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MILANO
INTRODUZIONE
Nel dibattito filosofico del XX secolo, l’orientamento che più di ogni altro ha con-
Heidegger) contiene indicazioni essenziali a tale rinnovamento anche se sono ben diverse
sul senso, sulla sintesi passiva (riduzione eidetica) che vede al centro del processo il sog-
ben presto criticato per la sua prospettiva idealista. L’odierna critica richiama
all’attenzione uno sviluppo successivo del pensiero husserliano e non disdegna di defi-
nato da una sorta di sovrapposizione della Lebenswelt alla tesi dell’io trascendentale. La
discussione di tale ipotesi critica esula dall’oggetto del nostro studio ma chiede anche di
essere mantenuta sullo sfondo in quanto, attraverso di essa, si ritiene che Husserl sfug-
ga alla critica che, sin dagli inizi, Heidegger gli mosse. Tale critica ha per oggetto il signi-
ficato preciso da attribuire al programma fenomenologico (zu den Sachen selbst) che
tale precomprensione è dedicata l’Analitica esistenziale di “Sein und Zeit” volta alla sosti-
fettiva del soggetto, alla fatticità, alla decisione, alla temporalità. Tuttavia il programma
di cui si interessa specificatamente il presente studio. Tale Lettera viene considerata dal-
la critica filosofica come una sorta di spartiacque che segna una ‘svolta’ nel pensiero di
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Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
Non sarà certo possibile rispondere esaustivamente a questioni così basilari per la
critica del pensiero heideggeriano che tuttora si sta organizzando. Semplicemente formu-
liamo un’ipotesi che solo in parte potrà essere verificata dal presente studio: Heidegger
intendeva la filosofia (la fenomenologia in specifico) come scienza dell’essere; per Hei-
degger filosofia e ontologia sono la medesima scienza e l’ontologia non è una parte della
filosofia insieme all’antropologia e alla logica per esempio. Poiché la fenomenologia hus-
riportare in equilibrio il rapporto essere – soggetto conoscente e per questo dedica ampie
un’ontologia liberata dalla sua base antropologica, un’ontologia in cui il primato fosse
da richiedere una sorta di catarsi filosofica senza precedenti. Difficile non ammettere che
il linguaggio è segnato dai concetti, dalle rappresentazioni, dalle idee, che è metafisica-
mente strutturato; ma il progetto di “Sein und Zeit” si interruppe per questo motivo o
un’ontologia che si libera dalla sua base antropologia è desinato in partenza a orizzonti
idealisti? Più in generale: è pensabile un’ontologia pura, assoluta, sciolta dal riferimento
antropologico e più precisamente dalla dimensione etica? Il soggetto libero che decide di
sé e della sua verità e questo in senso ultimo, è relegabile tra parentesi e comunque fuori
conto che il Dasein è cosa troppo grande e troppo importante per poter essere messa tra
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Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
parentesi mentre la questione del linguaggio sarebbe una sorta di specchietto per le al-
progetto di “Sein und Zeit”: “Zu den Sachen selbst” significa per Heidegger muovere la ri-
flessione verso il primato dell’essere sull’ente (quindi anche sul Dasein), verso
un’ontologia assoluta. A tal fine bisogna muovere “verso il linguaggio” (Unterwegs zur
Sprache) libero dalla sua struttura metafisica, verso il linguaggio che decide di non avere
potere sull’essere, che è più un ascoltare che un dire, linguaggio poetico di chiaro stam-
po mistico, mentre sullo sfondo si staglia il “niente da dire” della totale apofaticità. Non è
un caso che, a partire dalla “Lettera sull’umanesimo”, gli scritti di Heidegger siano tem-
pestati di immagini, poesie, metafore allusive. A tal riguardo meriterebbe di essere ap-
profondito il rapporto tra Heidegger e Hölderlin (l’unico per il quale Heidegger ruppe il
silenzio tra “Sein und Zeit” e la “Lettera sull’umanesimo”) che mettesse in evidenza il per-
di lasciarlo essere.
