei principali Paesi UE
distribuita in base al PIL pro capite (2007) e al
tasso di disoccupazione (2009)
(distribuzione %)

Abitanti molto Abitanti poco


ricchi e poco Altri abitanti ricchi e molto
disoccupati disoccupati
(con PIL pro capite a (con PIL pro capite a
parità di potere parità di potere
d'acquisto > del 10% d'acquisto < del 10%
(tutte le categorie
e tasso di e tasso di
intermedie)
disoccupazione < del disoccupazione > del
20% rispetto alla 20% rispetto alla
media UE) media UE)
ITALIA 49% 19% 32%
GERMANIA 37% 50% 13%
GRAN BRETAGNA 31% 69% 0%
FRANCIA 0% 91% 9%
SPAGNA 0% 66% 34%
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Eurostat

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E L’ITALIA È TAGLIATA IN DUE DAL
DIVARIO NORD-SUD (2)

Popolazione delle regioni italiane distribuita in base al PIL pro capite (2007)
e al tasso di disoccupazione (2009)
(distribuzione %)

Abitanti molto ricchi e poco Abitanti poco ricchi e molto


Altri abitanti
disoccupati disoccupati

49% 19% 32%

(con PIL pro capite a parità di potere (con PIL pro capite a parità di potere
d'acquisto > del 10% e tasso di d'acquisto < del 10% e tasso di
(tutte le categorie intermedie)
disoccupazione < del 20% rispetto alla media disoccupazione > del 20% rispetto alla media
UE) UE)
Valle d'Aosta, Piemonte, Liguria, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata,
Lombardia, Veneto, Trentino Marche, Umbria Calabria, Sicilia, Sardegna
-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo, Molise
Emilia-Romagna, Toscana
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Eurostat

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UN ALTRO PARADOSSO:
SENZA GRANDI GRUPPI INDUSTRIALI
L’ITALIA FA POCA RICERCA “FORMALE”
Spese in R &D nel 2008: 2 sole im prese
farm aceutiche straniere spendono di più
dell'intera industria italiana
(m iliardi d i euro)
F on te: Euro pean In nov ation Scorebo ard 2009

9 8,4
8
7 6,5
6
5
4
3
2
1
0
SANO F I-AVENT IS + PRIME 57 IMPRESE IT ALIANE
G L AXO SMIT HKL INE

© Fondazione Edison
MA LA MECCANICA ITALIANA GENERA PIÙ
VALORE AGGIUNTO DELLA FARMACEUTICA UE

L A M E C C A N IC A E ' L 'H I-T E C H D E L L 'IT A L IA :


V A L O R I A G G IU N T I A C O N F R O N T O , A N N O 2006
(m iliard i d i eu ro )
F o n te : E u ro s ta t, "E u ro p e a n B u s in e ss ", 2 0 09 E d itio n

80 75,9
70,5
70
60
50
40
30
20
10
0
M E C C AN IC A - IT AL IA IN D U S T R IA F AR M AC E U T IC A -
U E 27

© Fondazione Edison
FARE INDUSTRIA CREA POCA RICCHEZZA?
PERCHÈ L’ITALIA NON È LA GRAN BRETAGNA (1)
GRAN BRETAGNA: RELAZIONE TRA QUOTA DELL'INDUSTRIA SUL
VALORE AGGIUNTO E PIL PRO CAPITE, ANNO 2007
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Eurostat

55.000
Londra
50.000
45.000
PIL pro capite in PPS

40.000
35.000
30.000
25.000
20.000
15.000
10.000
5.000
0
0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% 40%
quota dell'industria sul valore aggiunto totale dell'economia

© Fondazione Edison
FARE INDUSTRIA CREA POCA RICCHEZZA?
PERCHÈ L’ITALIA NON È LA GRAN BRETAGNA (2)
ITALIA: RELAZIONE TRA QUOTA DELL'INDUSTRIA SUL VALORE
AGGIUNTO E PIL PRO CAPITE, ANNO 2007
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Eurostat

55.000
50.000
45.000
Bolzano
PIL pro capite in PPS

40.000
35.000
Lazio
30.000
25.000 Liguria
20.000
15.000
10.000
5.000
0
0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% 40%
quota dell'industria sul valore aggiunto totale dell'economia

© Fondazione Edison
UNA NUOVA CONTABILITÀ PER CAPIRE LA CRISI: LE
FAMIGLIE ITALIANE HANNO POCHI DEBITI

Debito delle famiglie e delle imprese non profit


(in % del PIL)
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Banque de France

140
125
120 119
98 101
100 90
83 86
80 73 71 68
63 63 63 66
60 53
48 46
44
39 35
40
22
20

0
ITALIA FRANCIA GERMANIA GIAPPONE SPAGNA GRAN STATI UNITI
BRETAGNA

2000 2007 2010 1° trim.

