LINFATICO
Biologia
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Importante è chiarire come il site immunitario nel nostro corpo sia fondamentale poiché il nostro
corpo è formato da 1x1014 cellule di cui il 10% sono quelle che ci appartengono e il restante 90%
sono altro. Ai sistemi di difesa del nostro organismo prendono parte i LEUCOCITI (= globuli
bianchi) la cui attività dipende dal SISTEMA LINFATICO e dagli organi linfatici.
SISTEMA LINFATICO
Il sistema linfatico è un SISTEMA DI VASI, separati da quelli sanguigni, entro cui scorre un liquido
chiamato LINFA che ha un composizione simile al liquido intersezione. La linfa scorre nei vasi in
una sola dimensione: piccoli capillari linfatici si uniscono tra di loro fino a formare due vasi linfatici:
i DOTTI TORACICI (che si svuotano nelle larghe vene poste alla base nel collo):
1. DOTTO TORACICO DESTRO: trasporta minor parte di linfa, è quindi più piccolo.
2. DOTTO TORACICO SINISTRO: trasporta la maggior parte della linfa proveniente dalla parte
inferiore del corpo.
La linfa si muove verso il cuore esattamente come il sangue, cioè attraverso le contrazioni dei
muscoli scheletrici e le contrazioni muscolari. Inoltre come le vene possiedono valvole che
dirigono il flusso in un unico senso.
4. Produce ANTICORPI
Rappresentano la prima linea di difesa e si basano su meccanismi che sono gli stessi
indipendentemente dal tipo di patogeno. Le membrane di rivestimento a contatto con l’esterno
fungono da barriera meccanica e producono sostanze chimiche di protezione che agiscono
localmente. Le difese aspecifiche nel nostro corpo sono due: le barriere si superficie e le difese
cellulari, chimiche e coordinate
• Il SUCCO GASTRICO dello stomaco rappresenta un ambiente letale per molti batteri
• LINFOCITI NATURAL KILLER (NK) sono in grado di riconoscere le cellule tumorali (self) o
quelle infettate da un virus (non self), e di provocarne la lisi rilasciando proteine che
distruggono la membrana plasmatica (perforine)
• GRANULOCITI BASOFILI: presenti nel sangue sono coinvolti nelle reazioni allergiche
contengono eparina, istamina, perossidasi, fosfatasi acida e molti altri mediatori chimici dei
processi infiammatori.
INFIAMMAZIONE
In caso di infezioni che danneggiano i tessuti l’organismo ricorre alla RISPOSTA INFIAMMATORIA.
Il processo infiammatorio è una risposta difensiva del nostro organismo nel momento in cui la
barriera fisica (1°livello di difesa) viene superata; i sintomi caratterizzanti sono: calore, rossore,
dolore e gonfiore. Gli eventi infiammatori contrastano 'attacco di microrganismi patogeni,
sostanze estranee e tossine che sono entrati nel nostro corpo; la capacità del sistema immune di
indurre un processo infiammatorio è fondamentale per il ripristino delle funzioni biologiche e la
sopravvivenza cellulare; tuttavia non sempre questa capacità è benefica. Infatti, patologie
autoimmuni o reazioni allergiche determinano un riconoscimento anomalo degli agenti esterni e
risposte infiammatorie eccessive ed alterate. Nel caso invece di gravi infezioni batteriche, la
risposta infiammatoria non si arresta a livello locale ma si diffonde attraverso il circolo sanguigno
in tutte le porzioni del corso (SEPSI) creando una situazione di emergenza che può essere letale.
PROCESSO INFIAMMATORIO
1) Nella regione in cui si è verificata la lesione intervengono i GRANULOCITI NEUTROFILI,
nello stesso momento i MASTOCITI, i GRANULOCITI BASOFILI e le piastrine liberano una
molecola chiamata istamina che aumenta la circolazione del sangue creando calore e
rossore.