delle tematiche della “Lettera sull’umanesimo”, non senza accennare e riferire al rapporto
con “Sein und Zeit”, si intende affinare lo strumentario critico che permetta in futuro di
sto ristretto ma lo sguardo spazia su tutto il fronte dell’opera heideggeriana con il preci-
so intendo di indagare se, attraverso la “Lettera sull’umanesimo”, si dia una reale svolta
nel pensiero del filosofo di Friburgo, oppure (come per ipotesi noi riteniamo) si dia una
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Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
ripresa e prosecuzione del progetto iniziale percorrendo una via parallela dato che la
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Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
CAPITOLO PRIMO
una delle opere più importanti di Martin Heidegger e dà il quadro generale del nuovo o-
rientamento del suo pensiero […]. La Brief, occasionalmente motivo della lettera del Be-
aufret sull’umanesimo e, pur avendo come intento di fondo di indicare l’essenza di que-
sto concetto, affronta la trattazione di diversi temi […]. È impossibile porre una distin-
zione precisa tra i diversi temi, poiché i cenni che Heidegger dedica ad essi si intrecciano
le possibili proiezioni in varie direzioni del tema che sta massimamente a cuore: il pro-
blema dell’Essere»1. Problema che aveva assillato Heidegger fin dai tempi di “Sein und
Zeit” in cui veniva ridestata l’attenzione sulla comprensione della domanda ontologica
definire il senso della domanda ontologica interrogando l’ente interrogante, cioè l’essere
stenziale in cui la descrizione dell’ente interrogante l’essere del suo esserci veniva a deli-
nearlo come esserci nel mondo con gli altri, esposto all’autenticità o inautenticità
determinata dal futuro, dal suo dover essere - aver ancora da essere. Quando poi si trat-
11
AMBROGIO GIACOMO MANNO, Esistenza ed essere, Napoli, 1967, pp. 367-368
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Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
la di quel discorso lasciato in sospeso; indica i motivi del ‘fallimento’ del progetto e apre
prospetta come semplice ampliamento deduttivo del discorso speculativo in ordine esi-
stenziale. Viene così a delinearsi un pensiero comprendente aspetti, non solo redaziona-
li, di originalità, pur mantenendo, l’indagine, la scia lasciata dalla riflessione preceden-
temente elaborata.
Ci pare più che emblematico il fatto che Heidegger proponga, nella Lettera, come
prima riflessione un esame dell’essenza dell’agire: «Non si conosce l’agire se non come
produrre un effetto la cui realtà è valutata in base alla sua utilità. L’essenza dell’agire,
L’incipit teoretico della Lettera pone in rilievo, come retroterra dell’agire, due atteg-
giamenti di pensiero che hanno al loro sfondo la storia stessa della riflessione filosofica
come compimento. Heidegger sostiene la tesi che nel corso della storia della filosofia (la
storia dell’essere) si è imposto il pensiero indicato nella prima accezione, sin dai tempi di
Platone ed Aristotele, pensiero che falsa l’agire, sviandolo dalla sua essenza e dai suoi
compiti. Il pensiero come techne, sanzionato e fissato nella logica e nella grammatica oc-
una defaillance in questo quadro avrebbe direttamente veicolato la non scientificità del
pensiero stesso, sinonimo questo di totale e grave inadeguatezza alla mentalità corrente.
gressivamente, se non con il perdere, almeno con il dimenticare il suo proprium, ciò che
2
MARTIN HEIDEGGER, Lettera sull’umanesimo, in Segnavia, ed. Adelphy, Torino, 1983, p. 267
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Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
della sua essenza»3, fa emergere l’essere come ciò che è e prima di tutto «è come riferi-
mento all’essenza dell’uomo»4. Ciò non certo nel senso di «provocare o produrre un rife-
rimento»5, ma precisamente nel senso che «lo offre come consegnato dall’essere»6 e «que-
sta offerta consiste nel fatto che nel pensiero l’essere viene al linguaggio»7.
Ora è precisamente nel linguaggio che l’essere riacquista il proprio spazio, dimo-
Il linguaggio, poi, come elemento umano, ex parte hominis, è anche, per così dire,
la dimora dell’uomo stesso. Non tutti gli uomini però hanno il compito di custodire la
dimora dell’essere, il linguaggio, ma solo i pensatori e i poeti: questi solo, vegliando, por-
«il pensiero, detto semplicemente, è il pensiero dell’essere»9, nel senso del genitivo sog-
gettivo in quanto «fatto avvenire dall’essere, all’essere appartiene»10, nel senso del geniti-
vo oggettivo «il pensiero è nello stesso tempo pensiero dell’essere in quanto appartenen-
Per poter comprendere, in modo pertinente alla domanda sull’essere (questi due
te peculiare dell’essere stesso: il potere che è il «prendersi a cuore il pensiero»12, che si-
Dunque il significato dei genitivi sopraddetti può essere ampliato come segue:
3
Ibid.
4
Ibid.
5
Ibid.
6
Ibid.
7
Ibid.
8
Ibid.
9
Ivi, p. 270
10
Ibid.
11
Ibid.
12
Ibid.
8
Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
Il potere poi è l’elemento «in base a cui il pensiero può essere un pensiero»14.
Il pensiero, ritirandosi dal proprio elemento, il potere che è potere dell’essere, «ha
sostituito questa perdita procurandosi un valore come techne, come strumento di forma-
zione, quindi come esercizio scolastico, e poi come attività culturale»15. Il pensiero, per
così dire, è diventato tutte queste occupazioni, e una lunga serie di ‘-ismi’ in concorren-
za tra loro, che riposano sulla «dittatura peculiare della dimensione pubblica»16. Questa
«decide preventivamente ciò che è comprensibile e ciò che deve essere rifiutato come in-
comprensibile»17 come già veniva tematizzato in “Sein und Zeit” (§ 27 e 35). La dimensio-
ne pubblica (Das Man) , derivando dal dominio della soggettività, è condizionata dalla
dell’essere all’essenza dell’uomo, nel pensiero l’essere non viene al linguaggio e il lin-
guaggio non è più la casa dell’essere»18, custodita dai pensatori e dai poeti.
ciò come «conseguenza di quel processo per cui il linguaggio, sotto il dominio della meta-
fisica e della soggettività, cade inarrestabile dal suo elemento»20. Sotto tale dominio - ti-
rannia, il linguaggio viene a subire una devastazione che è «una minaccia dell’essenza
dell’uomo»21.
