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Midian
di Gianandrea Parisi
“I mostri non esistono. Sono solo proiezioni della nostra fantasia, del nostro inconscio, iconografie
leggendarie delle nostre più ataviche paure, figli di una realtà che silenziosamente evitiamo, allo scopo di
non farci infettare.
I mostri non esistono. Sono la malevola e intangibile voce della nostra coscienza: strisciante come mille
baci di rettili, sinuosa sulla nostra pelle come le mille carezze di un’amante sadica che ti provoca
maliziosamente e poi ti abbandona, ansimante, sulla sponda di un letto, nella stanza di un sudicio
albergo. Lontano da tutto, e da tutti.
I mostri non esistono. Invisibili, ci passano accanto, ombre senza consistenza. Essi non soffrono, non
piangono, non amano, non possiedono sentimenti da ferire, non hanno nulla che valga i nostri sforzi.
Nulla che valga i loro.
I mostri non esistono.
Almeno lo speriamo.
Poichè, se così non fosse... i veri mostri saremmo noi!”
Indice
Condizioni di uso del testo ........................................................................................ 4
Versioni ................................................................................................................... 4
Istruzioni per l'Organizzatore..................................................................................... 4
Introduzione da leggere ai giocatori .......................................................................... 6
Copione di Antonio Benestanti ................................................................................... 8
Copione di Bernardo Antonioni ................................................................................ 10
Copione di Gabriella Currotti ................................................................................... 12
Copione di Giorgio Fentoni ...................................................................................... 13
Copione di Giuseppina Terra ................................................................................... 14
Copione di Jessica Milani ......................................................................................... 15
Copione di Laura Benestanti .................................................................................... 17
Copione di Marika Zolla ........................................................................................... 19
Copione di Michele Forri.......................................................................................... 21
Copione di Tommaso Mogliani ................................................................................. 23
Gli indizi................................................................................................................. 24
Versioni
Ci si riserva la possibilità - anche grazie ai vostri suggerimenti e alle vostre segnalazioni
- di rendere disponibili versioni migliorate e corrette di questo testo per tutto il periodo
in cui sarà scaricabile dagli abbonati. Vi invitiamo pertanto a visitare periodicamente il
sito della Murderparty per verificare la disponibilità di eventuali aggiornamenti.
che la mostruosità nascosta dentro quelle anime perdute, sia solo uno specchio della
mostruosità nascosta nell'uomo. Poi si spegnerà, ritenendo che poiché i suoi creatori
sono imperfetti, anche lui non può che essere indegno di vivere.
Questa è solo un'idea per il finale della storia, romantica e d'atmosfera, ma ciò non
toglie che se si è più ottimisti, si possa optare per un finale diverso.
Gli indizi
Per ogni personaggio vi sono tre indizi e tutti gli indizi sono divisi in tre set: si
distribuiranno con un intervallo tra la distribuzione di un set e l’altro sarà di mezz’ora -
tre quarti d'ora, più o meno, il tempo che ciascuno dei giocatori possa dibattere con gli
altri e cercare di appurare la veridicità e la congruenza degli indizi man mano ricevuti.
Alla fine, una volta esaurito il dibattito e i tre set di indizi, si provvederà ad invitare i
giocatori a dire chi secondo loro è il colpevole, perché e come sono andate le cose.
Chiaramente il colpevole dovrà cercare di far ricadere i sospetti su qualcun altro.
L'arbitro dovrà controllare i tempie i modi della discussione, lasciando comunque la
libertà di gestire il dialogo.
I tuoi segreti
Sei il colpevole. Ti sei innamorato di una delle ragazze che avrebbe dovuto frequentare il corso.
