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SEDER QUARTODECIMANO

MEMORIALE
della Pasqua di
Passione
La notte tra la Feria V nella Cena
del Signore e la Feria VI della
Parasceve, intorno alla mezza-
notte la comunità si raduna
davanti al Signore e inizia la
preghiera. La preghiera di questa
not-te vissuta come preghiera
propria della comu-nità si rifà
all’antica celebrazione pasquale
delle comunità giovannee che
venivano chiamate
quartodecimane perché
celebravano la Pasqua nello stesso
giorno di Israele il quattordici di
Nisan secondo le indicazioni
bibliche

La comunità celebra la Pasqua in


comunione con la Chiesa, ma in
questa notte la anticipa in questa
celebrazione non tanto in
SEDER QUARTODECIMANO

alternativa al-la Pasqua della


Chiesa ma come preparazione ad
essa. Infatti la celebra in mestizia,
penitenza e digiuno, conservando
per la Veglia Pasquale la gioia
della risurrezione del Signore e
l’esul-tanza dello Spirito e il canto
dell’Alleluia che ne è il segno.

I testi della preghiera di questa


notte si rifanno all’omelia pasquale
di San Melitone e ai testi
dell’Aggadà senza però volerne
essere una ri-produzione in chiave
cristiana. Infatti pur es-sendoci
una sequenza di quattro calici
come nel Seder hanno un
significato diverso e non si tratta
in nessun modo di una cena ma
bensì di una veglia di peghiera e di
meditazione incentr-ata su Gesù
Vero e Unico Agnello Pasquale.

S edettero gli Apostoli e i Profeti


con gli An-ziani, sedettero
Giacomo e Giovanni, Didi-mo e
Filippo e con loro Giacobbe e ai
SEDER QUARTODECIMANO

loro piedi Simeone e Zaccheo e


Beniamino e Levi e Giuseppe e
Giuda, e ci tramandarono questo
insegnamento che avevano
ricevuto dalla boc-ca del Signore
quando dopo che era risorto dai
morti li aveva ammaestrati in
privato per quaranta giorni.
Questi sono i Memoriali del
Signore, le notti nelle quali ha
visitato il suo popolo e ha ope-
rato segni, parole e consolazioni
per Israele.
La prima notte fu quando creò il
cielo e la terra mediante la sua
Parola potente e il suo Spiri-to
vivificante.
La seconda notte fu quando scese
sul monte e con la sua mano
afferrò la mano di Abramo che
era stessa sul figlio legato per
l’olocausto, in quella notte
davvero Dio provvide non so-lo
l’Agnello per il sacrificio ma
anche il Le-gno sul quale essere
offerto, e fu sempre in quella
notte che dall’alto della scala
SEDER QUARTODECIMANO

parlò a Giacobbe esule nel


deserto e combattè con lui presso
il Giodano.
La terza notte fu quando scese a
strappare Is-raele dalle mani di
Faraone re d’Egitto, con la mano
sinistra uccise i primogeniti, e
con la destra salvò il Primogenito.
La quarta notte è già stata e non
dobbiamo più attenderla, è la
notte nella quale la fine dei tempi
è stata manifesta, il giogo è stato
spez-zato e le generazioni sono
state redente, è la notte nella
quale gli Angeli hanno esultato
per la nascita del Messia, è la
notte nella quale Gesù nostra
Pasqua è stato immolato, è la
notte nella quale Gesù nostra vita
è risuscita-to, è la notte nella
quale Gesù nostra Speran-za
ritornerà nella Gloria.
Questa è la Pasqua del Nome del
Signore, not-te preparata per
tutte le generazioni, notte che ha
adempiuto la nostra redenzione.
SEDER QUARTODECIMANO

Questo ci insegnarono i Padri,


questo ci conse-gnarono gli
Anziani, questo conservarono le
generazioni e noi crediamo con
fede sicura e certa, ora e per
sempre e nei secoli dei secoli.
Amen.
BENEDIZIONE DELLA LUCE
e abluzione delle mani

Il lettore alla luce di una candela


che tiene in mano legge il brano
seguente il quale può esse-re
suddiviso tra più lettori,
passandosi l’un altro la candela:

P arlò il Signore a Mosè e ad


Aronne in terra d’Egitto,
dicendo: Questo mese è per voi l’
inizio dei mesi, è il primo per voi
fra tutti i me-si dell’anno. Parla a
tutta la comunità dei figli d’Israele,
dicendo: Nel decimo giorno di
ques-to mese prendano ciascuno
un agnello secondo le casate delle
famiglie, ciascuno un agnello per
casa. Se saranno troppo pochi
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quelli nella casa da non essere


abbastanza per un agnello, pren-
dano con sé il vicino, il loro
prossimo, in base al numero delle
persone; per un agnello, ciascu-no
conterà quanto gli è necessario.

S arà per voi un agnello perfetto,


maschio, di un anno; lo
prenderete dagli agnelli e dai
capretti. E sarà conservato per voi
fino al quat-tordicesimo giorno di
questo mese e tutta la moltitudine
della comunità dei figli d’Israele lo
sgozzerà tra le due sere. E
prenderanno un po’ del suo
sangue, e ungeranno i due legni e
l’ar-chitrave nelle case dove lo
mangeranno.

E mangeranno le carni in questa


notte; man-geranno
arrostite sul fuoco e azzimi con
carni

erbe amare. Di esse non


mangerete niente di crudo o bollito
in acqua ma solo arrostito sul
fuoco, la testa coi piedi e le
interiora. Non ne farete avanzare
fino al mattino e non ne spez-zerete
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osso: brucerete sul fuoco ciò che


ne reste-rà fino al mattino.

C osì lo mangerete: con i vostri


fianchi cinti, i sandali ai vostri
piedi e i bastoni nelle vos-tre mani;
e lo mangerete in fretta: è Pasqua
per il Signore. E in questa notte
passerò per la terra d’Egitto e
colpirò ogni primogenito nella
terra d’Egitto, dall’uomo fino al
bestiame, e farò ven-detta su tutti
gli dèi degli Egiziani: Io Sono il Si-
gnore. E sarà per voi il sangue un
segno sulle ca-se nelle quali siete e
vedrò il sangue e vi proteg-gerò
passando sopra di voi e non ci sarà
per voi flagello quando colpirò la
terra d’Egitto. E sarà per voi
questo giorno un memoriale e
celebrere-te questa festa del
Signore per tutte le vostre ge-
nerazioni: la celebrerete come un
rito perenne.

Finito di leggere l’ultimo dei lettori,


accende le sette luci mentre il
SEDER QUARTODECIMANO

Presbitero dice la seguente


Benedizione:

B enedetto sei tu Padre nostro e


Re nostro che ci hai dato la
vera Luce, Gesù tuo Ser-vo e
nostro Signore.
Benedetto sei tu Padre nostro e Re
nostro e lo-dato e magnificato ed
esaltato al di sopra di qualsiasi
lode e magnificenza ed
esaltazione che si possa dire in
questo mondo e in quello futuro.
Tu hai santificato Israele tuo
popolo e l’hai ra-dunato da ogni
tribù, lingua, popolo e nazio-ne e
l’hai chiamato alla tua Presenza
in questa notte di veglia nel
Nome di Gesù tuo Figlio.
Tu ci hai donato o Padre Santo con
amore adu-nanze per la gioia,
solennità e memoriali per la
letizia e questo giorno di Sabato
per la con-versione e questo
memoriale della Pasqua per la
vita, questa festa degli azzimi,
questa santa convocazione,
memoriale perenne dell’uscita
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dell’Egitto e della Pasqua del


Signore: della sua Passione e
della sua Morte e della sua Ri-
surrezione.
Questa è la notte in cui tu o
Signore nostro e Dio nostro hai
steso il tuo braccio con po-tenza
grande e hai tratto tuo Figlio
dagli infe-ri e hai operato segni,
parole e miracoli per il tuo popolo
e per i tuoi amici ai quali hai fat-
to conoscere il tuo Nome e la tua
Volontà
Tutti insieme
Benedetto sei tu Padre nostro e Re
nostro che santifichi Israele nello
Spirito e nella Verità e questo
Sabato di veglia e questa
comunità ora e sempre nei secoli.
Amen.
Il Presbitero:
Benedetto sei tu Padre nostro e Re
nostro che ci hai comandato di
lavare le mani ma sopra-tutto di
purificare il cuore per avere parte
con te alla vita eterna.
SEDER QUARTODECIMANO

Il Presbitero lava le mani e dopo di


lui i fratel-li, gli sposi lavano le
mani l’un l’altro, se non è stata
fatta precedentemente la lavanda
dei pie-di, si può fare in questo
momento. Quindi il Presbitero fa la
Preghiera di Lode ispirata al lu-
cernale della tradizione
ambrosiana.

PREGHIERA DI LODE DEI SANTI


AMBROGIO E IPPOLITO
per la sera del Giovedì Santo

Benedite il Signore degno di


essere benedetto.
Benedetto il Signore degno di
essere benedetto nei secoli e
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oltre.

B enedetto e lodato e santificato


è il tuo No-me al di sopra di
ogni nome in cielo e sulla terra o
Dio di Abramo, di Isacco e di
Giacob-be, Dio dei nostri Padri e
Dio d’Israele.
Tu hai consacrato la Pasqua di
tutte le genti non con il sangue e
con l’adipe di animali sen-za
ragione ma con il Corpo e il
Sangue di Ge-su nostro Signore.
Tu hai abrogato i riti del popolo
ingrato, tuo popolo nella carne e
non più nello spirito, la cui bocca
ha sempre la tua parola ma il cui
cuore è lontano da te.
Tu hai sostituito la Legge con la
Grazia e per espiare i peccati di
tutti gli uomini hai man-dato il
tuo Servo perché si offrisse una
volta per sempre come Sacrificio
di soave odore.
Questo è il vero agnello del quale
è stato scrit-to nella Legge e nei
Profeti, preso dal gregge degli
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uomini e mandato dal cielo, vero


agnel-lo e vero pastore che dona
la vita per le sue pecore. Gloria a
te nei secoli. Amen.
Benedetto sei tu e lodato insieme
al Padre e allo Spirito Santo o
Gesù nuovo e vero Adamo che
hai dato la vita sulla Croce per
ricreare l’uomo che era caduto
proprio nello stesso tempo in cui
il Padre aveva formato il primo
Adamo nel Paradiso.
E mentre lui stendeva le mani per
rapire ciò che non era suo, tu hai
portato il peso di un pec-cato che
non ti apparteneva e hai aperto
le tue braccia per donare a noi
che eravamo per-duti una vita
che non avevamo.
E come lui che era nudo fu
rivestito dalle mani del Padre tuo
tu che avevi la tunica del Som-mo
Sacerdote sei stato spogliato
dalle mani degli empi per
rivestire gli uomini di Grazia e di
Verità. Gloria a te nei secoli.
Amen.
SEDER QUARTODECIMANO

Tutti insieme

R esi degni, noi indegni, di


portare il tuo Nome, ecco che
ci sottomettiamo al tuo giogo e
attendiamo con fede il tuo Regno:
SHEMA ISRAEL HU ELOENU HU
ECHAD

A scolta Israele: LUI è il tuo Dio,


LUI è Uno solo. Benedetto il
Nome della Gloria del suo Regno
nei secoli ed oltre. Tu amerai LUI,
il tuo Dio con tutto il tuo cuore,
con tutta la tua anima, con tutta
la tua forza e amerai il tuo
fratello come un altro te stesso e
cercherai per lui ciò che cerchi
per te. Queste parole nelle quali
oggi io mi consegno a te staranno
ferme dentro il tuo cuore, le
insegnerai ai tuoi figli, le
proclamerai quando sarai seduto
nella tua casa, quando sarai in
cammino per la tua via, quando
sarai a terra e quando ti rialzerai.
Guideranno come un segno la tua
mano e bril-leranno come una
luce ai tuoi occhi. Guarda-ti bene
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dal dimenticare LUI. E tu o


Signore ri-cordati di noi nel tuo
Regno.
Continua il solo Presbitero

R icordati davvero di noi o


Signore nel tuo Regno e stendi
le tue mani immense su questa
Comunità che ti appartiene da
sempre e che questa notte
commemora in mestizia la tua
Passione redentrice per
prepararsi a cele-brare nella gioia
della Veglia madre di tutte le
veglie la tua risurrezione con
tutta la Chiesa.
Tu l’hai affidata a noi ai piedi della
Croce chia-mandola Donna in
Maria tua madre, come il Padre
l’aveva affidata al primo Adamo
che la chiamò donna perché
madre di tutti i viventi.
Tutti insieme:
Proteggila e custodiscila con il tuo
Sangue che unge non più le porte
come quello dell’agnel-lo antico
ma i cuori; combatti, incalza, per-
segui e sottometti tutti i nemici,
SEDER QUARTODECIMANO

vincendo con la tua potenza


invisibile anche gli avver-sari
invisibili come già vincensti le
potenze del peccato e della
morte che ci erano ostili.
Innalza anche oggi i tuoi trofei
sopra di noi e accordaci di
intonare con Mosè l’inno della
vittoria e della liberazione e di
contemplarti con i nostri occhi
ritornare dal Cielo con po-tenza e
gloria grande, perché tua è la
forza nei secoli dei secoli. Amen.

