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Giovanni Paolo II, il Papa della famiglia.

Ragioni del titolo.

+ Agostino Marchetto

Così scriveva un noto giornalista (rubrica ‘Risponde’ del Corsera 14/2/19): “chiudere i Papi nelle
gabbie delle definizioni laiche di destra e sinistra è sbagliato. Anche solo definirli conservatori o
progressisti è complesso. Prenda Giovanni Paolo II. Lo incontrai due volte, a Parigi e ad Assisi, ed è
senz’altro la personalità più carismatica che abbia mai visto; però non saprei come definirla. Poteva
avere tratti reazionari e tratti rivoluzionari. Poteva sembrare ora un mistico medievale, ora un uomo
di straordinaria modernità; come quando chiese perdono per le colpe della Chiesa, un gesto che solo
un Papa forte poteva concepire”. Personalità carismatica dunque, San Giovanni Paolo II.
Pure uno storico-teologo ancora sulla bocca di tutti i “progressisti” di oggi, Yves Congar, così lo
presentava in Concilio, non ancora Cardinale, riferendosi al progetto Wojtyła per lo schema “Chiesa
e mondo contemporaneo” “concepito” e redatto – scrive il Congar – “dal punto di vista della
Chiesa stessa, che formula i suoi principi e dà le sue giustificazioni”. Esso non può prevalere come
base delle nostre discussioni, su quello che è stato elaborato per mandato della commissione mista,
ma bisognerà tenerne conto, anche se testo privato” (Yves Congar, Mon Jurnal du Concile,Vol. II,
Les Ed. du Cerf, Paris 2002, p. 309II).
Sempre sul tema anzidetto, mons. Wojtyła “fa alcune osservazioni di una estrema gravità
(sull’insieme del capitolo II). Si considerano solamente, egli dice, le questioni poste dalla nuova
situazione del mondo descritta dal cap. I: ma questo mondo moderno dà anche delle risposte a tali
questioni. Ebbene bisognerebbe rispondere a queste risposte” (ibidem, p. 312II). Ciò offre occasione
al Congar di rivelare i propri pensieri su Daniélou, dopo una breve considerazione di
apprezzamento di chi sarà Giovanni Paolo II: “Wojtyła fa una grandissima impressione. La sua
personalità s’impone. Si sprigiona da essa un fluido, un attirare, una certa forza profetica
calmissima, ma irrecusabile… Daniélou sembra essersi già proposto: dovrà redigere qualcosa con
mons. Wojtyła. Ma, alla pausa, quasi tutti gli esperti dubitano che Daniélou, rapido e superficiale,
sia l’uomo adatto a ciò… mons. Wojtyła dice che a suo avviso non si è marcata a sufficienza la
dimensione soteriologica o salvifica” (ibidem, e anche p. 313s.II, nonché Agostino Marchetto,
“Cum Petro et sub Petro”, Riforme ecclesiali per la missione, Chorabooks, Banghok 2019, p. 54s).
Troviamo qui dunque conferma del giudizio del giornalista menzionato d’inizio circa la
straordinaria impressione che produce Mons. Wojtyła. Ne abbiamo conferma anche da parte di un
Papa, il Vescovo di Roma che si riferisce a lui, assieme a Giovanni XXIII, in questi termini: “Sono
stati sacerdoti, vescovi e papi del XX secolo. Ne hanno conosciuto le tragedie, ma non ne sono stati
sopraffatti. Più forte, in loro, era Dio; più forte era la fede in Gesù Cristo Redentore dell’uomo e
Signore della storia; più forte, in loro, era la misericordia, più forte era la vicinanza materna di
Maria.[Nel] servizio al Popolo di Dio, San Giovanni Paolo II è stato il Papa della famiglia. Così lui
stesso, una volta disse che avrebbe voluto esser ricordato, come il Papa della famiglia. Mi piace
sottolinearlo mentre stiamo vivendo un cammino sinodale, sulla famiglia e con la famiglia, un
cammino che certamente dal Cielo lui accompagna e sostiene” (testo dell’Omelia di Papa
Francesco, il 27/5/14, per la S. Messa di canonizzazione dei Beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo
II).

* * *

Dicevamo “Papa della famiglia”. Anche a voler delineare solo per sommi capi il pensiero e
l’opera di Giovanni Paolo II al riguardo mi è – scusate – impossibile.