L’avevi conosciuta all’università, la donna perfetta: occhi azzurri, intensi, lagune profonde dove
immergersi e rifugiarsi dalle brutture della vita; capelli neri, come le piume dei corvi, selvaggi cavalli
nel vento; bella ed irraggiungibile. La seguivi, la studiavi, troppo timido per cercare di avviare una
discussione, eppure la consideravi la tua donna ideale. Con il tempo, l’amore nei suoi confronti è
diventato odio selvaggio. Ti sei reso conto che lei, Tiziana Berti, era tutto, fuorchè perfetta. Il suo
splendido viso nascondeva un’anima nera: aveva saputo scegliersi le amicizie e i legami giusti per
raggiungere i suoi scopi. Era stata l’amante di assistenti e professori e solo così era riuscita ad andare
avanti all’università. Si era fatta strada nell’ambiente fra dottorati di ricerca ottenuti con mezzi
sleali e favori sessuali più o meno disinibiti. L’hai persa di vista per un po’ di tempo, amareggiato
per ciò che avevi scoperto su di lei, ma la tua mente era sempre catturata dal suo ricordo, senza
sosta, fino a quando l’avevi incontrata di nuovo all’università, mentre si iscriveva al tuo stesso
Corso. Ti aveva raccontato che le serviva un titolo specifico per diventare professoressa di ruolo ed
acquisire un punteggio che potesse giustificare la vincita del concorso a cattedra, ma che non aveva
alcuna intenzione di seguire tutte le lezioni. Tanto, aveva chi le avrebbe firmato il foglio delle
presenze. Hai ben presto scoperto chi era il suo appoggio: Giorgio Fentoni, professore di Diritto
informatico e basi della programmazione. Oltre che essere la sua spalla nell’imbroglio, hai notato
gli sguardi di subdola intesa fra i due, e hai scoperto che era anche il suo amante; questo ti ha
amareggiato a tal punto che hai cominciato a meditare vendetta: vendetta per le innumerevoli
umiliazioni che avevi dovuto subire all’università, da lei e da gente come lei, vendetta per avere
rovinato con il suo comportamento l’ideale che ti eri costruito, vendetta per avere disilluso la
speranza di potere un giorno conquistare il suo cuore. Venerdì sera si è manifestata l’occasione
giusta: era stata una delle poche volte in cui Tiziana era venuta alla lezione di informatica. Alla
fine, mentre tutti uscivano dall’aula, ti sei accorto che lei era rimasta. A quel punto hai finto di
andare via insieme a tua sorella e agli altri, ma poi, approfittando di uno squillo ricevuto sul tuo
cellulare, hai detto ai tuoi compagni di corso che avevi un appuntamento con un cliente e hai
chiesto a tua sorella di aspettarti alla nave, e che l’avresti raggiunta lì. Le hai detto di salire e che,
se lei non ti avesse visto, a causa della confusione, probabilmente vi sareste incontrati a Reggio, allo
sbarco dal traghetto. A quel punto sei tornato indietro: ti sei nascosto dietro la porta e hai visto
Tiziana e il professore mentre amoreggiavano fra i banchi del laboratorio. Poi l’ hai vista respingerlo,
ridendogli in faccia, e il professore che, con rabbia la schiaffeggiava, facendola cadere.
Probabilmente non si era reso conto dei fili elettrici scoperti, e quando il corpo di Tiziana iniziò a
sussultare a causa della corrente, il professore, vigliaccamente, corse via, pensando di averla uccisa.
In realtà il cortocircuito derivato dalla scossa, aveva fatto saltare uno degli interruttori generali e
tu ti sei avvicinato al corpo traumatizzato, ma vivo della ragazza. L’ hai presa fra le braccia e hai
cercato di svegliarla, sperando che lei ti sarebbe stata grata di averla salvata: ma, aperti gli occhi,
lei ha cominciato ad urlare, a chiamarti mostro e ad insultarti, dicendo che non dovevi nemmeno
permetterti di toccarla, perchè tu non eri nessuno. Frasi che hanno eliminato anche la tua ultima
incertezza: le hai stretto le mani attorno al collo e l’hai strangolata. Poi hai preso un tagliacarte,
sulla cattedra e hai sventrato il suo corpo, in modo selvaggio, scaricando su di lei la rabbia
accumulata negli anni passati. Hai lasciato l’arma sporca di sangue sul tavolo e sei fuggito via,
lavandoti le mani, prima, in uno dei bagni della facoltà. Hai corso, ma non hai fatto in tempo a
prendere la nave sulla quale si trovavano alcuni dei tuoi colleghi e tua sorella. Così, hai deciso di
prendere l’aliscafo, molto più veloce rispetto al traghetto, e sei arrivato a Reggio poco prima che tua
sorella sbarcasse. Ti sei nascosto e quando sono scesi tutti, ti sei mescolato a loro, fingendo di
scendere anche tu dal traghetto, e hai raggiunto tua sorella.
I tuoi segreti
Il motivo principale che ti ha fatto scegliere di specializzarti in psicologia infantile e criminologia
minorile, va fatto risalire alla tua infanzia, quando avevi 4 - 5 anni, esattamente il periodo in cui
i tuoi genitori sono morti. Eri molto piccolo, allora, ma una cosa la ricordi benissimo: una specie di
sogno ad occhi aperti, forse una crisi di sonnambulismo, in cui vedevi il tuo corpo attraversare a
piedi nudi il corridoio di casa tua, con un contenitore di latta in mano. Era la benzina che tuo
padre utilizzava per accendere il generatore elettrico di casa, quando andava via la corrente. Ricordi
chiaramente le tue mani che, lentamente e silenziosamente, ne aprivano il coperchio e versavano il
contenuto sotto la porta della stanza da letto. Le stesse mani che, poi, lasciavano andare il
contenitore e in silenzio ruotavano la chiave della stanza, dove dormivano i tuoi genitori. Poi, di
colpo, appariva un accendino, come la spada fiammeggiante di un angelo vendicatore. E infine il
rogo, e le urla, mentre tu scappavi fuori, in giardino, nell’aria fresca della notte, senza alcuna paura,
ma anzi con un vago senso di liberazione. Poi il sogno si interrompeva e vedevi decine di poliziotti
che ti sollevavano fra le loro forti braccia. Hai sempre pensato di non ricordare i tuoi genitori, e di
avere quasi sempre vissuto con i tuoi zii. Solo quando eri alle scuole superiori hai cominciato a porti
delle domande su quanto era successo durante la tua prima infanzia, e grazie ad uno psicologo,
amico di famiglia, lo hai scoperto: nella tua mente si sono formate immagini di ciò che succedeva
in famiglia, di ciò che erano i tuoi genitori, pedofili senza vergogna che con la complicità di altri
loro amici organizzavano festini erotici, per soddisfare i loro desideri e quelli dei loro ospiti, gente
violenta che aveva privato te e altri bambini che erano con loro dell’innocenza. C’è voluto un po’
per accettarlo e per comprendere finalmente che il sogno era invece il ricordo del tuo gesto, la
vendetta di un bambino nei confronti dei carnefici che lo tenevano prigioniero, ma alla fine sei
venuto a patti con te stesso, e hai raggiunto un tale equilibrio che hai deciso di aiutare anche altri
bambini a salvarsi. Anche se ti è rimasto comunque un insano piacere nei confronti del fuoco, che
con molta difficoltà tenti di controllare.