Il Presbitero scopre il Pane


Benedetto alla fine della Messa
della Cena e lo spezza dicendo:

Questo è il Pane dei fratelli che il


Signore ci ha donato perché lo
condividessimo nel suo Nome.
Chiunque ha fame, venga e mangi!
Chiunque ha bisogno, venga e
faccia Pasqua!
Quest’anno nella speranza del
ritorno del Mes-sia, l’anno
venturo in Sion e in Gerusalemme
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insieme a lui che regna in questo


mondo per sempre.

E lo passa e tutti ne mangiano, un


pezzetto di questo pane viene
conservato.
1. CALICE DELLA PROCLAMAZIONE

Il Prebitero dice:

Q uesta è la Pasqua del Signore,


la Pasqua delle generazioni,
che gli Apostoli e i Pro-feti ci
hanno consegnato perché la
celebrassi-mo con fede e non la
smarrissimo insieme a coloro che
non ricordano.
L’Assemblea risponde:
Questa è la vera Pasqua, la grande
immolazio-ne; in luogo
dell’agnello è immoltato il Figlio
che fu legato sul legno e che legò
il forte; che fu giudicato dagli
empi ed è vero giudice dei vivi e
dei morti.
Il Presbitero:
Questa è la vera Pasqua, la grande
immolazio-ne nella quale tu Padre
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Santo hai legato tuo Figlio sulla


Croce e lui alzando gli occhi e ri-
volgendoti la parola disse:
Legami bene Padre mio perché
possa diventare il Primogenito di
una moltitudine di fratelli.
Questo è il giorno in cui tu Padre
nostro e Re nostro unisti le tue
lacrime sul monte al San-gue del
tuo Figlio crocifisso e apristi nelle
sue piaghe benedette la via del
riorno a te.
Questa è la vera Pasqua nella
quale tu che rifiu-tasti il sacrificio
del figlio ad Abramo hai sa-
crificato tuo Figlio per i figli di
Abramo.
L’Assemblea:
Colui che fu consegnato nelle mani
dei pecca-tori per essere
crocifisso ed annoverato tra gli
empi e che consegnò se stesso
nelle mani del Padre per il nostro
riscatto.
Colui che fu innalzato sulle corna
dell’unicor-no e che fu trafitto nel
santo costato e fece sgorgare dal
SEDER QUARTODECIMANO

proprio fianco il duplice bagno di


purificazione, l’acqua e il sangue,
la Parola e lo Spirito.
Colui che questa notte si piegò
davanti ai suoi amici non più
servi e lavò i loro piedi e li ba-ciò,
lui davanti al quale si piegano
tremanti il cielo e la terra e il
mare per adorarlo.
Il Presbitero:
Nuovo e insieme antico, eterno e
temporaneo, perituro e
imperituro, mortale ed immortale
è il Sacramento della nostra
Pasqua.
Antico per la Legge, nuovo per il
Verbo, tem-poraneo per la figura,
eterno per la grazia, pe-rituro per
la morte dell’agnello, imperituro
per la Vita del Signore, mortale
per la sua se-poltura, immortale
per la risurrezione.
L’Assemblea:
Come una pecora fu condotto al
macello, lui che non era una
pecora ma il Pastore, e come
agnello senza voce davanti a chi
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lo tosa, lui che non era un agnello


ma la Parola.
Questo avvenne in figura, perché
fosse mani-festa la Verità.
Il Presbitero:
Al posto dell’agnello è venuto il
Figlio, al pos-to della pecora
l’uomo, e nell’uomo il Messia che
tutto contiene.
L’Assemblea:
L’uccisione della pecora, il
sacrificio dell’agnel-lo e la parola
della Legge hanno trovato il lo-ro
compimento in Gesù Cristo; in
vista di lui tutto accadde nella
Legge e nel Vangelo.
La Legge è divenuta Verbo e
l’antico nuovo, muovendo
entrambi da Sion e da
Gerusalem-me, il comandamento
s’è fatto grazia, e la fi-gura
realtà, e l’agnello Figlio, e la
pecora uo-mo, e l’uomo Dio.
Come Figlio fu generato e come
agnello trasci-nato e come pecora
immolato e come uomo
seppellito, ma risorse dai morti
SEDER QUARTODECIMANO

come Dio, es-sendo per natura


Dio e uomo.
Il Presbitero:
Egli è tutto: in quanto giudica,
Legge, in quan-to insegna,
Parola. In quanto salva, Grazia.
In quanto perdona, Espiazione. In
quanto pa-tisce, Pecora. In
quanto è sepolto, Uomo. In
quanto risorge, Dio.
Gesù nostro Messia e nostro
Redentore, a lui gloria nei secoli.
Amen.

Il Presbitero versa il vino nel calice


e vi aggiun-ge poche gocce
d’acqua e dice:

N oi ti rendiamo grazie e ti
benediciamo e di lodiamo
Padre nostro e Re nostro per la
Santa Vite di Davide tuo servo e
per i segni e le parole e i miracoli
che hai compiuto per mezzo della
passione e morte e risurrezione
del Messia che portò su di sé i
nostri peccati alla tua Presenza.
SEDER QUARTODECIMANO

L’Assemblea: Gloria a te nei secoli.


Amen.

E tutti ne bevono un sorso, l’ultimo


lo finisce, per i bambini se sono
troppo piccoli per bere un sorso di
vino la madre ne intinge il dito nel
calice e lo fa succhiare al bambino.

2. CALICE DELLA PASQUA ANTICA

Il più giovane dei figli di Elia


domanda:

P erché mai questa notte è


diversa da tutte le altre notti?

Il più anziano tra i fratelli risponde:

P erché erano schiavi i nostri


padri di Farao-ne in Egitto e il
SEDER QUARTODECIMANO

Signore nostro Dio li fece uscire


con mano forte e con braccio
disteso.
Ma ancora di più perché eravamo
tutti morti per le nostre colpe e
per i nostri peccati e Dio nostro
Padre e nostro Re, ricco di
misericor-dia e grande nel
perdono, per l’amore con il quale
ci ha amati, da morti che
eravamo ci ha fatti rivivere in
Gesù suo Servo per la potenza
dello Spirito Santo mediante la
sua passione, la sua morte e la
sua risurrezione.
E se il Messia della Casa di Davide
e di Aronne, Sacerdote in eterno
secondo l’ordine di Mel-chisedec,
non ci avesse fatti partecipi della
sua stessa vita, noi saremmo
ancora morti nei nostri peccati e
vana sarebbe la fede, vana la
predicazione e vana anche la
speranza.
Per questo per noi è un dovere ed
un onore ri-cordare in questo
memoriale i segni, le parole e le
SEDER QUARTODECIMANO

consolazioni che il Signore nostro


Dio ha usato con noi per mezzo
della Croce del Si-gnore Gesù
Cristo per la quale il mondo è sta-
to per noi crocifisso e noi per il
mondo.
La Grazia del Signore sia sempre
con il vostro Spirito o fratelli ora e
per sempre e nei secoli dei secoli.
Amen.

Il Presbitero introduce l’Allel


dicendo:

I n ogni generazione
generazione ognuno è obbligato
a vedere se stesso come se fosse
e

sta-to proprio lui ad uscire


dall’Egitto, siccome è detto: E
annuncerai a tuo figlio in quel
gior-no, dicendo: È a causa di
questo che il Signo-re fece a me
quello che fece quando uscii dal-
l’Egitto.
Non i nostri padri soltanto liberò il
Signore in quel giorno ma anche
noi insieme a loro, sic-come è
SEDER QUARTODECIMANO

detto: E noi fece uscire di là, per


farci venire e dare a noi la terra
che aveva giurata ai nostri padri.
Perciò noi siamo obbligati a
confessare, lodare, magnificare,
glorificare, esaltare, onorare, be-
nedire, innalzare e acclamare
Colui che fece ai nostri padri e a
noi tutti questi miracoli:
Ci fece uscire dalla servitù alla
libertà, dalla tris-tezza alla gioia,
dal lutto al giorno festivo, e
dall’oscurità alla grande luce, e
dalla schiavi-tù alla redenzione.
Ma soprattutto non un angelo, non
un profeta ma il suo stesso Figlio
mandò a noi per sal-varci e
liberarci e santificarci.
E con il cuore pieno di gioia
diciamo davanti a lui un canto
nuovo:

Quindi si pregano a cori alterni


primi due sal-mi dell’Allel, ma
senza dire alleluia.

Lodate Lui.
SEDER QUARTODECIMANO

L odate piccoli il Signore: lodate il


Nome del Signore.
benedetto il Nome del Signo-re:
Sia

da questo momento e sempre nei


secoli.
Dal sorgere del sole fino ai limiti
dell’orizzon-te, è da lodare il
Nome del Signore.
Altissimo sopra tutte le genti, il
Signore: sopra i cieli la sua Gloria.
Chi è come il Signore nostro Dio il
cui Trono è esaltato e che
riguarda le cose umili in cielo e in
terra?
Egli risuscita dalla terra il misero e
dal letame esalta il povero. Per
farlo sedere come princi-pe con i
principi del suo popolo.
Egli fa inabitare una casa alla
Sterile quale ma-dre di casa che
gioisce dei figli.

Lodate Lui.

N ell’esodo di Israele dall’Egitto:


della casa di Giacobbe da un
popolo barbaro.
La Comunità della Casa di Giuda fu
SEDER QUARTODECIMANO

fatta suo santuario: Israele suo


dominio.
Quando apparve la Parola del
Signore. Il mare vide e fuggì: il
Giordano e si girò indietro.
Quando diede la Torà al suo
Popolo. I monti saltellarono come
arieti: i colli come agnelli di un
gregge.
Che problema hai o mare che sei
fuggito, e tu Giordano che ti sei
girato indietro? E voi mon-ti che
avete saltellato come arieti e voi
colli co-me agnelli di un gregge?
Davanti al volto del Dominatore ha
partorito la terra. Davanti al volto
del Dio di Giacobbe che ha
mutato la Pietra in stagni d’acqua
e i dirupi in sorgenti di acque.

