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Svolgimento

Cicli a Vapore Avanzati


Il bilancio energetico e l’analisi entropica dei differenti casi in esame sono stati effettuati con l’ausilio del
programma CicVap. I risultati sono riportati di seguito:

 Caso A
La centrale di riferimento utilizza polverino di carbone come combustibile e adotta un risurriscaldamento
del vapore tra la turbina di alta e media pressione. Il ciclo, pur viziato da alcune semplificazioni, è
rappresentato di seguito:

L’analisi di primo principio mette in luce mette in luce come le principali voci di consumo siano lo scarico di
calore al condensatore e lo sfruttamento non ottimale del potere calorifico del carbone in fase di
combustione, che è vincolato a diverse necessità di tipo tecnologico che necessiterebbero di un ulteriore
approfondimento.

Il rendimento di primo principio risulta pari al 42,37%, percentuale che cresce al 45,53%se come base di
calcolo si utilizza il calore entrante nel ciclo e non il PCI del polverino di carbone. I flussi energetici in
ingresso e in uscita dal ciclo sono rappresentati in modo sintetico nel diagramma di Sankey seguente:

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Analisi dei flussi energetici - Caso A

Inefficienze nello Calore scaricato alla corrente


sfruttamento del fredda (condensatore)(48,78%)
PCI(7,42%)

PCI(100%)

Potenza
netta(42,37%)

Inefficienze elettromeccaniche e Consumi interni


di trasformazione(0,70%) (altro)(0,22%)

Consumi
pompe(0,73%)

Molto differenti sono invece i risultati dell’analisi di secondo principio, il cui obiettivo è quello di evidenziare
non tanto le dissipazioni di potenza, quanto le irreversibilità nel ciclo termodinamico, ovvero gli
scostamenti dalle prestazioni idealmente ottenibili dai singoli componenti del ciclo.

Un esempio immediatamente evidente è fornito dal differente peso che nelle due analisi hanno le perdite
al condensatore, preponderanti nella determinazione del rendimento di primo principio e decisamente
marginali in ottica di secondo principio, essendo lo scambio termico avvenente a una temperatura prossima
a quella della sorgente fredda.

Invece, come prevedibile e come risulta anche nelle configurazioni successive, le maggiori irreversibilità
sono generate in fase di combustione e durante il processo di scambio termico tra fumi e fluido di lavoro, in
misura tanto più crescente quanto più bassa risulta la temperatura media di cessione di calore nel ciclo.

I risultati dell’analisi entropica sono riportati schematicamente di seguito:

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Perdite di II Principio - Caso A
1.86
1.33
4.59
0.42
2.87
1.90
7.34
10.44
27.34

0 3 6 9 12 15 18 21 24 27 30

ΔηII [%]

Altre perdite Perdite al camino


Perdite connesse all'espansione Perdite connesse alla compressione
Perdite per cessione di calore dal condensatore Perdite connesse alla rigenerazione
Perdite per introduzione del calore a T<Tmax Perdite per introduzione del calore dai fumi a T=Tmax
Perdite connesse alla combustione

Perdite connesse
alla combustione
(27,34%) Perdite per cessione
di calore al
condensatore
(2,87%)
Perdite connesse
all'espansione Altre perdite
(4,59%) (1,86%)

Ciclo
Reversibile(ηI
I,id = 100%)

ηII,A= 41,91%

Perdite al camino
Perdite per (1,33%)
introduzione di calore a
T<Tmax Perdite connesse
Perdite per introduzione (7,34%) Perdite connesse
alla compressione
di calore dai fumi a (0,42%)
alla rigenerazione
T=Tmax (1,90%)
(10,44%) 47
600 Diagramma T-Q, linea di preriscaldo, ramo di alta pressione - Caso A

500

400
T [°C]

300

200

100
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Q [%]
Acqua di alimento Preriscaldatore 5 Preriscaldatore 6 Preriscaldatore 7
Preriscaldatore 8
Per ridurre le irreversibilità legate allo scambio termico si cerca dunque di cedere calore al fluido di lavoro
alla temperatura più alta possibile; una grande importanza assume quindi la linea di preriscaldo, il cui scopo
è portare l’acqua di alimento in condizioni prossime a quelle di evaporazione avvalendosi di un opportuno
numero di spillamenti rigenerativi estratti da diversi punti del processo di espansione in modo tale da
ridurre il calore immesso (a bassa temperatura) nell’economizzatore. È di seguito rappresentata la dinamica
dello scambio termico nel solo ramo di alta pressione:

Il fatto che l’ultimo preriscaldatore si faccia carico da solo di circa il 40% del calore scambiato è spiegabile
considerando che il vapore che vi condensa è in seguito laminato ed immesso nei preriscaldatori successivi,
e questo ne giustifica la maggiore capacità termica, espressa tanto dall’alto calore di evaporazione quanto
dalla scarsa pendenza delle rette di desurriscaldamento e sottoraffreddamento.

Ne consegue che l’espansione avviene a portata massica via via decrescente, la qual cosa ha un impatto
fortemente positivo sulla potenzialità di sfruttamento delle turbine, che possono così espandere fino a
pressioni fortemente sub-atmosferiche mantenendo comunque altezze di pala e diametri sufficientemente
contenuti.

Nel processo si evidenzia un massimo di rendimento in corrispondenza dell’espansore di alta pressione,


caratteristica che confligge con i risultati attesi da un sistema monoalbero, dove generalmente l’ottimo di
rendimento si ottiene tra le ultime schiere dei corpi di media pressione e le prime schiere dei corpi di bassa
pressione.

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2900 Espansione - Caso A

2800

2700

2600
h [kJ/kg]

2500

2400

2300

2200
4.80 5.30 5.80 6.30 6.80 7.30 7.80 8.30 8.80 9.30

s [kJ/kg/K]

 Caso B
Le perdite connesse alla combustione in questa configurazione raggiungono il valore minimo tra tutti i casi
in esame per via dell’utilizzo come combustibile di gas naturale, che ha un potere calorifico superiore
rispetto al carbone, e che necessita dunque di un minor preriscaldamento dell’aria, che è inoltre alimentata
in quantità quasi stechiometrica (registro infatti soltanto il 2,5% di O 2 nei gas combusti, contro il 5%
presente nei fumi dello stesso ciclo alimentato a carbone).

Inoltre, la temperatura dei fumi al camino è inferiore rispetto al caso di riferimento, quindi il T di scambio
termico tra fumi e ambiente è inferiore, e di conseguenza è minore le perdite di rendimento legata alle
perdite al camino.

Perdite di II Principio - Caso B


1.88
0.75
4.63
0.42
2.89
1.91
7.40
11.58
26.27

0 3 6 9 12 15 18 21 24 27 30

ΔηII [%]
Altre perdite Perdite al camino
Perdite connesse all'espansione Perdite connesse alla compressione
Perdite per cessione di calore dal condensatore Perdite connesse alla rigenerazione
Perdite per introduzione del calore a T<Tmax Perdite per introduzione del calore dai fumi a T=Tmax
Perdite connesse alla combustione

I restanti termini di irreversibilità sono sostanzialmente identici rispetto al caso di riferimento;


complessivamente e per quanto commentato, il rendimento di secondo principio risulta leggermente più
elevato rispetto al caso di riferimento.
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 Caso C
Le perdite connesse alla cessione di calore al condensatore in questa configurazione rappresentano il valore
massimo tra tutti i casi in esame: una maggiore pressione di condensazione comporta infatti anche una più
elevata temperatura alle condizioni di saturazione, e quindi maggiori irreversibilità legate allo scambio
termico sotto differenza di temperatura maggiore rispetto al caso di riferimento tra fluido di lavoro
(condensato) e fluido refrigerante.

Perdite di II Principio - Caso C


1.84
1.33
4.10
0.41
4.83
1.81
7.34
10.44
27.34

0 3 6 9 12 15 18 21 24 27 30

ΔηII [%]
Altre perdite Perdite al camino
Perdite connesse all'espansione Perdite connesse alla compressione
Perdite per cessione di calore dal condensatore Perdite connesse alla rigenerazione
Perdite per introduzione del calore a T<Tmax Perdite per introduzione del calore dai fumi a T=Tmax
Perdite connesse alla combustione
Una pressione di condensazione maggiore, tuttavia, permette di ridurre il rapporto di compressione e di
espansione in cui evolvono le turbomacchine, diminuendo perciò leggermente le perdite di rendimento da
esse causate. L’effetto dello scadimento delle prestazioni in condensazione è tuttavia predominante, perciò,
a parità degli altri termini di perdita, il rendimento di secondo principio in questa configurazione risulterà
inferiore rispetto al caso di riferimento.

