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Economia
&
Estimo Rurale
Dott. Agronomo Raffaella Castignani
A.A. 2014-2015
Per alcuni assume una certa rilevanza l'economia aziendale (in inglese Business Administration), che mette al centro degli
studi l'impresa.
Economia
Microeconomia
Studio dei processi decisionali dei singoli soggetti economici e delle loro iterazioni su singoli mercati
Macroeconomia
Studio dei fenomeni che riguardano l’economia nel suo complesso (inflazione, disoccupazione, crescita economica)
I Soggetti Economici e le loro Relazioni
Famiglia: una piccola organizzazione molto importante in economia per il consumo dei beni ed alcune attività produttive
(agricoltura, artigianato, commercio, agriturismo, ecc.).
Istituzioni: Insiemi di regole socialmente condivise che si danno i soggetti economici per disciplinare le loro relazioni. Servono
per ridurre l’incertezza nei rapporti e permettono ai soggetti economici di compiere scelte economiche di scambio, produzione e
consumo.
Caso dell’Autosufficienza
Ciascuno consuma solo ciò che produce
La curva delle possibilità di produzione è anche la curva delle possibilità di consumo
Le due funzioni sono delle linee rette, pertanto il costo opportunità di trasformare un bene in un altro è costante.
Le Possibilità di produzione
Individua le possibili combinazioni di prodotti che l’agricoltore può realizzare con il tempo e la tecnica di cui dispone
La funzione delle possibilità produttive è uguale alla funzione delle possibilità di consumo se l’agricoltore decide di consumare
solo ciò che produce
Individua le possibili combinazioni di prodotti che l’allevatore può realizzare con il tempo e la tecnica di cui dispone
La funzione delle possibilità produttive è uguale alla funzione delle possibilità di consumo se l’agricoltore decide di consumare
solo ciò che produce
Se l’agricoltore producesse solo patate, potrebbe cederne 1 Kg all’allevatore il quale a sua volta cede 1 kg di carne per cui
l’agricoltore si troverebbe ad avere 3 kg di carne e 3 di patate.
Effetti del Commercio sui Consumi dell’Allevatore
Se l’allevatore dedicasse 24 h alla produzione di carne e 16 a quella delle patate otterrebbe 24 kg di carne e 2 di patate.
In seguito allo scambio con l’allevatore resterebbe con 21 kg di carne ma con 3 kg di patate.
Se i due produttori si specializzano nella produzione dei due beni e poi commerciano tra di loro, entrambi possono migliorare il
proprio benessere
Lo scambio, quindi il mercato, è lo strumento con cui gli agenti economici incrementano il proprio benessere valicando il limite
costituito dalla propria funzione delle possibilità produttive.
Le metodologie del costo di produzione e del costo opportunità identificano due criteri alla base dello scambio:
Il produttore che richiede minori quantità di fattori produttivi per produrre una unità del bene in esame gode di un vantaggio
assoluto nella produzione di quel bene.
Le Possibilità di produzione
Vantaggio Comparato
Il produttore che ha il minor costo opportunità nella produzione di un certo bene gode di un vantaggio comparato nella
produzione di quel bene.
Vantaggio Comparato
Tale criterio è stato formulato da David Ricardo (1817) e permette di risolvere il problema lasciato aperto dal vantaggio
assoluto: non è possibile godere del vantaggio comparato nella produzione di tutti i beni coinvolti nel sistema economico di
riferimento.
Vantaggio Comparato
L’allevatore produce 1 kg di patate in 8 ore, ma se le usasse per produrre patate otterrebbe 8 kg di carne in meno
Vantaggio Comparato
Quindi:
L’agricoltore ha un costo opportunità delle patate più basso dell’allevatore (1/2 kg di carne contro 8 kg)
L’agricoltore ha un vantaggio comparato nella produzione di patate e l’allevatore nella produzione di carne
Vantaggio Comparato
È impossibile che un agente economico abbia un vantaggio comparato su entrambi i beni poiché il costo opportunità di un bene
identifica ciò a cui si è costretti a rinunciare per avere qualcos’altro, rappresenta il reciproco dell’altro bene in termini
relativi.
Beneficio dello Scambio
Il vantaggio comparato e le differenze nei costi opportunità identificano il beneficio nel commercio e pongono le basi per
la specializzazione produttiva.
Quando gli operatori economici hanno diversi costi opportunità possono trarre beneficio dallo scambio.
Lo scambio può produrre benefici per ciascun componente della società poiché permette ad ognuno di specializzarsi in una
produzione nella quale gode di un vantaggio comparato
L’interdipendenza e lo scambio permettono agli individui di avere una maggiore quantità e varietà di beni e servizi.
Il prezzo che paga è inferiore nettamente al suo costo opportunità (2 kg di patate): acquista carne ad un prezzo
conveniente!!
L’allevatore acquista 1 kg di patate pagandolo 3 kg di carne : per lui il prezzo di 1 kg di patate è pari a 3 kg di carne
Il prezzo che paga è inferiore nettamente al suo costo opportunità (8 kg di carne): acquista patate ad un prezzo
conveniente!!
Il principio del vantaggio comparato può essere applicato anche ad un sistema economico globale. Pertanto anche Stati
che soffrono uno svantaggio assoluto nella produzione di tutti i beni (es. PVS) possono comunque beneficiare dello
scambio, a patto di specializzarsi nella produzione del bene in cui hanno un costo opportunità inferiore a quello di altri
Stati.
Le Forze di Mercato dell’Offerta
e della Domanda
Offerta e Domanda sono le forze che garantiscono il funzionamento delle economie di mercato
La Microeconomia si occupa:
dell’Offerta
della Domanda
dell’Equilibrio di mercato
Le Forze di Mercato dell’Offerta
e della Domanda
Offerta e Domanda sono termini che fanno riferimento al comportamento delle persone che interagiscono in un mercato.
Un Mercato è un qualunque insieme regolato di compratori e venditori di un certo bene o servizio o fattore produttivo.
Le Forme di Mercato:
Concorrenza Perfetta
PRINCIPALI CARATTERISTICHE:
Molti acquirenti e venditori:
Nessuna azione di un singolo ha effetto sul prezzo di mercato
Le imprese sono “Price Taker”
La domanda del prodotto dell’impresa è perfettamente orizzontale
Il prodotto è omogeneo
I prodotti sono perfettamente sostituibili tra di loro
Le Forme di Mercato:
Concorrenza Perfetta
PRINCIPALI CARATTERISTICHE:
Vi è perfetta informazione
Non fronteggia alcuna dinamica di mercato che lo induca a modificare le sue scelte
Le Forme di Mercato:
Oligopolio
La Domanda di Mercato
La scheda di domanda è una tabella che mostra la relazione tra il prezzo del bene e la quantità domandata
La curva di domanda è la linea, inclinata negativamente, che mette in relazione il prezzo con la quantità domandata
Le Determinanti della
Domanda Individuale
Dipende:
Il Prezzo di mercato
Il Prezzo di mercato
Legge della Domanda: “all’aumentare del prezzo di un bene diminuisce la quantità domandata”
Le Determinanti della
Domanda Individuale
Beni Inferiori : quando la domanda di un bene aumenta al diminuire del reddito (es. trasporto pubblico)
Le Determinanti della
Domanda Individuale
Beni Sostituti : la diminuzione del prezzo di un bene determina una contrazione della domanda di un altro bene (es. hot dog e
hamburger)
Beni Complementari : la diminuzione del prezzo di un bene induce un aumento della domanda di un altro bene ( es.benzina ed
automobili)
La Determinanti della
Domanda Individuale
Sono legati a fattori storici, culturali e personali, quindi riguardano più la sfera soggettiva che l’oggettività economica
La Determinanti della
Domanda Individuale
La quantità domandata è strettamente correlata al numero di individui che esprimono quella richiesta specifica.
Tabella di Domanda e
Curva di Domanda
La tabella di domanda è una scheda che mostra la relazione analitica tra il prezzo del bene e la quantità domandata
La curva di domanda è la linea, inclinata negativamente, che mette in relazione il prezzo con la quantità domandata
Curva di Domanda
Ceteris Paribus
Nella definizione della curva di Domanda non si prendono in considerazione altre variabili oltre il prezzo.
Si fa riferimento ad una situazione ipotetica dove alcune variabili sono considerate costanti.
Domanda di Mercato e
Domanda Individuale
La Domanda Individuale rappresenta le scelte del soggetto economico in riferimento ad una variabile presa in considerazione
La Domanda di Mercato è la somma di tutte le domande individuali di un dato bene o servizio e dipende dagli stessi fattori che
influenzano la domanda individuale
Curva di Domanda A
Curva di Domanda B
Curva di Domanda A + B
Domanda di Mercato
La Domanda di Mercato è il luogo geometrico che descrive la variazione della quantità domandata di un dato bene al variare del
prezzo
Se cambia una delle determinanti della domanda(ad eccezione del prezzo) la curva di domanda si sposta:
ogni cambiamento che provoca un aumento della quantità domandata provoca uno spostamento della curva di domanda verso
destra
ogni cambiamento che provoca una contrazione della quantità domandata provoca uno spostamento verso sinistra
L’Offerta di Mercato
La scheda di offerta è una tabella che mostra la relazione tra il prezzo del bene e la quantità offerta
La curva di offerta è la linea, inclinata positivamente, che mette in relazione il prezzo con la quantità offerta
La Determinanti della
Offerta Individuale
Dipende:
Il Prezzo di mercato
La tecnologia
Le Determinanti della
Offerta Individuale
Il Prezzo di mercato
Legge dell’Offerta: “all’aumentare del prezzo di un bene aumenta la quantità offerta; la quantità offerta è positivamente
correlata al prezzo”
Le Determinanti della
Offerta Individuale
L’aumento o la disponibilità dei fattori di produzione determina una variazione della redditività ed una conseguente diminuzione
della quantità immessa nel mercato
Le Determinanti della
Offerta Individuale
La tecnologia
Un miglioramento tecnologico che determina un aumento della produttività e conseguente abbassamento dei costi di produzione
comporta un aumento della quantità offerta
La Determinanti della
Offerta Individuale
Le ipotesi su un futuro aumento del prezzo possono indurre un aumento di produzione da stoccare e poi vendere
successivamente.
