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1. COMPARTO: ALBERGHIERO
3. COD.INAIL:
5. CODICE DI RISCHIO
(riservato all’ ufficio)
6. N. ADDETTI: 46
In genere per le strutture medio piccole il servizio di lavanderia viene appaltato a ditte esterne, in quanto vi è
una convenienza economica, nel trasferire all’esterno questa attività, considerando l’alto costo che gli
impianti a norma e l’entità dei volumi che si andrebbero ad occupare a sfavore di quelli destinati
all’accoglienza dell’ospite.
Il servizio di lavanderia interno trova ancora giustificazione nelle grosse strutture alberghiere, specie se di
unica proprietà che ne possiede più di una, così che la lavanderia di un grosso albergo opera anche per gli
altri della medesima proprietà, assicurando in questo modo una certa economia di scala. In questo caso gli
impianti possono essere di notevole dimensioni e pertanto nell’ambito delle considerazioni inerenti la
valutazione del rischio di questa attività si rimanda alla Banca Dati Nazionale dell’ISPESL nella sezione
lavanderie stirerie anche se la trattazione è particolarmente relativa ai processi di lavaggio cosiddetti “a
secco”.
In tutte le strutture è comunque presente il servizio di guardaroba, che comprende la raccolta e l’inoltro e
successivamente il ricevimento di tutta la biancheria, e il vestiario trattato dai servizi di lavanderia, siano
interni che esterni.
L’addetto alla lavanderia: riceve il materiale da lavare, lo seleziona per tipologia, e provvede al
suo stoccaggio in appositi contenitori, distinti per tipologia di materiale da pulire, provvede a
caricare le macchine che eseguono il lavaggio, sovrintendono al funzionamento di queste, con
azioni di controllo, assicurano il carico di detersivi e sbiancanti ovvero approvvigionano i sistemi di
alimentazione automatica delle apparecchiature di lavaggio. Terminati i cicli di lavaggio raccolgono
il lavato e lo avviano al processo di asciugatura. Successivamente vi è la fase di stiratura della
biancheria che di solito avviene con l’utilizzo di mangani con riscaldamento elettrico o a gas o
presse da stiro.
L’addetto al guardaroba provvede alla ricezione della biancheria dalla lavanderia, sia essa interna
che esterna, esegue eventualmente la stiratura dei capi più piccoli, interfaccia il ricevimento del
vestiario dalla clientela che vogliono sia trattato dalla lavanderia, gestisce lo stoccaggio di tutta la
biancheria e le consegne al personale ai piani, di sala e del reparto cure. Tutta la movimentazione
della biancheria e vestiario viene fatta ricorrendo ad appositi carrelli e cestoni con ruote.
Esempio di divario tecnologico tra macchine presenti presso le strutture alberghiere valutate.
In questo caso riferito l’esempio è riferito agli essiccatoi. In quelli di sinistra si nota come
l’emissione dei vapori avvenga direttamente nell’ambiente, mentre in quelli di destra l’emissione è
convogliata direttamente all’esterno dell’ambiente di lavoro per mezzo di una apposita condotta.
Analogamente le moderne lavatrici hanno gli sfiati del cestello convogliabili a collettori di raccolta
Solamente circa il 10% degli alberghi dotati di lavanderia ha il parco macchinari di questa
acquistato negli ultimi 8 anni, periodo di entrata in vigore della marchiatura CE relativamente alla
direttiva macchine.
Il fattore di rischio
I lavoratori addetti alla lavanderia e guardaroba risultano esposti ai seguenti rischi:
♦ possibile contatto della pelle con disinfettanti, liquidi organici o prodotti chimici vari annoverabili
quali preparati pericolosi, desumibili dalle schede di sicurezza;
♦ esposizione a rumore proveniente dalle macchine presenti nel reparto;
♦ movimentazione manuale dei carichi;
Il rischio derivante da movimentazione dei carichi è ascrivibile alla movimentazione dalle ceste di biancheria sporca o
pulita ( peso di 20-30 Kg ), dai fusti di detersivo, dalle azioni di spinta o tiro di carrelli, attività queste che vengono
eseguite in ambienti con microclima sfavorevole ( caldo umido);
Va poi rammentato che, specie nel passato in presenza di un parco macchine obsoleto poteva esserci il rischio
rappresentato dalla presenza di manufatti di amianto all’interno di alcuni macchinari con bruciatori installati, utilizzati
dai lavoratori (mangani, essiccatoi etc).
Il danno atteso
In questo reparto aziendale i problemi maggiori sono relativi alla movimentazione manuale dei
carichi e qualche problema allergizzante provocato da detersivi e lattice, ad esempio quello dei
guanti utilizzati come DPI.
Infatti 4 addetti di cui uno al guardaroba e tre alle lavanderie sono stati riconosciuti idonei con
prescrizioni dal medico competente. Le prescrizioni sono relative a limiti nella movimentazione dei
carichi in tre casi e all’uso di guanti in vinile anziché in lattice.
Gli interventi”
Per il rischio derivante dalla movimentazione manuale dei carichi è necessario valutare
concretamente il processo di movimentazione per ridurre al minimo il rischio soprattutto per il
rachide dorso-lombare utilizzando in tutti i casi possibili l’ausiliazione meccanica per le azioni di
sollevamento, dove è possibile. E’ inoltre opportuno dotarsi di carrelli di facile movimentabilità
all’interno delle strutture, con ruote grandi per facilitare le azioni di spinta o trazione.