2) L’istamina induce dilatazione e aumento della permeabilità dei vasi sanguigni nel tessuto
danneggiato, che si arrossa e si riscalda. L’aumento di permeabilità provoca la diffusione
all’esterno di molecole che normalmente si trovano all’interno dei capillari (PROTEINE DI
COMPLEMENTO, anticorpi e sostanza ad azione coagulante) e permette ai fagociti di
raggiungere l’area infettata. Inoltre, il maggior afflusso di sangue permette di rimuovere più
rapidamente le tossine e le cellule morte.
9) Contemporaneamente la fibrina e gli altri fattori di coagulazione presenti nel plasma fuori
escono creano un coagulo che impedisce la diffusione dell’infezione e facilita la riparazione
del tessuto al termine dell’infiammazione.
10) Infine i MACROFAGI muoiono; in pochi giorni si forma un ammasso di cellule morte, detriti
e liquidi che prende il nome di pus. Se raggiunge la superficie, il pus fuoriesce e viene
disperso.
AZIONE RISULTATO
Dilatazione dei vasi sanguigni. La
permeabilità capillare aumenta e il fluido I tessuti diventano gonfi, rossi, caldi e doloranti
passa negli spazi interstiziali dei tessuti
Noi affrontiamo i patogeni che sono in grado di superare le difese aspecifiche mediante un
sistema di difese specifiche. Questo sistema utilizza cellule di cui disponiamo fin dalla nascita
ma che si sviluppano solo in seguito al contatto con gli agenti patogeni. Le difese specifiche
si realizzano grazie ai LINFOCITI B e T da cui dipendono i seguenti passaggi:
• Il RICONOSCIMENTO della sostanza da parte dei linfociti B e T, due particolari tipi di globuli
bianchi
• Può accadere che farmaci, coloranti, pollini legandosi a proteine del nostro corpo vengano
riconosciute come antigeni ciò provoca una RISPOSTA ALLERGICA
Il recettore riconosce l’antigene formando con esso un legame ➔ l’antigene infatti si adatta e
interagisce chimicamente con la forma del recettore. I siti degli antigeni riconosciuti dai recettori
sono chiamati DETERMINANTI ANTIGENICI. Il nostro organismo deve confrontarsi con milioni di
diversi determinanti antigienici,
3. Le plasmacellule sono le cellule effettrici, cioè coloro che producono una grande
quantità di anticorpi grazie all’elevata presenza di organuli citopasmatici
IgM Superficie dei linfociti B Recettore per l’antigene sulla membrana dei linfociti
B; costituisce la prima classe di anticorpi rilasciata
dai linfociti B durante la risposta primaria
IgD Superficie dei linfociti B Recettore di superficie sui linfociti B maturi; svolge
un ruolo importante per l’attivazione dei linfociti B
IgA Nella saliva, nelle lacrime, nel latte e int Protegge le superfici mucose; impedisce l’adesione
altri secreto corporei di patogeni alle cellule epiteliali difendendo contro
batteri e virus
IgE Secreta dalle plasmacellule cute e dei Quando è legata ad antigeni, partecipa alla
tessuti che rivestono il tratto liberazione di istamina, che contribuisce alla risposta
gastrointestinale e quello respiratorio infiammatoria a ed alcune risposte allergiche
• Neutralizzazione: gli anticorpi si legano ai siti specifici degli antigeni impedendo loro di
danneggiare le cellule
• Agglutinazione: ogni anticorpo lega due antigeni formando un complesso con altri antigeni
e anticorpi, diventando così facile bersaglio dei “demolitori” i fagociti.