13
Ibid.
14
Ibid.
15
Ivi, p. 271
16
Ibid.
17
Ivi, p. 272
18
Ivi, p. 267
19
Ivi, p. 272
20
Ibid.
21
Ibid.
9
Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
Detto altrimenti, «l’uomo deve ancora trovare la vicinanza dell’essere […] deve ri-
conoscere la seduzione della pubblicità»22. «Prima di parlare l’uomo deve lasciarsi recla-
mare dall’essere, col pericolo che, sotto questo reclamo, abbia poco o raramente qualco-
sa da dire. Solo così viene ridonata alla parola la ricchezza preziosa della sua essenza, e
Questi fugaci accenni alla tematica della “Lettera sull’umanesimo” portano a com-
prendere che la brusca interruzione di “Sein und Zeit” fu dovuta all’effettiva impossibilità
dell’Esserci e Temporalità al più vasto e dichiarato tema di Essere e Tempo, e tale impos-
“Sein una Zeit” pare dunque attribuibile, per quanto emerge dall’impostazione della “Let-
dal modello della semplice presenza che conduce all’identificazione tra essere e ente, tra
dia piuttosto una prosecuzione della medesima ricerca attraverso un canale di registra-
un registro che inizialmente non era stato pienamente valorizzato in sede teorica (il lin-
Altra verifica da istruire in sede di analisi critica è quella che conduce a tema la
questione del tempo, della storicità della verità, poiché gli sviluppi inaugurati dalla Lette-
22
Ivi, p. 273
23
Ibid.
10
Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
Si rivela dunque necessaria un’analisi attenta di tutta la Lettera che indirizzi la ri-
cerca critica a porre in evidenza i risvolti anche pratici della riflessione venutasi instau-
randosi.
11
Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
CAPITOLO SECONDO
te questione posta dal Beaufret, «comme redonner un sense au mot Humanisme?»25, che
susseguiti nel corso della storia e che sono citati da Heidegger stesso: «Marx trova
l’uomo umano nella società. Per lui l’uomo sociale è l’uomo naturale. Nella società la na-
tura dell’uomo è assicurata in modo uniforme»26. Ancora: «il cristiano vede l’humanitas
dell’uomo nella sua limitazione rispetto alla deitas»27. Più articolata è la tesi che conside-
«L’homo humanus si oppone all’homo barbarus. L’homo humanus è qui il Romano che e-
leva a nobiltà la virtus romana attraverso l’incorporazione della paideia assunta dai Gre-
ci. I Greci sono i Greci della tarda grecità, la cui cultura era insegnata nelle scuole filoso-
ze, nel Rinascimento del XIV e XV sec. In Italia e nell’umanesimo di Winkelmann, Goe-
24
Ivi, p. 273
25
Ivi, p. 269
26
Ivi, p. 273
27
Ibid.
28
Ivi, p. 274
29
Cf. Ivi, p. 275
12
Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
b) L’interpretazione già stabilita della natura, della storia, del mondo, del fonda-
Nella prima accezione, dove per humanitas dell’uomo si intente quest’ultimo come
animale razionale, l’uomo è sospinto nella animalitas, anche quando in seconda battuta
riferimento a ciò che lo fa essere quest’uomo qui e tuttavia gli esiti non sono molto di-
ravvisare, secondo Heidegger, nel fatto che quanto detto poggia sul fondamento fragile
della metafisica che fa di ogni umanismo il suo derivato, anzi «ogni metafisica è il suo
unicamente nel riferimento dell’uomo all’essere anche se «l’essere attende ancora di di-
ravvisabile una “svolta” di pensiero rispetto alla prerogativa di “Sein und Zeit”. Ciò non
significa direttamente che si venga a sostenere che quello che comunemente è indicato
come ‘secondo Heidegger’ sia un pura riedizione del ‘primo Heidegger’ ma semplicemente
che il sostrato della sua riflessione filosofica permane all’interno della determinazione
30
Cf. Ibid.
31
Ibid.
32
Ibid.
33
Ivi, p. 276
34
Cf. Ibid.
