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PA G I N A U N O - B I M E S T R A L E D I A N A L I S I P O L I T I C A , C U LT U R A E L E T T E R AT U R A - A N N O V I I I - N .

3 8 - G I U G N O / S E T T E M B R E 2 0 1 4
anno VIII - numero 36 - febbraio / marzo 2014 - www.rivistapaginauno.it

RESTITUZIONE PROSPETTICA VERITÀ AL TEMPO DELLA MOVIOLA


Reshoring: dietro la Come, quando e perché l’Antimafia
reindustrializzazione dell’Europa schedò gli uomini politici
di Giovanna Cracco collusi con la mafia
di Michele Pantaleone
POLEMOS
Il banchiere di sistema: nuovi legami INTERVISTA
fra finanza, imprenditoria e politica Alberto Patrucco.
di Giovanna Baer Una pessima reputazione
di Giuseppe Ciarallo
Expo 2015: il lavoro diventa gratuito
di Domenico Corrado SOTTO I RI(F)LETTORI
La fabbrica della discordia
INCHIESTA Recensione de Il re ne comanda una,
Ilva, cancro industriale della Stelio Mattioni
popolazione tarantina di Sabrina Campolongo
di Davide Corbetta
LE INSOLITE NOTE
(DIS)ORIENTAMENTI The future sound of London
Il Front national in Francia: Lifeforms (remixes)
la cavalcata di Marine Le Pen di Augusto Q. Bruni
di Matteo Luca Andriola

FILO-LOGICO
Banale
di Felice Bonalumi

8,00 euro anno VIII - numero 38 - giugno / settembre 2014 - www.rivistapaginauno.it


DIRETTORE EDITORIALE anno VIII – numero 38
Giovanna Cracco giugno / settembre 2014
pubblicazione bimestrale (5 numeri annuali)
GLI AUTORI DI QUESTO NUMERO prezzo di copertina 8,00 euro
Iacopo Adami autorizzazione tribunale di Monza n. 1429,
Matteo Luca Andriola registro periodici, del 13/12/1999
Giovanna Baer
Felice Bonalumi SOCIETÀ EDITRICE
Raffaella Brioschi McNelly s.r.l.
Augusto Q. Bruni Via A. Villa 44 - Vedano al Lambro (MB)
Sabrina Campolongo
Giuseppe Ciarallo DIRETTORE RESPONSABILE
Andrea Cocci Valter Pozzi
Davide Corbetta
Domenico Corrado SEGRETARIA DI REDAZIONE
Giovanna Cracco Giusy Mancinelli
Michele Pantaleone
ABBONAMENTO ANNUALE
Le collaborazioni a questa rivista sono ordinario 35,00 euro
a titolo gratuito. Tutti i testi, salvo sostenitore 50,00 euro
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e vanno inviati a: Per ricevere i numeri arretrati scrivere a:
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IN COPERTINA STAMPA
Illustrazione di Peppo Bianchessi Finsol s.r.l.
via Prenestina Nuova 301/C3, Palestrina (RM)
Chiuso in redazione il 31 maggio 2014 www.finsol.it - info@finsol.it
www.rivistapaginauno.it
In questo numero

Reshoring: che cosa significa “rilancio dell’economia”, cosa


nasconde il processo di reindustrializzazione dell’Europa, e per-
ché proprio ora? Il banchiere di sistema: l’epoca di Bazoli è
finita: Renzi porta con sé un ordine nuovo che cambia i rap-
porti di forza nella finanza, nell’imprenditoria e nell’editoria.
Expo 2015 e lavoro: l’esposizione universale come laborato-
rio in cui sperimentare le nuove politiche di sfruttamento.
Ilva, cancro industriale: inchiesta sulla realtà tarantina: i fi-
nanziamenti pubblici, la corruzione, l’inquinamento, l’avvele-
namento delle persone, il problema occupazionale. Il Front
national in Francia: le ragioni politiche del trionfo di Marine
Le Pen: come è cambiato il partito di estrema destra? Agli
albori dell’Antimafia: la vicenda delle 164 schede su politici
collusi con la mafia compilate agli inizi degli anni ‘70.

E ancora: banale, incrocio fra quotidianità e coscienza, Geor-


ges Brassens nelle parole di Alberto Patrucco, che esce con
la seconda raccolta di canzoni del grande chansonnier fran-
cese, e poi recensioni di romanzi, saggi e film, e la copertina
di Peppo Bianchessi.

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SOMMARIO

_ RESTITUZIONE PROSPETTICA _ INTERVISTA


pag. 6 Reshoring: dietro la pag. 56 Alberto Patrucco.
reindustrializzazione dell’Europa Una pessima reputazione
di Giovanna Cracco di Giuseppe Ciarallo

_ POLEMOS _ SOTTO I RI(F)LETTORI


pag. 13 Il banchiere di sistema: nuovi legami pag. 62 La fabbrica della discordia
fra finanza, imprenditoria e politica Recensione de Il re ne comanda una,
di Giovanna Baer Stelio Mattioni
_ di Sabrina Campolongo
pag. 19 Expo 2015: il lavoro diventa gratuito
di Domenico Corrado _ IN LIBRERIA – narrativa
pag. 68 La settimana bianca, Emmanuel Carrère
_ INCHIESTA (R. Brioschi)
pag. 22 Ilva, cancro industriale della Nel ventre della bestia, Jack Henry
popolazione tarantina Abbott (I. Adami)
di Davide Corbetta Ho ucciso un principio, Paolo Pasi
(G. Ciarallo)
_ (DIS)ORIENTAMENTI
pag. 32 Il Front national in Francia: _ IN LIBRERIA – saggistica
la cavalcata di Marine Le Pen pag. 69 Spie, Giorgio Boatti e Giuliano Tavaroli
di Matteo Luca Andriola (G. Cracco)
Dove sono i nostri, Clash City Workers
VERITÀ AL TEMPO DELLA MOVIOLA (G. Cracco)
_ di Michele Pantaleone L'imperialismo globale e la grande crisi,
pag. 42 Come, quando e perché l’Antimafia Ernesto Screpanti (G. Cracco)
schedò gli uomini politici
collusi con la mafia _ LE INSOLITE NOTE
_ pag. 70 The future sound of London
pag. 45 Le schede che scottano Lifeforms (remixes)
_ di Augusto Q. Bruni
pag. 47 Paccottiglia per creduloni quelle
schede! In verità, aiutano la mafia _ ZONA FRANCA
pag. 76 Der Todesking, Jörg Buttgereit
_ FILO-LOGICO Occhi senza volto, Georges Franju
pag. 50 Banale Tras el cristal, Augustì Villaronga
di Felice Bonalumi di Andrea Cocci

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RESTITUZIONE PROSPETTICA

di Giovanna Cracco
Reshoring
Dietro la reindustrializzazione dell’Europa

La crisi dell’economia reale nei Paesi manifatturiero l’economia di un Pae-


a capitalismo avanzato, seguita alla se tracolla. Nel luglio 2007, nel rap-
crisi finanziaria e alla crisi (specula- porto “La terziarizzazione dell’econo-
zione) dei debiti sovrani, è stata la- mia europea: è vera deindustrializza-
sciata andare alla deriva come una zione?”, il Servizio studi di Intesa San
nave fantasma. Eppure capitani ce Paolo evidenziava quanto “l’aumen-
n’erano – la classe dirigente politica to del peso dell’occupazione nei ser-
ed economica – e ciurma ce n’è sem- vizi delle economie europee, Italia
pre in abbondanza – lavoratori, pen- compresa, possa essere spiegato so-
sionati... cittadini. Si può pensare prattutto con la crescita dei servizi in-
che chi stabilisce la rotta sia incapa- tegrati con l’industria”: comunicazio-
ce, o sedotto dal canto delle sirene, ne, ricerca e sviluppo, informatica,
in questo caso quelle dell’ideologia trasporti, marketing, consulenza lega-
neoliberista, ma è in genere una ri- le, contabile ecc.
sposta di comodo, assolutoria, per- Se le fabbriche di un Paese chiu-
ché contempla l’attenuante della stu- dono, insomma, perché delocalizzano
pidità che porta con sé quella del- o perché non reggono la concorren-
Già prima della la buonafede. Ed è difficile crede- za a bassi prezzi delle merci prodotte
crisi le classi re a quest’ultima quando si leggo- in Cina, Vietnam, Bangladesh, chiu-
dirigenti no le relazioni che i ‘capitani’ si dono anche le imprese di servizi che
sapevano che scambiano ai meeting e alle riunio- vi ruotano intorno. Segue disoccupa-
senza il ni internazionali. zione, crollo dei consumi, recessio-
comparto In tutte le analisi, la ragione ne. La fotografia dell’attuale Europa.
manifatturiero della crisi è individuata nella dein- Oggi i capitani sembrano improv-
l’economia di un dustrializzazione messa in atto ne- visamente essere tornati al timone e
Paese tracolla gli ultimi vent’anni. La globalizza- parlano di reindustrializzazione. Di-
zione, ossia la libera circolazione di ciotto mesi fa, nel gennaio 2013, Con-
merci e capitali che ha permesso findustria scriveva nel suo “Progetto
la finanziarizzazione dell’economia e per l’Italia: crescere si può, si deve”
la delocalizzazione della produzione che “il perno del rilancio è la logica
nei Paesi a basso costo del lavoro, è industriale centrata sul manifatturie-
stata servita ai cittadini accompagna- ro, intorno al quale in Italia ruota tut-
ta dalla tesi secondo cui la chiusura to il sistema produttivo del made in
delle fabbriche nei Paesi a capitali- Italy, dall’agricoltura, al turismo, ai
smo avanzato rispondeva a una na- servizi”; il 29 aprile scorso il Comi-
turale progressione della loro econo- tato economico e sociale europeo
mia verso una struttura di tipo ter- (Cese) segnalava nella sua relazione
ziario. Eppure già prima della crisi le “Riportare le industrie nell’Ue nel
classi dirigenti conoscevano il livello quadro del processo di reindustrializ-
di integrazione del sistema economi- zazione” di essere “convinto che, per
co, e sapevano che senza il comparto arrestare il declino economico del-

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l’Unione, occorra rilanciare l’industria fattori. Uno degli elementi che han-
e in particolare quella manifatturie- no favorito il rimpatrio è stato deter-
ra, punto di forza della struttura pro- minato dalla riduzione dei prezzi del-
Da tre anni gli
duttiva […] riportando il peso dell’in- l’energia negli Stati Uniti” scrive il
Usa stanno
dustria nella formazione del Pil euro- Cese. “Secondo il Boston Consulting
riportando la
peo ad almeno il 20% dal 15,1% in Group, i primi tre fattori che deter-
cui si trova ora”, e che “il manifattu- minano la decisione di reshoring produzione nei
riero rimane la sala macchine della sono: (i) il costo del lavoro, (ii) la vici- confini nazionali
crescita economica: nelle regioni dove nanza ai clienti, (iii) la qualità del offrendo alle
l’industria ha aumentato il suo peso prodotto. […] gli Stati Uniti stanno imprese basso
relativo il Pil è cresciuto di più. […] diventando il produttore a basso co- costo energetico,
L’industria ha un effetto trainante im- sto del mondo sviluppato, e così gli lavoro
portante. Si calcola che cento posti Stati Uniti appaiono sempre più at- sottopagato e
di lavoro creati in questo settore ne traenti”. sgravi fiscali;
permettono la nascita di altrettanti in Da ormai tre anni la politica eco- anche in Europa
altri ambiti dell’economia”; e sempre nomica della Casa Bianca mira infatti il reshoring sta
il Cese concludeva affermando che bi- a riportare la produzione di merci muovendo i suoi
sogna “individuare alcuni strumenti dentro i confini nazionali, offrendo passi
utili per sostenere l’iniziativa […] volta alle imprese diverse tipologie di age-
alla reindustrializzazione dell’Unione volazioni: basso costo energetico,
europea, nel cui ambito si pone il grazie alle riserve di shalegas, lavo-
tema del rimpatrio delle imprese che ro ancora più ‘flessibile’ e sottopa-
hanno trasferito altrove le loro attivi- gato, sgravi fiscali sulle tasse socie-
tà”. In una parola: reshoring. tarie, sui profitti e sulle imposte di
Appurata quindi l’assenza di stu- vendita. Secondo il New York Times,
pidità nella classe dirigente, occorre gli aiuti statali corrispondono a 80
chiedersi perché è stata messa in miliardi di dollari l’anno, che fanno
atto la deindustrializzazione e so- capo a 1.800 programmi gestiti di-
prattutto perché solo ora si è iniziato rettamente dagli Stati federali o dal-
a invertire la rotta. le municipalità (1). Un esempio su
tutti: dietro la decisione della multi-
“Le aziende americane stanno rim- nazionale Apple di riportare dall’Asia
patriando progressivamente la produ- una parte di produzione, investendo
zione. Il cambiamento riflette la per- ben 100 milioni di dollari in nuovi
dita per la Cina del vantaggio compe- stabilimenti americani, ci sono 119
titivo come centro di produzione a milioni di soldi pubblici offerti in in-
basso costo dopo anni di crescita ra- centivi annuali.
pida dei salari e una varietà di altri Per quanto più lentamente, anche
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1) Cfr. Marco Valsania, Dagli Usa 80 miliardi per riportare le aziende in patria, Il Sole 24 ore,
9 gennaio 2013

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RESTITUZIONE PROSPETTICA

in Europa il reshoring sta muovendo miliardi di euro. I fondi strutturali e


i suoi passi. di investimento europei (fondi Esi)
Un sondaggio effettuato nel mar- sono disponibili per gli Stati membri
zo scorso dalla Millward Brown per per un importo di almeno 100 miliar-
conto della Confindustria inglese, in- di di euro per finanziare l’investimen-
tervistando più di cinquanta manager to nell’innovazione, in linea con le
delle maggiori aziende di Gran Breta- priorità della politica industriale. Co-
gna, Italia, Germania, Francia e Olan- sme, il programma europeo per la
da, rivela una “piccola ma crescente competitività delle imprese e Pmi
tendenza” al rimpatrio della produ- 2014-2020, ha un budget dedicato di
zione: il 40% è favorevole. Tuttavia, 2,3 miliardi di euro. Spire (Sustaina-
la Ue deve fare di più. Per tornare a ble Process Industry through Resour-
produrre nel vecchio continente il ce and Energy Efficiency) è la nuova
60% delle imprese chiede un alleg- partnership pubblico privata firmata
gerimento della burocrazia e delle re- a dicembre 2013 e parte di Horizon
gole comunitarie, soprattutto nel 2020 con budget totale comunitario
Non è una nuova campo dei servizi finanziari e del- di 900 milioni di euro per i prossimi
forma di l’energia, e il 52% vuole un merca- sette anni”.
keynesismo: i to del lavoro più flessibile (2). Dunque, diminuzione del costo
soldi pubblici Richieste a cui il Cese racco- del lavoro e di quello dell’energia, da
non vanno ad manda di dare seguito: “Le politi- una parte, e incentivi finanziari dal-
alimentare che centrali a supporto delle indu- l’altra. Esattamente come negli Stati
investimenti strie manifatturiere che scelgano Uniti.
statali ma di rilocalizzare e/o espandere il Si potrebbe essere tentati di leg-
finiscono nelle proprio business in Europa consi- gere questo rientro importante della
tasche delle stono nella creazione di un ambien- politica nell’economica come una
aziende private te adeguato per le imprese che in- nuova forma di keynesismo, magari
generando vestono, competenze professionali, attuato lontano dai riflettori per non
profitti costi energetici competitivi, acces- mettere ufficialmente in discussione
so ai finanziamenti e accesso ai l’ideologia neoliberista egemone.
mercati”, senza dimenticare che “af- Niente di tutto questo.
finché le imprese rimangano compe- I soldi pubblici non vanno infatti
titive è essenziale tenere sotto con- ad alimentare investimenti statali –
trollo anche il fattore costi, specie che nel pensiero di Keynes fungono
quelli salariali e quelli energetici, e da volano per il rilancio dell’intera
adottare le misure necessarie a tal economia e, contemporaneamente,
fine”. creano occupazione e opere e infra-
Per creare quell’ambiente adegua- strutture a vantaggio di tutti i cittadi-
to, sottolinea ancora il Cese, “i mezzi ni – ma finiscono nelle tasche delle
finanziari europei disponibili sono aziende private, generando profitti:
stati aumentati. Horizon 2020, il pro- negli Stati Uniti attraverso la detas-
gramma di ricerca, sviluppo e inno- sazione, nell’Unione europea con il
vazione è stato portato da 54 a 80 sostegno alla produzione, tramite con-

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2) Cfr. http://www.cbi.org.uk/media-centre/press-releases/2014/03/reform-eu-to-help-
reshore-jobs-cbi-european-survey/

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Reshoring: dietro la reindustrializzazione dell'Europa

tributi nella quasi totalità a fondo che per qualche tempo il Primo Mon-
perduto. Nella sostanza, l’operazione do avrebbe continuato ad assorbire
sul manifatturiero non è diversa da le merci prodotte, anche grazie alla
quella precedentemente attuata nel spinta di una economia basata sul Per il Capitale
comparto finanziario, quando le ban- debito – carte di credito, mutui e fi- sono maturate le
che sono state salvate dalla crisi con nanziamenti sempre più agevolati, condizioni per
ingenti aiuti pubblici e, di lì a poco, la finché la bolla finanziaria non è esplo- riportare indietro
speculazione è tornata a registrare sa con i subprime, travolgendo l’inte- le fabbriche
utili. ro sistema finanziario – e che poi, cogliendo il
Si può ribattere che l’azione mes- inevitabilmente, i consumi sarebbero doppio obiettivo
sa in campo sulle industrie andrà a crollati, come conseguenza della di- di ripristinare il
generare occupazione, diversamente soccupazione. A quel punto però sa- mercato di
da quella operata nel settore finan- rebbero maturate le condizioni per vendita e il
ziario, ed è vero, occorre tuttavia do- riportare indietro le fabbriche, co- meccanismo di
mandarsi che tipo di occupazione. gliendo il doppio obiettivo di ripristi- sfruttamento
Che cosa significhi “adottare le misu- nare il mercato di vendita e il mecca-
re necessarie” al fine di tenere “sot- nismo di sfruttamento. La ciurma af-
to controllo” i costi salariali. famata, infatti, pur di non morire,
La globalizzazione è stata la rispo- avrebbe buttato a mare tutele e di-
sta del capitalismo all’ennesima crisi ritti del lavoro e ingoiato pane e ac-
ciclica del sistema (3). In una sintesi qua, magari anche con sentimento di
estremamente schematica, questo il gratitudine.
percorso. Non si tratta di un ‘complotto
Le lotte operaie degli anni Ses- mondiale’ di una lobby o di una élite,
santa e Settanta del Novecento han- ma della dinamica ontologica, natu-
no contrastato lo sfruttamento del la- rale, del capitalismo; un sistema che
voro, ottenendo tutele e crescita del- ha contraddizioni interne che lo por-
le retribuzioni; ciò ha creato i ‘consu- tano ciclicamente in crisi, ma che su-
matori’ e un mercato in grado di as- pera ogni volta, divenendo più forte,
sorbire le merci prodotte, ma ha di- grazie alla complicità della sovrastrut-
minuito i profitti del Capitale. La con- tura politica, che con leggi e normati-
seguente risposta tecnologica – au- ve disegna un mondo a sua misura.
mento della percentuale di capitale La crisi dell’economia reale nei
fisso (macchinari) su quello variabile Paesi avanzati è stata dunque lascia-
(lavoro) – ha prodotto il corto circui- ta andare alla deriva, ma la nave non
to, causando il crollo del saggio di era affatto fantasma: la deriva era la
profitto – che solo la dinamica di rotta. E la recessione non è affatto
sfruttamento può generare, attraver- un iceberg imprevisto con cui le clas-
so la quota di lavoro non pagato che si dirigenti sono improvvisamente en-
il capitalista incorpora. Per ripristi- trate in collisione.
narlo, il Capitale ha dunque separato Anche se oggi un problema esi-
la fase di produzione da quella di ven- ste, soprattutto per il Capitale italia-
dita, delocalizzando la prima nei Pae- no: occorre cogliere la fase del resho-
si a basso costo del lavoro, sapendo ring insieme agli altri Stati europei,
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3) Cfr. Globalizzazione, capitale, lavoro, Giovanna Cracco, Paginauno n. 36/2014

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RESTITUZIONE PROSPETTICA

pena la perdita del comparto mani- Il Piano Hartz prende il nome da


fatturiero. I tempi quindi stringono, e Peter Hartz, all’epoca membro del
la politica deve agire in fretta. consiglio di amministrazione della
Il sondaggio della Millward Brown Volkswagen, nominato nel 2002 dal
evidenzia che metà delle imprese te- governo del socialdemocratico Schrö-
desche interpellate ha già riportato der a capo della Commissione incari-
nei confini nazionali una parte di pro- cata di disegnare la nuova struttura
duzione, mentre l’altro 50% conta di del mercato del lavoro tedesco. Har-
farlo nei prossimi tre anni; sul fronte tz non era l’unico manager a sedere
italiano, solo il 29% è tornato e il al tavolo: il gruppo (15 persone) con-
57% nega l’eventualità nel breve pe- templava uomini alle dipendenze di
riodo. Diverse sono le differenze tra DaimlerChrysler, BASF, Deutsche Bank
le strutture produttive dei due Paesi, e McKinsey. La composizione della
non ultime quelle legate ai fattori Commissione rivelava, ancor prima di
corruzione, evasione e investimenti, cominciare, quali interessi, tra Capi-
ma un aspetto fondamentale è il tale e lavoro, si andavano a tutelare.
mercato del lavoro. In Germania, fin L’obiettivo dichiarato era creare
dagli anni Novanta la contrattazione occupazione. Ed è stata creata, si
collettiva nazionale ha ceduto il po- tratta sempre di vedere di che tipo.
sto a quella aziendale, in termini di La riforma ha introdotto un sistema
salari, orari e organizzazione del la- disciplinare e punitivo nei confronti
voro – creando il contesto per un dei disoccupati e fornito alle imprese
maggior sfruttamento – e tra il 2003 un esercito di manodopera a basso
e il 2005 è divenuto operativo il Pia- costo e senza vincoli contrattuali;
no Hartz. Riforme che l’Italia non ha come inevitabile e aggiuntiva conse-
Il Piano Hartz ha ancora conosciuto. Ai fini del resho- guenza, il livello di tutte le retribu-
introdotto un ring, dunque, nel Belpaese il lavoro zioni si è abbassato, grazie alla con-
sistema è ancora troppo tutelato e costoso. correnza innescata tra lavoratori, e
disciplinare e Per quanto riguarda la contrat- sono diminuiti anche i rapporti tute-
punitivo nei tazione, Confindustria, Cgil Cisl e lati, perché sostituiti da quelli ‘atipici’.
confronti dei Uil si sono già organizzate per per- In estrema sintesi, così funziona
disoccupati e correre la medesima strada della dal 2005 il mercato del lavoro tede-
fornito alle Germania, con la sottoscrizione del sco: chi perde l’impiego deve comu-
imprese un Patto per la rappresentanza (4), nicarlo immediatamente al jobcen-
mentre sul sistema lavoro ha già ter, pena la riduzione dell’indennità
esercito di
messo le mani il governo Renzi, di disoccupazione; dopodiché dovrà
manodopera a
con le modifiche attuate ai con- accettare qualsiasi – qualsiasi – lavo-
basso costo e
tratti a tempo determinato e il ro gli venga proposto dall’agenzia di
senza vincoli prossimo Job Act. “La Germania è collocamento, rendersi ‘mobile’ sul
contrattuali un modello, non un nemico. Lo è piano geografico, materiale (retribu-
quando penso al mercato del lavo- zione) e funzionale (professionalità),
ro, o alla sua struttura pubblica” ha o verrà sanzionato con una riduzione
affermato Renzi (5). del sussidio; nel caso in cui il lavoro

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4) Cfr. La Governabilità del lavoro, Giovanna Cracco, Paginauno n. 37/2014
5) Matteo Renzi intervistato da Fabio Martini, La Stampa, 31 maggio 2014

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Reshoring: dietro la reindustrializzazione dell'Europa

abbia criteri di inaccettabilità, sarà a Dietro la crescita dell’economia


suo carico dimostrarlo; nel caso sia tedesca, dunque, si nasconde un vio-
un disoccupato in forte stato di biso- lento sfruttamento del lavoratore. Il
gno, dovrà accettare di fare lavori so- Pil della Germania è infatti trainato
cialmente utili presso municipalità o dalle esportazioni, non certo dal con-
L’urgenza che
istituzioni pubbliche per un massimo sumo interno, asfittico da anni; ed è
di trenta ore settimanali, pagate un proprio per evitare il punto di rottu- morde la coda a
euro l’ora (i cosiddetti one-euro-job): ra, pericolosamente vicino a causa Renzi è quella del
se rifiuta, il sussidio di disoccupazio- della recessione esplosa nei Paesi Capitale italiano
ne potrà essere ridotto; infine, sul dove la Germania esporta, che il go- che deve cogliere
piano della normativa contrattuale, verno ha deciso di iniziare a sostene- la fase del
sono stati creati i mini-job. re il mercato interno, stabilendo un reshoring
Si tratta di occupazioni con uno salario minimo. insieme agli altri
stipendio netto massimo di 450 euro Alla luce del modello di riferi - Stati europei
mensili e un limite di 15 ore settima- mento, assume un significato più pena la perdita
nali – dunque, 7,5 euro l’ora. In real- pieno anche il concetto recentemen- del comparto
tà, poiché non esiste in Germania un te espresso dal ministro per il Lavoro manifatturiero
salario minimo (a oggi esiste una pro- Giuliano Poletti: “Nessuno deve re-
posta di fissarlo a 8,5 euro l’ora), gli stare a casa. Bisogna dare a tutti gli
accordi sul tempo lavorativo sono la- italiani un’occupazione, una cosa da
sciati alle parti, e quindi spesso le ore fare, possibilmente un lavoro, ma
lavorate sono più di 15, perché lega- non stare a casa” (6). One-euro-job,
te a una tariffa oraria inferiore. Le mini-job, qualsiasi cosa. La qualità
imposte a carico del datore di lavoro del lavoro, e dunque la qualità della
sono pari al 30%, mentre il lavorato- vita delle persone, non è più oggetto
re non ha oneri obbligatori ma solo di discussione; conta solo rilanciare
una contribuzione volontaria pensio- l’economia, ossia riportare il manifat-
nistica del 4,5% - una situazione, tra turiero dentro i confini, sostenendo i
l’altro, che produrrà un futuro eserci- profitti del Capitale.
to di anziani poveri, perché gli irrisori E non è una novità – è stato il
contributi pensionistici produrranno pacchetto Treu del 1997 (governo
una irrisoria pensione pubblica, e Prodi) a istituire la precarietà – né
non è certo pensabile che con un si- un caso che anche in Italia, come in
mile salario sia possibile sottoscri- Germania, sia (quel che una volta
vere piani privati di pensione inte- era) la sinistra a costruire il nuovo
grativa. sistema di sfruttamento. Se lo aves-
Su quasi 42 milioni di lavoratori se fatto la destra, è probabile che
tedeschi, ben 7,6 sono oggi occupati molti lavoratori si sarebbero ribella-
in mini-job: per 4,9 milioni è l’unico ti: nonostante la crisi, nonostante la
reddito, mentre per 2,7 si tratta di disoccupazione, nonostante il pieno
un secondo lavoro, necessario a inte- assorbimento del pensiero unico
grare, magari in turni serali o nel fine neoliberista calato dall’alto, avrebbe-
settimana, lo scarso stipendio del ro reagito al pane e acqua, anche
primo. solo per riflesso pavloviano. Dagli

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6) Lavoro: Poletti, nessuno deve restare a casa, Adnkronos, 13 marzo 2014

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RESTITUZIONE PROSPETTICA

amici mi guardi Iddio, che dai ne-


mici mi guardo io.

L’industria tornerà quindi in Europa


e in Italia, il Pil tornerà a registrare
valori positivi, ma in una società in
cui lo sfruttamento del lavoro sarà
sempre più feroce e il welfare sem-
pre più ridotto: la contropartita di bi-
lancio a fronte delle uscite a favore
dei profitti delle imprese sarà infatti
un ulteriore taglio allo stato sociale,
come già accaduto quando i soldi
pubblici hanno traghettato fuori dal-
la crisi il sistema finanziario. A conti
fatti, una violenta lotta di classe dal-
l’alto, da cui non sarà possibile difen-
dersi se, per usare le categorie di
Marx, la classe in sé non tornerà a
essere classe per sé. Ma come hanno
dimostrato le ultime elezioni euro-
pee, i lavoratori apprezzano il dina-
mismo di Renzi, l’urgenza del fare, il
nuovo capitano che ha preso in
mano il timone; senza comprendere
che l’urgenza che morde la coda a
Renzi è quella del Capitale. Riportare
al centro del dibattito il pensiero di
sinistra è innanzitutto un processo
culturale, e in quanto tale, dai tempi
lunghi; e non può che ripartire dal
basso, iniziando a comprendere che
il lavoro, oggi, è privo di rappresen-
tanza politica. Controcultura e con-
troinformazione sono le uniche armi,
e il campo di battaglia non è quello
parlamentare (7).