Il Prebitero dice:

Q uesto è il mistero della Pasqua,


come è descritto nella Legge
che abbiamo udito.
La seguente sezione si può
omettere se si vuole abbreviare la
preghiera.
SEDER QUARTODECIMANO

Questo brano lo legge alternandosi


il Presbite-ro con l’Assemblea
oppure a due cori la stessa
Assemblea.

S piegherò adesso le parole della


Scrittura: ciò che Dio ordinò a
Mosè in Egitto, quan-do volle
assoggettare il Faraone al flagello
e liberare invece dal flagello
Israele per mano di Mosè.
Allora Mosè, uccisa una pecora,
nottetempo, celebrò il mistero
insieme con i figli d’Israele, e
contrassegnò le porte delle case,
a protezio-ne del popolo, a
intimidazione dell’angelo.
Nel tempo dunque che la pecora è
immolata e la Pasqua viene
mangiata e il mistero è porta-to a
compimento, quando il popolo fa
festa e Israele è contrassegnato,
ecco che sopraggiun-ge l’angelo
a colpire l’Egitto.
L’Egitto non iniziato al mistero,
non partecipe della Pasqua, non
contrassegnato dal sangue, non
protetto dallo Spirito: in una sola
SEDER QUARTODECIMANO

notte lo colpì privandolo dei suoi


figli.
L’angelo infatti andava attorno per
Israele e ve-dendolo segnato con
il sangue della pecora si rivolse
contro l’Egitto e piegò con la
sventu-ra il Faraone dalla dura
cervice.
L’intero Egitto, piombato in affanni
e disgra-zie, in lacrime e in
lamenti, si presentò a Fara-one
affranto dal dolore, non solo
nell’aspetto esteriore, ma anche
nell’anima.
L’Egitto si teneva intorno al
Faraone come un vestito tessuto
di lamenti: era la tunica prepa-
rata per il corpo del tiranno
dall’angelo gius-tiziere: amara
desolazione, tenebra fitta, per-
dita dei propri figli.
Opprimeva gli egiziani la notte
fonda e la den-sa tenebra e la
morte che brancolava e l’ange-lo
che sterminava e l’Ade che
inghiottiva i lo-ro primogeniti.
Ma la cosa più strana e terrificante
SEDER QUARTODECIMANO

dovete anco-ra udirla: in


un’oscurità che si poteva palpa-
re, la morte impalpabile si teneva
nascosta, e mentre gli infelici
annaspavano nel buio, la morte,
che era in agguato, afferrava i
primo-geniti al comando
dell’angelo.
Se un primogenito stringeva con la
mano un corpo oscuro, con il
terrore nell’anima emet-teva un
grido di spavento e di
implorazione:
Chi sta toccando la mia mano? Di
chi ha terro-re la mia anima?
Qual essere tenebroso mi av-
volge tutto?
Se sei mio padre, aiutami! Se mia
madre, abbi compassione! Se mio
fratello, parlami! Se un amico,
stammi vicino! Se un nemico,
allonta-nati! Io sono un
primogenito!
Ma prima che il primogenito finisse
di parlare, il grande silenzio lo
ghermiva, dicendogli: o
primogenito, tu mi appartieni; io
SEDER QUARTODECIMANO

sono la tua sorte, io il silenzio


della morte!
Per le piane del paese si udiva il
muggito delle bestie che si
lamentavano per i loro piccoli: la
mucca che aveva il vitello e la
cavalla che ave-va il puledro e
così tutti gli altri animali che
partoriscono e allattano si
lamentavano con tanta tristezza
della loro prole primogenita da
muovere a pietà.
Questa la piaga che colpì l’Egitto e
in un batter d’occhio lo privò dei
suoi figli, ma Israele nel
frattempo era salvaguardato
dall’immolazio-ne della pecora,
battezzato com’era tutto in-sieme
dal sangue versato, e la morte
della pe-cora si rivelò come un
baluardo per il popo-lo fino ad ora
oppresso.
O mistero nuovo e inenarrabile!
l’immolazio-ne della pecora
divenne la salvezza d’Israele, la
morte della pecora divenne la
vita del po-polo e il sangue
SEDER QUARTODECIMANO

intimorì l’angelo.
Rispondimi, o angelo: cosa fu a
incuterti timo-rel’uccisione della
pecora, o la vita del Signo-re? La
morte della pecora, o l’immagine
del Redentore? Il sangue della
pecora, o lo Spiri-to del Messia?
È chiaro che cosa ti ha spaventato:
tu hai visto il mistero del Signore
compiutosi nella peco-ra, la vita
del Signore nella immolazione
della pecora, la figura del Signore
nella morte della pecora, e per
questo non hai colpito Israele.
Quale nuovo mistero è mai
questo? L’Egitto colpito fino alla
distruzione e Israele invece
preservato per la salvezza!
Da qui in poi si legge sempre e da
parte del so-lo Presbitero.

A scoltate in che cosa consiste


l’efficacia del mistero: la Legge
giunse a compimento all’apparire
della luce del Vangelo, essendosi
reso manifesto il Signore.
Quello che prima era prezioso è
oggi senza al-cun valore, perché
SEDER QUARTODECIMANO

è apparso ciò che è vera-mente


prezioso.
Utile era infatti una volta
l’immolazione della pecora, ma
ora è inutile a causa della vita del
Signore.
Preziosa la morte della pecora, ma
ora senza va-lore a causa della
salvezza del Redentore
Prezioso il sangue della pecora,
ma ora senza valore a causa dello
Spirito del Messia.
Prezioso l’agnello muto, ma ora
senza valore a causa del Figlio
irreprensibile.
Prezioso il tempio terrestre, ma
ora senza valo-re a causa del
Corpo del Messia.
Preziosa la Gerusalemme di
quaggiù, ma ora senza valore a
causa della Gerusalemme di las-
sù che è libera ed è nostra
madre.
Preziosa la angusta eredità, ma
ora senza valore per la Grazia
senza confini.
Non più in un solo luogo infatti, né
SEDER QUARTODECIMANO

in un an-gusto territorio è
stabilita la Gloria di Dio, ma la
sua grazia si è diffusa fino ai
confini del-la terra.
Qui il Signore ha piantato ormai la
sua tenda nel Corpo di Gesù
nostro Messia, gloria a lui nei
secoli dei secoli. Amen.

Il Presbitero versa il vino nel calice


e vi aggiun-ge poche gocce
d’acqua e dice:

N oi ti rendiamo grazie e ti
benediciamo e di lodiamo
Padre nostro e Re nostro per la
Santa Vite di Davide tuo servo di
cui abbia-mo pregato i Salmi: il
nostro Messia e Salva-tore Gesù
per mezzo del quale ci hai
chiamati dall’ignoranza degli idoli
alla conoscenza del tuo Nome
meraviglioso.
L’Assemblea: Gloria a te nei secoli.
Amen.

E tutti ne bevono un sorso, l’ultimo


SEDER QUARTODECIMANO

lo finisce, per i bambini se sono


troppo piccoli per bere un sorso di
vino la madre ne intinge il dito nel
calice e lo fa succhiare al bambino.

Qualora questa veglia debba


essere divina in due a motivo della
veglia parrocchiale, si inter-rompe
a questo punto, la terza parte della
ve-glia sulla Pasqua Presente può
farsi con le per-sone in Parrocchia
fino alla preparazione del calice
esclusa.

Finita la veglia parrocchiale e


rientrati in comu-nità si sale nella
Stanza Superiore dove ripren-de la
preghiera o da questo punto
oppure dalla preparazione del
calice se la parte precedente è
stata fatta in parrocchia.
SEDER QUARTODECIMANO

3. CALICE DELLA PASQUA


PRESENTE

Il Prebitero dice:

Q uesta è il significato della


Pasqua: patire. Apprendete
dunque chi è colui che pa-tisce e
chi è colui che compatisce con
chi pa-tisce, perché il Signore è
sceso sulla terra, per-ché ha
rivestito colui che pativa e lo ha
porta-to con sé alla sommità dei
cieli.

LA CADUTA

Un primo Lettore proclama:

In principio Dio creò il cielo e la


terra e tutto ciò che vi è in essi
per opera del Verbo; plas-mò
quindi l’uomo dalla terra e gli
comunicò il proprio soffio; lo pose
SEDER QUARTODECIMANO

nel paradiso che è ad oriente,


cioè nell’Eden, perché in esso vi-
vesse felice, ordinandogli con un
precetto es-plicito il
Comandamento del digiuno:
Di ogni albero che è nel paradiso
ne mangerete per vostro
nutrimento; ma dell’albero della
conoscenza del bene e del male
non mangere-te, perché nel
giorno che ne mangiaste mor-
reste.
L’uomo però, che per sua natura è
capace sia del bene che del male,
come la zolla di terra che
accoglie il seme buono e il seme
cattivo, diede ascolto al
consigliere ostile e ingordo:
mettendo mano all’albero
trasgredì il precet-to e disubbidì a
Dio. E così fu precipitato in
questo mondo, come in un
carcere di con-dannati.
Carico di prole e di anni egli ritornò
alla terra per avere gustato
dell’albero. Rimase però di lui
un’eredità per i suoi figli.
SEDER QUARTODECIMANO

Ai propri discendenti trasmise


infatti in eredità
non la castità, ma l’impudicizia,
non l’incorruttibilità, ma la
corruzione,
non l’onore, ma il disonore,
non la libertà, ma la schiavitù,
non la sovranità, ma la tirannide,
non la vita, ma la morte,
non la salvezza, ma la
perdizione.
La sventura dell’umanità sulla
terra era spaven-tosa e inaudita.
Ecco qual era la loro sorte.
Il Peccato tiranno li afferrava e li
spingeva ver-so i flutti delle
passioni, dove venivano inon-dati
da insaziabili cupidigie: adulterio,
forni-cazione, impudenza,
cupidigia, sete dell’oro, omicidi,
sangue, tirannide crudele,
tirannide criminale.
Il padre portava il pugnale contro il
figlio, il figlio levava le mani sul
padre, l’empio colpi-va il seno
che l’aveva allattato, il fratello
ucci-deva il fratello, l’ospite
SEDER QUARTODECIMANO

faceva torto all’ospi-te, l’amico


consegnava l’amico, l’uomo truci-
dava l’uomo con mano di tiranno.
Sulla terra erano diventati tutti chi
omicida, chi fratricida, chi
parricida, chi infanticida.
Ma fu inventato qualcosa di più
mostruoso e inaudito ancora: una
madre metteva le mani sulle
carni che aveva generato, si
avventava sulle carni che aveva
nutrito con le sue mam-melle,
inghiottiva nelle sue viscere il
frutto delle sue viscere e la
sventurata, da madre, si
trasformava in orrenda tomba,
divorando il figlio che aveva
portato in grembo.
Non ho il coraggio di proseguire!
Tra gli uo-mini infatti si
perpetravano molti altri misfat-ti
strani, terribili e privi di ogni
ritegno: pa-dri sul giaciglio della
figlia, figli su quello del-la madre,
fratelli su quello della sorella,
mas-chi su quello dei maschi e
ognuno desiderava la moglie del
SEDER QUARTODECIMANO

vicino.
In questa situazione, chi si
rallegrava era il Pec-cato, il quale,
come complice della Morte, le
apriva la strada nell’anima degli
uomini e le apprestava in
nutrimento i corpi dei morti.
Su ogni anima il Peccato stampava
la sua orma e coloro sui quali la
stampava erano votati alla morte.
Ogni carne cadeva sotto il
peccato, ogni corpo sotto la
morte, e ogni anima era scacciata
dal-la sua dimora di carne: ciò
che era stato tratto dalla terra
tornava a disperdersi nella terra e
ciò che era stato dato in dono da
Dio veniva rinchiuso nell’Ade.
In catene l’uomo era trascinato
sotto l’ombra della morte, mentre
l’immagine dello spirito giaceva
abbandonata.
Ecco quale fu la ragione per cui il
mistero della Pasqua si è
compiuto nel Corpo del Signore.