13
Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
fedeltà di Heidegger ai presupposti del suo pensiero (quelli che tra l’altro ne segnalano
successivo) e sembra in definitiva che Heidegger viva il ‘fallimento’ del percorso di “Sein
und Zeit” non come destituzione di fondamento teorico del progetto inizialmente tematiz-
zato ma come incentivo ad una riflessione che si faccia carico della ricerca di un lin-
guaggio in grado di superare se stesso e di proporsi come “casa dell’essere”, capace cioè
dall’analisi del rapporto tra essere ed esserci, dell’esistenza come essenza dell’esserci,
dell’essere nel suo rapporto con l’esistenza dell’esserci, così come viene ad essere deter-
L’esistenza, secondo l’accezione che il termine viene a rivestire nella Brief, non si
identifica con il concetto tradizionale di existentia, che significa realtà; e così anche per il
termine essenza che non viene proposto nel senso tradizionale di possibilità.
zione. L’uomo ritrova la sua humanitas quando ex-siste, sta fuori (secondo l’etimo della
parola), non nel senso di stare all’esterno di sé, ma di «essere aperto nel senso del ‘ci’,
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Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
cioè nella radura dell’essere»35. «Ma l’esser-ci, a sua volta è (west) in quanto è gettato.
Viene in tal modo all’evidenza come Heidegger abbia una certa propensione ad at-
tribuire una sorta di primato all’essere: questi, come destinante, nel corso del pensiero
occidentale, ha per così dire lasciato essere l’ente, ha guidato la storia dell’ente e anche
dell’uomo che, come metafisica, è velamento di sé (dell’essere); d’altra parte, proprio og-
gi, l’essere, come destino, reclama se stesso in quanto abitazione per l’esserci: «L’uomo è
piuttosto gettato dall’essere stesso nella verità dell’essere, affinché nella luce dell’essere
l’ente appaia come quello che (in realtà) è»37. E ancora «l’evento dell’essere riposa sul de-
stino dell’essere. All’uomo resta da trovare la destinazione con-veniente alla sua essenza
na: l’essere, che ha a che fare con l’esistenza dell’uomo, che cos’è?40 «L’essere è se stes-
35
Cf. Ivi, p. 280
36
Ibid.
37
Ivi, p. 282
38
Ivi, p. 283
39
Ibid.
40
Ivi, p. 284
15
Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
so»41, replica Heidegger; definire l’essere sarebbe un’operazione indebita, poiché il pen-
siero ricadrebbe proprio nel luogo da cui tenta di svincolarsi: la metafisica.42 «L’essere
dell’essere o si dice ciò che non è o lo si definisce ridicendolo: «l’essere riceve solo uno
pensiero occidentale; tuttavia è proprio dal riconoscimento della metafisica come tale
che il cammino può essere, deve essere (sembra quasi suggerire Heidegger) opportuna-
Heidegger -, era quello del tramonto, dell’oblio dell’essere nascosto, velato, dietro l’ente;
proprio questo pensiero va riorientato, diretto verso il sorgere, dove l’essere non è più
Ciò che propriamente ci è più vicino (nel senso di decisivo per il dispiegamento
della nostra essenza) è apparentemente l’ente; invece è l’essere ad essere più vicino, an-
che se a prima vista appare il più lontano: «l’essere è essenzialmente il più lontano di
ogni ente e nondimeno è il più vicino all’uomo di qualunque ente, sia questo una roccia,
dell’essere.46
Detto questo è anche doveroso sottolineare che il nostro modo di esprimerci è for-
temente allusivo e forse non è in grado di rendere il merito a tutte le sfumature del pen-
41
Tale affermazione, apparentemente tautologica, è invece quanto di più esatto il pensiero può dire circa l’essere.
42
Cf. Ivi, p. 284
43
Ibid.
44
Ibid.
45
Ibid.
46
Ivi, p. 285.
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Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
siero heideggeriano, come del resto è evidente l’impressione che per lo stesso Heidegger
alcune implicazioni del suo pensiero restino sullo sfondo o semplicemente accennate e
non sufficientemente (e forse questo volutamente) esplicate. Poco più oltre infatti Hei-
degger afferma che «l’essere è il rapporto stesso, in quanto è lui che tiene a sé l’esistenza
nella sua essenza esistenziale, cioè estatica, e la raccoglie a sé come luogo della verità»47.
sede teorica un giudizio precedentemente espresso che pur rimanendo valido nella sua
pra si riferiva di una ‘precedenza dell’essere’ emergente nel discorso heideggeriano. Ora
sembra che Heidegger si muova verso una ‘precedenza’ della relazione tra essere ed esi-
stenza dell’esserci e riferendo in ogni caso che l’essere è la relazione, e che l’essere ri-
chiama a sé l’esistenza come a luogo di verità, sembra voler accennare ad uno sfondo in
l’importanza dell’agire dell’uomo in ordine alla sua verità poiché l’accento continuerà a
cadere sul primato dell’essere mentre il discorso antropologico andrà via via precisandosi
secondo l’interesse per il linguaggio come proprium dell’uomo per l’uomo stesso.
In sede di verifica dovrà essere posta la questione della libertà e della storicita del
classicamente intesa, rischia poi di dare il via ad un pensiero che è incapace di dare ra-
gione dell’ente conoscente: la preoccupazione per l’essere in sé non può svilire nella di-
senso ultimo.
47
Ibid.