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7) Segnalo a tal proposito l’ottima inchiesta dei Clash City Workers, Dove sono i nostri – La-
voro, classe e movimenti nell’Italia della crisi, edito da La casa Usher; vedi la recensione a
pag. 69

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POLEMOS

IL BANCHIERE DI SISTEMA:
NUOVI LEGAMI TRA FINANZA,
IMPRENDITORIA E POLITICA
di Giovanna Baer

Il 14 maggio la guardia di un evento che sancisce non tanto la


fine di un’epoca, quanto l’inizio di un
finanza di Bergamo, coor- ordine nuovo.
dinata dal pm Fabio Pelo- Giovanni Bazoli, avvocato, nasce a
si, è entrata negli uffici del Brescia il 18 dicembre 1932. La sua
quinto gruppo bancario ita- famiglia è fra quelle che hanno deci-
so fin dall’inizio del Novecento i de-
liano, Ubi Banca. Le perqui- stini del Paese: il nonno Luigi fu uno
sizioni – eseguite dai milita- dei fondatori (e in seguito deputato)
ri del Nucleo speciale di polizia valu- del Partito Popolare, mentre il padre
taria delle Fiamme gialle – sono sta- Stefano fu deputato per la Dc all’As- Della Valle:
te disposte dalla procura all’interno semblea costituente. Giovanni segue “Bazoli contava
di due distinti filoni di indagini: il pri- la linea familiare della militanza nel- molto. Oggi
mo concerne il reato di ostacolo alle l’intellighenzia cattolica: dopo la lau- conta molto
funzioni di vigilanza, il secondo quel- rea in legge esercita la professione di poco. Io credo
lo di truffa e riciclaggio. Tra gli inda- avvocato nello studio di famiglia a che Bazoli
gati eccellenti del primo filone spicca Brescia, insegna diritto pubblico all’U- identifichi un
Giovanni Bazoli, 82 anni, storico pa- niversità Cattolica e, nel 1974, entra mondo che se
tron di Banca Intesa (di cui è ancora nel consiglio d’amministrazione della ne deve andare
oggi presidente del consiglio di sor- Banca San Paolo di Brescia, inaugu- e mi auguro che
veglianza). Secondo gli inquirenti Ba- rando una carriera da banchiere. Ma Renzi lo faccia
zoli, in qualità di presidente di un grup- il suo nome salirà alla ribalta (quella subito”
po di azionisti (l’Associazione Banca che conta) solo nel giugno del 1982,
Lombarda e Piemontese) di Ubi Banca quando Roberto Calvi, direttore del
– di cui è stato anche consigliere fino Banco Ambrosiano, viene trovato im-
al 2012 – avrebbe messo in atto, piccato sotto il Ponte dei Frati Neri di
senza che le autorità di vigilanza ne Londra, e quattro banche private (Po-
avessero conoscenza, un sistema di polare di Milano, San Paolo di Brescia,
regole per pilotare le nomine dei ver- Credito Romagnolo e Credito Emilia-
tici del gruppo bancario. Forse il rea- no) si dichiarano pronte a farsi carico
to, almeno in Italia, non è fra quelli del 50% del nascituro Nuovo Banco
da prima pagina, e nel mezzo delle Ambrosiano. Le banche private indi-
indagini su Expo 2015 e Mose la no- cano su suggerimento del democri-
tizia passa quasi inosservata. Oppure stiano Nino Andreatta, all’epoca mi-
non si vuole attirare l’attenzione su nistro del Tesoro, Giovanni Bazoli

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come loro garante. Da allora in poi lo è la prima banca d’Italia, oltre che
Bazoli non avrebbe più lasciato il ‘sa- l’azionista di maggioranza di Bankita-
lotto buono’ della finanza italiana. lia con il suo 30,3%; dai tempi del go-
Divenuto presidente del Nuovo verno Prodi – grande amico di Bazoli
Banco Ambrosiano, diresse nel 1984 – è la ‘banca per il Paese’. Quasi 500
la cessione della Rizzoli-Corriere del- miliardi di euro è il credito comples-
la Sera (il gruppo editoriale che Ange- sivo che l’istituto vanta nei confronti
Il defunto lone Rizzoli aveva ceduto a Roberto dell’economia italiana, privata e pub-
segretario Calvi), e fu egli stesso beneficiario della blica. Da quando, poi, nel 2006, è
del Psi transazione come presidente della nata Banca Intesa Infrastrutture e Svi-
Bettino Craxi Mittel, una delle società che parte- luppo, divenuta nel 2008, dopo la fu-
diceva: ciparono all’acquisto del gruppo. Inte- sione, Banca Infrastrutture Innovazio-
“Guarda come grò poi il Nuovo Banco con la Banca ne e Sviluppo, l’incidenza dell’istituto
si muove il Cattolica del Veneto, formando il Ban- nella realizzazione di grandi infrastrut-
Corriere e co Ambrosiano Veneto, nel cui azio- ture, progetti urbanistici, sistema sa-
capirai dove nariato confluirà (1990) anche il grup- nitario, università e ricerca e servizi
si va a parare po francese Crédit Agricole. Nel 1997 di pubblica utilità è cresciuta espo-
nella politica” dall’unione dell’Ambroveneto con Ca- nenzialmente”. Ma da quel 2011 tan-
riplo nascerà Banca Intesa, di cui Ba- te cose sono cambiate.
zoli diviene presidente. Ma è il 1999 La crisi economica e l’incapacità
l’anno della svolta: con quello che della politica di governo di soddisfa-
passerà alla storia come l’abbraccio re le aspettative del cosiddetto ‘Pae-
mortale della finanza cattolica a quel- se reale’ (e soprattutto del denaro,
la laica, Enrico Cuccia, il potentissi- imprenditoria e finanza) hanno mie-
mo patron di Mediobanca, si arren- tuto vittime illustri, decimando la
de a Giovanni Bazoli. La Comit (Ban- classe dirigente: la condanna di Ber-
ca commerciale italiana), dopo aver lusconi e lo scisma del Pdl, la manca-
tentato lungamente, ma senza suc- ta elezione di Prodi alla presidenza
cesso, di recitare il ruolo di banca ag- della Repubblica, la morte della ‘sini-
gregante del sistema economico ita- stra’ in un Pd sempre più ingestibile
liano, si fonde con Banca Intesa. Ba- – accelerata dall’ischemia che ha tol-
zoli riuscirà dove Cuccia aveva fallito: to Bersani di torno – sono tutti sinto-
incorporato il Sanpaolo di Torino, il mi di un cambiamento al vertice del
gruppo Intesa Sanpaolo diviene l’in- potere, cambiamento che, pur mani-
terlocutore privilegiato delle opera- festandosi da tempo in conflitti appa-
zioni strategiche di finanza pubblica, rentemente lontani fra loro, si è per-
facendo di Bazoli il primo vero ban- fezionato solo in questi giorni, con la
chiere di sistema. stracciante vittoria di Matteo Renzi e
Come analizzava Giovanna Crac- del suo nuovo corso alle elezioni eu-
co nel numero di aprile 2011 di Pagi- ropee. In questa catena di conflitti,
nauno (1), “per poter comprendere il Bazoli era un anello importante, per-
potere del cattolico bresciano occor- ché quando c’è un banchiere di siste-
re tenere a mente che Intesa Sanpao- ma, affinché cambi il sistema deve

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1) Le mani sulla politica: centocinquant’anni di finanza cattolica, Giovanna Cracco, Paginauno
n. 22/2011

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Il banchiere di sistema

cambiare il banchiere. “Ho un attaccamento totale vezza; Fiat ha comprato Chrysler nel-
alla banca, ma sono disposto a passare la mano al l’immaginario ma si sposta tutto via
primo segno di difficoltà nell’espletamento del mio da Torino e i benefici vanno tutti in
mandato”. Così il 12 maggio, appena due giorni pri- tasca agli Agnelli”. Come ulteriore
ma delle perquisizioni in UBi Banca (sarà un caso?), smacco ai proprietari della Juventus
Giovanni Bazoli rispondeva a un socio di Intesa che, (calcio, editoria e politica in Italia si
durante l’assemblea, gli faceva notare l’età avanzata danno stranamente la mano), Della
(81 anni e 5 cinque mesi) e gli chiedeva la disponibili- Valle (patron anche della Fiorentina)
tà a farsi da parte per mandare in soffitta il sistema propone il proprietario e presidente
duale (il consiglio di sorveglianza che si aggiunge a del Torino Football Club alla guida
quello di gestione), in nome di una maggiore effi- del Corriere: “Al Corriere di editore
cienza operativa. Un’indagine giudiziaria può senza puro ce n’è uno che si chiama Urba-
dubbio essere definita “un segno di difficoltà”, stante no Cairo, e io sarei dell’avviso, se lui
una regola non scritta degli affari nostrani: in Italia, se la sente, di affidargli la delega per
se la magistratura attacca qualcuno di potente, sia gestire l’azienda. […] Oggi il proble-
esso politico, imprenditore, mafioso o banchiere, ma di Rcs è che non c’è un azionaria-
quel qualcuno in realtà potente non è, o non è più, e to che si prende delle responsabilità
questa è la ragione per cui gli arresti e le condanne e il cda non decide e non si assume i
eccellenti non riescono mai a scalfire il volto di un rischi. È un’azienda che va tutta ri-
Paese in cui, gattopardescamente, tutto cambia affin- fondata”.
ché tutto resti immobile (Tangentopoli è la prova pro- Urbano Cairo, socio di Rcs con il
vata di questo teorema, di cui per anni – ma non per 3,68% senza rappresentanti in consi-
sempre – Berlusconi è stato l’eccezione). glio, incassa la fiducia ma all’apparen-
Il defunto segretario del Psi Bettino Craxi diceva: za si smarca dichiarandosi non dispo-
“Guarda come si muove il Corriere e capirai dove si nibile. In occasione dell’assemblea del
va a parare nella politica”, e uno degli scenari in cui suo gruppo, Cairo Communication,
da più tempo Bazoli deve difendersi è proprio il ‘suo’ dichiara infatti di aver “troppo da fare
Corriere della Sera, dove a mettere a lui e agli alleati qui”, eppure fa notare che “forse Del-
Agnelli i bastoni fra le ruote è il marchigiano (ma fio- la Valle dice così perché sono poche
rentino per adozione) Diego Della Valle. le aziende come Cairo che su un fat-
Il 24 febbraio scorso, in una lunga intervista a turato in edicola di 75 milioni ha fat-
Giovanni Minoli per i microfoni di Radio 24 (editore to un margine operativo lordo di 12,4
Confindustria), il molesto patron di Tod’s dichiarava a milioni [Rcs senz’altro no, visto che
proposito di Rcs Media Group, di cui è azionista con nell’ultimo bilancio consolidato a
il 9%: “Questa azienda ha bisogno di cambiare in fronte di ricavi edicola per 860 milio-
fretta. Bisogna prendere atto che c’è un amministra- ni ha una perdita operativa di 69 mi-
tore delegato assolutamente inadeguato [il riferimen- lioni, n.d.a.]. Altri chiudono testate
to è a Pietro Scott Jovane, attuale amministratore de- noi ne creiamo e assumiamo. Siamo
legato del gruppo ed ex numero uno di Microsoft Ita- una mosca bianca. Inoltre sono l’uni-
lia, n.d.a.]. […] Io non ho un match con Yaki [sopran- co editore puro tra i soci di Rcs”. E a
nome di John Elkann, n.d.a.], lo conosco da bambi- proposito di un suo ingresso in consi-
no; io ho un match con quello che la famiglia Agnelli glio si fa possibilista: “Non ci ho pen-
ha rappresentato nel Paese, ha fatto dei guai e ora è sato, non me l’ha chiesto nessuno,
il momento di raccontarlo. […] Se si devono tirare le se mi fanno una proposta ci penserò”.
somme oggi, gli Agnelli hanno fatto più male che bene Ma è a proposito di Bazoli che
all’Italia”; e ancora: “Chrysler è stata l’àncora di sal- Della Valle dà nell’intervista a Minoli il

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meglio di sé, invitando pubblicamente Renzi alla sua cando che i vent’anni di duopolio te-
rottamazione: “Bazoli contava molto. Oggi conta mol- levisivo Rai-Mediaset hanno creato
to poco. Io credo che Bazoli identifica un mondo che una burocrazia incapace di fare tele-
se ne deve andare e mi auguro che Renzi lo faccia su- visione, come dimostra il crollo degli
bito. Renzi deve fare piazza pulita ed è un’operazione ascolti registrato in questi anni: “La tv
che va fatta in tutto il sistema, tutto insieme. Nomine generalista è in crisi profonda. Dieci
Eni, Enel, Terna? Bisognerà cam- anni fa la somma degli ascolti am-
Quando c’è un biare molto, tenendo conto che montava al 94%, oggi siamo precipi-
banchiere di in alcuni casi si cambieranno an- tati al 54%. Eppure i video sui siti on-
sistema affinché che degli uomini capaci. Vede, line restano un elemento fondamen-
cambi il sistema oggi la parola d’ordine secondo tale. Segno che bisogna ripensare
deve cambiare il me è discontinuità. Dobbiamo tutto”.
banchiere. proprio fare in modo che questa Uno degli ultimi atti da sindaco di
Della Valle grande palude di classe dirigente Matteo Renzi, a febbraio scorso, è
(imprenditoria) che ha ridotto il Paese in queste stato dare la disponibilità della Mer-
Cairo (editoria) condizioni, e non è solo la politi- cafir, un’area a Novoli (quartiere nella
Renzi (politica). ca, c’è di tutto, compreso anche zona nord-ovest di Firenze), per la co-
E chi sarà il un mondo di una certa impresa. struzione della tanto desiderata “Cit-
banchiere? Le valutazioni vanno fatte, credo tadella viola”, la futura casa della Fio-
Ghizzoni di che bisognerà avere un sistema, rentina dei Della Valle. Il sindaco ha
Unicredit e non puntare il dito su chi sì o messo a disposizione 32 ettari (che
chi no. Una regola corretta, giu- verranno ‘liberati’ dalle attività tradi-
sta, che non offenda neanche le persone che sono zionali del mercato, da ricollocarsi in
state brave. Discontinuità, sicuro, burocrazia annulla- altra zona), per realizzare uno stadio
ta il più possibile”. Parole confuse, ma idee chiare: da 40.000 posti con annesse attività
fuori il ‘vecchio’, dentro ‘noi’. Della Valle, imprendito- ricettive e commerciali: alberghi, uf-
ria, Cairo, editoria, Renzi, politica. E chi sarà il ban- fici e negozi con un’attenzione parti-
chiere? colare alla possibile realizzazione di
Se Rai e Mediaset sono le emittenti televisive del una “via della moda” con brand e
passato, La7 (proprio di Urbano Cairo, che caso) si griffe di primo piano a partire da
candida a paladina dell’ordine nuovo. Michele Santo- quelle della famiglia Tod’s, nonché
ro, uomo di punta del canale (e che a fine 2011 ave- nuovi collegamenti stradali con l’au-
va apertamente criticato Renzi per aver affidato a tostrada e il centro città. L’osmosi fra
Giorgio Gori, “uno che faceva i reality”, lo studio del l’amministrazione comunale e i Viola
riassetto del sistema televisivo italiano) si schiera in è tale che i Della Valle hanno voluto
un’intervista a Repubblica pubblicata il 5 giugno scor- Eugenio Giani e Dario Nardella, due
so dalla parte del presidente consiglio che ha deciso renziani di ferro, nel cda della Fio-
(un altro caso?) di tagliare 150 milioni di euro alla rentina. Nardella, fra le altre cose, è
Rai: “Renzi, che ha nell’intuito la sua qualità più gran- stato nominato da Renzi vicesindaco
de, ha capito che la tv pubblica è l’ultima sopravvis- reggente ed è divenuto sindaco con
suta del vecchio sistema politico: una mosse coeren- le ultime elezioni amministrative,
te”. Michele Santoro critica lo sciopero indetto a di- quindi toccherà a lui gestire la prati-
fesa della Rai e chi lo sostiene (i Cinque Stelle di Gril- ca stadio. L’investimento complessi-
lo, definito un “alfiere del passato”, la parte spode- vo è previsto in circa 180 milioni, e
stata del Pd e Forza Italia), ed elogia Renzi che “li os- voci insistenti dicono che i Della Val-
serva dall’altra parte: un capolavoro politico”, rimar- le saranno affiancati da partner cine-

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Il banchiere di sistema

si, perché il progetto rientrerebbe in una più vasta cora, il presidente del Consiglio ha vo-
operazione di internazionalizzazione del marchio Fio- luto partecipare mercoledì 11 giugno
rentina. alla prima riunione del Business fo-
Anche nel nuovo governo i cinesi vanno di moda. rum Italia-Cina, nella sede dell’as-
“Oggi presentiamo un accordo importantissimo”, semblea nazionale del popolo, insie-
commentava l’8 maggio scorso a Genova il presiden- me al gotha dell’economia cinese e
te del Consiglio riferendosi alla partnership siglata tra italiana. Con Renzi saranno presenti
Ansaldo Energia e Shanghai Electric, l’interlocutore l’amministratore delegato di Finmec-
internazionale scelto dal Fondo strategico italiano – canica Mauro Moretti, l’ad di Enel
una holding di partecipazioni creata per legge (decre- Francesco Starace, quello di Unicre-
to ministeriale 3 maggio 2011, presidente del Consi- dit Federico Ghizzoni e una delegazio-
glio Silvio Berlusconi, ministro dell’Economia Giulio ne di imprenditori. A margine del bu-
Tremonti [2]), il cui azionista di controllo è il Gruppo siness forum, è attesa la firma una
Cassa Depositi e Prestiti (una s.p.a. a controllo pub- ventina di accordi sia tra i governi che
blico) con l’80%, e azionista di minoranza è la Banca tra le imprese, come quello tra il mi-
d’Italia con il 20%. L’accordo prevede che la multina- nistero dello Sviluppo italiano e il
zionale energetica cinese con base a Shanghai e quo- gruppo Alibaba (gigante cinese dell’e-
tata a Hong Kong acquisti il 40% del capitale della so- commerce).
cietà energetica italiana basata a Genova. È invece Ed ecco finalmente spuntare il
del 7 giugno l’annuncio che Matteo Renzi progetta nome del nuovo banchiere di siste-
missioni in Cina e Vietnam, in cui si recherà personal- ma, Federico Ghizzoni, amministrato-
mente accompagnato dai rappresentanti di una cin- re del gruppo Unicredit e collega di
quantina di aziende italiane (ci saranno i Della Valle?). Luca Cordero di Montezemolo che,
E se la visita ad Hanoi ha una valore storico (sarebbe oltre a essere presidente della Ferra-
la prima volta di un premier italiano in Vietnam, Pae- ri, fondatore della società Nuovo Tra-
se che negli ultimi anni è diventato fonte di attrazio- sporto Viaggiatori (concorrente delle
ne di investimenti esteri), molto più significativo è il Ferrovie dello Stato) e grande amico
valore strategico delle tappe di Shangai e Pechino: di Della Valle, dal 2012 è vicepresi-
nella prima Renzi punta a rilanciare Expo 2015, in- dente, membro del comitato perma-
contrando, nell’ex padiglione italiano dell’Expo 2010, nente strategico e membro del comi-
la comunità d’affari cinese e italiana e partecipando tato di corporate governance proprio
alla presentazione della delegazione cinese, che si è della seconda (per ora) banca italiana.
riservata ben tre padiglioni per il prossimo anno a Ma i legami fra Renzi e Unicredit
Milano; e nella seconda, ancora più importante, Ren- non passano solo attraverso Della Val-
zi ha intenzione di incontrare esponenti politici ed le e Montezemolo: la Banca da qual-
economici ai massimi livelli per promuovere gli scambi che mese ha raggiunto un accordo
commerciali. Nella capitale cinese Renzi incontrerà il con Algebris Investments, un fondo
presidente Xi Jimping, che ha già annunciato la sua speculativo britannico di cui intende
presenza a Expo 2015, il primo ministro Li Kequiang, piazzare quote ai propri clienti. Die-
che a ottobre ricambierà la visita ufficiale a Roma, e tro al fondo c’è Davide Serra, piccolo
il governatore della Banca Centrale cinese. Per pro- finanziere con base a Londra, molto
muovere l’interazione economica tra i due Paesi, an- rispettato nella City, amico e sosteni-
tore del nuovo premier (è intervenu-
___________________________________________________________________ to a sorpresa, applauditissimo, alla
2) Su Cassa Depositi e Prestiti, cfr. il capitolo Da grande voglio Leopolda), per il quale ha organizzato
fare l’Iri, in Le fondazioni bancarie, il furto pubblico del no profit incontri e cene con la comunità fi-
privato, Giovanna Baer, Paginauno n. 20/2011

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nanziaria d’oltre Manica e che viene considerato uno


dei suoi principali consiglieri economici. Nel consiglio
di Unicredit siede inoltre Lucrezia Reichlin, economi-
sta che all’inizio in molti davano come favorita per
una poltrona pesante in un ministero economico del
nuovo governo. Non è un caso se Erik F. Nielsen, capo
economista globale di Unicredit, ha salutato con entu-
siasmo, in una email indirizzata a tutti gli iscritti alla
newsletter della banca, l’ascesa di Matteo Renzi a pri-
mo ministro: “Renzi porta energia, determinazione
nel riformare l’Italia e capacità di comunicazione. Vi-
viamo tempi emozionanti”. E Ghizzoni chiariva fin da
marzo, in un’intervista a Repubblica, quale sarebbe
stata la prima mossa della nuova banca di sistema: ac-
quistare dalle imprese i crediti nei confronti della pub-
blica amministrazione. “Abbiamo un plafond di 10 mi-
liardi per queste operazioni, ma è stato utilizzato poco
perché le pubbliche amministrazioni non certificano i
loro debiti. Se con le norme annunciate le certifica-
zioni arriveranno non avremo problemi a rilevare quei
crediti”. Le “norme annunciate” di cui parla l’ad di Uni-
credit sono il cosiddetto “decreto Renzi” (decreto leg-
ge 64/2014), che definisce in modo puntuale la proce-
dura attraverso la quale la pubblica amministrazione
dal primo luglio 2014 certificherà i crediti verso le im-
prese. Una volta certificati, i crediti diventeranno,
come previsto dal decreto legge 35/2013, “certi, liqui-
di ed esigibili”, e le imprese che li detengono potran-
no cederli, chiederne l’anticipazione alle banche op-
pure compensarli nei contenziosi tributari. Ovviamen-
te, tranne forse nel caso del contenzioso in cui la
controparte è la stessa pubblica amministrazione, le
aziende non riceveranno dalla cessione dei crediti
l’intero importo loro dovuto: chi li acquista (la banca
o un’altra impresa) pagherà un importo decurtato in
modo da scontare il tempo che manca al pagamento
delle fatture da parte dello Stato e il rischio di insol-
venza (che con le nuove norme si è in pratica azzera-
to). Un profitto sicuro per le banche, uno sponsor fe-
lice per il governo.

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EXPO 2015:
IL LAVORO DIVENTA GRATUITO
di Domenico Corrado

A meno di un anno dall’a- pata dalla Celfa Soc. coop. di Imola e


dall’imprenditore veneto Enrico Mal-
pertura dei cancelli, Expo tauro, anch’egli finito agli arresti.
2015 perde un altro pezzo. Secondo le indagini della procura
L’8 maggio scorso la guar- milanese Sergio Catozzo, ex dirigente
dia di finanza ha eseguito ligure Udc anch’egli finito in manet-
te, avrebbe fatto da mediatore tra la
sette arresti nell’ambito del- “cupola” e Maltauro in cambio di una
le indagini della procura di tangente di 600 mila euro, divisa
Milano sugli appalti dell’Esposizione equamente tra gli interessati e con il
milanese e sulla sanità lombarda che beneplacito e la piena solidarietà di
hanno visto in manette uno dei ma- Angelo Paris, che avrebbe fornito no-
nager più importanti di Expo 2015: tizie riservate sulle gare d’appalto e Expo verrà
Angelo Paris, il direttore dell’Ufficio pilotato le assegnazioni in cambio di messo in piedi
pianificazione e acquisti. un aiuto per la sua carriera, riservan- con lo
Insieme a lui sono finiti in carcere do un trattamento preferenziale a
sfruttamento
due noti personaggi della stagione di imprese di riferimento dell’associa-
Tangentopoli: Gianstefano Frigerio – zione in relazione al progetto delle di precari e il
ex segretario amministrativo della Vie d’Acqua – di cui la Maltauro è ap- lavoro gratuito
Democrazia cristiana milanese – e Pri- paltatrice – e su una serie di appalti di 18.500
mo Greganti – ex funzionario del Par- minori come quello dell’area par- volontari
tito comunista, il Compagno G – i cheggi.
quali insieme all’ex senatore del Pdl Una “cupola”, come è stata defi-
Luigi Grillo avrebbero condizionato nita dal procuratore aggiunto Ilda
l’assegnazione degli appalti attraver- Boccassini e dai ppmm Claudio Gitta-
so un’associazione per delinquere ri e Antonio D’Alessio, che negli ulti-
che saldava gli interessi delle impre- mi due anni avrebbe operato nell’in-
se, delle cooperative rosse e di tutti tento di manipolare le gare d’appalto
gli schieramenti politici, da destra a per i lavori di Expo e di tutta una se-
sinistra. rie di interventi nell'ambito della sa-
In particolare, sarebbe stato pilo- nità lombarda, tra i quali il progetto
tato un appalto per il valore di 67 della Città della Salute che sorgerà a
milioni di euro per i lavori inerenti al- Sesto San Giovanni.
l’affidamento per le architetture dei Insomma, il copione che si pre-
servizi, aggiudicato da un’associazio- senta davanti ci riporta direttamente
ne temporanea di imprese parteci- agli anni di Tangentopoli. La corru-