La Determinanti della
Offerta Individuale
Se alcuni operatori si ritirano dal mercato la quantità del bene offerta diminuisce
Tabella di Offerta e
Curva di Offerta
La tabella di offerta è una scheda che mostra la relazione analitica tra il prezzo del bene e la quantità offerta
La curva di offerta è il grafico che illustra la relazione tra il prezzo di un dato bene e la quantità offerta. Tale curva è
inclinata verso l’alto perché, ceteris paribus, a prezzi elevati corrispondono quantità elevate.
Curva di Offerta
Offerta di Mercato e
Offerta Individuale
L’Offerta Individuale rappresenta le scelte del soggetto economico in riferimento ad una variabile presa in considerazione
L’Offerta di Mercato è la somma di tutte le offerte individuali di un dato bene o servizio e dipende dagli stessi fattori che
influenzano l’offerta individuale
Curva di Offerta A
Curva di Offerta B
Curva di Domanda A + B
Se cambia una delle determinanti della domanda(ad eccezione del prezzo) la curva di offerta si sposta:
ogni cambiamento che provoca un aumento della quantità offerta provoca uno spostamento della curva di offerta verso
destra
ogni cambiamento che provoca una contrazione della quantità offerta provoca uno spostamento verso sinistra
La Composizione di D ed S
Equilibrio di Mercato
Equilibrio di mercato : definisce una situazione in cui Domanda ed Offerta si equivalgono
L’equilibrio è determinato dall’intersezione della curva di domanda con la curva di offerta
Croce Marshalliana
La Composizione di D ed S
Equilibrio di Mercato
Il punto di intersezione è detto punto di equilibrio
Il prezzo corrispondente al punto di equilibrio è detto prezzo di equilibrio
La quantità corrispondente al punto di equilibrio è detta quantità di equilibrio
La Composizione di D ed S
Equilibrio di Mercato
Il termine equilibrio definisce una situazione stabile, ma la determinazione degli equilibri è conseguenza di una dinamica che si
svolge nel tempo.
Prezzo di equilibrio : il valore che eguaglia domanda ed offerta
Quantità di equilibrio : la quantità offerta e la quantità domandata quando il prezzo fa equivalere domanda ed offerta
L’Interazione tra
Compratori e Venditori
Disequilibrio di Mercato
Eccesso di Offerta : la quantità offerta è > di quella domandata
Si verifica quando il prezzo corrente è più alto del prezzo di equilibrio ed i produttori non riescono a vendere tutto quanto
vorrebbero a quel prezzo
Eccesso di Offerta
Consideriamo il prezzo di € 2,50 (maggiore del prezzo di equilibrio di € 2,00), la quantità offerta corrispondente è di 10 gelati,
eccedente quella domandata a quel prezzo (4 gelati)
Abbondanza del bene : i venditori non sono in grado di vendere tutta la quantità desiderata.
La conseguenza è una diminuzione del prezzo
Eccesso di Offerta
Disequilibrio di Mercato
Eccesso di Domanda : la quantità domandata
è > di quella offerta
Si verifica quando il prezzo di mercato è inferiore al prezzo di equilibrio ed i consumatori non riescono ad acquistare tutto
quanto vorrebbero a quel prezzo
Eccesso di Domanda
Consideriamo il prezzo di € 1,50 (minore del prezzo di equilibrio di € 2,00), la quantità domandata corrispondente è di 10 gelati,
eccedente quella offerta nella situazione di equilibrio (4 gelati)
Scarsità del bene : i compratori non riescono ad acquistare tutta la quantità desiderata.
La conseguenza è un aumento del prezzo
Eccesso di Domanda
Le Variazioni dell’Equilibrio:
Statica Comparata
Un evento che determina una variazione della curva di domanda o di offerta determinerà automaticamente una variazione del
punto di equilibrio.
Statica Comparata : analisi dei cambiamenti che inducono spostamenti del punto di equilibrio
Le Fasi dell’Analisi
Statica Comparata
Stabilire l’evento che induce spostamenti nella curva di domanda, di offerta o in entrambe
Stabilire in quale direzione si spostano le curve (la curva)
Comprendere con l’utilizzo del grafico di domanda ed offerta come gli spostamenti influenzano prezzo e quantità di
equilibrio
N.B.
Uno spostamento della curva di offerta o di domanda viene definito cambiamento dell’offerta o cambiamento della domanda
Un movimento lungo la curva di offerta o di domanda viene definito cambiamento della quantità offerta o cambiamento della
quantità domandata
Si crea un nuovo punto di equilibrio che vede aumentare sia il prezzo che la quantità domandata : P2>P1
Q2>Q1
Effetti di uno Spostamento Simultaneo di D ed S
Forte decremento dell’S e modesto incremento della D
L’interazione della D e dell’S determina il prezzo di mercato dei beni e dei servizi
I prezzi sono segnali che indirizzano l’allocazione delle risorse e rappresentano l’incipit che coordina le azioni degli operatori
economici mantenendo gli equilibri.
Elasticità
E’ una misura di quanto i compratori ed i venditori rispondono al mutamento delle condizioni di mercato.
Elasticità
Definizione : misura della sensibilità di una variabile rispetto ad un’altra variabile
Esistono diversi tipi di elasticità:
Elasticità della Domanda:
rispetto al prezzo
rispetto al reddito
Elasticità dell’Offerta:
rispetto al prezzo
rispetto al reddito
rispetto al prezzo di altri beni
Elasticità della D rispetto al Prezzo
Per misurare qualitativamente il cambiamento della D rispetto alle sue determinanti, quindi non la direzione dello spostamento
ma la dimensione, si utilizza il concetto di elasticità.
La domanda di un bene si dice elastica se la quantità domandata reagisce più che proporzionalmente alla variazione del prezzo
La domanda di un bene si dice anaelastica se la quantità domandata reagisce meno che proporzionalmente alla variazione del
prezzo
Elasticità della D rispetto al Prezzo
Poiché la D di un bene dipende dalle preferenze, l’elasticità della D rispetto al P dipende dalle forze economiche, sociali e
psicologiche che modellano il sistema delle preferenze individuali
Si misura con un coefficiente che può assumere tre valori fondamentali
Viene espressa in termini assoluti senza considerare il segno
ε<1
ε=0
ε >1
ε<1
ε=0
ε >1
ε = 20% = 2
10%
Calcolo dell’ Elasticità della D
rispetto al Prezzo
Il valore dell’ elasticità della D rispetto al P in questo caso riflette il fatto che la variazione della quantità domandata è
proporzionalmente doppia rispetto a quella del prezzo.
Poiché il prezzo e la domanda sono legati da una relazione negativa, le variazioni percentuali delle quantità avranno sempre segno
opposto a quelle del prezzo (+ 10% e – 20%), le consideriamo in termini assoluti.
Calcolo dell’ Elasticità col
Metodo del Punto Medio
quantità = 120
Punto B prezzo = 6 € ;
quantità = 80
Muovendoci da A verso B il prezzo aumenta del 50% e la quantità si riduce del 33%
ε = 33,3% = 0,66
50 %
Muovendoci da B verso A il prezzo diminuisce del 33% e la quantità aumenta del 50%
ε = 50% = 1,5
33,3 %
Nel calcolare le variazioni percentuali, al denominatore considero i valori del punto medio
Andando da A verso B:
Variazione % quantità = 80 – 120 = 40%
100 x 100
Variazione % prezzo = 6– 4 = 40%
5 x 100
ε = 40% = 1
40%
Andando da B verso A:
Variazione % quantità = 120 – 80 = 40%
100 x 100
Variazione % prezzo = 4– 6 = 40%
5 x 100
ε = 40% = 1
40%
Le Tipologie di Curva di Domanda
Quanto più la domanda è piatta nel punto che stiamo osservando tanto più è elevato il valore dell’elasticità al prezzo
Quanto più la domanda è ripida nel punto che stiamo osservando tanto più ridotto è il valore dell’elasticità al prezzo
RT = P X Q
RT = P X Q
Nelle curve di domanda l’elasticità è diversa in ogni punto considerato della curva stessa, anche se l’inclinazione è costante
Una curva di domanda lineare che presenta un’inclinazione costante (dovuta al fatto che la relazione di cambiamento tra prezzo e
quantità è sempre lo stesso), presenta un’elasticità diversa.
Pendenza ≠ Elasticità
La diversità tra pendenza ed elasticità dipende dal fatto che la prima mette in relazione la variazione di due variabili (prezzo e
quantità) mentre la seconda mette in relazione le variazioni percentuali delle stesse variabili
Pendenza ≠ Elasticità
Pendenza ≠ Elasticità
Beni normali:
Un aumento del livello di reddito ne fa aumentare il consumo: hanno un’elasticità della domanda rispetto al reddito positiva.
Beni inferiori:
un aumento del livello del reddito ne fa diminuire la quantità domandata: l’elasticità della domanda rispetto al reddito è negativa
Elasticità Incrociata
Elasticità Incrociata
Beni sostituti:
segno positivo dell’elasticità, un aumento del prezzo del bene Y comporta un aumento della quantità domandata del bene X
Beni complementari:
Segno negativo dell’elasticità, un aumento del prezzo del bene Y comporta una riduzione della domanda del bene X.
È la misura della variazione della quantità offerta di un bene a fronte dell’aumento del prezzo del bene stesso
Può assumere valori tra 0 e 唴 Il valore “critico ” per definire l’S elastica o rigida è 1
L’S di un bene si dice elastica se a fronte di una variazione contenuta del prezzo la quantità offerta aumenta
notevolmente
L’S di un bene si dice anelastica se le variazioni delle quantità offerte sono contenute anche a fronte di un notevole
aumento del prezzo
Dipende dalla flessibilità dei venditori al cambiamento delle quantità che producono.
Dipende dal periodo di tempo:
l’S è sempre più elastica nel lungo periodo che non nel breve, poiché cresce con la capacità dei venditori di variare
l’ammontare dell’output offerto
nel bp l’impianto di produzione e la tecnologia sono dati
nel lp possono variare
ε<1
ε=0
ε >1
ε = 10% = 1,5
15%
1 – Le Buone Notizie per l’Agricoltura Possono Essere Cattive Notizie per gli Agricoltori?
La curva di offerta si sposta verso destra, mentre la curva di domanda non si muove.