Quindi si prega a cori alterni un


SEDER QUARTODECIMANO

altro dei Salmi dell’Allel, ma senza


dire alleluia.

Lodate Lui.

N on a noi, Signore, non a noi:


ma al tuo Nome dà gloria,
sopra la tua misericor-dia, sopra
la tua verità.
Non per riguardo a noi, o Signore,
non per ri-guardo a noi o ai nostri
meriti: ma per riguar-do al tuo
Nome, fa sì che tu sia glorificato
ed esaltato e magnificato su tutta
la terra.
Non dicano le genti: dov’è il luogo
della Pietà di Dio per loro? Ma il
nostro Dio è nel cielo in alto: in
cielo e sulla terra: tutto ciò che
ha voluto l’ha fatto.
I loro idoli invece sono argento e
oro: opera delle mani degli
uomini. Hanno una bocca e mai
parleranno. Hanno occhi e mai
vedranno.
Hanno orecchi e non udranno.
Hanno narici e non odoreranno.
Hanno mani e non tocche-ranno.
SEDER QUARTODECIMANO

Hanno piedi e non


cammineranno.
Mai una risposta nella loro gola.
Simili a loro diventino quelli che li
fanno: tutti quelli che in essi
confidano.
Israele invece confida nel Signore:
loro aiuto e loro protettore. La
Casa di Aronne ha spera-to nel
Signore: loro aiuto e loro
protettore.
Quelli che temono il Signore,
sperano nel Si-gnore: loro aiuto e
loro protettore.
Il Signore si ricorda di noi e ci
benedice: ha pu-re benedetto la
Casa d’Israele, ha benedetto la
Casa di Aronne. Ha benedetto
quelli che te-mono lui il Signore:
tutti i più piccoli insie-me con i
più grandi.
Ne aggiunga sopra di voi il
Signore: sopra di voi e sopra i
vostri figli. Benedetti voi dal Si-
gnore, che fa nuovi i cieli e la
terra. I cieli so-no i cieli del
Signore: la terra l’ha data ai figli
SEDER QUARTODECIMANO

degli uomini.
Non i morti loderanno IA’ Dio, né
quanti di-scendono negli inferi,
Ma noi che viviamo be-nediciamo
AI il Vivente: da questo momento
e fino alla fine già in questo
mondo. Sia loda-to il Signore.

LA REDENZIONE

Un secondo Lettore proclama:

I l Signore intanto veniva


predisponendo in anticipo i suoi
patimenti nei patriarchi, nei
profeti e in tutto il popolo,
conferendo loro così il sigillo della
Legge e dei Profeti.
Quello infatti che doveva un giorno
accadere in modo tanto inatteso
e grandioso fu pre-disposto molto
tempo prima, affinché, una volta
realizzatosi, fosse creduto in
quanto da lungo tempo
prefigurato.
In tal modo, il mistero del Signore
da lungo tempo prefigurato e
resosi manifesto ai nostri giorni
SEDER QUARTODECIMANO

trova fede una volta compiutosi,


no-nostante che agli occhi degli
uomini appaia inaudito.
Il mistero del Signore appare in tal
modo anti-co e nuovo: antico
secondo la prefigurazione, nuovo
invece secondo la grazia.
Ma se guarderai alla figura la
realtà ti si rivelerà attraverso il
compimento.
Se dunque tu vuoi contemplare il
mistero del Signore, volgi lo
sguardo ad Abele come lui ucciso,
a Isacco come lui legato, a
Giuseppe come lui venduto, a
Mosè come lui esposto, a David
come lui perseguitato, ai profeti
anche essi sottoposti a patimenti
a causa di Cristo.
Considera anche la pecora
immolata in Egitto che con il suo
sangue colpì l’Egitto e salvò Is-
raele.
Il mistero del Signore fu
annunciato anche me-diante la
voce dei profeti.
Dice infatti Mosè al popolo: E
SEDER QUARTODECIMANO

vedrete la vostra Vita appesa


dinanzi ai vostri occhi notte e
giorno e non crederete alla vostra
Vita.
Davide poi ha detto: Perché
fremono le nazio-ni e i popoli
fanno vani progetti?
Si sollevano i re della terra e i
principi si sono messi d’accordo
contro il Signore e contro il suo
Messia.
E Geremia: Sono come un agnello
innocente condotto per essere
immolato. Hanno deciso cose
malvagie contro di me, dicendo:
Orsù, mettiamo legno nel suo
pane, estirpiamolo dalla terra dei
viventi e che il suo nome non sia
più ricordato.
E Isaia: Come pecora fu condotto
all’uccisione e come agnello
senza voce dinanzi a colui che lo
tosa egli non apre bocca. La sua
generazio-ne chi la spiegherà?
Queste e molte altre cose furono
da diversi profeti annunciate
intorno al mistero della Pasqua
SEDER QUARTODECIMANO

che è Cristo, al quale è la gloria


nei se-coli. Amen.

Quindi si prega a cori alterni un


altro dei Salmi dell’Allel, ma senza
dire alleluia.

Lodate Lui.

H o amato perché esaudirà, il


Signore, la voce della mia
preghiera, Perché ha già chinato
il suo orecchio a me: e nei miei
giorni chiamerò lui.
Mi hanno catturato corde di morte
e le strette degli inferi mi hanno
trovato: Strettezze e fa-tica io ho
trovato: e nel Nome del Signore
in-vocherò.
Chiedo: Signore, strappami dalla
loro stretta, libera l’anima mia o
Confidente, o Signore, o Giusto, o
nostro Dio, e abbi misericordia.
Raramente il Signore custodisce i
lascivi: ma ugualmente mi ha
salvato. Lode a Lui!
Ora ritorna o anima mia a Lui, tuo
Riposo: perché il Signore ti ha
SEDER QUARTODECIMANO

fatto solo bene.


Perché Lui l’ha fatta uscire, a lei,
all’anima mia dalla morte e i miei
occhi dalle lacrime e i mi-ei piedi
dal precipitare.
Camminerò nella compiacenza del
Signore: nel-le generazioni dei
viventi.

Il Presbitero versa il vino nel calice


e vi aggiun-ge poche gocce
d’acqua e dice:

N oi ti rendiamo grazie e ti
benediciamo e di lodiamo
Padre nostro e Re nostro per la
Santa Vite di Davide tuo servo
per mezzo del quale ci hai creati
in modo mirabile e ci hai redenti
in modo ancora più mirabile
L’Assemblea: Gloria a te nei secoli.
Amen.

E tutti ne bevono un sorso, l’ultimo


lo finisce, per i bambini se sono
troppo piccoli per bere un sorso di
vino la madre ne intinge il dito nel
SEDER QUARTODECIMANO

calice e lo fa succhiare al bambino.

4. CALICE DELLA PASQUA FUTURA

Il Prebitero dice:

G esù nostro Messia,


essendo un solo Nome con il
pur

Padre e con lo Spirito Santo, non


considerò una rapina il Nome che
porta-va, ma spogliò se stesso
assumendo il nome di servo.
Egli venne dal cielo sulla terra in
favore di co-lui che soffriva;
rivestì la sua natura nel seno
della Vergine e apparve come
uomo; prese su di sé le
sofferenze di colui che soffriva
me-diante il suo corpo capace di
soffrire, ma me-diante il suo
SEDER QUARTODECIMANO

Spirito, non soggetto alla morte,


uccise la morte che uccideva
l’uomo.
Egli, infatti, condotto come agnello
e immola-to come pecora, ci ha
riscattati dal vassallag-gio del
mondo come dalla terra d’Egitto;
ci ha sciolti dalla schiavitù del
demonio come dalla mano di
Faraone; ha contrassegnate le
nostre anime con il sigillo del
proprio Spiri-to e le membra del
nostro corpo con il sigillo del
proprio sangue.
L’Assemblea a cori alterni:
Egli è colui che ha ricoperto di
vergogna la morte, che ha
gettato nel lutto il diavolo, co-me
Mosè il Faraone.
Egli è colui che ha colpito l’iniquità
che ha pri-vato l’ingiustizia di
discendenza, come Mosè il
Faraone.
Egli è colui che ci ha fatti passare
dalla schiavi-tù alla libertà, dalle
tenebre alla luce, dalla morte alla
vita, dalla tirannide al regno eter-
SEDER QUARTODECIMANO

no, facendo di noi un sacerdozio


nuovo, un popolo eletto in eterno.
Egli è la Pasqua della nostra
salvezza. Egli è co-lui che molto
ebbe a sopportare nella persona
di molti.
Egli è colui che fu ucciso nella
persona di Abe-le, legato in
Isacco, venduto in Giuseppe, es-
posto in Mosè, immolato
nell’agnello, perse-guitato in
Davide, vilipeso nei profeti.
Questi è colui che si incarnò nella
Vergine, che fu appeso al legno,
che fu sepolto nella terra, che
risorse dai morti, che fu assunto
nelle al-tezze dei cieli.
Questi è l’agnello senza voce.
Questi è l’agnel-lo immolato fin
dalla creazione del mondo.
Questi è colui che fu partorito da
Maria, la buona agnella.
Questi è colui che dal gregge fu
prelevato, e al macello trascinato,
e di sera fu immolato, e di notte
seppellito.
Colui che sul legno non fu
SEDER QUARTODECIMANO

spezzato, che in ter-ra non andò


dissolto, che dai morti è risusci-
tato e ha risollevato l’uomo dalle
profondità della tomba. Gloria a
lui nei secoli. Amen.

Quindi si prega a cori alterni un


altro dei Salmi dell’Allel, ma senza
dire alleluia.

Lodate Lui.

I o credo, perciò ho parlato: e


sono stato umiliato assai. Io ho
detto nel mio spavento:
tutti gli uomini sono una finzione.
Chi ricompenserà al Signore tutte
le sue ricom-pense che ha posto
sopra di me? Che cosa po-trò mai
donargli per tutto quello che ha
fatto per me?
Il Calice della Salvezza io prenderò
e nel Nome del Signore
invocherò. Renderò i miei voti al
Signore, racconterò i suoi segni,
davanti a tut-to, a tutto il suo
popolo.
Gloriosa agli occhi del Signore è
SEDER QUARTODECIMANO

l’uccisione dei suoi eletti. Costa


assai agli occhi del Signore la
morte eterna dei suoi Santi.
Pietà o Signore, abbi pietà io sono
tuo servo, io tuo servo e figlio
della tua serva: hai spez-zato tu
le mie catene.
A te sacrificherò il Sacrificio di
Lode e nel No-me del Signore
invocherò. Renderò i miei vo-ti al
Signore, racconterò i suoi segni,
davanti a tutti, a tutti i suoi
popoli.
Negli atri della Casa del Signore: in
braccio a te Gerusalemme.

Lodate Lui.

L odate il Signore o tribù tutte,


lodate Lui o popoli tutti. Perché
è stata fatta forte sopra di noi la
sua Misericordia e la Verità del
Signo-re dura per sempre.

