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CAPITOLO 19: SISTEMA ENDOCRINO

Le cellule dei sistemi endocrino e


nervoso cooperano per controllare
e modificare le attività
fisiologiche dell’organismo. Le
azioni di questi due sistemi sono
strettamente complementari.
Il sistema nervoso reagisce agli
stimoli ambientali con risposte a
breve termine specifiche; il
sistema endocrino produce
risposte a lungo termine
rilasciando sostanze chimiche
direttamente nella circolazione
sanguigna. Queste sostanze,
chiamate ormoni, influenzano
contemporaneamente le attività
metaboliche di numerosi tessuti e
organi diversi. Gli effetti possono
perdurare per giorni. Ciò rende il
sistema endocrino particolarmente
efficace nel controllo di processi
quali sviluppo e crescita.

Panoramica del sistema endocrino


Il sistema endocrino comprende tutte le cellule e i tessuti endocrini del corpo che producono ormoni. Le
cellule endocrine sono cellule secernenti che riversano il loro prodotto nel liquido interstiziale, nella linfa o
nel sangue. Gli ormoni sono messaggeri chimici che esercitano determinati effetti su cellule o tessuti
specifici, solitamente localizzati a distanza dalla loro sede di produzione.
È possibile classificare gli ormoni in tre gruppi in base alla loro composizione chimica:
 I derivati degli aminoacidi sono molecole di dimensioni ridotte strutturalmente simili agli aminoacidi.
Esempi includono:
- derivati della tirosina, come gli ormoni tiroidei (tiroxina e triiodotironina) rilasciati dalla tiroide, e le
catecolamine (adrenalina, noradrenalina e dopamina) secrete dalla midollare del surrene;
- derivati del triptofano, come la melatonina sintetizzata dall’epifisi.
 Gli ormoni peptidici, che rappresentano il gruppo di ormoni più numeroso. Sono formati da catene di
aminoacidi. Essi includono, ad esempio, tutti gli ormoni ipofisari.
 I derivati dei lipidi, che possono essere suddivisi in due gruppi: gli eicosanoidi e gli ormoni steroidei.
- Gli eicosanoidi sono piccole molecole che presentano un anello a cinque atomi di carbonio a una
estremità e sono rilasciati dalla maggior parte delle cellule corporee. Coordinano le attività cellulari e
influenzano processi enzimatici (come la coagulazione del sangue).
- Gli ormoni steroidei sono lipidi strutturalmente simili al colesterolo. Essi sono rilasciati, ad esempio,
dagli organi riproduttivi e dalla corticale delle ghiandole surrenali.
Gli ormoni regolano le attività cellulari modificando l’espressione di alcuni enzimi o modulandone, in senso
eccitatorio o inibitorio, l’attività. Ogni ormone esercita i suoi effetti sulle cellule bersaglio, cellule che
posseggono recettori in grado di legarsi specificamente agli ormoni e di rispondere a questi.
L’attività endocrina viene avviata da:
- stimoli umorali: variazioni nella composizione del fluido extracellulare;
- segnali ormonali: arrivo o rimozione di uno specifico ormone;
- impulsi nervosi: arrivo di neurotrasmettitori a livello delle giunzioni neuroendocrine.
Nella maggior parte dei casi, le risposte endocrine vengono regolate da meccanismi a feedback negativo.
Ipotalamo e ipofisi
L’ipotalamo è il principale centro di regolazione del sistema endocrino. Esso integra le attività dei sistemi
nervoso ed endocrino (stimoli neurali) ed è in stretto rapporto con entrambi i lobi dell’ipofisi. L’ipofisi, o
ghiandola pituitaria, è un piccolo corpuscolo di forma ellissoidale che ha le dimensioni e il peso di un piccolo
acino d’uva (~0,6 g). Si trova inferiormente all’ipotalamo, contenuta in una depressione dell’osso sfenoide
chiamata sella turcica. L’infundibolo è la parte inferiore dell’ipotalamo, che si estende in basso sino a
raggiungere l’ipofisi. Il diaframma della sella circonda l’infundibolo e mantiene l’ipofisi in posizione
all’interno della sella turcica. L’ipotalamo regola le funzioni sia del lobo anteriore sia del lobo posteriore
dell’ipofisi.
La secrezione ormonale adenoipofisaria viene controllata dall’ipotalamo attraverso la secrezione di specifici
ormoni regolatori (o fattori di regolazione). Questi vengono rilasciati da neuroni secernenti dell’ipotalamo
all’interno di capillari sanguigni localizzati a livello dell’eminenza mediana, un rigonfiamento adiacente al
punto di attacco dell’infundibolo. La rete capillare dell’eminenza mediana forma una serie di vasi di
maggiori dimensioni di tipo venoso, che si avvolgono a spirale attorno all’infundibolo per raggiungere il
lobo anteriore dell’ipofisi. In questa sede, tali vasi danno origine a una seconda rete capillare che si ramifica
tra le cellule endocrine. Questa particolare disposizione vascolare costituisce il sistema portale.