Il nuovo equilibrio di mercato viene identificato da un nuovo punto caratterizzato da un prezzo più basso ed una quantità
maggiore.
1 – Le Buone Notizie per l’Agricoltura Possono Essere Cattive Notizie per gli Agricoltori?
Con il nuovo equilibrio di mercato varia il RT poiché la quantità aumenta ed il prezzo diminuisce.
Il cambiamento del RT è legato all’elasticità della curva di D del grano, essendo anelastica, ad una variazione consistente del
prezzo corrisponde una variazione minima della quantità
1 – Le Buone Notizie per l’Agricoltura Possono Essere Cattive Notizie per gli Agricoltori?
= 3€ x 100 = 300€ RT = 2€ x 110 = 220€
1 – Le Buone Notizie per l’Agricoltura Possono Essere Cattive Notizie per gli Agricoltori?
: interviene con sussidi per distruggere i raccolti allo scopo di far diminuire l’offerta dei prodotti agricoli in modo da far risalire il
prezzo.
2– Perché l’OPEC Non è Riuscita a Mantenere Alto il Prezzo del Greggio?
Tra gli anni ’70 e i ’90 il prezzo del petrolio non è mai risultato duraturo nonostante le manovre.
La D e l’S interagiscono diversamente in relazione al periodo di tempo:
nel bp sono anelastiche
nel lp sono elastiche
2– Perché l’OPEC Non è Riuscita a Mantenere Alto il Prezzo del Greggio?
Nel BP domanda ed offerta sono anelastiche per cui ad una contrazione dell’S corrisponde un forte aumento del prezzo
Nel LP domanda ed offerta sono elastiche per cui il medesimo spostamento della curva di S determina un modesto
aumento del prezzo
3– Proibire la Droga fa Aumentare i Crimini Correlati?
abilendo:
Se le curve si spostano
La curva di D è anelastica (il consumatore non cambia le sue abitudini in rapporto all’aumento del prezzo) per cui un’azione
drastica (identificabile con la riduzione dell’S ) da parte dello Stato determina un aumento del RT e quindi della
criminalità
Con un piano educativo si influenza la D che diminuisce, mentre l’S resta invariata;
Anche in questo caso bisogna guardare al periodo di tempo: nel BP l’aumento di prezzo non è un deterrente, ma nel LP
esso può essere scoraggiante per nuovi adepti, (l’elasticità aumenta).
Le condizioni del mercato possono essere efficienti ma non necessariamente l’esito del mercato è soddisfacente
Lo strumento della domanda e dell’offerta permette di entrare nell’ambito della politica economica per analizzare i
provvedimenti volti al miglioramento delle condizioni sociali.
Provvedimenti di Politica Economica
il controllo dei prezzi, con l’imposizione per legge di livelli massimi o minimi (equo canone, salario minimo)
imposte sui consumi o sulla produzione (IVA, imposte di fabbricazione, di registro, accise)
Controllo dei Prezzi
Viene utilizzato quando i governi ritengono che i prezzi di mercato siano iniqui per i venditori o per i compratori pertanto vengono
fissati per legge livelli minimi o massimi.
Il prezzo massimo non è vincolante poiché viene fissato al di sopra di quello di equilibrio ed il provvedimento non genera
alcun effetto
Il prezzo massimo è vincolante poiché viene fissato al di sotto del livello di equilibrio per cui il provvedimento genera
fenomeni di scarsità(eccesso di domanda)
Controllo dei Prezzi :
Prezzo Massimo
la coda
Situazioni che rendono inefficiente e potenzialmente iniquo il mercato rispetto ad una situazione di equilibrio tradizionale
Esempi pratici:
Il prezzo minimo non è vincolante poiché viene fissato al di sotto di quello di equilibrio ed il provvedimento non genera alcun
effetto
Il prezzo minimo è vincolante poiché viene fissato al di sopra del livello di equilibrio per cui il provvedimento genera
fenomeni di eccedenza
Controllo dei Prezzi :
Prezzo Minimo
I fenomeni di eccedenza determinano a loro volta meccanismi di razionamento del tutto soggettivi che rendono iniquo il
mercato
Per i lavoratori altamente qualificati, poiché percepiscono una retribuzione elevata, il salario minimo non è vincolante.
Imposte
Le imposte modificano i prezzi creando nuovi equilibri di mercato sulla base dei quali gli oneri delle imposte si dividono tra
compratori e venditori.
Incidenza dell’imposta: la ripartizione dell’onere fiscale tra diverse categorie di soggetti economici
L’effetto dell’imposta è sulla domanda di gelato, la curva di offerta non viene toccata.
L’imposta fa spostare la curva di domanda verso il basso, di una quantità pari all’ammontare dell’imposta.
L’equilibrio si sposta con una riduzione sia della quantità che del prezzo
i compratori pagano un prezzo superiore sia di quello di equilibrio al netto dell’imposta sia di quello del nuovo equilibrio
L’onere dell’imposta ricade pertanto sia sui compratori che sui venditori in maniera proporzionale
L’imposta fa spostare la curva di offerta verso destra, di una quantità pari all’ammontare dell’imposta.
L’equilibrio si sposta con una riduzione della quantità ed un aumento del prezzo
Imposte
Le imposte, sia sul consumo che sulla produzione hanno effetti finali sul mercato equivalenti:
Imposte
L’onere fiscale viene ripartito tra venditori e compratori in una misura variabile che dipende dall’elasticità delle curve di
domanda ed offerta:
Imposte
L’onere fiscale ricade maggiormente sulla componente del mercato meno elastica poiché nel caso di una tassazione le
alternative di consumare o di produrre quel bene diminuiscono.
chi possiede meno alternative di uscire dal mercato deve sopportare l’onere fiscale maggiore.
L’equilibrio riflette il modo in cui le forze di mercato determinano l’allocazione delle risorse scarse.
Se l’allocazione determinata dal mercato sia desiderabile o meno è stabilito dall’economia del benessere
L’economia del benessere è lo studio del rapporto tra l’allocazione delle risorse ed il benessere economico
MA
è importante verificare se l’equilibrio del mercato perfettamente concorrenziale massimizza il benessere totale dei soggetti
economici
Dimostra che l’equilibrio di mercato determina il massimo dei benefici e quindi il raggiungimento del benessere sociale
E’ una branca dell’economia che analizza come l’allocazione delle risorse possa influenzare il benessere economico degli
agenti.
Il surplus del consumatore misura il benessere dal punto di vista dei compratori
Il surplus del produttore misura il benessere dal punto di vista dei venditori
Disponibilità a Pagare
È il prezzo massimo che un compratore è disposto a pagare (ciò che può e vuole pagare) per avere un certo bene o servizio.
Misura il valore effettivo del bene o del servizio per quel compratore.
La disponibilità a pagare è vincolata ai benefici che il consumatore si aspetta di ricevere da quel bene.
Disponibilità a Pagare
La domanda di mercato indica le diverse quantità che i compratori vorrebbero e potrebbero acquistare ai diversi prezzi
La rendita (il surplus) del consumatore è la differenza tra quanto il singolo consumatore sarebbe disposto a pagare per un bene
e quanto paga effettivamente quel bene.
La curva di domanda riflette la disponibilità a pagare per cui può essere utilizzata per misurare la rendita del consumatore
La Misura del Surplus
del Consumatore
Il surplus del consumatore è misurato dall’area compresa tra la curva di domanda ed il livello del prezzo di mercato.
L’altezza della curva indica il valore attribuito al bene quindi la DAP
La differenza tra la DAP ed il livello del prezzo è la rendita
L’area sottesa alla curva di D oltre il livello del prezzo indica la rendita totale
La Misura del Surplus
del Consumatore
Il surplus del consumatore cresce al ridursi del prezzo di mercato, e viceversa
Se il prezzo diminuisce:
i consumatori con la maggiore disponibilità a pagare incrementano il loro surplus;
anche i consumatori con una disponibilità a pagare inferiore possono acquistare il bene
La Misura del Surplus
del Consumatore
Il surplus del consumatore rappresenta uno strumento efficace per misurare, all’interno di un dato mercato, il benessere
economico (giudizio normativo) ad eccezione di situazioni particolari.
Il Costo Opportunità del Venditore
La curva di offerta indica le diverse quantità che il venditore vuole e può offrire sul mercato ai diversi prezzi.
Può essere interpretata anche come una curva di costo, compreso il costo opportunità del tempo del produttore : ogni decisione
di produzione ed offerta comportano la rinuncia ad un’alternativa
Costo = costo-opportunità
La Disponibilità a Vendere
Il costo di produzione coincide con il prezzo minimo che il produttore può accettare, pertanto il costo misura la
disponibilità a vendere del produttori.
Il costo opportunità del venditore misura la sua disponibilità a vendere: è il prezzo minore che il venditore è disposto ad
accettare per offrire sul mercato una unità di un bene
La Disponibilità a Vendere
Il costo opportunità quantifica il prezzo necessario perché il venditore sia compensato delle spese sostenute per produrre quel
bene.
In caso di curva di offerta crescente, il costo opportunità marginale (il costo dell’ultima unità prodotta) aumenta al crescere
dell’offerta.
Il surplus misura il beneficio totale che il venditore riceve nel partecipare al mercato.
Il surplus del venditore è rappresentato dall’area compresa tra il prezzo di mercato e la curva di offerta
Il Surplus del Produttore
Scheda di Offerta
Curva di Offerta e
Disponibilità a Vendere
Il prezzo definito nella curva di offerta è pari alla disponibilità a vendere del produttore marginale
La curva di offerta riflette la disponibilità a vendere per cui può essere utilizzata per misurare la rendita del produttore
allora:
Surplus totale = valore per il consumatore – il costo della produzione
Efficienza ed Equità
Efficienza : caratteristica di un’allocazione
di risorse che permette di massimizzare
la rendita totale di cui godono
tutti i membri della società
Un libero mercato produce esattamente la quantità di un bene che massimizza la somma dei surplus
Libero Mercato ed Efficienza
Il libero mercato produce esattamente la quantità di un bene che massimizza il surplus totale
Fallimento di Mercato:
Potere di Mercato
Se un mercato non è perfettamente concorrenziale qualche soggetto economico può godere del potere di mercato.
