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Nel caso delle strutture intelaiate, gli elementi finiti sono costituiti dalle aste del telaio. Si consi-
deri la seguente trave piana ad asse rettilineo di lunghezza l e rigidezza flessionale EI(x), in cui
i punti nodali coincidono con le estremità.
Se si assume che la trave sia assialmente indeformabile, i gradi di libertà nodali sono quattro, le
due traslazioni e le due rotazioni, indicati rispettivamente in figura con u1, u2, u3 e u4. In figura
sono anche riportate le corrispondenti forze nodali, indicate con f1, f2, f3 ed f4.
forze nodali
f3 f4
f1 f2
f = ku
dove k è la matrice di rigidezza dell’elemento finito considerato. In forma esplicita si ha
u1 = 1 u2 = u3 = u4 = 0 u2 = 1 u1 = u3 = u4 = 0
k31 k41 k32 k42
1 1
k21 k12
!1(x) !2(x)
k11 k22
u4 = 1 u1 = u2 = u3 = 0
u3 = 1 u1 = u2 = u4 = 0 1
k33 1
k43 k34 k44
!4(x)
k13 !3(x) k23 k14 k24
0 !u1
!u1"1(x)
Uguagliando Lve con Lvi, si ha
EI ( x )ψ 1′′( x )ψ 3′′( x ) dx
l
k13 = ∫ 0
Questa relazione può essere generalizzata al calcolo di ogni termine, che è quindi dato da
EI ( x )ψ i′′( x )ψ ′′j ( x ) dx
l
kij = ∫ 0
ψ 1 ( x ) = A0 + A1 x + A2 x 2 + A3 x 3
⎧ ψ (0) = 1 ⎧ ψ (l ) = 0
⎪ 1 ⎪ 1
⎨ ; ⎨
⎪⎩ ψ 1′ ( 0 ) = 0 ⎪⎩ ψ 1′ ( l ) = 0
2 3
⎛ x⎞ ⎛ x⎞
ψ 1 ( x ) = 1− 3 ⎜ ⎟ + 2 ⎜ ⎟
⎝l⎠ ⎝l⎠
2 3
⎛ x⎞ ⎛ x⎞
ψ 2 ( x ) = 3⎜ ⎟ − 2 ⎜ ⎟
⎝l⎠ ⎝l⎠
2
⎛ x⎞
ψ 3 ( x ) = x ⎜ 1− ⎟
⎝ l⎠
⎛ x⎞ ⎛ x⎞
ψ 4 ( x ) = −x ⎜ ⎟ ⎜ 1− ⎟
⎝ l⎠⎝ l⎠
⎡ 6 −6 3l 3l ⎤
⎢ ⎥
2EI ⎢ −6 6 −3l −3l ⎥
k= 3
l ⎢ 3l −3l 2l 2 l 2 ⎥
⎢ 3l −3l l 2 2l 2 ⎥⎦
⎣
Si osserva che i coefficienti di rigidezza sono esatti nel caso di una trave uniforme in cui si
possono trascurare le deformazioni taglianti, perché le funzioni di interpolazione ψ1(x), ψ2(x),
ψ3(x) e ψ4(x) sono le vere deformate di questo caso. Tuttavia, anche se la trave non è uniforme,
i coefficienti di rigidezza così calcolati costituiscono una buona approssimazione di quelli veri,
soprattutto se la struttura è suddivisa in un numero sufficiente di elementi finiti.
Dopo avere determinato la matrice di rigidezza di tutti gli elementi finiti, la matrice di rigidezza
dell’intera struttura può essere ottenuta sommando in modo appropriato i coefficienti di rigidez-
za dei singoli elementi. Tale procedimento prende il nome di metodo della rigidezza diretta.
