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"UNA TORRE DI POTENZA

È IL NOME DI DIO"
http://cabala.org/articoli/torri.shtml

Dice il re Salomone (Proverbi 18,10):

"una torre potente è il Nome di Dio (YHVH), in essa correrà il giusto (tzadik), ed in essa verrà innalzato"

L'evento che più ha caratterizzato questo periodo, e le cui conseguenze avranno ampie ripercussioni in
futuro, è stato il tragico e drammatico attacco alle torri gemelle del World Trade Centre, che è risultato
nella morte di migliaia di persone, oltre che al crollo di edifici che erano il simbolo stesso dell'America.
Se i normali avvenimenti della vita umano non possono venire compresi chiaramente se non vengono letti
alla luce della Torà, a maggior ragione è necessario applicare la Sapienza della Verità per cercare una
qualche spiegazione per fatti così catastrofici. Nel così fare, dovremo necessariamente ricorrere a dei
riferimenti politici e storici.

Diverse volte, nel corso dei nostri incontri di studio, abbiamo parlato del Leviatano, una creatura marina
mostruosa, caratterizzata da un appetito insaziabile. Anche tenendo presente che il valore numerico di
Liviatan (Lamed - Vav -Yud - Tav - Nun) in ebraico è 496, pari a Malkhut (il Regno), siamo arrivati alla
conclusione che il Leviatano rappresenta il desiderio dei potere (politico, economico e militare), che ha
caratterizzato, e continua a farlo, i grandi imperi del mondo e della storia. Non c'è dubbio che il Leviatano
di oggi è il globalismo, o meglio, il Nuovo Ordine Mondiale (NWO), basato su di una rete via via crescente
di poteri multinazionali, che gestiscono la finanza di quasi tutto il pianeta. Come sempre avviene, per
potersi garantire la continuità e la crescita, oltre che la propria sicurezza, questa rete di poteri occulti e
manifesti, influenza in modo spesso determinante il mondo della politica, e quello militare. Sebbene, come
detto, non si tratta più di un solo stato o gruppo di persone (come era il caso nel passato), ma di un
fenomeno internazionale, e fuori dubbio che il centro di tutto ciò sia l'Occidente, e in particolare gli Stati
Uniti. E la capitale economica, il cuore di questo processo di globalizzazione è senz'altro New York, specie
la parte sud dell'isola Manhattan, proprio dove si trovavano le due torri gemelle, i più alti edifici di tutta
la città.

Si noti bene, questo non vuole essere un articolo anti-americano, a maggior ragione in un momento nel
quale migliaia di famiglie sono in lutto o in dolore angoscioso per la sorte dei loro cari. Il Leviatano è una
realtà spirituale decaduta, una sete di potere che divora tutto, compreso l'anima di determinate persone.
Chi siano queste persone nessuno lo sa, se non la Divina Consapevolezza. Si può presumere che siano
essenzialmente poche, qualche centinaio e non di più, mentre la grande maggioranza delle popolazioni si
trova in condizioni che variano da quella di collaboratori volontari a quelli di semplici subordinati o servi,
quindi con poca o nulla libertà di scelta. Questa non vuole essere una svalutazione qualitativa dei livelli di
consapevolezza di così tanta gente (tra i quali forse ci troviamo anche noi), ma una semplice osservazione
sulla condizione di fatto della loro vita esteriore. Come si sa, ogni essere umano, a dispetto di quanto basso
possa essere il suo punto di partenza, può arrivare al risveglio della consapevolezza, a scoprire il Divino
presente nella propria interiorità, e quindi alla liberazione, alla redenzione. Ogni essere umano ha in sé un
piccolo seme dello Tzadik che corre nella "Torre Potente" (Migdal Oz) che è il Nome di Dio, e lì trova
elevazione. Questo è il paradigma della Yetziat Mitzraim, l'Uscita dall'Egitto. Va però sottolineato come,
secondo il midrash, di tutti gli ebrei che erano schiavi in Egitto (il Leviatano di allora), ai tempi di Mose,
soltanto un quinto riuscirono ad uscire. Il passaggio dalla schiavitù (pur se dorata e riccamente agiata) alla
libertà era e rimane un processo difficile e periglioso.