Conseguentemente l’allocazione delle risorse non è più efficiente e si genera il fallimento del mercato stesso
Fallimento di Mercato:
Esternalità
Si hanno esternalità quando il risultato del mercato ha effetti esterni su individui diversi dai compratori e dai venditori che
partecipano a quel mercato
Le esternalità sono benefici o costi imposti a terzi che non sono né consumatori né produttori di quel bene oggetto di scambio.
Le esternalità determinano allocazioni inefficienti e quindi fallimento del mercato
Conclusione
Un’allocazione delle risorse che rende massima la somma delle rendite dei produttori e dei consumatori è detta efficiente
Un’allocazione efficiente non necessariamente è equa
Il potere di mercato e le esternalità possono determinare allocazioni inefficienti e quindi generare il fallimento del mercato
Fallimento di Mercato
I mercati possono fallire ed uno dei motivi è la presenza delle esternalità.
Esternalità : effetto dell’azione di un soggetto economico sul benessere di altri soggetti non coinvolti nel mercato
Esternalità
In presenza di esternalità l’interesse sociale nei confronti del risultato di mercato si estende anche a terzi che ne vengono
condizionati e non è limitato a quello di compratori e venditori.
Gli agenti direttamente coinvolti nel mercato, non tenendo conto degli effetti esterni delle loro scelte economiche dal lato della
domanda e dell’offerta, nn permettono al mercato stesso di massimizzare il beneficio totale per la società
Esternalità
Quando l’esito di una transazione di mercato condiziona il benessere di soggetti non direttamente coinvolti (“terzi” perché
diversi dal compratore e dal venditore) si genera un effetto detto esternalità.
la presenza di esternalità impedisce al mercato il raggiungimento dell’allocazione efficiente delle risorse.
PERCHE’?
Esternalità
Perché in presenza di esternalità dovremmo tenere conto del benessere anche dei soggetti “terzi”: l’interesse collettivo all’esito
del mercato va oltre il benessere dei soli venditori e compratori coinvolti….
…..ma la transazione non riesce a tenere conto di questa nuova crcostanza.
Interventi di Governo
Quando il mercato fallisce perché l’equilibrio che ha raggiunto non massimizza il benessere sociale può rivelarsi utile l’intervento
del governo.
Esempio: agevolazioni fiscali per i proprietari di beni storico-artistici a fronte di un restauro in alternativa alla
demolizione
Esternalità Negative
nella Produzione
In presenza di un’esternalità negativa il mercato (cioè il prezzo) dà un segnale (o incentivo) sbagliato a compratori e venditori
sulla quantità da domandare e da offrire.
Le decisioni degli agenti del mercato tengono conto dei costi opportunità privati, ma ignorano il danno che le transazioni su quel
mercato causano a terzi, sottovalutando il costo sociale
Esternalità Negative
nella Produzione
Nel mercato si produrrà e consumerà “troppo”di un dato bene rispetto a quanto sarebbe socialmente utile e desiderabile.
Un’esternalità negativa nella produzione di un dato bene (es. inquinamento) genera una nuova curva di offerta che rappresenta
l’intero costo sociale, cioè che tiene conto sia del costo privato sia del costo per i terzi danneggiati
Esternalità Negative
nella Produzione
Per indurre gli agenti di mercato (nel nostro caso i produttori) ad agire come se la curva di S sia davvero quella del costo sociale,
occorre modificare il loro sistema di incentivi cosicché il loro comportamento tenga conto dell’esternalità negativa che essi
stessi generano.
Come Ottenere l’Output Efficiente
Internalizzare una esternalità : alterare il sistema degli incentivi in modo da indurre i soggetti economici a tenere conto
dell’effetto delle loro azioni.
Per esempio l’imposizione di una tassa per ogni unità prodotta di quel bene produrrebbe lo spostamento della curva di S verso
l’alto fino a farla coincidere con quella del costo sociale.
(nel caso di esternalità positive si parlerebbe di sussidio)
Esternalità Positive
nella Produzione
Esempio : la scolarizzazione
La quantità socialmente ottimale è superiore a quella che si determina nell’equilibrio di mercato.
L’intervento statale si esplica attraverso un sussidio (borse di studio ecc.) per spostare la D verso la curva del valore sociale
Considerazioni Generali
Le esternalità negative nella produzione o nel consumo tendono a creare un mercato più ampio di quanto sia socialmente desiderabile
Le esternalità positive nella produzione o nel consumo tendono a creare un mercato più contenuto di quanto sarebbe socialmente
desiderabile
Per rimediare lo Stato può intervenire o attraverso tassazioni o introducendo sussidi.
In alcuni casi i soggetti privati, senza l’ausilio del governo, possono porre rimedio alle inefficienze del mercato, spostando
l’allocazione delle risorse verso l’ottimo sociale.
Codici etici e sanzioni sociali (non fumare dove e proibito)
Beneficenza ed attività conseguente (donazioni)
Integrazione tra attività diverse ma correlate
Contratti tra privati
Diritti di Proprietà
Il Teorema di Coase
Il teorema afferma che la contrattazione privata può internalizzare le esternalità ottenendo la soluzione efficace a patto di
aver ben definito i relativi DdP
Il teorema è stato formulato nel 1960 e valse il premio Nobel per l’economia al suo utore nel 1991
Il Teorema di Coase
Teorema :”se tutte le parti del mercato possono contrattare senza costi l’allocazione delle risorse ( o scambiare senza
costi i DdP) allora il libero mercato risolve da solo il problema delle esternalità generando l’allocazione efficiente delle
risorse”
Il Teorema di Coase
Corollario : se vale il teorema, il sistema economico può raggiungere la soluzione del massimo benessere indipendentemente
dall’allocazione iniziale dei diritti di proprietà (cioè a prescindere da chi ha la legge a proprio favore come nel caso per es.
dell’inquinamento)
Il teorema di Coase fallisce a sua volta in presenza di costi di transazione cosi elevati da rendere impossibile l’accordo tra le parti
costi di transazione : tutti i costi che le parti devono sostenere per raggiungere ed implementare un accordo
(es. spese legali)
Il Teorema fallisce anche quando i DdP non sono ben definiti.
In entrambe le situazioni che determinano il fallimento del teorema di Coase, il problema delle esternalità perdura in quanto
manca il mercato per quel bene specifico: la struttura dei mercati si dice incompleta.
Si ripropone la strada dell’intervento pubblico per favorire la creazione del mercato mancante.
Intervento Pubblico ed Esternalità
Regolamentazione
Le esternalità possono essere risolte per esempio vietando l’azione che le provoca, oppure rendendo obbligatori determinati
comportamenti (es. inquinamento).
In alcuni casi il veto non è possibile per cui si cerca di stabilire dei limiti tollerabili del problema stesso
Intervento Pubblico ed Esternalità
Sono diverse dalle altre imposte, che generano un allontanamento dall’allocazione delle risorse ottimale, poiché agiscono in
presenza di esternalità generando una allocazione delle risorse che tiene conto delle esigenze sociali
A Confronto
Regolamentazione :
determina il livello, stabilisce il valore dell’esternalità e del suo effetto negativo
non necessariamente è efficiente perché una medesima imposizione può avere costi diversi per i soggetti economici
Imposta Pigoviana:
tassando l’effetto negativo crea un incentivo per non generare l’esternalità
può risultare più efficiente in quanto definisce un prezzo per l’esternalità creando un mercato
A Confronto
Consideriamo l’esempio di una esternalità negativa come l’inquinamento e analizziamo perchè la tassa è preferibile alla
regolamentazione:
La regolamentazione impone ad ognuno di ridurre l’inquinamento della stessa quantità a cui non necessariamente corrispondono
costi identici
La tassa definisce un prezzo per il diritto ad inquinare, alloca l’inquinamento su quegli impianti che dovrebbero sopportare un
costo alto per eliminarlo (costo>tassa)
A Confronto
La tassa quindi:
riduce l’inquinamento nella stessa proporzione se ben calcolata
ottiene una riduzione in maniera più efficiente
crea un incentivo per sviluppare tecnologie più pulite
Permessi di Inquinamento Negoziabili
Supponiamo che:
Il governo consenta ad un’impresa di aumentare le sue emissioni a condizione che convinca un’altra a diminuire le proprie della
stessa quantità.
Permessi di Inquinamento Negoziabili
La soluzione è efficiente perché:
Il maggiore inquinamento è allocato all’impresa per cui il costo delle misure anti-inquinamento è più alto
Si crea un nuovo mercato di un nuovo bene, che diventa ben presto una risorsa scarsa: i permessi di inquinare.
Le imprese i cui costi anti-inquinamento sono più elevati sono disposte a pagare di più questi permessi.
Permessi Negoziabili e
Imposte Pigoviane
Assenza di Mercato
La maggior parte dei beni sono allocati attraverso il mercato ed i prezzi sono i segnali che guidano le decisioni di venditori e
compratori.
Se un bene non ha prezzo, poiché non esiste il mercato di riferimento, allora non vi è incentivo alla sua produzione mentre i
consumatori ne domandano quantità eccessive.
Il benessere sociale non viene massimizzato ed il mercato fallisce.
I beni di un sistema economico possono essere raggruppati in base a due principi: escludibilità e rivalità .
ludibilità : un bene è escludibile quando è legalmente e/o tecnologicamente possibile impedire a qualcun altro di goderne. È legata
all’esistenza dei DdP: chi ha DdP può escludere gli altri dal godimento di quel bene.
E’ quindi la proprietà di un bene in forza della quale ad un individuo possa esserne impedito l’uso
Rivalità : un bene è rivale quando il consumo da parte di un soggetto limita la possibilità (o impedisce del tutto) di godimento
dello stesso bene da parte di un altro soggetto.
E’ quindi la proprietà di un bene in forza della quale l’uso da parte di un individuo ne limita la possibilità di godimento da parte di
un altro.
Le risorse collettive: sono rivali ma non escludibili. Sono beni il cui utilizzo impedisce ad altri di goderne ma al tempo stesso
la possibilità di utilizzarli è illimitata.
I monopoli naturali: sono escludibili ma non rivali. Sono beni che possono essere esclusi dall’utilizzo, ma il loro utilizzo da
parte di un individuo non esclude un altro.
La non escludibilità fa si che sia possibile consumare un bene pubblico senza pagare alcun prezzo.