© Fondazione Edison
UNA NUOVA CONTABILITÀ PER CAPIRE LA CRISI:
IL DEBITO NAZIONALE LORDO (DNL)

Debito lordo degli operatori non finanziari*


(in % del PIL)
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Banque de France e FMI

300 275 282 284

243
250 231 226 227
207 214
191 195 189
200 184 185
170 168 162
148
150

100

50

0
GERMANIA FRANCIA ITALIA STATI UNITI GRAN SPAGNA
*Famiglie, Imprese non finanziarie e
BRETAGNA
Pubbliche amministrazioni
2000 2007 2015 (proiezioni)

© Fondazione Edison
UNA NUOVA CONTABILITÀ PER CAPIRE LA CRISI:
LA “COPERTURA” DEL DNL

Grado di copertura del debito aggregato nazionale da parte


delle attività finanziarie e reali delle famiglie
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati FMI, Eurostat e delle banche centrali

4,00
3,4
3,50
3,00 2,8 2,8 2,7
2,6 2,7 2,6 2,5 2,4
2,50 2,2 2,2 2,2
2,0 1,9
2,00 1,7
1,50
1,00
0,50
0,00
FRANCIA ITALIA GRAN GERMANIA STATI UNITI
BRETAGNA

2000 2009 2015 (proiezioni)

© Fondazione Edison
UNA NUOVA CONTABILITÀ PER CAPIRE LA CRISI:
DEBITO PUBBLICO E RICCHEZZA PRIVATA

Debito pubblico in rapporto al PIL e alla ricchezza


finanziaria netta delle fam iglie: anno 2009
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Eurostat e delle banche centrali

194%
200%
180%
160%
140%
115% 116%
120% 99% 96%
100% 78% 73%
80% 66% 70% 65% 61% 61%
68%
53% 56%
60% 46% 42%42% 40% 36%
40%
20%
0%

A
IA
A

IA

DA
IA

IA
IO
A

N
D

LI

N
C
EC

EZ
G

G
N

N
G

A
A

A
LA

LA
A

SV
M
IT

A
R

BE

ET
SP

FR
G

ER

O
IR

R
G

B
N
A
R
G
D ebito pubblico/PIL Debito pubblico/Ricchezza finanziaria netta delle fam iglie

© Fondazione Edison
LA COMPETITIVITA’: L’EXPORT IN VALORE
DELL’ITALIA STA AL PASSO DI QUELLO DELLA
GERMANIA
Export di beni di Italia e Germania
e raffronto con il FERRARI INDEX: (*)
variazioni % dei valori rispetto al corrispondente trimestre dell'anno precedente
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Eurostat e Istat

30%

20%

10%

0%
2007Q1 2007Q2 2007Q3 2007Q4 2008Q1 2008Q2 2008Q3 2008Q4 2009Q1 2009Q2 2009Q3 2009Q4 2010Q1 2010Q2

-10%

-20%

-30%

-40%

GERMANIA ITALIA FERRARI INDEX


(*) Export di autovetture della provincia di Modena. © Fondazione Edison
ANCHE L’EXPORT
DEI DISTRETTI INDUSTRIALI È IN RIPRESA
Dinamica dell'export dei 101 distretti industriali dell'Indice della
Fondazione Edison: 1° trimestre 2006 - 2° trimestre 2010
(variazioni % calcolate sul corrispondente trimestre dell'anno precedente)
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Istat

20%

15%

10%

5%

0%
I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II
2006 2006 2006 2006 2007 2007 2007 2007 2008 2008 2008 2008 2009 2009 2009 2009 2010 2010
-5%

-10%

-15%

-20%

-25%
PER PRESIDIARE MEGLIO I NUOVI MERCATI L’ITALIA
DEVE RAFFORZARE
IL SUO QUARTO CAPITALISMO

• PILASTRI - Peso dei grandi gruppi nell’export manifatturiero italiano


(2005): 14,2%

• QUARTO CAPITALISMO/COLONNE E MEDIE IMPRESE – Peso


delle imprese Medio-grandi e Medie strutturate nell’export
manifatturiero italiano (2005): 34%

• DISTRETTI – Export delle sole medie imprese strutturate dei


principali distretti (2007): 17,8 miliardi di euro

Fonte: Mediobanca
MA NEMMENO LA GERMANIA POTRA’ CRESCERE
SOLO CON L’EXPORT
VERSO I BRICs

IL L IM IT A T O P E S O D E I B R IC s N E L L 'E X P O R T D E I
P R IN C IP A L I P A E S I U E : A N N O 2 0 0 9
F o n te : e la b o ra zio n e F o n d azio n e E d is o n s u d a ti E u ro s ta t