Lobo anteriore dell’ipofisi


Il lobo anteriore dell’ipofisi (anche definito adenoipofisi) contiene una varietà di cellule endocrine. Esso è
suddiviso in tre regioni: pars distalis, pars intermedia e pars tuberalis. Gli ormoni del lobo anteriore
includono:
 l’ormone tireo-stimolante (TSH)
L’ormone tireo-stimolante o tireotropo (TSH) è secreto da cellule della pars distalis dette tireotrope. Ha
come organo bersaglio la ghiandola tiroide, che stimola a rilasciare gli ormoni tiroidei tiroxina, T4, e
triiodotironina, T3 (ormoni tiroidei iodati).
 l’ormone adrenocorticotropo (ACTH)
L’ormone adrenocorticotropo (ACTH) è secreto dalle cellule corticotrope e promuove il rilascio di ormoni
steroidei da parte della corticale del surrene. L’ACTH è diretto specificamente alle cellule che producono i
glucocorticoidi (GC), che agiscono sul metabolismo del glucosio.
 l’ormone della crescita (GH)
L’ormone della crescita (GH) è indicato anche come ormone della crescita umano (hGH) o somatotropina e
viene secreto dalle cellule somatotrope. Esso promuove l’accrescimento corporeo e la replicazione cellulare
accelerando la sintesi proteica. In risposta al GH, le cellule epatiche sintetizzano e rilasciano le
somatomedine, ormoni peptidici che promuovono la sintesi proteica e la crescita cellulare nelle fibre
muscolari scheletriche, nelle cellule cartilaginee e in molte altre cellule bersaglio.
 la prolattina (PRL)
La prolattina (PRL) è prodotta dalle cellule lattotrope, stimola lo sviluppo delle ghiandole mammarie e la
produzione di latte durante la gravidanza. L’attività delle ghiandole mammarie è il risultato delle
interazioni tra vari ormoni, quali estrogeni, progesterone, ormone della crescita, glucocorticoidi e ormoni
placentari, ma la prolattina riveste un ruolo predominante. La funzione della PRL nel maschio non è stata
ancora completamente chiarita.
 l’ormone follicolo-stimolante (FSH)
L’ormone follicolo-stimolante (FSH) è secreto dalle cellule gonadotrope: nella femmina, promuove lo
sviluppo dell’ovocita all’interno del follicolo ovarico e stimola le cellule follicolari dell’ovaio a produrre
gli ormoni sessuali femminili, gli estrogeni. Nel maschio, l’ormone FSH promuove la spermatogenesi.
 l’ormone luteinizzante (LH)
L’ormone luteinizzante (LH), nella femmina, induce l’ovulazione e promuove la secrezione ovarica dei
progestinici, ormoni steroidei che preparano l’organismo per una eventuale gravidanza; il più importante di
essi è il progesterone. Nel maschio, l’LH (definito ICSH, ormone stimolante le cellule interstiziali) stimola
la produzione di ormoni androgeni (il più importante è il testosterone) da parte delle cellule interstiziali del
testicolo. FSH e LH vengono definiti gonadotropine, in quanto i relativi organi bersaglio sono rappresentati
dalle gonadi femminile (ovaio) e maschile (testicolo).
 l’ormone melanotropo (MSH)
L’ormone melanotropo o melanocita-stimolante (MSH) è l’unico ormone secreto dalla pars intermedia
dell’ipofisi. Esso agisce stimolando la produzione e la distribuzione di melanina nei melanociti cutanei.