1
Così il cireneo che si è preso la briga di balbettare qui oggi qualcosa su questo radicato titolo si
limiterà a presentarvi, d’inizio, un aspetto significativo di un lunghissimo pontificato, cioè le
catechesi delle Udienze generali che vanno dal settembre 1979 al novembre’ 84, contenenti quella
che alcuni definiscono teologia del corpo, in ogni caso sull’amore umano.
Certamente vi erano stati a ciò dei prodromi significativi prima del Pontificato e penso alla
Bottega dell’Orefice e ad Amore e responsabilità del 1960, nonché alla partecipazione alle riunioni
della Commissione per lo studio della popolazione, della famiglia e della natalità, assieme a chi
divenne suo amico, e poi Cardinale, il Vescovo Jean Margéot, di Port-Louis (Mauritius).
Mi soffermo sulle Catechesi accennate, con citazione dettagliata dei vari cicli, (come da
www.careware.it), perché le reputo massimamente indicative del nostro tema, un po’ come lo sono,
per Papa Francesco, le Omelie sue, a braccio, di ogni mattina, a rappresentanti a turno
fondamentalmente di fedeli di varie parrocchie romane, del suo gregge diocesano insomma. E il
fatto costituisce per me uno dei grandi e costanti e faticosi “segni” dell’attuale Pontificato
francescano.
Ecco dunque la Teologia del Corpo, cominciando dal primo ciclo su L’unità originaria
dell’uomo e della donna, Catechesi sul libro della Genesi (5/9/1979 – 2/4/1980).
1) A colloquio con Cristo sui fondamenti della famiglia (5 settembre 1979), 2) Nel primo
racconto della creazione l’oggettiva definizione dell’uomo (12 settembre 1979), 3) Nel secondo
racconto della creazione la definizione soggettiva dell’uomo (19 Settembre 1979), 4) Legame tra
innocenza originaria e redenzione operata da Cristo (26 Settembre 1979), 5) L’uomo alla ricerca
della definizione di se stesso (10 Ottobre 1979), 6) L’uomo dall’originaria solitudine alla
consapevolezza che lo fa persona (14 Ottobre 1979), 7) Nella definizione stessa dell’uomo
l’alternativa tra morte ed immortalità (31 Ottobre 1979), 8) L’unità originaria dell’uomo e della
donna nell’umanità (7 Novembre 1979), 9) Anche attraverso la comunione delle persone l’uomo
diventa immagine di Dio (14 Novembre 1979), 10) Valore del matrimonio uno e indissolubile alla
luce dei primi capitoli della Genesi (21 Novembre 1979), 11) I significati delle primordiali
esperienze dell’uomo (12 dicembre 1979), 12) Pienezza personalistica dell’innocenza originale (19
dicembre 1979), 13)La creazione come dono fondamentale e originario (2 gennaio 1980), 14) La
rivelazione e la scoperta del significato sponsale del corpo (9 gennaio 1980), 15) L’uomo-persona
diventa dono nella libertà dell’amore (16 gennaio 1980), 16) Coscienza del significato del corpo e
innocenza originaria (30 gennaio 1980), 17) Il dono del corpo crea un’autentica comunione (6
febbraio 1980), 18) L’innocenza originaria e lo stato storico dell’uomo (13 febbraio 1980), 19) Con
“il sacramento del corpo” l’uomo si sente soggetto di santità (20 febbraio 1980), 20) Il significato
biblico della conoscenza nella convivenza matrimoniale (5 marzo 1980), 21) Il mistero della donna
si rivela nella maternità (12 marzo 1980), 22) Il ciclo della conoscenza-generazione e la prospettiva
della morte (26 marzo 1980), 23) Gli interrogativi sul matrimonio nella visione integrale dell’uomo
(2 aprile 1980).

Secondo ciclo: La redenzione del cuore

Teologia del corpo dell’uomo decaduto e redento (16/4/ 1980-6/5/1981).

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1. Cristo fa appello al “cuore” dell’uomo (16 aprile 1980); 2. Il contenuto etico e antropologico del
comandamento “non commettere adulterio”; 3. La concupiscenza è il frutto della rottura
dell’alleanza con Dio (30 aprile 1980); 4. Radicale cambiamento del significato della nudità
originaria (14 maggio 1980); 5. Il corpo, non sottomesso allo spirito minaccia l’unità dell’uomo-
persona (28 maggio1980); 6. Significato della vergogna originale nei rapporti interpersonali uomo-
donna (4 giugno 1980); 7. Il dominio “su” l’altro nella relazione interpersonale (18 giugno 1980); 8.
La triplice concupiscenza limita il significato sponsale del corpo (25 giugno 1980); 9. La
concupiscenza del corpo deforma i rapporti uomo-donna (23 luglio 1980); 10. Nella volontà del
dono reciproco la comunione delle persone (30 luglio 1980); 11. Il discorso della Montagna agli
uomini del nostro tempo (6 agosto 1980); 12. Il contenuto del comandamento “non commettere
adulterio” (13 agosto 1980); 13. L’adulterio secondo la legge e nel linguaggio dei profeti (20 agosto
1980); 14. L’adulterio secondo Cristo: falsificazione del segno e rottura dell’alleanza personale (27
agosto 1980); 15. Il significato dell’adulterio trasferito dal corpo al cuore (3 settembre 1980); 16. La
concupiscenza come distacco dal significato sponsale del corpo (10 settembre 1980); 17. Il
desiderio, riduzione intenzionale dell’orizzonte della mente e del cuore (17 settembre 1980); 18. La
concupiscenza allontana l’uomo e la donna dalle prospettive personali e “di comunione” (24
settembre 1980); 19. Costruire il nuovo senso etico attraverso la riscoperta dei valori (1 ottobre
1980); 20. Interpretazione psicologica e teologica del concetto di concupiscenza (8 ottobre 1980);
21. Valori evangelici e doveri del cuore umano (15 ottobre 1980); 22. Realizzazione del valore del
corpo secondo il disegno del Creatore (22 ottobre 1980); 23. La forza originaria della creazione
diventi per l’uomo forza di redenzione (29 ottobre 1980); 24. “Eros” ed “Ethos” si incontrano e
fruttificano nel cuore umano (5 novembre 1980); 25. La spontaneità è veramente umana quando è il
frutto maturo della coscienza (12 novembre 1980); 26. Cristo ci chiama a ritrovare le forze vive
dell’uomo nuovo (3 dicembre 1980); 27. Tradizione anticotestamentaria e nuovo significato di
“purezza” (10 dicembre 1980); 28. Vita secondo la carne e giustificazione in Cristo (17 dicembre
1980); 29. La contrapposizione tra carne e spirito e la “giustificazione” nella fede (7 gennaio 1981);
30. La vita secondo lo spirito, fondata nella vera libertà (14 gennaio 1981); 31. Santità e rispetto del
corpo nella dottrina di San Paolo (28 gennaio 1981); 32. Descrizione paolina del corpo e dottrina
sulla purezza (4 febbraio 1981); 33. La virtù della purezza attua la vita secondo lo spirito. (11
febbraio 1981); 34. Dottrina paolina della purezza come “vita secondo lo spirito” (18 marzo 1981);
35. La funzione positiva della purezza di cuore (1 aprile 1981); 36. Pedagogia del corpo, ordine
morale, manifestazioni affettive (8 aprile 1981); 37. Il corpo umano “tema “ dell’opera d’arte (15
aprile 1981); 38. L’opera d’arte deve sempre osservare la regolarità del dono e del reciproco donarsi
(22 aprile 1981); 39. I limiti etici nelle opere d’arte e nella produzione audiovisiva (29 aprile 1981);
40. Responsabilità etica dell’artista nella trattazione del tema del corpo umano (6 maggio 1981).

Terzo ciclo: La risurrezione della carne.


Teologia del corpo dell’uomo risorto, pienamente redento e ri-creato (11/11/ 1981 – 10/2/ 1982).

1. Le parole del “colloquio con i sadducei” essenziali per la teologia del corpo (11 novembre 1982);
2. Il Dio vivente, stringendo l’alleanza con gli uomini, rinnova continuamente la realtà stessa della
vita (18 novembre 1981); 3. La dottrina sulla Risurrezione e la formazione dell’antropologia
teologica (2 dicembre 1981); 4. La risurrezione realizzerà perfettamente la persona (9 dicembre
1981); 5. Le parole di Cristo sulla risurrezione completano la rivelazione del corpo (16 dicembre
1981); 6. Le parole di Cristo sul matrimonio, nuova soglia della verità integrale sull’uomo (13
gennaio 1981); 7. L’interpretazione paolina della dottrina della risurrezione (27 gennaio 1982); 8.
La concezione paolina dell’umanità nell’interpretazione della risurrezione (3 febbraio 1982); 9. La
spiritualizzazione del corpo fonte della sua incorruttibilità (10 febbraio 1982).