10% 9,4%
9%
8% 7,3%
6,8%
7%
5,8%
6%
5%
4%
3%
2%
1%
0%
G E R M AN IA IT AL IA G R AN F R AN C IA
B R E T AG N A

© Fondazione Edison
IL PROBLEMA DELL’ITALIA E DELLA GERMANIA NON
E’ LA COMPETITIVITA’ MA LA DEBOLEZZA DELLA
DOMANDA INTERNA
Dinamica in volume della domanda interna
in Germania e Italia:
( dati destagionalizzati, indici base 2000=100)
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Istat

111
109
107
105
103
101
99
97
95
20 1

20 2

20 4

20 4

20 2

20 2

20 Q4

20 2

20 4

2
19 1

20 3

20 3

20 1

20 3

20 1

20 3

20 2

20 4

20 4

20 2

20 2

20 4
Q

Q
Q

Q
99

00

00

01

02

03

04

04

05

06

06

07

07

08

08

09

09

10
99

01

02

03

05
19

GERMANIA ITALIA
© Fondazione Edison
AMMESSO CHE NEI PAESI RICCHI
SIA ANCORA POSSIBILE UNA FORTE CRESCITA DELLA
DOMANDA INTERNA …
Domanda interna e debito delle famiglie: 2002-2007
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Eurostat e Banque de France

35%
IRLANDA
30%
variazione % domanda interna

PAESI CON BASSO SPAGNA


INDEBITAMENTO 25%
PRIVATO
20% UK
STATI UNITI
15% FRANCIA

GIAPPONE 10%
ITALIA PAESI DELLA BOLLA
5%
GERMANIA
0%
-20% -10% 0% 10% 20% 30% 40% 50%
punti di variazione del rapporto % debiti famiglie/PIL

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SENZA UNA NUOVA BOLLA DELLA RICCHEZZA, IL PIL
DEI PAESI AVANZATI POTRÀ GALOPPARE ANCORA?

Relazione tra ricchezza delle famiglie e PIL negli Stati Uniti:


1945-2010
(valori in miliardi di dollari correnti)

70.000 BOLLA DEI M UTUI


SUB-PRIM E

60.000
ricchezza delle famiglie

50.000 BOLLA DI
INTERNET
40.000
NEGLI ULTIM I 3
30.000 ANNI GLI USA SONO
STATI FERM I QUI E
QUI RISCHIANO DI
20.000 RIMANERE PER
LUNGO TEM PO
10.000

0
0 2.000 4.000 6.000 8.000 10.000 12.000 14.000 16.000
PIL
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CONCLUDIAMO CON UNA PROVOCAZIONE:
CHE COSA INTENDIAMO PER CRESCITA?
QUELLA DEL REDDITO?
D inam ica del reddito disponibile delle fam iglie in term ini reali
(indici 2000=100)
Fonti: elaborazione Fondazione E dison su dati E urostat e delle banche centrali

140
135
130
125
120
115
110
105
100
95
90
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

G ER M AN IA ITALIA STATI U N ITI

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O QUELLA DELLA RICCHEZZA?

Dinam ica della ricchezza delle fam iglie in term ini reali
(indici 2000=100)
Fonti: elaborazione Fondazione Edison su dati Eurostat e delle banche centrali

135
130
125
120
115
110
105
100
95
90
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

GERM ANIA ITALIA STATI UNITI

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LEZIONI IRLANDESI

Italia e Irlanda:
dinamica della ricchezza delle famiglie in termini reali
(indici 2002=100)
Fonti: elaborazione Fondazione Edison su dati Eurostat e delle banche centrali

160

150

140

130

120

110

100

90
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

IRLANDA ITALIA

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SE MISURIAMO LA CRISI SOLO CON IL PIL
COMPRENDIAMO MOLTO POCO

A che anno è arretrato il PIL durante la crisi?


2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
ITALIA

IRLANDA

STATI UNITI

GRAN BRETAGNA

FRANCIA

GERMANIA

Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Eurostat


PER MIX DI RICCHEZZA DELLE FAMIGLIE E
DISOCCUPAZIONE L’ITALIA STA ASSAI MEGLIO
DEGLI ALTRI PAESI

A CHE ANNO SONO ARRETRATE LA RICCHEZZA DELLE FAMIGLIE E LA


DISOCCUPAZIONE NEI VARI PAESI?
83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 05 06 07 08 09
ITALIA ricchezza delle
famiglie/reddito disponibile
ITALIA disoccupazione
GERMANIA ricchezza delle
famiglie/reddito disponibile
GERMANIA disoccupazione
FRANCIA ricchezza delle
famiglie/reddito disponibile
FRANCIA disoccupazione
GRAN BRETAGNA ricchezza delle
famiglie/reddito disponibile
GRAN BRETAGNA disoccupazione
IRLANDA ricchezza delle
famiglie/reddito disponibile ?
IRLANDA disoccupazione
STATI UNITI ricchezza delle
famiglie/reddito disponibile
STATI UNITI disoccupazione

NOTA: Non si hanno serie storiche sulla ricchezza delle famiglie irlandesi anteriormente al 2001
Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Eurostat

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