L’MSH viene secreto dalle cellule corticotrope (anche dette cellule ACTH) solo durante lo sviluppo fetale,
nei bambini in tenera età, in gravidanza e in alcuni stati patologici.
Lobo posteriore dell’ipofisi
Il lobo posteriore dell’ipofisi, anche detto neuroipofisi, contiene gli assoni di neuroni con corpo localizzato in
alcuni nuclei secernenti dell’ipotalamo. Esso non ha rapporto con il sistema portale ipofisario: riceve sangue
dall’arteria ipofisaria inferiore ed è drenato dalle vene ipofisarie. Il sangue refluo dal lobo posteriore si
arricchisce degli ormoni dei nuclei ipotalamici. Il lobo posteriore rilascia due ormoni:
 l’ormone antidiuretico (ADH)
L’ormone antidiuretico, o vasopressina, viene secreto in risposta a una grande varietà di stimoli, e in
particolare all’aumento della concentrazione di elettroliti nel sangue o a una caduta del volume o della
pressione del sangue. La sua funzione principale consiste nel ridurre la quantità di urina prodotta dai reni.
Un’altra funzione consiste nel provocare vasocostrizione periferica, favorendo così l’innalzamento della
pressione sanguigna.
 l’ossitocina (OXT)
L’ossitocina stimola la contrazione della muscolatura liscia dell’utero e delle cellule mioepiteliali che
circondano le cellule secernenti delle ghiandole mammarie. La stimolazione della muscolatura uterina è
necessaria per dare il via al travaglio e al parto. Dopo la nascita, la suzione del capezzolo stimola con un
meccanismo riflesso la secrezione di ulteriori quantità di ossitocina che, determinando la contrazione delle
cellule mioepiteliali della ghiandola mammaria, provoca la fuoriuscita del latte. Nell’uomo, l’ossitocina
stimola la contrazione della muscolatura liscia del dotto deferente e della prostata.
Ghiandola tiroide
La ghiandola tiroide, ubicata al di sotto delle cartilagini tiroidea e cricoidea della laringe, avvolge la
superficie anterolaterale della trachea. Le dimensioni della tiroide variano considerevolmente in relazione a
fattori ereditari, ambientali e nutrizionali.
Ha un colorito rosso scuro dovuto alla ricca vascolarizzazione, che avviene per mezzo di un paio di arterie
tiroidee superiori, ciascuna proveniente dalla corrispondente arteria carotide esterna, e un paio di arterie
tiroidee inferiori, ciascuna proveniente dal corrispondente tronco tireocervicale (ramo dell’arteria succlavia).
Il ritorno venoso avviene a opera delle vene tiroidee superiori e medie, tributarie delle vene giugulari interne,
e delle vene tiroidee inferiori, affluenti delle vene brachiocefaliche.
L’aspetto della ghiandola tiroide è quello di una “farfalla”, le cui ali corrispondono a due lobi uniti sulla linea
mediana per mezzo di un istmo. La porzione superiore della ghiandola si estende sulla superficie laterale
della trachea, verso il margine inferiore della cartilagine tiroidea; la porzione inferiore termina a livello del
II-III anello tracheale, cui aderisce per mezzo di una sottile capsula, dalla quale si dipartono i setti di tessuto
connettivo che suddividono il tessuto ghiandolare giungendo sino alle unità secernenti della ghiandola, i
follicoli tiroidei.