La non rivalità fa si che ciascuno possa utilizzare il bene pubblico senza ridurne la dotazione a disposizione per il consumo altrui.
Beni Pubblici
Gli individui ricevono un beneficio senza dover fornire un corrispettivo a qualcun altro per l’uso di una risorsa scarsa
Beni Pubblici
Il problema , tipico di una qualunque esternalità positiva, è che il mercato produce troppo poco del bene in questione, cioè una
quantità inferiore a quella socialmente efficiente.
Nel caso di un bene pubblico il problema è più complesso: poiché non è possibile ottenere alcuna remunerazione per tale attività,
chi produce il bene pubblico?
Beni Pubblici
Gli incentivi di mercato per la produzione di un bene pubblico sono pari a zero e dunque la produzione di tale bene sarà zero: la
struttura dei mercati è incompleta perché manca il mercato dei beni pubblici
Free-rider : chi, pur godendo di un bene o servizio non paga il relativo prezzo
Poiché nessuno può essere escluso dal godere dei benefici di un bene pubblico, ciascuno agirà da free-rider confidando sul fatto
che altri pagheranno per la produzione del bene.
Beni Pubblici e Free-Riding
Ma se tutti agiscono in questo modo, nessuno paga il bene per cui non esiste alcun incentivo per la produzione privata del bene
pubblico.
La soluzione possibile è che il governo fornisca quel bene i cui benefici superano i costi.
L’intervento pubblico può far aumentare il benessere collettivo fornendo il bene e recuperandone i costi attraverso la tassazione
Beni Pubblici Importanti
La difesa nazionale
La ricerca di base ( conoscenza generica e conoscenza specifica)
I provvedimenti per combattere la povertà
Istruzione
Sanità
Analisi Costi - Benefici
Analisi costi – benefici : studio che mette a confronto i costi ed i benefici derivanti ad una comunità dalla fornitura di un bene
pubblico.
Viene utilizzata per poter prendere una decisione in merito alla fornitura di un bene pubblico, attraverso la stima dei costi totali
e dei benefici totali che lo stesso bene può fornire alla società.
Analisi Costi - Benefici
E’ un’analisi difficile da eseguire perché i beni oggetto della stima non hanno un prezzo definito di mercato a cui fare
riferimento.
In mancanza di segnali di prezzo si dovrebbero conoscere le preferenze della collettività, ma questo risulta molto complicato
(problema della rivelazione delle preferenze).
il valore della vita, del tempo, della bellezza, ecc. sono grandezze difficilmente misurabili.
Risorse Collettive
Sono beni non escludibili ma sono rivali, l’uso di un individuo ne riduce la disponibilità per altri.
La difficoltà è legata, una volta che il bene è reso disponibile, alla tipologia di utilizzo: quanto lo uso e come lo uso.
Una risorsa collettiva funziona bene finché è abbondante rispetto al bisogno. Tuttavia proprio l’abbondanza stimola la
prosperità, la crescita delle attività economiche che la sfruttano, fino al punto che essa viene sfruttata troppo e diviene sterile.
Risorse Collettive
La ragione di una situazione tale risiede nella differenza tra incentivi individuali ed incentivi sociali: gli utenti collettivamente
manterrebbero l’attività ad un livello compatibile con la sua conservazione, ma individualmente non hanno interesse a farlo,
perché il deperimento della risorsa dipende solo marginalmente dalla loro attività.
È un caso di esternalità: ciascuno produce un’esternalità negativa sugli altri, ma non ne tengono conto nel decidere la quantità da
produrre
Soluzioni Possibili
La legge dell’offerta : le imprese sono desiderose di produrre e vendere quantità crescenti di un bene al crescere del suo
prezzo.
La curva di offerta viene determinata dalle decisioni delle imprese che operano nel mercato e che possono essere capite
analizzando in dettaglio le dinamiche del mercato stesso.
Organizzazione dei settori industriali: studio delle modalità con cui le decisioni delle imprese sui prezzi e sulle quantità
dipendono dalle condizioni del mercato di riferimento
Ricavo Totale, Costo Totale e Profitto
Ricavo Totale: è la somma che un’impresa incassa totalmente per la vendita del proprio prodotto. Si calcola semplicemente
moltiplicando la quantità prodotta per il prezzo di vendita
Costo Totale: la somma che un’impresa spende complessivamente per acquistare i fattori della produzione. Il calcolo è più
complicato perché si devono includere anche tutti i costi-opportunità.
Il profitto è spesso denominato come rendita del produttore : l’ammontare che un venditore riceve meno i costi di produzione. È
una misura dei benefici del produttore pertanto graficamente può essere individuato dall’area generata dall’incontro della curva
di S con il livello del prezzo di equilibrio.
Costi espliciti : sono costi che implicano flussi monetari osservabili (es. spese per garantirsi l’uso dei diversi fattori
della produzione)
Costi impliciti: costi che non implicano flussi monetari osservabili (es. molti costi - opportunità).
L’esistenza delle due tipologie di costo differenzia il lavoro del contabile rispetto a quello dell’economista, che studiano
le modalità che spingono le imprese nelle loro scelte pertanto prendono in considerazione anche i costi – opportunità. I contabili
registrano solo i flussi di cassa.
Profitto Economico e
Profitto Contabile
Il profitto economico, misurato dall’economista, è il risultato della differenza tra i ricavi ed i costi espliciti ed
impliciti.
Il profitto contabile, misurato dal contabile, è il risultato della differenza tra il ricavo ed i costi espliciti
La Funzione di Produzione
I costi sono sostenuti dalle imprese per acquistare i fattori necessari alla produzione di beni e servizi.
Esiste un legame tra i costi di produzione e il processo produttivo stesso. Per poterlo analizzare partiamo da una
situazione di breve periodo in cui la dimensione degli impianti è fissa e si può variare solo il numero degli addetti
La Funzione di Produzione
La Funzione di Produzione
La funzione di produzione è la relazione che intercorre tra la quantità di fattori utilizzata per produrre un
bene e la quantità prodotta. Essa caratterizza la singola impresa. La forma dipende dalla tecnologia.
Una funzione di produzione può essere rappresentata con un’equazione in cui il livello produttivo y dipende dalle quantità dei
fattori v1, v2,… vn impiegati per realizzarlo:
Y = f (v1, v2,… vn)
Prodotto marginale di un fattore: l’incremento di prodotto che si ottiene aumentando di una unità l’utilizzo di
uno dei fattori, a parità di tutti gli altri.
Principio del Prodotto Marginale Decrescente:
Il prodotto marginale di un fattore di produzione decresce al crescere della quantità utilizzata del fattore stesso
Funzione di Produzione e
Prodotto Marginale decrescente
Trasferendo in un sistema di assi cartesiani i valori della tabella otteniamo graficamente la funzione di
produzione che rappresenta l’andamento dell’output al variare di un solo fattore produttivo.
La funzione di produzione ha pendenza decrescente a causa del principio del prodotto marginale decrescente
Prodotto Marginale decrescente
La diminuzione del prodotto marginale è la proprietà per cui il prodotto generato per unità di un fattore
produttivo diminuisce con l’aumento dell’impiego del fattore stesso.
Es.: ogni dipendente aggiuntivo contribuisce meno che proporzionalmente alla produzione perché l’impresa
ha impianti limitati
Prodotto Marginale decrescente
La pendenza della funzione di produzione misura il prodotto marginale di un fattore produttivo (come per es. il
lavoratore).
Quando il prodotto marginale declina, la funzione di produzione diventa “piatta”.
Classificazione dei Fattori
della Produzione
Una funzione di produzione può essere rappresentata con un’equazione in cui il livello produttivo y dipende dalle quantità dei
fattori v1, v2,… vn impiegati per realizzarlo:
Y = f(v1, v2,… vn)
in base al controllo che l’imprenditore può esercitare su di essi, si possono suddividere in:
Esogeni: sfuggono al controllo dell’imprenditore
Endogeni: che ricadono sotto il controllo dell’imprenditore
I Costi di Produzione
La massimizzazione del profitto prevede la conoscenza dei ricavi di produzione e dei costi di produzione
La Funzione di Produzione
Il costo medio totale ci dice qual è il costo dell’unità di prodotto se si ripartisce il costo totale uniformemente su tutta la
produzione,
il costo marginale ci dice come aumenta il costo totale in conseguenza di un incremento unitario della quantità prodotta
Costo Marginale:
CM = CT / Q
Abbreviazioni Utilizzate
se la produzione è bassa vengono impiegati pochi addetti ed una parte delle attrezzature non sono sfruttate la
produzione può essere aumentata ad un costo relativamente basso;
se la produzione è elevata gli addetti sono molti e le attrezzature pienamente sfruttate la produzione può essere
aumentata solo a costi elevati
è la somma del costo medio fisso e del costo medio variabile: il costo medio fisso diminuisce progressivamente al crescere
della produzione mentre il costo medio variabile cresce al crescere della produzione ma in modo più che proporzionale: la forma
del costo medio totale è il risultato di queste caratteristiche.
a livelli bassi di produzione il costo medio totale è elevato perché il costo fisso è ripartito su poche unità; quindi diminuisce
fino ad un minimo dopodichè riprende a crescere perché spinto dal costo medio variabile;
La tipica f (x) di produzione nel BP ha un andamento ad “s” in rapporto alla legge dei rendimenti decrescenti secondo la quale
l’aggiunta di un fattore produttivo, tenendo fissi tutti gli altri, determina in una prima fase una crescita della produzione più che
proporzionale rispetto all’input e successivamente una crescita meno che proporzionale
All’aumentare dell’impiego del fattore produttivo considerato , la produzione aumenta, raggiunge il suo massimo e
successivamente diminuisce.