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zione pare essere la stessa, e anche i fare fronte al processo di integrazio-


volti sono noti. ne dell’economia europea e globale.
Dalle ‘manovre occulte’ avvenute Un processo che è andato a pari pas-
nel centro culturale Tommaso Moro, so con le politiche neoliberiste e la
sede della presunta associazione per grande stagione delle privatizzazioni
Expo è un
delinquere, emerge chiaramente come e che ha trovato il suo primo compi-
laboratorio l’Expo si manifesti sempre più come mento nel pacchetto Treu, con il qua-
in cui un sistema che si fonda su un doppio le veniva introdotto il concetto di la-
sperimentare le livello di potere: uno legale, animato voro interinale e disciplinati i contratti
nuove politiche da una una retorica legalitaria e so- a tempo determinato, i tirocini e la
nazionali del stenuta da un brand accattivante, e formazione per l’apprendistato.
lavoro, il cavallo uno criminale che si muove nel silen- Con la legge 196/1997 venivano
di Troia col zio all’unisono con il primo, a suon di affossati gli Uffici di Collocamento per
quale mazzette. l’impiego, per lasciare spazio alle
Un sistema che in barba alle pro- agenzie interinali, e si istituzionalizza-
smantellare il
messe di rilancio dell’economia na- va la precarietà nell’accesso nel mon-
già fatiscente zionale e alla retorica dell’opportuni- do del lavoro, trasformando i contrat-
edificio di diritti tà da non perdere, ha messo in moto ti a tempo indeterminato in un mi-
e tutele un processo di ridefinizione dei rap- raggio per pochi privilegiati. Un pro-
porti di potere a Milano e in Lombar- cesso che ha conosciuto un’impen-
dia, e dei rapporti di forza all’interno nata con la legge 30/2003 sull’occu-
del conflitto tra Capitale e lavoro. pazione e il mercato del lavoro, la co-
Perché Expo, tra le sue promesse siddetta legge Biagi, che ha introdot-
di Nutrire il Pianeta e la sua retorica to diversi tipi di contratto e una qua-
ecosostenibile – strumentale solo al rantina di varianti (dal lavoro inter-
Capitale che cerca di darsi una par- mittente al lavoro accessorio e occa-
venza di eticità – è un grande labora- sionale al contratto a progetto).
torio di precarietà in cui sperimenta- Da allora diversi ministri si sono
re le politiche nazionali: “Il cavallo di avvicendati al dicastero del Lavoro:
Troia col quale smantellare il già fati- Roberto Maroni – che ha implemen-
scente edificio di diritti e tutele” (1). tato la legge Biagi – Cesare Damiano
Fiore all’occhiello di questa politi- e Maurizio Sacconi, sino all’avvento
ca è il tentativo di trasformare il la- dei tecnici nel 2011, Elsa Fornero e
voro volontario e non retribuito in poi Enrico Giovannini. Ora il ministe-
uno step imprescindibile per inserirsi ro è nelle mani di Giuliano Poletti, e
nel mondo del lavoro. facendo un bilancio si può affermare
All’indomani della firma del Trat- che in dieci anni è stato smantellato
tato di Maastricht, sono state elabo- il sistema di welfare – che è diventa-
rate in Italia e in tutta Europa legisla- to sempre più preda del settore pri-
zioni sul lavoro all’insegna della pre- vato – e l'edificio di tutele e di diritti
carietà, che rispondevano all’esigen- sindacali, con la complicità di una ‘si-
za di abbassare il costo del lavoro per nistra’ che ha abbracciato il pensiero
neoliberista.
______________________________________________ Oggi, con Expo, sembra prospet-
1) Jobs act, lo smantellamento dei diritti tarsi una nuova evoluzione. Se ai tem-
dei lavoratori passa per Expo 2015, Sos pi del pacchetto Treu l’ingresso nel
Fornace.org, Punto San Precario Rho-Fiera mondo del lavoro era precario e il
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Expo 2015: il lavoro diventa gratuito

contratto a tempo indeterminato un miraggio, ora, vello, sede di Expo 2015 spa, messa
attraverso la nuova frontiera delle politiche elabora- in piedi dal Comitato No Expo e dai
te per la Grande Occasione del 2015, si indietreggia comitati per il diritto alla casa, che al
di un passo: l’ingresso passa attraverso il sistema ‘raf- grido “Sgomberiamo Renzi, occupia-
finato’ del lavoro volontario e gratuito, e il contratto mo tutto” hanno dato il benvenuto al
a tempo indeterminato diventa un ricordo dei tempi premier ribadendo le ragioni di chi
passati, come emerge dal cosiddetto Decreto Poletti, da anni denuncia come Expo sia solo
convertito nella Legge 78 il 16 maggio scorso, con un’opportunità che soddisfa gli inte-
cui, grazie all’abuso di contratti a tempo determinato ressi particolari di una classe politica
e di apprendistato, viene introdotta la precarietà a e imprenditoriale rapace, e come gli
tempo indeterminato. oneri di queste manovre vengano sca-
Perché Expo – è bene ricordarlo – verrà messo in ricate sulla collettività.
piedi con lo sfruttamento del lavoro precario e il la- E intanto all’interno della procura
voro gratuito di 18.500 volontari, che nell’arco dei sei milanese si consuma lo scontro tra il
mesi si avvicenderanno nei lavori di accoglienza e lo- pm Robledo e il procuratore Bruti Li-
gistica dell’esposizione, e lascerà un debito ambienta- berati, che si scambiano, tra le altre,
le fatto di parchi devastati e tonnellate di cemento (2). accuse reciproche di intralcio alle in-
Le reazioni politiche alla bufera che si è abbattuta dagini sugli appalti, mentre Renzi af-
su Milano non fanno presagire nulla di buono. Tutto fida poteri straordinari di controllo su
sembra continuare in nome della celerità e della po- Expo a Raffaele Cantone, presidente
litica dell’apparenza. Al posto di Angelo Paris è stato dell’Autorità anticorruzione.
nominato Marco Rettighieri, l’attuale direttore opera- Una rassicurazione assai tiepida,
tivo di Italferr (gruppo Ferrovie dello Stato), e il com- che odora di promesse. L’unica cosa
missario unico all’esposizione, Giuseppe Sala, malgra- certa è che il 19 maggio scorso è sta-
do l’alta tensione, ha dichiarato che l’Expo può andare ta aperta la selezione per i lavoratori
avanti, e che non è giunta “nessuna indicazione dalla che presteranno la loro opera gratui-
procura di Milano di fermare o rivedere alcune gare tamente; sarebbe il caso di rinomi-
tra quelle già assegnate” (3). nare questa Esposizione universale:
L’esposizione milanese del 2015 rimane saldamen- “Depredare il Pianeta, precarietà per
te tra le priorità del Paese, come ha affermato il pre- la vita”.
sidente del Consiglio Matteo Renzi lo scorso 13 mag-
gio in occasione di una visita a Milano, durante la
quale ha palesato il suo rammarico per la gravità dei
fatti – garantendo tuttavia che lo Stato è “più forte
dei ladri” – e ha rilanciato l’appuntamento del 2015,
rassicurando che vi sarà una maggiore stretta sui con-
trolli attraverso il coinvolgimento dell’Autorità nazio-
nale anticorruzione, e che tutte le scadenze saranno
rispettate.
La visita è stata accolta da una protesta in via Ro-

______________________________________________________________________________________________________________________
2) Cfr. Arese: speculazione edilizia ed Expo nella riqualificazione dell’area ex Fiat Alfa Romeo, Domenico Corra-
do, Paginauno n. 32/2013 e Expo 2015, bonifica del sito: inquinamento e sperpero di denaro pubblico, Dome-
nico Corrado, Paginauno n. 33/2013
3) Expo 2015, Sala: «Andiamo avanti, la Procura non ci ha chiesto di fermare le gare di appalto », Rainews, 12
maggio 2014

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INCHIESTA

ILVA
Cancro industriale della popolazione
TARANTINA
comune di Statte, entrambi limitrofi
di Davide Corbetta allo stabilimento siderurgico dell’Ilva.
Entro novanta giorni dall’entrata
in vigore del decreto, la Regione Pu-
glia ha dovuto definire le modalità di
offerta per gli esami utili alla preven-
zione e al controllo dello stato di sa-
lute della popolazione abitante nelle
zone suddette; interventi di verifica
comunicati all’Arpa Puglia (Agenzia
regionale per la prevenzione e la pro-
tezione dell’ambiente), alla quale è
stato affidato l’incarico di compiere
le analisi dei terreni e dei camini ap-
partenenti all’Ilva; quest’ultima si farà
carico degli oneri relativi alle analisi,
mentre la bonifica sarà a carico dello
Stato.
Il decreto, infatti, che attraverso le
sue misure correttive permetterà, tra
Il decreto salva produzione le altre cose, all’azienda di Taranto di
Il 5 febbraio scorso il Senato ha approvato il decreto sanare, regolarizzare e continuare la
n. 136 del 10 dicembre 2013 recante “Disposizioni ur- produzione, ha pianificato una spesa
genti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e per il biennio 2014/2015 di 50 milio-
industriali, e a favorire lo sviluppo delle aree interes- ni di euro, denaro pubblico che la re-
sate”. gione potrà recuperare in due modi:
L’elevato inquinamento industriale in alcune aree con i “Fondi strutturali europei 2014”
del sud della penisola, infatti, ha portato la situazione e con il “Programma operativo FESR
ambientale e sanitaria a livelli così gravi da rendere 2007-2013”.
necessario una legge ad hoc, che organizzi e coordini Il capitale privato del gruppo Ilva,
sia gli interventi di monitoraggio e di bonifica per la cui è affidato il compito di uniformar-
tutela della salute dei cittadini, sia la rivitalizzazione si all’Autorizzazione Integrata Am-
economica delle aree coinvolte. È il caso della Terra bientale (AIA) (1), dovrà invece muo-
dei fuochi, tra le province di Napoli e Caserta, ma so- versi per i soliti canali: le banche, e i
prattutto di Taranto, del suo quartiere Tamburi e del soldi dei capitani d’industria.

______________________________________________________________________________________________________________________
1) “Provvedimento che autorizza l’esercizio di un’installazione a determinate condizioni”, http://aia.minambiente.it/
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Finanziamenti pubblici e capitale privato ni in ordini per misure implementate,
I Fondi strutturali europei 2014 sono stati istituiti con in relazione alla prescrizione AIA.
lo scopo di rilanciare il “sistema produttivo, l’incre- Una minima parte, rispetto ai 3 mi-
mento dell’occupazione e il miglioramento della coe- liardi che il Commissario straordina-
sione sociale nel nostro Paese”, attraverso un contribu- rio prevede di spendere complessiva-
to a cui possono attingere le Regioni e che, nel periodo mente, di cui 1,8 per mettere in atto
2014-2020, è stato così ripartito: 30 miliardi spendibili le rimanenti prescrizioni AIA e 1,2
da tutte le regioni – più sviluppate, meno sviluppate e per il piano industriale (5).
in transizione – e 54 miliardi destinati al Fondo svilup- La prima mossa di Bondi è stata
po e coesione, “nel quale sono iscritte le risorse nazio- quella di chiedere alla famiglia Riva,
nali destinate al riequilibrio economico e sociale, e a che detiene ancora il 62% del gruppo
incentivi e investimenti pubblici” (2). Ilva, un aumento di capitale sociale,
Il Programma operativo FESR 2007-2013 (Fondo potere a lui affidatogli dal decreto n.
Europeo di Sviluppo Regionale) (3) ha invece l’obiet- 136/2013, per finanziare gli investi-
tivo di “rafforzare i fattori di attrattività del territorio, menti necessari a mettere in pratica
migliorando l’accessibilità, garantendo servizi di qua- sia “l’autorizzazione integrata am-
lità, salvaguardando le potenzialità ambientali anche bientale” sia il “piano delle misure e
attraverso la promozione di un modello di sviluppo so- delle attività di tutela ambientale e
stenibile incentrato su una maggiore efficienza dei sanitaria” (6).
consumi energetici, e un significativo innalzamento L’entità dell’aumento, che sarà de-
della produzione da fonti rinnovabili” (4). Una dota- ciso dalle banche e dall’azienda, è sti-
zione finanziaria di 4,4 miliardi di euro, che potrebbe mato intorno a 1,4 miliardi di euro
tornare utile al rilancio del settore siderurgico. (7). L’operazione prevede l’offerta
Alle esigenze del privato, invece, dovrà pensarci il delle nuove azioni in opzione ai soci,
Commissario straordinario di Ilva, Enrico Bondi. proporzionata al numero delle azioni
Come evidenziato nella relazione sulla gestione possedute; i nuovi titoli di credito
commissariale al 31 dicembre 2013, l’azienda ha in- possono essere liberati esclusivamen-
vestito lo scorso anno 166 milioni di euro, preveden- te mediante conferimenti in denaro, e
do altri investimenti nel 2014 per 300 milioni. i soggetti che decidono di sottoscri-
Nel 2013, inoltre, sono già stati stanziati 506 milio- verli devono garantire che tali risorse
______________________________________________________________________________________________________________________
2) http://leg16.camera.it/1
3) Adottato con Decisione comunitaria CEE n. c/2007/5726 del 20 novembre 2007
4) http://fesr.regione.puglia.it/
5) Cfr. La metamorfosi dell’Ilva, una doppia sfida per Bondi il Ristrutturatore, Roberto Mania, La Repubblica,
20 gennaio 2014
6) Decreto n. 136, 10 dicembre 2013, art. 7 comma 11 bis
7) Cfr. L’Ilva verso l’aumento di capitale, Domenico Palmiotti, Il Sole 24ore, 9 gennaio 2014
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INCHIESTA

finanziarie saranno messe a disposizione della so- variazioni dovute alla crisi nel setto-
cietà per attuare il piano di tutela sanitaria e am- re, scendendo del 12,2% a livello na-
bientale (8). zionale (24 milioni di tonnellate), de-
È sempre potere del Commissario straordinario, cremento causato anche dalla vicen-
nel momento in cui non saranno rese reperibili per da Ilva, che secondo le stime ha ri-
tempo le risorse necessarie, ovvero in caso di rifiuto dotto del 19% la fabbricazione dei
della proprietà all’aumento di capitale, chiedere il tra- prodotti piani (12), in altre parole na-
sferimento dei fondi ascrivibili al titolare dell’impre- stri laminati a caldo e a freddo, lami-
sa o ai soci di maggioranza sottoposti a sequestro pe- nati elettrozincati, banda stagnata e
nale, anche di quelli che non riguardano direttamente tubi saldati.
reati ambientali (9). In pratica, quel denaro della fa- A essere in gioco, però, e qui sta
miglia Riva messo sotto sequestro dalla procura di la misura di come verranno utilizza-
Milano, che ha aperto un fascicolo per reati ambien- ti sia i fondi pubblici che le risorse
tali e finanziari, pari a 1,9 miliardi di euro. private, è anche quella che Marco
Bentivogli, segretario nazionale Fim-
Il secondo passo, invece, è stato quello di chiedere Cisl, ha definito la “bomba sociale
aiuto alle banche, convocando una riunione, tenutasi tarantina”, costituita da 100 mila di-
a gennaio 2014, alla quale hanno partecipato, oltre soccupati e da un territorio, quello
allo stesso Bondi e all’allora ministro dello Svilup- limitrofo all’impianto dell’Ilva, che
po economico, Flavio Zanonato, anche gli ammini- sta morendo (13).
stratori delegati di Unicredit e Banca Popolare, e il Le cause di questo patire sociale
direttore generale di Intesa Sanpaolo. Lo Stato, da dei tarantini, tuttavia, sono dovute alla
parte sua, contribuirà con un prestito di 500 milioni sola crisi del settore dei laminati e al
di euro, finanziati dalla Cassa Depositi e Prestiti, disastro ambientale causato dall’a-
che coprirà la gestione ordinaria in attesa del piano zienda?
industriale. Perché darsi tanta pena?
Innanzitutto perché lo Stato creditore deve difen- Corruzione e concussione: gli ingre-
dere la produzione di acciaio, che nel 2012 vede il no- dienti di una bomba sociale
stro Paese al secondo posto nella classifica europea, “In qualsiasi modo si svolga la storia
con 27,3 milioni di tonnellate, subito dopo la Germa- degli uomini, sono gli uomini che la
nia, che nello stesso periodo ne ha prodotte 42,7 mi- fanno, perseguendo ognuno i suoi pro-
lioni (10). pri fini consapevolmente voluti, e sono
Successivamente, come vedremo meglio nel pros- precisamente i risultati di queste nu-
simo capitolo, ci sono gli interessi che gravitano attor- merose volontà operanti in diverse
no al siderurgico di Taranto, che nel 2012 ha fruttato direzioni, i risultati delle loro svaria-
da solo 8,2 milioni di tonnellate, ovvero il 30% del te ripercussioni sul mondo esteriore,
prodotto nazionale (11). Cifra che ha subìto, nel 2013, che costituiscono la storia” (14).
______________________________________________________________________________________________________________________
8) Decreto n. 136/2013, art. 7 comma 11 ter
9) Decreto n. 136/2013, art. 7 comma 11 quinquies
10) Cfr. L’industria siderurgica italiana, Relazione annuale Federacciai, Assemblea annuale 2013
11) Cfr. http://www.gruppoilva.com/chisiamo.aspx
12) Cfr. L’acciaio risale, ma pesano le crisi, Matteo Meneghello, Il Sole 24ore, 16 gennaio 2014
13) Roberto Mania, La Repubblica, art. cit.
14) Lenin, Materialismo ed empiriocriticismo

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Ilva: cancro industriale della popolazione tarantina

La vicenda di Taranto è un chiaro esempio delle di ufficio, avendo sostenuto le strate-


ripercussioni che hanno le “volontà operanti in diver- gie dell’azienda a discapito della sa-
se direzioni”, e che sono tutte raccolte nell’inchiesta lute dei cittadini; per lui è stata richie-
della procura di Taranto, chiusasi il 30 ottobre 2013, sta dalla procura di Taranto una dele-
denominata “Ambiente Svenduto”. ga speciale per la costituzione a parte
Tra gli indagati più illustri il presidente della Re- civile del Comune di Taranto (poiché
gione Puglia, Nichi Vendola, inquisito per concussio- è decisione che, da statuto comunale,
ne in quanto, secondo le accuse della procura, nel spetta al sindaco stesso).
2010 condizionò con una serie di minacce la decisio- Il dipietrista Lorenzo Nicastro, as-
ne di Giorgio Assennato, direttore Arpa (accusato di sessore alla qualità dell’Ambiente del-
favoreggiamento), in merito alla rimodulazione e ri- la Regione Puglia, è invece accusato
duzione della produzione dello stabilimento di Taran- di favoreggiamento personale in quan-
to: le cause furono i risultati preoccupanti emersi dalle to, secondo la procura, assicurò l’im-
rilevazioni sulla qualità dell’aria, che Vendola chiese punità a Vendola, aiutandolo a elude-
ad Assennato di minimizzare, in cambio della sua con- re le investigazioni delle autorità.
ferma a direttore dell’Agenzia regionale. Inoltre, secondo un’informativa del
Il problema risaliva in realtà a un limite fissato Gruppo finanzieri di Taranto, che ri-
dal decreto ministeriale 25/11/1994 per il quale, a far porta le intercettazioni delle chiama-
decorrenza dal primo gennaio 1999, le città con più te intercorse tra Fabio Riva (latitante
di 150 mila abitanti dovevano rispettare 1 nanogram- a Londra) e l’avvocato Franco Perli,
mo di benzo(a)pirene a m3 (15). Il limite fu tolto dal sarebbe stato Gianni Letta, all’epoca
governo Berlusconi ad agosto del 2010, ma fino a dei fatti (2011) segretario alla presi-
quella data la regione Puglia, o meglio, il suo presi- denza del Consiglio dei ministri del
dente, avrebbe dovuto rispettare la prescrizione, cosa governo Berlusconi, il punto di rife-
che, secondo la procura di Taranto, non fece. rimento della famiglia Riva per il ri-
A essere indaganti, comunque, sono in molti, tra lascio dell’Autorizzazione Integrata
imprenditori, avvocati e politici. Ambientale, firmata il 4 agosto 2011
Emilio Riva, patron della famiglia Riva (deceduto dall’allora ministro dell’Ambiente,
il 29 aprile scorso), e i figli Nicola e Fabio (16), ac- Stefania Prestigiacomo.
cusati di associazione per delinquere finalizzata al di- Fabio Riva, Daniele Riva (respon-
sastro ambientale; stessa accusa mossa nei confronti sabile dello stabilimento di Genova)
di Luigi Capogrosso, ex direttore dello stabilimento e la dottoressa Vittoria Romeo (re-
di Taranto, e di Francesco Perli, legale del gruppo. sponsabile dell’ufficio romano del
Sul capo di Girolamo Archinà, ex dirigente dei rap- gruppo), già a luglio 2010 fecero con-
porti istituzionali Ilva, pende invece l’ipotesi di reato segnare a Gianni Letta un documento
di associazione per delinquere con finalità di violazio- che manifestava le difficoltà dell’Ilva
ni ambientali. per il rilascio dell’autorizzazione, e
Ippazio Stefàno, sindaco di Taranto, prima iscritto alcune problematiche avute con i siti
a Rifondazione comunista e poi passato a Sinistra eco- produttivi di Taranto e Genova: quel
logia e libertà, è indagato per abuso e omissioni in atto che serviva era un po’ di pressione

______________________________________________________________________________________________________________________
15) Il benzo(a)pirene è “un idrocarburo policiclico aromatico (IPA) classificato come cancerogeno”, Rapporto
“Ambiente e salute a Taranto: evidenze disponibili e indicazioni di sanità pubblica”
16) Fabio Riva è accusato di truffa allo Stato per l’importo di 100 milioni in quanto, tramite il supporto della
Riva Fire, avrebbe fondato una società in svizzera, l’Ilva Sa, per ottenere i contributi pubblici destinati alle
aziende che operano all’estero
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INCHIESTA

sulla Prestigiacomo, che secondo l’avvocato Perli, ti per adeguare la produzione a rego-
come riportato nelle intercettazioni, rischiava di per- le di rispetto per la salute e l’ambien-
dere il posto. te, fa invece affidamento sulle regole
“In qualsiasi modo si svolga la storia degli uomi- della corruzione.
ni, sono gli uomini che la fanno”, e l’effetto delle Dall’altra parte, infatti, se l’inchie-
loro azioni sulla storia, l’effetto che la difesa del pro- sta giudiziaria troverà conferma nel-
fitto ha avuto sulla salute dei tarantini, è evidente nei l’iter processuale, vi sono politici, uo-
reati contestati: disastro ambientale, avvelenamento mini di Stato, che hanno barattato in-
di sostanze alimentari, ed emissione di sostanze in- teressi personali e produttivi con la
quinanti con violazione delle normative a tutela del- salute di chi, oltre a consumare i pro-
l’ambiente. Elementi di una situazione che non ha vi- pri mezzi di sostentamento, consuma
sto miglioramenti se a novembre dello scorso anno il anche la propria vita, ovvero i lavo-
gip Patrizia Todisco ha dovuto minacciare il seque- ratori. Il decreto n. 136/2013 ha infatti
stro, o meglio, il ri-sequestro, dei reparti dell’Ilva rimarcato, secondo il gip Todisco, una
(parchi minerali, cokerie, altiforni, acciaierie ecc.), situazione di emergenza grave, “dato
nel caso in cui non vengano rispettate le tempistiche il pregiudizio recato all’ambiente e
di risanamento previste dall’Autorizzazione integrata. alla salute degli abitanti del territorio
Imposizione dovuta a una non significativa diminu- circostante, e di emergenza occupa-
zione degli inquinanti, nonostante la produzione dello zionale, considerato che l’eventuale
stabilimento sia stata ridotta, dopo il blocco disposto chiusura dell’Ilva potrebbe determi-
dalla procura, che ha spento gli altoforni 1 e 2, le bat- nare la perdita del posto di lavoro per
terie dalla 3 alla 8 e l’acciaieria 1. molte migliaia di persone” (19).
Stato di emergenza denunciato anche dall’eurode- “L’accumulazione di ricchezza al-
putata Margrete Auken, che per le stesse ragioni ha l’uno dei poli è dunque al tempo stes-
presentato alla Commissione europea un’interroga- so accumulazione di miseria, tormen-
zione sull’emergenza ambientale e sanitaria a Taranto to di lavoro, schiavitù, ignoranza, bru-
(17), attivando la Commissione petizioni, che si riu- talizzazione e degradazione morale al
nisce a Strasburgo per il rispetto dei diritti dei cittadi- polo opposto, ossia dalla parte della
ni, affinché venga avviata la procedura d’infrazione classe che produce il proprio prodot-
nei confronti del nostro Paese. Il governo italiano non to come capitale” (20).
ha fatto nulla per rispettare le normative europee sul- A che livelli è arrivata la brutalità
le emissioni industriali, ed è anche inadempiente ri- inflitta alla popolazione tarantina?
spetto alla direttiva ambientale “Chi inquina paga” e
alla direttiva comunitaria denominata “Seveso” (18). Risvolti sulla salute delle persone
Tutto questo è il prezzo da pagare per il solito “I mutamenti puramente quantitativi
gioco all’italiana in cui il capitale privato, messo da- si risolvono a un certo punto in diffe-
vanti al fatto di dover rinunciare a una parte di profit- renze qualitative” (21).

______________________________________________________________________________________________________________________
17) http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+WQ+P-2014-000745+0+DOC+XML-
+V0//EN&language=it
18) “La nuova direttiva comunitaria per gli stabilimenti a rischio d’incidente rilevante”, http://www.isprambiente.gov.it/it
19) Ilva Taranto, il gip avvisa: «O rispetta prescrizioni AIA o sarà di nuovo sequestro», Francesco Casula, Il Fatto
quotidiano, 5 novembre 2013
20) Friedrich Engels, Antidühring
21) Ibidem

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Ilva: cancro industriale della popolazione tarantina

Tra novembre e dicembre 2013 Arpa Puglia certifi- giornare i documenti normativi, ef-
cò che i valori di idrocarburi policiclici aromatici fettuare verifiche interne sul rispetto
(IPA), ovvero un cocktail di molecole cancerogene, delle norme di qualità (UNI EN ISO
misurati nell’aria di Taranto, nello specifico sopra il 9001) e individuare le aree critiche di
quartiere di Tamburi, vicino ai comignoli dell’acciaie- gestione aziendale, proponendo di
ria, erano equivalenti a quelli rilevati nel 2009 e nel conseguenza le opportune azioni cor-
2010. rettive. Tra ottobre e dicembre 2013
Il governo italiano, adesso, rischia una multa sala- sono state erogate 43.225 ore uomo
tissima da parte della Corte di Giustizia europea, se per la formazione obbligatoria sulla
verrà accertato l’omesso controllo delle polveri: 650 sicurezza, e a febbraio 2014 il Com-
mila euro per ogni giorno d’infrazione. Tuttavia, se- missario straordinario ha avviato riu-
condo la relazione del Commissario straordinario al 31 nioni periodiche per cercare soluzio-
dicembre 2013, lo stato dei lavori nel siderurgico di Ta- ni che riducano i rischi lavorativi.
ranto non è così arretrato, e i livelli di PM10 e IPA sono Insomma, in contrasto con le de-
in diminuzione. Risultato accreditato anche dalla ridu- nunce del gip Patrizia Todisco, del-
zione degli incidenti infortunistici (vedi Tabella 1), in li- l’eurodeputata Margrete Auken e
nea con quelli del settore siderurgico. dell’Unione europea in generale, se-
condo il Commissario straordinario
___________________________________________________________________ le condizioni paiono essere in miglio-
Tabella 1. Fonte: Relazione del Commissario straordinario 31.12.2013 ramento. Presunzione espressa anche
nelle considerazioni finali della “Re-
lazione sui dati della qualità dell’aria
– Taranto” per il periodo gennaio/ot-
tobre 2013, che definisce un miglio-
ramento della qualità dell’aria, PM10
e benzo(a)pirene, sia a Taranto sia
nelle zone limitrofe al siderurgico,
Nel primo trimestre del 2014, continua la relazione, è pur facendo notare che queste rileva-
stata avviata l’attività di acquisizione del “sistema di zioni rimangono “tuttora maggiori, in
gestione integrato salute, sicurezza e ambiente” come generale, rispetto agli altri siti”.
previsto dalla normativa UNI EN ISO 14001 e OH- La cosa certa è che non bisogna
SAS 18001, e sviluppata la revisione del modello di dimenticare la storia recente dell’Ilva,
organizzazione, gestione e controllo ai sensi del D.lgs. e più in generale del comune di Ta-
231/01 che “disciplina le responsabilità amministrati- ranto, i cui abitanti, uomini, donne e
ve delle persone giuridiche, delle società e delle asso- bambini, continuano a subire gli ef-
ciazioni anche prive di personalità giuridica”. fetti della produzione d’inquinamen-
Sempre in materia di sicurezza e salute, è stata to industriale.
avviata anche l’attività dell’Organismo di vigilanza, A dicembre 2011 la rivista Epide-
che supporta la struttura commissariale per le opera- miologia e Prevenzione ha pubblica-
zioni di controllo e verifica, e un nuovo modello di to uno studio sulla mortalità della po-
gestione integrata di qualità e ambiente. Lo scopo è polazione che vive in prossimità dei
quello di migliorare i rapporti di collaborazione e SIN (22) e dei grandi centri industriali
coordinamento tra chi ha il compito di redigere e ag- o di smaltimento rifiuti, lo “Studio

______________________________________________________________________________________________________________________
22) Cfr. S.I.N. Sofisticati Interessi Nazionali, Francesco De Scisciolo, Paginauno n. 32/2013

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INCHIESTA

Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Inse- una raffineria, l’impianto siderurgi-
diamenti Esposti a Rischio di Inquinamento”. co, l’area portuale e le discariche di
Il progetto, più semplicemente denominato SEN- RSU con siti abusivi di rifiuti. Il pro-
TIERI, è stato condotto e finanziato dal “Programma filo di mortalità, suddiviso per cause
strategico ambiente e salute” del ministero della Sa- di morte, è calcolato sul rapporto
lute e dal Progetto CCM 2009 “Sorveglianza epide- standardizzato di mortalità, ovvero sul
miologica di popolazioni residenti in siti contaminati”, confronto tra il numero dei casi di
sempre del ministero della Salute. morte osservati e il numero dei casi
I dati censiti derivano, in gran parte, dai progetti attesi, ed esprime l’eccesso o il difet-
di bonifica che sono stati ipotizzati per i diversi Siti to di mortalità esistente tra la popola-
di Interesse Nazionale, quindi le aree più sottoposte zione osservata e la popolazione pre-
ad analisi sono quelle industriali, come l’Ilva di Ta- sa come riferimento.
ranto. Le informazioni raccolte hanno lo scopo di I risultati per il SIN di Taranto sono
verificare “se e quanto il profilo di mortalità delle sconcertanti (vedi Tabella 2).
popolazioni che vivono nei territori inclusi in aree Fatta eccezione per le malattie
d’interesse nazionale per le bonifiche si discosti da dell’apparato genitourinario, il tasso
quello delle popolazioni di riferimento” (23). di mortalità osservato nel periodo
La mortalità studiata per ogni sito è quella del pe- 1995-2002 è sempre maggiore rispet-
riodo 1995-2002, più un aggiornamento che riguarda to alle previsioni, arrivando a un ec-
il periodo 2003-2009 pubblicato su “Ambiente e sa- cesso del 15% per gli uomini e 13%
lute a Taranto: evidenze disponibili e indicazioni di per le donne per quanto concerne i
sanità pubblica”, redatto dalla collaborazione tra il tumori, e un eccesso del 14% per gli
Dipartimento ambiente e connessa prevenzione pri- uomini e 42% per le donne per le ma-
maria dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), l’ufficio lattie dell’apparato digerente.
di statistica dell’ISS, il Centro nazionale di epidemio- Nel periodo successivo, quello
logia, e il Dipartimento di Biologia e Biotecnologie 2003-2009, il profilo di mortalità con-
Charles Darwin dell’Università La Sapienza di tinua a peggiorare (vedi Tabella 3).
Roma. Qui addirittura la percentuale di
I comuni di Taranto soggetti all’analisi compren- eccesso è in aumento per quasi tutte le
dono 216.618 abitanti (dato del censimento 2011) e: tipologie di malattia, con particolare

______________________________________________________________________________________________________________________
Tabella 2. Fonte: Studio SENTIERI

(SMR: Rapporto Standardizzato di Mortalità)

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23) I successivi dati contenuti nell’articolo, salvo diversamente indicato, sono tratti dallo studio SENTIERI

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Ilva: cancro industriale della popolazione tarantina

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Tabella 3. Fonte: Studio SENTIERI