Quarto ciclo: La verginità cristiana (10/3/1982-21/7/1982)

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1. L’idea della verginità o celibato come anticipo e segno escatologico (10 marzo 1982); 2. La
vocazione alla castità nella realtà della vita terrena (17 marzo 1982); 3. Rapporto tra continenza
“per il regno dei cieli” e fecondità soprannaturale dello spirito (24 marzo 1982); 4. Reciproca
illuminazione fra matrimonio e castità (31 marzo 1982); 5. La “superiorità” della continenza non
significa svalutazione del matrimonio (7 aprile 1982); 6. Complementarietà per il regno dei cieli del
matrimonio e della continenza (14 aprile 1982); 7. Il celibato è rinuncia fatta per amore (21 aprile
1982); 8. Continenza per il regno di Dio e significato del corpo (28 aprile 1982); 9. La continenza
“per il regno dei cieli” e l’ethos della vita coniugale e familiare (5 maggio 1982); 10.
L’interpretazione paolina della verginità e del matrimonio (23 giugno 1982); 11. Esaltazione della
verginità e preoccupazione per le cose del Signore (30 giugno 1982); 12. L’azione della grazia di
Dio in ogni uomo nella scelta tra verginità o matrimonio (7 luglio 1982); 13. La “concessione”
paolina di astinenza tra i coniugi nella dinamica spirituale della teologia del corpo (14 luglio 1982);
14. Nel mistero della redenzione del corpo la speranza della vittoria sul peccato (21 luglio 1982).

Quinto ciclo: Il matrimonio cristiano


Il sacramento del matrimonio nella dimensione dell’Alleanza, della Grazia e del Segno (28/7/1982-
4/7/1984)

1. Il matrimonio come sacramento secondo la lettera di Paolo agli Efesini (28 luglio 1982); 2. Il
mistero di Cristo nella Chiesa e la chiamata ad essere imitatori di Dio (4 agosto 1982); 3. Cristo
fonte e modello dei rapporti fra i coniugi (11 agosto 1982); 4. Dalla lettera agli Efesini scaturisce
una più profonda comprensione della Chiesa e del matrimonio (18 agosto 1982); 5. La essenziale
bi-soggettività nei rapporti Cristo-Chiesa e marito-moglie (25 agosto 1982); 6. L’amore condiziona
e costituisce l’unità morale dei coniugi (1 settembre 1982); 7. Rapporto tra la sacramentalità della
Chiesa e il sacramento più antico: il matrimonio (18 agosto 1982); 8. Gli aspetti morali della
vocazione dei cristiani (15 settembre 1982); 9. Amore sponsale e alleanza nella tradizione dei
profeti (22 settembre 1982); 10. L’analogia dell’amore sponsale indica il carattere radicale della
grazia (29 settembre 1982); 11. Il matrimonio parte integrante del sacramento della creazione (6
ottobre 1982); 12. La perdita del sacramento originale reintegrata con la redenzione del matrimonio-
sacramento (13 ottobre 1982); 13. Il matrimonio è parte integrante della nuova economia
sacramentale (20 ottobre 1982); 14. Indissolubilità del sacramento del matrimonio nel mistero della
“redenzione del corpo” (28 ottobre 1982); 15. Nel matrimonio all’uomo della concupiscenza è dato
l’“ethos della redenzione del corpo” (28 novembre 1982); 16. Il matrimonio-sacramento si compie
nella prospettiva della speranza escatologica (1 dicembre 1982); 17. Il matrimonio come
sacramento chiarisce il significato sponsale e redentore dell’amore (15 dicembre 1982); 18. Il
linguaggio del corpo substrato e contenuto della vita coniugale (5 gennaio 1983); 19. Il rapporto
matrimoniale adombrato nell’alleanza fra Dio e Israele (12 gennaio 1983); 20. Le parole del
consenso coniugale segno del “profetismo del corpo” (19 gennaio 1983); 21. Corretto uso del
linguaggio del corpo, testimonianza di veri profeti (26 gennaio 1983); 22. La concupiscenza non
impedisce di rileggere il “linguaggio del corpo” (9 febbraio 1983); 23. Il “linguaggio del corpo”
secondo il cantico dei cantici (non pronunciato); 24. Mascolinità e femminilità come linguaggio
oggettivo del corpo (non pronunciato); 25. Il dono reciproco e disinteressato nel matrimonio non
può prescindere dal riscoprirsi immagine di Dio creatore (non pronunciato); 26. La verità
dell’amore impone di rileggere il “linguaggio del corpo” nella verità (non pronunciato); 27. Nel
cantico dei cantici l’eros umano svela il volto dell’amore sempre alla ricerca e mai appagato (non
pronunciato); 28. La stessa gelosia conferma la irreversibilità e la profondità soggettiva della scelta
sponsale, secondo un amore “più forte della morte” (non pronunciato); 29. Secondo il libro di
Tobia, l’indole fraterna sembra radicata nell’amore sponsale (non pronunciato); 30. Nel libro di
Tobia, eros e ethos confermano reciprocamente la verità dell’amore sponsale che unisce “nella
buona e nella cattiva sorte” (non pronunciato); 31. La preghiera del libro di Tobia colloca il
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“linguaggio del corpo” sul terreno dei temi essenziali della teologia del corpo (non pronunciato);
32. Il segno del matrimonio come sacramento si costruisce sulla base del “linguaggio del corpo”
riletto nella verità dell’amore (non pronunciato); 33. Viene ripreso il tema dell’amore umano nel
piano divino (23 maggio 1984); 34. Prosegue la catechesi sul segno sacramentale del matrimonio
(30 maggio 1984); 35. Conclusa la catechesi sull’amore secondo il Cantico dei cantici (6 giugno
1984); 36. L’amore è fiducioso nella vittoria del bene (27 giugno 1984); 37. Il “grande mistero”
dell’amore sponsale (4 luglio 1984).

