Animali totem
Sulle tracce dei nostri avi non umani
ANIMAL STUDIES
Rivista italiana di antispecismo
trimestrale
18 – Animali totem. Sulle tracce dei nostri avi non umani
Comitato scientifico
Ralph R. Acampora (Hofstra University)
Carol Adams (Southern Methodist University)
Matthew Calarco (California State University Fullerton)
Felice Cimatti (Università della Calabria)
Enrico Giannetto (Università degli studi di Bergamo)
Oscar Horta (Universidade de Santiago de Compostela)
Andrew Linzey (University of Oxford)
Peter Singer (Princeton University)
Tzachi Zamir (The Hebrew University of Jerusalem)
Redazione
Eleonora Adorni, Matteo Andreozzi, Laura De Grazia,
Alessandro Lanfranchi, Manuela Macelloni, Valentina
Mota, Roberta Papale, Lucia Zaietta, Nicola Zengiaro.
ISSN 2281-2288
ISBN 978-88-97339-74-8
5 Editoriale
Di Roberto Marchesini
Articoli
Letture
73 Storia naturale della morale umana – Addomesticati. L’insolita
evoluzione degli animali che vivono accanto all’uomo – Il maiale
è il nostro maestro. Animali ed ebrei un rapporto lacerato
LÀ DOVE SI CELANO I TONALME. IL
TOTEMISMO INDIGENO MESOAMERI-
CANO NELLA DIALETTICA FRA SPAZIO
ANTROPICO E SPAZIO SELVAGGIO
Di Luca Campione
Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
Tonal1, ossia alter ego, è una parola nahuatl acquisita solo recentemente dal
nostro lessico, grazie ai romanzi di Carlos Castaneda (1974 etc.). A voler dare
una spiegazione spicciola, la fortuna del romanziere dipende probabilmente
dal fascino che esercita un certo “primitivismo”, di cui i romanzi castanediani
sono farciti, sull’immaginario collettivo occidentale, per sua parte afflitto da
preoccupazioni ecologiche e in fase di parziale rigetto del modello consumisti-
co. Paure e rigetti che non hanno lasciato immuni neanche alcuni accademici
i quali, richiamando a loro volta concetti estrapolati dalle società di cacciatori-
raccoglitori, propongono modelli alternativi di vita in armonia con la natura
(Descola 1997; De Castro 2002).
Lasciando alle nostre spalle il mondo della fiction, cercheremo qui di ca-
larci nella realtà etnografica del totemismo in America Latina, alla ricerca del
«posto dell’uomo nella natura» – per citare T. H. Huxley – così come è stato
immaginato dall’«antropología india»2, la quale suppone una dialettica fra la
dimensione spazio-concettuale delle città (spazio antropico) e quella del bosco
(spazio selvaggio), assimilabile per certi versi all’occidentale contrapposizione
fra uomo e natura. In questi termini, il totemismo3 si dispone come soluzione
1
Plurale tonalme.
2
Vocabolo di nostro conio per indicare le riflessioni indigene sull’uomo e sul posto da
questi occupato nel cosmo. Ovviamente il concetto è del tutto generale e non vuole as-
solutamente ammettere che presso le popolazioni della fascia mesoamericana, di etnie e
culture diversissime, siano presenti identiche credenze e formulazioni. Piuttosto si cerca
di evidenziare il carattere autoctono e sincretico.
3
Si badi a non ritenere il presente lavoro come un ennesimo saggio sulla natura del tote-
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Non diversamente dagli altri gruppi umani, le popolazioni indigene del Mes-
sico e del Centroamerica hanno sviluppato personali considerazioni sull’uomo,
sulle differenze individuali, sulle relazioni tra i sessi, sugli stati di coscienza,
l’origine della salute e della malattia etc. Riflessioni costruite sulla base di un
sentire locale che avverte un universo governato dal dinamismo oppositivo tra
forze extraumane le quali, implicate in una contrapposizione agonistica costan-
te, generano realtà e movimento.
Nell’immaginario preispanico, l’idea dialettica veniva espressa essenzialmen-
te tramite il linguaggio mitico e rituale. Così, per esempio, nella cosmogonia
azteca della Leyenda de los soles, il mondo sorge grazie alla lotta fra le divinità
che incarnano i principi contrari dell’universo, Quetzalcoatl e Tezcatlipoca, in
un ciclo di creazioni e distruzioni. Allo stesso modo, i miti dei maya Quiché
contenuti nel Popol Vuh evidenziano la guerra fra le forze contrarie simbolica-
mente rappresentate dai Signori dell’Inframondo (Xibalba) e gli Eroi Gemelli,
Xbalanque e Hunahpu. Ma questo dualismo viene tal volta incarnato da una
stessa figura extraumana, come nel caso del Creatore Ometeotl, letteralmente
“il dio due”, sintesi a sua volta della coppia eterosessuata composta da Omete-
cuhtli e Omecihuatl.4
Il pensiero indigeno contemporaneo traduce e introduce questa dialettica
nella geografia bipartitica discernente dimensione umana e ambiente selvati-
co, che rappresentano rispettivamente i due grandi àmbiti o spazi del mondo:
lo spazio antropico, fatto di riti, leggi, usanze, campi coltivati, centri urbani e
mismo tout court per la quale si rimanda ai saggi di Lévi-Strauss (1962 & 1962). Lungi
dal prendere in considerazione degli “universali”, qui si cercherà fra le righe di mostrare
come un singolo dispositivo culturale, quale la credenza nel totem, possa assolvere a più
funzioni contemporaneamente.
