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B) Conoscenza scientifica

3. Natura e metodo della fisica (scienze della natura)

a) Natura: scienza dell'ente sensibile in quanto sensibile


b) Metodo:
- razionale-induttivo (discorsivo-dimostrativo):
- dagli effetti alle cause;
- dai fenomeni (accidenti) alle nature (essenze);
è il più adeguato alla natura dell’uomo (cf. BDT, q.6 a.1 qc.1).
- sperimentale (carattere empirico-positivo): l’osservazione
costituisce sia il punto di partenza, sia quello di arrivo (verifica).
Giustificazione:
- non possiamo conoscere le essenze delle cose materiali se
non attraverso le sue manifestazioni sensibili (fenomeni)
- le proprietà sensibili derivano dalla natura stessa delle cose,
si fondano su di essa e la manifestano
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3. Natura e metodo della fisica (scienze della natura)

Conseguenza: nelle scienze della natura, il giudizio dell’in-


telletto deve adeguarsi a quello che mostra l’esperienza
sensibile:
«Ma il procedere dei fatti non è stato certo compreso suffi-
cientemente. Se mai si comprenderà però, si dovrà dare
più credito all'osservazione che ai discorsi, e ai discorsi
qualora indichino cose che si accordano coi fatti che risulta-
no».
Aristotele, De Generatione Animalium
760b 27-33
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Altrimenti si cade facilmente nell’errore:


«In qualibet cognitione duo est considerare, scilicet, principium
et terminum. Principium quidem ad apprehensionem pertinet,
terminus autem ad iudicium; ibi enim cognitio perficitur. Princi-
pium igitur cuiuslibet nostrae cognitionis est in sensu, quia ex
apprehensione sensus oritur apprehensio phantasiae, quae est
"motus a sensu factus", ut dicit Philosophus, a qua iterum oritur
apprehensio intellectiva in nobis, cum phantasmata sint intellecti-
vae animae ut obiecta, ut patet in III De anima».
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«Sed terminus cognitionis non semper est uniformiter: quando-


que enim est in sensu, quandoque in imaginatione, quandoque
autem in solo intellectu. Quando<que> enim proprietates et acci-
dentia rei, quae sensu demonstrantur, sufficienter exprimunt na-
turam rei, et tunc oportet quod iudicium de rei natura quod facit
intellectus conformetur his quae sensus de re demonstrat. Et
huiusmodi sunt omnes res naturales, quae sunt determinatae ad
materiam sensibilem, et ideo in scientia naturali terminari debet
cognitio ad sensum, ut scilicet hoc modo iudicemus de rebus na-
turalibus, secundum quod sensus eas demonstrat, ut patet in III
Caeli et mundi; et qui sensum neglegit in naturalibus, incidit
in errorem. Et haec sunt naturalia quae sunt concreta cum ma-
teria sensibili et motu et secundum esse et secundum considera-
tionem» (BDT q.6 a.2).
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c) Principio di osservabilità e definizione operativa


(dipendenza dall'osservazione e dall'esperienza):
«Ogni concetto, entità e realtà della scienza fisica deve
poter essere oggetto di un’osservazione possibile ed
essere definito mediante un’operazione fisica o una serie di
operazioni almeno concettualmente possibili, cioè non
vietate da alcuna legge logica o fisica» (FM, p.108).
Valutazione:
è un principio di ordine metodologico-epistemologico, e non
ontologico (criterio di demarcazione di quello che costituis-
ce l’oggetto della fisica).
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Esempi:
- applicazione alla teoria della relatività da parte di Albert
Einstein (1905) per trattare la questione della simultaneità
tra due fenomeni lontani (cf. FM, p. 109).
- applicazione alla fisica atomica da parte di Werner
Heisenberg (1925): per risolvere le antinomie del modello
planetario dell’atomo di Bohr, si propone di non fare ricorso
a niente di non osservabile.
Risultato: superazione del determinismo classico (principio
di indeterminazione) riguardo all’ordine dell’inosservabile.
Ma pericolo di estrapolazione (dalla metodologia all’ontolo-
gia)
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«Poiché tutti gli esperimenti sono sottomessi alle leggi della


