T’eri fatto fare un cuscino apposta, di vellutino scuro a coste, ed io ti ci avevo ricamato sopra dei colori, per non farlo confondere con gli altri - io che ad attaccare un bottone ci metto quarantasei minuti, uno sproposito di filo, e un paio di vaffa.
Meditavi, cielo, quanto meditavi!
Ti alzavi all’alba lasciando il posto al gatto. All’inizio ti spiavamo con ammirazione. Due occhi aperti in due, ma con ammirazione. Poi ci siamo abituati a stare soli. O meglio, ci siam fatti furbi: ce la godevamo tutta, fusa dopo fusa, quella calma,