Follicoli e ormoni tiroidei


I follicoli tiroidei hanno il compito di sintetizzare, accumulare e secernere gli ormoni tiroidei.
- Essi sono rivestiti da un epitelio cubico semplice composto da tireociti (o cellule follicolari). Il tipo di
epitelio cambia tuttavia secondo lo stato funzionale dei follicoli, modificandosi da pavimentoso semplice,
quando i follicoli sono inattivi, a cilindrico (o prismatico) semplice, quando i follicoli sono in attività.
- I tireociti circondano la cavità follicolare, contenente un secreto viscoso ad alta concentrazione proteica
definito colloide.
- I follicoli tiroidei sono sferici: la parte esterna, “lanuginosa”, corrisponde alla membrana basale; la parte
interna, gommosa, corrisponde all’epitelio follicolare e delimita una cavità chiusa, la cavità follicolare.
- Ciascun follicolo è circondato da una rete capillare, che fornisce sostanze nutritizie e ormoni di regolazione
alle cellule follicolari e ne preleva i prodotti di secrezione e di rifiuto.
I tireociti, come tutte le cellule che sintetizzano attivamente sostanze proteiche, contengono in abbondanza
mitocondri e reticolo endoplasmatico rugoso. Sintetizzano una proteina globulare chiamata tireoglobulina e
la riversano nella cavità follicolare, ove costituisce la colloide follicolare. La tireoglobulina è costituita da
molecole dell’aminoacido tirosina, il mattone per la costruzione degli ormoni tiroidei iodati. I tireociti
possono trasportare attivamente dal fluido interstiziale all’interno delle cellule ioni ioduro (I -), che vengono
convertiti in atomi di iodio. Tale reazione si verifica sulla superficie della membrana apicale.
Gli atomi di iodio si coniugano poi ai residui di tirosina della molecola di tireoglobulina all’interno della
cavità follicolare. L’ormone tiroxina, chiamato anche tetraiodotironina o T 4, contiene quattro atomi di iodio,
mentre l’ormone triiodotironina (T3) ne contiene tre. La tiroide è l’unica ghiandola endocrina che accumula
gli ormoni al di fuori delle cellule che li producono.

La concentrazione di TSH ipofisario nella


circolazione sanguigna regola sia la sintesi sia il
rilascio degli ormoni tiroidei. Il TSH stimola il
trasporto attivo dello ioduro nelle cellule
follicolari. Esso è rilasciato in risposta
all’ormone “stimolante il rilascio della
tireotropina” (TRH), prodotto dall’ipotalamo e
rilasciato nel sistema portale ipofisario. Sotto
l’influenza del TSH, le cellule follicolari
prelevano la tireoglobulina dal follicolo
attraverso meccanismi di endocitosi
(pinocitosi). Penetrata all’interno delle cellule,
la tireoglobulina viene sottoposta all’azione dei
lisosomi, che scindono la molecola in modo da
liberare gli ormoni T3 e T4; questi ultimi,
infine, vengono immessi in circolo. T4
rappresenta circa il 90% di tutte le secrezioni
della tiroide, mentre T3 è secreto in quantità
relativamente esigue. I due ormoni tiroidei
determinano un incremento dell’attività
metabolica e del consumo di ossigeno in quasi
tutte le cellule corporee.

Cellule C o parafollicolari
La tiroide contiene anche un secondo tipo di cellule
endocrine: le cellule C (chiare) o cellule
parafollicolari. Esse sono localizzate tra le cellule
follicolari e la loro membrana basale e sono più
grandi rispetto alle cellule follicolari. Esse sono
responsabili della produzione di calcitonina (CT),
ormone che abbassa i livelli di calcio e fosforo nel
sangue.
Feedback negativo
L’ipotalamo rilascia il TRH in
risposta a una diminuzione
della concentrazione ematica
di T3 e T4 o all’abbassamento
della temperatura corporea.