4
Ma gli stessi Quetzalcoatl e Tezcatlipoca nelle fonti indigene post coloniali vengono
sovente identificati come i Tezcatlipocas, o Tezcatlipoca bianco (il primo) e Tezcatlipoca
nero (il secondo) (Botta 2009).
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2. Immagini dell’anima e del corpo fra i popoli del Messico e del Centroamerica
Andando con ordine, proviamo a cogliere la visione corrente fra gli indios
sulla persona umana e in che modo quest’ultima vada inserendosi – se lo fa –
entro la dialettica fra spazio antropico e spazio selvaggio.
Per gli indios la persona umana è un aggregato temporaneo e mutevole di
parti caratterizzate da attributi, funzioni e destini differenti. A. Lupo, schema-
ticamente, definisce le considerazioni dell’«antropología india» sulla persona
secondo questi termini: la persona è complessa (composta da più elementi),
mutevole (l’aggregato è instabile e in continua mutazione), temporanea (lo stato
aggregativo ha durata limitata e si conclude con la morte), diffusa (non tutti gli
elementi risiedono nel medesimo luogo, che si tratti della stessa parte corporea
o d’una regione geografica distinta), dipendente (l’agentività degli individui è
governata da forze esterne e sovrumane) (Lupo 2009; pp. 28-30).
Concentrando la nostra attenzione sui Nahua della Sierra de Puebla, possia-
mo notare due tratti peculiari: 1) una sviluppata e complessa riflessione sulla
parte psichica umana, rappresentata in forma tripartita e riflesso dell’architet-
tura dell’universo a sua volta strutturato lungo un asse verticale e tripartitico7;
2) la totale assenza di un termine specifico e unanime per indicare l’elemento
fisico, ovvero il “corpo” (Lupo 2009; p. 32).
a’teles nel “claro”, un sito intermedio fra i due ambiti; i selvaggi giungono vestiti di stracci,
raccogliendo conchiglie e caricandosi di pelli e sacchi di legna e piante selvatiche; lì atten-
dono gli a’teles, silenziosi e vestiti di candidamente di bianco. Questi offrono ai selvaggi
“trago” (alcool) chiamato pox e sigari, prodotti del mondo civilizzato, mentre i k’abinales
donano agli a’teles idromele o miele fermentato, prodotto naturale. Dopodiché ritornano
al villaggio per distinti cammini. Così s’è riprodotta, simbolicamente, l’armonia delle due
regioni contrarie del mondo» (trad. mia).
7
La struttura cosmologica si compone di un piano inferiore o Inframondo (Mictlan per
gli Aztechi, Xibalba per i Maya, Mictan per i Nahua della Sierra) governato dalle divinità
infere, della Terra dimora degli uomini e, in fine, del Cielo (Ilhuicac, fra i Nahua).
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mento, bensì si acquistano o sviluppano lungo tutto l’arco della vita e sono
caratterizzate dalla capacità di abbandonare i propri involucri corporei.
L’ecahuil o “ombra”, che in condizioni normali è contenuta nel corpo e
maggiormente concentrata nella testa e nel sangue, viene associata all’agenti-
vità (tanemililiz in nahuatl). Può vagare al di fuori della propria sede durante
gli stati alterati di coscienza o nel sonno e andar perduta a sèguito d’un forte
spavento (nemouhtil) rendendosi facile preda di creature extraumane e divinità
ctonie. Alla perdita dell’ecahuil si collega regolarmente l’insorgere di malattie
psico-fisiche che vanno dalla depressione alla morte. La resistenza allo spavento
e ad altri “attacchi”, d’altra parte, è soggettiva e dipende esclusivamente dalle
condizioni astrologiche occorse alla nascita dell’individuo cui l’“ombra” appar-
tiene o al dio patrono al quale l’uomo è legato.
Il terzo e ultimo elemento, anch’esso fortemente dipendente dalle forze
astrali e intimamente legato all’ecahuil, è il tonal ossia l’alter ego. Questo dop-
pio si manifesta prevalentemente sotto forma animale (ma in rari casi può pre-
sentarsi come fenomeno meteorico) e conduce una vita autonoma in regioni
distanti dalla controparte umana.
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l’acquisto di doti sovraumane combaci con l’ottenimento e la gestione del potere. Nel
pensiero precoloniale le élites cittadine si configuravano come mediatori fra umano ed
extraumano, assolvendo quotidianamente a una serie di rituali sovente anche molto dolo-
rosi pur di garantire il corretto equilibrio fra i due àmbiti (Botta 2009).