meccanica quantistica e quindi alle relazioni di indeterminazione,
così l’invalidità della legge causale è definitivamente constatata
dalla meccanica quantica». [!]
W. Heisenberg, citato in FM, p.110.
Critica:
«The implications of Heisenberg's principle of uncertainty are of-
ten seriously confused owing to the ambiguity of the expression
‘to determine’; [....] But every argument that, since some change
cannot be ‘determined’ in the sense of ‘ascertained’, it is there-
fore not ‘determined’ in the absolutely different sense of ‘caused’,
is a fallacy of equivocation».
J.E. Turner, Nature, No. 3191, Vol. 126, December 27, 1930, p. 995.
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Padre Stanley Jaki commentava al riguardo:


«Se Heisenberg avesse sentito qualcosa riguardo alle limitazioni
inerenti al metodo fisico, non avrebbe affermato che l'incapacità
dei fisici di misurare la natura con esattezza dimostrava che la
natura era incapace di agire con esattezza. Gli sarebbe occorsa
solo una piccola quantità di sensibilità filosofica per notare che
l'apparente verità dell'affermazione di cui sopra dipendeva dal
modo di utilizzare due significati differenti della stessa espressio-
ne ≪con esattezza≫: l'uno operativo, l'altro ontologico. La sua
confusione su questi due significati differenti fece sì che egli si
lasciasse andare a quell'errore elementare che i Greci antichi
chiamavano metabasis eis allo genos”.
S.L. Jaki, Dio e i cosmologi, Libreria Editrice Vaticana, Città del
Vaticano 1991, p. 121
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d) Dalla definizione operativa all’operazionismo (P.W.


Bridgman):
Passaggio da principio metodologico a sistema filosofico.
Premessa: l’intelletto non avrebbe nessun valore che possa
trascendere l’esperienza
Conseguenza: il concetto fisico si ridurrebbe ad un insieme
di operazioni fisiche di misura
Critica:
+ carattere empiristico e nominalistico
+ non spiega né l'operazione di misura né l'unità dei con-
cetti fisici
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Esempio: la massa si può conoscere seguendo diverse


operazioni
- calcolo della massa a partire della forza necessaria per
accelerare un oggetto (F=mi×a; mi=F/a); o dall’energia
cinetica necessaria per muoverlo (Ec=1/2m×v2; m=2Ec/v2)
- calcolo della massa a partire della misura del volume (se
si conosce la densità: d=m/v; m=d×v)
- calcolo della massa a partire della forza gravitazionale
(bilancia: Fg=k (m1×m2)/r2; m1=(Fg×r2)/k×m2)
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e) Verificabilità diretta e indiretta (cf. neopositivismo)


- obiettivo: stabilire il criterio di validità o verità di una pro-
posizione
- tipi:
+ verificabilità diretta: soltanto si accettano le proposizioni
protocollari, di tipo sensistico (riferite a sensazioni: R. Car-
nap, M. Schlick) o fisicalistico (riferite a oggetti fisici: O.
Neurath); le proposizioni non verificabili sono prive di senso
- problema: il principio di verificazione non è verificabile!
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+ verificabilità indiretta (A.J. Ayer): «una proposizione è


verificabile indirettamente se alcune proposizioni diretta-
mente verificabili [...] possono essere dedotte da quella uni-
tamente ad alcune altre premesse, senza che siano dedu-
cibili da queste altre premesse sole» (FM, p.114).
- giudizio: si adopera nel metodo ipotetico-deduttivo, ma
non è sufficiente per spiegare e giustificare l’universalità
delle teorie scientifiche (le sue leggi, universali, non si
possono verificare mai)
- Il problema dell’induzione è la “pietra d’inciampo” dell’em-
pirismo
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+ verificabilità debole (A.J. Ayer): «una proposizione è


verificabile quando è possibile renderla probabile mediante
un’esperienza» (FM, p.115)
+ ‘comprobabilità’: riducibilità completa-incompleta (R. Car-
nap)
- valutazione: insufficienza dell'empirismo di fondo. «Il pas-
saggio di una verificazione particolare ad un’affermazione
universale implicano necessariamente [...] l’ammissione di
alcuni principi generali» (FM, p. 116).
Si tratta della questione del valore dei principi generali della
ragione e dei ragionamenti induttivi e deduttivi.
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f) Il metodo ipotetico-deduttivo o empirico-teorico


