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FONTI E TESTI

Raccolta di Archeologia e Storia dell’arte

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FONTI E TESTI
Raccolta di Archeologia e Storia dell’arte

Direttori
Caterina Furlan e Frederick Mario Fales,
Università di Udine

Comitato scientifico
Flavio Fergonzi, Scuola Normale Superiore di Pisa
Donata Levi, Università di Udine
Antonello Negri, Università Statale, Milano
Valentino Pace, Università di Udine
Simona Rinaldi, Università della Tuscia, Viterbo
Luigi Sperti, Università Ca’ Foscari, Venezia

Borean, Linda
La galleria Manfrin a Venezia : l’ultima collezione d’arte della Serenissima / Linda Borean. -
Udine : Forum, 2018.
(Fonti e testi : raccolta di archeologia e storia dell’arte)
Con appendice di documenti / a cura di Paola Benussi
ISBN 978-88-3283-058-3

1. Collezione Manfrin – Storia


I. Benussi, Paola

708.5311 (WebDewey 2018) – GALLERIE, MUSEI, COLLEZIONI PRIVATE. Venezia

Scheda catalografica a cura del Sistema bibliotecario dell’Università degli studi di Udine

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Linda Borean

La Galleria Manfrin
a Venezia
L’ultima collezione d’arte
della Serenissima

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La presente pubblicazione è stata realizzata
con il contributo di

DIPARTIMENTO
DI STUDI UMANISTICI
E DEL PATRIMONIO
CULTURALE

In copertina
Giorgione, La tempesta, particolare, Venezia,
Gallerie dell’Accademia (su concessione del
Ministero dei Beni e delle Attività culturali).

Stampa
Press Up srl, Ladispoli (Rm)

© FORUM 2018
Editrice Universitaria Udinese
FARE srl con unico socio
Società soggetta a direzione e coordinamento
dell’Università degli Studi di Udine
Via Palladio, 8 – 33100 Udine
Tel. 0432 26001 / Fax 0432 296756
www.forumeditrice.it

ISBN 978-88-3283-058-3

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INDICE

La collezione Manfrin tra Settecento e Ottocento pag. 7


Le fonti » 9
Note sulla formazione » 12
La dispersione » 20

Illustrazioni » 39

Documenti
a cura di Paola Benussi » 89

Elenco dei dipinti identificati » 133

Bibliografia » 139

Indice dei nomi » 145

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Ringraziamenti

Susanna Avery Quash, Adriano Aymonino, Francesca Baldassari, Roberta


Battaglia, Clare Baxter, Charles Beddington, Federico Bianchi, Jonathan
Bikker, Paolo Bonacina, Caroline Campbell, Anna Cera Sones, monsignor
Stefano Chioatto, Isabella Collavizza, Roberto Contini, Benjamin Couilleaux,
Alan Crookham, Mirco Cusin, Edoardo Di Robilant, Anne-Marie Eze,
James Fishburne, Caterina Furlan, Graziano Gallo, Ketty Gottardo, Rossella
Granziero, Christopher Hunwick, Cinzia Lacchia, Martina Lorenzoni,
Giulio Manieri Elia, Paola Marini, Stefania Mason, Valentina Mincio, James
Mundy, Michele Nicolaci, Alexander Roestel, Cristiana Romalli, Edoardo
Roberti, Sandra Romito, Francis Russell, Daniela Sogliani, Luisa Onesta
Tamassia, Camillo Tonini, Gabriele Tonizzo, Cecilia Treves, Letizia Treves,
Matthias Wivel, Stefania Zimolo.
Un ringraziamento particolare è rivolto a Paola Benussi per la revisione e
normalizzazione dei documenti e a Nicholas Penny per aver condiviso con
me notizie e idee sulla collezione Manfrin.