Sesto ciclo: Amore e fecondità


Rilettura ed approfondimenti di “Humanae vitae” e abbozzi di spiritualità familiare e luce
dell’enciclica (11/7/1984-28/11/1984)

1. Finalità unitiva e procreativa inscindibili nell’atto coniugale (11 luglio 1984); 2. La norma
dell’”Humanae Vitae” deriva dalla legge naturale (18 luglio 1984); 3. L’”Humanae Vitae”: risposta
alle domande dell’uomo d’oggi (25 luglio 1984); 4. Paternità responsabile alla luce dell’”Humanae
Vitae” (1 agosto 1984); 5. Illiceità di aborto, contraccettivi e sterilizzazione diretta (8 agosto 1984);
6. Riaffermata la dottrina sulla trasmissione della vita (22 agosto 1984); 7. Regolazione delle
nascite frutto della purezza degli sposi (29 agosto 1984); 8. Il “metodo naturale” inseparabile dalla
sfera etica (5 settembre 1984); 9. Paternità responsabile elemento della spiritualità coniugale (3
ottobre 1984); 10. Amore unito alla castità che si manifesta come continenza (10 ottobre 1984); 11.
La continenza protegge la dignità dell’atto coniugale (24 ottobre 1984); 12. Continenza collegata
con tutta la spiritualità coniugale (31 ottobre 1984); 13. La continenza sviluppa la comunione
dell’uomo e della donna (7 novembre 1984); 14. Nella spiritualità cristiana l’onesta regolazione
delle nascite (14 novembre 1984); 15. Rispetto per l’opera di Dio fonte di spiritualità coniugale (21
novembre 1984); 16. Risposte ad alcuni interrogativi sulla procreazione (28 novembre 1984).

Sarete forse sorpresi da questo lungo elenco di temi legati all’amore umano e cristiano, fondante
la famiglia, ma lo considero la pietra angolare, che regge un insegnamento durato tutto un
Pontificato. Esso assurgerà anche a livelli più elevati di Magistero, ma queste catechesi al popolo di
pellegrini d’inizio di pastorale pontificia manifestano la più impressionante vastità e unità, e in una
parola, la base rilevante, l’importanza che se ne attribuisce e ci fa così concludere: San Giovanni
Paolo II è stato il Papa della Famiglia. Il fondamento dunque è la teologia dell’amore, la teologia
del corpo e della grazia sanante ed elevante.
* * *

La sommità dell’insegnamento Wojtyliano nel nostro tema è comunque raggiunto dall’


