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Le Biotecnologie

LICEODARWIN QUINTAGGI' PRODUCTION


INDICE

1. Cosa sono le biotecnologie

2. Colture cellulari e cellule staminali

3. Tecnologie del DNA ricombinante

4. Clonazione

5. Analisi del DNA

6. Ingegneria genetica ed OGM

7. Applicazioni delle biotecnologie in campo medico

8. Applicazioni in campo agrario e zootecnico

9. Biotecnologie ambientali

Siti consigliati:

Oilproject http://www.oilproject.org/lezioni/scienze/biologia/biotecnologie

Treccani http://www.treccani.it/scuola/lezioni/scienze_naturali/biotecnologie.html
1. Cosa sono le biotecnologie
“Biotecnologia indica qualsiasi applicazione tecnologica che utilizzi sistemi
biologici, intesi come organismi viventi, o loro derivati, per realizzare prodotti e
processi per usi specifici.”
Dalla Convenzione dell’ONU sulla biodiversità

A livello generale le biotecnologie hanno avuto inizio in tempi remoti con la selezione di specie
animali e vegetali “trasformate” in base alla necessità mediante incroci selettivi (razze animali
come mucche da latte o da carne, graminacee a resa maggiore, ecc.) senza tuttavia conoscere i
motivi per i quali avvenissero queste variazioni, se non la conoscenza generica che la prole
eredita caratteri da entrambe i genitori. La selezione avveniva, quindi, per tentativi in tempi molto
lunghi.
Anche le applicazioni biochimiche sono molto antiche: l’utilizzo di batteri fermentanti per la
produzione di bevande alcoliche risale al V millennio a. C. ed è più o meno allo stesso periodo che
si fa risalire l’uso del lievito, anche se le caratteristiche della fermentazione batterica sono state
descritte da Pasteur solo verso la metà del XIX secolo.
Le biotecnologie moderne applicano le conoscenze acquisite non utilizzando l’intero essere
vivente per trasferire o migliorare un carattere ma agendo in modo specifico sul carattere stesso.

2. Colture cellulari e cellule staminali


Le cellule possono essere coltivate in vitro su
substrati che forniscano loro nutrimento; in
questo modo possono essere ricavati in
modo relativamente semplice prodotti del
loro metabolismo. In particolare ciò vale per
le cellule di Organismi Geneticamente
Modificati (OGM)
In particolare le cellule vegetali possono
rigenerare ciascuna l’intera pianta; è quindi
possibile, modificando una sola cellula,
ricavare un individuo con le caratteristiche
programmate. Molte sostanze alimentari o
farmaceutiche vengono prodotte in vitro da
cellule coltivate.
Le cellule animali vengono utilizzate in
coltura per la produzione di farmaci e nella
ricerca medica.
Le cellule staminali sia embrionali (ES) che
adulte (AS) sono utilizzate per produrre
tessuti in grado di sostituire quelli degenerati
(fegato, pancreas, pelle, ecc.).
Per cellule staminali (ingl. stem cells) si
intendono cellule indifferenziate che possono
originare tessuti e anche organi diversi.

(Fonte: Zanichelli)
(Fonte: Ufficio federale Svizzero della sanità pubblica UFSP)

3. Tecnologia del DNA ricombinante


Con il termine di DNA ricombinante si intende una sequenza di DNA ottenuta artificialmente dalla
combinazione di materiale genetico di origini differenti, come può avvenire per un plasmide
contenente un gene d'interesse. Si usa anche definire proteina ricombinante ogni proteina ottenuta
da trascrizione e traduzione di un frammento di DNA ricombinante inserito all'interno di un
organismo ospite, che diviene in questo modo geneticamente modificato.

Con il termine comune di tecniche del DNA ricombinante ci si riferisce dunque, più in genere, alle
tecniche di cui l'ingegneria genetica si serve comunemente. (Fonte: Wikipedia)

• E’ possibile tagliare il DNA utilizzando enzimi di restrizione capaci di riconoscere sequenze


specifiche (ogni enzima riconosce una sequenza). questi frammenti possono poi essere uniti tra
di loro utilizzando DNA ligasi. I frammenti possono essere riconosciuti data la loro lunghezza
differente tramite elettroforesi.
Per individuare le sequenze di basi si usano tecniche diverse; in particolare si possono separare i
due filamenti (denaturazione a 95°C) ed aggiungere nucleotidi che andranno a legarsi per
complementarietà delle basi. Il DNA ottenuto è definito ibrido.

• Il DNA può essere riprodotto utilizzando un filamento “stampo” e procedendo come per una
duplicazione grazie all’uso di DNA polimerasi. E’ anche possibile, utilizzando trascrittasi inversa,
partire da una molecola di RNA ottenendo DNA. La tecnica più utilizzata per riprodurre frammenti
di DNA è la Polymerase Chain Reaction (PCR).