Ghiandole paratiroidi
Le ghiandole paratiroidi sono quattro piccoli organi di colore rosso-marrone, delle dimensioni di un pisello,
poste sulla superficie posteriore dei lobi della tiroide, immerse nel tessuto connettivo di quest’ultima. Le
paratiroidi sono avvolte da una propria capsula connettivale, che invia all’interno setti che ne suddividono il
parenchima in piccoli lobuli irregolari.
La vascolarizzazione arteriosa delle paratiroidi avviene a opera delle arterie tiroidee superiori (paio
superiore) e tiroidee inferiori (paio inferiore). Il ritorno venoso è il medesimo della ghiandola tiroide.
Vi sono due tipi di cellule nelle ghiandole paratiroidi: le cellule paratiroidee e le cellule ossifile.
 Le cellule paratiroidee (anche dette cellule principali) sono responsabili della produzione del paratormone
(PTH). Analogamente alle cellule C della tiroide, le cellule principali controllano la concentrazione
ematica di ioni calcio. Quando i livelli di calcio scendono al di sotto del valore normale, le cellule
principali secernono il paratormone, che incrementa i livelli ematici di Ca 2+ stimolando gli osteoblasti a
secernere un fattore di crescita che si lega agli osteoclasti. Tale fattore determina un aumento di attività
degli osteoclasti. Il PTH, inoltre, riduce l’escrezione urinaria di calcio e aumenta la produzione di
calcitriolo, un ormone renale che favorisce l’assorbimento di calcio a livello intestinale.
 Le funzioni delle cellule ossifile non sono note. Fanno la loro comparsa solo dopo la pubertà e, da quel
momento, il loro numero aumenta con l’età.
Timo
Il timo è situato nella cavità toracica, nel mediastino superiore, subito dietro il manubrio dello sterno, ed è
avvolto da tessuto connettivo. Nei neonati e nei bambini è relativamente voluminoso e si estende dalla base
del collo al margine superiore del cuore. Anche se le dimensioni del timo rispetto a quelle degli altri organi
del torace diminuiscono con il procedere dell’accrescimento corporeo, esso continua a ingrandirsi
lentamente, raggiungendo le sue dimensioni massime nel periodo che precede immediatamente la pubertà,
quando pesa circa 40 g. Dalla pubertà ha inizio l’involuzione del timo, che all’età di 50 anni può pesare
meno di 12 g.
Il timo produce ormoni necessari allo sviluppo e al mantenimento delle normali difese immunitarie.
Timosina è il nome attribuito originariamente all’estratto timico in grado di promuovere lo sviluppo e la
maturazione dei linfociti, i globuli bianchi responsabili dell’immunità. La timosina è in realtà un insieme di
più ormoni diversi.
 Il timo verrà trattato più in dettaglio nello studio del sistema linfatico…

Ghiandole surrenali
Le ghiandole surrenali sono organi di forma piramidale, di colorito giallastro, posti sul polo superiore di
ciascun rene, circondati da una capsula fibrosa densa. Ciascuna ghiandola surrenale è situata tra il rene, il
diaframma e le grosse arterie e vene in rapporto con la parete posteriore della cavità addominopelvica. Le
ghiandole surrenali prospettano la cavità peritoneale, essendo le loro superfici anteriori rivestite da peritoneo
parietale.
- Riccamente vascolarizzate come tutte le ghiandole endocrine, ricevono rami provenienti dall’arteria renale,
dall’arteria frenica inferiore e dall’aorta (arteria surrenale media). Il ritorno venoso avviene a opera della
vena surrenale.
- Ciascuna ghiandola surrenale ha un peso di circa 7,5 g. Il peso è generalmente maggiore nel maschio rispetto
alla femmina, ma le sue dimensioni possono variare ampiamente.
- Ogni ghiandola surrenale può essere suddivisa in due parti, secernenti ciascuna ormoni diversi, ma con
effetto sinergico nel controllo dello stress: la corticale, situata all’esterno, e la midollare, situata all’interno.

Corticale del surrene (o corticosurrene)


Il colore giallastro della corticale è dovuto alla presenza di lipidi, soprattutto colesterolo e acidi grassi,
accumulati al suo interno. La corticale del surrene produce più di 24 ormoni steroidei differenti. Tali
corticosteroidi (anche detti steroidi corticosurrenalici) sono di importanza vitale.
Tutte le cellule corticali hanno una grande quantità di reticolo endoplasmatico liscio per la produzione di
ormoni steroidei. Ciò differenzia la ghiandola surrenale dalle altre ghiandole endocrine, le cui cellule
presentano una grande quantità di reticolo endoplasmatico rugoso.
All’interno della capsula connettivale che riveste la ghiandola surrenale si possono individuare, nell’ambito
della corticale, tre diverse zone (dall’esterno verso l’interno): zona glomerulare, zona fascicolata e zona
reticolare.

Zona glomerulare
La zona glomerulare è la porzione più esterna della corticale. In ciascun glomerulo, le cellule endocrine
formano gruppi compatti. Questa zona, che occupa circa il 15% della corticale, si estende dalla capsula alla
zona fascicolata.
La zona glomerulare secerne mineralocorticoidi (MC), ormoni steroidei responsabili del controllo della
composizione elettrolitica dei fluidi corporei. Tra questi, il principale è l’aldosterone, il quale favorisce la
ritenzione di ioni sodio (Na +) e l’eliminazione di ioni potassio (K +). La ritenzione di ioni sodio si realizza
attraverso azioni esercitate sui reni, sulle ghiandole sudoripare, sulle ghiandole salivari e sul pancreas. Tale
ritenzione di Na+ è accompagnata da una perdita di K+. La secrezione di aldosterone è stimolata da:
 calo della concentrazione ematica di sodio;
 aumento dei livelli ematici di potassio;
 produzione di angiotensina II (che avviene sotto controllo dei reni).