Esortazione Apostolica Familiaris Consortio, del 22 Novembre 1981, che considera la famiglia
come comunione di persone, Chiesa domestica e santuario della vita. Il documento è legato alla
riunione del Sinodo dei Vescovi del 1980, appunto sulla famiglia, sintesi della dottrina della Chiesa
sulla vita, i compiti e le responsabilità del matrimonio e della famiglia nel mondo attuale.
Questa è la sua “Sitz im Leben”, la sua situazione oggi:
“La famiglia nei tempi odierni è stata, come e forse più di altre istituzioni, investita dalle ampie,
profonde e rapide trasformazioni della società e della cultura. Molte famiglie vivono questa
situazione nella fedeltà a quei valori che costituiscono il fondamento dell’istituto famigliare. Altre
sono divenute incerte e smarrite di fronte ai loro compiti o, addirittura, dubbiose e quasi ignare del
significato ultimo e della verità della vita coniugale e familiare. Altre, infine, sono impedite da
svariate situazioni di ingiustizia nella realizzazione dei loro fondamentali diritti”. (F.C. 1)
In questo documento il Papa riconduce l’identità della famiglia e della sua vocazione, alla
«formazione di una comunità di persone», tramite un processo graduale in cui gli sposi sono
chiamati a crescere continuamente attraverso la fedeltà quotidiana alla promessa matrimoniale del
reciproco dono totale (cf. FC 18).
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In effetti “La prima comunione è quella che si instaura e si sviluppa tra i coniugi: in forza del
patto coniugale, l’uomo e la donna «non sono più due, ma una carne sola» (Mt 19,6; cfr. Gen 2,24)
e sono chiamati a crescere continuamente nella loro comunione attraverso la fedeltà quotidiana alla
promessa matrimoniale del reciproco dono totale.
Questa comunione coniugale affonda le sue radici nella naturale complementarietà che esiste tra
l’uomo e la donna, e si alimenta mediante la volontà personale degli sposi di condividere l’intero
progetto di vita, ciò che hanno e ciò che sono: perciò tale comunione è il frutto e il segno di una
esigenza profondamente umana. Ma in Cristo Signore, Dio assume questa esigenza umana, la
conferma, la purifica e la eleva conducendola a perfezione col sacramento del matrimonio: lo
Spirito Santo effuso nella celebrazione sacramentale offre agli sposi cristiani il dono di una
comunione nuova d’amore che è immagine viva e reale di quella singolarissima unità, che fa della
Chiesa l’indivisibile Corpo mistico del Signore Gesù.
Il dono dello Spirito è comandamento di vita per gli sposi cristiani, ed insieme stimolante
impulso affinché ogni giorno progrediscano verso una sempre più ricca unione tra loro a tutti i
livelli – dei corpi, dei caratteri, dei cuori, delle intelligenze, e delle volontà, delle anime (cfr.
Giovanni Paolo PP. II, Discorso [Kinshasa, 3 maggio 1980]: AAS 72 [1980], 426s), - rivelando così
alla Chiesa e al mondo la nuova comunione d’amore, donata dalla grazia di Cristo.
Una simile comunione viene radicalmente contraddetta dalla poligamia: questa, infatti, nega in
modo diretto il disegno di Dio quale ci viene rivelato alle origini, perché è contraria alla pari dignità
personale dell’uomo e della donna, che nel matrimonio si donano con un amore totale e perciò
stesso unico ed esclusivo. Come scrive il Concilio Vaticano II: «L’unità del matrimonio confermata
dal Signore appare in maniera lampante anche dalla uguale dignità personale sia dell’uomo che
della donna, che deve essere riconosciuta nel mutuo e pieno amore» («Gaudium et Spes», 49; cfr.
Giovanni Paolo PP. II, Discorso agli Sposi, [Kinshasa 4 maggio 1980]”; l.c.). (FC 19-20).
Una comunione indissolubile
“La comunione coniugale si caratterizza non solo per la sua unità, ma anche per la sua
indissolubilità: «Questa intima unione, in quanto mutua donazione di due persone, come pure il
bene dei figli esigono la piena fedeltà dei coniugi e ne reclamano l’indissolubile unità» («Gaudium
et Spes», 48)” (FC 20).
Dentro questa comunione, si comprende la natura e il senso della famiglia quale Chiesa
domestica. Scrive Giovanni Paolo II: «Lo Spirito Santo, effuso nella celebrazione dei sacramenti, è