Il PMe del fattore produttivo considerato(ovvero la produzione per unità di quel fattore) aumenta e successivamente diminuisce
Il PM (ovvero il prodotto addizionale di una unità di quel fattore) inizialmente aumenta e poi diminuisce
L’ andamento curve PM e PMe è conseguenza della legge dei rendimenti marginali decrescenti (nel brevissimo periodo, la
produttività marginale del fattore variabile aumenta perché si sfrutta la capacità inutilizzata del fattore fisso, poi raggiunge un
massimo, infine nel breve periodo decresce perché il fattore è fisso e abbiamo raggiunto il livello di pieno utilizzo)
La funzione di produzione nel breve periodo
Prodotto medio = PT / Q (assume forma U rovesciata)
Prodotto marginale: quantità di prodotto realizzata impiegando una unità aggiuntiva di fattore
PT/ X
Per variazioni infinitesimali è pari alla derivata prima della curva PT (pendenza retta tangente)
La P’ interseca la PM nel punto di massimo
A sinistra del punto di intersezione P’>PM
A destra del punto di intersezione P’<PM
L’andamento della produzione nel medio-lungo periodo dipende dai rendimenti di scala
Rendimenti di scala : come varia la produzione nel lungo periodo quando tutti i fattori di produzione variano
Se l’incremento dei fattori produttivi comporta un incremento della produzione maggiore di quello dei fattori stessi, allora la
funzione di produzione esibisce rendimenti di scala crescenti
Se l’incremento della produzione è esattamente uguale, allora la funzione di produzione presenta rendimenti di scala costanti
Se l’incremento corrispondente è inferiore a quello dei fattori produttivi, allora la funzione di produzione ha rendimenti di scale
decrescenti
La Funzione di Produzione nel Lungo Periodo
Rendimenti di scala
Costanti
Variazione proporzionale
Crescenti
Variazione più che proporzionale (all’aumentare della quantità di fattori produttivi, la produzione aumenta in modo più
che proporzionale)
Decrescenti
Variazione meno che proporzionale
Non è infrequente il caso il cui nel tempo i rendimenti di scala mutano (crescenti, costanti e decrescenti)
I rendimenti di scala decrescenti non hanno nulla a che vedere con la legge dei rendimenti marginali decrescenti
Il prodotto marginale dei singoli fattori può essere decrescente, ma la funzione di produzione può avere rendimenti di scala
decrescenti, costanti o persino crescenti
quantità prodotta
quantità prodotta
quantità prodotta
Le Economie di Scala
condizioni favorevoli acquisto materie prime e beni intermedi per quantitativi elevati (prezzi più bassi)
Le Economie di Scala
controllo del mercato correlato con la scala di produzione
Condizioni creditizie più favorevoli (tassi inferiori) e maggiore facilità di reperimento di capitale monetario che
l'impresa più grande ha rispetto alla più piccola (costi di ricerca credito inferiori)
Le Economie di Scala
Miglioramento della conoscenza prodotto da esperienza e apprendimento (economie di apprendimento)
Sono state individuate diverse tipologie di economie di apprendimento: learning-by-doing (o imparar facendo),
learning-by-using, learning-by-interacting, ecc...
Divisione e specializzazione del lavoro che accresce produttività lavoro: es. catene di montaggio (economie di
specializzazione
Le Diseconomie di Scala
Svantaggio in termini di aumento dei costi medi al crescere della produzione
Eccesso di capitale fisso (ancora da ammortizzare) impedisce di rinnovare in tempi brevi la propria tecnologia
Le Diseconomie di Scala
Inerzia (riluttanza al cambiamento)
Anche quando ci si accorge che la propria tecnologia è inefficiente, questa non viene rinnovata
Alti costi del personale
L’analisi del comportamento delle imprese in un mercato concorrenziale permette di capire come le decisioni prese abbiano
un’influenza sulla forma della curva di offerta.
La curva di offerta è strettamente dipendente dalle curve dei costi: ma quale tipologia di costo ha maggiore influenza
nella scelta della quantità da offrire sul mercato?
Caratteristiche della
Concorrenza Perfetta
Nel mercato sono presenti numerosi compratori e venditori (non si creano situazioni di potere di mercato)
Ciascuna impresa contribuisce soltanto ad una piccolissima quota dell’offerta aggregata presente in quel mercato
Caratteristiche della
Concorrenza Perfetta
In un mercato concorrenziale per la singola impresa il prezzo è dato (l’impresa è price taker): il prezzo che
l’impresa riceve per il suo prodotto è determinato dal mercato
Caratteristiche della
Concorrenza Perfetta
Obiettivo dell’impresa è la massimizzazione del profitto, inteso come la differenza tra il ricavo totale ed il costo totale
Ricavo Totale: somma che l’impresa incassa vendendo tutta la quantità prodotta ad un dato prezzo
(PxQ)
Il Ricavo dell’Impresa in
Concorrenza Perfetta
Per tutte le imprese, non solo in concorrenza perfetta, il ricavo medio ed il prezzo medio del bene coincidono
Il Ricavo dell’Impresa in
Concorrenza Perfetta
Ricavo Marginale : aumento del ricavo totale a fronte di un aumento unitario della quantità venduta
RM = RT / Q = P x Q / Q = P
In concorrenza perfetta, il ricavo medio, ricavo marginale ed il prezzo medio del bene coincidono
Per ottenere la massimizzazione del profitto l’impresa scegli di produrre quella quantità che presenta il valore maggiore
della differenza tra ricavi e costi
È possibile ottenere lo stesso risultato individuando la quantità che massimizza il profitto comparando il costo marginale
ed il ricavo marginale corrispondenti ad ogni quantità prodotta
Massimizzazione del Profitto
Gli individui razionali pensano al margine ed operando continui adattamenti incrementali al livello della produzione
produrranno la quantità che massimizza il profitto.
Le Curve di Costo in
Concorrenza Perfetta
La curva del costo marginale interseca la curva del costo medio totale nel suo punto di minimo
il ricavo marginale.
CM = RM
La Curva di Costo Marginale come Curva di Offerta
Il prezzo in concorrenza perfetta è dato pertanto il ricavo marginale dell’impresa è uguale al prezzo di mercato.
Per ogni dato prezzo di mercato la quantità che massimizza il profitto è il risultato dell’incontro tra il livello del prezzo
con la curva del costo marginale.
Quando il prezzo di mercato aumenta, cresce anche il ricavo marginale che supera il costo marginale per cui la quantità
prodotta aumenta fino al nuovo punto di intersezione.
La Curva di Costo Marginale come Curva di Offerta
La curva del costo marginale determina la quantità offerta dall’impresa in concorrenza perfetta per ogni dato livello di
prezzo
La curva del costo marginale in concorrenza perfetta è anche la curva di offerta dell’impresa
Decisioni dell’Impresa
La decisione di stop alla produzione si riferisce alla scelta di breve periodo di non produrre nulla durante un certo
intervallo di tempo.
La decisione di uscita dal mercato si riferisce invece alla scelta di lungo periodo di abbandonare il mercato
Decisione di Sospendere la Produzione
L’impresa arresta la produzione se il ricavo che ottiene è inferiore al costo variabile:
RT < CV
Ma il ricavo totale diviso la quantità ci dà il ricavo medio che in concorrenza perfetta coincide con il prezzo di mercato:
RT/Q = RM = P
CV/Q = CMeV
Pertanto :
P > CMeV
Se il P > CMeV l’impresa produce, ma in perdita a causa dei costi fissi già sostenuti ed ormai “sommersi” (sunk-cost :
costi sostenuti ed irrecuperabili)
Se P > CMT l’impresa produce e cerca di allocarsi nella situazione che massimizza il profitto
in concorrenza perfetta
L’impresa deciderà di uscire dal mercato se il ricavo sarà inferiore al costo totale di produzione
Decisione di Lungo Periodo
di Entrare o Uscire dal Mercato
RT < CT
Ma il ricavo totale diviso la quantità ci dà il ricavo medio che in concorrenza perfetta coincide con il prezzo di mercato:
RT/Q = RMe = P
CT/Q = CMeT
Pertanto :
P < CMeT
L’impresa esce dal mercato se il prezzo del bene è inferiore al costo totale di produzione
RT > CT
Ma il ricavo totale diviso la quantità ci dà il ricavo medio che in concorrenza perfetta coincide con il prezzo di mercato:
RT/Q = RMe = P
CT/Q = CMeT
Pertanto :
P > CMeT
L’impresa esce dal mercato se il prezzo del bene è inferiore al costo totale di produzione
Se l’impresa è sul mercato produce la quantità per la quale il costo marginale è uguale al prezzo
Se il prezzo è inferiore al costo medio totale l’impresa decide di uscire dal mercato.
Se il prezzo è superiore al costo medio totale l’impresa decide di entrare nel mercato
in concorrenza perfetta
π = RT – CT
(RT/Q – CT/Q) xQ
Misurazione Grafica del Profitto per l’Impresa in Concorrenza Perfetta
Ma il ricavo totale diviso la quantità è il ricavo medio, che corrisponde al prezzo, cosi come il costo totale diviso la
quantità è il costo medio totale, abbiamo:
RT/Q = RMe = P
CT/Q = CMeT
P – CMeT x Q
Misurazione Grafica del Profitto per l’Impresa in Concorrenza Perfetta
π = (P - CMeT) x Q
Il profitto è rappresentato dall’area del rettangolo compreso tra il livello del prezzo ed il livello del costo medio totale
Curva di Offerta
La curva di offerta di un’impresa in concorrenza perfetta è sempre individuata dalla curva del costo marginale ma
occorre distinguere tra :
per ogni dato prezzo, ciascuna impresa offre la quantità per cui vale l’uguaglianza tra il livello dei prezzi ed il costo
marginale
l’offerta di mercato è data dalla somma orizzontale delle curve di costo marginale delle singole imprese
Curva di Offerta
in Concorrenza Perfetta
le imprese entrano ed escono dal mercato se il profitto è diverso da zero: entrano se maggiore, escono se minore
Nel lungo periodo le imprese ottengono un profitto pari a zero mentre il prezzo eguaglia il minimo del CMeT
La curva di offerta del mercato è una linea orizzontale corrispondente al livello di prezzo uguale al CMeT minimo.
Curva di Offerta
in Concorrenza Perfetta
Se le imprese hanno reddito positivo, altre imprese avranno interesse ad entrare nel mercato determinando un
aumento dell’S con conseguente abbassamento del prezzo e dei profitti. Se le imprese subiscono perdite si crea
un’uscita dal mercato, con diminuzione dell’S ed aumento del prezzo.