17
Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
CAPITOLO TERZO
LA SPAESATEZZA
modo particolare nelle pagine che vanno da 290 a 298 ove vengono accennate molte e
disparate questioni senza che l’autore si preoccupi di istruire un’indagine critica capace
di delucidare la portata teorica delle singole affermazioni. Per lo più i temi trattati assu-
mono la caratteristica della provocazione costruttiva e vengono a proporsi nel senso del-
la questione dove il domandare è assunto a metodo con il preciso intento di spingere ol-
Nella scelta di campo deliberatamente operata in questa sede (e pur sempre di-
poter cogliere in essa la cifra più pertinentemente adatta a cogliere il senso del procedere
della riflessione.
La spaesatezza è quella dell’uomo moderno che non dimora nella propria patria e
all’essere o, più precisamente, alla vicinanza dell’essere che è l’essenza dell’uomo, dove
Ora, nel corso della storia dell’essere (che è per lo più intimamente anche la storia
dell’esserci) l’uomo ha esperito la lontananza dal suo proprio sé, che è la radura
mina due pensatori la cui riflessione si è istruita in modo tale da poter cogliere questa
sperire questa spaesatezza»48, tuttavia, restando sempre solo all’interno della metafisica,
48
Ivi, p. 291
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Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
per questo non possono essere produttivamente messi a confronto con il marxismo.
dell’uomo affondi le sue radici nella spaesatezza dell’uomo moderno»50. Quando, infine,
Hölderlin, nella poesia “Heimkunft”, usa l’espressione ‘ritorno in patria’ si rivolge ‘alla
gente della terra’, pensa al popolo non in modo patriottico ma come appartenente al de-
mente come Europa, bensì nella prospettiva del mondo è pensato come vicinanza
all’origine»51. Dunque, il mondo così inteso «si annuncia nella poesia senza essere mani-
festo nella storia dell’essere»52. Hölderlin svolge cioè un particolare modo di poesia che è
già all’ascolto dell’essere, alla sua radura, o per lo meno avviato ad esperire l’essere nella
sua verità. Lo stesso Heidegger, nel corso della Lettera, dirà che vale sempre la parola,
quasi mai pensata, di Aristotele, nella sua “Poetica” secondo cui il poetare è più vero
dell’indagine dell’ente.53 Tale poesia ha poi una precisa importanza in quanto in essa «si
annuncia il destino del mondo»54, che si trova, per così dire, sulla soglia della verità
Il pensiero, secondo Heidegger, non è ancora in una fase metafisica sebbene «nes-
suna metafisica, sia essa idealista, materialistica o cristiana, […] può, col suo pensiero,
raggiungere e raccogliere ciò che, in un senso pieno dell’essere, ora è»55. Proprio su que-
sto ‘ora’ l’attenzione di Heidegger si posa fino a determinarlo come epoca di volontà, ove
c’è un’incuria incondizionata, un essere senza cura, e cioè l’essere che è nell’oblio e la-
sciato a se stesso.56
49
Ivi, p. 292
50
Ibid
51
Ivi, p. 291
52
Ivi, p. 292
53
Cf, Ivi, p. 313
54
Ivi, p. 291
55
Ivi, p. 294
56
Cf, p. 294 nota B in calce.
19
Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
Di fronte a tale spaesatezza, continua l’autore, «il futuro destino dell’uomo si mo-
stra al pensiero che pensa la storia dell’essere nel fatto che egli trovi una via verso la ve-
mino, una costruttiva provocazione, una sorta di appello: se l’uomo non compie questo
‘sforzo’ verso la verità dell’essere «gira attorno a se stesso come animale razionale»58, ec-
cetto che possa «tracciare un sentiero migliore, cioè più adeguato al problema»59. Si trat-
ciare a comprendere che «l’essenza dell’uomo consiste nel fatto che egli è qualcosa di più
del mero uomo per come ce lo si rappresenta quando lo si intende come essere fornito di
ragione»60.
a) Il pensiero tramandato con il nome di filosofia trova il difficile non nel fatto che
dell’essere dell’uomo) non può essere risolta perché non è stata ancora neppu-
re accesa.63
problematica da essa sottintesa; la seconda allude invece al fatto che la filosofia, nel
momento attuale, non è ancora giunta alla coscienza dello stato di malessere del suo
57
Ivi, p. 294
58
Ibid
59
Ivi, p. 296-297
60
Ivi, p. 294
61
Ivi, p. 297
62
Cf, Ivi, p. 297
20
Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
siero e questa è di fatto la dichiarata finalità della Lettera stessa: «il suo accendersi (della
contesa) richiede già una preparazione adeguata: è solo per questo scopo che la presente
indagine è in cammino»64.
A tal fine Heidegger viene sinteticamente facendosi carico, nel corso della Lettera,
di un’indagine eziologica che ponga in luce il luogo di derivazione del malessere di cui la
filosofia attuale deve prendere coscienza per poter poi definire i parametri di una terapia
di Sein und Zeit e così ricevere anche luce circa «il lungo periodo di silenzio seguito al
Heidegger riporta cinque parole chiave del suo pensiero dalla cui retta compren-
“Dio”.
né criticamente vagliato, stabilisce che il pensiero, opposto a questo positivo, porti ne-
63
Questo secondo punto non è altro che un ripresa di “Sein Und Zeit”, p. 437
64
Lettera…, p. 297
65
GIANNI VATTIMO, Essere, storia e linguaggio, ed. Marietti, Milano, 1989, p. 132.
