Nel 1814 i rappresentanti delle potenza europee si riunirono in un
congresso a Vienna dando origine alla cosidetta restaurazione. Essi intendevano infatti riportare l'Europa alla condizione precedente allo scoppio della rivoluzione francese. In Francia salì di nuovo sul trono un re della dinastia dei borboni, Luigi XVII. Intorno alla Francia fu creato un sistema di stati che avrebbero dovuto impedirle di espandersi. Russia, Prussia e Austria si spartirono i territori che erano stati conquistati da Napoleone. L'Inghilterra, infine, cercò di garantire che questo nuovo equilibrio europeo fosse stabile. Il lombardo-veneto tornò a far parte dell'impero degli Asburgo; E l'astrustria ebbe il controllo di quasi tutta la penisola italiana ad eccezione dello stato della Chiesa e il regno di Sardegna che erano indipendenti dell'influenza Austriaca, ma erano comunque governati in modo oppressivo. A quelli che si opponevano alla restaurazione non restava che unirsi in organizzazioni clandestine: in Italia la società segreta più importante fu la carboneria.
All'inizio degli anni '20 questo precario equilibrio fu scosso da una
ondata di agitazione in vari stati europei. In alcuni casi, gli insorti reclamavano una costituzione; In altri cercavano di conquistare l'indipendenza dalle dominazioni straniere. La rivolta cominciò in Spagna e contagiò prima il regno delle due Sicilie, poi anche il lombardo-Veneto e il Piemonte. Qui Carlo Alberto, l'erede al trono, concesse una costituzione, che tuttavia fu annullata poco dopo. Intanto, in tutti gli stati italiani i governi procedettero a una spietata repressione. All'inizio degli anni '30 tornò a soffiare il vento della rivoluzione. Il centro della crisi europea fu la Francia: borghesia e proletariato combatterono fianco a fianco contro il re Carlo X, costringendolo alla fuga. Al suo posto divenne re Luigi Filippo d'Orlèanz, passato alla storia come il re ''re borghese''. Da Parigi, la rivoluzione divampò in altri stati europei: nei Paesi Bassi, dove il Belgio conquistò l'indipendenza e, in Polonia, dove invece gli insorti furono sconfitti. Anche nella penisola italiana ci furono delle insurrezioni, ma le speranze dei patrioti andarono deluse. Nel 1848 in molti paesi europei esplosero nuovamente dei moti rivoluzionari. Alla base di queste insurrezioni c'era la spaventosa cristi economica che si era abbattuta in quegli anni su molte zone del continente. Il cuore dalla rivoluzione fu la Francia. A Parigi borghesi e operai si ribbellarono alla politica conservatrice del re Luigi Filippo: dopo tre giorni di lotta nelle strade della capitale,fu proclamata la repubblica e fu istituito il suffragio universale maschile. Fu eletto come presidente della repubblica Luigi Napoleone Bonaparte, che, però, nel 1852 sciolse il parlamento e si fece proclamare imperatore con il nome Napoleone III.
In Italia, dopo il fallimento dei moti precedenti Giuseppe Mazzini
un patriota genovese , diede vita a una nuova organizzazione rivoluzionaria, la Giovine Italia, i cui obbiettivi erano l'unità,l'indipendenza nazionale e la costituzione di una repubblica al posto delle vecchie monarchie. Intanto il nuovo papa Pio IX eletto nel 1846 aveva dato inizio a un programma di riforme, suscitando così enormi speranze in molti patrioti italiani: alcuni, come Vincenzo Gioberti, pensarono addirittura che il papa potesse mettersi alla tersa del processo di unificazione dell'Italia.