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Liuteriaitalia
Forum dedicato alla Liuteria amatoriale,per chi ama costruire uno strumento da sè e suonarlo
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Autore Messaggio
Pietro Inviato: Dom Ott 08, 2006 4:29 pm Oggetto: VERNICI DI LIUTERIA E DI ARTIGIANATO
Attualmente la grossa produzione strumentale è di fabbrica ed i prodotti alla fine della lavorazione vengono verniciati a
spruzzo con nitro o poliestere: come i mobili per l’edilizia abitativa. Non è sempre vero che questi strumenti suonino
Registrato: 18/07/06 09:20
Messaggi: 636 male, di sicuro la vernice è molto resistente al tempo, all’usura ed agli inevitabili graffi derivati dall’uso. Molti liutai la
Residenza: Verona impiegano da tempo. Dal punto di vista estetico ci troviamo di fronte ad esemplari tutti inesorabilmente uguali e privi di
quella impronta caratteristica che ogni strumento di liuteria possiede. La sonorità sembra non cambi con il tempo in
quanto il legno viene paralizzato dal trattamento e non sarà mai libero di vibrare come con le vernici di liuteria che
invece formano una pellicola protettiva ed invecchiano di pari passo con il legno stesso.
Nell’immagine il grande Stradivari esamina la vernice prima di applicarla allo strumento, il segreto della sua arte consta
esclusivamente in questo: accurata scelta dei legni, esatta calibratura degli spessori e meticolosa cura nell’applicazione
e nel dosaggio della vernice, che era più o meno la stessa usata dai suoi colleghi ma anche dai pittori e dagli artigiani. I
prodotti erano di uso comune e non essendoci fabbriche erano facilmente reperibili in negozi, drogherie ed in
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determinate farmacie dove venivano già dosate. Ben più difficile è trovare ora le resine ed i solventi allo stato naturale.
Nel 1500 in un manoscritto del Fioravanti sono riportate delle ricette di vernici per liuteria, una di queste merita un
approfondimento.
La resina bianca è la dammar, resina morbida che dà una delle vernici più chiare e trasparenti, l’olio di lino è sempre un
terzo della resina e il diluente per queste vernici è l’essenza di trementina o l’acquaragia.
Questa vernice già pronta si trova ancora, in quanto la usano i pittori per dare lucentezza e protezione ai quadri ad olio.
La composizione di una buona vernice grassa è quindi nota da secoli e comprende tre elementi ancora insostituibili:
resina, olio e acquaragia.
Le resine che si usano per le vernici ad olio sono più di una e lo vediamo in un’altra ricetta dell’epoca classica.
Vernici ad olio colorate venivano usare pure da artigiani e mobilieri fino a non molto tempo fa, ma si è preferito
soppiantarle perché lente ad asciugarsi.
Che i liutai dell’epoca classica usassero prevalentemente vernice ad olio è provato dal fatto che lo stesso Stradivari si
scusava con un committente per la ritardata consegna causata dalla vernice ad olio che faticava ad asciugarsi.
La formula non era segreta, ciò è testimoniato dal fatto che al liutaio francese Lupot (famoso anche per aver realizzato
delle belle copie di violini di Stradivari) venne chiesta in prestito della vernice ad olio da un collega che avendola finita
non poteva consegnare in tempo degli strumenti.
Se i legni e le vernici erano equivalenti, le opere dei liutai dell’epoca classica non hanno in alcun modo le qualità sonore
degli Stradivari, anche perché il modo di dosare e stendere la vernice era differente. Le ultime opere del maestro stesso
oramai novantenne non avevano più quel pregio causa l’età ed il venir meno delle sue stesse facoltà. I suoi medesimi
figli Francesco e Omobono entrambi liutai, non seppero ottenere i risultati del padre e le vernici a spirito di più rapida
asciugatura lentamente soppiantarono le consorelle ad olio.
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La vernice a tampone ordinaria composta da gommalacca disciolta in spirito di vino è di facile composizione, non è
definita in modo rigoroso, ma si attiene a questa ricetta.
I mobilieri la conoscono bene in quanto la applicano nei restauri e nei loro prodotti di pregio, ma pure per gli strumenti
a pizzico: nelle chitarre e nei mandolini in particolare trova largo uso ed i più raffinati liutai la preferiscono ai moderni
prodotti in commercio.