21
Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
ogni trascendenza; infine, rifacendosi al detto di Nietzsche sulla ‘morte di Dio’ si dichiara
«Perché invece – domanda Heidegger - non ripensare il logico in modo più origina-
E ancora: «A cosa ci servono i sistemi di logica […] se […] per prima cosa si sot-
Quanto ai valori, Heidegger non sostiene che ciò che è normalmente indicato co-
me tale sia privo di significato, ma che, considerati i valori, essi non siano unicamente
da passare al vaglio della soggettività, altrimenti perdono il loro in sé che è ciò che è loro
più proprio.
nel-mondo è invece apertura dell’essere, la quale è come l’essere stesso che, in quanto
getto, si è gettato e acquista a sé, nella cura, l’essenza dell’uomo. Mondo è la radura
dell’essere in cui l’uomo sta fuori a partire dalla sua essenza gettata. L’uomo non è mai
un soggetto, sia questo un io o un noi; non è mai ciò che è nella sua essenza nella rela-
dell’essere.70
Infine, riferendosi alla questione “Dio”, Heidegger attira l’attenzione sul pensiero
disponibile fin dal 1929 in “Vom Wesen des Grundes”: «Con l’interpretazione dell’esserci
come essere-nel-mondo non si è ancora deciso nulla in senso positivo, né in senso nega-
tivo, circa la possibilità di un essere in rapporto con Dio. È soltanto con la chiarificazio-
66
Cf, Lettera…, p. 299.
67
Cf, Ivi, pp. 298-299.
68
Ivi, p. 301.
69
Ibid.
70
Cf. Ivi, pp. 301-302
22
Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
a tale ente è poi possibile porre il problema di come stiano ontologicamente le cose circa
il rapporto dell’essere con Dio»71. Dunque la fenomenologia resta al di qua della decisio-
ne tra teismo o ateismo e questo non per indifferenza verso Dio, ma per rispetto dei limi-
riano sulla necessità di una presa di coscienza del malessere del pensiero occidentale at-
CAPITOLO QUARTO
METAFISICA E LOGICA
«A cosa ci servono i sistemi di logica […] se […] per prima cosa si sottraggono al
chiarificazione e indagine della questione della logica. Essa merita maggior attenzione in
sede di analisi poiché la Lettera viene a cogliere in essa uno dei punti di snodo fonda-
mentali dell’indagine fenomenologica. Chiedersi che cosa sia la logica significa spingere
la riflessione verso la considerazione del rapporto tra logica e metafisica (in accezione
heideggeriana) e chiarificare come la logica sia lo strumento più proprio della realizza-
zione della metafisica che Heidegger considera in chiave critica a partire dalla denuncia
all’indagine ontologica.
71
Ivi, pp. 302-303.
72
Cf, Ivi, p. 303.
73
Ivi. p. 301.
23
Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
geriano del termine ‘metafisica’ per situare in essa la logica delineando di questa
l’essenza e le modalità.
senso interrogante secondo un prima e un poi: il pensiero non nasce con la metafisica
ma questa è una direzione che Heidegger denuncia come ‘deviante’ rispetto ad un’origine
tamente gli enti appaiono pur sempre nella luce dell’essere che è la verità (originaria,
fondamentale come disvelamento) degli enti; ma questa luce non venendo tematizzata (
poiché viene tematizzato invece ciò che appare in questa luce) essa si nasconde e si dis-
simula in altro: quasi che fosse una verità che appartenesse agli enti, i quali piuttosto
quindi, in tal senso appartengono alla verità»75. Avviene quindi una sorta di entizzazione
dell’essere. Quando, ad esempio, Platone afferma che a fondamento del reale c’è l’idea76
non procede che teorizzandola dal reale per poi tornarvi credendo di aver trovato l’unico
con l’idea.
l’apprensione era per lo più intesa come coglimento intuitivo del reale in riferimento, in
contatto, con il reale, con Cartesio l’apprensione diventa rappresentazione, cioè l’attività
riproduttiva della res cogitans (staccata dal reale) che, posta a fondamento del conoscere
74
Cf, Ivi, p. 305.
75
AA.VV., Enciclopedia filosofica, ed. Sansoni, Firenze, 1957, Vol II, Col. 1038.
76
Cf, Lettera…, pp. 284-285.
77
Ivi, p. 292.
78
Ivi, p. 285.
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Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
(subiectum) e precedendo per idee chiare e distinte (certitudo) adegua il reale a sé e non
viceversa.