• Sequenziamento del DNA (Fingerprinting)


E’ possibile stabilire la sequenza dei nucleotidi che compongono una molecola di DNA. Data
l’unicità della molecola per ogni individuo le applicazioni sono molteplici (riconoscimento in base a
campioni biologici, determinazione della funzione di un gene, ecc.); a tale scopo vengono utilizzati
nucleotidi particolari. Questi sono:
- dNTP (deossinucleotide trifosfato) cioè nucleotidi come quelli impegnati nella fase di
duplicazione (per potersi legare alla catena i nucleotidi sono legati a tre gruppi fosfati due dei
quali vengono persi dopo il legame catalizzato dalla polimerasi)
- ddNTP (dideossi ribonucleotide trifosfato), nucleotidi sintetici che bloccano l’allungamento della
catena di DNA e che vengono marcati con isotopi radioattivi. La tecnica più utilizzata prende il
nome di Southern Blotting e risale agli anni ’70.
4. Clonaggio e clonazione.
Per clonaggio (o clonazione molecolare) si intende la creazione di una copia di una molecola. Per
clonare molecole di DNA si tagliano le molecole con l’uso di enzimi di restrizione e si inseriscono
all’interno di batteri utilizzando quindi la duplicazione per ottenere copie di molecole di DNA
I plasmidi sono piccoli filamenti circolari di
DNA superavvolto a doppia elica, presenti nel
citoplasma e distinguibili dal cromosoma
batterico per le loro dimensioni ridotte.

Per clonazione si intende la creazione di copie identiche di un organismo vivente. In natura il


fenomeno è diffuso (le cellule del sistema immunitario si clonano per poter produrre anticorpi con
maggiore velocità; anche nelle prime fasi dello sviluppo dell’embrione le cellule si riproducono
senza differenziarsi, quindi anche in questo caso si può parlare tecnicamente di clonazione. In
campo agronomico, sfruttando la capacità dei vegetali di rigenerarsi, è frequente l’uso delle talee,
cioè parti di piante che, trapiantate, originano altri individui aventi lo stesso DNA.
Il primo caso di clonazione di un essere vivente avvenuto con successo è quello della pecora Dolly
avvenuto nel 1996.

Links sulla clonazione:


Treccani http://www.treccani.it/enciclopedia/clonazione/

Oilproject http://www.oilproject.org/lezione/biotecnologie-clonazione-genetica-trafezione-
trasformazione-escherichia-lievito-5337.html
5. Analisi del DNA
L’analisi delle molecole di DNA consente di studiare la struttura e la funzione dei geni. Utilizzando
tecnologie sofisticate che consentono di studiare contemporaneamente un numero molto elevato
di geni.
L’analisi dei frammenti di DNA è stata resa molto più veloce e potente dall’applicazione della
tecnologia dei microarray o biochip, che è stata sviluppata negli anni Novanta del secolo scorso. Si
tratta di sottili supporti di materiale plastico o vetro su cui si trovano molte migliaia di pozzetti,
ciascuno contenente pochi picogrammi (1 pg = 10-12g) di una diversa sonda di DNA a singola
elica.
I biochip vengono sfruttati per identificare la presenza e l’espressione di un gene in un dato tipo
cellulare o, più in generale, per tracciare il profilo di espressione di quel tipo cellulare in un dato
momento. Sfruttando il gran numero di pozzetti, infatti, è possibile effettuare in un solo test la
ricerca contemporanea di moltissimi geni, realizzando in poche ore quel che un tempo avrebbe
richiesto anni di lavoro di laboratorio.

I microarray si basano sulla possibilità di ibridazione tra il DNA presente in un dato pozzetto e uno
dei frammenti di restrizione che si ricavano dall’organismo in esame. Se si cerca un dato gene, si
parte dal genoma; se invece si vuole studiare il profilo di espressione, si isolano gli mRNA che
vengono trasformati in cDNA grazie alla trascrittasi inversa. L’uso di molecole fluorescenti rende
immediata l’individuazione dei pozzetti in cui sia avvenuta l’ibridazione, a indicazione del
riconoscimento di una specifica sequenza. (Fonte: Zanichelli)
A seguito delle conoscenze sul genoma gli scienziati sono allo studio dell’espressione proteica del
codice genetico.
La proteomica consiste nell'identificazione sistematica di proteine e nella loro caratterizzazione
rispetto a struttura, funzione, attività, quantità e interazioni molecolari.
Il proteoma è l'insieme di tutti i possibili prodotti proteici espressi in una cellula, incluse tutte le
isoforme e le modificazioni post-traduzionali. Il proteoma è dinamico nel tempo, varia in risposta a
fattori esterni e differisce sostanzialmente tra i diversi tipi cellulari di uno stesso organismo.
La proteomica riguarda lo studio su grande scala della proteina, in particolare delle sue strutture e
funzioni. Tale termine è stato coniato in analogia al termine genomica, disciplina rispetto alla quale
la proteomica rappresenta il passo successivo, essendo molto più complessa. Infatti, mentre il
genoma è un'entità pressoché costante, il proteoma differisce da cellula a cellula ed è in continua
evoluzione nelle sue continue interazioni con il genoma e l'ambiente. Un organismo ha espressioni
proteiche radicalmente diverse a seconda delle varie parti del suo corpo, nelle varie fasi del suo
ciclo di vita e nelle varie condizioni ambientali.