la radice viva e l’alimento inesauribile della soprannaturale comunione che raccoglie e vincola i
credenti con Cristo e tra loro nell’unità della Chiesa di Dio. Una rivelazione e attuazione specifica
della comunione ecclesiale è costituita dalla famiglia cristiana, che anche per questo può e deve
dirsi “Chiesa domestica”» (FC 21). La famiglia, pertanto, realizzando se stessa, ossia divenendo
un’autentica comunità di persone unite in Dio, è rivelazione e attuazione specifica della comunità
della Chiesa.
Dopo il titoletto “La più ampia comunione della famiglia” Papa Wojtyła affronta vari argomenti,
quali: “ diritti e compiti della donna”, “donna e società”, “offese alla dignità della donna”, “l’uomo
sposo e padre”, i “diritti del bambino”, gli anziani in famiglia, affrontando poi la questione “il
servizio della vita”.
Fanno da pilastri all’argomentare 1) “la trasmissione della vita” (FC 28-35), con i seguenti
sottotitoli: “Cooperatori dell’amore di Dio Creatore”, “La dottrina e la norma sempre antiche e
sempre nuove della Chiesa” (specialmente con riferimento all’ Humanae vitae), “La chiesa sta dalla
parte della vita” (“in qualsiasi condizioni e stadio della vita si trovi” : FC 30). “Perché il progetto
divino sia sempre pienamente attuato”, (“circa la regolazione della natalità” FC 31); “nella visione
integrale dell’uomo e della sua vocazione” (“sulla castità coniugale” e in opposizione alla
contraccezione: FC 32); “La Chiesa Maestra e Madre per i coniugi in difficoltà” (“la pedagogia
concreta della Chiesa dev’essere sempre connessa e mai separata dalla sua dottrina” FC 33);
“L’itinerario morale degli sposi” (“secondo tappe di crescita”: FC 34 e legge della gradualità, ma
non con gradualità della legge); “suscitare convinzioni e offrire aiuti concreti”.
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L’altro pilastro è quello dell’educazione, che va dal N. 36 al 41.
Entriamo quindi a trattare del III compito generale della famiglia, il III pilastro, e cioè “la
partecipazione allo sviluppo della società” (FC 42-48; v. “carta dei diritti della famiglia” e “un
nuovo ordine internazionale”) e a considerare infine il IV compito generale della famiglia (IV
pilastro), cioè la partecipazione alla vita e alla missione della Chiesa” (FC 49-64: “la famiglia nel
mistero ecclesiale”, “comunità credente ed evangelizzante”, “santuario domestico della Chiesa”).
E siamo giunti così a delineare la quarta ed ultima parte dell’Esortazione prima della
conclusione.
Porta il titolo “La pastorale famigliare: tempi, strutture, operatori e situazioni” (FC 65-86). Mi
limiterò solo ad elencare alcuni tracciati di percorso pastorale illustrativi, cominciando dalla Chiesa
che accompagna la famiglia cristiana nel suo cammino. Poi vengono, e non sarò completo, la
preparazione, remota ed immediata, la celebrazione, la pastorale post-matrimoniale, con le sue
strutture, i suoi operatori, quella nei casi difficili e in alcune situazioni irregolari (FC 79-85), con un
testo (84) dedicato ai divorziati risposati) e attenzione altresì ai “senza famiglia” (FC 85).
A mo’ di conclusione mi permetto di citare il seguente bell’invito sintetico:
«La famiglia è l’ambito privilegiato dove ogni persona impara a dare e ricevere amore. Essa si
fonda su una profonda relazione interpersonale tra marito e moglie, sostenuta dall’affetto e dalla
mutua comprensione […]. Possano i figli sperimentare più i momenti di armonia e di affetto dei
genitori che non quelli di discordia o indifferenza, perché l’amore tra il padre e la madre offre ai
figli una grande sicurezza e insegna loro la bellezza dell’amore fedele e duraturo. La famiglia è un
bene necessario per i popoli, un fondamento indispensabile per la società e un grande tesoro degli
sposi durante tutta la loro vita. È un bene insostituibile per i figli che devono essere frutto
dell’amore, della donazione totale e generosa da genitori. Proclamare la verità integrale della
famiglia, fondata nel matrimonio come Chiesa domestica e santuario di vita, è perciò una grande
responsabilità». Lo è anche per tutti noi.