- origine: nascita di scienza moderna (Galileo)
- natura: quattro tappe in stretto rapporto,
+ due di natura esperimentale: l’osservazione e la
verificazione
+ due di ordine mentale: l’ipotesi e la deduzione
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(i) osservazione (punto di partenza); caratteristiche:


- ampia, dettagliata, attenta, riflessiva; scoprire la novità del
fatto, il suo carattere problematico, la sua ‘originalità’, il suo
rapporto con altri fatti; scoprire la sua importanza, prevede-
re le conseguenze
- perché l’osservazione sia scientifica deve avere finalità e
contesto scientifici, ripetibilità, tendenza all’oggettivazione e
alla quantificazione; uso di strumenti. Si parla così dell’es-
perimento.
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(ii) ipotesi, modello ideale di spiegazione del fenomeno


- importanza: offre una via per orientare la ricerca
- origine: «forza inventiva del genio scientifico» (FM, p.118);
carattere ‘intuitivo’
- doppia funzione: sistematica ed euristica
- deve essere verificabile sperimentalmente, sebbene la verifica-
zione sarà soltanto indiretta (attraverso le conseguenze), e per
questo, non apodittica, ma soltanto probabile (modus ponens)
- la verifica positiva dell’ipotesi contribuisce ad accrescere la sua
verosimiglianza, potendo arrivare fino ad una certezza pratica,
che escluda ogni dubbio ragionevole.
- bisogna aver presente che le ipotesi scientifiche sono comples-
se, e che possono esserci elementi necessari, e altri superflui
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(iii) deduzione di conseguenze sperimentabili


- dall’ipotesi si deducono delle conseguenze che possano
essere oggetto di una verifica di carattere sperimentale

(iv) verificazione empirica dell'ipotesi


- attraverso degli sperimenti si può concludere il processo
scientifico, con un verdetto a favore o contro l’ipotesi
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g) Valore di questo metodo; falsificazionismo di K. Popper:


- l’ipotesi scientifica nasce come un’ipotesi di lavoro, senza una
pretesa di valore ontologico, ed è utile per orientare la ricerca
- l’ipotesi conserva un valore approssimativo, provvisorio e relati-
vo, anche dopo di essere verificata sperimentalmente, a ragione
della natura stessa del ragionamento ipotetico (in questo caso
del modus ponens)
- ma è esagerato sostenere che tutte le ipotesi scientifiche siano
soltanto semplici ipotesi di lavoro e che non abbiano nessun va-
lore ontologico oggettivo, per conoscere la natura, le cause reali
dei fenomeni e la struttura interna della realtà fisica (contro le vi-
sioni soggettivistiche, relativistiche, strumentalistiche o conven-
zionalistiche della natura delle teorie scientifiche).
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Esempi di fecondità euristica

La scoperta di Nettuno:
- Si scoprono anomalie nel movimento orbitale del pianeta
Urano
- Si propone l’ipotesi dell’esistenza di un altro pianeta
- Le Verrier e Adams, nel 1845, fanno il calcolo, in base alle
leggi di Newton, della posizione, le dimensioni e la distanza
di questo possibile pianeta
- Le Verrier chiede l’astronomo Galle di guardare verso il
posto che risulta da questi calcoli
- Galle, nel 1846, punta il telescopio verso il punto indicato,
e scopre un nuovo pianeta, Nettuno:
«Signore, il pianeta di cui voi avete indicato la posizione
esiste realmente».
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Esempi di fecondità euristica

La periodicità degli elementi:


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Esempi di fecondità euristica

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Galvani e gli sperimenti dell’elettricità sui muscoli:


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Un anti-esempio: la teoria del flogisto

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