11
Plurale ricostruito di nahualli (Gonzales R. 1944; vedi più avanti).
12
I popoli di etnia Nahua usavano offrire i bambini appena nati agli dèi in una cerimonia
che, agli occhi degli occidentali, molto ricordava il battesimo: nel corso di questa ceri-
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fanciullo un animale cui sarebbe rimasto legato per tutta la vita (De La Garza
1984; p. 33).
All’assegnazione, la co-essenza animale è già autosufficiente e non deve se-
guire di pari passo la crescita della controparte umana. Ciò non significa che il
tonal non subisca evoluzioni durante la vita. Al contrario, la sua forza e la sua
resistenza aumentano in accordo con lo sviluppo sociale della persona; scalando
il cursus honorum comunitario, una persona vedrà anche il rafforzamento del
proprio alter ego e, in alcuni casi, ne acquisterà anche più di uno.
Le specie animali sotto le cui spoglie può celarsi il doppio animale sono di-
sparate: al di là del già citato giaguaro, tonalme possono essere uccelli da preda,
serpenti o animali la cui forza apparentemente irrisoria è compensata da una
straordinaria vitalità, come la rondine o il colibrì (che presso i mexica-aztechi
era identificato con Huitzilopochtli, il dio guerriero patrono della città di Te-
nochtitlan). Il nesso animico, inoltre, plasma la personalità della co-essenza
umana sfruttando le caratteristiche comportamentali dell’alter ego teriomorfo:
se una persona, per esempio, ha la sfortuna di possedere un tonal-falco, noto-
riamente “carogna”, seguirà comportamenti moralmente disdicevoli, mentre se
il suo alter ego è un coniglio, allora sarà pauroso e facile agli spaventi, sicché la
sua salute sarà cagionevole. Non è tuttavia impossibile correggere o controllare
le proprie tendenze ferine, mediante un impiego consapevole e un impegno
personale; come ricorda un anziano terapeuta nahua, «se prega molto Dio, non
gli succede nulla» (Lupo 2009; p. 43).
Considerato il legame fra salute corporea e destino del tonal, ça va sans dire
che il numero elevato dei doppi teriomorfi e la presenza di “compagni” potenti
permette a una persona di sopravvivere a lungo e resistere meglio alle malattie,
garantendosi così una sorta di assicurazione sulla vita.
Il numero, l’identità e la dimora dei tonalme né l’Io umano né altro indivi-
duo possono conoscerli, «solo alcuni – i terapeuti più potenti – sostengono di
saperli, nel qual caso si pensa siano anche capaci di controllarne il comporta-
mento e di proiettare in esso/i la propria “ombra”». Questi soggetti dal grande
potere magico e animicamente dotati sono noti come nahualme (sing. nahual
o nagual).
Il termine nahuatl nahualli13 indica ora un personaggio capace di trasfor-
monia i raggi solari venivano raccolti nell’acqua di un recipiente, acqua che subito dopo
si versava sul capo del neonato. In questo modo si credeva di infondergli la forza del dio
che governava quel giorno.
13
Richard Andrews e Ross Hassig lo fanno derivare dal verbo tlanahua, «interporre qual-
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cosa (tra sé e il pubblico, la pelle e il vestiario esteriore, l’uomo e gli dèi, e così via)» (cfr.
in Lupo 2009; p. 133).
14
“1 Pioggia”, uno dei segni calendariali mesoamericani.
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5. Conclusioni
15
Il nome deriva da Tlalocan, spazio catactonio dagli eguali caratteri e posto nelle regioni
più interne della montagna sacra. Era il regno del dio Tlaloc, signore della pioggia e per-
sonificazione dei fulmini.
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Bibliografia
16
Macehualli nella struttura sociale azteca era l’uomo comune, a metà strada fra lo schiavo
e l’appartenente alle élites (pipiltin). È quindi in quest’ottica in cui va visto l’uomo all’in-
terno del cosmo, che altri non è se non una replica “mitizzata” della dimensione sociale.
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là dove si celano i tonalme
Lupo A. (2009), Il mais nella croce. Pratiche e dinamiche religiose nel Messico indigeno, CISU, Roma,
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Lupo A. (2011), “La trasformazione delle metamorfosi del mago: confronti e malintesi tra concezioni
europee e amerindiane”, in C. Giorcelli, E. Finazzi-Agrò, Metamorfosi. Continuità e Discontinuità
nelle Culture Americane, Loffredo Editore, Casoria (NA), pp. 175-201.
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res), IGWA, Documento n. 39, Copenague, pp. 37-76.
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ANIMAL STUDIES
Rivista italiana di antispecismo
Rivista trimestrale peer-review che affronta da un punto di vista filosofico problemi di tipo etico, politico, scientifico e
culturale legati al nostro complesso rapporto con la natura, con particolare attenzione alla questione del rapporto con
gli animali non-umani. Oltre ad articoli di approfondimento e interviste ai protagonisti dei dibattiti nazionali e interna-
zionali su tali tematiche, la rivista presenta al lettore un’aggiornata documentazione sull’argomento (libri, convegni, film
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