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KEW GARDENS
SURREY
REGNO UNITO
DI GRAN BRETAGNA
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SINTESI
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Mario J. Cereghino
2 luglio 2012
mariojosecereghino59@gmail.com
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LE CARTE
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Qualche giorno dopo il viceministro Butler risponde a Keeling che “la
produzione della pellicola è appena agli inizi. Cercheremo in ogni
modo di saperne di più”.
In aprile Kenney (Foreign Office) invia una nota al Consolato
britannico di Los Angeles, in California. Sul tema, Londra chiede “di
ricevere un memorandum il prima possibile”.
Non vogliamo che il Consolato corra il rischio di essere accusato di ingerenza. Tuttavia ci
chiediamo se vi sia possibile entrare in contatto con la casa di produzione del film [la United
Artists], al fine di convincerla ad affrontare il tema in modo tale che l’opera possa essere
esibita in Gran Bretagna senza arrecare offesa alcuna alla Germania.
Abbiamo poi appreso alcune informazioni minori sulla qualità della satira di Chaplin, che è
amara e grottesca. Lo abbiamo incontrato personalmente. L’attore ha messo mano alla
produzione della pellicola con una foga che rasenta il fanatismo. Le sue simpatie razziali e
sociali vanno a quelle classi e a quei gruppi che più soffrono la repressione dei regimi
dittatoriali. Ci ha poi detto di essere fermamente deciso ad assicurare una distribuzione al
film, anche a costo di attingere alla sua considerevole fortuna personale. Prevede che la
pellicola avrà un costo di un milione di dollari. Chaplin si è sempre rifiutato di rinunciare alla
cittadinanza britannica. E’ improbabile comunque che le sue idee politiche lo inducano a
guardare con simpatia alle personalità oggetto della sua satira. A quanto pare, il suo unico
obiettivo consiste nel poter sferrare un attacco diretto [a Hitler e a Mussolini]. Stando così le
cose, riteniamo che andremmo incontro ad un immediato e definitivo rifiuto da parte di
Chaplin se mai provassimo a suggerire delle modifiche al copione. E’ certo che non
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raggiungeremmo risultato alcuno. L’attore ammette con franchezza che il film potrebbe
essere esibito solo negli Stati Uniti. Le eventuali proteste ne limiterebbero comunque la
distribuzione anche in territorio americano. Infine egli ritiene probabile che l’Ufficio Hays [la
censura cinematografica americana] impedisca la circolazione della pellicola. Ma, come
abbiamo già detto, egli è deciso a distribuirla ad ogni costo.
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sappiamo che cosa abbia in mente Chaplin. Di conseguenza, vista la situazione, sarebbe per
noi opportuno poter leggere la sceneggiatura prima dell’inizio delle riprese del film.
Occorre fare qualcosa per fermare Chaplin. L’attore minaccia la pace che ancora regna fra la
Germania e l’America.
E’ spiacevole che a Chaplin, uno straniero residente negli Usa, sia consentito di utilizzare
l’industria cinematografica americana per dare sfogo al suo personale antagonismo contro un
governo estero, un fatto che potrebbe condurre a gravi ripercussioni internazionali. Il suo
obiettivo consiste nel gettare zizzania tra la Germania e gli Stati Uniti.
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Un pubblico elegante non nascose il suo entusiasmo. “Il Grande Dittatore” rimase quindici
settimane in due cinema di New York. Fra tutte le mie opere fu quella che mi fece guadagnare
di più.
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