Zona fascicolata
La zona fascicolata è situata internamente alla zona glomerulare e copre circa l’80% del volume corticale. Le
cellule sono di dimensioni maggiori rispetto a quelle della zona glomerulare e hanno un contenuto lipidico
più abbondante. Le cellule della zona fascicolata formano cordoni che si dirigono nella zona reticolare.
Cordoni adiacenti sono separati da vasi sanguigni appiattiti (sinusoidi) fenestrati.
Gli ormoni steroidei prodotti in questa zona sono i glucocorticoidi (GC), regolatori del metabolismo del
glucosio la cui secrezione viene stimolata dall’ormone ACTH adenoipofisario. I principali sono il cortisolo
(anche detto idrocortisone) e il corticosterone. Il fegato converte parte del cortisolo circolante in cortisone,
altro ormone glucocorticoide attivo. Questi ormoni agiscono accelerando i processi di sintesi di glucosio e di
formazione di glicogeno.

Zona reticolare
La zona reticolare è la regione più profonda della corticale del surrene. Le cellule reticolari sono molto più
piccole rispetto alle cellule della midollare e ciò rende semplice l’identificazione del confine tra le due
regioni. La zona reticolare, la più esigua delle tre regioni, occupa all’incirca il 5% della corticale del surrene.
Le cellule della zona reticolare formano un reticolo ripiegato e ramificato, riccamente vascolarizzato da
capillari.
La zona reticolare secerne piccole quantità di ormoni sessuali androgeni. Gli androgeni surrenalici stimolano
lo sviluppo dei peli pubici nei soggetti di sesso maschile e femminile prima della pubertà. Nelle femmine
adulte gli androgeni surrenalici promuovono lo sviluppo della massa muscolare, inducono la formazione
delle cellule del sangue e sostengono la libido.

Midollare del surrene (o medullosurrene)


La midollare ha un colorito grigio chiaro o rosa, dovuto in parte alla ricca vascolarizzazione. Le cellule della
midollare, le cellule cromaffini, sono grosse cellule rotondeggianti molto simili ai neuroni dei gangli
simpatici. L’attivazione del simpatico promuove l’attività secernente di questi neuroni gangliari modificati.
Nella midollare vi sono due popolazioni di cellule secernenti: cellule secernenti adrenalina (o epinefrina) e
cellule secernenti noradrenalina (o norepinefrina). La proporzione di secrezione delle due sostanze (chiamate
genericamente “catecolamine”) è di 3:1 a favore dell’adrenalina. Adrenalina e noradrenalina aumentano il
consumo di energia e promuovono la mobilizzazione delle riserve energetiche, il che produce un
potenziamento della forza e della resistenza muscolari. Gli effetti metabolici che seguono il rilascio di
catecolamine raggiungono il loro massimo dopo 30 secondi dalla stimolazione del surrene e perdurano per
alcuni minuti. Come risultato, gli effetti prodotti dalla stimolazione della midollare del surrene durano più a
lungo di quelli prodotti dall’attivazione del simpatico.