u2 u3
u1
EI
l
EI EI
1 3 12EI 12EI
l3 l3
1 3
12EI 12EI
l3 l3
24EI
⎡ 6 −6 3l 3l ⎤ 6EI
k11 = 6EI
⎢ ⎥
l2
l3 l2
2EI ⎢ −6 6 −3l −3l ⎥
k= 3 6EI
l ⎢ 3l −3l 2l 2 l 2 ⎥ k21 = − 2
⎢ l
⎣ 3l −3l l 2 2l 2 ⎥⎦
6EI
k31 = −
1 l2
3
4EI
l
6EI
l2
1 3
6EI
k12 = −
6EI l2
⎡ 6 −6 3l 3l ⎤ 2EI l2
⎢ ⎥
l 8EI
2EI ⎢ −6 6 −3l −3l ⎥ 6EI k22 = 6EI
k= 3 l2 l l2
l ⎢ 3l −3l 2l 2 l 2 ⎥
⎢ 2EI
⎣ 3l −3l l 2 2l 2 ⎥⎦ k32 =
l
2 1
1 3
6EI
⎡ 6 −6 3l 3l ⎤ k13 = −
⎢ ⎥ l2 6EI
2EI ⎢ −6 6 −3l −3l ⎥ 2EI l2
k= 3 2EI l
l ⎢ 3l −3l 2l 2 l 2 ⎥ k23 =
⎢
6EI l 6EI
⎣ 3l −3l l 2 2l 2 ⎥⎦ l2 l2
8EI
k33 =
2 l
3
⎡ m1 0 0 0 0 ⎤
⎢ ⎥
⎢ 0 m2 0 0 0 ⎥
⎢ 0 0 m3 0 0 ⎥
⎢ ⎥
M=⎢ ⎥
⎢ 0 0 0 mi 0 ⎥
⎢ ⎥
⎢ ⎥
⎢ 0 0 0 0 mN ⎥
⎣ ⎦
in cui il numero dei termini è pari a quello dei gradi di libertà. I termini fuori diagonale mij si
annullano perché un’accelerazione di una massa concentrata produce una forza d’inerzia solo
in corrispondenza di quella massa.
in cui la funzione c(x) rappresenta le proprietà di smorzamento viscoso distribuito. Dopo aver
determinato la matrice di smorzamento di ogni elemento, quella dell’intera struttura potrebbe
essere ottenuta mediante un procedimento di sovrapposizione analogo a quello del metodo della
rigidezza diretta.
In pratica, tuttavia, le funzioni c(x) non sono note. Per questa ragione, lo smorzamento è di solito
espresso in termini di rapporti di smorzamento, che possono essere stabiliti sperimentalmente,
piuttosto che per mezzo di una matrice di smorzamento C. Qualora fosse esplicitamente richie-
sta, la matrice di smorzamento può essere calcolata a partire da valori specificati dei rapporti di
smorzamento, come sarà mostrato in seguito.
Dalla seconda si ha
−1
uϕ (t) = −Kϕϕ Kϕt ut (t)
( −1
t (t) + Ktt − Ktϕ Kϕϕ
Mt u )
Kϕt ut (t) = p t (t)
In definitiva, l’equazione
t (t) + Kt ut (t) = p t (t)
Mt u
consente di calcolare la risposta in termini dei gradi di libertà traslazionali, mentre l’equazione
−1
uϕ (t) = −Kϕϕ Kϕt ut (t)
Il vettore degli spostamenti totali dei gradi di libertà si può esprimere come la somma degli
spostamenti rispetto alla base più il contributo aggiuntivo dovuto al moto del suolo. Nel caso
piano si ha
ut (t) = u(t) + ru g (t)
u3 = 1
⎡ 1 ⎤
r=⎢ 1 ⎥
u2 = 1 ⎢ ⎥
⎢⎣ 1 ⎥⎦
u1 = 1
ug = 1
Per il seguente sistema a due gradi di libertà, invece, le componenti di r sono pari a 1 e 0
rispettivamente
u1 = 1
m
u1
u2 = 0
u2
⎡ 1 ⎤
r=⎢ ⎥
⎣ 0 ⎦
ug = 1
Sostituendo la relazione
ut (t) = u(t) + ru g (t)
L’azione corrispondente al moto del suolo può quindi essere descritta dalla forza equivalente
p eq (t) = −Mr
u g (t)
(a) Per ogni istante di tempo t*, gli spostamenti nodali di ogni elementi finito possono essere
ricavati dal vettore u(t*). Se u(t*) include solo i gradi di libertà traslazionali, quelli rotazionali
possono essere ottenuti attraverso la relazione
−1
uϕ (t * ) = −Kϕϕ Kϕt ut (t * )
valutata per t = t*. Dagli spostamenti nodali in termini di traslazioni e di rotazioni si possono poi
determinare le corrispondenti forze nodali mediante la relazione
Tali forze consentono il calcolo degli sforzi interni in tutte le sezioni trasversali desiderate.
Gli sforzi negli elementi strutturali possono essere determinati mediante un’analisi statica della
struttura soggetta alle forze fs(t*).
Tuttavia, qualunque sia il metodo seguito, per avere una conoscenza adeguata della risposta
l’analisi deve essere ripetuta per un numero elevato di istanti di tempo.