(SMR: Rapporto Standardizzato di Mortalità)

rilievo, ancora una volta, per quelle dell’apparto dige- spaziale dei processi produttivi ed
rente: più 47% per gli uomini e più 19% per le donne. emissivi che caratterizzano l’area in-
Non è un caso, dunque, che da un monitoraggio dustriale di questo SIN da molti de-
effettuato dall’Asl di Taranto a marzo 2008, venga cenni” (25).
segnalato come in alcune aziende zootecniche pre- Si ha rilievo di questi fattori anche
senti sul territorio del comune e della provincia, si nel rapporto “Ambiente e salute a Ta-
sia riscontrata un’importante contaminazione della ranto: evidenze disponibili e indica-
catena trofica da composti organolettici. In 32 campio- zioni di sanità pubblica” uscito a ot-
ni raccolti, in 8 aziende, la concentrazione di diossine, tobre 2012. Come riportato dall’ana-
ossia di composti chimici tossici, che si accumulano lisi, sebbene Taranto non presenti un
nei tessuti grassi a causa dell’ingerimento di erba in degrado diverso da quello degli altri
suolo contaminato, ha superato i limiti stabiliti dalle centri urbani italiani, il materiale par-
direttive comunitarie. Vicino allo stabilimento Ilva si ticellare (PM10) in questa zona può
trovano una discarica, una raffineria di petrolio di costituire un fattore di rischio, se non
proprietà dell’Eni, un cementificio e tre inceneritori. il principale fattore, degli eccessi di
Non c’è da stupirsi se la diossina in questa zona ha mortalità e morbosità. Questa con-
raggiunto il 92% della diossina industriale italiana, e traddizione avviene perché “il PM10
l’8% di quella europea (24). è una miscela eterogenea di sostanze
Inoltre, per quanto riguarda l’altra percentuale in chimiche che varia in funzione della
crescita, quella dei tumori, uno studio sui casi a Ta- natura della sorgente da cui viene
ranto ha dimostrato come le tipologie di cancro mali- emesso”. Nel PM10 sopra il quartie-
gno al polmone, alla pleura, alla vescica e al sistema re di Tamburi si trova il già citato
linfoemopoietico, derivino dall’esposizione ambientale benzo(a)pirene (a Taranto in concen-
a cancerogeni inalabili, che agiscono sulla formazio- trazione più alta che in tutta Italia) e,
ne di nuove cellule tumorali. come detto, le diossine prodotte dai
“Complessivamente, il profilo di mortalità della camini, che creano danni quando si
popolazione residente nell’area di Taranto mostra un depositano al suolo, entrando nella
andamento temporale e una distribuzione geografica catena alimentare.
che sono in linea con la cronologia e la distribuzione I nuovi dati sugli studi epidemio-

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24) Ilva, a Taranto il dolore non muore mai, Daniel Tarozzi, Il Fatto Quotidiano, 8 novembre 2013
25) Studio SENTIERI

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INCHIESTA

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Tabella 4.
Fonte: Rapporto Ambien-
te e salute a Taranto: evi-
denze disponibili e indi-
cazioni di sanità pubblica,
22 ottobre 2012

logici riscontrano, per il periodo 2003-2009, un ecces- ri è crollato (29). Il deprezzamento è


so del 30% per gli uomini e del 20% per le donne, dei dovuto alle 21 mila tonnellate di pol-
tumori in tutta la provincia (vedi Tabella 4). vere inquinanti annue emesse dallo
“Dai risultati presentati emerge con chiarezza uno stabilimento, come accertato dalla
stato di compromissione della salute della popolazione sentenza della Corte di Cassazione
residente a Taranto”, e questi risultati trovano seguito che ha condannato definitivamente
anche nella cronaca locale. A novembre 2013 sono Ilva per le emissioni pericolose, dan-
state scoperte tracce di piombo, oltre i limiti consen- do il via a 149 cause per richiesta di
titi, nelle urine di Piero Mottolese, ex operaio Ilva risarcimento del valore abitativo.
morto per un tumore al cervello (26). I cittadini di Tamburi, e delle zone
Il piombo è stato anche oggetto di ricerca di un limitrofe, dormono in case ammorba-
gruppo di studiosi italiani e americani a Oxford, i te dalla produzione, e si nutrono di
quali, analizzate le urine di 147 tarantini, hanno ri- alimenti infettati dalla produzione.
scontrato in tutti i casi limiti di piombo oltre la media Persino la pesca è vietata, in quanto i
consentita, vale a dire 10,8 microgrammi/litro anzi- mari sono inquinati tanto quanto il
ché 0,5/3,5 microgrammi/litro (27). suolo, ma fino all’accertato disastro
Sorte simile è toccata a un operaio di Brindisi, ambientale, le cozze venivano ven-
addetto ai forni a pozzo, ammalatosi di tumore. Dopo dute regolarmente. Per le stesse ra-
la sentenza di primo grado, che escludeva un rappor- gioni sono stati abbattuti migliaia di
to tra la diossina e il tumore, imputato a problemi ge- capi di allevamento, e di conseguen-
netici, la Corte di appello di Lecce ha riconosciuto al- za centinaia di persone hanno perso
l’operaio “una rendita per danno biologico corri- il posto di lavoro.
spondente al 30% d’invalidità permanente”, obbli- La questione sanitaria non può
gando così l’Inail al risarcimento della relativa in- essere svincolata da quella lavorati-
dennità (28). va. L’aspetto occupazionale è un al-
I problemi, però, non colpiscono solo le persone. tro tumore che sta affliggendo i citta-
Il valore della casa di chi vive nel rione di Tambu- dini di Taranto.

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26) Daniel Tarozzi, Il Fatto quotidiano, art. cit.
27) Cfr. Inquinamento a Taranto, la ricerca: “Piombo nelle urine dei tarantini”, La Repubblica Bari, 24 luglio 2012
28) Ilva, diossina concausa del tumore di un operaio, La Repubblica Bari, 20 gennaio 2014
29) Casa deprezzata per colpa dell’Ilva, l’azienda risarcisce per il 20 per cento, La Repubblica Bari, 16 gennaio 2014

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Ilva: cancro industriale della popolazione tarantina

Cancro occupazionale finanziaria dovuta a un calo di pro-


“Uno studio trasversale sull’esposizione professiona- duzione di circa 150 milioni di euro
le a idrocarburi policiclici aromatici (IPA) è stato ef- rispetto al preventivato.
fettuato su 355 lavoratori (impiegati nelle operazioni Nonostante questo, nonostante i
di manutenzione e nelle ditte di pulizia) della cokeria continui infortuni gravi, nonostante i
delle acciaierie Ilva di Taranto. Lo studio ha eviden- tumori e le malattie che hanno colpi-
ziato livelli urinari di 1-idrossipirene (1-OHP, bio- to, e stanno colpendo, colleghi e fa-
marcatore della dose interna di IPA) significativa- migliari, gli operai dell’Ilva di Taran-
mente più elevati nel gruppo di lavoratori addetti alla to non si arrendono a perdere il posto
manutenzione, mentre nessuna differenza è stata os- di lavoro, persistendo a manifestare
servata in relazione alle abitudini al fumo. […] Per contro il sequestro dello stabilimen-
quanto riguarda il potenziale contributo delle esposi- to. Sono queste le conseguenze di un
zioni lavorative nello spiegare il dato di mortalità, sistema produttivo capitalistico in cui
l’evidenza epidemiologica di associazione con l’oc- il lavoro, per quanto sfruttato e sotto-
cupazione è stata valutata ‘sufficiente’ per il tumore pagato, è diventato oro colato: il ri-
del polmone, della pleura, per le malattie dell’appara- schio di morire è meglio della certez-
to respiratorio, polmonari croniche e per l’asma (‘li- za della disoccupazione.
mitata’ per le malattie respiratorie acute)” (30). “La legge che equilibra sempre da
Secondo la relazione del Commissario straordina- un lato la sovrappopolazione relativa,
rio, per l’anno 2013 i dipendenti diretti di Ilva am- ossia l’esercito industriale di riserva,
montano a 14 mila, mentre quelli con contratto atipi- e dall’altro l’entità e l’energia dell’ac-
co, in altre parole con contratti di somministrazione o cumulazione, tiene legato l’operaio al
collaborazione, ammontano a 156. Se i dipendenti al- capitale ancora più strettamente di
l’estero sono 719, quelli che invece potranno usufrui- quanto le catene di Efesto inchiodas-
re del cosiddetto contratto di solidarietà saranno sero Prometeo alla sua rupe” (31).
3.579, tra operai dell’area ghisa, acciaieria, lamina-
zione a caldo e a freddo, tubifici, logistica e manuten-
zione centrali.
Per contratti di solidarietà s’intendono quegli ac-
cordi stipulati tra la società, in questo caso Ilva, e i
rappresentati sindacali, in questo caso Fim-Cisl e
Uilm-Uilm, con lo scopo di diminuire l’orario di la-
voro per evitare la riduzione del personale e mante-
nere l’occupazione in stato di crisi. L’onere dell’ac-
cordo, data la difficoltà economica di Ilva, come
evidenziato nei capitoli precedenti, sarà a carico della
Regione Puglia. La ‘solidarietà’, cinque mesi dopo i
dati relazionati dal commissario Bondi, è stata estesa
a tutti i lavoratori, sia operai sia impiegati, 5 mila di-
pendenti che dal 2 maggio scorso si sono ridotti di
un’ora la giornata lavorativa per far fronte alla crisi

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30) Studio SENTIERI
31) Karl Marx, Il capitale, libro I sezione VII capitolo 23

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(DIS)ORIENTAMENTI

Il Front national in Francia


La cavalcata di Marine Le Pen
di Matteo Luca Andriola

Con quasi il 24,8% Marine Le Pen fa tremare i palazzi di Parigi e quelli


della Troika, mandando a Bruxelles 25 deputati, seguita dai gollisti del-
l’Ump col 20,8%. La Francia è ormai schierata a destra, molto a destra. La
leader del Front infatti, non perde tempo e la sera stessa del suo trionfo
manda l’avviso di sfratto a Hollande: “Non vedo come il presidente della
Repubblica non possa non prendere la decisione che si impone per rende-
re l’Assemblea nazionale rappresentativa. E questo esige evidentemente
una modifica delle modalità del voto”, dice raggiante. “Ed è solo il primo
passo”, commenta arrivando all’Elysee Lounge, un ristorante molto chic a
pochi metri dall’Eliseo, scelto dal Front national per festeggiare la valan-
ga di voti che lo ha incoronato primo partito dell’Esagono, ora proiettato
all’Eliseo: “Hollande adesso deve indire elezioni politiche anticipate. Oggi
l’assemblea nazionale non è più nazionale. Cos’altro può fare il presidente
della Repubblica se non sciogliere le Camere dopo un fallimento così gran-
de come quello che abbiamo appena visto?”. Insomma, la tenuta dell’U-
nione europea potrebbe passare anche dalla tenuta del governo socialista,
ridotto ai minimi termini col 14% dei consensi. Più di un elettore su quat-
tro infatti, in uno dei pilastri dell’Unione europea, entità a trazione fran-
co-tedesca, ha votato un partito xenofobo. Ma Hollande, inutile dirlo,
non vuole dimettersi: “Ci vuole tempo e io chiedo tempo”, ha detto il pri-
mo ministro Manuel Valls intervistato a radio Rtl, sorvolando sulla débâ-
cle del suo partito: “C’è un itinerario che è stato tracciato e io non voglio
cambiarlo. Bisogna che il quinquennato arrivi alla sua scadenza”.
La situazione è preoccupante, per vari motivi: il voto alla Le Pen e ai
vari populisti di destra – ma possiamo anche includere l’a-ideologico

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Beppe Grillo e il M5S – dimostra che il progetto europeista fa acqua.
L’unica valvola di sfogo con una sinistra assente o indebolita – il caso
greco non conta: è l’eccezione che fa la regola, dato che i greci hanno
preferito il post comunista Alexis Tsipras ai nazisti di Alba dorata – è un
euroscetticismo di destra. Il Front, grazie a una strategia politica di lungo
respiro, sta penetrando negli ambienti operai ergendosi ad alfiere dei la-
voratori vessati dal lassismo dei socialisti di Hollande, dipinti dalla pro-
paganda frontista come corrotti radical-chic preoccupati esclusivamente
di concedere diritti alle minoranze sessuali (si veda la legge Taubira, che
ha introdotto il matrimonio omosessuale nell’ordinamento giuridico fran-
cese provocando le Manif pour Tous, che ha aggregato l’universo politico
della destra francese, Front national e Ump in testa) e di far entrare in pa-
tria masse oceaniche d’immigrati, disinteressandosi delle sorti del loro elet-
torato, il ‘popolo’, vessato dalle politiche di austerity della Troika. Per ca-
pire meglio la strategia della Le Pen bisogna partire dall’inizio, dal pic-
colo comune di Hénin-Beaumont.

La cittadina, abitata da circa 20.000 abitanti e situata nell’ex bacino mi-


nerario della regione del nord Pas-de-Calais, vicino al confine col Belgio,
è un tipico esempio della strategia frontista per espandersi a scapito delle
sinistre, cavalcando gli effetti della crisi e le contraddizioni del sistema
euro. Hénin-Beaumont era storicamente un feudo del Parti communiste
française, e la stragrande maggioranza dei lavoratori era iscritta al sinda-
cato rosso, la Confédération générale du travail. Qui la crisi economica è
molto sentita, dato che è precedente a quella attuale, e ha portato alla chiu-
sura delle miniere e delle fabbriche, seguita da una politica di delocalizza-
zione verso l’Europa dell’est.
L’approccio politico del Front ricorda quello dell’ascesa di Jörg Hai-
der in Austria, che non puntò subito a Vienna, ma usò la regione alpina
della Carinzia come laboratorio privilegiato per le sue politiche etnocen-
triche e antislovene, circondandosi di consiglieri come Andreas Mölzer,
amico di Mario Borghezio, intellettuale identitarista formatosi nella nuo-
va destra austriaca, ritiratosi dalle elezioni dopo le dichiarazioni xenofo-
be e la sua affermazione secondo cui l’Europa era un negerkonglomerat,
frasi che avevano suscitato scandalo e costretto il segretario del partito
Strache a chiedergli di farsi da parte dopo esser stato capolista (1). A Hé-
nin-Beaumont Marine Le Pen è stata eletta al consiglio comunale e poi al
Parlamento regionale, e nel maggio 2012, in vista delle elezioni presiden-
ziali, il Front national ha preso percentuali altissime: il 35% contro la
media nazionale del 18-20%. Nei comuni limitrofi, tutti di salda tradizio-
ne operaia, i risultati sono stati molto simili, sopra al 30%. Certo, la tra -
dizione centralista francese non permette a un sindaco frontista di strafa-
re ma l'obiettivo non è tanto l’ente locale, che comunque può esser gestito
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1) Cfr. B. Luverà, Il Dottor H. Haider e la nuova destra europea, Einaudi, 2000
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(DIS)ORIENTAMENTI

con metodi discriminatori e clientelari, ma l’Eliseo (2). E nessuno dimenti-


ca le origini neofasciste del Front national di Jean-Marie Le Pen, nato nel
1972 come coalizione di numerose sigle di estrema destra col patrocinio
di Ordre nouveau, movimento che si ispirava ai rautiani confluiti nel Msi
nel 1969 poco prima dell’escalation stragista del dicembre 1969.
Come fa, quindi, un partito di questo tipo a prendere percentuali così
alte, specie in un classico feudo comunista? Grazie a un radicale make-up,
un cambio di trucco che comporta un mutamento dei tradizionali referen-
ti ideologici ed elettorali. E da partito liberista votato dai bottegai stanchi
dell’ingerenza dello Stato che ruba e che non porta la legge e l’ordine, ora
il nuovo Front national sta dalla parte del popolo e del welfare, ovvia-
mente solo per chi è un ‘vero francese’. Se in Italia il motto grillino e dei
leghisti è “Dagli alla casta!”, quello dei frontisti è simile, e parla alla pan-
cia della gente: “Stasera il popolo si è invitato alla tavola delle élite. Sia-
mo la sola opposizione alla sinistra ultraliberale. Niente sarà più come
prima” proclama una Marine trionfante dopo aver appreso i risultati delle
presidenziali, scopiazzando il motto “Ce n’est qu’ un début” della genera-
zione sessantottina, accusata dalla destra di aver privilegiato i diritti ai do-
veri e di aver svenduto la grandeur del Paese all’Unione europea (3).

L’elezione di Marine Le Pen ai vertici del partito e il restyling del


Front national
La destra francese – dai populisti del Front fino alle frange più radicali e
antimondialiste, una galassia composta da partitini nazionalisti-rivoluzio-
nari, gruppi identitari-federalisti, bande neonaziste e congreghe di inte -
gralisti cattolici – è un’anima in subbuglio, in netta trasformazione, così
com’è in trasformazione tutta la destra continentale. La crisi, sotto questo
aspetto, è servita a qualcosa. In Francia inoltre, secondo la Commission Na-
tionale Consultative des Droits de l’Homme, dal 2000 sono aumentati in
maniera esponenziale gli episodi di violenza razziale. Nel 2009 i casi se-

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2) Il prof. Jean-Yves Camus, riguardo agli enti locali, spiega: “Per gli impieghi muni -
cipali c’è in Francia un controllo specifico che è esercitato dai prefetti proprio perché
un comune non faccia quello che vuole. Così, oggi, se un comune diretto dal Fn cerca
di applicare la ‘preferenza nazionale’ sia per reclutare dei giovani, sia per assegnare
degli alloggi popolari, o degli aiuti sociali, lo Stato interviene per dire che tutto ciò è
illegale e per impedirlo. […] Questo non significa che ci possano essere delle misure
discriminatorie nascoste, che non si possa scoraggiare dei giovani che non sono fran-
cesi a installarsi a Vitrolles o a Marignane, o a richiedere l’assegnazione di una casa
popolare. Detto questo, va anche notato come nel settore privato in effetti la ‘preferen-
za nazionale’ esiste già di fatto in un buon numero di imprese e di luoghi di lavoro.
Perché il tasso di disoccupazione dei francesi di origine straniera o degli stranieri che
vivono in Francia è così elevato, se non a causa delle discriminazioni delle assunzioni?”.
J.-Y. Camus, conversazione con G. Caldiron, ottobre 1997, ora in G. Caldiron, La de-
stra plurale. Dalla preferenza nazionale alla tolleranza zero, Manifestolibri, 2001
3) www.lepoint.fr/politique/election-presidentielle-2012/avec-20-des-voix-marine-le-
pen-a-gagne-son-pari-22-04-2012-1454106_324.php

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Il Front national in Francia

gnalati sono stati 1.841, oltre il doppio di qualche anno prima. Negli ulti-
mi tempi internet è il serbatoio di nuovi gruppi e laboratori di idee, molti
dei quali senza capacità organizzative né finanziarie. La data che cambia
radicalmente la destra francese è il 15 gennaio 2011: quel giorno l’avvo-
catessa Marine Le Pen viene eletta ai vertici del Front national, battendo il
tradizionalista cattolico Bruno Gollnisch. Per tutta risposta Carl Lang, ai
vertici del Front, abbandona il partito, animando il piccolo Parti de la
France, che si aggregherà coi federalisti della Nouvelle droite populaire e
col Mouvement national républicain di Bruno Mégret, ex pupillo lepeni-
sta, nell’Union de la droite nationale. Voce di questa destra nazional-rivo-
luzionaria è Rivarol, periodico antisemita e complottista. Non capiscono
che l’innovazione è donna e ha un nome: Marine.
Quest’ultima eredita dal padre un partito che, in maniera speculare al-
l’ex Msi, per quasi quarant’anni ha funzionato da ‘ombrello’ per una mi-
riade di gruppi e associazioni estreme e radicali, molte delle quali vedono
nell’Italia un esempio: blog e siti internet francesi, come Zentropa, dif-
fondono le attività di CasaPound, e il suo intellettuale di punta, Gabriele
Adinolfi, è uno dei loro mentori in Francia: i suoi libri sono pubblicati,
tradotti e discussi dai militanti nazional-rivoluzionari francesi. Il loro
punto di ritrovo è Le Local, nel XV arrondissement – simile al Cutty
Surk di Roma di Gianluca Iannone – e fa capo a Serge Ayoub, ex nazi-
skin e leader di Troisiéme voie, rinato nel 2010 e gemellato con Casa-
Pound, con una sola differenza: Parigi non è amministrata da Gianni Ale-
manno e l’Ump non è né il Pdl né Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale.
Il tentativo frontista di ergersi a difensore dei deboli non nasce con
Marine, ma caratterizza tutto il percorso sociale del padre, che getta alle
ortiche il populismo reaganiano e poujadista degli anni ‘70-80 schieran-
dosi nel 1990-1991 con Saddam Hussein e opponendosi all’intervento
militare; una battaglia antiamericana che sembrerebbe di sinistra ma die-
tro tali proposte vi erano ex esponenti del Grece di Alain de Benoist ed
ex militanti del Club de l’Horloge, un think tank neoliberista collaterale
fino al 1979-80 alla nouvelle droite, ponte fra frontismo, i settori più rea-
zionari del gollismo e l’estrema destra, nato nel 1974 col presupposto di
dare a tali ambienti nuove strategie politiche. Tutti questi spazi – a cui si
sommano gli ex Troisiéme voie transitati nel Front, che uniscono le idee
di Terza posizione con le suggestioni antimondialiste del filosofo Guil-
laume Faye, ex grecista divenuto islamofobo – influenzeranno l’operato
politico e culturale del partito lepenista da lì in poi, scrostandolo dal no-
stalgismo, un’area che abbandonerà Le Pen nel 1998, animando il Mou-
vance identitaire e gruppi come Terre et Peuple, vicino ai filoleghisti di
Terra Insubre dell’ex rautiano varesotto Andrea Mascetti, importante per
la genesi del Bloc Identitaire.
Partiamo dal presupposto che Alain de Benoist ha più volte eviden-
ziato la distanza ideologica col Front national per le tesi sociali, nono -

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(DIS)ORIENTAMENTI

stante il partito populista abbia preso certe posizioni proprio da lì, vista la
presenza di ex grecisti nelle sue file (4). Dopo il cambio ai vertici del parti-
to, il maître à penser della nouvelle droite, pur criticando l’antiregionali-
smo e l’islamofobia di Marine Le Pen (visto che per il Grece il “male as-
soluto” è l’americanizzazione), ha espresso parole di apprezzamento per il
suo operato, evidenziandone la carica “positiva” e il desiderio di rottura col
passato, specie per quanto riguarda l’antiliberismo e il protezionismo (5).
Però, “[…] va riconosciuto a Marine Le Pen il merito di aver ‘dediaboliz-
zato’ il partito, per mezzo di una vasta ‘operazione di pulizia’ che sta inne-
gabilmente avendo i suoi frutti. Ci sono categorie che il Front national, pri-
ma della svolta ‘marinista’, non riusciva a sedurre”, dice de Benoist, “oggi,
quelle stesse categorie sono le prime a sostenerlo: le donne, i giovani nella
fascia compresa tra i 18 e i 24 anni, e soprattutto gli insegnanti. La nascita
del Collectif Racine [associazione di insegnanti nazionalisti nata con l’in-
tento di combattere, accanto al Rassemblement Blue Marine, per il re-
dressement della scuola francese, n.d.a.] ne è la prova tangibile” (6). Un
de Benoist frontista? Affatto. Il filosofo normanno non intende certo di-
ventare organico al frontismo e ad alcun populismo – nonostante non ab-
bia problemi a dialogarci – ma ha capito che la crisi culturale della sini-
stra non può che influenzarne l’andamento elettorale, lui che ha fatto del-
la battaglia metapolitica e filosofica il perno del suo agire dal 1968 a oggi.
Il Front di Marine, cavalcando la crisi dei socialisti e del Front de la
gauche, coniuga senza alcun problema nazionalismo e ‘socialità’, una
forte attenzione alle problematiche sociali e al mondo del lavoro (in chia-
ve ovviamente interclassista) e una critica al mondialismo, che genera

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4) Lo studioso Jean-Yves Camus sostiene che “La nouvelle droite ha avuto […] due
influenze maggiori sul Fn. Dapprima ha riabilitato tra gli anni Settanta e Ottanta temi
che erano stati completamente abbandonati dalla destra classica, vale a dire soprattutto
le tesi sulla ‘ineguaglianza degli individui’ e sull’importanza da assegnare alle ‘radici
identitarie’, sia francesi che europee. Poi ha proposto un’idea della politica non più
ancorata all’asse destra/sinistra, aprendo la strada a un movimento come quello di Le
Pen che oggi [1997, n.d.a.] ha come slogan, ve lo ricordo, «né destra, né sinistra, solo
francesi». Questo malgrado sia evidente che il Front national si situa a destra della de -
stra tradizionale nello scacchiere politico”. J.-Y. Camus, intervista rilasciata a G. Cal-
diron, Il manifesto, 17 ottobre 1997
5) De Benoist in un’intervista ha ammesso che “le posizioni del Fn hanno subito
molte variazioni nel corso della sua storia, cosa particolarmente evidente in ambito
economico. […] Trent’anni fa si definivano liberali e reaganiani. Al giorno d’oggi,
dopo che Marine Le Pen è succeduta a suo padre, lo stesso movimento milita contro il
libero scambio, reclama l’introduzione di un certo protezionismo, e denuncia con
vigore la deregulation economica. […] Sono opinioni che spiegano, d’altronde, come
una grande parte dell’elettorato frontista provenga, ormai, dalla classe operaia. Resto
invece in disaccordo con il ‘giacobinismo’ repubblicano del Front nazional, con la sua
ostilità di principio verso il regionalismo e le ‘comunità’, e col suo laicismo
islamofobo”. A. de Benoist, intervista rilasciata a B. Giurato, Perché la vera decrescita
oggi è politica, non economica, Lettera 43, 25 aprile 2013
6) Alain de Benoist en “soutien critique” à Marine Le Pen, blog Droite(s) extrême(s)
dei giornalisti di Le Monde 26 gennaio 2011

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Il Front national in Francia

squilibri come l’odierna crisi e l’immigrazione, e ha iniziato a puntare tut-


to, come la nuovelle droite, su un nuovo approccio alla definizione di se
stessi con slogan “Ni droite, ni gauche, Français!”, complementare a
quello del Grece “E destra, e sinistra”, cioè l’approccio et-et, la nuova
sintesi. Il Front, da quando è stata eletta Marine, ha apportato dei cambia-
menti d’immagine non indifferenti, mandando in soffitta i vecchi reazio-
nari neofascisti, divenuti impresentabili (in un certo senso la rottura col
Mouvement de la France gli ha giovato, visto che erano cattolico-integra-
listi e vandeani), denunciando tutti coloro che le danno dell’estremista di
destra e della fascista (7) e aprendosi a intellettuali ‘non conformi’ utili a
l’operazione di restyling.
Uno di questi è Laurent Ozon, amico e collaboratore di Charles
Champetier, il giovane presidente del Grece e pupillo di de Benoist, lea -
der della corrente antiliberale ed eco-localista Nouvelle ècologie, che
cerca di coniugare la difesa dell’ambiente (concepita come bioregione)
con quella delle identità regionali etno-culturali. La Francia – e l’Europa
– costituita dalla somma di più identità regionali, va preservata da ogni
elemento estraneo che può annichilirne la valenza identitaria, che provenga
dall’America o da altrove. L’intellettuale collabora simultaneamente alla
stampa neodestrista, a quella ecologista e a quella populista, compresa
quella italiana (da Diorama letterario a La Padania), proponendo un’e-
conomia ruralista (non dimentichiamo l’interesse per la decrescita da
parte degli intellettuali della nuova destra) e un modello politico-sociale
capace di rompere col progressismo dei Verdi e col produttivismo.
Tali idee non rimangono solo ed esclusivamente sulla carta. Ozon
passa infatti dalla metapolitica alla politica, animando nel 2007 la lista
civica eco-localista Vivre et travailler à Vendôme, intervenendo addirittu-
ra alla riunione costitutiva dell’ambientalista Europe Écologie–Les Verts
(promossa dal leader dei Verdi Daniel Cohn-Bendit e da José Bové, lea-
der no global della Confédération paysanne), dato che destra e sinistra
vanno ormai superate. Anima successivamente Maison Commune, un
circolo intellettuale di stampo eco-localista, avvicinandosi prima ai gio-
vani populisti del Bloc Identitaire, collaborando alle loro Convention
Identitaire animate da Terre et Peuple, venendo poi cooptato nel 2010 ai
vertici del Front National, e divenendo consigliere politico di Marine Le
Pen (appare sempre al fianco della leader frontista durante i comizi), oc-

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7) Marine Le Pen in un’intervista rilasciata a L’Express del primo ottobre 2013 s’indi-
gna all’uso dell’etichetta di ‘estremista di destra’: “Mi ribello a essere definita di
estrema destra, con quel termine si finisce per mettere nello stesso sacco Breivik, Alba
dorata e noi che non c’entriamo niente con tutto ciò”. Concetto rilanciato pochi giorni
dopo dai microfoni di Bfmtv: “Sto pensando di rivolgermi ai tribunali perché venga
sancito che questo termine è peggiorativo e viene utilizzato con intenti politici per de-
nigrare il Fn. In questo modo si conduce una guerra semantica contro il nostro
partito”. G. Caldiron, Diversamente frontisti, Europa, 8 ottobre 2013

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(DIS)ORIENTAMENTI

cupandosi di ecologia, della preservazione delle comunità e delle identità


locali, temi fino a quel momento snobbati dal Front.