 Caso D

Perdite di II Principio - Caso D


1.86
1.33
4.40
0.39
2.79
1.98
8.26
8.46
27.28

0 3 6 9 12 15 18 21 24 27 30

ΔηII [%]
Altre perdite Perdite al camino
Perdite connesse all'espansione Perdite connesse alla compressione
Perdite per cessione di calore dal condensatore Perdite connesse alla rigenerazione
Perdite per introduzione del calore a T<Tmax Perdite per introduzione del calore dai fumi a T=Tmax
Perdite connesse alla combustione
L’aumento della temperatura massima raggiunta dal vapore porta con sé due effetti contrastanti: si riduce il
T di scambio termico fittizio fra i fumi e la Tmax, mentre aumentano le irreversibilità legate alla cessione
di calore tra Tmax e la temperatura media del vapore. Tra i due effetti il primo risulta predominante,

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dunque il rendimento di secondo principio in questa configurazione risulterà superiore rispetto al caso di
riferimento.
 Caso E
Una riduzione del numero di rigeneratori implica un minore preriscaldo dell’acqua di alimento, e di
conseguenza un maggior calore ceduto dai fumi all’economizzatore; a ciò consegue un abbassamento della
temperatura media di introduzione di calore nel ciclo, e quindi maggiori irreversibilità di scambio termico.
Si registra inoltre un aumento delle connesse alla combustione, conseguenza del fatto che la caldaia
necessità di un maggiore apporto di combustibile per permetter al vapore di raggiungere la temperatura
massima.

Perdite di II Principio - Caso E


1.84
1.33
4.68
0.38
2.90
1.88
7.83
9.85
27.94

0 3 6 9 12 15 18 21 24 27 30

ΔηII [%]
Altre perdite Perdite al camino
Perdite connesse all'espansione Perdite connesse alla compressione
Perdite per cessione di calore dal condensatore Perdite connesse alla rigenerazione
Perdite per introduzione del calore a T<Tmax Perdite per introduzione del calore dai fumi a T=Tmax
Perdite connesse alla combustione

Complessivamente si registra un calo del rendimento di secondo principio rispetto al caso di riferimento.

 Caso F

Perdite di II Principio - Caso F


1.94
1.33
4.01
0.42
2.77
1.44
6.87
10.42
27.37

0 3 6 9 12 15 18 21 24 27 30

ΔηII [%]

Altre perdite Perdite al camino


Perdite connesse all'espansione Perdite connesse alla compressione
Perdite per cessione di calore dal condensatore Perdite connesse alla rigenerazione
Perdite per introduzione del calore a T<Tmax Perdite per introduzione del calore dai fumi a T=Tmax
Perdite connesse alla combustione
L’aggiunta di un ulteriore risurriscaldamento permette di aumentare la temperatura media di cessione di
calore al ciclo, comportando una diminuzione delle irreversibilità di scambio termico, a fronte di un
modesto innalzamento delle perdite connesse alla combustione legate alla maggiore richiesta di

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combustibile. Inoltre, il secondo risurriscaldamento permette di avere allo scarico della turbina un titolo di
vapore più elevato rispetto al caso di riferimento, e quindi minori irreversibilità legate all’espansione alle
basse pressioni. Complessivamente, il rendimento di secondo principio aumenta rispetto alla
configurazione di base.
 Schema riassuntivo
Si riportano di seguito i dati relativi ai casi analizzati al fine di agevolarne la comparazione:

Perdite di II principio - Cicli USC a confronto

Caso F 1.94

Caso E 1.84

Caso D 1.86

Caso C 1.84

Caso B 1.88

Caso A 1.86

0% 20% 40% 60% 80% 100%

ΔηII [%]
Perdite connesse alla combustione Perdite per introduzione del calore dai fumi a T=Tmax
Perdite per introduzione del calore a T<Tmax Perdite connesse alla rigenerazione
Perdite per cessione di calore dal condensatore Perdite connesse alla compressione
Perdite connesse all'espansione Perdite al camino
Altre perdite

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