Un passo ulteriore viene poi compiuto dalla scienza intesa come «rappresentare
compiuta da Hegel a partire da cui la metafisica esprime per la prima volta in sistema la
Nietzsche infine non poteva trovare altra via d’uscita se non il rovesciamento della meta-
«Cos’è successo lungo tutto il corso di pensiero che inizia con Platone e Aristotele
e finisce con Nietzsche?»83 Heidegger rileva che punto di convergenza di questi pensatori
(che non sono mine vaganti ma interpreti, rappresentanti e creatori di epoche diverse) e
quindi nucleo di diramazione della storia stessa dell’essere intesa come storia della me-
tafisica, è l’oblio sempre più consistente dell’essere a favore dell’ente. Per di più Heideg-
ger rileva la chiusura volontaria e cosciente dell’uomo in se stesso (il soggettivismo) fino
alla scoperta, con Nietzsche, di essere fondato sul nullo fondamento, su se stesso.
festa indirettamente nel fatto che l’uomo considera e si dà da fare sempre e solo
79
Ibid.
80
Cf, Ivi, p. 289.
81
Cf, Ivi, p. 291
82
Ibid.
83
Ivi, p. 292
84
Ibid.
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Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
alla nostra attività come strumento di dominio sull’ente»85. Nel primo passo Hei-
degger esprime una sorta di propensione, una tendenza innata (non nel senso
dall’essere, lontano dalla vera luce, la Lichtung, entro la quale unicamente l’uomo
e gli entri intramondani trovano la loro esatta collocazione, la loro essenza, men-
tre l’essere è essenzialmente più lontano di ogni ente e nondimeno è più vicino
all’uomo di qualunque ente, sia questo una roccia, un animale, una macchina, un
angelo o Dio.86 Il secondo passo può essere inteso come complementare al primo
dominio sull’ente. Da notare che il linguaggio è ciò che è più proprio dell’uomo, il
che, accanto alle altre facoltà, possiede anche il linguaggio. Piuttosto il linguaggio
plice tesi il modo in cui l’essenza dell’essere si è finora diradata all’uomo»90; «La
metafisica assoluta con i rovesciamenti che ne hanno fatto Marx e Nietzsche ap-
partiene alla storia della verità dell’essere»91. L’esatta comprensione delle due cita-
85
Ivi, p. 272.
86
Ivi, p. 284.
87
Ivi, p. 286
88
Ibid.
89
Cf, Ibid.
90
Ivi, p. 290.
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Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
cetto di storia; tuttavia, pur senza addentrarci nella questione, rileviamo di esse
una concordanza di fatto: la metafisica non è stato un corso del pensiero accadu-
che la metafisica è stata il corso del pensiero occidentale nel quale, erroneamente,
l’essere è stato obliato, entizzato, per una naturale propensione dell’uomo che ne ha de-
terminato il percorso e al contempo per opera dell’essere stesso, nella direzione dell’ente,
ca si è procurato e via via ha affinato ed usato per raggiungere il suo scopo di dominio
Ora, poiché il pensiero non nasce con la metafisica, e quanto accaduto nella sto-
menta per un pensiero non metafisico, che abbia a cura di non entizzare l’essere. In
Torniamo dunque all’inizio della Lettera dove Heidegger riferiva circa il pensiero
dell’uomo. Non che esso provochi o produca questo riferimento. Il pensiero lo offre
91
Ivi, p. 289.
92
Ibid.
93
Ivi, p. 293.
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Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
all’essere soltanto come ciò che gli è stato consegnato dall’essere. Questa offerta consiste
Non è un caso che tale riferimento al linguaggio faccia la comparsa, per così dire,
enfaticamente all’inizio come anche alla fine della Lettera: dal linguaggio parte la Lettera,
con il linguaggio termina e attraverso di esso getta lo sguardo sul futuro. Quando si af-
ferma: «L’essere diradandosi viene al linguaggio. Esso è sempre in cammino verso il lin-
guaggio. A sua volta, il pensiero esistente, nel suo dire, porta al linguaggio»95, si affer-
a sé, per così dire, attraendo, l’essere diretto al linguaggio, nel linguaggio
stesso.
Sennonché, come emerge dalla seguente riflessione, «il pensiero a venire non è più
filosofia, perché esso pensa in modo più originario della metafisica, termine che indica la
stessa cosa»96. Si tratta di un pensiero che pensa più originalmente della metafisica e
superandola «scende nella povertà della sua essenza semplice. Il pensiero raccoglie il lin-
pensiero inteso come pensiero del compimento e della verità dell’essere, trova nella pen-
incammina.
94
Ivi, p. 267.
95
Ivi, p. 312
96
Ivi, p. 314.
97
Ivi, p. 315.