Attività endocrina di reni e cuore


I reni producono l’enzima renina e gli ormoni eritropoietina (peptidico) e calcitriolo (steroideo).
 Una volta immessa in circolo, la renina converte l’angiotensinogeno (proteina inattiva prodotta dal
fegato) circolante in angiotensina I; questa, a livello dei capillari polmonari, viene convertita in
angiotensina II; quest’ultima stimola la secrezione di aldosterone da parte della corticale del surrene.
 I reni rilasciano l’ormone peptidico eritropoietina (EPO) in seguito a una diminuzione dell’ossigenazione
ematica a livello renale. L’EPO stimola la produzione di globuli rossi da parte del midollo osseo e la loro
maturazione, determinando un incremento del volume ematico e della capacità di ossigenazione dei
tessuti.
 Il calcitriolo è un ormone steroideo secreto dal rene in seguito alla liberazione di paratormone (PTH) nel
circolo ematico. La sintesi di calcitriolo dipende dalla disponibilità di colecalciferolo (vitamina D3), che
può essere sintetizzato a livello cutaneo o assunto con l’alimentazione. Il fegato converte il
colecalciferolo in un prodotto intermedio, che è poi riversato in circolo e captato dai reni, dove viene
finalmente convertito in calcitriolo. La funzione del calcitriolo è la stimolazione dell’assorbimento di ioni
calcio e fosfato lungo il canale digerente. Il paratormone, stimolando il rilascio di calcitriolo, agisce
indirettamente sull’assorbimento intestinale del calcio.
Le cellule miocardiche producono, in risposta a un aumento del volume ematico o della pressione sanguigna,
il peptide natriuretico atriale (ANP). In generale, gli effetti dell’ANP sono opposti a quelli dell’angiotensina
II, promuovendo la perdita di Na+ e di acqua dai reni e inibendo la secrezione di renina, ADH e aldosterone.
Il risultato netto è la riduzione del volume ematico e un abbassamento della pressione sanguigna.

Pancreas e altri tessuti endocrini dell’apparato digerente


Sebbene il ritmo delle attività digestive sia influenzato dal sistema nervoso autonomo, la maggior parte dei
processi digestivi viene controllata dai singoli organi attraverso azioni di tipo endocrino. Focalizzeremo ora
la nostra attenzione sul pancreas, gli altri organi verranno trattati nello studio dell’apparato digerente.

Pancreas
Il pancreas è una ghiandola sia esocrina che endocrina. Si trova nella cavità addominopelvica, in rapporto
con l’ansa formata dal duodeno (primo segmento dell’intestino tenue, facente seguito allo stomaco). Ha
colorito pallido e aspetto grumoso; nell’adulto può raggiungere una lunghezza di 20-25 cm e un peso di circa
80 g.
Il pancreas esocrino, che occupa circa il 99% del volume pancreatico, è responsabile della produzione di
grandi quantità di un secreto ricco di enzimi digestivi che raggiunge il canale digerente tramite una rete di
dotti pancreatici.
Il pancreas endocrino è rappresentato dalle isole pancreatiche, o isole di Langerhans, piccoli raggruppamenti
di cellule endocrine sparsi all’interno della ghiandola. Le isole pancreatiche sono circa 2 milioni, e
rappresentano solo l’1% della popolazione cellulare pancreatica.
Come gli altri tessuti endocrini, le isole sono a stretto contatto con un’estesa rete di capillari fenestrati. Le
principali arterie dirette al pancreas sono le arterie pancreaticoduodenali e pancreatiche. Il ritorno venoso fa
capo al sistema della vena porta. L’innervazione spetta al sistema nervoso autonomo (rami del plesso
celiaco).
In ogni isola di Langerhans si osservano quattro tipi cellulari:
 le cellule alfa (α) producono l’ormone glucagone, ad azione iperglicemizzante tramite stimolazione della
glicogenolisi epatica e della cessione di glucosio da parte del fegato;
 le cellule beta (β) producono l’ormone insulina, ad azione ipoglicemizzante tramite stimolazione
dell’utilizzo di glucosio da parte della maggior parte delle cellule corporee;
 le cellule delta (γ) producono l’ormone somatostatina, ad azione inibente su produzione e secrezione di
insulina e glucagone e di rallentamento dell’attività assorbente e della produzione enzimatica da parte del
canale digerente;
 le cellule F producono il polipeptide pancreatico (PP), ad azione inibente le contrazioni della colecisti e di
regolazione della produzione di alcuni enzimi pancreatici.
La secrezione delle cellule alfa e beta viene regolata esclusivamente dalla concentrazione ematica di
glucosio. Quando i livelli ematici di glucosio aumentano, le cellule beta secernono insulina; quando i livelli
ematici di glucosio diminuiscono, le cellule alfa secernono glucagone.
Tessuti endocrini dell’apparato genitale
I tessuti endocrini dell’apparato genitale sono limitati alle gonadi maschili e femminili.