Pur con tutto il suo potere terrificante, il Leviatano ha almeno due punti deboli. Uno è la sua fame senza
confini, che, se non fosse controllata da Dio stesso, lo porterebbe a mangiarsi il mondo intero (e quindi
anche se stesso). Ciò corrisponde alla sete di potere dei grandi imperi della storia, e dei loro capi, la loro
aspirazione comune di conquistare il mondo intero. L'altro punto debole è l'esistenza di un piccolo pesce,
chiamato kilbith (una specie di pesce - spina velenoso), del quale il Leviatano ha una paura indescrivibile
(si veda il Talmud in Shabbat, 77b). Ci sono molte interpretazioni simboliche su cosa rappresenti questo
pesce. Quest'estate, durante il corso sulle Cinquanta Porte dell'Intelligenza, ci siamo occupati ampliamente
di ciò. Anche i partecipanti hanno espresso idee molto originali ed interessanti. Un aspetto che ci è sfuggito
allora, ma che diventa più chiaro adesso è quello che ci porterebbe ad identificare il kilbith col terrorismo
internazionale, specie di stampo islamico fondamentalista.

Si badi bene, la polarità Leviatano-kilbith non è riconducibile alla dualità male - bene. Il Leviatano non è
solo un'entità maligna, uno degli aspetti di Satana. Esiste anche il Leviatano della santità, che simboleggia
l'energia cosmica nella sua interezza, il desiderio di godersi la vita in un modo sano e santo, l'intensità di
tutte le esperienze positive. Il Leviatano della Santità, secondo La Cabalà., è la stessa potenza unificatrice
tra il maschile e il femminile cosmici. In modo analogo, anche il kilbith non è solo un qualcosa di positivo,
ma esiste anche un kilbith del Sitra Achra, dell'Altro Lato, delle forze del male. E non è difficile
identificarlo con il gruppo o i gruppi di terroristi che hanno pianificato ed attuato l'attacco contro gli Stati
Uniti. Pochi uomini, a quanto pare armati d semplici coltelli, hanno messo in ginocchio la più grande
potenza mondiale, lasciandola scossa ed impaurita. Un piccolo pesce - spina terrorizza il Leviatano.

Ma chi sono questi terroristi? Lasciamo il compito di identificarli con esattezza ai servizi segreti. Qui ci
basti far notare come il ritorno al paganesimo di Molekh sia oramai dilagante. Molekh è il nome di un
idolo che era molto diffuso nell'area mediterranea e cananea, e quindi medio-orientale, al quale venivano
offerti sacrifici umani. Il fenomeno dei kamikaze, che si uccidono pur di far morire il maggior numero di
civili inermi ed innocenti (anche della loro stessa razza e religione), sta espandendosi in modo
impressionante, grazie anche ad una fanatica campagna di stampa nei paesi arabi. Questi pazzi vengono
definiti "martiri", vengono esaltati, specie in Palestina. Perfino nelle scuole, incominciando dall'asilo,
vengono mostrati come i migliori e più eroici tra i modelli di comportamento! È un'assurdità che la mente
occidentale non può capire, dato tutto un altro valore che essa ha per la vita umana. Si pensi che il Talmud
dice che chi uccide un uomo è come se distruggesse il mondo intero. Una cosa è uccidere in una guerra,
in una situazione di legittima difesa, ma l'assurdità di ammazzarsi nei modi più orribili, solo per trascinare
con se il maggior numero di civili…. È un offerta a Molekh, un sacrificio a satana!

In altre occasioni, sia in conversazioni con amici sia negli scritti, si era fatto notare come il terrorismo
islamico non sia solo un problema che tocca da vicino gli ebrei ed Israele, ma come prima o poi si sarebbe
esteso al mondo. Il fondamentalismo islamico, prima di essere anti-occidentale, è soprattutto antisemitico.
"Antisemitico" non è il termine adatto, è una metafora, dato che anche gli arabi sono "semiti". Il termine
corretto sarebbe "anti-ebraico". Il fondamentalismo islamico è la reincarnazione attuale di Amaleq, l'eterno
nemico di Israele, votato alla sua distruzione totale. Si guardi a ciò che è successo a Durban, in Sud Africa,
alla conferenza contro il razzismo, alla World Conferenze Against Racism, WCAR. Come qualcuno ha
fatto notare alla fine, la si sarebbe dovuta chiamare: "World Conferenze Advocating Racism" (Conferenza
mondiale a favore del razzismo), in quanto fin dagli inizi è stata "dirottata" dai paesi mussulmani e
trasformata in un'orgia collettiva di odio contro Israele in particolare, e contro gli ebrei in generale.
Sembrava che l'unico problema al mondo fosse la sofferenza dei palestinesi, e questo dava loro motivo
per scatenare tutta una serie di accuse infamanti contro gli ebrei, accuse delle quali perfino il capo della
Germania nazista sarebbe stato orgoglioso. Sia chiaro, il problema tra Israele e i palestinesi è troppo vasto
e complesso, e non ce ne occuperemo in questo articolo.