© Murderparty – ver. 1.0; aprile – maggio 2016; Vietata la riproduzione - Pagina 10 di 26
Collana “Il Taccuino” - Caso n. 42 – Midian – di Gianandrea Parisi - www.murderparty.it
I tuoi segreti
Le cose sono ancora peggiori di quello che pensano i tuoi colleghi. Nel periodo in cui frequentavi
l’università, durante una festa, sei stata violentata da un gruppo di ragazzi e di ragazze, che poi
hanno persino cercato di ucciderti. Salvata in extremis da un poliziotto della DIA, hai seguito anni
di psicoterapia, dalla quale in qualche modo, sei uscita guarita. Purtroppo non potrai più avere
bambini, e il ricordo di ciò che hai passato ha lasciato comunque dei segni sul tuo stato mentale,
che si manifestano attraverso una irrazionale attrazione nei confronti degli oggetti appuntiti, quali
coltelli, stiletti e lame in generale. Esercitano un fascino tale che a volte ti estranei dal resto del
mondo ed entri in un’altra dimensione, dalla quale non esci se non dopo diverse ore. Al master hai
conosciuto persone di ogni genere, simpatiche e non, ma la sera prima è arrivata una collega nuova,
Tiziana Berti, mai vista durante le precedenti lezioni. Antipatica e saccente, presuntuosa e ipocrita,
l’hai presa subito di petto, litigandoci fin dall’inizio. Poi, pensando che non ne valesse nemmeno la
pena, hai mollato tutti e sei uscita dall’aula. Ti sei messa sull’erba e ti sei fumata una canna per
rilassarti e dopo qualche minuto è accaduto: hai completamente perso coscienza e ti sei risvegliata
all’alba, distesa su una panchina, con il vestito sporco di sangue ed un pugnale in mano. Accanto
a te, c’era il cadavere di un gatto. Sei tornata a casa, ti sei lavata, e sei arrivata giusto in tempo
per la lezione. Ti sei subito accorta del corpo, e hai riconosciuto le fattezze di Tiziana. Sei sicura di
non avere nessuna colpa in tutto questo, ma non sai se gli altri sarebbero d’accordo con te. Senza
contare che non ricordi nulla di ciò che è successo la sera prima.
I tuoi segreti
Da alcuni mesi intrattenevi una relazione sentimentale con una ex studentessa, Tiziana Berti,
della quale sfruttavi il desiderio di primeggiare su tutti. Era stata nominata assistente universitaria,
carica ottenuta con ricatti, voltafaccia e fascino femminile, ma adesso voleva qualcosa di più:
voleva il potere definitivo, non più essere una semplice dottoranda, ma una professoressa
universitaria a tutti gli effetti. Così l’avevi presa sotto la tua ala protettiva (e non solo) e le avevi
fatto scalare velocemente quasi tutti i gradini che le mancavano per arrivare poco al di sotto del
tuo stesso livello. Il cambio si era dimostrato estremamente vantaggioso, per te, e la sua sensualità
era stata capace di farti perdere il lume della ragione. Il master era stata un’occasione, da un lato
per accumulare punteggio per un futuro concorso, e dall’altro un sistema per averla vicino. La sera
prima, avevi deciso di farla partecipare alla lezione di informatica e già pregustavi, quando tutti se
ne fossero andati, i momenti deliziosamente intimi che avreste passato insieme. Ma lei era marcia,
talmente marcia che aveva deciso di giocare con te, ti aveva rifiutato e si era permessa di offendere
la tua virilità, il tuo orgoglio, il tuo amor proprio. Dovevi farla smettere, e così l’avevi picchiata, le
avevi dato un bel ceffone, uno di quelli che si sarebbe ricordata per tutta la vita. Ma non avevi
tenuto conto della tua forza. Lei ha perso l’equilibrio ed è caduta su alcuni fili scoperti. Hai avuto
paura, e appena hai visto le luci lampeggiare sei fuggito lontano, sbattendo la porta e dimenticando
persino di spegnere i computers. Una volta fuori dal palazzo, ti sei guardato attorno e non vedendo
nessuno, sei montato in macchina e sei tornato a casa. Hai preso una bottiglia di cognac e te la sei
scolata, addormentandoti sul divano. Ti sei svegliato giusto in tempo, la mattina, e con gli stessi
vestiti del giorno prima, sei andato all’appuntamento con gli altri studenti, per la seconda lezione
di informatica. Altri sono entrati prima di te, e sentendo le urla di orrore, hai pensato che avessero
visto il corpo, carbonizzato. Invece Tiziana era sulla scrivania, distesa e con qualche sporadica
bruciatura sui vestiti. Non sai cosa possa essere successo, la sera prima, quando sei andato via, ma
di certo non hai molta voglia di far sapere che lei era la tua amante e che forse potrebbe essere tua
la responsabilità per la sua morte.