Quando il rosso si colora di ‘blu frontista’: Egualité & Réconciliation


e il caso Alain Soral
Un altro intellettuale utile al restyling frontista, fautore dello sfondamen-
to a sinistra del Front, è Alain Soral. Nato nella regione di Rhone Alpes
nel 1958, Soral cresce in periferia con la famiglia, di umili condizioni.
Dopo aver vissuto come un emarginato a Grenoble, si sposta a Parigi nel
1976, dove svolge lavori precari. L’ambizione e le capacità lo portano a
entrare all’Università di Scienze Sociali di Parigi, dove studia sociologia.
Si interessa alla politica e studia Marx e i testi della scuola filosofica
marx-engelsiana-leninista. Nel 1990 si iscrive al Pcf, ma viene allontana-
to perché, in seno al Collettivo comunista dei lavoratori dei media, colla-
bora alla pubblicazione de La Lettre écarlate, foglio dal tono ufficiosa-
mente antisionista ma esplicitamente antisemita; lui sosterrà, invece, di
essersene allontanato di sua spontanea volontà perché il partito aveva
perso ogni vena rivoluzionaria divenendo riformista.
Si dedica allo studio dell’influenza e della manipolazione statunitense
sulla Francia, sull’Europa e sul mondo. Si fa notare dopo l’11 settembre
2001 per le sue posizioni che lo portano a professare un filo-islamismo
che distingue il beur, il neofrancese di origini magrebine detestato in quan-
to prototipo di una società americanizzata e senza identità, dal musulmano,
che incarna radici e valori tradizionali, col quale i nazionalisti locali posso-
no intendersi perché “la cultura musulmana non produce delinquenti dro-
gati e aspiranti suicidi, ma uomini dai valori educati ai valori. Valori di
dignità e rispetto che assomigliano molto, in fondo, a quelli che si incul-
cavano agli uomini in Francia, prima dell’ondata di ‘neo-matriarcato’ al-
l’americana importato dal maggio del ‘68” (8). Dietro questo discorso non
c’è solo la denuncia del neofemminismo radical-chic, ma una sublimina-
le opposizione fra islam ed ebraismo, che incarnerebbero il principio ‘ma-
schile’ contrapposto a quello ‘femminile’. Il dualismo ebreo/musulmano
assume nel discorso di Soral tratti di uno scontro metafisico tra una so-
cietà femminilizzata e mercantile contro una società patriarcale e produt-
tiva. Si assiste, spiega Soral, a un “piano mondiale di caccia al topo, divi-
so in zone e sessi, nel quale Madame Fitoussi di Elle si vede incaricata
della missione particolare di salvare le ragazze considerate ‘né puttane né
sottomesse’, per meglio stigmatizzare i ragazzi. In effetti questi giovani
maschi franco-magrebini di origine arabo-musulmana potrebbero – se
scampano alla trappola del rap e del business, come alla collera popolare
eccitata da un piano premeditato – costituire domani la comunità di citta-

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8) Intervista rilasciata da A. Soral al sito Oumma.com, aprile 2004

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Il Front national in Francia

dini francesi più ostile al dominio della comunità che gli è di fronte, qui
come in Palestina”, concludendo che “mentre gli ebrei si sentono a loro
agio, e a casa loro, in una società neo-matriarcale, neo-capitalista all’ame-
ricana, nella quale essi occupano, in modo sempre più evidente, i vertici
gerarchici, i magrebini detti ‘islamisti’, invece, non si sentono a loro agio
e se ne vogliono allontanare” (9).
Nel 2007 Soral aderisce al Front national, all’epoca diretto da Jean-
Marie Le Pen: come mai? Secondo lui il Front è diventato il partito più a
sinistra di tutti in materia economica, l’unico partito che difende il socia-
lismo, gli interessi dei francesi, la dignità e la cultura del Paese. Viene in-
caricato di occuparsi del fenomeno delle banlieu, le periferie francesi, in
quel periodo in subbuglio. È in quell’anno che fonda Egualité & Récon-
ciliation (E&R), organizzazione che rivendica la paternità di un “nazio-
nalismo di sinistra” e di una Gauche du travail et droite des vouloir (“si-
nistra del lavoro e destra dei valori”), come indicato sulla homepage del
sito, dove compaiono da un lato le immagini di Chàvez, di Che Guevara,
di Gheddafi, di Lumumba, di Castro, di Ahmadinejad assieme a quella del
premier russo Putin (10), e dall’altro quella di Giovanna D’Arco, simbolo
del patriottismo francese. “Confusione rosso-bruna” l’ha definita nell’ot-
tobre 2013 Le Monde diplomatique, dato che unisce suggestioni sociali di
sinistra – di sovranità popolare ha parlato anche il Front de la gauche,
che propone, come E&R e il Grece e i vari partiti di destra, la nazionaliz-
zazione delle banche, un sistema di credito socializzato, il rifiuto di paga-
re il debito contratto con la Ue e il ritorno a forme di protezionismo eco-
nomico – con suggestioni patriottiche di destra.
Rompe anche col Front e nel 2009 anima per le europee, assieme al
comico Dieudonné, la Lista antisionista. È un fiasco che lo fa riavvicina-
re alla rampante Marine. In quella fase inizia un interessante avvicina-
mento al giornalista Arnaud Guyot-Jeannin, membro del Grece, fa un
viaggio con quest’ultimo in Iran, dove elogia la femminilità locale con-
trapposta alla decadenza occidentale (11), e inizia a postare su YouTube
centinaia di interventi su ogni argomento d’attualità (arrivando a 15 mi-
lioni di contatti con ben 382 video), a dialogare con intellettuali ‘non
conformi’ di destra, come Fabrice Robert del Bloc Identitaire (argomen-
to: l’espulsione degli immigrati irregolari), Robert Steukers, ex grecista e

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9) Intervista rilasciata da A. Soral all’Osservatorio del comunitarismo, settembre 2003
10) A. Mestre-C. Monnot, Alain Soral et son association font les yeux doux à Poutine,
blog Droite(s) extrême(s) dei giornalisti di Le Monde, 26 novembre 2009
11) “Le donne [dell’Iran, n.d.a.] incominciano anch’esse ad americanizzarsi, esibendo
un foulard corto e colorato, un maquillage grossolano e abiti aderenti. Eppure, fatto
bizzarro, hanno uno sguardo freddo. Le donne più tradizionali che indossano un
foulard, un velo o uno chador più austero, hanno lo sguardo più espressivo. Non è raro
osservarle parlare, sorridere e ridere con una bella vivacità”. A. Soral, dichiarazioni
rilasciate a Flash n. 13, 7 maggio 2009

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(DIS)ORIENTAMENTI

fondatore di Synergies européennes, Aleksandr Dugin (Soral si definisce


dughiniano) e con Gabriele Adinolfi (12), e a impostare le idee della sua
organizzazione.
Bisogna combattere – è questo il nemico numero uno di Soral – con-
tro il ‘globalismo’, un “progetto ideologico che mira a instaurare un go-
verno mondiale e di conseguenza a dissolvere le nazioni, con il pretesto
della pace universale”, tramite “la mercificazione integrale dell’umanità”,
creatore del “Nuovo Ordine Mondiale”, un progetto oligarchico che si op-
pone al nazionalismo che raggruppa l’alta finanza, la massoneria, la bor-
ghesia, il protestantesimo, Israele, gli Stati Uniti, tutti fautori del globali-
smo e di un neoliberismo che si insinua col sionismo e il politically cor-
rect di sinistra, giustificando l’intervento dell’Impero in difesa dei diritti
civili (13). Tali ideologie annichilirebbero la sovranità popolare alimen-
tandosi col mito del mercato; tutelare i diritti delle “minoranze oppresse”
(siano esse sessuali o razziali) viene inevitabilmente a sostituirsi alle con-
quiste sociali collettive, favorendo la balcanizzazione della comunità na-
zionale.
La sinistra sostituisce le “tematiche societali” alle questioni della “di-
suguaglianza sociale” e dello “sfruttamento di classe” in nome dei diritti
umani. La soluzione proposta da Soral è di tipo sovranista: “Uscire dal-
l’Unione europea, uscire dalla Nato e riprendere il controllo della propria
moneta […] per restituire alla Francia la sovranità e alla democrazia un
po’ di senso” (14), introducendo il protezionismo.
Soral, come nota la giornalista Evelyne Pieiller su Le Monde diplo-
matique, nonostante voglia farsi passare per marxista, auspica tutt’al più
un mondo multipolare e la fine dell’unipolarismo statunitense, ed “evoca
ben poco i movimenti sociali, la socializzazione dei mezzi di produzione
[…]. In effetti la sua vera ossessione, più che la giustizia sociale, è il sal-
vataggio della Francia […] e quello che secondo lui rappresenta. In altri
termini, la politica gli importa meno della morale, e la rivoluzione meno
della nazione. La morale per il senso che può dare alla vita personale; la
nazione per il senso che può dare alla vita collettiva” (15).
L’analisi di classe di Soral, infatti, è povera di contenuti marxiani: il
sociologo si sofferma sugli effetti che il liberalismo e l’individualismo han-
no sulla comunità, che rendono l’uomo un mero consumatore, e non sulla
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12) Cfr. Dialogue entre Égalité & Réconciliation et les Identitaires; M. Abramowicz,
Le dirigeant du Front national français Alain Soral à Bruxelles ce vendredi; A. Soral,
prefazione a A. Dugin, La Quatrième théorie politique, Ars Magna, 2012; S. François,
L’œuvre de Douguine au sein de la droite radicale française, voxnr.com, 22 settembre
2008
13) A. Soral, Comprendre l’Empire. Demain la gouvernance globale ou la révolte des
Nations?, Blanche, 2011
14) Ibidem
15) E. Pieller, Francia, confusione rosso-bruna, Le Monde diplomatique (ed. it.),
ottobre 2013
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Il Front national in Francia

classe. Ben più per lo sfruttamento sul mondo del lavoro e per lo svilup-
po della precarietà il neoliberismo viene condannato da Egualité & Ré-
conciliation perché produce “una società schiava delle sue pulsioni” che
mina il senso della collettività, della coscienza politica, determinando
l’individualismo, l’egoismo, la competizione e l’edonismo. La soluzione
è il ritorno alla nazione, che è “in grado di proteggere i popoli dai profitti
cosmopoliti che non hanno patria né morale”; un concetto che “presup-
pone che la nazione abbia un’essenza particolare, un genio proprio e una
particolare cultura”, e che incarni quindi dei valori mistici capaci di con-
glomerare attorno al tricolore francese “un fronte del lavoro, patriottico e
sociale, contro tutte le reti della finanza e dell’ultraliberalismo globaliz-
zato”, capace di costruire una “comunità nazionale fraterna, cosciente della
sua storia e della sua cultura” dove si ritrovano “quelli che vogliono una
più giusta ripartizione del lavoro e della ricchezza” e chi vuole “conservare
quello che c’era di buono, di misurato e umano nella tradizione”, ritrovan-
do quella spiritualità che permetterà a tutti i francesi di sentirsi individui
parte di un insieme più grande: la Patria. Una “sinistra sociale” integrata
e riconciliata al senso di trascendenza insita nei valori della nazione (16).
Il discorso soraliano è quindi funzionale al sistema capitalista – come
quello della Le Pen, di Salvini, di Strache, ecc. Il concetto sull’obsolescen-
za della diade dicotomica destra/sinistra – che per Alain de Benoist rien-
tra nell’ambito del discorso filosofico – qui verte sul concreto, sul politi-
co, perché nella ‘rivoluzione’ ideata da Soral l’attore primo non è il lavo-
ratore salariato ma la piccola borghesia e le medie imprese. Tutti insieme,
operai, precari, disoccupati, contadini, piccoli imprenditori, uniti per creare
un’interclassista “società mutualista di piccoli produttori cittadini”, dato
che per ciascuno “la responsabilità economica e sociale – dunque politica
– deriva dalla proprietà dei mezzi di produzione”; un progetto che fonde un
po’ di Pierre-Joseph Proudhon, un po’ di qualunquismo interclassista alla
Pierre Poujade, ma molto, molto poco, di Marx, sostenendo che per creare
la Gauche du travail et droite des vouloir bisogna unirsi alla “destra mo-
rale che, a ben riflettere, è alleata della sinistra economica e sociale” (17).
Queste idee, presenti un po’ dappertutto nei populismi di destra che
hanno stravinto questa tornata elettorale europea, favoriscono la nascita
di un nuovo tipo di soggetto politico che, disarticolato dalle precedenti
categorie politiche novecentesche, sostiene di rappresentare tutta la co-
munità nazionale, a prescindere dall’appartenenza sociale; sono le idee
che hanno portato il Front national al 24,8%, permettendogli di sfondare
negli ambienti tradizionalmente di sinistra.

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16) Ibidem
17) Carta di Égalité & Réconciliation, in www.egaliteetreconciliation.fr
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VERITÀ AL TEMPO DELLA MOVIOLA

di Michele Pantaleone La opportunità che l’Antimafia compilasse la scheda degli


(1911 – 2002) * uomini politici e dei burocrati compiacenti o collusi con la
mafia è stata da me sottolineata nel corso di una conferen-
za tenuta il 31 gennaio 1967 nel Teatro Sistina di Roma. In
tale occasione denunziai il grave inquinamento dei pubblici
COME poteri della Regione e dello Stato nelle sue istanze in Sici-
lia con una serie di indicazioni e di dati che allarmarono la
QUANDO E Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della
PERCHÉ mafia, la stessa che il presidente Pafundi aveva qualificato
“una polveriera”.
L'ANTIMAFIA Nel corso della conferenza affermai che su 2.700 funzio-
SCHEDÒ nari (solo funzionari) della Regione, 2.175 erano stati assun-
GLI UOMINI ti ‘per chiamata diretta’, sulla base di rapporti di amicizia, di
comparatico e di favori tra uomini politici e boss della
POLITICI COLLUSI mafia, rapporti non sempre tutti leciti e puliti. Dissi inoltre
CON LA MAFIA che circa 400 dei 462 dipendenti della Regione distaccati
presso la presidenza, erano stati assunti senza concorso, e
fra questi c’erano Francesco Navarra di Corleone, fratello
del grande boss Michele Navarra, assassinato da Luciano
l'Obiettivo Liggio per il comando della feroce cosca di Corleone-Ler-
25 gennaio 1988 cara-Misilmeri, e Giuseppe Farina, cugino di Beniamino Fa-
rina, nipote, quest’ultimo, di Don Calò Vizzini, ambedue au-
torevoli componenti la segreteria dell’on. Francesco Coni-
glio, presidente della Regione.
Fra le altre inaudite cose, dissi anche che il fratello di
uno dei maggiori e peggiori capi mafia della Sicilia era sta-
to assunto lo stesso giorno che aveva presentato la doman-
da con la qualifica di direttore generale di un ente finanzia-
tore gestito dalla Regione; aggiunsi inoltre che nella scuola
professionale, finanziata e gestita dalla Regione, l’organico
era composto di 835 unità, delle quali, 48 erano direttori,
292 insegnanti di cultura generale, 333 istruttori tecnici e
44 erano bidelli. Aggiunsi inoltre che su 673 insegnanti,
funzionari e dirigenti solo 161 erano muniti di diploma, e

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* Michele Pantaleone è stato scrittore, giornalista e politico, tra i mag-
giori esperti del fenomeno mafioso. Riprendiamo questi tre articoli –
pubblicati sul quindicinale siciliano l’Obiettivo di Castelbuono (Pa-
lermo), che ringraziamo per la disponibilità, rispettivamente il 25
gennaio 1988, il 10 novembre 1988 e il 10 marzo 1989 – per non per-
dere la memoria su un'importante e significativa vicenda della storia
politica italiana nella lotta alla mafia
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che 18 dei 48 direttori, chi più chi meno, erano pre- esploso nemmeno un tric-trac, un
giudicati. Una così notevole massa di dipendenti del- petardo, un bengala più o meno colo-
la Regione era impegnata a impartire lezioni profes- rato con uno dei colori dei partiti no-
sionali a 921 alunni sui quali venivano avanzati fon- toriamente collusi con il potere ma-
daci dubbi sul numero e sulla identità. fioso.
Giorni dopo consegnai a Girolamo Li Causi, vice Sui lavori dell’Antimafia calò la
presidente dell’Antimafia, e al senatore Francesco prima coltre di silenzio, il silenzio che
Spezzano, ambedue comunisti, un grafico intitolato gettò, sin d’allora, un lugubre sospetto
“Albero dei legami e dei collegamenti nei pubblici po- di ‘omertà’ sull’Antimafia e sull’inte-
teri tra la mafia e i politici”, corredato dagli elenchi di ra classe dominante nazionale.
31 uomini politici e 63 burocrati, questi ultimi parenti, Nella Relazione sui lavori svolti e
‘amici’, compari e figliocci di boss della mafia e boss sullo stato del fenomeno alla fine del-
loro stessi, capi elettori dei 31 politici. la V Legislatura, approvata nella se-
Ho saputo non molto tempo dopo che l’Antimafia duta plenaria del 31 marzo 1972, pub-
aveva costituito “un apposito comitato di indagini sui blicata nel volume atti parlamentari
rapporti tra mafia e politica”. Detto comitato, in stretto Doc. XXIII n. 2 septies, si legge: “Il
collegamento con l’Ufficio di presidenza, avrebbe do- comitato, in adempimento del suo
vuto impostare uno specifico programma di indagini compito [indagini sui rapporti tra ma-
sui legami tra mafia ed esponenti dei pubblici poteri, fia ed esponenti dei poteri pubblici,
e ciò non tanto per individuare e perseguire specifi- n.d.a.]: ha provveduto anzitutto a
che responsabilità, quanto per studiare nelle sue estrarre dal materiale probatorio rac-
profonde implicazioni il complesso fenomeno, pub- colto dalla Commissione tutti i riferi-
blicarne i risultati per mettere i collusi di fronte alle menti a uomini dell’amministrazione
loro responsabilità e suggerire le opportune iniziati- e della politica; questi riferimenti sono
ve del Parlamento e del governo per la sradicazione stati estratti dai fascicoli personali di
della triste piaga della mafia. esponenti mafiosi, da segnalazioni e
L’8 marzo 1968, due giorni prima lo scioglimen- documenti inviati da privati e da uffi-
to delle Camere per le elezioni politiche, Pafundi ci, dagli atti acquisiti dall’Antimafia
consegnò ai presidenti dei due rami del Parlamento nel corso delle sue attività e in parti-
una relazione, una sorta di ‘ragguaglio’ sui metodi colare dalle deposizioni di testimoni
usati e sui criteri adottati per le indagini, sul numero e dalle dichiarazioni informative rese
delle sedute plenarie (118), delle riunioni dei vari ai singoli gruppi e ai singoli comita-
gruppi di lavoro, commissioni e comitati (125), dei ti”. “Sono state quindi – continua la
viaggi in Sicilia (78), delle riunioni della presidenza relazione – redatte apposite schede
(44), senza una indicazione sulle cose da fare e senza nominative in ciascuna delle quali è
nessun cenno sulle responsabilità per il fatto che pro- stato riportato in sintesi il contenuto
prio durante gli anni dell’Antimafia (1963-1967) l’at- della documentazione”.
tività criminosa aveva toccato il massimo livello in Queste schede – come è avvenuto
materia di delitti contro i poteri dello Stato e contro i con il tribunale di Torino nel 1973 –
tutori dell’ordine. vengono regolarmente negate ai giu-
Della ‘santabarbara’ di pafundiana memoria non è dici togati che ne fanno richiesta per
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VERITÀ AL TEMPO DELLA MOVIOLA

pronunciare sentenze nei processi per diffamazione a di Dp – ha promosso azione alcuna


mezzo stampa nei quali, quasi sempre, sono imputati per la pubblicazione delle schede?
giornalisti, scrittori, direttori di giornali e di riviste, Perché l’Espresso ha pubblicato
editori, per avere scritto e pubblicato i nomi dei poli- tre sole schede e fra queste la pseudo
tici collusi con la mafia. scheda Pantaleone, le cui false noti-
Di contro, invece, l’Antimafia e larga parte della zie sono state ricavate da una delle
classe dominante fanno uscire dagli archivi segreti tante lettere anonime inviate all’An-
della Commissione lettere anonime, verbali e rap- timafia?
porti di comandanti di caserme di carabinieri dei Di fronte al Paese, di fronte alle
quali è nota la disponibilità a ‘favori’ in cambio di famiglie delle vittime della mafia ca-
protezioni e promozioni, di ‘sacchi e bottiglioni’ per dute nell’adempimento del loro do-
screditare i ‘rompiballe’ che osano denunziare la ver- vere, di fronte alla massa dei siciliani
gognosa omertà nella quale sono coinvolti tutti i par- onesti, i partiti politici, i due rami del
titi che fecero parte dell’Antimafia dal 1963 al 1974. Parlamento, il governo, hanno l’obbli-
Un’ultima considerazione – almeno per questa go morale e politico di rendere pub-
parte – riguarda la credibilità del materiale raccolto blici tutti gli atti dell’Antimafia, an-
dall’Antimafia, qualificato “probatorio” nella citata che per evitare che venga criminaliz-
relazione. Si tratta, in massima parte, di documenti zata l’intera popolazione siciliana.
consegnati all’Antimafia da procuratori generali, da Un diverso comportamento pone tut-
procuratori della Repubblica, da prefetti, da colonnel- ta la classe dirigente nazionale di
li dei carabinieri e della finanza, da questori, da so- fronte a precise responsabilità e col-
ciologi, da giornalisti, da sindacalisti e dalle persone pe, e non ci saranno max sentenze di
oneste che si sono spinte a collaborare con l’Antima- max processi che potranno togliere
fia per sradicare la mala pianta della mafia. tali accuse.
Fra questi documenti vi è il rapporto del procura-
tore generale Di Blasi, il rapporto del prefetto Be-
vivino, quello dell’on. Bino Napoli, il rapporto del
colonnello Dalla Chiesa del 1970, quando era coman-
dante della Legione carabinieri di Palermo, la relazio-
ne (ricca di notizie e di elementi probatori) del dott.
Vincenzo Immordino, questore di Trapani, e vi è an-
che il testo della mia conferenza tenuta al Teatro Si-
stina di Roma e al Teatro Piccinni di Bari, presenti le
autorità dello Stato delle due città.
L’unico documento-scheda uscito clandestina-
mente dall’Antimafia è stato quello intestato all’on.
Giovanni Gioia, allora ministro, da me consegnato al
tribunale di Torino, documento che provocò le dimis-
sioni da ministro dell’on. Gioia e la conseguente ‘pic-
cola crisi’ del governo del febbraio 1976.
Perché nessun partito – tranne l’on. Mario Capanna
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LE SCHEDE Palermo – In questi ultimi tempi si è fatto un gran parlare
su e per la pubblicazione delle schede degli uomini politici
CHE SCOTTANO compiacenti, collusi e complici con la mafia, compilate dal-
l’Antimafia, e dalla stessa dichiarate segrete.
Sono 164, Uomini politici più o meno interessati a smentire quan-
sono state compilate to contenuto nelle schede rilasciano dichiarazioni di como-
do ai giornalisti, che solo ora hanno scoperto l’esistenza del
all'inizio degli anni '70 fenomeno mafioso; altri ‘parlati’ in odore di mafia, si fanno
e riguardano i rapporti merito di essere stati promotori di iniziative nei loro partiti
e nel Parlamento per la pubblicazione di tutti gli atti della
tra politici e Commissione; altri ancora, alcuni ex membri dell’Antima-
l'organizzazione fia, offrono notizie e documenti portati a casa durante la
loro partecipazione ai lavori della Commissione (uno di
criminale costoro, in occasione di un convegno su “Mafia-Stato-So-
cietà” mi ha invitato a casa sua in Toscana, ove – a suo dire
– sulla scorta della documentazione in suo possesso, avrem-
mo “potuto scrivere quattro libri”).
l'Obiettivo Tanto sparlare a sproposito e parlare a proposito crea
10 novembre 1988 perplessità perfino fra gli stessi parlamentari orientati a vo-
tare sì per la pubblicazione delle schede, e ciò giova alla ma-
fia; provoca allarme e preoccupazione nei partiti e in molti
uomini politici i quali temono di trovarsi in involontaria e
inconsapevole cordata elettorale con ‘amici degli amici’,
come vengono qualificati i deputati disponibili a qualunque
favore, e ciò giova ai boss della mafia e ai politici boss;
crea il disorientamento e la confusione della quale si sono
sempre serviti i grandi boss dall’Unità d’Italia ai nostri
giorni per vanificare le molte lodevoli iniziative messe in
atto nei due rami del Parlamento per estirpare la malapian-
ta della mafia, e ciò nuoce alla verità e alla Giustizia.
Va precisato inoltre che si fa grande confusione tra ‘ma-
teriale’ raccolto dalla Commissione (decine di tonnellate),
‘documentazione’ varia agli atti della Commissione, ‘fasci-
coli’ contenenti documenti, e soprattutto tra ‘fascicoli perso-
nali’ e ‘schede’, attribuendo a queste ultime composizione e
documentazione che non possono contenere.
La documentazione è stata raccolta dall’Antimafia nei
tredici anni di sua attività (quarta, quinta e sesta legislatura:
1963-1976); le schede invece sono state compilate all’inizio
degli anni ‘70, durante la quinta legislatura, da “un comita-
to di indagine appositamente costituito, il quale – si legge a
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VERITÀ AL TEMPO DELLA MOVIOLA

pag. 140 della relazione dell’Antimafia alla fine della amministrativo, osservazioni sul com-
quinta legislatura – ha provveduto anzitutto a estrarre portamento, varie.
dal materiale probatorio raccolto dalla Commissione Nelle due facciate, in basso, a de-
tutti i riferimenti a uomini dell’amministrazione della stra, vi sono due riquadri (cm. 10 per
politica e a organizzazioni di partito. […] Questi riferi- cm. 6), uno per i riferimenti alla do-
menti sono stati estratti dai fascicoli di esponenti ma- cumentazione d’archivio (questura, ca-
fiosi […]. Sono stati quindi – conclude la relazione rabinieri, guardia di finanza, fascicoli
Antimafia – redatte apposite schede nominative in personali), l’altro con il “richiamo a
ciascuna delle quali è stato riportato in sintesi il con- numeri e lettere (da 1 a 10 e dalla let-
tenuto della documentazione”. Sono queste schede tera A alla lettera F) per voci per ana-
che l’Antimafia ha dichiarato segrete. lisi del comportamento”.
Agli atti della Commissione Antimafia esiste la Le schede dei politici sono 164.
seguente documentazione: a) n. 944 fascicoli conte- Il cittadino italiano ha il diritto di
nenti documentazione varia; ogni fascicolo può an- sapere se il ministro, il sottosegreta-
che contenere più documenti; b) n. 1686 fascicoli rio di Stato, il deputato nazionale o
personali; 944 dei quali elencati nell’indice analitico regionale per il quale dovrà votare è
compilato dalla Commissione alla fine della quinta o non è schedato, deve sapere inoltre
legislatura, in molti dei quali è descritto sommaria- se il dirigente del partito nel quale è
mente il suo contenuto; c) n. 453 dichiarazioni rac- iscritto, federale, regionale o naziona-
colte dalla Commissione; d) un enorme numero di le, è tra i 164 uomini politici collusi
rapporti e dati informativi su mafia e poteri pubblici, o non con la mafia.
su mafia e credito, su mafia ed enti locali (Regione, È necessario inoltre che i fascico-
Province, Comuni), su mafia e gangsterismo, su ra- li personali registrati nell’indice ana-
mificazioni territoriali della mafia, su collegamenti litico della relazione dell’Antimafia
della mafia con organizzazioni criminose straniere, alla fine della quinta legislatura (fra i
contiene inoltre notizie e rapporti su strutture scola- quali vi è il mio) vengano liberati dal
stiche, su enti pubblici, su istituti finanziari; e) parec- “segreto funzionale” e resi accessibi-
chie migliaia di lettere anonime di denunce e segna- li a consultazioni, e vengano conse-
lazioni; f) un’enorme massa di materiale costituito da gnati se necessario ai giudici che ne
relazioni, prospetti, elenchi, atti giudiziari delibere. fanno richiesta per motivare le loro
Le schede sono ben altra cosa, sono costituite da sentenze per vicende giudiziarie per
un cartoncino rigido, spesso due millimetri, del diffamazione a mezzo stampa per no-
peso di grammi 7 per ogni cartoncino scheda, delle tizie pubblicate su veri o presunti do-
dimensioni di cm. 34 per cm. 25, a doppia facciata cumenti e prove esistenti agli atti del-
nelle quali sono trascritte le generalità complete, cor- l’Antimafia, e ciò per evitare che ven-
redate da tutte le indicazioni personali: istruzione, gano considerate schedate persone e
stato civile, professione, attività attuale e precedente, personalità i cui nomi figurano nel ci-
consistenza patrimoniale attuale e precedente, passa- tato indice per avere magari inviato
porto, porto d’armi, rapporti con la mafia o con mafio- documenti e notizie all’Antimafia ov-
si, rapporti dei familiari con la mafia, attività politica, li- vero per essere state oggetto di lettere
cenze e concessioni, rapporti con il settore economico anonime o, addirittura, per essere state
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invise a notabili politici accusati di essere mafiosi. Il Parla-
mento, l’Antimafia, i partiti politici, l’Alto commissariato
per la lotta alla mafia hanno il diritto-dovere di essere au-
tentiche ‘case di vetro’. Ogni segreto in materia di mafia e
di antimafia ha il sapore dell’omertà, cosa che a lungo an-
dare gioca a favore della mafia.
Mentre andiamo in stampa veniamo a conoscenza che
la Commissione Antimafia ha deciso di rendere di dominio
pubblico le schede intestate a 164 politici siciliani.