Noteremo, piuttosto, come molte volte, nella storia, popoli o movimenti hanno iniziato col perseguitare
gli ebrei e sono finiti per combattere contro il resto del mondo. Il Talmud (Gittin 56 b) dice che se uno
vuole "salire alla cima del mondo" la via più facile è quella di perseguitare gli ebrei.

« Onkelos (uno dei più famosi convertiti all'Ebraismo durante il periodo romano) figlio di Kolonikos, era
il figlio della sorella dell'imperatore Tito (colui che distrusse il Tempio di Gerusalemme). Egli stava
ponderando l'intenzione di convertirsi all'Ebraismo. Tramite dei sistemi di magia, fece risorgere Tito dai
morti, e gli chiese: "Chi è che ha la maggiore reputazione nel mondo?" Tito replicò: "Israele". Allora
Onkelos disse: "Cosa ne pensi dell'idea di unirmi a loro?" Tito disse: "I loro precetti sono troppo difficili,
e tu non sarai in grado di osservarli. Vai ed attaccali nel mondo, e tu ti troverai in cima, com'è scritto
(Lamentazioni 1,5): "I suoi nemici sono diventati capi". Chiunque perseguita Israele diventa il capo (del
mondo)." »

Qui l'analogia tra il terrorismo mondiale e il kilbith finisce, e si scopre che, in realtà, il fondamentalismo
islamico vorrebbe diventare un rivale del Leviatano, vorrebbe prendere il posto centrale che la cultura
laica occidentale occupa nel mondo. Non riuscendoci, si crea in esso un corto circuito tra il complesso di
superiorità, tipico della mentalità fondamentalista, e la realizzazione inevitabile della propria inferiorità,
che si vuole ignorare a tutti i costi.

Ma torniamo al discorso delle torri cadute. Nella Torà si parla diverse volte di torri. In generale, il concetto
si sposta dall'uno all'altro di due estremi. Da una parte c'è la torre di Babele, la sfida dell'umanità contro
Dio, gli esseri umani che, nel loro cieco orgoglio, vogliono dimostrare a se stessi e agli altri di essere
onnipotenti. Come il Titanic, le torri gemelle di New York erano state progettate per essere incrollabili,
resistenti perfino all'impatto di un aereo. Come il Titanic, le torri gemelle erano fatte a compartimenti
stagni: ogni piano poteva venire sigillato in modo completo, per evitare che eventuali incendi dilagassero
da un piano all'altro. Purtroppo, come per il Titanic, i progettatori non avevano fatto i conti fino in fondo:
trascurando da un lato le svariate tonnellate di carburante nei serbatoi di una aereo, dall'altro l'impatto a
piena velocità contro un iceberg di grandi dimensioni.

Dalla parte opposta della torre di Babele c'è la torre della quale parla il re Salomone:

"una torre di potenza è il Nome di Dio (YHVH), in essa correrà il giusto (tzadik), ed in essa verrà innalzato"

Il Nome di Dio è chiamato "torre". Si capirà ora come mai, nel corso dei nostri incontri di studio,
frequentemente poniamo le quattro lettere del Tetragrammaton l'una sull'altra, in verticale. A questo
riguardo, per maggiori informazioni circa il Nome di Dio, si vedano i seguenti due articoli:

Il Segreto del Nome

Il Nome di Dio
Il Nome di Dio
scritto in
verticale
"Migdal Oz"
"Torre Potente"

Così facendo abbiamo scoperto una serie incredibile di corrispondenze cabalistiche, con molti fenomeni
sia del mondo fisico, che delle realtà psicologiche e spirituali. Ma cosa significa che il Nome di Dio è una
"torre"? Migdal, in ebraico, è una parola composta da quattro lettere Mem - Ghimel - Dalet - Lamed.