I tuoi segreti
Per quanto serena, la tua vita nasconde qualche segreto, che nascondi non per vergogna, ma per
la paura di una reazione sbagliata da parte degli altri. Sei omosessuale, single, al momento.
Frequenti dei locali che la gente definirebbe equivoci, ma che in realtà non sono nè più nè meno,
che bar per lesbiche e gay, dove si può bere qualcosa e incontrare un po’ di gente con cui fare
amicizia. Qualche anno prima, hai conosciuto una ragazza, una certa Tiziana Berti, la quale era
assistente di diritto Informatico presso la facoltà di Giurisprudenza. Era splendida, Tiziana, e te
ne sei subito innamorata. Hai cominciato a frequentarla, e siete diventate amiche, ma ti sei subito
resa conto che il suo opportunismo la portava a presentare agli altri una immagine falsata di sé
stessa. Ha capito subito di piacerti, probabilmente si è resa conto della tua omosessualità, e ha
giocato con i tuoi sentimenti, provocandoti e poi tirandosi indietro. Dopo alcune settimane hai
capito il suo gioco, e dopo una scenata, in cui hai usato parole parecchio pesanti, le hai detto di
non farsi mai più rivedere. Poi l’hai persa di vista, fino a quando, venerdì mattina non l’hai vista
al Master di Diritto delle Reti Telematiche. Vi siete scambiate un saluto freddo e di cortesia e tutto
è finito lì. Ti sei voltata dall’altra parte e hai esaminato il sistema informatico del laboratorio,
sistema che, poche persone lo sanno, hai provveduto a creare tu stessa. All’università hai fatto una
tesi sull’intelligenza artificiale e sei sempre stata attratta dalla possibilità di creare un sistema
pensante. Ci sei quasi riuscita, ma manca l’ultimo elemento per rendere perfetto il tuo lavoro: la
fusione completa fra uomo e macchina. Comunque il computer controllava il laboratorio in modo
ineccepibile, nonostante non fosse ancora completo, almeno così pensavi fino al sabato mattina. Ti
sei subito resa conto del corpo disteso sul tavolino e ti sei stupita della decisione da parte del
computer di chiudervi dentro. Sembra sia successa qualcosa di grave, e hai paura che in parte sia
colpa tua e del tuo programma. Quindi è meglio tenere per te queste considerazioni, e sperare che
nessuno le scopra. Potrebbero dartene la colpa.
I tuoi segreti
Ciò che gli altri non sanno è la tua storia segreta, quella che non racconti, perchè è troppo
umiliante per metterne al corrente qualcuno: qualche anno prima eri la felice proprietaria di due
appartamenti in centro, un capitale che ti avrebbe permesso, mensilmente, di vivere senza problemi.
Poi l’appaltatore che li aveva costruiti era andato in fallimento e il tribunale aveva sequestrato
tutti i suoi beni, compresi i due appartamenti. Ti eri rivolta ad un avvocato, Tommaso Mogliani,
per il dissequestro dell’immobile e per trovare una soluzione. Lui era stato molto gentile e ti aveva
garantito che si sarebbe fatto in quattro per risolvere la questione. A distanza di un anno, però, non
solo avevi scoperto che i due appartamenti erano stati venduti all’asta, ma che essi erano stati
comprati, mediante prestanome, dallo stesso appaltatore, con la complicità dell’avvocato Mogliani,
che nel cambio aveva ottenuto una discreta sommetta. Avevi denunciato la cosa al consiglio
dell’ordine, che comunque aveva fatto passare tutto sotto silenzio, mentre l’intera documentazione
era stata fatta sparire da una sua collega, una certa Tiziana Berti, che tu stessa avevi visto alcune
volte nello studio dell’avvocato, e che aveva anche provveduto a negare qualsiasi coinvolgimento del
Mogliani nella situazione venutasi a creare. A causa di questa perdita, le tue finanze ne hanno
risentito, e pochi mesi dopo averti messa in cinta, tuo marito ti ha lasciata per mettersi con una
promettente studentessa di Scienze dell’Educazione, proprietaria di una catena di negozi a Reggio
Calabria. E così ti sei ritrovata da sola, senza denaro, senza prospettive, con una famiglia assente
alle spalle, e convinta che forse la morte sarebbe stata l’unica soluzione. Hai dunque pensato di far
nascere il bambino e poi di suicidarti, poichè con questo sistema avresti garantito almeno un futuro
decente a tuo figlio. Non hai nemmeno versato l’intera retta per il Master, e la prima rata è stata
pagata con un prestito ottenuto da alcuni parenti impietositi per la tua situazione. Poi è successo...