PACCOTTIGLIA Delle schede segrete degli uomini politici dall’Antimafia ri-


tenuti compiacenti, collusi e anche complici con la mafia mi
PER CREDULONI sono occupato negli articoli pubblicati su l’Obiettivo in di-
QUELLE SCHEDE! versi numeri del 1987 e 1988, su l’Avanti del 4 e 23 marzo,
15 giugno, 30 luglio, 15 agosto e 8 settembre 1988, ne ho
IN VERITÀ parlato alcuni mesi fa con alcuni membri della Commissio-
AIUTANO ne in occasione della loro venuta a Palermo, sono state og-
getto di dibattito nelle mie numerose conferenze tenute in
LA MAFIA Sicilia e in sede nazionale.
Ho sostenuto sempre – e continuerò a sostenere – che le
Dove sono ‘schede nominative’ dichiarate segrete dall’Antimafia nel
le vere schede? 1972 sono 164, e sono state redatte da “un comitato appo-
sitamente costituito con i riferimenti estratti dal materiale
Dagli atti della probatorio raccolto dalla Commissione, e in particolare dalle
Commissione deposizioni di testimoni e delle dichiarazioni informative
rese alla Commissione o a singoli comitati”. “Sono state
solo un elenco quindi – si legge nella relazione dei lavori svolti e sullo stato
di nomi e del fenomeno mafioso alla fine della V legislatura – redatte
apposite schede nominative in ciascuna delle quali è stato
nessuna accusa riprodotto in sintesi il contenuto della documentazione”.
Ho esaminato con l’attenzione dovuta che l’argomento
merita la “Relazione inerente alla pubblicazione delle sche-
de nominative predisposte dalla cessata Commissione par-
l'Obiettivo
lamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia”
10 marzo 1989
e ritengo di poter affermare – sulla scorta della documenta-
zione delle tre precedenti Commissioni – che quanto viene
pubblicato dall’attuale Commissione ha molto poco in co-
mune con le schede compilate dall’Antimafia della V legi-
slatura della quale fecero parte i socialisti Simone Gatto,
Libero Della Briotta e Michele Zuccalà, i comunisti Girola-
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VERITÀ AL TEMPO DELLA MOVIOLA

mo Li Causi, Sergio Flamini e Alberto Malagugini e rapporto del prefetto Tommaso Bevi-
il siciliano, democristiano, Giuseppe Azzaro. vino sul Comune di Palermo; manca
Le ‘schede nominative’ compilate diciassette anni ogni riferimento alla relazione del
fa riguardano “uomini dell’amministrazione della po- presidente della Corte di appello di
litica e dei partiti” – relazione citata, pag. 140 – quel- Palermo, Ferdinando Umberto Di
le pubblicate (2.852) dall’attuale Antimafia, invece, Blasi, nella quale è tracciato uno
riguardano per quattro quinti istituti, enti, Comuni, spaccato dei legami, dei rapporti e
poteri dello Stato, istituzioni e persone i cui nomi si delle cointeressenze tra impresari edi-
trovano tra le carte dell’Antimafia (8 tonnellate) per li in odore di mafia (alcuni dei quali
caso, ovvero perché hanno fatto il loro dovere. assassinati, altri processati e condan-
Risultano schedati 71 Comuni, 309 enti, istituti e nati, altri ancora imputati nei proces-
banche, consorzi vari e di bonifica; sono schedati alcu- soni in corso) e notabili politici pa-
ni partiti (Dc, vol. IV, pagg. 2816-2861), Pci (vol. IV, lermitani, alcuni dei quali ancora sul-
pagg. 2862-2872), Psi, Pri, Pli, Psdi; sono schedati il la cresta dell’onda; non c’è traccia
ministero di Grazia e Giustizia e quello del Lavoro del rapporto del dott. Vincenzo Im-
(vol. III, pagg. 2536-2537), le prefetture di Messina, mordino, allora questore di Trapani,
Caltanissetta, Trapani, Palermo e Agrigento, le que- inviato al Capo della polizia (ac-
sture di Agrigento, Palermo, Caltanissetta, Trapani; quisito dall’Antimafia) nel quale è
alle pagine 2216-2219 del vol. III risulta schedata la esplicitamente detto che alcuni gran-
Curia di Trapani. di imprenditori catanesi sono entrati
Fra i 411 parlamentari schedati figurano De Ga- negli appalti delle opere pubbliche di
speri, Scelba, Fanfani, Andreotti, Gronchi, Moro, Ru- Trapani “dopo aver ottenuto l’assen-
mor, Leone, Li Causi, Macaluso, La Torre, Restivo, so del mafioso Calogero Minore” (di
Nenni, La Malfa, Gava, e perfino ‘un cugino’ dell’on. cui oggi tanto si parla), consenso ot-
ministro Colombo. tenuto con la mediazione di notabili
Sono inoltre schedati 57 sindacalisti e dirigenti politici trapanesi e palermitani; non
di partiti e i 13 magistrati assassinati dalla mafia; si fa cenno al rapporto del 30 dic.
hanno il loro numero di scheda 2 procuratori genera- 1971, prot. n. 23/461, del col. Carlo
li, 3 procuratori della Repubblica, 26 giudici di tribu- Alberto Dalla Chiesa, allora coman-
nale e di Corte di assise, 3 questori, 2 colonnelli dei dante della Legione dei carabinieri di
carabinieri, un colonnello della guardia di finanza. Palermo, nel quale sono elencati gli
In 1.603 schede dell’attuale Commissione Anti- affari intercorsi tra il costruttore Fran-
mafia si fa riferimento a lettere anonime, segnate con cesco Vassallo, inquisito dall’Antima-
la sigla Prot. “A”, dove “A” sta per anonimo. Non fia, e la famiglia dell’ex senatore, ex
c’è, invece, nessun nome e nemmeno cenno alle au- sindaco di Palermo, ex presidente del-
torevoli personalità e funzionari dello Stato che han- la Cassa Centrale di Risparmio, Ga-
no testimoniato e consegnato le relazioni-rapporti dal- spare Cusenza, suocero dell’on. mini-
le quali sono stati estratti “riferimenti agli uomini del- stro Giovanni Gioia.
l’amministrazione e della politica” ai quali fa esplicito Sfogliando i quattro poderosi vo-
riferimento la relazione Antimafia del 1972. lumi si rivela il pressappochismo, la
Non c’è, ad esempio, cenno alcuno della relazione- improvvisazione, la leggerezza con la
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quale sono state compilate le schede, e si rivela zione della politica e dei partiti”, solo
inoltre la mentalità e l’obiettivo che si sono prefissi i che i nomi, le notizie, sono stati pur-
compilatori. L’on. Salvatore Aldisio (vol. I, pag. 41), gati delle accuse e dei “riferimenti
ministro democristiano di tutti i governi nazionali dal estratti dai fascicoli personali di espo-
1945 al 1956, è qualificato “Pli, deputato regionale”, nenti mafiosi”, e le loro schede sono
l’on. Napoleone Colajanni (vol. I, pag. 816) è sche- diventate gli aghi d’oro nell’immenso
dato perché “secondo la sua opinione, la politica di pagliaio del pianeta Sicilia, come dire
Salvo Lima favorirebbe l’inserimento della mafia che l’archivio dell’Antimafia, qualifi-
nella città di Palermo”; Donato Pafundi (Dc), ex pre- cato per la documentazione politica
sidente dell’Antimafia, (vol. III, pag. 2.769) perché acquisita “una polveriera” dal sena-
“secondo il Giornale L’Ora è stato accusato in un con- tore Pafundi, presidente della prima
vegno di partito di favorire la mafia e l’antimafia”; Commissione, è diventato la cassa-
Eraclide Giglio, dirigente della Democrazia cristiana forte della mafia dalla quale l’attuale
(vol. II, pag. 994), “sarebbe stato ucciso dalla Demo- Antimafia ha tirato fuori 11.603 let-
crazia cristiana di Agrigento perché ritenuto concor- tere anonime e ha documentato le
rente pericoloso”; Franco Alasia, sociologo (vol. I, 2.852 schede pubblicate.
pag. 30), “afferma unitamente a Danilo Dolci che Sono questi i motivi per i quali –
l’on. Volpe avrebbe rapporti con la mafia”; Corrado dopo aver scritto e pubblicato “Anti-
Giuseppe è schedato perché “simpatizza per il Psi”, mafia occasione mancata”, con buona
Epifanio Li Puma, socialista, uno dei primi sindacali- pace di alcuni membri dell’Antima-
sti assassinati, “ucciso dalla mafia”, e l’elenco di fia che cantano vittoria – ritengo di
questa sorta di schede potrebbe continuare per alcune poter affermare che la relazione re-
centinaia. centemente pubblicata si traduce in
Per la parte che mi riguarda, la mia scheda contie- definitiva in una ennesima vittoria
ne 9 (nove) lettere anonime e due esposti inviati al- della mafia, dal momento in cui nulla
l’Antimafia, uno da Beniamino Farina, nipote-convi- è mafia se tutto diventa mafia.
vente con il famigerato ‘don Calò’ Vizzini, capo di
tutta la mafia siciliana, l’altro da Calogero Castiglio-
ne, cognato di Giuseppe Genco Russo, erede, que-
st’ultimo, del bastone del comando dopo la morte del
Vizzini, avvenuta il 12 luglio 1954. Inaudito a dirsi,
nella mia scheda sono pubblicate interamente due let-
tere anonime, inviate dall’Antimafia alla questura di
Palermo per “accertamenti su Pantaleone Michele
Luigi, deputato all’Ars / quale deputato dei socialisti
autonomi”, ma non c’è traccia alcuna della lettera di
risposta del questore di Palermo Ferdinando Li Donni
(prot. O 418/Gab. del 26 gennaio 1971) nella quale
sono smentite tutte le infamanti false accuse.
Certo! Fra tanto ciarpame e paccottiglia ci sono
anche le 164 schede degli “uomini dell’amministra-
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FILO-LOGICO

BANALE
DI FELICE BONALUMI

L’aggettivo italiano banale deriva dal fran- iniziare da La banalità del male di Hannah
cese banal nel significato di “appartenente al Arendt. Il testo, come è noto, nasce dalle
signore e da qui in quello di comune a tutto considerazioni intorno al processo contro
il villaggio” in quanto appartenente o con- Otto Adolf Eichmann che si tenne nel 1961
cesso in uso alla comunità. In questo senso è a Gerusalemme e a cui la Arendt assistette
usato da Riccardo Bacchelli nel monumenta- come inviata del settimanale New Yorker.
le Il mulino del Po quando parla del “mulino La prima considerazione riguarda il gra-
banale del feudatario” (1). do non particolarmente elevato raggiunto da
Il termine bando deriva appunto da ba- Eichmann nella gerarchia militare della Ger-
nal poiché il bando è per una intera comuni- mania nazista. Era infatti solo tenente-colon-
tà, per tutti, e questo significato necessaria- nello, ma era stato l’organizzatore dei trasfe-
mente estensivo, anzi onnicomprensivo, ha rimenti degli ebrei verso i campi di concen-
portato all’uso moderno della parola: ciò che tramento e di sterminio in quanto responsa-
è senza originalità, che non si discosta dalla bile della sezione IV-B-4 (che si occupava
norma e dunque appare ovvio, scontato. degli affari riguardanti gli ebrei) all’ufficio
Nel significato attuale la prima caratteri- centrale per la sicurezza del Reich (RSHA).
stica della parola è il non distinguersi da ciò Questo particolare gli fece imperniare la pro-
che lo circonda, da ciò a cui appartiene: solo pria difesa sul fatto di essersi occupato unica-
così posso definire un oggetto, una situazio- mente di trasporti, ma è indubbio che il suo
ne, una persona come banale. compito si svolse su scala europea e, dunque,
In realtà in ambito tecnico la parola non la sua importanza andò ben oltre il grado mi-
ha significato negativo: in matematica, per litare raggiunto.
esempio, un’equazione è banale se di imme- Nel libro, che ha ovviamente molte im-
diata soluzione o per evidenza o per quanto plicazioni, anche di carattere strettamente fi-
già noto in precedenza. losofico, la Arendt sottolinea alcuni aspetti
Eppure la parola banale ha un posto im- che qui interessano.
portante nella riflessione del secolo scorso, a Innanzitutto la assoluta normalità dell’uo-
mo Eichmann, una persona che poteva essere
_________________________________________________________ definita il tranquillo e innocuo vicino di casa.
1) Riccardo Bacchelli, Il mulino del Po, Mondadori, Lo si può dire in altro modo: non esiste una
1975, vol. I, p. 5

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fisiognomica del male o, se si preferisce, del comportamenti non normali, cioè non banali.
malvagio. Il volto cattivo, che incute paura, Occorre essere più precisi e puntualizza-
può valere per i momenti di ira, ma non è la re il fatto che quei comportamenti sono rite-
condizione quotidiana del malvagio il cui nuti non banali al di fuori del sistema, del-
volto è indistinguibile da quello di tutti gli al- l’ordine in cui si realizzano, mentre sono ri-
tri uomini. tenuti banali all’interno di quell’ordine. Que-
O ancora: dire che il male è patologia si- sto è un passaggio fondamentale, di cui la
gnifica dare a priori una sorta di giustificazio- stessa Arendt si rese conto nelle riflessioni
ne del male stesso in quanto indica una con- successive al suo libro più famoso. Così, per
dizione non permanente e non necessaria- esempio, in La responsabilità personale sotto
mente presente in un uomo. All’opposto il la dittatura: “Anno dopo anno, gli ordini ‘ille-
problema è proprio questo: il male è una gali’ si sono certo susseguiti, ma non all’im-
dimensione umana, necessariamente uma- pazzata, quasi che i crimini si susseguissero
na, cioè fa parte imprescindibile dell’essere senza alcun nesso tra loro. Al contrario, tali
umano? Se la risposta è positiva, la domanda crimini hanno contribuito tutti a costruire
ulteriore diventa: a quali condizioni si esplica, con cura e coerenza un nuovo ordine, come
diventa storicamente effettivo, nella storia lo si definiva allora. E questo ‘nuovo ordine’
personale e/o collettiva? non era solo una raccapricciante novità, ma
Con una definizione generale e, se si vuo- era anche e soprattutto un ordine” (2).
le, imprecisa, ma utile, ciò che si definisce Stando così le cose, la domanda successi-
male è quanto la società ripudia. Le motiva- va è: quale giustificazione sostiene queste
zioni del ripudio possono essere varie, di ca- persone banali per dare ragione a sé e agli al-
rattere morale, religioso fino a quelle di ca- tri del loro modo di agire? Apro una paren-
rattere economico, ma paradossalmente il tesi: tutti i malvagi giustificano ciò che hanno
comportamento malvagio non è banale per- fatto, dunque ritengono innanzitutto giustifi-
ché si discosta dai comportamenti ritenuti e cabile il loro comportamento e, soprattutto, lo
codificati come normali.
La prima conclusione è pertanto: il male è _________________________________________________________
commesso da persone normali, cioè banali, 2) Hannah Arendt, Responsabilità e giudizio, a cura
di Jerome Kohn, Einaudi, 2010, pp. 15-40; la cita-
che compiono azioni, le quali sviluppano zione è alle pp. 34-35, il corsivo è nel testo

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FILO-LOGICO

ritengono, almeno in linea teorica, comprensibile al proprio interlocuto-


re. I malvagi accettano lo stesso codice linguistico e di comportamento
di tutta la società, vi partecipano totalmente e per questo lo ritengono co-
municabile, senza sotterfugi o fraintendimenti.
Tutti i gerarchi nazisti, comprese le figure di secondo piano, al pro-
cesso di Norimberga si difesero sostenendo di avere semplicemente ese-
guito ordini, e lo fece anche Eichmann nel processo a Gerusalemme.
Questa difesa apparentemente è il tentativo, se si vuole, più logico e
immediato, di salvarsi riversando la colpa su altri. Lo dico in altro modo:
io, imputato, ero solo un automa, un esecutore di ordini mai chiamato a
discutere, a riflettere sul significato e sulle implicazioni di tali ordini.
Ma questo è il punto centrale. Il malvagio abbisogna di uno schema
precostituito su cui fondare le proprie certezze e a tale schema aderisce
in modo totalizzante. Cioè annientando la propria personalità, il che
rientra perfettamente nel meccanismo sociale e politico, ossia non si di-
stingue da esso, quindi è banale.
I passaggi sono tutto sommato semplici. Primo: occorre un’autorità,
non importa se istituzionale come uno Stato, o morale. Secondo: tale au-
torità è onnicomprensiva di tutti gli aspetti della vita individuale e collet-
tiva, quindi ha in sé l’esclusiva di ciò che è bene e ciò che è male. Terzo:
quanto l’autorità stabilisce e ordina è bene in quanto ciò che è fuori o
contro l’autorità è male. Quarto: l’adesione all’autorità significa che il
suo pensiero, il suo agire sono il mio pensiero e il mio agire.
Ancora nell’epilogo de La banalità del male, la Arendt ribadisce: “Ma il
guaio del caso Eichmann era che di uomini come lui ce n’erano tanti e
che questi tanti non erano né perversi né sadici, bensì erano, e sono tut-
tora, terribilmente normali. Dal punto di vista delle nostre istituzioni
giuridiche e dei nostri canoni etici, questa normalità è più spaventosa di
tutte le atrocità messe insieme […]” (3).
Il malvagio esiste in quanto esiste un’autorità a cui il malvagio si ade-
gua con continuità totale. La Arendt arriva giustamente alla conclusione
che è l’irriflessività il dato imprescindibile per spiegare il comportamen-
to del malvagio. Il malvagio non è stupido, anzi spesso è intelligente, ma
demanda ad altri la capacità di pensare e, dunque, di distinguere il giusto
e l’ingiusto: il non riflettere su quello che fa in quanto altri lo hanno già
fatto è la sua caratteristica principale, quella che lo fa, appunto, malvagio.
La differenza tra malvagio e delinquente sta proprio in questo: il se-
condo sa di commettere un atto contro la morale comune e infatti, de-
linquere significa abbandonare, lasciare, quindi venire meno al proprio
____________________________________________________________________________________________
3) Hannah Arendt, La banalità del male, Feltrinelli, 1999, 2ª ed., p. 282

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BANALE
NALE

dovere. La sua azione è circoscritta a un atto, un episodio: il delinquente


è tale nel tempo del suo delinquere. Il malvagio è costantemente malva-
gio in termini di tempo: non esiste un malvagio, per così dire, a corrente
alternata.
Il malvagio agisce all’interno della legge nel rispetto della gerarchia
senza porsi il problema del suo rapporto con tale gerarchia e, men che
meno, con la legge. La sua accettazione non nasce dalla riflessione, è na-
turale in quanto membro della società.
Se questa è, per così dire, la constatazione, tutto ciò pone problemi
che toccano una pluralità di discipline. Quale educazione porta all’an-
nientamento del proprio pensiero? Esiste una predisposizione psicolo-
gica o è solo ambientale? Se l’io gestisce i meccanismi di difesa dei pro-
cessi psichici rispetto a esperienze considerate minacciose, c’è alla base
della psicologia del malvagio un fatto traumatico che ha innescato, per
esempio, il meccanismo di difesa della rimozione o della scissione?
Dovrei aggiungere un eccetera, ma se è chiaro che sono domande non
secondarie, è altrettanto ovvio che non rientrano in queste pagine. Resta il
problema dei rapporti tra facoltà di pensare, capacità di giudicare ciò che
è giusto e ciò che è sbagliato e le implicazioni di carattere morale. Pen -
sare significa giudicare e dunque de-cidere: perché alcuni uomini usano
il pensiero di altri, cioè non pensano?
La conclusione della Arendt, che negli scritti successivi a La banalità
del male torna ripetutamente sul tema, è che la malvagità implica sempre
la superficialità per cui il male è senza profondità, può essere estremo
ma mai radicale. Il che, sia detto di passaggio, comporta un ripensamen-
to di ciò che fin qui ha concluso sul tema del male l’intera cultura occi-
dentale. Così la filosofa tedesca: “Voglio dire che, se si va alla radice ( ra-
dix), il male non è radicale, non ha profondità, ed è proprio per questo
motivo che è così tremendamente difficile da pensare, perché il pensare,
per definizione, vuole andare alle radici. Il male è un fenomeno di su-
perficie; invece che radicale, è semplicemente estremo. Noi resistiamo al
male non fuggendo dalla superficie, ma fermandoci e cominciando a
pensare – ossia raggiungendo una dimensione diversa dall’orizzonte del-
la vita quotidiana. In altri termini, quanto più superficiali si è, tanto più
si sarà inclini a commettere il male. Un indice di questa superficialità è
l’uso dei clichés, e Eichmann – Dio solo lo sa – ne era un esempio per-
fetto” (4).
____________________________________________________________________________________________
4) Il testo si trova in H. Arendt, The Jewish Writings. Lo cito da Bethania Assy, Eich-
mann a Gerusalemme. Il processo, le polemiche, il perpetratore, la banalità del male ,
in Rivista internazionale di filosofia e psicologia, vol. 2 (2011) pp. 84-95. Corsivi nel
testo

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FILO-LOGICO

Il riferimento alla vita quotidiana porta a un altro autore, per altro


maestro della stessa Arendt: Martin Heidegger e al suo testo-base, cioè
Essere e Tempo (5).
Il concetto centrale dell’opera è il primato dell’ente-uomo che si espli-
ca nel fatto che è un essere che esiste qui ed ora, cioè è un esserci: “L’Es-
serci è inoltre del tutto singolare rispetto agli altri enti. […] L’Esserci
non è soltanto un ente che si presenta fra altri enti. Onticamente, esso è
piuttosto caratterizzato dal fatto che, per questo ente, nel suo essere, ne
va di questo essere stesso”.
La peculiarità dell’uomo è di interrogarsi per scoprire da sé e in sé il
senso della propria esistenza, cioè del proprio esserci. Esistenza, cioè
ex-sistere, stare fuori: l’uomo non è mai tutto in una situazione, ma ne
sta sempre al di fuori in quanto la oltrepassa verso ulteriori e altre pos-
sibilità. Qui si inserisce il secondo termine del titolo, il tempo: “Nel
suo essere effettivo, l’Esserci è sempre come e ‘che cosa’ già era. Espli-
citamente o no, esso è il suo passato. E ciò non soltanto nel senso che
esso, per così dire, spinge il proprio passato ‘dietro’ dietro di sé e pos-
siede ciò che è passato come una qualità ancora presente che, di tanto
in tanto, reagisce su di esso. L’Esserci è il proprio passato nella manie -
ra del proprio essere, essere che, detto alla buona, si ‘storicizza’ via via
in base al proprio avvenire” (6).
Dunque, partendo dal senso del proprio essere, l’uomo si apre alla
scoperta del senso dell’essere in generale e in questa apertura realizza i
vari modi, le varie possibilità del suo esserci che è sempre un essere nel
mondo, cioè un relazionarsi a se stesso e al mondo. In altre parole: il
senso che il mondo ha è il senso che l’uomo dà al mondo e il senso che
l’uomo dà al mondo è anche un autocomprendersi dell’uomo.
Innanzitutto, l’esistenza così concepita è sempre esistenza concreta
per cui l’esserci non esiste mai astrattamente, ma sempre in un determina-
to modo, in una determinata possibilità.
Per Heidegger i modi di essere nel mondo sono due: autentico e
inautentico. Nel modo inautentico (uneigentlich il termine usato, legato
per il filosofo tedesco a eigen, cioè proprio) ci si prende cura degli og-
getti e delle persone in quanto si dipende da essi, li si utilizza. In questo
caso l’esserci si manifesta come insufficiente, come bisognoso, come get-
tato nel mondo e il mondo è l’insieme degli esseri utilizzabili.

____________________________________________________________________________________________
5) Le citazioni contenute nell’articolo sono prese da: Martin Heidegger, Essere e
Tempo, traduzione di Pietro Chiodi, Longanesi, 1978
6) Heidegger, op. cit., p. 38, corsivi nel testo. L’Esserci ha per Heidegger il carattere
della storicità che “viene prima di ciò che si designa col termine storia (lo storicizzar-
si della storia universale)”

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BANALE

L’esserci si trova nell’inautenticità, in quel cadere degli esseri presso


gli enti che incontra nel suo essere nel mondo ( Verfallen, nella traduzio-
ne deiezione ). Nel modo inautentico l’esserci vive non partendo dalle
proprie possibilità, ma è totalmente immerso nel prendersi cura ( Sorge,
cioè l’unione di esistenzialità, effettività e deiezione) delle cose. Sono gli
enti che incontra che danno senso, inautentico, certo, ma pur sempre un
senso, alla sua esistenza.
Poiché l’esserci è sempre un con-esserci, cioè un condividere con gli
altri, il modo inautentico di esistere significa allora vivere quotidiana-
mente in modo banale, anonimo, adeguare la propria vita al modello
astratto del comportamento comune. Per usare il lessico di Heidegger:
vive nella dimensione del si impersonale.
Ma il filosofo tedesco fa un’ulteriore fondamentale considerazione:
più si vive nel si impersonale, più quest’ultimo opera in noi, diventa la
nostra dittatura. Non c’è più un me, ma solo un si, fa quello che si fa,
cioè che fanno gli altri, dice quello che si dice, cioè che dicono gli altri.
E il modo autentico? Solo la coscienza (e Heidegger usa il termine
Gewissen che equivale a coscienza morale) permette all’esserci di supe-
rare lo stato di dispersione e di de-cidere, cioè scegliere le proprie possi-
bilità: “Il se-Stesso dell’Esserci quotidiano è il Si-stesso che va netta-
mente distinto dal se-Stesso autentico, cioè posseduto in modo appro-
priato. In quanto Si-stesso, il singolo Esserci è disperso nel Si e deve,
prima di tutto, trovare se stesso”.
Dunque, la banalità si esplica nella quotidianità e abbisogna di
una mancanza: quella della coscienza. La malvagità è allora una dimen-
sione della quotidianità dell’uomo senza coscienza.