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Si tratta di una vernice naturale che invecchia con il legno proteggendolo e migliorandolo anche dal punto di vista
acustico. Si applica con un tampone a movimenti alternati che poi vedremo in dettaglio, occorrono parecchie mani e
prima di darne una bisogna accertarsi che sia ben asciugata la precedente. Man mano che si procede si aggiunge alcol
per aumentare la diluizione della vernice allo scopo di ottenere una pellicola sempre più sottile che renderà ottimale la
lucidatura. Il legno manterrà la sua calda tonalità acquistando un brillante riflesso leggermente ingiallente.
In alternativa si possono dare le prime mani con un pennello morbido e le seguenti con il tampone. Per la finitura basta
un po’ di polish con un panno morbido.
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Per gli strumenti ad arco si usa un procedimento più complesso che prevede una vernice a spirito con più resine: cederà
non di molto alla consorella ad olio e si asciugherà più rapidamente. Essa conferirà al legno maggior brillantezza o
maggior durezza in base alle resine disciolte con la gommalacca e riportiamo quattro ricette usate sia dai liutai che dagli
artigiani.
Una vernice a spirito moderna usata in liuteria è la seguente, le cose come vedrete non cambiano di molto.
Una seconda che vi propongo più semplice, ricalca molto la 3° e la 4° ricetta esposta sopra ed è molto usata dai liutai
da tempi immemorabili.
Tutte le resine per essere più efficienti devono essere incorporate a caldo, anche se lo fanno lo stesso a freddo. I
coloranti eventualmente scelti si aggiungono alle resine, il tutto si scalda a bagnomaria a fiamma bassa e si aggiunge la
trementina a fuoco spento, si lascia decantare e si filtra il tutto.
La vernice a tampone inglese viene applicata dopo aver trattato il legno con un fondo isolante di colla a caldo, per
accelerare il processo di lucidatura ad olio gli artigiani trattano il legno con una vernice turapori alla nitro che funge
anche da isolante.
In liuteria per fermare il suono dello strumento finito e calibrato si usa una o due mani di colla a caldo forte e molto
diluita. Dopo averla ben lisciata si procede alla verniciatura vera e propria usando un pennello morbido e piatto; questo
vale sia per la vernice ad olio che per quella a spirito poliresinosa. Sette od otto mani sono in media sufficienti ad
ottenere uno strato protettivo brillante e resistente. Aspettare che una mano sia bene asciutta prima di passare alla
successiva e dopo quattro o cinque mani lisciare con carta abrasiva fine bagnata con acqua. Completare il trattamento
e, se necessario, lisciare ancora e terminare con una passata di polish usando un panno morbido. La sua azione
lucidante e leggermente abrasiva conferirà alla superfice quella lucentezza tanto apprezzata dagli antichi maestri.
Abbiamo esaminato le vernici dei liutai e degli artigiani, le differenze non sono in fin dei conti sostanziali, il segreto è
nella preparazione e nella stesura; per questo prima di applicare qualche trattamento è indispensabile provare e
riprovare su pezzi di legno in modo da non rovinare uno strumento che può essere anche venuto bene.
Se una buona vernice non migliora acusticamente uno strumento, ma lo conserva e lo protegge, una cattiva vernice lo
può rovinare per una o più generazioni.
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L'ultima modifica di Pietro il Dom Dic 03, 2006 4:21 pm, modificato 2 volte
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ciao Pietro, Ho letto con molto interesse la tua relazione sulla verniciatura, e devo essere sincero mi sono salvato il post
perche considero questi consigli di alto valore, per uno come me che non ha mai fatto esperienze in un laboratorio di
liuteria .
Solo una cosa devo chiederti , ma tutte queste essenze si trovano in commercio facilmente ?
Registrato: 17/07/06 23:24
Messaggi: 1012
Residenza: Verona
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Pietro Inviato: Gio Ott 12, 2006 8:36 pm Oggetto: Si trovano in commercio i prodotti vernicianti di liuteria?
Grande Fabio, ti sono ancora debitore per avermi stimolato ad inserire il suono della symphonia. Esibirmi non è la mia
massima aspirazione, ma che la sonorità di uno strumento sconosciuto ai più debba essere diffusa anche grazie alle
moderne tecnologie è un'obiettivo che si realizza grazie alla tua creazione di questo forum.