Durante la prima lezione, hai scoperto che uno dei tuoi colleghi di corso era proprio l’avvocato
Mogliani. Anche lui ti ha riconosciuta e ha cercato di evitarti. Poi, ieri pomeriggio, anche un’altra
tua vecchia conoscenza si è fatta vedere alla lezione di informatica: Tiziana Berti, la ragazza che
aveva aiutato Mogliani a frodarti. Due piccioni con una fava. Lentamente si è fatta strada in te
l’idea perfida di ucciderla e di fare ricadere la responsabilità del delitto sull’avvocato. Avevi ordito
un piano perfetto, programmato nei minimi particolari, anche se necessitava di qualche
perfezionamento, ma qualcuno ti ha preceduta. Appena arrivata, questa mattina, ti sei subito resa
conto che il corpo trovato sulla scrivania era quello della ragazza. Non sai chi sia stato, ma se
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possibile, farai di tutto per fare accusare l’avvocato, cercando comunque di evitare che si venga a
sapere la tua storia, o la gente potrebbe pensare che tutta la situazione è stata organizzata da te,
allo scopo di vendicarti.
I tuoi segreti
E quali segreti vuoi avere, con la vita che fai? Non hai scompensi emotivi e sentimentali, perchè
tanto non conosci quasi nessuno, nessun problema economico, dato il lavoro che fai (l’avvocato) e
l’enorme mole di clienti (il tribunale è diventato la tua seconda casa), nulla per cui essere ricattata.
O almeno nulla di cui gli altri possano essere al corrente. Come tutte le “acque chete”, nascondi un
inferno interiore che piano piano ti sta divorando: sei morbosamente gelosa di tuo fratello. Lo ami
più di quanto tu abbia mai potuto amare un ragazzo. Adori la sua delicatezza, la sua tenerezza,
la sua disponibilità e non riesci a pensare ad una vita senza di lui. Quel sentimento sta sfuggendoti
di mano e spesso ti sei ritrovata a fare pensieri non proprio casti o costumati su di lui. Hai sempre
tenuto a distanza questi desideri, ma ogni giorno si fanno più forti e temi che prima o poi ne perderai
il controllo. Quando i tuoi ti hanno consentito di seguire il Master insieme a lui, sei stata ben felice
di trascorrere ancora più tempo in sua compagnia: ogni giorno era una occasione per poterlo
ammirare, silenzioso ed introverso, ma anche affettuoso e gentile con te, una spalla sulla quale
appoggiarsi e con la quale passare il resto della tua vita. Poi, ieri, l’hai vista.
Tiziana Berti, per definizione, carogna. Avevi sempre sentito parlare di lei all’università. Sapevi
che ad Antonio piaceva, ma le tue colleghe non omettevano nessun particolare sull’aura di
scorrettezza che permeava ogni più piccolo ambito della sua vita. Lei usava tuo fratello, lo illudeva,
come un serpente lo intrappolava fra le sue spire e cercava di strizzarlo fino a quando poteva nutrirsi
delle sue conoscenze, e poi lo avrebbe buttato via. Hai sofferto, in quel periodo, e spesso, nella
solitudine della tua stanza, hai confidato al tuo diario quanto la odiassi, quanto desiderassi la sua
morte. Sognavi di pugnalarla in mezzo al corridoio, di schiaffeggiarla, di farla soffrire fino a sentire
il suo ultimo alito di vita che si staccava dal corpo. Poi sognavi di rialzarti e di guardarti intorno,
e tutti quanti, anziché accusarti per ciò che le avevi fatto, ti applaudivano e ti portavano in trionfo,
perchè avevi liberato il mondo da una donnaccia. E il rettore in persona ti chiedeva quale premio
volessi e tu rispondevi che c’era solo un premio che tu desideravi: Antonio. E il sogno si chiudeva
con il vostro matrimonio, in barba a tutte le leggi della Chiesa, della Società e della Morale.
Poi quel periodo passò e tu ricominciasti a sperare che tutto sarebbe andato bene. Era stato solo
un problema temporaneo, ma adesso lei si era allontanata, e tu speravi che lui sarebbe tornato ad
essere tuo. Quando l’hai vista quel venerdì pomeriggio, tronfia ed arrogante come al suo solito, non
sei riuscita a resistere. Dapprima hai fatto finta di nulla, abbassando gli occhi sulla tastiera e
commentando, sottovoce “Adesso qui fanno entrare anche le puttane”. Poi durante l’intervallo l’hai
fermata nel corridoio, vicino alla macchinetta del caffè e hai preso ad insultarla, sbattendola contro
il muro in un impeto di rabbia, minacciandola che se solo si fosse fatta avanti di nuovo con Antonio
l’avresti uccisa. A quel punto, lei ti ha guardata con un sorriso beffardo e ti ha detto che nessuno
le avrebbe potuto resistere. Ti ha minacciata di raccontare a tutti che eri gelosa di tuo fratello e che
la cosa era immorale e perversa. Ti ha spinto via e si è messa a ridere, allontanandosi. Siete ritornate
in aula, avete terminato la lezione e tu ti sei allontanata in fretta, con il tuo gruppo di amici,
preoccupata per le conseguenze del tuo gesto. E se lei si fosse messa a parlar male di te? Se gli altri
avessero scoperto i tuoi peccati? Era davvero immorale ciò che provavi? Siete saliti sull’aliscafo, ma
tu non ti sei nemmeno resa conto delle persone che ti circondavano, presa com’eri dai tuoi pensieri.