Il Presbitero versa il vino nel calice


e vi aggiun-ge poche gocce
d’acqua e dice:
SEDER QUARTODECIMANO

N oi ti rendiamo grazie Padre


nostro e Re nostro
benediciamo e lodiamo e magni-
e

fichiamo il tuo Nome, perché


facendo memo-ria delle parole
dell’Apostolo, anche noi ab-biamo
creduto e per questo parliamo.
Che cosa potremo mai offrirti o
Signore nostro Dio per quello che
tu hai fatto per noi? Pren-deremo
il Calice della Benedizione e
invoche-remo il tuo Nome e ti
offriremo la nostra Lo-de e
supplicheremo la tua Venuta e tu
ci libe-rerai dai nostri nemici.
Tu stesso Padre nostro e Re nostro
hai posto questo Calice nelle
nostre mani quando ve-nuta l’ora
il tuo Dilettissimo Figlio si distese
a tavola insieme agli Apostoli e
prima di isti-tuire il Sacramento
della nostra Redenzione prese un
Calice e lo benedisse e donandolo
ai suoi discepoli come segno e
come memoriale comandò loro
dicendo:
SEDER QUARTODECIMANO

PRENDETE QUESTO CALICE


E PASSATELO TRA DI VOI
POICHÉ VI DICO:
NON BERRÒ PIÙ
IL FRUTTO DELLA VITE
FIN QUANDO NON VERRÀ
IL REGNO DI DIO

Ora Padre nostro e Re nostro,


imitando spon-taneamente
quanto fece il Figlio della tua di-
lezione, benediciamo questo
Calice perché sia per noi un
memoriale che ci ridesta
nell’attesa della sua Venuta alla
fine dei tempi, e renden-doti
grazie perché ci hai convocati alla
tua presenza e ci hai resi degni di
vivere questi giorni e di
prepararci nella fede alla Parusia
del Signore Risorto, invochiamo il
tuo No-me su di noi, su questa
Comunità e su tutte le tue
Adunanze sparse per il mondo.
E ti benediciamo perché ci hai
messi da parte per il tuo Nome in
vista degli Ultimi Tempi.
SEDER QUARTODECIMANO

E ti lodiamo perché ci hai radunati


in questa Santa Sion per servirti,
per amarti e per cele-brare le tue
meraviglie.
E ti supplichiamo manda presto a
noi il tuo Unigenito come hai
promesso per bocca di tutti i
profeti, perché il tuo Regno si
compia e la tua Volontà si
adempia.
Mandalo a noi da cielo, presto
davanti ai nostri occhi, adesso
durante i nostri giorni, perché
raduni tutti i tuoi Figli dispersi da
un capo all’altro del mondo e
leghi, secondo la parola dei tuoi
Salmi, in catene solidissime,
Satana, l’Anticristo e il suo falso
profeta.
Consola finalmente il tuo popolo
come una madre consola suo
figlio sulle proprie ginoc-chia,
nella tua Terra, nella tua Città,
nel tuo Tempio e sopra il tuo
Altare.
Il tuo Nome scritto sul Velo del tuo
Santuario nei Cieli e sulla Pietra
SEDER QUARTODECIMANO

del tuo Tempio sulla terra, prenda


stabile dimora nei nostri cuori e
in questa Assemblea che tu hai
convocato alla tua presenza e fa’
che partecipando a questo Calice
di Benedizione possiamo essere
sempre vigilanti nell’attesa di
Colui che verrà, secon-do le sue
parole di verità, come un Ladro di
notte. Per mezzo di Lui, insieme a
Lui e a mo-tivo di Lui gloria a te
nei secoli e nei secoli dei secoli.
Amen.

Alzando il Calice tutti acclamano


per tre volte: Venga la Grazia. E
passando il Calice di mano in
mano tutti ne partecipano. Quando
tutti hanno bevuto dal quarto
calice, si prega il Pa-dre nostro con
la sua intoduzione e la sua con-
clusione, dopo il Presbitero
conclude dicendo:

Questo è il Grande Digiuno, il


Digiuno del Primogenito, che
Giacomo il Giusto ci insegnò a
SEDER QUARTODECIMANO

celebrare quando disse: Non


berrò più il frutto della vite fino a
quando non ve-drò il mio Signore
risuscitato dai morti.
E così avvenne e il Signore nella
notte del gior-no dopo il Sabato lo
visitò e gli disse: Fratel-lo mio,
mangia il tuo pane e bevi il tuo
vino perché Amen ti dico, Io Sono
l’Alfa e l’Ome-ga, il Primogenito
di coloro che risuscitano dai
morti, il Vivente nei secoli, colui
che è e che era e che sta per
venire.
Tutti: Maranathà, vieni o Signore
Gesù. iij

E senza nulla dire, facendo voto di


silenzio si va a dormire e chi vuole
continua a vegliare.

PARASCEVE
Preghiera del
Mattino
SEDER QUARTODECIMANO

Al mattino si pregano le lodi nel


modo seguen-te: si pone la Croce
nel mezzo della cappella o al suo
posto si distende la Sindone e si
inizia pregando il Canto del Servo
Sofferente:

Alle Lodi della mattina del Venerdì


Santo Melitone 72-105
Preghiera di Lode dello Pseudo-
Ippolito con l’inno alla Croce
Cosmica.

PREGHIERA DI LODE DELLA CROCE


SEDER QUARTODECIMANO

di Sant’Ippolito di Roma

B enedite il Signore degno di


essere benedet-to. Benedetto
il Signore degno di essere be-
nedetto nei secoli e oltre.

N oi ti benediciamo Padre Santo,


Dio on-nipotente ed eterno,
creatore della Vera Luce che
illumina ogni uomo che viene nel
mondo.
Il mondo è stato fatto per mezzo di
lui, e non l’ha riconosciuto. È
venuto in mezzo al suo popolo,
ma il suo popolo non l’ha accolto.
Tu vedendoci dall’alto
tiranneggiati dalla mor-te, dissolti
e insieme legati dai vincoli della
corruzione, sperduti come pecore
che non hanno pastore dove
ciascuno segue se stesso per
cadere tutti nel precipizio, ecco
che hai mandato dal cielo il tuo
Figlio amato e l’hai rivestito per
mezzo dello Spirito Santo della
nostra stessa carne mortale.
SEDER QUARTODECIMANO

Non hai scaricato su un angelo o


su un profeta l’onere della nostra
salvezza, ma tu stesso hai
assunto su di te il combattimento
per noi nel tuo Verbo fatto Servo
obbediente al tuo vole-re fino alla
morte e alla morte di Croce.
Non fu diminuito in se stesso, né
danneggiato, né scemato in
gloria, ma per la tua onnipo-
tenza, Padre, senza perdere ciò
che aveva pre-se ciò che non
aveva e venne nella misura con
la quale poteva essere compreso.
Egli ha guarito così il corpo di noi
tutti dalle sue infermità e lo ha
guarito da ogni singola malattia
con l’autorità della sua potenza
af-finché si compisse la Parola:
Io sono il Signore Dio, ti ho
chiamato nella giustizia: prenderò
la tua destra e ti fortifiche-rò. Io ti
ho designato come Alleanza del
mio popolo, come luce delle genti
per aprire gli occhi dei ciehi,
liberare dai vincoli i prigio-nieri e
dalla cattività coloro che siedono
SEDER QUARTODECIMANO

nelle tenebre. Io il cui Nome è


Signore Dio.
E ancora è detto: Ascoltate o sordi
la parola del Libro: per coloro che
siedono nelle tenebre è spuntata
una luce e lo zoppo salterà come
un cervo e la lingua dei muti sarà
sciolta.
E dopo che ogni male sarà abolito,
l’ultimo ne-mico, la morte, sarà
distrutto nella vittoria.
Per questo diciamo: Dov’è o morte
il tuo pun-giglione? Dov’è o morte
la tua vittoria?
Siano rese grazie a Dio che ci ha
liberati per mezzo della Croce di
suo Figlio, ora e sempre e nei
secoli dei secoli. Amen.
Tutti insieme

R esi degni, noi indegni, di


portare il tuo Nome, ecco che
ci sottomettiamo al tuo giogo e
attendiamo con fede il tuo Regno:
SHEMA ISRAEL HU ELOENU HU
ECHAD

A scolta Israele: LUI è il tuo Dio,


LUI è Uno solo. Benedetto il
SEDER QUARTODECIMANO

Nome della Gloria del suo Regno


nei secoli ed oltre. Tu amerai LUI,
il tuo Dio con tutto il tuo cuore,
con tutta la tua anima, con tutta
la tua forza e amerai il tuo
fratello come un altro te stesso e
cercherai per lui ciò che cerchi
per te. Queste parole nelle quali
oggi io mi consegno a te staranno
ferme dentro il tuo cuore, le
insegnerai ai tuoi figli, le
proclamerai quando sarai seduto
nella tua casa, quando sarai in
cammino per la tua via, quando
sarai a terra e quando ti rialzerai.
Guideranno come un segno la tua
mano e bril-leranno come una
luce ai tuoi occhi. Guarda-ti bene
dal dimenticare LUI. E tu o
Signore ri-cordati di noi nel tuo
Regno.
Continua il solo Presbitero

Q uesta o Padre Santo era la


Pasqua che Ge-su desiderava
patire per noi.
Con la Passione ci ha liberati dalla
passione, con la morte hai vinto
SEDER QUARTODECIMANO

la morte e per mezzo di cibo


visibile ci ha elargito la vita
invisibile.
Per questo non è tanto mangiare
la pasqua il suo desiderio quanto
piuttosto patirla per li-berare noi
dalla passione nella quale
eravamo incorsi proprio
mangiando ciò che non dove-
vamo nemmeno toccare.
Per questo egli soppianta il legno
dell’albero antico con un Legno
nuovo e in luogo della mano
perversa che ha preso all’inizio
egli la-scia inchiodare le sue mani
immacolate e si of-fre a noi come
vero Frutto di Vita Eterna.
A cori alterni:
Questo albero è per me salvezza
eterna, di esso mi nutro, di esso
mi pasco.
Per le sue radici io ritrovo
fermezza, per i suoi rami io apro
le braccia per pregare, per la sua
rugiada io ricevo lo Spirito, e la
vita ritorna dove l’avevo perduta.
Quest’albero è nutrimento alla mia
SEDER QUARTODECIMANO

fame, sor-gente per la mia sete,


mantello che ricopre la mia
nudità, le sue foglie mi coprono
veramen-te e non le foglie di fico.
Quest’albero è mia difesa quando
temo Dio, mio appoggio quando
vacillo, mio premio quando
combatto, mio riposo dopo che
ho vinto.
Quest’albero è per me il sentiero
angusto e la via stretta, è la scala
di Giacobbe, è la via degli angeli
alla cui sommità davvero è
appoggiato il Signore.
Quest’albero dalle dimensioni
celesti si è ele-vato dalla terra al
cielo fondamento di tutte le cose,
sostegno dell’universo, supporto
del mondo intero, vincolo
cosmico che tiene uni-ta
l’instabile natura umana con i
chiodi invi-sibili dello Spirito
affinché stretta alla divi-nità non
possa più separarsene.
Con l’estremità superiore tocca il
cielo, con i piedi rafferma la terra,
tiene prigionieri e met-te in fuga
SEDER QUARTODECIMANO

da ogni parte con braccia


sconfinate gli spiriti maligni.
Tutti insieme:
A te la gloria o Nome del Padre e
del Figlio e dello Spirito Santo ora
e sempre nei secoli.
Amen.

PREGHIERA DEGLI IMPROPERI


di San Melitone

S ignore nelle tue mani consegno


il mio spiri-to. Sia fatta la tua
volontà e non la mia.

P adre nostro che sei nei cieli sia


santificato il tuo Nome su di noi
venga il tuo Regno in noi sia fatta
la tua Volontà come in cielo così
SEDER QUARTODECIMANO

in terra. Dacci oggi il nostro Pane


quotidiano lo Spirito Santo che ci
manca rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri
debitori e non ci indurre in
tentazione ma li-beraci dal male
dal maligno. Poiché tua è la forza
nei secoli dei secoli. Amen.
Si pregano gli Improperi a cori
alterni.