Vengo dunque subito alla tua domanda: Si, le sostanze menzionate nelle ricette per le vernici si trovano in commercio,
Registrato: 18/07/06 09:20
alcune agevolmente (vernice Dammar, Gommalacca pronta o da preparare, olio di lino cotto, trementina, acquaragia
Messaggi: 636 ecc.) altre invece bisogna ricercarle in colorifici e drogherie. Naturalmente esistono centri specializzati solo per queste
Residenza: Verona
cose, ma da loro i costi sono quasi sempre proibitivi. Io propenderei per prodotti reperibili facilmente ma di buona
affidabilità: come ad esempio la gommalacca usata per la tua ghironda.
Cordiale saluti - Pietro.
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ooooohhhh
finalmente sono riuscio a dare la gommalacca sugli strumenti!
Era tutto un trucco legato alla concentrazione dell'alcol!
Registrato: 10/03/07 19:08 Ed io che la scioglievo con l'alcol rosso normale che lasciava delle macrocaccole che non riuscivi più ad eliminare....
Messaggi: 340
Evviva il 99%!!
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Basta non scendere sotto ai 94° o lo spirito divino non è più tale.
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Un buon modo per approcciarsi alla lucidatura degli strumenti è la lettura di un testo economico e di facile reperibilità.
" Le vernici in Liuteria" che è la traduzione in lingua Italiana del libro : L'Art du Luthier" di Tolbecque.
Registrato: 19/04/07 11:15
Messaggi: 9 Serve quasi esclusivamente pr darsi una grossa infarinatura su tutte quelle che sono le terminologie tecniche e le
innumerevoli sostanze che si impiegano nella preparazione e nella stesura delle vernici.
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Ci sono anche molte ricette originali delle varie epoche sia per le vernici grasse che per quelle allo spirito di vino.
Ma una cosa che il libro non può trasmettere ed è poi quella fondamentale è la manualità. Cioè il modo di stendere la
Gommalacca a tampone.
Io personalmente ho ovviato a questa inderogabile necessità andando presso un restauratore a bottega per un inverno,
giacchè pur essendo stato allievo di un Liutaio poco o nulla avevo appreso nell'arte della lucidatura dal momento che
egli riservava per se quest'ultima fase della lavorazione. Da questo antiquario restauratore ho avuto modo di
apprendere le varie fasi della lucidatura a gommalacca pomice e talco veneto e la brillantatura ad alcool puro.
Il segreto è solo nella costanza e nella fluidità del movimento che non può essere appresa direttamente sullo strumento
da lucidare.
E' necessario munirsi di vecchi piani di legno ( ottimi i comò della nonna) o di quadrati 50x50 ( va bene per iniziare
anche del multistrato ) e dopo aver seguito i consigli " dal vivo" di qualcuno che lo sa fare, procedere giorno dopo
giorno.
L'articolazione della mano sembrerà scottare e scoppiare il primo giorno ma via via capirete da soli la quantità di forza
da usare .
Non tentate mai di riprendere una bruciatura o un errore di attacco o di uscita, non è di nessuna utilità. La bellezza
della gommalacca è che non perdona nessun errore ma consente però di azzerare tutto in un lampo e ricominciare
daccapo con maggior esperienza e sicurezza.
Cavolo che pistolotto, mi dispiace per la logorrea ma la Gommalacca è una cosa che da sempre mi appassiona e
quando ne parlo non mi regolo.
Sorry
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L'unica macchina veramente pericolosa in un laboratorio è................. l'Artigiano.
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Devi senz'altro apprezzare l'aiuto dell'amico Pietro, ma la gommalacca non conosce cartavetrata.
Anzi, nessun tipo di vernice si rimuove con carta vetrata , ottieni solo di saturare immediatamente la carta e di
Registrato: 19/04/07 11:15 provocare irrimediabili striature sullo strumento.
Messaggi: 9
La particolarità della Gommalacca è proprio quella di poter essere rimossa con facilità e senza alcun danno solo con
l'ausilio dell'alcool a 98/99°.
Nel restauro in generale, ma nel restauro degli strumenti musicali in particolare, la carta vetrata dimenticala
tranquillamente.
Essa non fa che danneggiare il supporto costringendoti ad una successiva levigatura che porta via spessore e tempo.
Naturalmente oltre la grana 400 e con la levigatura ad olio il discorso può anche cambiare.
In generale per togliere il rialzo del pelo dopo la prima mano( ma negli strumenti è anche raro) è molto meglio la lana
d'acciaio finissima.