Hai perso di vista tuo fratello (si era trattenuto un po' di più a Messina, per impegni, dicendo che
ti avrebbe raggiunto al più presto), ma la confusione era tanta, e lo hai rivisto quando siete scesi a
Reggio. Siete tornati a casa e hai passato una notte agitata, piena di incubi terribili. La mattina
dopo eri decisa a riprendere il discorso con Tiziana e cercare di scusarti o comunque chiarire quella
incresciosa situazione, ma una volta giunti sul posto avete fatto l’orrenda scoperta: il corpo sul
tavolo era suo, di Tiziana. In principio il terrore si è impadronito di te: chi poteva averla uccisa?
Poi, immediatamente, hai pensato che chiunque fosse stato aveva fatto un favore a te e al resto del
mondo. Una schifosa in meno.
I tuoi segreti
Nella tua vita c’è una zona oscura che va dai 23 ai 28 anni: è stato il periodo peggiore, quando
credevi che non saresti mai riuscita ad andare avanti. Quando, qualche anno prima, ti eri iscritta
all’università, vivevi da sola, con una famiglia completamente assente, e potevi contare solo su te
stessa per mantenerti in quella grande città. Venivi da un paesino della Calabria ed era la prima
volta che vedevi tutta quella gente. Sei sempre stata molto brava a disegnare e a falsificare le firme
dei professori alle scuole superiori e così hai falsificato alcuni timbri della facoltà, facendo ottenere
a persone che non li meritavano, esami e borse di studio, in barba a qualsiasi normativa. In cambio
ti accontentavi di modiche ricompense, sborsate senza problemi dagli studenti che avevano un
mucchio di denaro ma decisamente poca voglia di studiare. Poi hai commesso un errore: hai scelto
come cliente una certa Tiziana Berti. Si era messa in contatto con te per farsi aiutare con i propri
esami, ma ben presto aveva cominciato a ricattarti, minacciando di denunciarti ad un insegnante,
il prof. Giorgio Fentoni, del quale nel frattempo era diventata l’amante. Così ti sei ritrovata nelle
sue mani, e sei stata costretta per parecchi anni a falsificare una serie di documenti che le hanno
permesso di laurearsi a pieni voti e di acquisire un posto di potere presso la facoltà. Benignamente,
una volta raggiunte determinate posizioni, ha fatto in modo di insabbiare le indagini che nel
frattempo scrupolosi agenti di polizia avevano cominciato a fare nei tuoi confronti e, prevedendo di
avere ancora bisogno di te, ha pressato il prof. Fentoni per farti ottenere un posto di rilievo
all’interno della facoltà. Nel frattempo sei riuscita a laurearti e ti sei fatta una famiglia, ma la sua
ombra continuava a ricoprire la tua vita. Telefonate di minaccia, sorrisi maliziosi, parole
ammiccanti al tuo passato, che avrebbero potuto far crollare il fragile equilibrio che ti eri costruita.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata il Master di diritto delle Reti Telematiche. Te la
sei ritrovata di fronte ieri, e con un sorriso ti si è avvicinata e ti ha detto: “Spero ti piaccia stare fra
quattro pareti, perchè un giorno potrei decidermi a farti rinchiudere”. Il cuore ha preso a batterti
con terrore, e calde e silenziose lacrime hanno preso a scorrere sulle tue gote. Poi, quasi con un
sussurro, ha aggiunto: “Ma non oggi. Forse domani”. La odiavi, odiavi lei, odiavi le persone come
lei che sfruttavano gli errori del passato per conquistare il futuro che apparteneva a qualcun altro,
e odiavi quelli come il professor Fentoni, che, hai scoperto, era anche il responsabile del Master.
Così dopo la lezione, hai preso l’aliscafo insieme ad altri colleghi e lungo tutta la traversata, hai
pensato a come liberarti di lei. Denunciarla significava condannare te stessa e la tua famiglia.
Dovevi farla finita. Ti sei addormentata con la ferma convinzione di affrontarla, la mattina dopo,
e dimostrarle che avresti lottato, con le unghie e con i denti, per tenere unita la tua famiglia. Poi,
una volta giunta nell’aula hai fatto l’orrenda scoperta: il corpo sulla scrivania era quello di Tiziana.
© Murderparty – ver. 1.0; aprile – maggio 2016; Vietata la riproduzione - Pagina 19 di 26
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E per un attimo l’orrore ha lasciato il posto alla soddisfazione di essere finalmente libera. Solo per
un attimo.
