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E FIOCCHI DI NEVE
Simmetrie e Immagine nella Scienza
D o c u m e n t o r e a l i z z a t o d a :
Introduzione
I Solidi Platonici
Nell'ant ichità class ica i l ru olo dell a simm etria come prin cipio
ispiratore nella concezione del mondo fisico veniva accentuato dalla
rarità di figure solide simmetriche analoghe ai poligoni regolari. Mentre
infatti nel piano abbiamo un'infinità numerabile di poligoni regolari
corrispondenti alle rotazioni finite, nello spazio tridimensionale si
possono realizzare soltanto cinque poliedri regolari: il Cubo, il
Tetraedro, l' Ottaedro, il Dodecaedro, e l' Isocosaedro. Questi poliedri
regolari sono tradizionalmente chiamati Solidi Platonici per il ruolo
fondamentale che giocano nella cosmogonia elaborata da Platone. In realtà
negli Elementi di Euclide (libro XIII), si puntualizza che l'attribuzione
a Platone della scoperta di questi poliedri regolari è inesatta. Il cubo,
la piramide (il tetraedro) e il dodecaedro vengono attribuiti ai
Pitagorici, mentre la scoperta dell' ottaedro e dell' icosaedro viene
fatta risalire a Theaetetus. Di fatto, l'esistenza del cubo, del
tetraedro, e dell'ottaedro non sorprende più di tanto data la particolare
semplicità di queste figure. Ben diverso è il caso del dodecaedro e
dell'icosaedro. Nel bacino culturale greco, la scoperta del dodecaedro
può esser fatta risalire al fatto che nella Magna Grecia (in Sicilia, in
particolare) si rinvenivano con facilità bellissimi cristalli di pirite
di questa forma. Si tratta di cristalli quasi perfettamente dodecaedrici,
(ma non esattamente: le facce pentagonali dei cristalli di pirite hanno
solo 4 lati uguali, come del resto è previsto dalle leggi fisiche della
cristallografia classica). In ogni caso è significativo che oggetti
scolpiti in forma di dodecaedro regolare, databili intorno al VI
sec.A.C., siano stati rinvenuti in vari siti archeologici italiani.
Come avviene per i poligoni nel piano, la regolarità dei solidi platonici
è strettamente legata alle proprietà di simmetria dello spazio fisico. I
gruppi finiti di rotazioni associati alle simmetrie dei poliedri regolari
costituiscono il punto di partenza di molti campi di ricerca estremamente
attivi nella matematica e nella fisica teorica moderna. Si va dallo
studio della classificazione di tutte le geometrie tridimensionali
possibili, allo studio dei metodi di quantizzazione del campo
gravitazionale tramite l'utilizzo di poliedri generati incollando un
numero enormemente grande di tetraedri. La dinamica di insiemi di
poligoni ha applicazioni importanti nella fisica delle superficie e nella
teoria delle stringhe. Vale la pena osservare che in tutti questi casi la
dinamica nasce dalla competizione fra ordine e rottura di simmetria:
l'antico paradigma si ripete, forse ad un livello più sofisticato, ma
sostanzialmente simile a quello che ha ispirato gli antichi filosofi
della natura.
I Cinque Solidi Platonici:
Tetraedro, Esaedro, Ottaedro, Icosaedro, Dodecaedro.
M a t o rn i a mo a l n o st r o f i l o co n d u t to r e , l e s i mm e t ri e de l p i a n o .
Consideriamo in particolare il problema antico e affascinante delle
pavimentazioni di una superficie piana (il termine tecnico è quello di
tessellazione piana). Le tessere più usate a tal scopo sono alcuni dei
poligoni regolari a noi più familiari: triangoli equilateri, quadrati, ed
esagoni. Ne risultano pavimentazioni semplici e molto simmetriche, e
forse per questo poco attraenti esteticamente, a meno che le tessere non
vengano decorate in maniera particolare (rottura della simmetria!) Il
problema delle pavimentazioni acquista un fascino particolare se si usano
come tessere due figure piane non regolari note come kite (aquilone) and
dart (dardo) . Con queste mattonelle fondamentali Roger Penrose è
riuscito a costruire una pavimentazione del piano che non si ripete
simile a se stessa in maniera regolare ad intervalli interi come avviene
per le usuali pavimentazioni. Il numero che pervade questa particolare
tesselazione piana è la sezione aurea, ovvero la divina proporzione di
Luca Pacioli, legata alla simmetria pentagonale, (che succede se si prova
a pavimentare un piano con pentagoni regolari?)
Castorp fece un passo avanti per farne cadere alcuni sulla manica e
osservarli con la competenza dello studioso dilettante. Sembravano
straccetti informi, ma più di una volta egli ne aveva visti attraverso la
sua buona lente e sapeva benissimo di che gioielli graziosamente regolari
erano composti, di oggetti preziosi, stelle cavalleresche, fermagli di
brillanti, che più ricchi e minuziosi non avrebbe saputo creare neanche
il più coscienzioso gioielliere,... anzi quel bianco polverio, lieve e
soffice, che ammassato gravava sul bosco e copriva la landa, e sul quale
lo portavano le sue assicelle, era pur diverso dalla natia rena marina,
alla quale faceva pensare: questi non erano, si sa, granelli di sasso,
bensì miriadi di particelle d'acqua congelate e variamente cristallizzate
- particelle della sostanza inorganica che fa sbocciare anche il plasma
della vita, il corpo dei vegetali e dell'uomo - e tra quelle miriadi di
stelline magiche nella loro minuta e segreta magnificenza, inaccessibile
e d'altronde neanche destinati al nudo occhio umano, non ce n'era una che
fosse uguale all'altra; una illimitata gioia d'inventare si manifestava
nella variazione e nella finissima elaborazione di uno stesso invariabile
schema, quello dell'esagono equilatero -equiangolo; ma in se stesso
ciascuno di quei freddi prodotti era di una simmetria assoluta, di una
gelida regolarità, anzi questo era il loro lato inquietante,
antiorganico, ostile alla vita; erano troppo regolari, la sostanza
organizzata per vivere non lo è mai fino a tal punto, la vita aborre la
precisione esatta, la considera letale, come l'enigma della morte stessa,
e Castorp credette di intuire perché i costruttori di templi antichi
abbiano introdotto di nascosto piccole divergenze nella simmetria dei
l o r o o r d i n i d i c o l o n n e .
(Thomas Mann La Montagna Incantata ed. Corbaccio, 1992).
Una tessellazione del piano
Riferimenti Bibliografici: