Fig. 1
Le relazioni che S verrà a stabilire con gli altri subsistemi- e le forze di varia
intensità, direzione e verso che per tal via interagiranno con esso - ne influenzeranno il
comportamento; é comprensibile quindi che S tenda a raggiungere un assetto per il
quale le diverse azioni si bilancino.
Tale posizione di equilibrio (E), secondo i casi, sarà:
- stabile, se le forze che l'hanno determinata offrono spiccata resistenza a qualunque
azione perturbatrice (fig.2),
- stazionaria, quando a seguito di eventi di disturbo il sistema potrà riprendere
l'assetto iniziale (fig. 3),
- dinamica, allorché a causa di azioni perturbatrici il Sistema potrà ritrovare
equilibrio soltanto in un assetto differente da quello originario (fig.4).
Fig. 2
Capitolo 1 - Il Sistema Azienda pag. 3
Fig. 3
Fig. 4
E
Fig. 5
In un sistema cibernetico saranno dunque presenti:
- un obbiettivo caratteristico,
- un'organizzazione e un programma di attività finalizzate
- una funzione attiva di regolazione e controllo,
- una circolazione integrata delle informazioni inerenti ai risultati
raggiunti,
- una disponibilità all'autoadattamento.
Esso potrà far fronte ad eventi interni e/o esterni, imprevisti per qualità e
rilevanza se e soltanto se:-
- le informazioni atte a descrivere lo scostamento dei risultati ottenuti, rispetto a
quelli programmati in ordine all'obbiettivo finale, vengono trasmesse compiutamente
all'organo regolatore;
- se l'organo preposto alla regolazione e capace di attuare modifiche di struttura e
comportamento del Sistema idonee a consentire il raggiungimento di un nuovo
assetto di equilibrio.
L'Azienda industriale - in particolare - è un sistema aperto e dinamico, in quanto
comunicante con un ambiente esterno che lo stimola continuamente alla ricerca di nuovi
stati di equilibrio; essa infatti:-
- interagisce con il Sistema mercato attraverso canali di acquisto e di vendita,
- subisce il condizionamento del Sistema di Istituzioni poste in essere dallo Stato,
Capitolo 1 - Il Sistema Azienda pag. 5
- partecipa come sub sistema al Sistema economico generale, del quale viene
giustamente considerato cellula vitale.
In forza delle considerazioni fin qui espresse l'azienda può essere riguardata come un
insieme organizzato di risorse mutuamente legate da rapporti di complementarietà atti a
configurare un complesso unitario e finalizzato ad un determinato obbiettivo.
ben evidenziare lo stato di tensione operante nel vasto e mutevole ambiente in cui la
suddetta azienda ricerca stati di equilibrio, nel suo intento di sopravvivere.
Il ciclo biologico dell'azienda industriale può assumere il semplice schema di fig. 6.
L'area centrale (T) comprende le attività di trasformazione sviluppate attraverso la
combinazione delle risorse fisse (macchine, impianti) e fluenti (uomini, materiali,
energia, capitali) acquisite nell'area di approvvigionamenti (A).
uomi ni
mater iali mercato
macchine
energia
capit ali M
A proventi
P
T
tr asformazione
approvvigionamenti
CASSA
di videndi ta sse
Fig. 6
Il prodotto (P), realizzato in base alle attività svolte in T, trova sbocco nell'area di
mercato (M) da cui l'azienda trae i proventi per alimentare il polmone cassa, dal quale -
pagate le tasse e corrisposta la remunerazione dovuta ai capitali di rischio - vengono
tratti i fondi per proseguire gli approvvigionamenti e, con essi, il ciclo.
Il prodotto ottenuto in detto processo di trasformazione fornisce un criterio di
distinzione merceologica tra le diverse industrie (alimentari, chimiche, meccaniche, ecc.),
al cui riguardo varrà ricordare la classificazione predisposta per l'Italia dall'Istituto
Centrale di Statistica.