Testicoli
Le cellule interstiziali del testicolo producono ormoni maschili noti come androgeni.
Il più importante è il testosterone, le cui azioni sono:
 promozione della spermatogenesi;
 mantenimento delle ghiandole annesse all’apparato genitale maschile;
 determinazione dei caratteri sessuali secondari maschili;
 stimolazione dello sviluppo della muscolatura scheletrica.
Nel corso dello sviluppo embrionale, il testosterone favorisce lo sviluppo anatomico dei nuclei ipotalamici
del SNC, che in seguito influenzeranno i comportamenti sessuali.
Le cellule di sostegno (del Sertoli) presenti nei testicoli sostengono il differenziamento e la maturazione
fisica degli spermatozoi. In risposta alla stimolazione dell’FSH, queste cellule secernono l’ormone inibina,
che inibisce con un feedback negativo il rilascio di ulteriori quantità di FSH da parte del lobo anteriore
dell’ipofisi. Nell’età adulta, inibina e FSH cooperano per mantenere la produzione di spermatozoi a livelli
normali.

Ovaie
Nelle ovaie, gli ovociti iniziano la loro maturazione in gameti femminili all’interno di strutture specializzate
definite follicoli. L’ormone FSH adenoipofisario controlla il processo maturativo dell’ovocita e del follicolo.
Le cellule follicolari che circondano gli ovociti producono estrogeni (in particolare estradiolo), ormoni
steroidei che inducono la maturazione degli ovociti e favoriscono la rigenerazione del rivestimento interno
dell’utero. Analogamente a quanto accade nel testicolo, sotto il controllo dell’FSH, le cellule follicolari attive
secernono anche inibina, che con un feedback negativo va a inibire un’ulteriore produzione di FSH.
Dopo l’ovulazione, le cellule del follicolo che ha espulso l’ovocita si riorganizzano nel corpo luteo, il quale
rilascia una miscela di estrogeni e progestinici, soprattutto progesterone. Quest’ultimo accelera il movimento
dell’ovocita lungo le tube uterine e prepara la mucosa uterina ad accogliere l’embrione in via di sviluppo.

Epifisi (ghiandola pineale)


L’epifisi, o ghiandola pineale, è una piccola ghiandola di colore rosso a forma di pigna che fa parte
dell’epitalamo. Contiene neuroni e cellule interstiziali che ricordano la nevroglia del SNC. Essa contiene
anche speciali cellule secernenti chiamate pinealociti.
I pinealociti sono responsabili della sintesi di melatonina, un ormone derivato dal neurotrasmettitore
serotonina. La melatonina agisce tramite inibizione della produzione dei fattori di rilascio ipotalamici di FSH
e LH, determinando così un rallentamento nella maturazione degli spermatozoi, degli ovociti e, in generale,
degli organi genitali. Rami collaterali di neuroni provenienti
dalle vie ottiche penetrano nell’epifisi e influenzano la velocità
di produzione della melatonina. La produzione di melatonina
aumenta nel corso della notte e diminuisce di giorno. Questo
ciclo sembra essere importante nella regolazione dei ritmi
circadiani, i cicli sonno-veglia naturali. Questo ormone ha,
inoltre, un potente effetto antiossidante, che può contribuire
alla protezione dei tessuti del SNC dai radicali liberi.
Ormoni e invecchiamento
Nel sistema endocrino si osservano pochi cambiamenti funzionali dovuti all’età; le uniche eccezioni sono:
 alla pubertà, quando inizia, in entrambi i sessi, la produzione di ormoni sessuali;
 alla menopausa, quando, nel sesso femminile, si verifica un calo della produzione di ormoni sessuali.
È però interessante sottolineare che alterazioni di altri apparati dovute all’invecchiamento fanno sì che molti
tessuti non siano più in grado di rispondere a ormoni circolanti le cui concentrazioni rimangono normali.

Alterazioni endocrine
Le alterazioni endocrine possono svilupparsi per un insieme di cause, che includono anomalie a livello delle
ghiandole endocrine, dei meccanismi di regolazione endocrini o nervosi o a carico dei tessuti bersaglio. Ad
esempio, i livelli di un ormone possono innalzarsi perché gli organi bersaglio sono diventati meno
responsivi, perché si è formato un tumore tra le cellule ghiandolari o perché vi è stata interferenza con il
normale meccanismo di controllo a feedback.
Nella denominazione delle alterazioni endocrine, i medici utilizzano il prefisso iper- in riferimento a una
produzione eccessiva di ormone e il prefisso ipo- in riferimento a una produzione inadeguata di ormone.

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