I tuoi segreti
E' bello dare una immagine riuscita di se stessi, ma poche persone possono vantarsi di avere
raggiunto la perfezione. E tu non fai eccezione. Nonostante la famiglia da cui provieni,
all'università ti sei fatto irretire dal miraggio del guadagno facile: hai cominciato a frequentare un
brutto ambiente, composto da giovani di buona famiglia che cercavano nella droga e nel sesso facile
e a buon mercato, un modo per spezzare le catene che li legavano alla buona società, mantenendo
comunque quella parvenza di onestà a cui non potevano rinunciare. Hai diversi peccatucci sulla
coscienza, cose di cui sicuramente nessuno andrebbe fiero. Oltre ad essere un tossicodipendente,
avvezzo all'uso di cocaina e hashish, durante il periodo universitario, ad una festa, hai violentato,
insieme ad altri ragazzi e ragazze una studentessa, ubriacandola e drogandola dapprima, e poi
quasi uccidendola. La polizia è intervenuta in tempo per salvarla, ma tu ne sei uscito pulito, grazie
anche alle conoscenze che aveva la tua famiglia. Alla festa c'era anche una certa Tiziana Berti,
collega di Giurisprudenza, una delle persone più perverse e arriviste che avessi mai visto. Lei ti
conosceva, e quando l'eco della vicenda si era spento, ha cominciato a ricattarti. E' durata poco,
anche perchè, col tempo e le giuste conoscenze ha raggiunto molto più di quanto avrebbe ottenuto
con un semplice ricatto. Con l'andare degli anni l'hai dimenticata, fino a quando non hai avuto la
sorpresa di rivederla, iscritta proprio allo stesso master che stavi seguendo tu. Ti ha fermato nel
corridoio, e con un sorriso malizioso ed ammiccante, ti ha chiesto se continuavi ad avere le stesse
abitudini che avevi quando vi siete conosciuti. Le hai risposto di farsi gli affari suoi, e lei ha riso,
sussurrando: “Potrei anche non farmeli”. Sapevi cosa intendeva: sarebbe bastata una sua parola
per rovinare tutti i tuoi piani. Alla fine della lezione eri una pila elettrica, pronta ad esplodere. Hai
aspettato che gli altri se ne andassero, e sei andato in bagno, dove hai cominciata a fumare una
canna, fino a quando non ti sei rilassato, e una vaga sonnolenza ha iniziato a farsi sentire. Sei
entrato in uno stato di dormiveglia, dalla quale ti ha risvegliato un rumore di passi che correvano,
un rumore di acqua dal rubinetto di uno degli altri bagni ed un urlo soffocato. Hai faticato un po'
a rialzarti dal pavimento sul quale ti eri disteso, e a renderti conto della situazione, sei uscito dal
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Collana “Il Taccuino” - Caso n. 42 – Midian – di Gianandrea Parisi - www.murderparty.it
bagno e hai visto il corpo di una donna, insanguinato e steso su uno dei banchi, nell’aula di
informatica. Hai subito riconosciuto Tiziana, e ti sei spaventato. Sei fuggito dal palazzo, hai preso
un autobus e sei arrivato in tempo per prendere l'ultima nave e tornartene a casa. Mancare, il
giorno dopo, avrebbe destato sospetti, e così sei tornato e hai finto di essere sorpreso quando gli altri
hanno scoperto il cadavere. Sai di non essere il colpevole, ma se la gente dovesse scoprire il legame
fra te e lei, nessuno ci crederebbe. A complicare il tutto, anche se lei non si ricorda di te, segue il
master anche la ragazza che avevi violentato durante il periodo universitario, Gabriella Currotti.
E' proprio vero che la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo.
I tuoi segreti
In fondo, quale ricco può dire di essere completamente onesto? Ogni tanto, un piccolo inciampo
può essere superato con qualche buona amicizia, il fine giustifica alcuni mezzucci non proprio
corretti. E' così che hai messo a tacere la tua coscienza, giustificando le rapine che hai compiuto ai
danni dei tuoi clienti con la necessità di raggiungere i massimi vertici e cambiare poi le cose. Sì,
perchè per fare una buona frittata, qualche uovo bisogna pur romperlo: e così vincevi qualche causa
di invalidità, facendo ottenere un bel po' di arretrati? La metà finiva sul tuo conto corrente. Atti di
precetto come se piovessero, applicazione del massimo delle tariffe, investimenti azzardati, e qualche
piccolo imbroglio. Tutto sembrava andare bene, ti eri pure preso una praticante, all'inizio, che era
diventata presto la tua amante, una persona tanto giovane quanto perversa e ambiziosa, una certa
Tiziana Berti. In quel periodo avevi ottenuto un buon affare, facendo credere ad una tua cliente,
Jessica Milani, che l'avresti aiutata a recuperare un appartamento che era stato sequestrato, e poi
patteggiando con un appaltatore, per fargli acquistare lo stesso appartamento, in cambio di una
bella sommetta. La tizia aveva capito l'inganno, ma tutto era stato messo a tacere, con la complicità
della stessa Berti e delle sue amicizie. Poi le vostre strade si erano separate (peccato, perchè ti aveva
fatto divertire non poco). Ma il destino è una troia beffarda, come sei solito definirlo. Al master ti
sei ritrovato entrambe, la Berti e la Milani, come colleghe di corso. Sono passati molti anni, e forse
non si ricorderanno di te, anche se ti sei reso conto che Jessica, a volte, durante le lezioni ti guardava
con aria incuriosita. Per fortuna siamo quasi alla fine, e poi ritornerai al tuo mondo, mandandole
al diavolo entrambe. Non hai bisogno né dell'una, né dell'altra. Basti a te stesso, ormai.
