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effetto.
L'identificazione e la catalogazione delle figure ha creato problemi di base agli studiosi di retorica,
dall'antichità al XVIII secolo Tradizionalmente si distinguono le seguenti categorie di figure:
figure di dizione per le quali avviene una modifica nella forma delle parole;
figure di elocuzione che riguardano le parole più adatte;
figure di ritmo che seguono gli effetti fonici ottenuti mediante la ripetizione di fonemi,
sillabe, parole;
figure di costruzione o di posizione che si riferiscono all'ordine delle parole nella frase;
figure di significato o tropi che riguardano il cambiamento del significato delle parole;
figure di pensiero che concernono l'idea o l'immagine che appare in una frase.
Gli studi tradizionali fatti di retorica sono stati oggetto di analisi in diversi settori della linguistica
moderna, come la semantica, la sintassi, la stilistica, la linguistica testuale, la metrica; tuttavia le
figure della retorica possono servire anche come base o come strumenti di lavoro e di
interpretazione per varie discipline: la linguistica, la logica, la psicoanalisi, la critica letteraria.
Ci sono anche delle classificazioni moderne, condotte con analisi differenti da quelle tradizionali:
per esempio gli studiosi del Gruppo di Liegi hanno fatto una distinzione tra le modificazioni di
parole o di elementi della parola dal punto di vista del significante (metaplasmi), tra le
modificazioni che riguardano la struttura delle frasi (metatassi), tra quelle che riguardano il
significato delle parole (metasememi) e le modificazioni che riguardano il valore complessivo della
frase (metalogismi).
La retorica classica differenzia le figurae verborum (figure del discorso) dalle figurae sententiae
(figure di pensiero).
Il metodo classico di differenziazione delle figure retoriche si basa sulla mutatio (variazione).
Questa si suddivide in:
adiectio: aggiunta di elementi linguistici con conseguente ridondanza dell'espressione
detractio: eliminazione di elementi linguistici che portano a un cambiamento della sequenza
transmutatio: cambiamento della posizione di alcuni elementi linguistici che portano a un
cambiamento della sequenza
immutatio: sostituzione di elementi linguistici tramite sinonimi, accrescitivi, diminutivi
Sono state individuate centinaia di figure retoriche, e tra queste, in ordine alfabetico:
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Brachilogia: È una forma di ellissi in cui vengono a mancare alcuni componenti della frase,
anche se integrabili dal contesto. Es.: Le mani cessano di afferrare, le braccia di muoversi,
le gambe di camminare (La Fontaine).
Bisticcio: è una particolare forma di paronomasia. Consiste nell'accostamente di due parole
uguali, ma di diverso significato. Es.: Apre la porta e porta inaspettata guerra (Torquato
Tasso).
Bisticcio etimologico: termine che per la sua etimologia può derivare da due significati
differenti e posto volutamente in posizione ambigua, rendendoli entrambi. Es.: Passa per
via adorna, e sì gentile / ch'abbassa orgoglio a cui dona salute (salute può derivare da due
termini latini differenti, rendendo insieme il significato di salute o salvezza) (Guido
Guinizzelli).
o l'autore per l'opera (leggere Omero al posto di leggere l'Iliade; possedere un Picasso
al posto di possedere un quadro di Picasso);
o il luogo per l'oggetto o istituzione (Via XX Settembre per indicare il Ministero
dell'Economia);
o la parte del corpo per la persona (Lingua mortal non dice / quel ch'io sentiva in seno
(Leopardi, A Silvia, 26-27)).
o la specie per il genere (il piatto a tavola non ci manca - il piatto a tavola per il cibo);
o il singolare per il plurale (onde non tacque / le tue limpide nubi e le tue fronde /
l’inclito verso di colui che l’acque (U. Foscolo, A Zacinto, 6-8); verso per versi)
o il plurale per il singolare (O sacrosante Vergini, se fami, / freddi o vigilie mai per voi
soffersi, / cagion mi sprona ch’io mercé vi chiami. (Dante, Divina Commedia,
Purg.XXIX,37-39); fami, freddi per fame, freddo).
Sineresi: Consiste nel riconoscimento di due vocali vicine all’interno di una parola, che non
formino dittongo e quindi costituiscano due sillabe, come una sillaba sola. Es.: Ed er-ra
l’ar-mo-nia per ques-ta val-le. (Leopardi, Il passero solitario)
Sinestesia: Consiste nel trasferire un tipo di sensazione a un altro appartenente ad altro
dominio sensoriale. Es.: Ma per le vie del borgo / dal ribollir de’ tini / va l’ aspro odor de i
vini / l’anime a rallegrar. (G. Carducci, San Martino, 5-8), dove la sensazione gustativa
(aspro) si fonde con quella olfattiva (odor); oppure è ravvisabile in espressioni come voce
calda e colori freddi
Sinonimia: l'utilizzo di due o più parole di significato uguale (sinonimi) nello stesso testo o
passo.
Sistole: Spostamento dell'accento tonico verso l'inizio della parola a fini metrici o di rima.
Contrario Diastole. Es. la notte ch'io passai con tanta pièta (invece di pietà) (Dante, Inferno,
I, v. 21).
Sospensione: vedi reticenza.
Sostantivizzazione: Slittamento di parti del discorso diverse dal nome in funzioni sintattiche
riservate al nome stesso senza che intervengano variazioni formali. Fenomeno presente in
molte locuzioni proverbiali. Es.: Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare (verbi
sostantivizzati); Con i se e con i ma la storia non si fa (congiunzioni sostantivizzate).