E gli dunque è messo a morte. E


dove è mes-so a morte il
Signore di tutti? Nel bel mez-zo di
Gerusalemme.
E per quale motivo? Perché egli
aveva guarito i loro zoppi, aveva
guarito i loro lebbrosi, ave-va
ridato la vista ai loro ciechi e
aveva risusci-tato i loro morti.
Ecco perché egli ha patito.
Non è forse scritto nella Legge e
nei Profeti: Mi hanno reso male
per bene e la mia vita senza
discendenza; hanno tramato
cattivi disegni contro di me,
dicendo: Leghiamo il giusto,
poiché ci è contrario?
SEDER QUARTODECIMANO

Come hai potuto commettere, o


Israele, un de-litto così inaudito?
Hai disonorato chi ti ave-va
onorato; hai disprezzato chi ti
aveva glori-ficato; hai rinnegato
chi ti aveva riconosciu-to; hai
messo al bando chi ti aveva
annuncia-to il Vangelo; hai ucciso
chi ti aveva vivifica-to. Che cosa
hai fatto, o Israele ?
Israele dice: Sono io che ho ucciso
il Signore. Volete sapere il
perché? Perché era necessario
che egli patisse. Ma ti sbagli, o
Israele, quan-do cerchi di
giustificare con simili sofismi
l’uccisione del Signore.
Certo che doveva patire, ma non
da te; doveva essere disonorato,
ma non da te; doveva esse-re
crocifisso, ma non per mano tua.
Ecco invece, o Israele, ciò che
avresti dovuto gridare a Dio: O
Signore, se è necessario che il
tuo Figlio patisca e se questa è la
tua volontà, che soffra pure, ma
non da me, piuttosto sof-fra da
SEDER QUARTODECIMANO

estranei; che sia giudicato da


incircon-cisi; che sia inchiodato
dalla mano di un ti-ranno, ma da
me giammai!
Ma non è certo questo che tu
Israele hai grida-to verso Dio;
nessun religioso timore hai avuto
davanti al tuo Sovrano, nessuna
sog-gezione delle sue opere.
Non ti ha incusso timore la mano
arida resti-tuita sana al corpo, né
gli occhi dei ciechi aperti dalla
sua mano, né i corpi paralizzati
consolidati dalla sua voce.
Non ti ha incusso timore il prodigio
ancor più straordinario di un
morto di ben quattro giorni
richiamato dalla tomba.
Ma tu, mettendo da parte queste
considerazio-ni, ti sei affrettato a
uccidere il tuo Signore,
preparando per lui chiodi
acuminati e falsi testimoni, corde
e flagelli, aceto e fiele, spada e
afflizione, come per un ladro
assassino.
Dopo infatti che applicasti i flagelli
SEDER QUARTODECIMANO

al suo cor-po e le spine al suo


capo, legasti anche le sue belle
mani, quelle mani che ti avevano
plas-mato dalla terra, e la sua
dolce bocca, che ti aveva dato da
bere vita, l’abbeverasti di fiele.
Hai ucciso il tuo Signore durante la
grande fes-ta! Tu banchettavi,
egli invece soffriva la fa-me; tu
bevevi vino e mangiavi pane, egli
in-vece aceto e fiele; tu eri
raggiante in volto, egli invece
aveva l’aria mesta; tu eri nella
gioia, egli invece nell’afflizione.
Tu facevi risonare canti, ed egli
era condanna-to; tu impartivi
ordini, ed egli intanto veniva
inchiodato; tu danzavi, ed egli era
sepolto; tu te ne stavi reclinato in
molle giaciglio, ed egli nella
tomba e nella bara.
Qui si fa una pausa di preghiera
silenziosa.

O Israele iniquo, perché hai


commesso questa ingiustizia
inaudita? Dare il tuo Signore in
preda a sofferenze incredibili, il
SEDER QUARTODECIMANO

tuo Sovrano che ti plasmò, che ti


creò, che ti onorò, che ti chiamò
Israele!
Tu non hai tenuto fede al tuo
nome di Israele: non hai visto
infatti Dio; non hai riconosciu-to il
Signore.
Non hai capito, o Israele, che egli è
il Primoge-nito di Dio, colui che fu
generato prima della stella
mattutina, che fece sorgere la
luce, che fece risplendere il
giorno,
Colui che separò le tenebre, che
fissò il fon-damento, che sospese
la terra, che prosciugò l’abisso,
che spiegò il firmamento, che
ordi-nò il cosmo.
Che dispose gli astri nel cielo, che
fece risplen-dere le stelle, che
creò gli angeli del cielo, che in
esso stabilì i troni e che plasmò
l’uomo dalla terra.
È lui che ti elesse, che ti fece da
guida; da Ada-mo a Noè, da Noè
ad Abramo, da Abramo a Isacco,
Giacobbe e i dodici patriarchi.
SEDER QUARTODECIMANO

È lui che ti guidò in Egitto, che


anche laggiù ti circondò della sua
protezione e ti nutrì.
È lui che ti illuminò mediante la
colonna di fuoco, che ti protesse
al riparo della nube, che divise il
Mar Rosso, che ti condusse al di
là di esso e che distrusse il tuo
nemico.
È lui che ti donò la manna dal
cielo, che ti dis-setò dalla roccia,
che sull’Oreb ti diede la Leg-ge,
che ti stabilì erede della terra,
che inviò a te i profeti, che
suscitò per te i re.
Ecco chi è che è venuto a te, che
ha curato i tu-oi malati e che ha
risuscitato i tuoi morti.
È contro di lui che hai commesso
l’empietà; verso lui hai perpetrato
l’ingiustizia; è lui che hai ucciso;
è lui che hai mercanteggiato,
dopo aver esigito da lui un
didramma per tributo.
Qui si fa una pausa di preghiera
silenziosa.
SEDER QUARTODECIMANO

I ngrato Israele! Fatti avanti, che


io ti giudichi
ingratitudine.
della tua

A che prezzo hai tu stimato


l’essere stato da lui guidato?
A che prezzo hai tu stimato
l’elezione dei tuoi Padri?
A che prezzo hai stimato la discesa
in Egitto e il nutrimento che ivi
trovasti grazie al buon Giuseppe?
A che prezzo hai stimato le dieci
piaghe?
A che prezzo hai stimato la
colonna di fuoco di notte? E la
nube di giorno? E il passaggio del
Mar Rosso?
A che prezzo hai stimato il dono
della manna dal cielo? E
dell’acqua dalla roccia? E la pro-
mulgazione della Legge
sull’Oreb? E l’eredità della terra
con tutti i benefici in essa
ricevuti?
A che prezzo hai stimato i
sofferenti che egli guarì durante
la sua permanenza ?
Valutami la mano arida che restituì
SEDER QUARTODECIMANO

al corpo.
Valutami il cieco dalla nascita, cui
con la sua parola ridonò la vista.
Valutami quello che giaceva
morto, che egli ri-suscitò dalla
tomba quand’era al quarto gior-
no.
Inestimabili sono i suoi benefici a
tuo favore!
Ma tu slealmente lo hai
contraccambiato con
l’ingratitudine: gli hai reso male
per bene, do-lore per gioia, morte
per vita.
Tu avresti dovuto essere disposto
anche a mo-rire per lui.
Infatti, quando il sovrano di un
popolo viene catturato dai
nemici, per lui si dichiara guer-ra,
per lui si assaltano le mura, per
lui si sac-cheggiano città.
Per lui vengono spediti riscatti, per
lui ven-gono mandati
ambasciatori, perché egli venga
ripreso, perché venga restituito,
se vivo, o perché sia seppellito,
se morto.
SEDER QUARTODECIMANO

Tu, al contrario, hai votato contro il


tuo Si-gnore.
Colui infatti che i gentili
adoravano, che gli in-circoncisi
ammiravano, che gli stranieri
glori-ficavano, per il quale anche
Pilato si lavò le mani, tu lo hai
ucciso durante la grande festa.
Per questo la festa degli azzimi è
amara per te, come sta scritto:
Mangerete gli azzimi con er-be
amar.
Amari per te i chiodi che aguzzasti,
amara per te la lingua che
acuminasti, amari per te i falsi
testimoni che assoldasti, amari
per te i legami che preparasti,
amari i flagelli che intrecciasti.
Amaro per te Giuda che hai
comprato, amaro per te Erode
che seguisti, amaro per te Caifa
al quale credesti, amaro per te il
fiele che ap-prestasti, amaro per
te l’aceto che producesti, amare
per te le spine che raccogliesti,
amare per te le mani che legasti.
Hai ucciso il tuo Signore in mezzo
SEDER QUARTODECIMANO

a Gerusa-lemme!
Qui si fa una pausa di preghiera
silenziosa e la preghiera finisce.

PARASCEVE all’Ora
VI
Antifona
Mio cibo, o Signore Gesù Cristo,
oggi sia la tua passione, mia
consolazione la tua croce, mia
speranza la tua risurrezione.
Il primo Adamo in questo giorno
mangiò dal legno ciò che non
doveva toccare, il nuovo Adamo
in questo stesso giorno digiunò
ap-peso al legno per riparare il
peccato di tutti.

Salmo 21
SEDER QUARTODECIMANO

D io, Dio mio, per cosa mi hai


abbandona-to? Guardami! Mi
allontanano dalla mia salvezza le
parole dei miei delitti. Dio mio!
Ho gridato di giorno e non
esaudirai, di not-te, e non c’è
silenzio per me.
Eppure tu sei il Santo che dimora
nelle Lodi di Israele, tu Lode
d’Israele, che reggi il mondo.
Sopra di te hanno sperato i nostri
padri hanno sperato e tu li hai
liberati. Hanno invocato la tua
Divinità e sono stati salvati, in te
hanno sperato, e non sono
rimasti delusi.
Ma io sono un verme e non un
uomo, un rim-provero tra gli
uomini, un niente nel popo-lo.
Eppure mi sono caricato dei loro
rimpro-veri e ho portato su di me
il loro peccato.
Tutti quelli che mi guardano mi
prendono in giro, mormorano con
le labbra, scuotono la testa: Ha
sperato sopra il Signore; ora lo
libe-ri, lo salvi lui se lo vuole.
SEDER QUARTODECIMANO

Ma sei tu, sei tu che mi hai tirato


fuori dal grem-bo, sei tu la mia
speranza fin dalle mammelle di
mia madre. Sopra di te sono stato
gettato fin dall’utero, dal ventre
di mia madre sei tu il mio Dio.
Non allontanarti da me, perché la
tribolazione è vicina, ora che il
giudizio è prossimo e non c’è chi
mi aiuta. Mi hanno accerchiato
come molti vitelli, grossi tori mi
hanno assediato.
Hanno aperto contro di me la loro
bocca, co-me leone rapace e
ruggente. Come un mare so-no
versato e sono disperse tutte le
mie ossa, è diventato il mio cuore
come cera che si scio-glie nel
mezzo del mio petto.
S’è seccata come un coccio la mia
forza, la mia lingua è incollata al
palato, mi hai portato fi-nito a
polvere di morte.
Perché mi hanno accerchiato i
cani, la coalizio-ne dei maligni mi
hanno assediato. Hanno sca-vato
le mie mani e i miei piedi e hanno
SEDER QUARTODECIMANO

con-tato tutte le mie ossa,


aderendo alla mia forza, loro
hanno guardato dentro e hanno
veduto in me Colui che hanno
trafitto.
Si sono divisi in eredità le mie
vesti come quel-le di Elia, e sulla
mia tunica hanno gettato la sorte.
Ma ora, Signore, non allontanare
da me il tuo aiuto, vedi di
difendermi, veloce. Libera dalla
spada l’anima mia e dalla mano
del cane la mia unica. Salvami
dalla bocca del leone e dalle
corna degli unicorni la mia umiltà.
Racconterò il tuo Nome ai miei
fratelli e in mezzo alla Comunità
io ti loderò. Voi che te-mete il
Signore, lodatelo, voi tutti, seme
di Giacobbe, glorificatelo e
magnificatelo: lo te-ma tutto il
seme di Israele,
Perché non disprezzerà e non è
stato infastidito dalla preghiera
del povero. Né ha distolto da lui il
suo Volto, e quando ha gridato a
lui ha esaudito.
SEDER QUARTODECIMANO

A te la mia Lode nella Comunità


che è grande, adempirò i miei
voti davanti a quelli che lo
temono. Mangeranno i poveri e si
sazieran-no, e loderanno il
Signore quelli che ti cerca-no: il
loro cuore vivrà in eterno, in essi
ripo-serà sempre lo Spirito di
Profezia.
Celebrerò il Memoriale e si
convertiranno so-pra il Signore
tutti i confini della terra, e ado-
reranno il suo Volto, tutte le tribù
delle gen-ti. Perché proprio del
Signore, è il dominio e la potestà
nei popoli.
Hanno mangiato e adorato tutti i
ricchi della terra, cadranno
davanti a lui tutti quelli che
scendono nella terra: mentre
l’anima mia vi-vrà per lui,
Il mio seme lo servirà, si
annuncerà al Signore la
generazione che sta per venire, si
rivelerà il Nome nell’ultima
generazione, e saranno an-
nunciate le sue giustificazioni al
SEDER QUARTODECIMANO

popolo che sta per venire e che il


Signore ha fatto.

