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Direzione Tecnica

Novembre 2009

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Approfondimenti
Direzione Tecnica - Novembre 2009

IInnttrrood
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Questo documento approvato il 24 Luglio 2009 dall’Assemblea Generale del Consiglio Superiore
dei LL.PP, è diventato parte integrante delle attuali Nome Tecniche per le costruzioni (D.M. 14
Gennaio 2008).
In estrema sintesi i contenuti di questo documento (che alleghiamo) danno chiare indicazioni ai
progettisti ed ai direttori lavori per l’utilizzo dei materiali fibrorinforzati per il rinforzo delle strutture
esistenti in calcestruzzo e muratura.
Tralasciando gli aspetti squisitamente progettuali e che non necessitano di precisazioni, vorremmo
invece commentare il capitolo 5 di questo documento in cui vengono approfonditi gli aspetti
chimico-fisico e meccanico dei materiali da impiegarsi come rinforzo strutturale.
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5 MATERIALI FIBRORINFORZATI PER IL RINFORZO STRUTTURALE

5.1 GENERALITA’ E DISPOSIZIONI NORMATIVE

I materiali fibrorinforzati a matrice polimerica (FRP) a fibre continue, cui fa riferimento il


presente documento, sono materiali compositi costituiti da fibre di rinforzo immerse in una
matrice polimerica. Questi sono disponibili in diverse geometrie quali le lamine pultruse,
utilizzate per il rinforzo di elementi dotati di superfici regolari, ed i tessuti (uniassiali o
multiassiali) che si adattano ad applica-zioni su elementi strutturali con forme geometriche
più complesse. I tessuti vengono applicati sull’elemento da rinforzare mediante resine che
svolgono la funzione sia di elemento impregnante che di adesivo al substrato
interessato.
La Normativa vigente prevede la possibilità di utilizzare, per gli interventi sulle strutture
esistenti, anche materiali non tradizionali purchè nel rispetto di normative e documenti di
comprovata validità tra i quali vengono esplicitamente citate le Istruzioni ed i Documenti
Tecnici del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Tra questi viene incluso quindi il documento CNR-DT200 “Istruzioni per la I-struzioni per la
Progettazione, l’Esecuzione ed il Controllo di Interventi di Consolidamento Statico
mediante l’utilizzo di compositi fibrorinforzati”.

Questo paragrafo introduttivo oltre ad individuare materiali


fibrorinforzati a matrice polimerica (FRP), consente l’uso di

“…..materiali non tradizionali purchè nel rispetto di


normative e documenti di comprovata validità tra i quali …..
Linee guida il documento CNR-DT200 “Istruzioni per la I-struzioni per la
Progettazione, l’Esecuzione ed il Controllo di Interventi di
Consolidamento Statico mediante l’utilizzo di compositi
DT 200 fibrorinforzati”.

Questa precisazione importante e doverosa, consente, nella


Commento fattispecie, l’impiego di matrici cementizie quali sistemi FRCM tipo
quelli sviluppati dalla Società Ruredil.
Infatti il citato documento CNR-DT200 (allegato) al paragrafo
2.2.3.3 riporta questa considerazione finale

“………2.2.3.3 Altre tipologie di resine


………..Vanno infine ricordate le matrici di natura inorganica (cementizie, metalliche,
ceramiche, ecc.), il cui utilizzo per la realizzazione di compositi fibrorinforzati in campo
civile - soprattutto quelle cementizie sta progressivamente diffondendosi. Pur non essendo
esaminate nel presente documento,il loro impiego è tuttavia ritenuto possibile a condizione
che risulti suffragato da una documentazione tecnica e da una campagna sperimentale
adeguate, comprovanti un’efficacia almeno pari a quella delle matrici organiche qui trattate.
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I sistemi FRCM Ruredil in particolare Ruredil X Mesh


Linee guida C10 , Ruredil X Mesh TC30 e Ruredil X Mesh Gold sono
stati certificati con un’adeguata campagna sperimentale
da un Ente esterno (Università di Venezia), dimostrando
DT 200 un’efficacia pari in alcuni casi superiore ai sistemi FRP.
Come verrà esplicitato maggiormente in seguito,
nell’efficacia devono essere presi in considerazione non
Commento solo gli aspetti meccanici , ma nello spirito del DT200,
soprattutto gli aspetti di durabilità in relazione al fuoco
ed all’umidità, rispetto a cui le resine epossidiche a
differenza delle matrici cementizie, mostrano una scarsa
resistenza.