Precisiamo una cosa, la gommalacca abbiamo detto non danneggia minimamente il legno sul quale è stesa e proprio
per questo sugli strumenti che ad esempio hanno necessità di una colorazione diversa da quella naturale, il pigmento è
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Lo strato di fondo si può ottenere in molti modi e anticamente era detto incollaggio proprio perchè era ottenuto con una
soluzione diluita di colla animale o caseina o albumina. La funzione di tale strato è duplice,: la prima è quella di sigillare
il poro e quindi renderlo impermeabile agli strati successivi ( in ebanisteria abbiamo anche la finitura a poro aperto ma
si tratta di altre esigenze) la seconda è quella di mantenere inalterato il colore del legno nonostante le decine e decine
di mani di gommalacca pigmentata che si daranno successivamente a tampone.
Se si vorrà riportare il legno a vergine per un restauro con il solo uso dell'alcool e di spugnette delicate o paglietta
finissima " 0000" si otterrà di nuovo il legno originale.
Al di la' delle molte soluzioni di incollaggio con le varie sostanze la gommalacca è la migliore base per se stessa.
Dopo una o due mani date a pennello( possibilmente di pelo Vayo o similare) intercalate da levigatura o con pomice in
polvere extra fine se lo strumento è chiaro e pomice brunita in caso di palissandro , si passerà alla lucidatura vera e
propria a tampone e olio. Io ormai da tempo preferisco usare quello di Vaselina che si toglie bene ed è completamente
incolore oltre che privo di qualsiasi problema per salute in quanto anche ingeribile. Così facendo il nostro strumento
sarà perfettamente preservato dagli attacchi del tempo e dell'umidità e sempre pronto per una nuova verniciatura.
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L'unica macchina veramente pericolosa in un laboratorio è................. l'Artigiano.
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Nella presentazione avevo detto che c'era da imparare, non pensavo così presto. Grazie Mastroenrico per il tuo
contributo in questo settore del forum che a dire il vero languiva un po'.
La tua esperienza di laboratorio è veramente preziosa
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ohe splendido,
Registrato: 19/05/07 12:24
Messaggi: 502 questa ripresa capita per me a proposito, visto che se tutto va bene presto dovro´lucidare il liuto... almeno ci spero!
Residenza: Torre d'Isola
(PV)
allora, di regola il liuto richiede solo pochissimi interventi: pochissimo sulla tavola e solo un po´di piu sul resto. proprio
per questo, il poco che s´ha da fare dovra´ essere fatto come si deve
inoltre, vorrei evitare il colore giallastro che ha preso col tempo il liuto precedente, e far rimanere biancastra la tavola e
bruno il guscio, il manico e la cordiera.
grazie
Luciano
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Potresti usare per la tavola la gommalacca decerata "schellach Astra" di qualità extra che è pressochè incolore e per il
guscio se non vuoi pigmentarla da te, puoi usare una varietà di gommalacca denominata " Rubino" che conferisce una
tonalità rosso scuro perlappunto rubino.
Registrato: 19/04/07 11:15
Messaggi: 9 Ovviamente la mano di fondo sarà incolore per tutto lo strumento e proseguirai secondo i tuoi gusti sul guscio con la
tonalità che vuoi.
Tieni presente due cose: la tonalità rubino comincia ad evidenziarsi solo dopo una decina di passate e per scurirla ci
vogliono moltissime mani( ogni mano è fatta di decine di passate), tra una mano e l'altra lascia passare anche diversi
giorni perchè a dispetto dell'apparente lucentezza iniziale dovuta anche all'ausilio dell'olio( poche gocce) lo strumento "
berrà" letteralmente lo strato appena messo sino a completa saturazione del poro.
Solo a quel punto la gommalacca comincerà a spessorarsi sino a divenire uno strato percettibile e permanente e
incrementerà sia il grado di colore che la resistenza.
Sfatiamo un luogo comune: la gommalacca non è affatto sensibile all'acqua( ovviamente quando è asciutta perchè
quando è ancora in soluzione è addirittura igroscopica) anzi essendo insolubile in tale elemento è un ottimo protettivo
contro gli agenti atmosferici.
Di contro è attaccata fortemente dal sudore, per cui occorrerà sempre evitare di maneggiare lo strumento se non con le
mani asciuttissime.
E' importantissimo usare un alcool quanto più titolato possibile( 98/99°) perche quelle minime percentuali che non sono
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di alcool sono di solito di acqua e di denaturante e se vi viene voglia di sapere cosa fa una goccia di acqua nella
gommalacca fate questa prova: prendete un bicchierino di Sambuca e lasciate cadere una sola goccia di acqua .
Vedrete il contenuto inizialmente limpidissimo divenire lattiginoso, e lo stesso effetto lo si avrebbe usando la
gommalacca o stendendola in ambiente umido.
Difatti la gommalacca contiene oltre la sostanza vera e propria una certa quantità di cere che non sono solubili in acqua
ma solo in alcool e con l'umidità la soluzione tenderebbe a separarsi.
Se non vi piace il brutto colore dell'alcool denaturato ci sono due soluzioni entrambe economiche: la prima è usare il
Solvlack che è una miscela di allcool etilico e butilico( mi sembra) usato in tipografia e perfettamente incolore( costo
3,2 euro il L ) oppure munirsi di un filtro per enologia( costo pochi centesimi) e di un paio di cucchiai di polvere di
carbone.
Versando l'alcool denaturato rossastro nel filtro dove avremo messo la polvere di carbone, lo vedremo uscire al di sotto
perfettamente limpido( attenzione perchè così facendo lo avremo privato solo della componente colorata del
denaturante non di quella olfattiva e tossica) , questa operazione è anche ripetibile se non soddisfacente
completamente.
Veramente esiste anche un altro modo per decolorare l'alcool ma molto lungo: bisogna mettere il bottiglione al sole
possibilmente chiuso con un palloncino di gomma teso sull'imboccatura e tenuto da un elastico sul collo del bottiglione.
Questo perchè il sole esercita una potentissima azione decolorante ma il calore espande l'alcool per cui con un tappo
rigido si rischia la rottura del vetro.
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caro Mastroenrico
Registrato: 19/05/07 12:24
Messaggi: 502
Residenza: Torre d'Isola grazie per le dritte e per il contributo che mi sembra importantissimo.
(PV)
allora:
1) dove si puo trovare la "schellach Astra"? e la " Rubino"?
2) non ho capito una cosa: ma non si puo usare direttamente alcool puro? non lo si dovrebbe poter trovare in farmacia
o dai rivenditori di prodotti chimici?
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L'alcool puro si può usare e si vende non solo in Farmacia ma anche in qualsiasi negozio di alimentari.
Il problema è che quando è venduto " puro" rientra nella categoria per uso alimentare e come tale è sottoposto alle
Registrato: 19/04/07 11:15 accise governative che portano il prezzo a circa 10/14 euro il litro.
Messaggi: 9
Quello che invece puoi trovare sia nelle Vecchie drogherie che in qualsiasi negozio di prodotti chimici come pure negozi
specializzati per il restauro è alcool dai 94° ai 98° ma additivato con denaturante( quello rossastro per capirci) ,
denaturante che serve appunto a renderlo inidoneo al consumo alimentare rendendolo maleodorante e disgustoso al
palato.
Solo così si può vendere in esenzione di accisa per usi diversi dall'alimentare: Disinfettante, detergente, solvente o
altro.
Ai nostri fini l'aggiunta di denaturante è irrilevante se non per la colorazione lievemente rossastra ma ho spiegato prima
come ovviare a tale inconveniente.
Discorso diverso lo abbiamo col Solvlack che invece è una miscela di alcooli diversi ( quindi anche quelli tossici) che lo
rende per definizione inadatto al consumo alimentare e quindi non sottoposto ad accise.
Se poi vuoi usare l'alcool per dolci o liquori nessuno te lo vieta ma è lo stesso del denaturato con 10 euro in più sopra e
spesso se non guardi bene scende sotto i 94°.
Ah già, la prima domanda; Queste gommalacche pregiate si trovano in diversi posti, io le prendo da Dick
Solamente gli utenti registrati possono vedere link
su questo forum! ma si trovano anche in altre parti . Qualcosa c'è anche alla Goth di
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Cazzano di Tramigna.
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L'unica macchina veramente pericolosa in un laboratorio è................. l'Artigiano.
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Grazie
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..La risposta è nel messaggio seguente, questo non mi riesce di toglierlo, scusate.
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L'unica macchina veramente pericolosa in un laboratorio è................. l'Artigiano.
L'ultima modifica di mastroenrico il Ven Nov 30, 2007 11:21 am, modificato 2 volte
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