Antifona
Mio cibo, o Signore Gesù Cristo,
oggi sia la tua passione, mia
consolazione la tua croce, mia
speranza la tua risurrezione.
Il primo Adamo in questo giorno
mangiò dal legno ciò che non
doveva toccare, il nuovo Adamo
in questo stesso giorno digiunò
ap-peso al legno per riparare il
peccato di tutti.

PREGHIERA DEGLI IMPROPERI


di San Melitone

S ignore nelle tue mani consegno


il mio spiri-to. Sia fatta la tua
volontà e non la mia.
SEDER QUARTODECIMANO

P adre nostro che sei nei cieli sia


santificato il tuo Nome su di noi
venga il tuo Regno in noi sia fatta
la tua Volontà come in cielo così
in terra. Dacci oggi il nostro Pane
quotidiano lo Spirito Santo che ci
manca rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri
debitori e non ci indurre in
tentazione ma li-beraci dal male
dal maligno. Poiché tua è la forza
nei secoli dei secoli. Amen.
Si pregano gli Improperi a cori
alterni.

A scoltate, o voi tutte stirpi delle


genti, e ve-dete! Un delitto
incredibile è stato perpe-trato
dentro Gerusalemme, nella città
della Legge, nella città degli
Ebrei, nella città dei profeti, nella
città che si riteneva giusta.
E chi è l’ucciso? Chi l’uccisore? Ho
orrore a dir-lo, eppure sono
costretto a parlare.
Avesse avuto luogo almeno di
notte l’assassi-nio, o fosse stato
trucidato in luogo deserto,
SEDER QUARTODECIMANO

sarebbe stato anche possibile


tacere.
Invece è al centro della piazza e
della città, in pieno giorno e alla
vista di tutti, che ebbe luogo
l’ingiusta uccisione del Giusto.
Così egli è innalzato sul legno e un
titolo viene applicato per indicare
chi è l’ucciso.
Chi è egli? È duro dirlo, ma è
ancora più spa-ventoso il tacerlo.
Ascoltate dunque tremanti quello
per cui an-che la terra tremò.
Colui che appese la terra è
appeso, colui che stabilì i cieli è
inchiodato, colui che consoli-dò
l’universo è fissato al legno.
Il Sovrano è oltraggiato, Dio è
assassinato, il Re d’Israele è
rigettato dalla mano d’Israele!
O delitto orrendo, o ingiustizia
inaudita! Il So-vrano è reso
irriconoscibile, nudo nel corpo,
senza che lo si ritenga degno
neppure di uno straccio con cui
cingersi per non essere espos-to
agli sguardi.
SEDER QUARTODECIMANO

Ecco perché i luminari voltarono


altrove lo sguardo e il giorno si
oscurò con essi per ce-lare colui
che stava nudo sulla croce, per
os-curare non tanto il corpo del
Signore, quan-to gli occhi degli
uomini.
Dal momento infatti che il popolo
non tremò, fu la terra che si mise
a tremare. Poiché il po-polo non
ebbe spavento, furono i cieli che
si spaventarono.
Poiché il popolo non si stracciò le
vesti, fu l’angelo che si stracciò le
vesti.
Poiché il popolo non gemette, fu il
Signore che tuonò dal cielo, e
l’Altissimo fece udire la sua voce.
Per questo, o Israele, non avendo
tremato di-nanzi al Signore, hai
tremato assalito dai ne-mici; non
avendo avuto paura dinanzi al Si-
gnore, hai avuto paura della tua
stessa ombra.
Poiché non hai levato lamenti sul
Signore, hai levato lamenti sui
tuoi primogeniti; poiché non ti
SEDER QUARTODECIMANO

stracciasti le vesti alla


crocifissione del Signore, ti sei
stracciato le vesti davanti all’uc-
cisione dei tuoi.
Hai abbandonato il Signore: non
sei stato tro-vato da lui; hai
percosso senza pietà il Signo-re:
non hai trovato pietà presso di
lui; hai an-nientato il Signore: e tu
sei stato schiacciato a terra.
Ora tu giaci morto o Israele;
mentre lui vive in eterno e regna
nei secoli dei secoli. Amen.

PREGHIERA DI LODE

B enedetto e lodato
magnificato sei tu o Pa-dre
Santo per mezzo di Gesù tuo
e

Servo nel quale ci hai redenti e ci


hai radunati alla tua presenza e ci
SEDER QUARTODECIMANO

hai donato lo Spirito Santo.


Tu spalanchi le porte dell’oriente
per far uscire non un sole
destinato a tramontare, ma il So-
le di giustizia che porta nelle sue
ali la guari-gione a tutte le
nazioni della terra.
Davvero si compiono le parole
della Scrittura: presso di te
scorrono fiumi di Acqua Viva e
nello splendore della tua gloria
noi vedremo la Luce!
Manda dal cielo il tuo Dilettissimo
Figlio per-ché possa regnare per
sempre su di noi, pres-to e ai
nostri giorni.
Benedetto sei tu o Signore, Padre
della vera Lu-ce che viene nel
mondo ora e sempre nei seco-li
dei secoli. Amen.

B enedetto sei tu Signore nostro


Dio, Dio di Abramo, Dio di
Isacco, Dio di Israele nos-tro
padre, nello spirito e non nella
carne, nel-la fede e non nel
sangue.
Benedetto e lodato e magnificato è
SEDER QUARTODECIMANO

il tuo Nome perché a noi che non


avevamo padri su ques-ta terra
tu ci hai dato di essere tuoi figli e
ci hai fatti entrare nel tuo Patto e
ci hai consa-crati nella Verità e ci
hai contati nel numero delle
moltitudini di Israele tuo popolo
che ti sei radunato alla tua
Presenza per mezzo del-lo Spirito
Santo.
Le tue schiere innumerevoli nei
cieli acclamano il tuo Regno
giorno e notte senza mai cessare
ad una sola voce e con una sola
volontà e di-cono esultanti:
L’Assemblea:
Santo, Santo, Santo, il Signore Dio
Sabaot, co-lui che è, che era e
che sta per venire.
Il Presbitero:
Sulla terra il piccolo resto di Israele
tuo popo-lo si sottomette al tuo
giogo abbracciando la vera fede e
la sana dottrina e conservando le
tradizioni degli apostoli, dei
profeti e degli anziani e con una
sola voce e con una sola vo-lontà
SEDER QUARTODECIMANO

confessano il tuo Nome e dicono:


L’Assemblea:
Ascolta Israele Adonai nostro Dio,
Adonai so-lamente. Benedetto
Colui che è il Nome della sua
Gloria e del suo Regno nei secoli
ed oltre.
Il Presbitero:
E le schiere della luce nei cieli lo
acclamano e lo santificano con
dossologie che non hanno fi-ne e
non si stancano:
L’Assemblea:
Benedetto il Signore nel suo
Luogo.
Il Presbitero:
Mentre gli ignoranti sulla terra
desiderano esse-re ammaestrati
e domandano:
L’Assemblea:
Qual è mai questo Luogo che voi
dite:
Il Presbitero:
Allora gli anziani si siedono alla
porta e li am-maestrarono alla
Verità secondo quando han-no
udito dagli apostoli e dai profeti
SEDER QUARTODECIMANO

ai quali ha parlato lo Spirito Santo


e dicono:
L’Assemblea:
Questo è il Luogo dove deve
essere Benedetto: il monte Sion
dove è stato crocifisso e ha vin-to
la morte e ci ha ridato la vita; la
vera Sion dove è risorto dagli
inferi ed è apparso a noi.
Il Presbitero:
Perché da Sion uscirà il Signore e
da Gerusa-lemme Colui che è la
Parola e dirà:
L’Assemblea:
Venite saliamo al monte del
Signore, entriamo nella Comunità
che custodisce il suo Nome.
Il Presbitero:

N oi ti glorifichiamo Padre Santo,


per le opere meravigliose che
hai compiuto sot-to i nostri occhi
e per i segni e per le parole che
hai realizzato davanti ai nostri
volti: nes-suna delle parole uscite
dalla tua bocca è ve-nuta a
mancare.
Tu hai dato la Legge a Israele per
SEDER QUARTODECIMANO

farne tuo po-polo per mano di


Mosè sul monte Sinai, ep-pure il
tuo popolo non l’ha saputa
custodire.
Nessuno è sorto profeta in Israele
come Mosè, l’uomo più umile
della terra, uomo di fidu-cia in
tutta la tua Casa, con il quale tu
parlavi faccia a faccia e rivelavi i
tuoi intendimenti e per mano del
quale hai liberato il tuo popolo e
ci hai fatto conoscere la tua
volontà.
Eppure anche lui tu hai trovato
mancante alla tua Presenza a
causa del tuo popolo e non fu lui
ad introdurre Israele nella terra
ma Giosuè figlio di Nave suo
servitore.
Ma a noi tu ci hai fatti entrare nella
tua eredità, ci hai dato di far
parte del tuo popolo e ci hai
chiamati con il tuo Nome non per
mezzo di un servitore, di un
profeta o di un angelo ve-nuto dal
cielo ma pur sempre servo nella
tua Casa, ma per mezzo di Gesù
SEDER QUARTODECIMANO

tuo Figlio e tuo vero Servo che è


di molto superiore al figlio di
Nave e che non hai trovato
mancante in nulla alla tua
Presenza e che per questo fu ca-
pace di introdurre i popoli nella
vita: non in una terra che perisce
e che vien meno a causa della
pioggia o del vento, ma nella
terra vera che rimane per sempre
nella quale non viene meno
l’acqua perché sua acqua è lo
Spirito Santo e non viene meno la
sua Luce perché la sua Luce è il
tuo Messia vero candelabro che
illumina il tuo Tempio.
Gloria e adorazione e canti di lode
e di libera-zione come i torrenti
del Negev sgorgano dal-le nostre
labbra e dai nostri cuori per
l’opera della salvezza che hai
compiuto per mezzo del tuo Figlio
che ha reso questa terra un cie-lo
dove danzare insieme ai tuoi
Angeli.
Per mezzo di Lui, insieme a Lui e a
motivo di Lui gloria a te nei secoli
SEDER QUARTODECIMANO

e nei secoli dei secoli. Amen.