* * *

Prima di farvi ascendere al terzo ed ultimo picco della cordiliera di montagne dedicata alla
famiglia da San Giovanni Paolo II, e cioè la Lettera Wojtylana alle Famiglie di tutto il mondo,
Gratissimam Sane, dell’anno 1994, desidererei qui accennare ad alcuni altri interventi magisteriali
che confermano lo zelo pastorale e la profondità dottrinale del Papa Polacco per la famiglia e che lo
rendono degno del titolo con il quale lo stiamo onorando stasera. Ma non senza aver in apertura
ricordato i quattro incontri mondiali delle famiglie da lui voluti a partire da quello dell’8-9 ottobre
1994, a Roma, che fu il primo, nell’anno internazionale della Famiglia dichiarato dalle Nazioni
Unite. Introdotto, come lo sarà poi sempre, da un Congresso teologico-pastorale internazionale, fu
concluso, alla presenza del Papa, con una Veglia-festa della famiglia e con una grande Celebrazione
eucaristica finale. Quella di Roma si celebrò nel contesto dell’Anno della famiglia “cuore della
civiltà dell’Amore”.
Seguirono i Congressi con la presenza di Papa Wojtyla, nel ’97 a Rio de Janeiro, nel 2000 a
Roma e nel 2003 a Manila (collegamento tv).
I documenti papali che -come avevamo detto- debbono esser qui menzionati sono la Enciclica
Evangelium Vitae sul valore e l’inviolabilità della vita umana (specialmente i NN. 44-47; 58-63 e
92-94) del 25/3/1995, la Lettera Apostolica Mulieris Dignitatem (particolarmente i NN. 18-19) del
15/8/88 e le Lettere “Ai bambini nell’anno della famiglia” del 13/12/94 “Ad paucos dies” e alle
Donne del 29/6/95 “A ciascuna di voi”.
Farei un’aggiunta, cioè alcune citazioni del Catechismo della Chiesa Cattolica sul matrimonio e
sulla famiglia, e voi capite il perché: N. 1601- 1666, 1691-1698, 2331-2359, 2514-2533, 2360-
2400. Perché? Fu un dono del Papa, il Catechismo, a tutti noi con la Costituzione Apostolica Fidei
depositum dell’undici ottobre ’92.

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Aggiungerei la menzione al Codice di Diritto Canonico promulgato da Giovanni Paolo II con la
Costituzione Apostolica Sacrae Disciplinae Leges, il 25/1/83, di cui i cann. 834-849 e 1055-1165
concernono la famiglia, e ricorderei infine che fu Papa Wojtyla a istituire il Pontificio Consiglio per
la Famiglia, con il Motu Proprio “Familia a Deo Instituta” del 9/5/81. Deo gratias!
Ed eccoci giunti alla fine, alla scalata del picco nella cordiliera wojtylana della famiglia. Si
chiama “ Gratissimam sane”, una lettera alle famiglie di tutto il mondo del 2/2/94, in preparazione
al Giubileo del 2000. Ricordate? Era l’anno internazionale della famiglia, fra l’altro, come
dicevamo, per iniziativa dell’ONU.
Una bella frase per riassumerla? Sì, questa: “la famiglia è la via della Chiesa”. A ben pensarci
Giovanni Paolo II aveva dichiarato che “l’uomo è la via della Chiesa” (v. Redemptor Hominis). Ma
non c’è contraddizione. L’inizio è umile e grandioso al tempo stesso, eccolo: «La celebrazione
dell’anno della famiglia mi offre la gradita occasione di bussare alla porta della vostra casa
desideroso di salutarvi con grande affetto e di intrattenermi con voi”.
La famiglia ha un’importanza vitale, intende il Papa. Infatti « Quando manca la famiglia, viene a
crearsi nella persona che entra nel mondo una preoccupante e dolorosa assenza che peserà in
seguito su tutta la vita» (ib.). La Chiesa in cammino nella storia, non può non incrociare la famiglia
che, tra le numerose strade, «è la più importante: […] una via dalla quale l’essere umano non può
distaccarsi» (n. 2). È missione della famiglia con il grande patrimonio di storia, di testimonianze e
di proposte di cui dispone. L’anno della famiglia sia animato da una grande preghiera che
«raggiunga anche le famiglie in difficoltà o in pericolo, quelle sfiduciate o divise e quelle che si
trovano in situazioni irregolari” (n. 5).
Il contenuto della Lettera gira attorno a due poli: La civiltà (o cultura) dell’amore (i nn. 6-17
rilevano “il bene comune del matrimonio e della famiglia”, “la paternità e maternità responsabili”,
“l’amore è esigente”, “Onora tuo padre e tua madre”, l’educazione) e “Lo Sposo è con voi” (nn. 18-
23. Segnalo “a cena”, “Il grande mistero” e “La Madre del bell’Amore” .. “mi avete accolto” e
“corroborati nell’uomo interiore”).
Concludiamo il nostro riandare questa sera al pontificato di Giovanni Paolo II in favore della
famiglia, ricordando il suo auspicio, alla fine della Lettera con la quale abbiamo terminato la nostra
ascesa.
“Sia il Signore Gesù a ridirci queste cose con la potenza e sapienza della croce (cfr. 1 Cor. 1, 17-
24), affinché l’umanità non ceda alla tentazione del “padre della menzogna” (Gv. 8,44), che la
spinge su strade larghe e spaziose, all’apparenza felici e piacevoli, ma piene in realtà di insidie e
pericoli”. Ci sia dato di seguire sempre Colui che è: “la Via, la Verità e la Vita” (Gv. 14,6).
Grazie!

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