Per il rumore diventa di fondamentale importanza la scelta in fase di acquisto di macchine che siano
meno rumorose possibili, valutando l’emissione di rumore che normalmente viene dichiarata dal
costruttore. E’ successivamente fondamentale la regolare revisione delle attrezzature, al fine di
eliminare i rumori indesiderati imputabili alla vetustà delle attrezzature, imputabili a pannelli
insonorizzanti tolti, a cuscinetti consumati, a cigolii imputabili a pulegge e cinghie di trasmissione
rovinate.
Nelle lavanderie l’esposizione personale (Lep(d) o Lep(w) al rumore può superare gli 80 dB(A) e
pertanto può vigere l’obbligo di effettuare la valutazione al rischio di esposizione secondo quanto
previsto dall’allegato VI del D.Lgs. 277/1991.
Qualora i rischi in precedenza indicati per il personale di lavanderia e guardaroba non risultano
ulteriormente eliminabili o riducibili dall’adozione di misure collettive di protezione, da misure
tecniche o organizzative particolari in quanto le attività sono altamente parcellizzate è necessario
ricorrere all’adozione di dispositivi di protezione individuale come definiti e descritti dal titolo IV
del D. Lgs.626/94 al fine di garantire il lavoratore.
In relazione ai rischi che riguardano la sfera dell’igiene sul lavoro questi possono essere ridotti
dall’adozione dei
Tutte le macchine devono essere installate secondo quanto previsto dal loro libretto d’uso, deve
essere effettuata le regolare manutenzione, tutto il parco già installato deve essere rispondente alle
regole sottoriportate:
• Gli IDROESTRATTORI devono il coperchio non può essere aperto fino a quando il
cesto non sia completamente fermo, se il carico non è correttamente distribuito un apposito
interruttore di sicurezza automatico ne blocca il ciclo;
• Le PRESSE STIRATRICI E MANGANI sia alimentate a gas che a energia elettrica, dopo
il turno di servizio devono essere messe in sicurezza staccando l’alimentazione di energia, o
agendo sull’interruttore della presa interbloccata, se alimentata a energia elettrica o
sezionando con l’apposita saracinesca il flusso di gas, inoltre devono avere efficienti e
presenti la barra salvamani posta all’imbocco dei rulli trascinatori, carteraggi di protezione
degli organi trascinatori dotati di interblocchi di sicurezza, barre di sicurezza estese a tutta la
forma del piano pressatore o doppi comandi azionati dall’operatore con entrambe le mani;
Naturalmente tutti gli equipaggiamenti e macchinari acquistati dopo il 1996 devono essere marcati
CE.
Tutto il personale addetto alle lavanderie, stirerie e guardaroba deve essere oggetto di azioni di
formazione ed informazione in merito all’uso e alla lettura delle etichettature dei preparati
pericolosi, inoltre dovranno essere sempre richieste le schede di sicurezza degli stessi ai fornitori,
che sono tenuti a consegnarle con il materiale. Si allega un esempio di quaderno di formazione con
riportate le frasi di rischio e due esempi di schede di sicurezza.
Esempio di strato di pulviscolo depositato con gli anni in una canalizzazione di aspirazione di una
lavanderia. Nel momento dello smantellamento le scintille provocate dall’elettroutensile utilizzato
per il taglio delle lamiere hanno causato un principio d’incendio che ha richiesto l’intervento dei
VVF.
Negli alberghi valutati è notevole l’affidamento a ditte esterne dei servizi di lavanderia che vengono
quindi con mezzi propri a prelevare la biancheria e la riportano dopo il lavaggio.
Tutte le strutture hanno comunque il guardaroba, ovvero quel reparto che serve alla gestione della
biancheria, asciugamani etc, sia come deposito centrale che distribuito ai piani.
L’accesso di lavoratori terzi negli ambienti del guardaroba o allo stesso pertinente può avvenire
nell’occasione della consegna del materiale.
Nei casi di cui sopra vanno attuati gli obblighi previsti dall’art. 7 del D.Lgs. 626/1994, ovvero:
• Informazione dettagliate sui rischi specifici esistente nell’ambiente in cui sono destinati
ad operare i lavoratori esterni e sulle misure di emergenza da adottare in relazione
all’attività svolta, si ricorda che la classificazione del rischio incendio nelle attività
alberghiere considerate è risultata essere compresa tra i livelli di rischio medio e rischio
elevato, secondo le definizioni di cui al DM 10/03/1998;
Le azioni di cui sopra devono essere promosse dal committente che è il gestore dell’attività
alberghiera.
Riferimenti legislativi
I riferimenti legislativi che interessano il reparto e le lavorazioni prese in esame in questo capitolo
sono:
• D.Lgs. 475/1992
• D.Lgs. 626/1994 SMI
• DM 09/04/1994 come aggiornato dal DM 14/10/2003
• DPR 547/1955
• DPR 303/1956
• D.Lgs. 277/1991
Il rischio esterno
Non vi sono particolari indicazioni in merito al rischio esterno. Le lavanderie sono allacciate al
collettore della rete fognaria pubblica tramite l’impianto fognario delle strutture alberghiere.
Eventuali camini e scarichi di vapori o aria forzata devono distare almeno 10 metri dalle finestre e
le bocche di scarico devono sopraelevarsi di almeno 1 metro dal piano di falda del tetto.
Per quanto concerne la dismissione di macchine ed attrezzature va posta cautela e cura al fine di
accertarsi che quanto ceduto all’esterno, non in possesso dei requisiti essenziali di sicurezza, sia
effettivamente qualificato come rottame, al fine di non avere le responsabilità previste dal DPR
459/1996 art. 11 comma 1.