Al termine del processo stesso le imprese restanti devono realizzare profitti nulli
Curva di Offerta
in Concorrenza Perfetta
π = (P - CMeT) x Q
allora un’impresa ha profitto nullo solo se il prezzo eguaglia il costo medio totale:
Curva di Offerta
in Concorrenza Perfetta
Ma:
pertanto nel lungo periodo il costo medio totale ed il costo marginale tendono ad eguagliarsi
Curva di Offerta
in Concorrenza Perfetta
Ma:
costo medio totale e costo marginale sono uguali solo nel punto di minimo del costo medio totale
L’equilibrio di lungo periodo di un mercato concorrenziale con libertà di entrata ed uscita si ottiene quando le imprese operano
nella loro condizione di efficienza
Curva di Offerta
in Concorrenza Perfetta
La curva di offerta di lungo periodo in un mercato concorrenziale con numero variabile di imprese si desume dal fatto che
esiste un unico punto in cui il livello del prezzo è coerente con il profitto nullo: il minimo del costo medio totale
La curva di offerta di mercato sarà una linea orizzontale corrispondente a quel livello
Profitto normale: comprende la remunerazione normale per il rischio più il c.d. stipendio di dirigente. È la somma di tutte
le componenti del costo opportunità che deve considerare chi sceglie di fare l’imprenditore. Quindi il profitto normale fa
parte dei costi.
Extra - profitto: contempla l’eccedenza dei ricavi sui costi (questi ultimi comprendenti il profitto normale).
Nell’equilibrio di breve periodo un’impresa in concorrenza perfetta può ottenere extra – profitto.
Nell’equilibrio di lungo periodo un’impresa non ottiene extra – profitto ma profitto normale (per non uscire dal mercato). Per
questo si dice che l’impresa in concorrenza perfetta nel lungo periodo non ottiene né profitti né subisce perdite.
Condizione di partenza: equilibrio di lungo periodo per cui le imprese hanno profitti nulli ed il prezzo è uguale al costo medio
totale.
Condizione di BP: un incentivo fa crescere la domanda del bene spostando la curva di domanda verso destra e determinando un
nuovo equilibrio caratterizzato da un aumento della quantità offerta e del prezzo.
Condizione di BP: la crescita della quantità e del prezzo determina un aumento dei profitti per le imprese. Ma la curva di
offerta corrisponde a quella del costo marginale, da essa dipende l’aumento dell’offerta. Nel nuovo equilibrio di bp il
prezzo è superiore al costo medio totale e le imprese realizzano profitti positivi.
Condizione di LP: i profitti positivi incentivano nuove imprese ad entrare nel mercato provocando uno spostamento dell’offerta
verso destra determinando un nuovo aggiustamento che comporta una diminuzione del prezzo fino al valore di equilibrio
iniziale, ed un aumento della quantità offerta. I profitti tornano ad essere nulli e si bloccano nuove entrate.
Spostamento della Domanda
nel Bp e nel LP
L’aumento della domanda fa crescere prezzo e quantità di equilibrio nel BP. Le imprese ottengono extra – profitti perché
il P>CMeT.
Attratte dagli extra – profitti, nuove imprese (identiche a quelle attive) entrano sul mercato. Questo sposta la curva di
S di mercato nel BP.
Spostamento della Domanda
nel Bp e nel LP
Il processo di ingresso di nuove imprese si arresta quando, nel nuovo equilibrio di LP, gli extra – profitti tornano a zero
ed il P torna pari al minimo del CMe. Tuttavia ora il mercato conta un numero superiore di imprese attive.
Spostamento della Domanda
nel Bp e nel LP
La maggiore quantità domandata viene soddisfatta dal numero maggiore di imprese presenti, ma ciascuna di esse produce
la medesima quantità della condizione iniziale e vende ad un prezzo pari a quello dell’equilibrio iniziale.
Una Curva di S di LP Inclinata Positivamente
In alcuni casi la curva di S di LP per un mercato perfettamente concorrenziale può essere inclinata positivamente. Questo
dipende da alcuni fattori:
La disponibilità limitata di alcuni fattori di produzione (es. materie prime, disponibilità di personale specializzato, capacità
imprenditoriali) che rende via via più costoso produrre una maggiore quantità d beni
Una Curva di S di LP Inclinata Positivamente
Costi differenti delle diverse imprese. In questo caso il prezzo di mercato coincide con quello dell’impresa al margine
In generale, comunque. L’S di LP sarà sempre più elastica (quindi più “piatta”) di quella di BP, perché nel LP le imprese possono
entrare ed uscire dal mercato liberamente, quindi l’S è molto più reattiva alle variazioni del prezzo
Ricapitolando
In concorrenza perfetta l’impresa è price – taker, quindi il suo ricavo è proporzionale alla quantità prodotta.
Il profitto è massimo per la quantità che eguaglia il costo marginale ed il ricavo medio (quindi il prezzo)
Ricapitolando
Nel BP l’impresa sceglie di no produrre se il prezzo è al di sotto dei costi medi variabili.
Nel LP l’impresa esce dal mercato se il prezzo è al di sotto dei costi medi totali.
Se il numero delle imprese può cambiare liberamente, nel LP il prezzo eguaglia il costo medio totale minimo ed il numero
delle imprese cambia sino a che si realizza la situazione di profitto nullo.
Imprese in Regime di Monopolio
L’analisi del comportamento delle imprese in regime di monopolio permette di capire come vengono prese le decisioni sul
prezzo e sulla produzione, ma anche le implicazioni per la società nel suo complesso.
L’obiettivo di massimizzare il profitto ha conseguenze diverse rispetto al regime concorrenziale e spesso l’amministrazione
deve intervenire.
Caratteristiche del Monopolio
È la forma di mercato agli antipodi della concorrenza perfetta
E’ una questione di grado: spesso le imprese hanno un potere sul prezzo perché i prodotti sono differenziati
I veri monopoli sono rari perché è raro che vi siano prodotti davvero unici. Quindi anche il monopolio puro è in un
certo senso un caso ideale come la concorrenza perfetta
La causa fondamentale per l’esistenza del monopolio è la presenza di barriere all’entrata di concorrenti sul mercato.
Si genera quando le barriere sono indotte dalla proprietà esclusiva di fattori essenziali, definiti come “risorsa chiave” che non
possono essere riprodotti facilmente.
In alcuni casi pratici (es. i diamanti) il potere di mercato dell’impresa monopolista viene esercitato anche con l’ausilio degli
strumenti della commercializzazione.
2. Monopolio Legale
Si genera quando le barriere sono indotte dall’esistenza di un sistema giuridico di controllo, offerto dall’amministrazione ad un
unico operatore come diritto esclusivo di vendere un determinato bene: es. brevetti, copyright, diritti esclusivi di vario
genere.
Tali barriere possono essere indispensabili per incentivare la R&S e creare innovazione.
3. Monopolio Naturale
Si genera quando una singola impresa può fornire un certo bene o servizio all’intero mercato ad un costo inferiore di
quanto potrebbero fare due o più imprese.
Si verifica quando, a causa della presenza di forti economie di scala, la dimensione efficiente di un’impresa è cosi grande che in
quel dato settore soltanto un’unica impresa può fornire il prodotto al mercato al minimo costo medio
3. Monopolio Naturale
In caso di monopolio naturale, quindi, il CMeT minimo di un’impresa piccola è maggiore di quello di un’impresa grande, per cui
“frazionare” la produzione tra più imprese è inefficiente.
L’espansione del mercato, cioè l’aumento della domanda, può eliminare il monopolio naturale.
Concorrenza e Monopolio
Concorrenza e Monopolio
La differenza fondamentale che scaturisce dal confronto è la capacità di influenzare il prezzo di mercato del prodotto: assente
nel caso della concorrenza è tipico per l’impresa monopolista.
Per evidenziare questa differenza possono essere confrontate le curve di domanda tipiche.
Concorrenza e Monopolio
Le imprese concorrenziali prendono il prezzo come dato dal mercato pertanto si confrontano con una curva di domanda
orizzontale: può vendere, a quel prezzo qualsiasi quantità. Ciò deriva dalla sostituibilità dei beni.
L’impresa monopolista si confronta con una curva di domanda inclinata verso il basso, pertanto deve accettare un prezzo più
basso per vendere il bene che produce.
Le Decisioni nel Monopolio
Confrontandosi con una curva negativamente inclinata ed avendo la possibilità di decidere il prezzo, l’impresa monopolista si trova
nella necessità di dover decidere dove collocarsi rispetto alla sua curva di domanda.
Per analizzare il comportamento dell’impresa monopolista si consideri anche per essa l’obiettivo della massimizzazione del profitto,
pertanto andranno indagati i ricavi.
Il Ricavo del Monopolista
I Ricavi del Monopolista
RM < P (= RMe)
Perchè?
Poiché la curva di D è discendente, quando il monopolista vuole vendere una unità in più (unità marginale) deve ridurre il prezzo,
ma il prezzo inferiore si applica anche a tutte le altre unità vendute precedentemente.