6. Ingegneria genetica ed OGM


Per ingegneria genetica si intende l’intervento sul genoma di un organismo utilizzando
biotecnologie. Sono interventi di ingegneria genetica, ad esempio, l’inserzione di un gene, la sua
rimozione, inattivazione o sostituzione. Utilizzando le tecniche discusse nei paragrafi precedenti
(DNA ricombinante, PCR, ecc.) i genetisti possono operare su singoli geni ottenendo organismi
definiti geneticamente modificati.
Le tecniche utilizzate sono molteplici, ma in generale si seguono questi passaggi. Innanzitutto è
necessario individuare e localizzare il gene; in seguito questo deve essere tagliato con enzimi di
trascrizione ed inserito, tramite un vettore, all’interno della cellula che si vuole modificare
unitamente ad un promotore che ne causi la trascrizione. Il gene trasferito prende il nome di
transgene, termine usato erroneamente come sinonimo di OGM: in effetti sono transgenici solo gli
organismi nei quali è stato inserito un gene; non lo sono quelli in cui è stato soppresso o
modificato.

Links:

Ingegneria genetica

Oilproject http://www.oilproject.org/lezione/biotecnologie-ingegneria-genetica-proteine-
metabolismo-ogm-enzimi-dna-promotore-5449.html

Treccani http://www.treccani.it/enciclopedia/ingegneria-genetica/

OGM
Oilproject http://www.oilproject.org/lezione/sicurezza-ogm-transgene-ambiente-salute-definizione-
biotecnologie-monsanto-mais-5769.html

Treccani http://www.treccani.it/enciclopedia/ogm/

7. Applicazioni delle biotecnologie in campo medico


Le applicazioni biotecnologiche in campo medico sono decisamente avanzate e vanno dalla
diagnostica alla produzione di farmaci e vaccini alla definizione di protocolli di terapia genici in
sostituzione di uso di farmaci sovente rischiosi per le numerose controindicazioni.
Oltre alla produzione di molecole derivate da batteri geneticamente modificati (per la produzione,
per esempio, dell’insulina) la ricerca medica spinto la ricerca nel campo delle terapie di
sostituzione nelle quali la funzione dei geni difettosi viene svolta da geni introdotti tramite vettori
all’interno dell’organismo malato.
Nel campo della diagnostica le tecniche biotecnologiche hanno consentito la produzione di
strumenti di facile utilizzo: basti pensare ai test di gravidanza che possono essere effettuati a casa
propria senza ricorrere a prelievi di sangue ed ai conseguenti esami di laboratorio.
8. Applicazioni in campo agrario e zootecnico
Da sempre in agricoltura si è cercato di migliorare, attraverso incroci selettivi più o meno proficui,
di migliorare la resa delle coltivazioni, di aumentarne o correggerne il valore nutrizionale e di
renderle più resistenti ai parassiti ed alle variazioni ambientali; un discorso più o meno analogo
vale in ambito zootecnico: nel tempo sono state selezionate vacche da latte e da carne, cavalli da
corsa e da lavoro, cani da compagnia e razze adibite alle più svariate attività.
Esempio di coltura transgenica
9. Biotecnologie ambientali

La crescita economica di molte nazioni fino a poco tempo fa “arretrate” rispetto agli standard
occidentali ha più che mai posto all’attenzione problemi ambientali che sembravano potere essere
risolti. Basti pensare che, oltre a quelle già in funzione, nel mondo sono in costruzione o pianificate
2 500 nuove centrali a carbone e che, allo stato attuale, le alternative agli idrocarburi come
carburanti sono in effetti molto poche.
Le biotecnologie possono aiutare a superare, almeno in parte, alcuni di questi problemi.
• I biocarburanti
La ricerca nel settore energetico punta a ricavare combustibili partendo da scarti della produzione
alimentare come il biodiesel, l’alcool o l’idrogeno

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