RESI DEGNI

L a Parola che abbiamo udito e


nella quale abbiamo creduto è
una parola vera, stabile, ferma e
giusta; è una Parola capace di
salvarci, di perdonare i nostri
peccati e di far ritornare a noi lo
Spirito Santo che hai promesso
per bocca dei profeti e che ci hai
elargito a piene mani per mezzo
del tuo Messia.
Nel suo Nome veniamo alla tua
presenza con la presunzione di
chiamarti Padre e di dirci tuoi figli
e di chiederti di mandare a noi
dal cielo lo Spirito Santo nel quale
siamo stati se-gnati per il giorno
della redenzione.
Vieni o Spirito dai quattro venti,
così come ti invocò il profeta
Ezechiele nella Valle della
Visione, vieni e riporta la vita
dentro di noi, rialzaci con la tua
potenza, fortificaci con la tua
presenza e rendici adatti alla tua
opera.
SEDER QUARTODECIMANO

Vieni o Spirito dai quattro venti e


scendi su di noi e facci diventare
uomini viventi per acco-gliere il
Messia che sta per ritornare con il
bas-tone in mano, con i fianchi
cinti e con la lu-cerna accesa.
Vieni o Signore Gesù nostro Re e
nostro Salva-tore, ritorna secondo
la tua promessa e regna su di noi
per sempre, perché tu sei il solo
che è degno di prendere il Libro
della Vita, spez-zare i suoi sigilli e
di insegnarlo a noi.
A te la lode e la gloria nei secoli.
Amen.

PREGHIERA DI LODE
SEDER QUARTODECIMANO

B enedetto sei tu Signore, Padre


nostro e Re nostro, Dio dei
nostri Padri, Dio di Abra-mo, di
Isacco e di Giacobbe, Dio che ha
crea-to il mondo con la sua Parola
Vivente e l’ha vivificato con il suo
Spirito Santificante.
Tu fai nuove, ogni giorno, tutte le
cose per mezzo del Nome di Gesù
tuo Figlio e nostro Signore, tu hai
dato al mondo la luce del sole per
illuminare gli uomini e porre fine
alla not-te, ma a noi hai dato la
Vera Luce e il Vero Sole che vince
le tenebre e le oscurità del pec-
cato e della morte, che venne tra
i suoi ma i suoi non l’hanno
accolto ma a quanti lo han-no
accolto ha dato il potere di
diventare tuoi figli generati non
dalla carne e dal sangue ma dallo
Spirito e dalla Verità.
Ogni giorno, lui stesso, intercede
per noi alla tua Presenza come
Mosè sul monte che pregò per
Israele e ottenne misericordia,
alle sue lo-di e alla sua
SEDER QUARTODECIMANO

intercessione si uniscano le lodi e


le intercessioni di Israele tuo
popolo che ti sei radunato su
tutta la terra da ogni tribù, lin-
gua, popolo e nazione per mezzo
dello Spiri-to Santo e noi insieme
a Lui e per mezzo di Lui
benediciamo il tuo Nome e
acclamiamo: Tutti acclamano:
Santo, Santo, Santo, il Signore Dio
Sabaot, i cie-li e la terra sono
pieni della tua gloria. Osan-na
nell’alto dei cieli.
Benedetto colui che viene nel
Nome del Signo-re. Osanna
nell’alto dei cieli.
Tutti insieme:

R esi degni, noi indegni, di


portare il tuo Nome, ecco che
ci sottomettiamo al tuo giogo e
attendiamo con fede il tuo Regno:
ANI HU!

I O SONO il tuo Dio, che ti ha fatto


uscire dalla terra d’Egitto dalla
casa dei servi. Non ci saranno per
te altri dèi davanti a me. Non
farai per te né idolo né immagine
SEDER QUARTODECIMANO

alcuna di ciò che è lassù nei cieli,


di ciò che è quaggiù sulla terra e
di ciò che è nelle acque sotto ter-
ra, non ti prostrerai a loro e non li
servirai, perché IO SONO il tuo
Dio, il Dio Geloso che punisce i
peccati di quelli che mi odiano
ma che fa grazia a quelli che mi
amano e che custodiscono i miei
comandamenti.
Non darai il Nome del tuo Dio a ciò
che è va-no perché non
giustificherà mai chi dà il suo
Nome alle nullità. Ricordati del
giorno di Sabato per santificarlo:
per sei giorni sarai ser-vo e farai
tutte le tue opere ma il settimo
gior-no è SUO, è Riposo per il tuo
Dio, per go-dere quiete e
respirare, perché sei giorni LUI ha
creato i cieli e la terra e il mare e
quanto è in essi ma il settimo
giorno è Riposo per il tuo Dio
benedetto e separato dagli altri.
Così tu AMERAI il tuo Dio.
Glorifica tuo padre e tua madre
affinché tu sia felice e sazio di
SEDER QUARTODECIMANO

giorni nella Terra che stai per


ricevere. Non commetterai
adulterio, non uc-ciderai e non
ruberai. Non risponderai con una
testimonianza vana al tuo
fratello, non cercherai la donna
del tuo fratello e non de-sidererai
nessuna cosa che appartenga al
tuo fratello.
Queste sono le leggi e le giustizie
che HA ordi-nato ai figli d’Israele
nel deserto quando usci-rono dal
paese d’Egitto, e non aggiunse
altro.
SHEMA ISRAEL HU ELOENU HU
ECHAD

A scolta Israele: LUI è il tuo Dio,


LUI è Uno solo. Benedetto il
Nome della Gloria del suo Regno
nei secoli ed oltre. Tu amerai LUI,
il tuo Dio con tutto il tuo cuore,
con tutta la tua anima, con tutta
la tua forza e amerai il tuo
fratello come un altro te stesso e
cercherai per lui ciò che cerchi
per te. Queste parole nelle quali
oggi io mi consegno a te staranno
SEDER QUARTODECIMANO

ferme dentro il tuo cuore, le


insegnerai ai tuoi figli, le
proclamerai quando sarai seduto
nella tua casa, quando sarai in
cammino per la tua via, quando
sarai a terra e quando ti rialzerai.
Guideranno come un segno la tua
mano e bril-leranno come una
luce ai tuoi occhi. Guarda-ti bene
dal dimenticare LUI. E tu o
Signore ri-cordati di noi.
Continua il solo Presbitero

R icordati Signore, ricordati di


noi e delle tue promesse e
delle tue parole e dei tuoi segni e
dei tuoi miracoli che hai operato
con noi per mezzo del tuo
Primogenito nella po-tenza dello
Spirito Santo.
Perché la tua Parola è Vera e
Ferma e nessuno la può cambiare
e noi crediamo in Colui che disse:
Passeranno i cieli e passerà la
terra ma la mia Parola non
passerà mai.
E ancora: Amen: non uno iota, non
un apice verranno meno da
SEDER QUARTODECIMANO

questa parola fino a quan-do ogni


cosa non si sarà adempiuta.
E noi perché crediamo in lui
diciamo insieme a lui: Amen,
questa Parola noi la faremo e
l’as-colteremo. E tutti ripetono
Amen, questa Pa-rola noi la
faremo e l’ascolteremo.
E questa Parola è Vera, e questa
Parola è Fer-ma, perché Vero e
Fermo è Colui che ce l’ha rivelata
e ha dato la sua vita per noi e
quello che un tempo ha operato
con i nostri Padri lui continuerà
ad operarlo anche oggi, con noi,
davanti ai nostri occhi, durante i
nostri giorni per la Potenza dello
Spirito Santo e poiché lui disse
anche: Se rimanete fermi nel-la
mia Parola voi sarete miei veri
Discepoli e conoscerete la Verità
e la Verità vi libererà.
E ancora ha detto: E io per loro
santifico me stesso affinché siano
anch’essi santificati nella Verità.
Ora ascolta la supplica del tuo
Primogenito tra molti fratelli che
SEDER QUARTODECIMANO

ha dato la sua vita per noi e ci ha


santificati con il suo Sangue e ha
santifi-cato il tuo Nome sulla
Croce facendo la sua bella
testimonianza davanti a Ponzio
Pilato, al popolo dei Giudei e a
tutte le nazioni della terra;
ascolta o Padre l’Intercessione
ininter-rotta che lui stesso ti
eleva e che non puoi ri-gettare
perché è tuo Figlio e noi siamo il
suo corpo disteso sulla terra e in
forza della tua preghiera manda
su di noi lo Spirito Santo.
Non privare il Corpo del tuo Figlio
sulla terra della sua Anima che è
il tuo Spirito di Conso-lazione;
spezza tutte le catene che legano
quel-le membra sulle quali satana
ha gettato le sue reti; ricongiungi
quelle membra di questo Corpo
che si sono separate; guarisci i
tuoi fi-gli nei quali si rinnova la
sofferenza del Mes-sia; donaci
sempre di rimanere fedeli allo
Spi-rito e alla Verità; e affretta, ti
preghiamo, af-fretta, ti
SEDER QUARTODECIMANO

supplichiamo, affretta, ti
gridiamo, la venuta del nostro
Redentore in mezzo a noi e tutte
le Parole della tua Scrittura che il
tuo Spirito senza sosta ci ricorda
giorno e notte siano finalmente
adempiute non solo nella
speranza ma anche nella visione.
A te la Gloria e la Lode e la
Supplica ora e per sempre e nei
secoli dei secoli. Amen.

Qui si leggono le Scritture, seguite


dal Padre nostro e dalla Qedushà
che termina con la Be-nedizione
Sacerdotale.
4.
Imponi le tue mani o nostro
Sacerdote sul tuo popolo che alla
tua presenza chiede la tua
benedizione perché tu sei il
nostro unico e ve-ro Sacerdote e
nel tuo Sangue ci hai reso un
popolo sacerdotale alla presenza
di Dio tuo Padre e Padre nostro e
per mezzo dell’impo-sizione delle
tue mani e del tuo Nome ricol-ma
SEDER QUARTODECIMANO

di Spirito Santo noi e i nostri figli


e tutto Israele tuo popolo.

T i benedica il Nome e ti
custodisca. Amen. Riveli a te il
suo volto il Nome e ti sia pro-
pizio. Amen. Esalti su di te la sua
faccia il No-me e ti dia pace.
Amen.

Qui si leggono i Salmi, al termine


dei quali si fa la Preghiera di
Congedo
5.
Colui che ha fatto dimorare il suo
Nome in questa Casa di Preghiera
e in questa Assem-blea
Sacerdotale, Adunanza di
Primogeniti e sua Santa Sion, lo
faccia dimorare in ognuno dei
suoi figli insieme ad ogni
Benedizione spi-rituale nei cieli in
Cristo e alla sua Pace per mezzo
dello Spirito Santo ora e per
sempre e nei secoli dei secoli.
Amen.

La Pace del Signore nostro Gesù


SEDER QUARTODECIMANO

Cristo…

PREGHIERA DI SANTIFICAZIONE
del Nome di Dio

S ia magnificato e santificato il
Nome Grande ed Unico del
Padre e del Figlio e dello Spiri-to
Santo nel mondo che ha creato
con la sua Volontà, e dite: Amen.
Assemblea: Amen.
Prebitero: Venga il suo Regno nelle
vostre vite e nei vostri giorni e
nelle vite di tutta la Casa
d’Israele, del suo piccolo gregge
che ha credu-to in lui, presto,
presto e in giorni a noi vici-ni, e
SEDER QUARTODECIMANO

dite tutti: Amen.


Assemblea: Amen. Sia benedetto e
lodato il No-me Grande ed Unico
del Padre e del Figlio e dello
Spirito Santo come era nel
principio e ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Prebitero: Colui che ha fatto
dimorare il suo Nome in questa
Casa di Preghiera e in questa
Assemblea Sacerdotale,
Adunanza di Primo-geniti e sua
Santa Sion, lo faccia dimorare in
ognuno dei suoi figli insieme ad
ogni Benedi-zione spirituale nei
cieli in Cristo e alla sua Pace per
mezzo dello Spirito Santo ora e
per sempre e nei secoli dei secoli.
Assemblea: Amen.

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