RT = PxQ:
l’effetto produzione (o effetto output)
l’effetto prezzo
Il Ricavo Marginale del Monopolista
L’effetto finale, cioè l’incremento del RT, può essere positivo o negativo
il ricavo marginale
P = RM = CM
P > RM = CM
Il prezzo del prodotto in monopolio, dopo aver individuato la quantità ottimale da produrre, si determina utilizzando la curva di domanda
La differenza sostanziale è
π = (RT/Q – CT/Q) x Q
ma
RT/Q = RMe = P
CT/Q = CMeT
π = ( P – CMeT ) x Q
dall’area del rettangolo di altezza pari alla differenza tra il prezzo ed il costo medio totale (per il valore di produzione stabilito
Qmax), e di base pari al valore della quantità ottimale
rappresentando un beneficio per il produttore superiore al costo che subiscono i consumatori, rappresenti una forma di mercato
perseguibile per il raggiungimento del benessere complessivo?
endita del consumatore = è la differenza tra quanto il singolo consumatore sarebbe disposto a pagare per un bene e quanto paga
effettivamente quel bene.
endita del produttore = è la differenza tra la somma totale incassata dal venditore ed il costo di produzione.
iché il monopolista sceglie un prezzo superiore al costo marginale, i consumatori che attribuiscono al bene un valore superiore al
costo marginale ma inferiore al prezzo non lo acquisteranno.
allora:
Surplus totale = valore per il consumatore – il costo della produzione
Il Pianificatore Saggio
nel Monopolio
tesi : l’impresa monopolistica viene gestita da un pianificatore saggio che:
Persegue la massimizzazione del profitto
Considera anche il benessere sociale
Cerca quindi di massimizzare le rendite di consumatore e produttore
Il Pianificatore Saggio
nel Monopolio
agine: ricerca del livello di produzione che massimizza il benessere sociale:
La curva di D riflette la disponibilità a pagare
La curva del CM riflette il costo del monopolista
Il Pianificatore Saggio
nel Monopolio
Conclusione: se il monopolista fosse un Pianificatore Saggio, sceglierebbe il prezzo corrispondente all’intersezione tra
la curva di D e quella del CM
producendo la quantità efficiente
che verrebbe completamente acquistata
dai consumatori
La Perdita Secca
vello di produzione ci permette un confronto:
per il Pianificatore Saggio esso corrisponde all’eguaglianza tra prezzo e costo marginale
per il monopolista corrisponde al punto di uguaglianza tra ricavo marginale e costo marginale
in questo caso alcuni consumatori valutano il bene più del costo marginale ma meno del prezzo, pertanto non acquisteranno il bene
L’area del triangolo compreso tra il livello di produzione, la curva di D, la curva del CM identifica la perdita di rendita totale (perdita
secca), quindi di benessere, indotta dal monopolista
La Perdita Secca: Valutazione dell’Inefficienza del Monopolio
efficienza del mercato monopolistico non è legata tanto al livello elevato del prezzo: ciò che viene pagato in più dal consumatore viene
guadagnato dal produttore.
efficienza è dalla parte della quantità prodotta: essa è inferiore al livello che massimizza il benessere totale.
(nel primo caso la torta è sempre la stessa, cambiano le dimensioni delle fette; nel secondo caso muta la grandezza della torta)
Politica Economica e Monopolio
monopolio risulta inefficiente poiché produce una quantità inferiore al livello efficiente e pratica prezzi superiori al CM.
egislatore può intervenire:
Stimolando la concorrenza (normativa antitrust)
Regolamentando il comportamento delle imprese monopolistiche
Trasformando alcuni monopoli privati in imprese pubbliche
Non intervenendo
La Discriminazione di Prezzo
Possibilità del monopolista di violare la legge sul prezzo unico, vendendo il medesimo bene a consumatori diversi applicando prezzi
diversi.
Esistono vari tipi di discriminazione:
Vendere lo stesso bene a prezzo diverso a clienti diversificati in funzione di “classi identificative” (es. età, residenza ecc.);
Vendere lo stesso bene al medesimo cliente a prezzi diversi in funzione della quantità acquistata (es. sconto)
Un mix tra le due: un prezzo diverso per ogni cliente o per ogni unità di bene acquistata.
La Discriminazione di Prezzo
Per poter esercitare la discriminazione tra tipologie di clienti devono esistere due condizioni:
Il monopolista deve avere informazioni tali da poter suddividere i clienti in base alla loro disponibilità a pagare
Non devono esistere possibilità di arbitraggio, cioè la possibilità per chi acquista a prezzo basso di rivendere con profitto a
chi, comprando dal monopolista ,dovrebbe pagare un prezzo alto.
La Discriminazione di Prezzo
La discriminazione dei prezzi fa aumentare il benessere economico: il monopolista ricava un profitto maggiore, determinando un
aumento della rendita totale, poiché il profitto del consumatore resta invariato.
La Discriminazione di Prezzo
Perfetta discriminazione dei prezzi è la situazione per cui il monopolista conosce perfettamente la disponibilità a pagare dei
consumatori ed è in grado di applicare prezzi diversi
uesto caso il monopolista fa pagare ad ognuno esattamente quello che è disposta a pagare e l’intera rendita di ogni transazione finisce
dalla sua parte
La Discriminazione di Prezzo
Nella realtà non esiste la discriminazione perfetta, pertanto la sua imperfezione può generare un aumento, una diminuzione del
benessere o può lasciarlo inalterato.
La discriminazione dei prezzi causa sempre e comunque un aumento del profitto del monopolista.
La Discriminazione di Prezzo
Esempi di discriminazione dei prezzi possono essere:
I biglietti aerei
Buoni sconto
Concorrenza Monopolistica
È una forma di mercato intermedia tra il monopolio e la concorrenza perfetta, presentando caratteristiche simili ad entrambe.
Anche l’oligopolio è una forma intermedia però:
nell’oligopolio esiste un numero limitato di venditori
nella concorrenza monopolistica i beni offerti non sono perfettamente sostituibili
Concorrenza Monopolistica
π = P – CMeT = 0
P = CMeT
Equilibrio di Lungo Periodo
Come nel monopolio, il prezzo di equilibrio eccede il CM: la massimizzazione del profitto richiede che RM = CM, ma la
pendenza negativa della curva di domanda implica che il RM sia comunque inferiore al prezzo;
Come in un mercato concorrenziale,il P = CMet: il libero movimento di entrata ed uscita dal mercato fa si che l’equilibrio
possa aversi solo in assenza di extra-profitto
La seconda caratteristica pone in evidenza la differenza con il monopolio, dove si conserva l’extra-profitto anche nel lungo
periodo per l’assenza di beni sostituti.
Nella concorrenza monopolistica invece la libertà di entrata ed uscita fa si che nel lungo periodo il profitto dell’impresa sia pari a
zero.
Concorrenza Perfetta e
Concorrenza Monopolistica
Le due tipologie di mercato, in riferimento agli equilibri di lungo periodo, si differenziano sostanzialmente per:
La capacità di eccesso
L’incremento sul CM (mark – up)
Concorrenza Perfetta e
Concorrenza Monopolistica
Capacità produttiva in eccesso
Nell’equilibrio di lungo periodo della concorrenza perfetta la libertà di entrata ed uscita delle imprese fa si che ciascuna produca
la quantità efficiente, cioè quella per cui il CMeT è minimo
Dimensione efficiente
Concorrenza Perfetta e
Concorrenza Monopolistica
Capacità produttiva in eccesso
Nell’equilibrio di lungo periodo della concorrenza monopolistica la libertà di entrata ed uscita delle imprese fa si che ciascuna
produca la quantità corrispondente al punto di tangenza tra la D ed il CMeT. Tale quantità è inferiore a quella che minimizza il
CMeT
Concorrenza Perfetta e
Concorrenza Monopolistica
Quindi nel caso della concorrenza monopolistica l’output di ciascuna impresa è inferiore alla quantità efficiente.
Dal punto di vista sociale l’output è prodotto a costi più elevati del minimo sociale
Concorrenza Perfetta e
Concorrenza Monopolistica
Incremento sul CM (mark - up)
Per un’impresa concorrenziale il prezzo di equilibrio nel lungo periodo uguaglia il CM.
In una situazione del genere l’impresa non ottiene profitti.
Concorrenza Perfetta e
Concorrenza Monopolistica
Incremento sul CM (mark - up)
Nel caso di un’impresa monopolistica il prezzo di equilibrio di lungo periodo è superiore al CM (mentre eguaglia il CMeT ma non
nel suo punto di minimo) poiché si trova nel tratto discendente della curva. Ogni nità in più crea extra - profitto
Essendo il P > CM, ogni unità in più prodotta e venduta determina per l’impresa in concorrenza monopolistica un extra – profitto.
Tale situazione non discorda con il principio di libera entrata ed uscita dal mercato ed il profitto nullo.
Concorrenza Monopolistica e
Benessere Sociale
La concorrenza monopolistica non permette di raggiungere il benessere sociale per tre motivi:
Problema della perdita secca;
Problema della varietà dei beni;
Problema delle esternalità
Concorrenza Monopolistica e
Benessere Sociale
Perdita secca.
La perdita secca è indotta dal mark-up: il maggior valore del P rispetto al CM genera una fascia di consumatori insoddisfatti che
non acquistano beni.
Tale inefficienza non è di facile risoluzione, neanche attraverso l’intervento governativo poiché l’intervento dovrebbe essere
indirizzato verso un numero elevato di produttori che forniscono beni differenti
Concorrenza Monopolistica e
Benessere Sociale
Varietà di prodotti.
La varietà dei prodotti offerti sul mercato può essere o troppo grande o troppo scarsa per essere considerata socialmente
efficiente. Questo è legato al fatto che nel mercato di concorrenza monopolistica possono essere presenti o troppe o troppo
poche imprese.
Concorrenza Monopolistica e
Benessere Sociale
Esternalità
L’entrata delle imprese può essere causa di due tipologie di esternalità:
l’esternalità della varietà del prodotto a favore dei consumatori che beneficiano di una certa rendita legata alla presenza di
prodotti differenziati;
l’esternalità della sottrazione di quote di mercato a scapito di produttori che vedono soffiarsi fette di mercato
Concorrenza Monopolistica e
Benessere Sociale
In rapporto alla tipologia di esternalità prevalente può essere presente sul mercato un numero troppo elevato o troppo esiguo di
imprese,
Le esternalità sono una diretta conseguenza della natura intrinseca della concorrenza monopolistica.
Non risulta una tipologia di mercato che permette il conseguimento del benessere sociale.
Pubblicità e Marchi
La possibilità di ottenere extra-profitti mediante la differenziazione del prodotto è la molla che spinge le imprese ad investire
in campagne pubblicitarie e ad utilizzare marchi specifici di riconoscimento.
Entrambi sono strumenti con cui l’impresa può differenziare il proprio prodotto e farsi conoscere dai consumatori.
Pubblicità e Marchi
Tesi :
sia la pubblicità che i marchi sono strumenti per lo sfruttamento dei consumatori e per ridurre la concorrenza. Il loro effetto è
quello di ridurre il benessere sociale
Antitesi :
sia la pubblicità che i marchi sono un modo di diffondere informazioni, segnalare la qualità dei beni e, in definitiva, aumentare la
concorrenza
Pubblicità e Marchi
Sono quindi, strumenti per risolvere il problema dell’asimmetria informativa tra le imprese che offrono prodotti differenziati ed
i consumatori che non conoscono dettagliatamente le caratteristiche del prodotto.
Possono creare anche un incentivo al mantenimento di un determinato livello qualitativo, poiché l’impresa è motivata a far
corrispondere il messaggio che lancia con la realtà che la caratterizza.