Le due lettere interiori, Ghimel - Dalet, come spiega il Talmud, significano: "Gomel Dalim", "fare
beneficenza ai poveri". La Mem agli inizi significa "da", nel senso di "provenire da". E la Lamed alla fine,
la più alta lettera dell'Alefbeit, simboleggia la grandezza, l'elevazione, la qualità fisica più apparente della
torre. Tradotto in termini umani, tutto ciò significa che la vera grandezza proviene dalla generosità,
dall'aiutare i poveri e i destituiti.

Secondo la Torà, il fatto che nel mondo ci siano poveri e ricchi fa parte della natura essenzialmente
dualistica della creazione, ed è quindi un fatto voluto da Dio. In modo analogo, ci sono uomini e donne,
alti e bassi, belli e brutti, magri e grassi, malati e sani, ecc. Tuttavia la Torà ci dà degli strumenti per
correggere gli eccessi di distanza tra questi poli (Deuteronomio 15):

[7] "Se vi sarà in mezzo a te qualche tuo fratello che sia bisognoso in una delle città del paese che il
Signore tuo Dio ti dà, non indurirai il tuo cuore e non chiuderai la mano davanti al fratello
bisognoso; [8] anzi gli aprirai la mano e gli presterai quanto occorre alla necessità in cui si trova. …
[10] Dagli generosamente e, quando gli darai, il tuo cuore non si rattristi; perché proprio per questo il
Signore Dio tuo ti benedirà in ogni lavoro e in ogni cosa a cui avrai messo mano. [11] Poiché i bisognosi
non mancheranno mai nel paese; perciò Io ti dò questo comando e ti dico: Apri generosamente la mano al
tuo fratello povero e bisognoso nel tuo paese."

Come si vede, la povertà esiste ma va corretta ed assistita. Ed è proprio questa la più grave mancanza del
mondo occidentale nei confronti del cosiddetto terzo mondo. Non solo i popoli ricchi non danno niente in
beneficenza ai poveri, ma spesso, i prestiti o i cosiddetti "pacchetti di aiuto economico", sono trappole
nelle quali i paesi più deboli vengono inesorabilmente catturati. Incapaci di ripagare il capitale, a mala
pena i paesi dalle economie più deboli, vengono strangolati dai soli interessi. Le grandi banche mondiali,
il Fondo Monetario Internazionale, ecc, si trovano così a poter pilotare tutto l'apparato economico e
produttivo di interi paesi dell'Africa, del Sud America, dell'Asia, dell'Europa Orientale. Ed ecco che la
ricchezza dell'occidente continua a fiorire, le sue torri ad innalzarsi…. Ma quelle non sono le torri ove
corrono i Giusti, bensì le torri di Babele.

Con tutto quanto detto non vogliamo assolutamente dire che il motivo per il quale i terroristi di New York
e di Washington hanno agito sia la protesta contro la povertà del terzo mondo. C'è sotto molto di più.
"Torre", migdal, vale 77, proprio come "oz" potere. Si tratta di una lotta di potere: chi controlla chi, chi è
il più forte e il più astuto. Visto che abbiamo citato il re Salomone, narreremo un episodio della sua vita.
Com'è noto, Salomone era la persona più saggia sulla terra, e possedeva dei poteri spirituali veramente
fuori dal comune. Tra di essi c'era anche la conoscenza delle tecniche per dominare gli stessi demoni.
Narra una tradizione orale che egli aveva assoggettato lo stesso Ashmodai (Asmodeo, il cui nome in
ebraico viene da una radice indicante "distruzione"), il capo dei demoni, dal quale si faceva servire e fare
tutta una serie di favori. Ma non durò a lungo, e il midrash ci dice che il demone riuscì ad imbrogliarlo, e
lo mandò in esilio, prendendone il posto sul trono di Gerusalemme, per un certo numero di anni. Alla fine
Salomone riuscì a ritornare e a rimettere a posto le cose, ma la lezione era stata chiara: non fidarsi dei
demoni, e del proprio potere su di essi.