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Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
gio’ colga appieno l’importanza della fatticità e storicità del soggetto la cui essenza stessa
è determinata dal linguaggio. Heidegger ha mosso i primi passi verso la pensatezza sem-
plice del linguaggio ma la prospettiva venutasi poi storicamente evolvendo ha finito con
gio determinata. Se è pur vero che il linguaggio è la casa dell’essere è anche vero che il
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Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
CONCLUSIONE
In sede conclusiva vorremmo riprendere un discorso più volte accennato nel corso
dell’analisi proposta e che solo ora può trovare una pertinente istruzione critica: «Se
l’ontologia con un’etica?»98 La domanda, dopo tutto ciò che è stato detto precedentemen-
te, esprime un’esigenza profonda che è quella di completare il pensiero essenziale rivolto
all’essere con indicazioni etiche che sono, unitamente a detto pensiero, un specie di
quadratura del cerchio riguardo alla situazione dello spaesamento sempre crescente: «Il
l’autore sembra anche restare volutamente ai margini di tale rapporto sebbene sia pre-
occupato di rimettere in discussione gli stessi termini ‘etica’ e ‘ontologia’. Tali termini, af-
ferma Heidegger, nascono «nel tempo in cui la filosofia si fa epistéme»100, con Platone,
approfondire ha di mira il pensiero della verità dell’essere; nel corso di tale analisi onto-
logica l’autore si domanda se tale pensiero debba restare unicamente sul piano teoretico
mente «rammemora l’essere e nient’altro»104. Ciò significa che il pensiero dell’essere, se-
98
Ivi, p. 304
99
Ibid.
100
Ivi, p. 305
101
Ibid.
102
Ibid.
103
Ivi, p. 309
104
Ibid.
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Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
condo Heidegger, non ha niente a che fare con qualsiasi determinazione di tipo metafisi-
co, con nessuna specie di soggettivismo che domina l’ente a danno dell’essere. Al contra-
rio, se la strada che porta ad un’etica altrettanto originaria quanto il pensiero che pensa
mos non è solo legge, ma più originariamente è assegnazione nascosta nella destinazione
cuore della legge, del nomos dell’essere dell’uomo a contatto e in dipendenza da esso:
A questo punto è Heidegger stesso a domandarsi «che relazione c’è fra pensiero
siero dell’essere supera ogni contemplazione, perché solo in base ad esso c’è vera theo-
ria; e il pensiero, dall’altro, è superiore ad ogni produrre in quanto è attento alla radura
dell’essere. Il pensare infatti è superiore all’agire e al produrre non per la grandezza delle
sue prestazioni, e neppure per gli effetti che causa, ma per quel poco che è proprio del
Se dunque le cose stanno in questo modo, che fine ha fatto il Dasein prendente
cura e preveggente ambientalmente di cui “Sein und Zeit” aveva abbondantemente parla-
della sua verità? Che relazione passa tra il pensiero della verità dell’essere proposto da
105
Cf, Ivi, pp. 311-312.
106
Ivi, p. 312
107
Ibid.
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Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
un’ontologia in cui il problema etico non trova istruzione, un essere che si destina senza
tener conto del destinatario…tutto questo può essere ancora pertinentemente chiamato
“fenomenologia”?
un’analitica esistenziale in vista ‘delle cose stesse’, ma il progetto che sosteneva l’analisi
era ben altro che la preoccupazione di organizzare la riflessione intorno alla temporalità
e storicità del soggetto conoscente, e quindi intorno alla libertà per cui il soggetto si
prende cura di sé rispetto alla verità. L’intento, e il titolo lo conferma, non era quello di
nel caso di “Sein und Zeit”, si trattò per Heidegger di passare dalla temporalità al tempo,
approfondire l’analitica esistenziale: del soggetto libero e conoscente la Lettera parla po-
co e sempre in termini di passività (lasciar parlare l’essere, custodire l’essere, farsi inve-
stire dalla luminosità della radura della verità..). Il fallimento di “Sein und Zeit” viene at-
tribuito dall’autore allo stumentario con il quale l’analisi filosofica veniva condotta: il
linguaggio.
ogni senso, più che evidenziare il problema, tenti invano di deviarlo verso altri orizzonti
quel pensiero che, avendo di mira un’ontologia non metafisica, resta estraneo dalla for-
ma pratica della coscienza, dalla libertà dell’uomo per la quale il soggetto decide di sé in
108
Cf, Ibid.
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Giuseppe Meloni Analisi tematica della “Lettera sull’umanesimo”
ordine alla verità? È ancora fenomenologia quel pensiero che crede che vi sia una verità
metastorica?
“Zu den Sachen selbst”: questo il tema da svolgere, questo il programma, e ogni
Altra conclusione, forse più ovvia, è che non ci pare criticamente pertinente la de-
tutto esatta la divisione tra un ‘primo’ e un ‘secondo’ Heidegger: il cambio di tema, la va-
Le numerose questioni emerse hanno forse trovato in questo studio solo accenni
come anche gli elementi della discussione sono stati spesso semplicemente nominati: la
riflessione domanda dunque di essere approfondita per una più pertinente espressione e
siero heideggeriano e della fenomenologia in generale non è certo originale e ha già trova-
mo fatto riferimento; tuttavia una fenomenologia della forma pratica della coscienza, un
pensiero capace di coniugare essere e esistenza, tempo e temporalità, verità e libertà do-
manda ancora di essere pensato mentre già non mancano filosofi e teologi che seriamen-
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