• Lisi: permette il rapido movimento di acqua e ioni dentro la cellula estranea portando alla
rottura per osmosi della cellula stessa
➔ CAMBIAMENTI LOCALIZZATI
Anche i linfociti T hanno recettori specifici di Mentre l’anticorpo si lega a un antigene intatto,
superficie, questi sono glicoproteine e sono i recettori dei linfociti T legano un frammento di
formati da due catene polipeptidiche, ciascuna un determinante antigenico presente sulla
codificata da un gene diverso superficie di una cellula che presente l’antigene
Al pari delle immunoglobuline, anche i recettori
dei linfociti hanno diverse regioni (una variabile
che en determina la specificità e una costante)
• MHC I ➔ TC
• MHC II ➔ TH
I linfociti T helper o TH ➔
Le MHC di CLASSE II: si sono coinvolti in entrambe le
trovano prevalentemente sulla risposte immunitarie e sono
superficie dei linfociti B, dei coloro che rilasciano i segnali
macrofagi e di altre cellule del chimici destinati anche anche
sistema immunitario ai linfociti B e ai linfociti T
citotossici
I linfociti T soppressori ➔
spengono la risposta
immunitaria
In quali casi possiamo trovare un frammento di antigene unito a una MHC?
1. Una cellula infettata degrada in frammenti l’antigene penetrato al suo interno (UMORALE).
Una proteina MHC I lega tali frammenti e li trasporta sulla membrana citoplasmatica; qui la
proteina MHC I espone il peptide cellulare ai linfociti TC. Quest’ultimi possiedono una
proteina di superficie denominata CD8, che riconosce e si lega alla proteina MHC I. TUTTE
LE CELLULE NUCLEATE HANNO MHC I.
TIPI DI VACCINI
• VACCINI ATTENUATI: sono costituti da patogeni vivi trattai per mezzo del calore o dei
sostanze chimiche in modo da limitare la loro virulenza e la capacità di completare il proprio
ciclo riproduttivo; provocano in genere qualche lieve sintomo ma esiste anche il rischio che il
virus possa subire una reversione al tipo naturale recuperando la capacità di provocare la
malattia.
• VACCINI UCCISI: sono basati su agenti patogeni o tossine morti o trattai in mondo da
mantenere le proprietà antigeniche
• VACCINI A SUBUNITA’: non contengono microrganismi interi ma sono preparati a partire dai
loro componenti isolati
• VACCINI RICOMBINANTI: si ottengono grazie alle tecnologie del DNA ricombinante che
consente di rimuovere alcuni geni riducendo la virulenza.
Adiuvanti: sostanze che aiutano a prolungare la dispersione del vaccino nei tessuti oppure a
richiamare i fagotti e le cellule T nel punto di somministrazione.
Le vaccinazioni sono importanti perché conferiscono la cosiddetta immunità di gruppo. Grazie
alle vaccinazioni di massa, numerose malattie invalidanti o mortali si sono ridotte in modo
impressionante o sono scomparse dal territorio italiano.
ALLERGIE
Sono risposte abnormi da antigeni presenti nell’ambiente (allergeni). Sebbene l’antigene possa
non rappresentare un pericolo reale per l’individuo, una risposta immunitaria non appropriata può
portare a un processo infiammatorio e ad altri sintomi che possono causare una condizione
patologica grave o persino la morte.
1. IPERSENSIBILITA’ IMMEDIATA: si origina quando un individuo esposto a un
particolare antigene presente nel cibo, nel polline o nel veleno di un insetto, produce
elevate quantità di immonoglobuline IgE. Quando questo accade i masticati presenti nei
tessuti e i leucociti basofili presenti nel sangue si legano all’estremità costante dell’IgE. In
seguito ad una seconda esposizione allo stesso antigene, il legame dell’allergene all’IgE
induce i leucociti e i masticati basofili a rilasciare rapidamente elevate quantità di vitamina
provocando vasodilatazione, infiammazione e difficoltà respiratoria. PROCESSO di
DESENSIBILIZZAZIONE: comporta la somministrazione di piccole quantità di allergene,
sufficienti per stimolare la produzione di IgG ma non per stimolare IgE, così quando
l’individuo viene a contatto con il polline le IgG vi si legano ì, sottraendolo al legame con le
IgE e impedendo gli effetti dannosi (non funziona con gli allergeni del cibo).