Una cosa analoga si è verificata per il governo americano e per quelli europei. Per decenni essi hanno
armato volutamente delle associazioni terroristiche (il caso più recente è stato quello dei ribelli albanesi,
prima in Kosovo e poi in Macedonia). Qualche anno fa era stato il caso dell'autorità palestinese, cui sono
state date decine di migliaia di armi, con le quali avrebbero dovuto controllare i terroristi, ma che poi
vengono regolarmente usate per tendere imboscate ad inermi civili mentre tornano a casa dalle loro
famiglie. Forse non tutti sanno che, dall'inizio dei patti di Oslo, nei quali l'autorità palestinese ha
formalmente e solennemente rinunciato al terrorismo (impegno confermato e sottoscritto in diverse altre
occasioni), tra gli israeliani ci sono stati più di quattrocento vittime, in massima parte inermi civili, senza
tenere conto delle migliaia di feriti e degli invalidi. Per fare un paragone in termini di proporzioni, ci sono
cinque milioni di ebrei in Israele, cinquanta volte di meno dei 250 milioni circa di americani. È come se
negli Stati Uniti fossero morte ventimila persone, un disastro ancora più grande di quello che sta ora
mettendo gli americani sul piede di guerra.

Altre volte i governi occidentali hanno semplicemente chiuso un occhio (se non due) sulle attività dei
terroristi, nascondendosi dietro ipocrite dichiarazioni di equidistanza. Hanno pensato di potere utilizzare i
gruppi terroristici per i propri fini politici ed economici, e sovente ci sono riusciti. Ma la legge del karma
è inesorabile, e se trattare coi demoni è stato pericoloso per un re saggio come Salomone, a maggior
ragione si sta dimostrando pericoloso anche per i governi occidentali, che di saggezza ne hanno ben poca.
Se i terroristi che hanno abbatto le torri gemelle e colpito il Pentagono avessero avuto un'atomica o un'arma
biologica, qualcuno ha ancora dei dubbi sul fatto che l'avrebbero usata? E qualcuno hai dei dubbi sul fatto
che, prima o poi, se non ci si premunisce, queste organizzazioni arriveranno a dotarsi di armi non
convenzionali? Qualcuno ha dei dubbi che il loro odio non si limiterebbe contro l'America e Israele ? E
come si pensa di arrestare tutto ciò? Con una conferenza mondiale sulla pace e sulla riconciliazione? Con
un altro convegno contro il razzismo?
Qualcuno potrebbe dire: "ma si tratta di un'esigua minoranza di estremisti…". Andiamoci piano. Se venti
persone sono arrivate a fare ciò che hanno fatto, significa che almeno altre duecento erano pronte a farlo,
e duemila vorrebbero farlo, e a ventimila piacerebbe farlo. Si leggano i sondaggi di opinione nei paesi
arabi, le percentuali di pubblico che approva gli attentati suicidi. Non ci si faccia ingannare dalle
dichiarazioni di condanne emesse in questi giorni, sotto la paura della pesante rappresaglia che sta per
scatenarsi. Le più importanti autorità religiose mussulmane di Egitto, Siria, Arabia Saudita, Afganistan,
Iran, Sudan, Palestina, Libano, hanno emesso degli editti religiosi dichiarando che tali suicidi sono dei
lodevoli "martiri". Per fortuna non tutti i mussulmani sono così, e molti sono proprio dell'opinione opposta,
ma la loro voce quasi non si sente, nel coro generale delle incitazioni all'odio.

Quanto a noi, semplici cittadini, essere liberi significa poter scegliere tra le due torri: quella di Babele e
quella del Nome di Dio. La "torre di potenza" vera è quest'ultima. L'intera espressione "migdal oz" vale
77 + 77 = 154, il valore di "olam haba", "mondo a venire". Occorre investire le proprie energie per
costruirsi una parte nel mondo a venire, nel mondo della verità. Ciò è ben diverso dal dedicarsi
completamente alle cose di "questo mondo", "l'alma de shiqra", "il mondo della menzogna" (secondo la
terminologia dello Zohar). Lo Tzadik è colui o colei che entra nel Nome di Dio, lo interiorizza, lo pone
come proprio scudo e difesa, come propria abitazione. Ecco un'altra prova dell'estrema importanza dello
studio della Cabalà. e delle sue pratiche meditative, ecco la potenza della preghiera, durante la quale ci
immergiamo letteralmente nel Nome di Dio. Un particolare interessante: secondo gli organi di
informazione, nei giorni seguenti al disastro di New York, l'affluenza ai luoghi di culto è aumentata
enormemente, la gente sente il bisogno di pregare, cerca delle "torri" più sicure. Noi, studenti della sacra
sapienza cabalistica, non dobbiamo aspettare tragedie e disastri, per "correre al Nome di Dio", alla "torre
di potenza". Possa l'Onnipotente proteggerci tutti, e darci un assaggio delle dolcezze del mondo a venire,
senza più farle precedere dalle amarezze di questo mondo.

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