5.4 CONTROLLO DEI MATERIALI

I materiali compositi utilizzati per le applicazioni di rinforzo strutturale descritte nel


presente documento devono essere :

· identificabili per poter risalire univocamente al produttore;


· qualificati e controllati secondo procedure di controllo ben definite ed applicabili al
proces-so di produzione in fabbrica e verificati regolarmente da un ente terzo di ispezione
abilitato;
· accettati dal Direttore dei Lavori dopo verifica della documentazione e prove di
accettazio-ne.

Per l’identificazione e la qualificazione dei compositi per il rinforzo strutturale non esiste ad
oggi una normativa Europea armonizzata, che preveda anche la marcatura CE, ma è
possibile fare riferimento a specifiche tecniche di comprovata validità che garantiscano un
livello di sicurezza equivalente a quello definito per i materiali tradizionali nel vigente
decreto relativo alle Norme Tecniche per le Costruzioni. E’ quindi possibile riferirsi alle
procedure descritte nelle Istruzioni CNR DT200.
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Linee guida
Partendo dall’ultimo capoverso cerchiamo di
approfondire, con l’aiuto di quanto indicato dal
DT 200 DT200/2004, le procedure di individuazione dei
materiali di rinforzo nonché la loro caratterizzazione.
Commento

“…..2.5 ACCETTAZIONE

I materiali fibrorinforzati da utilizzarsi per il consolidamento di strutture devono essere


assoggettati ad una serie di controlli che assicurino un livello adeguato delle caratteristiche
meccaniche e fisiche………………………………

…..2.5.1 La scelta e la verifica dei materiali: i compiti e le responsabilità degli


operatori
I produttori e/o i fornitori:
• La produzione dei materiali per il rinforzo deve essere costantemente oggetto di
programmi di controllo della qualità. Questi ultimi devono coprire tutti gli elementi che
costituiscono il sistema di rinforzo (fibre, matrici, adesivi, compositi preformati ed altri
componenti).

• I produttori devono fornire i certificati di prova dei prodotti per assicurare la


rispondenza di ogni lotto di fabbricazione con le specifiche dichiarate.
• Quando possibile, sui prodotti deve essere riportata una marchiatura che ne permetta la
completa rintracciabilità. In caso contrario, i prodotti devono essere accompagnati da
etichette o cartellini riportanti tutte le informazioni per la loro
rintracciabilità……………………………..

• Sistemi completi di rinforzo, certificati con le modalità di cui al punto precedente,


saranno indicati nel prosieguo come Applicazioni di tipo A; gli altri saranno invece
indicati come Applicazioni di tipo B.

Applicazioni di tipo A
Sistemi di rinforzo di cui sono certificati sia i materiali che il sistema completo applicato
ad un substrato definito.

Applicazioni di tipo B
Sistemi di rinforzo di cui sono certificati solo i materiali.
Il progettista:
• Deve indicare chiaramente nel progetto la qualità e le caratteristiche (geometriche,
meccaniche e fisiche) dei costituenti il sistema di rinforzo (quali il laminato preformato
oppure le fibre e le resine nel caso della tecnologia wet lay-up) specificandone, dove
necessario, i requisiti minimi di accettazione………….
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Linee guida
In questo paragrafo vengono evidenziati i seguenti criteri :

DT 200 I sistemi di rinforzo, solitamente costituiti da un tessuto o rete


in fibra ad alto modulo e da una matrice legante (cementizia o
epossidica) devono essere testate sotto l’aspetto
Commento prestazionale come sistema. Il fornitore deve dare evidenza di
prove sperimentali eseguite da laboratorio terzo sul tessuto
utilizzato in combinazione con la speciale matrice legante. In
altre parole sono escluse tutte quelle procedure “fai da te”
tollerate sino ad ora in cui i due materiali, matrice più fibra,
potevano essere applicati senza una preventiva
sperimentazione ad hoc eseguita sull’accoppiamento dei due
materiali. Inoltre secondo il DT200/2004 è preferibile
indicare anche il comportamento del sistema (matrice più
fibra) in relazione alla superficie su cui verrà applicato
(muratura o calcestruzzo). Sarà cioè un ulteriore elemento di
sicurezza, conoscere il valore della delaminazione intermedia
che dipende dall’interazione tra i sistemi di rinforzo e lo
specifico substrato da rinforzare.