Per quanto attiene al rapporto azienda-mercato, l'ampiezza e la frequenza della
domanda di prodotto influiscono chiaramente sul criterio di gestione del ciclo
Capitolo 1 - Il Sistema Azienda pag. 7
produttivo e sulla scelta delle risorse durevoli (macchine, impianti, fabbricati, terreni),
effettuata dall'azienda.
padre madre
figlio figlia
Fig. 7
Si supponga adesso che il buon esito dell'impresa familiare, così avviata, induca
i membri a potenziarla, associando alla iniziativa altri quattro elementi, destinati ad
occupare altrettanti distinti ruoli.
E' agevole verificare che raddoppiandosi il numero dei ruoli (subsistemi) e
conservandosi gli stessi criteri di collegamento, le linee di flusso (o canali di
informazione) crescono in misura ben più che doppia.
In particolare, procedendo come in precedenza indicato, se ne potranno tracciare
56 per comunicazioni interne, atte cioè a collegare ciascuno degli 8 componenti con gli
altri 7; a queste se ne aggiungeranno 2 x 8 = 16 per comunicazioni con l’ambiente
esterno.
La rete informativa complessiva si articolerebbe dunque in 72 linee di flusso.
In generale, indicando con n il numero dei subsistemi in mutuo collegamento, e
in comunicazione a doppio senso con l'ambiente esterno, il numero delle linee di flusso
risulta espresso da:
N = (n . n ) + n = n [n + 1]
11000
9000
5000
3000
1000
4 20 40 60 80 100
n umero dei compon enti
fig. 8
". . . la distinzione può però sempre cogliersi nella presenza, nei centri di decisione, di
un elemento di discrezionalità che invece non esiste in misura apprezzabile nelle
funzioni svolte dai centri di esecuzione.
Altro elemento che vale a differenziare centri di decisione e centri di esecuzione
é il fatto che nei primi il processo di specializzazione dà luogo a compiti individuali
che mantengono e spesso addirittura vedono accresciuta la loro complessità e la loro
difficoltà; l'aumento del grado di specializzazione dei centri di esecuzione si risolve
Capitolo 1 - Il Sistema Azienda pag. 13
nel passaggio da compiti complessi a compiti via via più semplici è per giungere
infine a compiti che possono essere svolti da macchine....".
Si consideri inoltre che la distinzione tra centri di decisione e centri di
esecuzione in non pochi casi ha più un significato logico che un'espressione fisica.
Nella piccola officina in cui opera l'artigiano con i suoi aiutanti (così come
nell'iniziativa familiare richiamata in fig.7 sussistono sempre e comunque le necessità di
"decidere e di eseguire" ciò non impedisce che una stessa persona prenda decisioni
importanti per quei livelli ed esegua altresì attività comparativamente umili.
Il momento decisorio e il momento esecutivo coesistono dunque in ogni caso:
sia nell'homo - faber- et - sapiens, sia nella famiglia intesa come azienda di erogazione,
sia nella piccola impresa a conduzione familiare, sia nella grande impresa industriale.
Al crescere degli obbiettivi parziali e finali il Sistema assume gradi di
complessità crescenti, e cresce in pari misura la necessità di specializzare e coordinare i
centri di decisione e di esecuzione.
La natura composita dei problemi (tecnici, economici, sociali, finanziari,
commerciali, ecc.) che si presentano all'azienda, nella sua più autentica dimensione
industriale, impongono un decentramento dei compiti di decisione non meno che dei
compiti di esecuzione; ed è proprio il grado di decentramento delle attività decisorie ed
esecutive, di ogni livello, ad offrire l'immagine più vera della dimensione raggiunta
dall'azienda e della complessità dei problemi che essa è chiamata ad affrontare, al suo
interno e al suo esterno.
con evidente riferimento alla rilevanza che assume in essi la responsabilità decisoria
rispetto a quella esecutiva (fig.9).
Fig. 9
Passando quindi dal modello a tre dimensioni di fig.9 alla più comune
immagine piana dell'organigramma, si prenda in considerazione il caso di una piccola
officina in cui operi un artigiano con cinque aiutanti (fig.10).
Ciascuno di questi riceve direttamente istruzioni dal principale, e verso lui
soltanto ha responsabilità di informazione.
Il sistema così configurato ha soltanto 12 gradi di libertà; infatti, con i criteri a
suo tempo espressi, per ognuno dei 5 dipendenti si individuano 2 canali di
comunicazione con il capo, il quale comunica con l'ambiente esterno attraverso altri 2
canali, come sempre di ingresso e di uscita.
Nel momento in cui l'artigiano comincerà ad assumere il ruolo vero e proprio di
imprenditore, i compiti di istruzione, sorveglianza e responsabilità tecniche saranno
affidati, ad esempio, all'operaio più esperto (fig.11), il che consentirà all'imprenditore di
sviluppare meglio i rapporti con l'esterno.
E' facile verificare che il sistema avrà così assunto 14 gradi di libertà.
Capitolo 1 - Il Sistema Azienda pag. 15
Artigiano
Fig. 10
Imprenditore
Capofficina
Fig. 11
B C D
b b b c c c d d d
Fig. 12
Il dipendente riceve ordini ed assistenza esclusivamente dal suo diretto
superiore, e soltanto a lui risponde dell'attività svolta in base alle istruzioni ricevute.
L'assetto gerarchico lineare risponde peraltro razionalmente al principio di divisione dei
compiti e di controllo del lavoro: con esso riesce dì fatto meglio governata ed assistita
un'attività sviluppata in un'area di lavoro troppo vasta per essere affidata alla
responsabilità di un capo unico.
Tale area potrà quindi essere suddivisa in distinti reparti, singolarmente
caratterizzati ad esempio da attività omogenee; si istituirà così la figura del capo reparto
e, al crescere delle attività e del personale di reparto, si procederà a suddividere gli
addetti in squadre, ciascuna assistita e controllata da un capo squadra che, a sua volta,
risponderà del suo operato al suo capo reparto. L'ordinamento lineare spesso
giustamente assimilato a quello militare mentre ottempera al principio di divisione dei
compiti, e di identificazione delle responsabilità decisorie ed esecutive, ha il chiaro
inconveniente di accentrare in ogni capo soprattutto ai più alti livelli gerarchici un
numero rilevante di competenze e di incombenze. Accettando, per contro, il principio
della diversificazione delle competenze e delle responsabilità decisorie, si può giungere
all'ordinamento rappresentato in fig. 13, tipico di un'impresa a conduzione familiare, di
media dimensione, in cui numerosi congiunti in relazione alle rispettive vocazioni ed
Capitolo 1 - Il Sistema Azienda pag. 17
B C D
Fig. 13
discrezionalità per i primi e del maggior numero di problemi (oltre che di poteri) per i
secondi.
Un indubbio progresso rispetto ai modelli organizzativi fin qui commentati e quello
introdotto dall'ordinamento schematizzato dall'organigramma di fig. 14, definita spesso
lineare assistito, o in altri apprezzabili termini rivolti a tradurre l’ermetica locuzione
anglosassone "staff - line".
B C D
c c c c c c c c c
Fig. 14
Produzione discontinua:
Si ha quando per la fabbricazione di articoli diversi sono chiamate in causa le stesse
risorse produttive: in tal caso la lavorazione di ciascun articolo è eseguita in prefissati
intervalli di tempo, al cui termine le risorse disponibili sono destinate alla
fabbricazione di prodotti simili.
I problemi fondamentali di tale tipologia di produzione riguardano la scelta della entità
del lotto di fabbricazione di ciascun prodotto e della sequenza di lavorazione
dell'insieme dei lotti.
Nel caso di "produzione su domanda" l'azienda deve scegliere solo la sequenza di
lavorazione dei vari lotti in quanto le entità da produrre sono indicate direttamente dai
committenti.