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INTERVISTA

ad Alberto Patrucco

UNA PESSIMA REPUTAZIONE


di Giuseppe Ciarallo

Con la pubblicazione del disco Chi non la do. Scherzo, ovviamente… ma neanche
pensa come noi del 2008, dove si cimenta tanto. Innanzitutto, ci tengo a dire che Se-
egregiamente nella traduzione e nell’inter- gni (e) particolari, è composto da tredici per-
pretazione di alcune canzoni del maître del- le brassensiane sin qui mai tradotte in italia-
la canzone francese Georges Brassens, Al- no, arrangiate senza snaturarne la linea me-
berto Patrucco dà una decisa sterzata alla lodica. Questo lavoro ha visto la luce grazie
sua carriera artistica, fino a quel momento all’impegno e al coinvolgimento di Giovan-
caratterizzata principalmente da scrittura e ni Favero e Enrico Ruggeri. Con l’aria che
interpretazioni nell’ambito del cabaret e del- tira, fosse stato per me non avrei pubblica-
la televisione. Dopo il disco, infatti, in rapi- to un secondo disco. Non perché l’idea non
da sequenza vengono concepiti l’omonimo mi stuzzicasse – ho traduzioni sufficienti
recital, dove Patrucco è accompagnato dal- per stampare altri tre album – bensì per
la fida band Sotto spirito, il libro Necrologica l’interesse che questo genere di opere oggi
– un libro lapidario, nella più pura tradizio- suscita tra gli addetti ai lavori, o presunti
ne di satira ‘macabre’, lo spettacolo La Belle tali. Lo dico senza nessuna vis polemica,
Équipe in compagnia di Andrea Miro’ e sia ben chiaro. Capisco il momento non
Giangilberto Monti, lo spettacolo Molestia propriamente sereno, comprendo un sacco
@ parte, scritto a quattro mani con Antonio di cose ma… stiamo parlando di Georges
Voceri e l’accompagnamento musicale ar- Brassens, perdio! Uno dei più grandi poeti
rangiato da Daniele Caldarini. È stata da del Novecento, un autore tradotto nelle lin-
poco pubblicata la seconda raccolta di can- gue e nei dialetti più vari, in tutto il mon-
zoni del grande chansonnier, tradotte e in- do. Insomma, per dirla con Gianni Mura, il
terpretate dallo stesso Patrucco, questa vol- padre di tutti i cantautori.
ta in compagnia di alcuni amici: Segni (e) Niente, nessun fervore: elettroencefalo-
particolari. gramma concavo. In sintesi il giudizio è
sempre lo stesso: “Bello, bellissimo, fanta-
Dunque Alberto, presentaci il tuo nuovo stico” per poi giungere alla fatidica doman-
lavoro, i brani che contiene, raccontaci come da: “Ma… quanto vende?”. Per inciso, solo
è stato progettato, se è stato concepito per sulla ‘sfiducia’, senza aver ascoltato nulla.
ospitare i tanti artisti che duettano con te, Quindi, con queste ‘stimolanti’ premesse,
o se questa struttura è stata data in corso ripeto, mi sarei ben guardato dal pubblica-
d’opera… re il nuovo disco.
Modestia, anzi, pardon!… molestia a Invece, a conclusione di una chiacchiera-
parte, trattasi del disco più bello del mon- ta su queste e altre amenità, Giovanni Fave-

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ro mi chiede di fargli sentire le tracce pro- tà dell’opera di Brassens, così ho contattato
va, in pratica un cd cantato da me alla bel- una serie di amici che hanno accettato la
l’e meglio e con più di un’idea di arrangia- proposta con entusiasmo. Eugenio Finardi,
mento musicale abbozzata da Daniele Cal- Ricky Gianco, Enzo Iacchetti, Ale e Franz…
darini. Giovanni rimane colpito, si appas- è andata così. Un appassionante lavoro du-
siona all’idea, ne rato quasi due anni.
parla a Enrico Rug-
geri, Enrico ascolta Ma veniamo a Bras-
i nuovi pezzi, an- sens… Hai voluto
ch’egli si entusia- aprire il tuo nuovo
sma, ci vediamo, disco con La catti-
ne parliamo… Fin va reputazione (La
da subito pensia- mauvaise réputa-
mo di coinvolgere tion), che è una sorta
Andrea Miro’, voce di manifesto del
stupenda, musici- pensiero brassensia-
sta estrosa che io no, un pezzo che
già conoscevo. Tra contiene la summa
l’altro, l’idea di una dell’universo liber-
voce femminile che tario dello chanson-
cantasse le mie tra- nier di Sète. Raccon-
duzioni di Bras- taci il perché di que-
sens mi ha sempre sta scelta e delle par-
intrigato parecchio, e così con Miro’ e Da- ticolarità di questo brano.
niele Caldarini abbiamo scelto i brani, fis- La cattiva reputazione è il manifesto del-
sato gli arrangiamenti musicali e, di lì a l’individualismo anarchico di Brassens. È
poco, con Luigi Schiavone abbiamo iniziato una canzone che riassume in sé tutto lo sti-
le registrazioni. A lavoro in corso Ruggeri le più tipicamente brassensiano, una delle
ci dice che gli piacerebbe cantare La non do- primissime che ha scritto. In proposito, cito
manda di matrimonio (La non-demande en ma- un passo del bel libro di Antonello Lotron-
riage) al che Giovanni Favero suggerisce l’i- to Georges Brassens attraverso le sue canzoni:
dea di allargare le ‘incursioni’ artistiche. La “Composta nei mesi della clandestinità, rap-
cosa a me è piaciuta subito perché dava presenta il risultato di un periodo medita-
modo di rimarcare l’universalità e l’attuali- tivo piuttosto lungo e delicato durante il

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INTERVISTA

Alberto Patrucco. Una pessima reputazione

quale Brassens verificava giorno per giorno si da quelli battuti dalla maggioranza. Be’
le sue diversità rispetto al mondo borghe- mi è sembrato un buon motivo per aprire
se. Gli abiti trasandati, l’aspetto massiccio, i l’album proprio con quel pezzo. Non solo.
capelli lunghi, la vita stessa che conduceva, Anche lo spettacolo teatrale che con Miro’
suscitavano nei suoi vicini sospetto e diffi- sto portando in giro, si apre con questa
denza. La stessa polizia doveva, come si canzone.
dice, ‘tenerlo d’occhio’, se è vero che venne
fermato e portato in gendarmeria per ac- Per me avere a disposizione una persona
certamenti. Così, viveva effettivamente che è dovuta penetrare a fondo nel mondo
da emarginato, usciva di rado e preferibil- di Brassens per scandagliarne ogni singo-
mente di notte, con qualche fidato amico la parola, per cercare il termine e il modo
d’infanzia. […] A ogni modo Georges non migliore per tradurla in italiano senza
doveva rammaricarsi troppo di questo perdere il ritmo e la freschezza originale,
stato di fatto. In fondo lui si era sempre è un privilegio raro. Perché Brassens rap-
sentito differente, lontano dalle aspira- presenta per davvero un universo… Mi
zioni e dai principi morali borghesi. Così, viene in mente, e vorrei conoscere il tuo
se in un primo momento questa coscienza pensiero in merito, che Brassens è notoria-
del suo ‘pensare diversamente’ poteva in- mente anarchico, ateo, non ci va certo leg-
fastidirlo, con l’andar del tempo, matura- gero, a suo modo, con religione e religiosi,
va dentro di lui un sentimento di orgoglio eppure dai suoi testi sembrerebbe convin-
e di autocompiacimento. In fondo quella to che la vita dell’uomo sia regolata dalle
diffidenza che la gente mostrava nei suoi ‘lune’ delle divinità legate alla tradizione
confronti era la prova tangibile di una di- greca e a quella dell’antica Roma, che ne
versità di vedute che lui teneva a sottoli- influenzano scelte e destino. Le sue can-
neare. È da questo stato d’animo che nasce zoni sono piene di Giove, Venere, Mercu-
La mauvaise réputation, il momento della ri- rio, Bacco, Pan, Cupido… Brassens, un
vincita di una persona che fino a quel mo- miscredente d’immensa fede?
mento era rimasta a guardare quello che Più che ateo, direi agnostico. «Ho la sfor-
gli succedeva intorno. È anche una canzone tuna di non credere in Dio», diceva. La -
capitale sotto tutti i punti di vista, riassu- sciando intendere che, rispetto a un cre-
mendo in sé tutto lo stile più tipicamente dente, chi si consola con la propria autode-
brassensiano: chi non ama La mauvaise ré- terminazione, facendo i conti solo con la
putation non ama Brassens. propria coscienza, ha un’esistenza indub-
Io credo che il punto nodale della can- biamente più faticosa. E alla domanda:
zone risieda nella frase: “La gente non ha «Dio esiste?», rispondeva: «Se Dio esiste,
simpatia verso chi segue un’altra via”. Pur esagera».
non facendo nulla di male, disturba e infa- Ascoltando le sue canzoni, si capisce che
stidisce che qualcuno segua percorsi diver- per Brassens tutto è relativo: la verità in tasca,

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quella con la “vi” maiuscola, non ce l’ha allo scopo di opporsi al conformismo, alla
nessuno. Non crede ciecamente in alcun morale imposta, per provocare i sentimenti
ideale che gli dia una ragione di vita ed è puritani di officianti e baciapile e scuotere
acerrimo nemico di ogni fanatismo, religio- la loro falsa morale, che spesso fa entrare
so o politico che sia. Sicuramente non crede in azione qualche guastatore nelle sue can-
in Dio, ma sono convinto ci abbia ‘pensato zoni, come per esempio Nonno Riccardo
su’ molto spesso. (Tonton Nestor). Un buon vecchio dispetto-
In proposito, la filosofia brassensiana so che invitato a un matrimonio, al solo
sul suo rapporto con l’Altissimo e la fede, scopo di togliersi qualche ‘macigno’ dalla
puntellata dalla sua sobria rassegnazione a scarpa e provocare sdegno tra pie donne,
non credere, è ben enunciata ne Le mé- parenti e invitati, nel momento clou della
créant, letteralmente Il miscredente, dove, in cerimonia manifesta qualche attenzione di
buona sostanza, dice: io ci ho provato a cre- troppo verso il sedere della sposa. Così, per
dere, il mio bravo tentativo l’ho fatto; se è il semplice gusto. E per vedere, alla luce
andato a vuoto, non è tutta colpa mia. del sole, l’effetto che fa.
Brassens non crede, però nei confronti Tra le citazioni ricorrenti, sparse un po’
dei credenti è attento, rispettoso. È quel ri- dappertutto nella sua opera, troviamo nomi
spetto che, nella strofa conclusiva di Quegli biblici – Sodoma e Gomorra, Geremia, Ero-
imbecilli nati in un posto (La ballade des gens de e Nestore – e mitologici, Saturno, Casto-
qui sont nés quelque part), parlando dei cam- re e Polluce, Tantalo, Pan, Bacco, Venere,
panilisti e rivolgendosi a Dio, lo porta a Caronte, Plutone, come ne Le Grand Pan. A
dire: “Preuve, peut-être bien, de votre ine- tal proposito cito Agnès Tytgat (nella tra-
xistence” (sono “la prova, forse, della tua duzione dal francese di Giuseppe Setaro),
inesistenza”)… Ecco, quel forse, quel può che della questione tratta, meglio di quanto
darsi che rende la frase meno tranchant, ol- possa fare io: “La maggior parte delle can-
tre all’enorme resa dal punto di vista dell’i- zoni di Brassens abbondano di riferimenti
ronia e del tratto satirico, a mio avviso rive- mitologici, simboli, immagini. Questo ricco
la coerenza nel non voler ostentare alcuna immaginario, oltre che a manifestare l’im-
verità, alcuna certezza, e anche un indub- mensa cultura letteraria di Brassens, situa
bio riguardo per chi non la pensa come lui. la sua opera al di là delle norme proprie
Crede con forza, questo sì, nella dignità delle canzoni: Brassens non canta la quoti-
dell’uomo e nella convinzione che nessun dianità, più di quanto non descriva la real-
ideale o religione dovrebbe spingersi al tà né invia alcun messaggio ideologico. Il
punto di sovrastare la libertà e il pensiero poeta e la sua opera evolvono in un mondo
di un individuo, la qual cosa lo porta a es- parallelo dove il positivismo e la ragione
sere un convinto anticlericale. È contro tut- non hanno diritto di cittadinanza: «Nella
te le ‘chiese’ e mal sopporta ogni liturgia: mia alchimia – scrive al suo amico Tousse-
religiosa e non. Ed è per questo motivo, not – è lo stupore dell’immagine ottenuta

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INTERVISTA

Alberto Patrucco. Una pessima reputazione

che mi rende riconoscente verso il pensie- colleghe di strada) mettendo all’asta il


ro nell’istante preciso in cui mi sento più proprio corpo al miglior offerente non per
profondo, più reale. Il mio linguaggio è l’in- bisogno ma, in qualche modo per esercita-
cantesimo, come Villon». Ora, tra le canzoni re una certa forma di potere (il potere di
di Brassens, ce n’è una – che scrive nel 1965, apparire, di far parte di un mondo esclusi-
in piena maturità fisica ed artistica – che vo e invidiato dalla massa). In questo le
svolge il filo essenziale della sua simbolo- ‘ragazze’ assomigliano sempre più ai ‘ram-
gia di cui si ritrovano un’infinità di varia- panti’ dell’omonima canzone (Les cro-
zioni in tutte le sue altre canzoni: Il grande quants). Che fine ha fatto Irene, la tenera
Pan. Canzone chiave di un’opera polisemica, Nene, la cui pelle è “per la bocca del primo
essa sviluppa quattro temi e quattro campi arrivato, a mani vuote e lo sguardo spaesa-
simbolici principali in Brassens: L’UNO – to”?
l’individuo – e la simbologia della margi- Miro’ canta da sola Penelope e in quel
nalità, («Bacco è alcolista»), il DUE e la sim- “pur zampettando come gru” di Ragazze di
bologia dell’amore, («Venere si è fatta don- vita tocca una delle quote liriche più alte del
na»), il NULLA e la simbologia della morte disco… Che si tratti della ragazzina di Le
(«La morte è naturale»), il TUTTO e la sim- Père Noël et la petite fille, oppure di Penelope,
bologia della trascendenza («Ho molta pau- o ancora della donna di Quatre-vingt-quinze
ra che la fine del mondo sia ben triste»). fois sur cent, o di quella di Les croquants e di
Embrasse-les tous, oppure infine quelle di La
Uno sguardo particolare Brassens lo riser- complainte des filles de joie, tutte queste figu-
va alle prostitute, che nelle sue canzoni re femminili sono delle sorelle cui è toccata
sono sempre destinatarie innanzitutto di una cattiva sorte in un mondo dominato
estremo rispetto, ma anche di solidarietà e dai valori maschili: solo l’emarginato, e il
affetto. Chissà come lo chansonnier avreb- poeta, possono essere vicini alle donne che
be registrato, trasponendola poi nelle sue devono conquistare la loro libertà di es-
canzoni, la mutazione antropologica che sere, così come altri lottano per assicurarsi
in questi anni ha interessato anche le per- il pane quotidiano.
sone che fanno quello che comunemente Brassens, senza darlo a vedere, è un ar-
viene definito “il mestiere più antico del dente difensore della causa femminile e in
mondo”: le prostitute di cui parla Bras- molti suoi versi racconta la possessività
sens, quelle di Ragazze di vita (La com- e l’indelicatezza maschile di cui molte don-
plainte des filles de joie) per intenderci, ne, tutt’altro che libere di poter disporre del
sono state in gran parte sostituite dalle co- proprio corpo e della propria persona, sono
siddette escort, frequentemente ragazze vittime.
ambiziose e arroganti che svolgono la pro- Brassens crede che l’immedesimazione
fessione (peraltro negando sdegnatamen- sia il miglior modo di comprendere l’altro
te ogni accostamento alle più sfortunate da sé, e così facendo indica una strada da

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percorrere, uno stile di vita in cui al primo Non lo so, staremo a vedere. Fin qui ne
posto c’è il rispetto per il prossimo, anche il ho tradotte quasi una sessantina e, tra Chi
più lontano e, in apparenza, l’incomprensi- non la pensa come noi, il cd contenuto in Necro-
bile o il riprovevole. È ciò che Brassens fa, logica e quest’ultimo disco, pubblicate ventot-
per esempio, ne La complainte des filles de to. Mi affascinano le sue storie, mi sorprende
joie, una lunga e appassionata difesa delle sempre il suo modo di fare poesia, e al con-
“figlie del piacere”, viste per la prima volta tempo, canzone. Le mie traduzioni sono un
da un punto di vista umano, senza i filtri bel po’ impegnative: mi ostino a rispettare lo
della morale comune. Le prostitute non sono schema poetico dell’autore e a tradurre per
“macchine del piacere” sempre disposte e rime, non per assonanze. Per ora, mi auguro
insensibili a tutto. “Non passano il tempo a e spero che Segni (e) particolari si faccia senti-
giocare”, dice Brassens e ai borghesi che re. In fin dei conti, questo disco è “parole che
tanto ipocritamente le dispregiano, ricor- suonano e musica che parla”.
da che essi hanno davvero pochi motivi
per sentirsi migliori di loro.
La parola “puttana”, poi, appare solo
nell’ultimo verso della canzone, dove Bras-
sens la usa per rimproverare il ragazzotto
di buona famiglia che disprezza e deride
colei che per un possibilissimo guizzo del
destino sarebbe potuta essere sua madre
(ben sapendo l’onta che rappresenta, per al-
cuni, l’essere chiamati “figli di puttana”).
Brassens fa leva sulla sfera emozionale del-
l’ascoltatore: bene, tu ridi di queste donne,
ma se si trattasse di tua madre, ne avresti
lo stesso giudizio?

Mi sembra che la traduzione dei testi di


Brassens ti abbia appassionato a tal pun-
to, oltre che impegnato allo spasimo, fin
quasi a diventare una piacevole ossessio-
ne. E siccome sono tante le canzoni del re-
pertorio brassensiano che non hai ancora
affrontato, ho come l’impressione che Se-
gni (e) particolari non sia il capitolo con-
clusivo della tua storia col grande Geor-
ges. O sbaglio?

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SOTTO I RI(F)LETTORI

di Sabrina Campolongo

LA FABBRICA DELLA
DISCORDIA
Recensione de Il re ne comanda una, Stelio Mattioni

Premessa necessaria: il lettore che volesse seguirmi in


questo viaggio dovrà rassegnarsi ad acquistare il libro on-
line, o armarsi di pazienza e cercarlo tra bancarelle e ne-
gozi di libri usati (o librerie antiquarie), o ancora usare
la tessera della sua biblioteca, perché non troverà né que-
sto, né probabilmente nessun altro titolo di Stelio Mattio-
ni nelle librerie italiane (nemmeno a Trieste, per esperien-
za personale, per quanto la città abbia dedicato allo scrit-
tore addirittura una biblioteca, nel 2007, e tenti timida-
mente di ricordarlo di quando in quando con convegni a
lui dedicati, l’ultimo nel 2003, a che mi risulta).
Un autore così dimenticato e mal compreso colpisce,
soprattutto considerando che il suo esordio avvenne nel
‘68 all’Einaudi, grazie alla folgorazione di Bobi Bazlen,
che portò il suo ‘pupillo’ con sé alla sua neonata Adelphi
e pubblicò il primo e i successivi quattro suoi romanzi.
Adelphi rimase l’editore di Mattioni anche dopo la mor-
te di Bazlen, fino agli anni Ottanta, quando per ragioni
di ‘dissintonia’ con la nuova linea editoriale di Roberto
Calasso, lo scrittore cercò una nuova casa per i suoi scritti,
trovandola presso Spirali (1).
“Misterioso sul serio. Senza nessuna compiacenza fu-
mistica” scriveva di lui Calvino a Vittorini, presentando
tre racconti di Mattioni per Menabò, forse così misterioso Il re ne comanda una
da risultare impenetrabile anche per chi aveva ricono- Stelio Mattioni
Adelphi
__________________________________________________________________________ 1968
1) Si veda l’interessante intervista di Annalisa Bizzarri a Maria
Mattioni, moglie dello scrittore, http://www.oblique.it/images/inter
viste/mattioni_intervista_nov10.pdf
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sciuto il suo genio bizzarro e garbato, non catalogabile,
eppure godibilissimo, semplice, ironico, per nulla artifi-
cioso.
Un “favolista irreprimibile” è scritto sul risvolto de Il
re ne comanda una, primo romanzo pubblicato di Stelio
Mattioni, e primo titolo per Adelphi, nel luglio del 1968
(precedentemente, per Einaudi era uscita una raccolta di
racconti dal titolo Il sosia), una “favola non dichiarata”
scrive ancora l’anonimo redattore (forse Bazlen stesso?)
per definire questa storia solo all’apparenza comune, in
cui ben presto “una forza comica scardina e deforma
continuamente il contesto della narrazione, assumendo-
vi il grottesco come normalità.”
Vero, senza dubbio. Dopo un breve attacco con i pie-
di piantati nel terreno della verosimiglianza, che ci mo-
stra una donna che fugge dal marito beone e sfaccenda-
to, portandosi dietro una valigia pesante e le sue figlie e
cerca rifugio in casa di un estraneo creditore, ci si accor-
ge che il suolo e le pareti della storia cominciano imper-
cettibilmente a muoversi, a vacillare, a dilatarsi.
Dal momento in cui Tina, la protagonista, dopo esse-
re stata multata sul tram da un controllore impermeabile
al suo dramma, approda nella residenza-fabbrica del
misterioso Orlando, offrendo il proprio lavoro per salda-
re il debito contratto dal marito Franco, ma chiedendo al
contempo protezione da quest’ultimo, le piccole stranez-
ze si accumulano, i dialoghi diventano sempre più am-
bigui, tuttavia il filo non si rompe mai, la storia non de-

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SOTTO I RI(F)LETTORI

raglia mai nel fantastico compiaciu- cora con Calvino, ma è allo stesso
to o nella farsa. tempo un ritratto potente e amaro
Tutto si gioca sul filo di un’in- della condizione femminile, frutto
quietudine sottile, che non viene senz’altro di una riflessione profon-
mai meno: si ride, certo, dello stram- da, probabilmente influenzata dal
bo personaggio del cognato Massi- clima culturale, politico e sociale che
mo, che vive “alla macchia” nel una mente lucida e sensibile poteva
giardino della residenza – quello respirare, persino nella remota e in
che dovrebbe essere un fazzoletto qualche modo astratta Trieste, in un
di terra chiuso tra le quattro mura anno cruciale come il 1968 e più in
di un palazzotto signorile del cen- generale sulla condizione umana.
tro di Trieste, ma appare come una Orlando, il monarca assoluto
giungla spaventosamente ‘viva’ per sempre a caccia di nuove ‘favorite’,
chi incautamente vi si avventura – è al tempo stesso Casanova e Barba-
però il fucile che egli brandisce è blu, la sua ‘stanza segreta’ – in cui la
indubbiamente carico. moglie, rassegnata e precocemente
Così come è tragico e non grot- invecchiata, non ha mai messo pie-
tesco il fatto che Tina sfugga a una de – non nasconde cadaveri di don-
prigione per rinchiudersi (volonta- ne, ma di sicuro ne ospita i fantasmi,
riamente?) in un’altra, che perda l’impronta di tutte quelle che sono
una figlia, Millina, la più piccola e passate sul grande letto antico che
ribelle, che riesce a prendere la via troneggia al suo interno.
della fuga per tornare dal padre, e Il modo in cui la favorita di tur-
poi finisca per perdere, in modo più no (prima dell’arrivo di Tina era Mi-
sottile, anche l’altra, l’adolescente randa, la direttrice dello stabilimen-
Pupetta, molto più svelta di lei ad to, ma si sa che ne sono passate di-
adeguarsi alle rigide regole della verse altre) manifesta il ‘privilegio’
casa, o a individuare la via più faci- della preferenza ha un crudo sapo-
le per esserne alleggerita. re medievale, nella sua teatralità: c’è
Il re ne comanda una, come la fi- una chiave, che, dopo cena, viene
lastrocca da cui prende il titolo, stor- appesa a un gancio sul muro dallo
piandone un verso, è allo stesso stesso Orlando (ma solo quando ne
tempo una storia leggera e tragica (e ha voglia), sotto gli occhi di tutti (i
anche una autentica Madamadorè figli, Divina e Attilio, la moglie
farà la sua straordinaria comparsa, Rosa, il tuttofare Pittsburg, e poi
sul finale), può apparire una favola Tina e le sue figlie), e la donna che
bizzarra, il parto di una mente in- sa di averne il diritto deve avere il
credibilmente fertile, di un autore coraggio di esercitarlo pubblicamen-
dotato “di un mondo fantastico pro- te, andandosela a prendere. Tutti
prio e di grande forza” per dirla an- sanno cosa significa, tutti sanno dove

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La fabbrica della discordia

sta andando e a fare cosa, e con chi, mamma?”, esclama, la sera in cui se
e quell’atto barbaro, “sozzo” e al la ritrovano in camera, posata sul
tempo stesso eccitante, nella sua comodino, e Tina si spaventa, forse
sfacciataggine, esercita un richiamo per l’uso di quel plurale – doloroso
irresistibile anche su Tina, malgra- presagio – forse sentendo la forza
do si sforzi di resistere. La chiave è del proprio desiderio di prendere
per lei, ancor prima che Orlando quella chiave, farla sparire e usarla,
glielo dica, è sua dal momento stes- così reagisce con violenza, schiaf-
so in cui lei ha fatto il suo ingresso feggia la figlia e resiste a Orlando,
in quella casa, e la resistenza di Tina per quella notte.
è solo di facciata, è legata al suo Ma Orlando non si arrende. Così
concetto di moralità, allo sguardo fan tutte, prima o poi, sembra esse-
giudicante delle figlie (e non è un re la sua placida convinzione, e Tina
caso che sia proprio la più piccola e non la smentisce.
agguerrita, quella con lo sguardo “Tanto sono sicuro che non sa-
più appuntito, a riuscire nella fuga), presti che fartene, della libertà”, le
al suo orgoglio, ma non sorprende dice, quando lei gli chiede, per la
nessuno vederla impegnata, dopo seconda volta, perché alle donne
nemmeno due giorni, a gareggiare della casa non sia concesso di usci-
con la concubina ufficiale, Miran- re; “In fondo dove andresti? È vero
da, sul terreno dell’avvenenza, mi- che non sai?”
surandosi, nella sala da pranzo, È vero, Tina è spaventosamente
sotto lo sguardo divertito, malizio- sola, messa con le spalle al muro da
so o infastidito degli altri occupanti un marito parassita, minacciata dal-
della casa (salvo Orlando, che co- la presenza di due fratelli dal col-
munque lo verrà a sapere), la lun- tello facile che non prenderebbero
ghezza delle gambe, con le gonne certo le sue difese, ma quelle del-
sollevate. l’ordine costituito, della morale uf-
La sua capitolazione completa è ficiale; persino sua madre le nega la
solo questione di tempo, il fascino propria solidarietà, nemmeno le sue
del sultano che decide di tutti e tut- stesse figlie sembrano stare dalla sua
to, ma si mostra schiavo del pro- parte, esattamente come le altre don-
prio desiderio per lei, è decisamen- ne nella casa di Orlando.
te irresistibile, e la competizione al- L’universo femminile dipinto da
l’ultimo sangue con la favorita in ca- Mattioni è una giungla popolata da
rica non fa che rafforzare l’attrazio- leonesse tristi e solitarie, incapaci
ne. Anche Pupetta, non più bambi- di fare branco ma occupate, per la
na e non ancora donna, è di rifles- maggior parte del proprio tempo, a
so, interessata alla chiave. cercare l’attenzione e la protezione
“L’abbiamo finalmente avuta, eh di un maschio. Quest’ultimo, comun-

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SOTTO I RI(F)LETTORI

que, non fa migliore figura, condannato a interpretare


costantemente il suo ruolo di guida e despota, pronto
spesso a sopperire con la forza bruta alla sua carenza di
motivazioni, ma schiavo al tempo stesso delle sue pul-
sioni, debole come un bambino di fronte alla morbidez-
za di un seno, perennemente bisognoso di novità nel
suo letto.
La libertà è un concetto lontanissimo, tanto per le re-
cluse quanto per il loro carceriere; le relazioni all’interno
della casa-mondo sono così imbrigliate nella rigidità delle
regole necessarie a mantenere quella pace velenosa, o
quell’eterna belligeranza sterile, che nessuno, nemmeno
il sedicente ribelle Massimo, è meno che prigioniero.
Anche gli atti di ribellione si rivelano essere parte del
percorso necessario a rafforzare lo status quo, il pesante
portone che separa la casa (curiosamente connotata ad-
dirittura con un indirizzo preciso: via Valdirivo al 16, nel
centro storico di Trieste) dal mondo esterno deve essere
a volte spalancato, la libertà con tutte le sue insidie deve
mostrarsi perché il ritorno sui propri passi, nella propria
prigione, sia scelto.
La visione di Stelio Mattioni sulla possibilità di cam-
biamento dell’uomo appare decisamente pessimista, tra-
gica anzi, quanto quella di Tomasi di Lampedusa, ma la
sua leggerezza, l’umorismo, l’intelligenza lucidissima
compongono un impasto unico, che non lo rende simile
a nessuno. La libertà che si respira in ogni pagina è quel-
la dell’arte, della grande letteratura che non si sottrae
però dal confronto con il mondo.
Se non fosse sufficiente il microcosmo-specchio della
residenza di Valdirivo 16 (in cui, tra le altre cose, il rito
dell’unica uscita settimanale per andare a messa è stato,
a un certo punto sostituito, non a caso, con il rito della
televisione serale), la connessione con la realtà e la Storia
è esplicitata nel ‘laboratorio’ al centro della casa, in cui si
producono barattolini pieni di una misteriosa sostanza
definita ‘cosmetica’, ma legata in qualche maniera alla
guerra, come si vanta uno strano personaggio (socio di
Orlando o suo capo?) davanti a una spaventata Tina.
“[...] anche senza l’aiuto dell’America, noi non resteremo

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La fabbrica della discordia
a fabbrica della discordia

mai disoccupati. Dopo l’Europa i paesi latini, dopo i paesi


latini il continente nero, e ora l’Asia. Poi, finita l’Asia, ti
assicuro, riprenderemo il giro da capo. Sai come vanno
sempre di moda i nostri barattolini?”.
Tina sospetta che si tratti di esplosivo, ma rimane nel
dubbio vedendo Orlando che, senza precauzioni, se ne
spalma un generoso quantitativo sulle braccia. Il discor-
so di Orlando stesso, rispetto ai barattolini, realizzati
con tante cautele e nel segreto, e loro funzione nel mon-
do è nebuloso, però offre qualche indizio.
“Chi avrebbe più amato il mondo, la sua bellezza, se
il mondo non avesse avuto più ragioni di odiare?”, si
chiede, preoccupandosi per il laboratorio, messo a ri-
schio da zio Massimo – il quale però si affretta a fare die-
tro front e a salvarlo – e per i luoghi in cui i barattolini
non sarebbero più arrivati.
Forse allora è proprio la discordia, la rivalità tra gli
uomini, la guerra stessa a essere fabbricata, chiusa in ba-
rattoli e spedita in ogni parte del globo da quella casa, in
cui tutti sono in guerra contro tutti e allo stesso tempo
sono uniti dal più inscindibile dei legami, oppure si trat-
ta davvero solo di cosmetici, dal significato originale
dell’antico termine greco cosmos come ordine, così che co-
smeticos si può intendere come ciò che serve a mantenere
l’ordine.
E le catene.