Gli indizi
Ritagliare gli indizi e darne, per ogni set, uno a ciascun giocatore.
Attenzione: gli indizi che riguardano un certo personaggio non devono essere dati al
giocatore che lo interpreta!
Per esempio, un indizio su Antonio Benestanti può dato a chiunque (a Bernardo,
Gabriella, Giorgio… ) tranne che al giocatore che interpreta Antonio Benestanti!.
1 Set
Antonio Benestanti conosceva Tiziana Berti fin dall'epoca dell'università, e ti sei
accorto/a che la guardava in modo strano durante tutta la lezione.
Bernardo Antonioni non sopporta il puzzo di fumo, né una qualsiasi fiammella
dell'accendino. Eppure, a tratti, ne sembra ipnotizzato.
Hai visto spesso Gabriella Currotti giocherellare in modo strano con un
tagliacarte poggiato sulla cattedra in laboratorio.
Non hai mai potuto sopportare il professor Giorgio Fentoni, nemmeno quando
era all'università: ne hai sempre sentito parlare male, soprattutto da alcune tue
amiche, che si lamentavano di essere soggette ad attenzioni abbastanza lascive
da parte sua.
Certo che conosci Giuseppina Terra, l'hai sempre vista negli uffici della facoltà.
Ricordi chiaramente di averla vista spesso in compagnia di una collega... Aspetta,
di quella collega che era con voi all'ultima lezione di informatica... Tiziana Berti.
Quando andate a mangiare al pub, durante la giornata, Jessica Milani non vi
segue mai. Dice di avere degli altri impegni, ma qualche volta l'hai vista distesa
sulle panchine vicino al lago di Ganzirri.
Ogni volta che qualcuno si avvicina ad Antonio, sua sorella, Laura Benestanti, si
intromette e sembra quasi voglia attirare costantemente la sua attenzione.
Ecco dove l'hai sentita: Marika Zolla, era amica di un tuo collega universitario. La
teneva in palmo di mano, dicendo spesso che non sarebbe mai riuscito a
laurearsi, se non fosse stato per lei.
Certo che ti ricordi di Michele Forri: un vero “viveur”, all'università, sempre
pronto a passare da una festa all'altra, anche se si parlava di una certa sua
tendenza agli scandali sessuali e alle... pere! E non si parlava di frutta.
Certo che conosci l'avvocato Tommaso Mogliani. E' uno dei più conosciuti legali
di Messina, uno dei più accreditati e anche uno dei più ricchi. E quando si arriva
a questi livelli, si sa che circolano sempre voci...
2 Set
3 Set
Prima di andare via, quella sera, hai visto chiaramente una figura distesa sul
prato, vicino al plesso dove avete fatto lezione. Ti sembrava Gabriella Currotti.
Forse conviene chiederle se ha visto qualcosa, quella sera, e come mai quella
macchia sul suo polsino sia di un rosso tale da sembrare una goccia di sangue
rappreso.
Sei quasi sicuro che l'ultimo a lasciare la sala sia stato il professore Fentoni.
Chissà se c'era qualcun altro, o altra, insieme a lui? Oggi sembra stranamente
sconvolto dal ritrovamento del corpo.
Ma certo, adesso ti ricordi: hai visto Giuseppina Terra uscire dal locale che c'è a
Taormina, “La Cages aux Folles”... Ma... se ben ricordi... quello non è un locale...
un po' particolare... Sì, decisamente un locale gay.
Sul computer di Jessica Milani hai trovato un documento word sospetto: una
specie di giallo, dove si descriveva il desiderio di vendetta della protagonista nei
confronti delle persone che le avevano fatto del male.
Hai assistito ad una violenta discussione fra Tiziana Berti e Laura Benestanti:
sono volate parole pesanti e una sorta di minaccia, da parte della Berti, che però
non hai sentito.
Il venerdi sera sei andato via, ma ti sei accorto che Michele Forri,
silenziosamente, strisciava verso i bagni, cercando di non farsi notare.
Il re non fa corna. Ti ricordi che molti assistiti hanno denunciato l'avv. Tommaso
Mogliani per violazione del codice deontologico, ma si sa, quando si hanno
conoscenze... E infatti tutto è stato messo a tacere.
Ti sei accorto che, dopo una discussione fra Tiziana Berti e Marika Zolla, la
seconda si è nascosta dietro un muro e ha iniziato a piangere. Avranno litigato...
Oppure qualcos'altro?