2.6 LIMITI DEL RINFORZO NEL CASO DI ESPOSIZIONE AL FUOCO


I materiali compositi fibrorinforzati sono particolarmente sensibili all’esposizione alle
alte temperature, circostanza che si può ad esempio verificare in caso di incendio.
Quando la temperatura ambientale supera quella di transizione vetrosa della resina (o
della temperatura di fusione nel caso di materiali semicristallini), la resistenza e la
rigidezza del sistema di FRP diminuiscono drasticamente. Nei casi di FRP applicato
esternamente su elementi di calcestruzzo o di muratura, l’esposizione ad elevate
temperature produce, inoltre, un rapido deterioramento dell’aderenza FRP/supporto,
con conseguente delaminazione del composito e perdita di efficacia del rinforzo.
In condizioni di esposizione al fuoco, le proprietà meccaniche di sistemi a base di FRP
applicati all’esterno possono essere notevolmente migliorate incrementando lo
spessore del rivestimento pro-tettivo utilizzato. È suggerito l’impiego di rivestimenti che
riducano la propagazione delle fiamme e la produzione di fumi. È comunque
consigliato l’impiego di sistemi di isolamento certificati.
Nel caso di esposizione al fuoco, per prevenire il collasso della struttura rinforzata con
FRP, fin quando non saranno disponibili ulteriori informazioni sul reale comportamento
dei rivestimenti e dei diversi tipi di resine in siffatte condizioni, è consigliato contenere
prudenzialmente il contributo richiesto al rinforzo.
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Linee guida

DT 200 I sistemi FRP, il cui legante è costituito da una resina epossidica,


sono particolarmente sensibili alle temperature. In particolare va
considerata la temperatura di transizione vetrosa della resina
Commento epossidica al di sopra della quale la resina passa dallo stato
solido allo stato plastico perdendo adesione con il supporto e
con la fibra.
Ogni resina epossidica è caratterizzata da una temperatura di
transizione vetrosa compresa tra 45 e 80 °C. Queste
temperature possono essere facilmente raggiunte a certe
latitudini specialmente durante il periodo primaverile o estivo. E’
per esempio il caso delle pile dei viadotti che, esposti ai raggi
solari, raggiungono temperature superficiali di oltre 60-70 °C.
Pertanto la curabilità dei sistemi FRP, nei confronti della
temperatura, non si manifesta solo durante l’incendio in cui le
temperature possono superare anche i 1000 °C, ma più
semplicemente in certe condizioni termiche che si possono
manifestare normalmente durante l’anno a certe latitudini.
Il progettista deve considerare queste eventualità e prevedere,
nell’ambito della responsabilità progettuale che gli compete,
un’adeguata protezione dei sistemi FRP affinché a temperature
moderate (45-70°C) non si verifichi quanto sopra paventato.

2.6 delle Linee Guida……. Quando la temperatura


ambientale supera quella di transizione vetrosa della
resina (o della temperatura di fusione nel caso di materiali
semicristallini), la resistenza e la rigidezza del sistema di
FRP diminuiscono drasticamente. Nei casi di FRP
applicato esternamente su elementi di calcestruzzo o di
muratura, l’esposizione ad elevate temperature produce,
inoltre, un rapido deterioramento dell’aderenza
FRP/supporto, con conseguente delaminazione del
composito e perdita di efficacia del rinforzo…….

I sistemi FRCM a base cementizia non necessitano di alcuna


protezione perché sono insensibili alle alte temperature.
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L’ inserimento delle Linee Guida tra le norme tecniche per le costruzioni


rappresentano un’evoluzione importante nella progettazione dei rinforzi strutturali con
sistemi compositi FRP (a base resina) e FRCM (a base cementizia).
Mentre i sistemi FRCM nelle normali condizioni applicative –umidità, temperature
moderate, fuoco - non subiscono alterazioni delle proprietà adesive al supporto e
quindi delle prestazioni meccaniche i sistemi FRP mostrano invece scarsa durabilità
quando ci si allontana dalle condizioni termoigrometriche di 25 °C ed umidità relativa
50%.
Anche se la Normativa vigente Nazionale ed Internazionale risulta a nostro avviso
carente sotto l’aspetto delle raccomandazioni circa la durabilità dei sistemi FRP in
relazione alle prestazioni meccaniche sviluppate dai sistemi stessi, non possiamo non
considerare la recente pubblicistica di Università ed Enti indipendenti circa
l’inaffidabilità dei sistemi FRP in determinate condizioni di umidità relativa e di
temperatura.
Preso atto dello stato attuale delle conoscenze e del parziale recepimento delle
stesse da parte dell’attuale normativa vigente, il progettista e/o la committente
hanno la responsabilità di definire puntualmente in quali condizioni i sistemi FRP ed
FRCM risultino efficaci ed affidabili.

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