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IN LIBRERIA narrativa

Quando Nicolas si trova di fronte Jack Henry Abbott inizia la sua cor- Ho ucciso un principio non è un sag-
alla maestra e ai compagni, si accor- rispondenza dal carcere con Norman gio ma un romanzo che prende l’av-
ge di aver dimenticato lo zaino. È Mailer, nel momento in cui viene a vio nel momento in cui Gaetano Bre-
nella macchina del padre che ora è sapere che questi sta lavorando a un sci approda a Milano, una settimana
lontano. Se la caverà senza? Il padre libro sulla vita di Gary Mark Gilmore prima di attuare il suo proposito di
glielo riporterà? Perché la vacanza (Il canto del boia, premio Pulitzer vendicare, uccidendo il ‘Re Buono’
sulla neve durerà una settimana. Ed 1980), criminale americano passato nel parco di Monza, le vittime della
è proprio l’enigma di un ritorno, alla storia per aver chiesto la sua repressione dei moti del ‘98. Con fre-
quello del padre, a farsi trama e al condanna a morte, in seguito a due quenti flash-back l’autore ripercorre
tempo stesso porta d’accesso del si- omicidi commessi nello Utah. Ab-
gnificato, varco per l’altra storia, la bott, che ha passato quasi tutta la
parallela, quella vissuta nell’incon- vita in prigione, si propone di de-
scio, sede del vero conflitto. Ciò che scrivere a Mailer i meccanismi so-
viene narrato nel romanzo diventa ciali che regolano i rapporti tra le
allora quel processo interiore di ri- guardie e i detenuti, nonché le sue
cerca della figura paterna, in tutte le impressioni sulla politica e il mondo
sue fasi, distruzione in pezzi e ri- esterno. Il risultato è straordinario.
composizione – non a caso il mito Durante gli anni passati in cella, ha
di Iside e Osiride è il preferito dal avuto modo di studiare Marx, He-
gel, Kant, tutti i classici della filoso-
fia, oltre che della letteratura. La
sua consapevolezza si è scolpita nel-
l’esperienza di un uomo natural-
mente libero, che non ha mai accet-
tato di “aver buttato via la chiave”,
nonostante le durissime punizioni di-

la vita del tessitore anarchico: la bre-


ve infanzia per la precoce entrata in
fabbrica, i primi scioperi, l’emigra-
zione in America, le riunioni nei cir-
coli anarchici, la decisione di ucci-
dere il re, il ritorno in Italia.
L’epilogo della storia è noto, pur se
costellato di punti oscuri: attuato il
suo proposito, Bresci viene spedito
nel terribile penitenziario borbonico
bambino – dove momenti sereni per sull’isola di Santo Stefano e sottopo-
la sublimazione in un nuovo ideale sto a torture e a un regime di totale
si alternano a stati depressivi per la isolamento. Qui l’anarchico trova la
frustrazione di aver creduto a una morte in circostanze misteriose, im-
chimera o per la colpa di un crimine piccato a una branda – lui, privato
solo desiderato. Dinamiche nascoste di ogni oggetto e controllato da uno
che vengono a galla attraverso sim- spioncino notte e giorno da guardie
boli e parole chiave: il racconto ne è sciplinari a cui viene sottoposto, a che si danno il cambio. Ma più delle
ricco tanto da mandare in tilt il si- causa del suo atteggiamento ribelle. torture fisiche e psicologiche, del ri-
stema di controllo delle nostre paure In seguito alla pubblicazione di Nel cordo di Sophie e della piccola Ma-
– grazie anche alla rivelazione rac- ventre della bestia, viene rilasciato deline, del vuoto lasciato dai com-
capricciante nei capitoli finali – tra- in libertà condizionata. Sei settima- pagni di Paterson, ad angustiare le
scinando la scrittura di Carrère in un ne dopo, uccide a coltellate un ca- ultime ore di Bresci è il rammarico
horror a tutti gli effetti. Crescita meriere di ventidue anni. Tornato in per l’inutilità del suo gesto, mancata
uguale dolore e solitudine: la lezio- carcere, nel 2002 si impicca alle scintilla dell’agognata rivolta popo-
ne di Nicolas. (R. Brioschi) sbarre della sua cella. (I. Adami) lare. (G. Ciarallo)

LA SETTIMANA BIANCA NEL VENTRE DELLA BESTIA HO UCCISO UN PRINCIPIO


Emmanuel Carrère, Adelphi, Jack Henry Abbott, DeriveApprodi, Paolo Pasi, Elèuthera,
139 pagg., 16,00 euro 192 pagg., 15,00 euro 176 pagg., 14,00 euro

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IN LIBRERIA saggistica

Tronchetti Provera ha sempre affer- Un’inchiesta rigorosa, che de-co- La globalizzazione ha creato una
mato di essere stato all’oscuro del struisce la struttura economica italia- nuova forma di imperialismo: l’im-
dossieraggio messo in piedi in Tele- na per ri-costruire l’unità di classe. perialismo globale. Diversamente dal-
com dal gruppo della security gesti- L’analisi poggia su dati e statistiche le fasi precedenti, è innanzitutto mon-
to da Tavaroli. Tutto può essere, ma ed entra nel dettaglio dei diversi set- diale, quindi mira ad abbattere ogni
è certo che le intelligence delle mul- tori economici e della relativa quan- barriera nazionale per poter attuare
tinazionali non hanno nulla da invi- tità e qualità dell’occupazione, non il processo di accumulazione su sca-
diare a quelle statali né la competi- tralasciando il lavoro ‘indipendente’, la planetaria; non ha un unico ‘sovra-
zione economica alle tensioni politi- i disoccupati, i Neet. L’intento, di-
che fra Paesi. D’altronde i servizi chiarato, è quello di riportare la clas-
hanno collaborato con le industrie fin se in sé a essere classe per sé, per-
dal dopoguerra (anche in funzione an- ché non esiste organizzazione senza
ticomunista), e il vuoto prodotto dal coscienza, e il primo passo è smon-
crollo del Muro ha portato molti tare l’etica ufficiale che afferma che
agenti a migrare nelle security azien- la classe operaia è divenuta margi-
dali. Lì il lavoro è lo stesso, mutano nale, come se il commesso di una ca-
solo – ma nemmeno poi tanto – gli tena di distribuzione, l’impiegata di
uno studio legale, il precario di una
software house o la falsa partita iva
di una società di marketing non fos-
sero working class e il loro lavoro
non fosse il perno del processo di
sfruttamento che genera il profitto
del Capitale. Una poderosa mole di
dati sotto la lente di ingrandimento
della chiave di lettura marxiana,
un’indagine che coniuga teoria e
prassi: a ogni settore produttivo è le-
gata un’analisi del possibile interven-
to politico e soprattutto l’esperienza no’ – si confonde il potere militare
diretta del collettivo, che negli ulti- degli Usa con il potere politico – ma
mi anni ha partecipato a diverse lot- una governance planetaria, caratte-
te sul campo a fianco dei lavoratori. rizzata da una potenza nel ruolo di
Assolutamente, da leggere. sceriffo armato, un banchiere mon-
(G. Cracco) diale e un Paese che funge da mer-
cato principale di assorbimento del-
le merci prodotte; ed è qui che si sca-
tena il conflitto tra Stati per assumer-
ne il ruolo. Il rapporto tra struttura e
obiettivi: proteggere le tecnologie, sovrastruttura, tra Capitale (sovrana-
la produzione e gli stabilimenti nei zionale) e politica (nazionale), resta
Paesi critici e muoversi con destrez- dunque di complicità, ma diviene an-
za negli scenari esteri. Gli aneddoti che conflittuale. È in pratica la globa-
di Tavaroli risentono di una visione lizzazione del modo di produzione
un po’ troppo epica, ma sono esem- capitalistico, che di contro globalizza
plificativi del campo di azione di una anche il conflitto Capitale/lavoro. Un
security aziendale, e le contestualiz- sistema che produce crisi cicliche, fi-
zazioni di Boatti tracciano il quadro nanziarie ed economiche, in cui
generale. Scritto quando il processo esplodono le contraddizioni del capi-
Telecom era agli inizi, il libro è (an- talismo, e mutamenti dei rapporti di
che) una autodifesa di Tavaroli, ma forza. L’analisi di Screpanti è pun-
non è questo ciò che conta, ancor tuale e approfondita, e non può cer-
più se lo si legge oggi: perché nelle to essere riassunta in poche righe.
storie di spie non esiste il confine Occorre leggerla. Perché è necessario
tra lecito e illecito né quello tra buo- aggiornare il pensiero marxiano alla
ni e cattivi; checché ne dica Tron- complessità di oggi. (G. Cracco)
chetti Provera. (G. Cracco)
DOVE SONO I NOSTRI L’IMPERIALISMO GLOBALE
SPIE Clash City Workers, La casa Usher, E LA GRANDE CRISI
Giorgio Boatti e Giuliano Tavaroli, 202 pagg., 10,00 euro Ernesto Screpanti, DEPS Siena
Mondadori, 241 pagg., 18,50 euro 271 pagg. (scaricabile qui)

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LE INSOLITE NOTE

DI AUGUSTO Q. BRUNI

THE FUTURE SOUND OF LONDON


LIFEFORMS (REMIXES)
(Astralwerks, 1994)

N el corso di innumerevoli secoli, molti più di quanti


se ne possano immaginare, la promiscuità abitativa
è stata una tratto comune alla stragrande maggio-
ranza degli esseri umani su tutta la faccia della terra. Ancora
oggi, presso le tribù che hanno in larga parte preservato le
usanze di parecchi millenni addietro, individuare uno spa-
zio in cui un individuo possa – se vuole – stare completa-
mente da solo, è cosa rara. Più che rara, strana: nelle tribù la
condivisione dello spazio è una regola e non un’eccezione.
Sicché l’isolamento viene – altrettanto di regola – individua-
to in alcune necessità del tutto specifiche: talvolta ci si isola
per dare alla luce il proprio figlio; altre volte, semplicemen-
te, per morire, così come si narra facciano gli elefanti al ter-
mine della propria vita; altre volte per compiere un rito ma-
gico fuori dagli occhi dei profani.
Nel mondo feudale occidentale la condizione di comple-
ta solitudine apparteneva di regola solo a due categorie so-
ciali: il monaco eremita (il greco monos si applica proprio a
un individuo isolato) oppure il signore di un feudo, che si
trovava nella situazione privilegiata di poter disporre di
molto spazio sia per sé che per la propria famiglia. La di-

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sgregazione del mondo feudale e l’emersione della borghe-
sia commerciale porta, a quanto pare, con sé anche l’appro-
priazione di questo privilegio feudale. Le conseguenze sono
straordinariamente importanti.
Da un lato, sul piano architettonico, come scrive Lewis
Mumford, “il primo mutamento radicale […] destinato a in-
frangere la forma della casa di abitazione medievale fu lo
sviluppo del senso di intimità. Questo, infatti, significava la
possibilità di appartarsi a volontà dalla vita e dalle occupa-
zioni in comune coi propri associati. Intimità durante il son-
no; intimità durante i pasti; intimità nel rituale religioso e
sociale; finalmente intimità nel pensiero; […] ciò segna la
fine delle reciproche relazioni sociali fra i ranghi superiori e
quelli inferiori del regime feudale: relazioni che avevano mi-
tigato la sua oppressione. Il desiderio di intimità segnò l’ini-
zio di quel nuovo schieramento di classi che era destinato a
finire nella lotta di classe senza quartiere e nelle rivendica-
zioni individualistiche di un periodo posteriore” (1).
Tutto questo ovviamente non significa che tutti coloro di-

_______________________________________________________________________________
1) Lewis Mumford, La Cultura delle Città, Edizioni di Comunità, 1954

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LE INSOLITE NOTE

versi dal signore feudale si siano conquistati il di- ra pubblica nei confronti dell’indi-
ritto a uno spazio abitativo anche individuale: la viduo. Come si vede, questo diritto
descrizione delle tipiche case operaie a schiera fotografa i rapporti di forza tra l’in-
prossime alla fabbrica, fatta da Engels nel celeber- dividuo e il potere statale. Più an-
rimo La situazione della classe operaia in Inghilterra cora fotografa la nascita del diritto
(1845) parla ancora esplicitamente di estrema pro- individuale di proprietà ottocente-
miscuità delle famiglie operaie, di regola ammas- sco con tutte le sue connessioni. Ma
sate in una o due stanze al massimo. E la situazio- quando si tratta di definire in modo
ne non è cambiata eccessivamente nei centocin- autonomo questo nuovo diritto si
quant’anni successivi a quella pubblicazione, dato avverte la necessità di distaccarsi
che ancora oggi la presenza nella stessa casa di più proprio dalla definizione civilistica
camere in cui più individui possano stare da soli è di diritto di proprietà.
cosa per nulla frequente. Insomma, l’acquisizione Alan Westin, professore di Di-
di spazi individuali di autonomia è ancora oggi ap- ritto pubblico presso la Columbia
pannaggio dei più abbienti. University di New York, considera-
Dall’altro lato, come ha invece fatto notare Ste- to oggi uno dei maggiori esperti di
fano Rodotà (2), emerge prepotentemente almeno privacy negli Stati Uniti, sintetizza
il primo nucleo del concetto moderno di privacy efficacemente il profilo di questo di-
(privatezza), un bisogno tipico della nuova classe ritto dicendo che esso è anche pote-
borghese emergente, bisogno che si contestualizza re, che scaturisce da un insindaca-
principalmente nelle trasformazioni socio-econo- bile atto di volontà. È una pretesa,
miche legate alla rivoluzione industriale. Rodotà legittima, che ogni individuo ha, di
individua proprio nella disgregazione della società decidere in che misura e con che
feudale il trigger point per l’affermazione, alcuni se- modalità, vuole condividere una
coli dopo, del diritto alla privacy come esigenza bi- parte di sé con gli altri. Una pretesa
sognosa di autonoma tutela giuridica: se volete, si che è pieno diritto di ritirarsi o di
tratta di sancire dentro il diritto della borghesia una partecipare. Ma, soprattutto, esiste
situazione già conquistata nei fatti dalla borghesia il diritto dell’individuo di control-
stessa rispetto alla nobiltà feudale. lare la diffusione dell’informazione
Che cos’è dunque questo “diritto a essere la- circa se stesso. Definendo la priva-
sciati soli” come viene comunemente definito del- cy come “relazione zero” tra due o
l’esperienza giuridica anglosassone? La privacy, più persone, Westin intende spiega-
nell’Europa illuminista e pre-rivoluzionaria, nasce re che tra queste non esiste nessun
innanzitutto dalla capacità personale che un indi- tipo di relazione, nessuno scambio
viduo ha nell’opporsi alla forza della Corona. In di informazioni, a meno che esse
questo senso, l’aspetto diametralmente opposto con- stesse non decidano altrimenti (3).
nesso alla definizione di privacy è la determinazio- Se ricordiamo che tipo di choc è
ne di precisi limiti all’azione dello Stato e della sfe- stato per gli Usa scoprire che Nixon

______________________________________________________________________________________________________________________
2) Cfr. Stefano Rodotà, La privacy tra individuo e collettività, in Politica del diritto, Il Mulino, 1974
3) Alan Westin, Privacy and Freedom, Atheneum, 1970

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THE FUTURE SOUND OF LONDON

spiava i propri avversari politici nello scandalo soggettivo/emotiva della donna,


Watergate di appena due anni dopo (1972), le defi- quanto piuttosto il suo essere un con-
nizioni di Westin appaiono sicuramente profetiche. sumatore perfettamente conosciuto
Ma, ahimè, acquistano al giorno d’oggi la veste di in quanto a bisogni di acquisto.
vox clamans in deserto se si va a considerare cosa sia In buona sostanza, per evitare
diventato oggi il “diritto a essere lasciati da soli” di essere invasa da tonnellate di
alla luce delle rivelazioni di Wikileaks sulla pervasi- pubblicità mirata a soddisfare i suoi
vità del controllo esercitato da Nsa e Fbi su qua- supposti bisogni di acquisto, Jane ha
lunque tipo di comunicazione digitale dentro e fuo- deciso di tenere completamente se-
ri gli Usa: pura affermazione di principio. Il fatto è, greta la notizia della propria gravi-
per i meno avveduti, che in tempi brevissimi è av- danza e quindi la presenza di un
venuto uno slittamento sostanziale delle condizio- nascituro a qualunque ambito co-
ni soggettive che preesistevano alla nascita di que- municativo gestito dai media. I pa-
sto diritto: all’individuo come persona fisica, dota- renti e gli amici più stretti sono sta-
ta di una identità fatta di carne e ossa, si è sostitui- ti avvisati a viva voce e sconsigliati
to un individuo la cui individualità risulta dalla caldamente dal commentare la no-
sommatoria una serie di dati oggettivabili e, so- tizia sui social network e per email
prattutto, digitalizzabili. Dalle misure antropome- usando nome e cognome della puer-
triche (altezza, peso, colore occhi e capelli ecc.) alle pera. “Sappiamo che alcuni, nelle
abitudini quotidiane, dalle condizioni soggettive a relazioni da persona a persona, usa-
quelle lavorative, ognuno di noi è diventato un pac- no un certo galateo on-line”, ha
chetto di informazioni che vengono scambiate tra spiegato Jane, “ma non sappiamo
banche di dati privati, da quelle dei servizi di prima ancora di che cosa siamo ritenuti
necessità (gas, luce, acqua) ai social network come responsabili quando interagiamo
Facebook. con i server”. Il passo successivo è
L’ultimo caso ad avermi indignato è quello di stato quello di non farsi invadere
Jane Vertesi, professoressa associata di sociologia durante la preparazione alla nasci-
presso la prestigiosa università di Princeton. La ta. Significava per esempio non usa-
Vertesi ha pubblicato i risultati di una propria ri- re carte di credito (le sue informa-
cerca in una conferenza pubblica del 25 aprile scor- zioni sulla cronologia degli acquisti
so visibile sul sito http://theorizingtheweb.tumblr.com/. potevano essere rivendute dai titola-
Si tratta di questo: il valore dei dati personali online ri della carta stessa come Visa), e se
di un uomo qualunque è in media di 10 cents, voleva acquistare qualcosa online
mentre quello dei dati di una donna incinta è 15 doveva usare solo carte regalo Ama-
volte superiore, quindi 1 dollaro e 50. Banalmente, zon, ma acquistate con denaro con-
una donna in queste condizioni spende molto di tante. Jane è anche diventata creati-
più di una donna non incinta, non solo in termini va con il suo account Amazon: il col-
di articoli sanitari di prima necessità, ma anche e legamento era con una email su un
soprattutto in termini di acquisti per il nascituro. È server personale, e i pacchetti veni-
evidente che c’è un interesse enorme a invadere la vano consegnati in un armadietto
sfera decisionale di una donna incinta: ma questo personale Amazon, non a casa sua.
interesse non riguarda minimamente la condizione Il passo successivo è stato quello di

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LE INSOLITE NOTE

scomparire apparentemente dal web attraverso l’u- accessi ai servizi, esclusioni e inclu-
so creativo del browser Tor, in grado di proteggere sioni sociali, veri e propri pass che
a un livello sufficientemente alto l’identità dei na- incideranno sulle opportunità e gli
vigatori web per esempio nascondendone l’indiriz- stili di vita. Un destino sociale scrit-
zo IP: il principale bersaglio degli acquisti fatti in to nei database. Il Mondo nuovo di
anonimato è stato il sito BabyCenter.com. Ma im- Huxley e il film Gattaca adombrano
mediatamente la creatività di Jane l’ha fatta con- una società in cui è la predetermi-
trassegnare come cliente sospetto, e non solo per il nazione a essere ‘naturale’ e ipote-
suo uso di Tor. Suo marito ha usato 500 dollari in cano seriamente il nostro futuro. Il
contanti per comprare carte regalo Amazon per paradosso però è che non è più pos-
l’acquisto di un passeggino e un preavviso di car- sibile parlare di una identità unita-
tello Rite Aid Placard ha detto loro che la farmacia ria a proposito di un Mario Rossi o
“ha l’obbligo di segnalare le transazioni di eccessi- un Gino Bianchi qualunque. L’iden-
vo valore in cash alle autorità”. Jane Vertesi dice tità, come la conosciamo fino a oggi,
che l’utilizzo della tecnologia – carte di credito o viene infatti sostituita da un’imma-
Internet – per fare un grande acquisto è diventata gine composita, costituita dai dati
la ‘norma morale’. Andare al di fuori della norma, in possesso di enti e organizzazio-
come ha fatto per nove mesi, è stato etichettato ni. Il paradosso sta nel fatto che per
come immorale sino addirittura ad apparire illega- un individuo di questo genere la
le. Ci sono voluti tutti questi accorgimenti prima di violazione della privacy diviene un
tutto per preservare la propria condizione di ge- problema marginale: egli non è più
stante, e secondariamente per allontanare le impre- infatti quello che era precedente-
se e gli inserzionisti che avrebbero memorizzato mente. Le mie impronte digitali o
ogni sua azione e magari previsto le preferenze del la composizione unica della mia iri-
suo bambino non ancora nato per invaderla con de non sono dati materiali, ma al-
ogni mezzo. La sua gravidanza non è più un se- goritmi. Io esisto in quanto identità
greto a causa dell’articolo apparso su Mashable digitale dato che il mio essere è sta-
(http://mashable.com/2014/04/26/big-data-pregnancy/), to ridotto a sommatoria di dati mi-
maggiormente non si sente affatto sicura che la sua surabili. In più, la pervasività del
nuova condizione sia stata compresa dalle banche controllo Panoptico attraverso le mi-
dati, nonostante la registrazione della nascita da gliaia di telecamere sparse ovunque,
parte dell’ospedale presso cui è avvenuta. raggiunge perfettamente il suo
Tutto questo attiene a una sola realtà pervasiva, obiettivo: produrre conformismo. Di
il moderno Panopticon benthamiano divenuto real- fatto sono già un Anonymous, e la
tà: il controllo per il controllo, senza neppure l’en- mia unica forma di protezione, im-
fasi della motivazione. Il risultato più immediato magino, potrebbero essere il recu-
di questa costante raccolta ed elaborazione di dati, pero della tecnologia postale (la vec-
al fine apparente di individuare meglio il target a chia buona lettera scritta a mano)
cui spedire le proprie proposte di acquisto (dun- come in quel capolavoro che è L’in-
que una mera strategia commerciale), è in realtà canto del lotto 49 di Thomas Pyn-
quello di disegnare uno scenario sociale selettivo, chon, la mia cancellazione comple-
in cui verranno predeterminati titolarità di diritti, ta da qualunque social network (la

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THE FUTURE SOUND OF LONDON
RESTITIONE PROSPETTICA

vedo dura ma ci provo) e l’adozione quando vado in giro di


una maschera a pelle in grado di nascondermi dalla indivi-
duazione delle telecamere (4) – cosa assai a rischio dato il
reato di travisamento.
La mia ideale colonna sonora sarà costituita dall’impene-
trabile ed enigmatico suono, fatto di frammenti schizzati,
esplosi e riassemblati, di uno dei tanti capolavori dell’altret-
tanto enigmatico duo elettronico britannico Garry Cobain e
Brian Dougans, meglio conosciuti come The Future Sound
of London (FSOL) – nel caso specifico consiglio caldamente
Lifeforms (remixes).

_______________________________________________________________________________
4) Sulla maschera antisorveglianza vedi http://www.cnet.com/news/urme-
anti-surveillance-mask-lets-you-pass-as-someone-else/?
tm_content=bufferfe0b6&utm_medium=social&utm_source=facebook.com
&utm_campaign=buffer

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ZONA FRANCA di Andrea Cocci

Sei personaggi. Sei vite. Sei dirama- Un chirurgo esperto in trapianti epi- Tenuto in vita da un polmone artifi-
zioni della medesima strada. dermici rapisce giovani donne per ciale, il nazista Klaus, misantropo non-
Lungi da un recente pippotto mucci- averne la pelle; a quanto pare sua fi- ché pedofilo, sta ‘vivendo’ quanto gli
niano, eoni dalla storia di formazio- glia ne ha più bisogno delle legitti- rimane come una pianta senza sole,
ne/rimpatriata post liceale per qua- me proprietarie. Dopo tentativi su accudito dalla moglie (odiosa) e dalla
rantenni malinconici à la De Carlo, fallimenti ecco che l’obiettivo viene figlioletta (fate voi). La monocroma-
sei anime (già) spente sono immor- raggiunto. Ma i sogni impiegano nul- tica, orizzontale routine del morente
talate nell’atto di scontare l’Ultimo la a deteriorarsi in deliri. degenerato cambia con l’arrivo di An-
Giorno. Sette saggi ipnotico-senso- Stimato amico di Truffaut, Georges gelo, misterioso infermiere che cono-
riali sulla Fine collegati da un alito di Franju assemblò suddetto capolavo- sce tutti i suoi scabrosi segreti. Il gio-
ro nel 1960 regalando a personaggi vincello e il nazi mostro entreranno
come Jess Franco e Dario Argento presto in malsana simbiosi.
chili di sostanza dalla quale estrapo-
lare le proprie visioni e dando un ta-
cito ok a decine d’altri registi, colpe-
voli di altrettante imitazioni/scopiaz-
zature, nessuna delle quali regge il
confronto con l’originale, benedetto
da ottima recitazione, santificato da
un bianco e nero orgasmico, reso im-
mortale dalla colonna sonora – che
canticchierete ogniqualvolta vivrete
una situazione macabra: per momenti
inquietanti utilizziamo pressoché tutti
la Fuga in Re minore di Bach, no?

morte. Il Maestro Buttgereit (celebre


per Necromantik, cultone under-
ground che fece scuola) ci versa ad- Interpretazioni al limite del passivo,
dosso un elisir spremuto dal succoso fotografia artica (prevalentemente blu
frutto della sua poetica. Un lungome- e grigi) caratterizzano questo misco-
traggio d’avanguardia che (tra)sfigu- nosciuto, primo lungometraggio (mai
ra corpi e anime. Ombre di uomini uscito in Italia) dell’iberico Augustì
disperati e annichiliti si muovono Villaronga, che nel 2000 partorì il
quasi in stop motion – occupando controverso (e altrettanto consigliato)
svogliatamente contesti alienati, bui, El Mar, anch’esso basato su una rela-
claustrofobici – di fronte ai cancelli zione atipica.
del nessun dove per antonomasia. Costato 300.000$, Tras el cristal gor-
La morte non si può narrare né de- goglia di tutti gli acidi basici capaci
scrivere ma la si può sentire; Der Tra gli absolutely must see che gira- di corrodere parti di te. È del 1986 e
Todesking è uno dei rari casi in cui no nella mia psiche ho scelto di se- continua a picchiar duro, nonostante
qualcuno è riuscito a condensarla e gnalarvi Occhi senza volto perché: 1) il trascorso di quasi trent’anni duran-
trasmetterla. Potrei scriverci un ac- mi fa sbarellare, 2) non è conosciuto te i quali dire che il mondo è cambia-
curato saggio, perché negli anni l’ho quanto merita, 3) è vero cinema, to è riduttivo; sembra un remake apo-
visto, rivisto, riassimilato, e ogni vol- come non se ne fa da decenni. Non crifo di Persona di Bergman – anche
ta ne sono uscito... Ne sono uscito? so per quale motivo è stato etichetta- se a fine visione non ti senti propria-
Potrei fare la sintesi della sinossi to come ‘horror gotico’; nulla da to- mente deliziato come generalmente
d’ogni episodio, ma il tetto di battu- gliere ai fantastici B-movies di ca- succede con Persona. Per chi apprez-
te non lo consente. Conviene procu- stelli cartonati&ragnatele zuccherose, za i film sentimentali orfani dell’au-
rarvi il dvd e Sentire. ma qui siamo ad altri (e alti) livelli. silio dei dentoni di Hugh Grant.

DER TODESKING OCCHI SENZA VOLTO TRAS EL CRISTAL


regia di Jörg Buttgereit, 1989 regia di Georges Franju, 1960 regia di Augustì Villaronga, 1986

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PA G I N A U N O - B I M E S T R A L E D I A N A L I S I P O L I T I C A , C U LT U R A E L E T T E R AT U R A - A N N O V I I I - N . 3 8 - G I U G N O / S E T T E M B R E 2 0 1 4
anno VIII - numero 36 - febbraio / marzo 2014 - www.rivistapaginauno.it

RESTITUZIONE PROSPETTICA VERITÀ AL TEMPO DELLA MOVIOLA


Reshoring: dietro la Come, quando e perché l’Antimafia
reindustrializzazione dell’Europa schedò gli uomini politici
di Giovanna Cracco collusi con la mafia
di Michele Pantaleone
POLEMOS
Il banchiere di sistema: nuovi legami INTERVISTA
fra finanza, imprenditoria e politica Alberto Patrucco.
di Giovanna Baer Una pessima reputazione
di Giuseppe Ciarallo
Expo 2015: il lavoro diventa gratuito
di Domenico Corrado SOTTO I RI(F)LETTORI
La fabbrica della discordia
INCHIESTA Recensione de Il re ne comanda una,
Ilva, cancro industriale della Stelio Mattioni
popolazione tarantina di Sabrina Campolongo
di Davide Corbetta
LE INSOLITE NOTE
(DIS)ORIENTAMENTI The future sound of London
Il Front national in Francia: Lifeforms (remixes)
la cavalcata di Marine Le Pen di Augusto Q. Bruni
di Matteo Luca Andriola

FILO-LOGICO
Banale
di Felice Bonalumi

8,00 euro anno VIII - numero 38 - giugno / settembre 2014 - www.rivistapaginauno.it

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