La duplice scelta (entità dei lotti e loro sequenze di lavorazione) si presenta solo nel
caso di "produzione a magazzino" ed è diretta a minimizzare i costi.
Produzione continua:
Si definisce quella produzione di un unico articolo realizzata con un impianto per esso
specifico.
Il ricorso ad un tale tipo di produzione è giustificata solo quando la domanda del bene
da produrre è elevata e costante nel tempo; la capacità produttiva del sistema dovrà
essere dimensionata in base alla prevedibile domanda.
Un impianto che realizzi una produzione di tale genere è caratterizzato da notevoli
vantaggi gestionali dovuti alla ripetitività del ciclo di lavoro. Una produzione continua
può ulteriormente distinguersi in
Mass Production: l'impianto è studiato e realizzato per la fabbricazione in serie di
prodotti identici; le singole macchine componenti però non sono progettate per la
realizzazione di un solo prodotto, di conseguenza il sistema risulta essere caratterizzato
da una certa flessibilità.
Flow Production : in tal caso il lay-out dello stabilimento e la maggior parte delle
macchine e delle attrezzature impiegate sono fissate in stretta dipendenza dal prodotto
da realizzare - e l'impianto che ne risulta è estremamente rigido -.
I sistemi produttivi continui, a differenza degli altri, necessitano di un'accurata ed
approfondita analisi dei problemi connessi al ciclo di lavorazione prima e durante la
fase di avviamento della produzione e richiedono poi in fase di regime, quasi ed
esclusivamente interventi di controllo.
Capitolo 1 - Il Sistema Azienda pag. 23
soggetto giuridico (titolare cioè dei diritti e responsabile delle obbligazioni nei confronti
di terzi) é la S.p.A medesima.
Il capitale sociale - composto dalle quote conferite dai soci - diventa patrimonio
sociale, ed è il patrimonio sociale che risponde per le obbligazioni contratte dalla
società.
Tutti i soci, dunque, indistintamente, limitano la loro responsabilità individuale
alla quota conferita alla società, realizzandosi in tal modo la definitiva separazione tra il
patrimonio sociale e quello personale dei singoli soci.
A fronte delle quote conferite per la formazione del capitale sociale, i soci
(azionisti) ricevono in possesso opportuni titoli di credito (azioni), che documentano la
misura di partecipazione del socio al suddetto capitale sociale, e quindi anche la misura
del debito che la persona giuridica S.p.A. contrae con il socio (persona fisica o
giuridica) nell'atto in cui quest'ultimo diviene possessore di quei titoli.
Poiché le azioni possono essere negoziate - e cioè vendute da chi le ha
acquistate - l'azionista, che - come detto - già vede non coinvolto il suo patrimonio
personale nell'iniziativa societaria, intravede oltretutto rischio limitato per la stessa quota
da lui conferita alla S.p.A, potendo all'occorrenza cederla ad altri, e ad un prezzo anche
maggiore rispetto all'originario valore di acquisto.
Il valore nominale delle singole azioni, quello cioè ufficialmente indicato su detti
titoli di credito, può assumere un taglio anche modesto, e ciò spiega perché la S.p.A. sia
la forma strutturale più idonea a raccogliere grandi capitali, frazionati presso una
moltitudine di azionisti.
Le quote conferite dai soci nella costituzione del capitale sociale della S.p.A.
oltre che da versamenti in denaro, possono essere costituite da beni strumentali durevoli
(suolo, fabbricati, macchine, impianti, attrezzature) o da beni di consumo (materie prime,
materie ausiliarie, materie sussidiarie) oppure da complessi economici in
funzionamento (aziende già operanti).
E' evidente che se i conferimenti sono effettuati in denaro la valutazione del
capitale sociale di costituzione nasce dalla semplice somma dei valori dei conferimenti
stessi (si parla in tal caso di valori numerari certi) trattandosi invece di conferimenti in
natura, del tipo sopra ricordata, la valutazione si presenta spesso difficile e comunque
delicata.
Prescindendo dai cosiddetti valori numerari certi, possono infatti registrarsi
stime gonfiate dei conferimenti personali dei soci, il che può condurre ad una
Capitolo 1 - Il Sistema Azienda pag. 26
A ssemblea soci
Fig. 15
Il dimensionamento viene effettuato in funzione della variabilità della domanda che può
essere:
1) Domanda variabile per tendenza di fondo (variazione della componente di trend): si
dimensiona la capacità su immobilizzi medi ma ampliabili.
Ciò consente un minor esborso di capitali iniziali ed un adeguamento, nel tempo, alla
domanda con nuovi ampliamenti che comportano un minimo impegno di capitali ed una
immediata risposta del mercato.
Le risorse produttive, in tal caso, dovranno essere dotate di elasticità tale da consentire
le future potenziali espansioni.
2) Domanda variabile nel breve intervallo di tempo ; si possono avere sia fluttuazioni
ricorrenti (stagionali) sia fluttuazioni non prevedibili (congiunturali).
a) nel primo caso la politica di produzione può essere rivolta a:
- riflettere l'andamento del mercato (adeguamento della produzione alla domanda), con
un dimensionamento della capacità produttiva in base alla domanda massima.
La produzione che ne risulta è tipicamente discontinua ed i costi di esercizio ne
risultano più elevati, rispetto ad una produzione costante, per la scarsa utilizzazione
delle risorse disponibili;
- ignorare l'andamento del mercato, con un dimensionamento in funzione della
domanda media. Nei periodi in cui la produzione risulti maggiore della domanda si ha
la formazione di stocks che verranno smaltiti allorquando al situazione sarà invertita.
b) nel caso di fluttuazioni non prevedibili, sarà conveniente che l'impianto possa
essere utilizzato a livelli ridotti di capacità senza che ciò comporti notevoli aggravi di
costo. Si farà in modo, cioè, di non elevare troppo il grado di meccanizzazione e di
frazionare le unità produttive (ad esempio si ricorrerà a due forni invece che ad uno
equivalente), realizzando così un impianto che consenta un esercizio più elastico.
Una volta effettuato il dimensionamento della capacità produttiva e stabiliti i processi da
eseguire direttamente o in alternativa con il ricorso a subfornitori, si può passare alla
determinazione della struttura che deve assumere l'impianto e quindi alla scelta delle
risorse produttive.
Tale scelta sarà, come sempre accade in impiantistica, realizzata sulla base di
presupposti di convenienza tecnico-econonomica.
La soluzione adottata dovrà di conseguenza rispondere ad un abbinamento di scelta
tecnicamente valida ed economicamente conveniente; nello steso tempo sarà indirizzata
a raggiungere sia gli obiettivi a medio-breve termine sia quelli a lungo termine.
Capitolo 1 - Il Sistema Azienda pag. 30
E' importante che l'impianto sia caratterizzato da un elevato grado di elasticità: a parità
di capacità produttive esistono infatti strutture atte a fornire elevati rendimenti tecnici ma
non economici se adeguatamente sfruttate, ed altre che hanno minori rendimenti tecnici
ma il cui esercizio é più conveniente nei periodi di scarsa utilizzazione.
A tal punto si può passare alla determinazione del macchinario, delle attrezzature e degli
impianti necessari e, conseguentemente alla scelta del lay-out ed al dimensionamento
del fabbricato e delle aree non coperte occorrenti.
Si ritiene opportuno sottolineare, qualora non vi siano vincoli strettamente tecnici, la
convenienza di realizzare fabbricati estremamente semplici, funzionali e versatili; questi
avranno nel tempo elevati valori di recupero, essendo utilizzabili anche per altre
iniziative di produzione.
Nella costruzione dei fabbricati bisognerà considerare:
- le condizioni ambientali da garantire al personale (sia nel lavoro che nei servizi);
- la possibilità di espansione immediata o futura,
- sovradimensionando le fondamenta e gli spazi liberi, gli allacciamenti e le
condutture;
- il grado di adattabilità per processi diversi da quelli di partenza.