Abbreviazioni

ASABAVe Archivio storico dell’Accademia di Belle Arti di Venezia


ASPV Archivio storico del Patriarcato di Venezia
ASMn Archivio di Stato di Mantova
ASVe Archivio di Stato di Venezia
ASVTv Archivio del Seminario vescovile di Treviso
BMCVe Biblioteca del Civico Museo Correr, Venezia
BNM Biblioteca Nazionale Marciana, Venezia
NG National Gallery Archives, Londra
PMV Polo museale del Veneto
SPV Seminario patriarcale di Venezia, Biblioteca, Fondo manoscritti

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LA COLLEZIONE MANFRIN
TRA SETTECENTO E OTTOCENTO

Nel 1806 Giannantonio Moschini, attento osservatore della realtà culturale ve-
neziana negli anni successivi alla caduta della Repubblica, restituisce i tratti
salienti di un episodio che fu centrale sia per il collezionismo dei ultimi due
decenni della Serenissima, sia per il mercato artistico internazionale dell’Ot-
tocento, sia, infine, per l’immagine di Venezia in termini ‘museologici’. Vale la
pena riportare per intero il passo da lui dedicato alla collezione Manfrin nel
Della Letteratura veneziana:

Il marchese Girolamo Manfrin [fig. 1], uomo di grandi cose imprenditore ardito e
felice, ed uno di que’ geni, che tanto riescono più discari a’ sudditi, quanto riedono
più vantaggiosi ai Sovrani, già pochi anni defunto, non contento di conformare ad
ogni eleganza il domestico suo palazzo, volle di più renderlo un asilo di chiari monu-
menti delle nobili arti. Fra queste non dimenticando la Pittura, egli una Galleria di
più camere di quadri aperse de’ più sperti pennelli, incominciando da’ pittori primi
ed a’ nostri giorni discendendo; ed era di lui pensiero, se la morte non lo avesse
troppo presto mietuto, di offerire di mano in mano tele de’ diversi tempi e delle
diverse scuole, perché vi si potessero a un colpo d’occhio riconoscere gli scapiti ed
i vantaggi, che nelle varie età ebbe quest’arte1.

Prima della sua dispersione, avviata negli anni Cinquanta dell’Ottocento,


la collezione Manfrin godeva di una reputazione particolare: era infatti consi-
derata una sorta di complemento del patrimonio di pittura veneziana esposto
all’Accademia di Venezia2, ed il palazzo che la ospitava, a Cannaregio, segna-

1
 G. Moschini, Della Letteratura Veneziana del secolo XVIII fino a’ nostri giorni, 4 voll.,
Venezia 1806-1808, II, 1806, p. 107.
2
 P. Selvatico, V. Lazari, Guida artistica e storica di Venezia e isole circonvicine, Venezia-Mi-
lano-Verona 1852, pp. 297-299; secondo G.J. Fontana, Cento palazzi fra i più celebri di
Venezia sul Canalgrande e nelle vie interne dei sestieri, descritti quali monumenti d’arte e di
storia, Venezia 1865, p. 327, la Galleria Manfrin «poteva dirsi piuttosto un’accademia, pei
capolavori d’arte, la maggior parte della scuola veneta, e di eccellenti opere de’ più illustri
maestri di tutte le scuole forestiere. Si raccoglievano reliquie dell’antica pittura italiana di
Cimabue, Giotto e Mantegna, primi anelli della catena, continuata da Antonello da Messina,

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lato nelle guide cittadine almeno dal 1815, era aperto al pubblico due giorni a
settimana3. Sebbene la fama della Galleria Manfrin poggiasse principalmente
sulla pinacoteca allestita nel piano nobile dell’edificio, bisogna ricordare che gli
interessi di Girolamo includevano anche la statuaria, seppur probabilmente in
funzione decorativa, libri e stampe, queste ultime oggetto di crescente e specifi-
co apprezzamento nell’ambiente dei conoscitori ed eruditi veneziani4. Infine, in
un’ottica si direbbe enciclopedica, nel palazzo si poteva ammirare un «distinto
museo di pietre», prova del rinnovato interesse verso i materiali della natura
come fossili e conchiglie, non più appannaggio di medici e farmacisti o natura-
listi di professione, ma oggetto di conversazione nei salotti5.

dai Vivarini… e avrebbe voluto, se morte non lo colpiva, raccoglier opere di tutt’i tempi e
di tutte le scuole».
3
  G. Moschini, Guida per la città di Venezia all’amico delle belle arti, 2 voll., Venezia 1815,
II, parte I, pp. 53-54: all’epoca il custode era Girolamo Zais. Nel 1838 l’allora custode An-
tonio Ragagioli risulta abitare in affitto in uno degli appartamenti del palazzo. ASPV, Parroc-
chia di San Geremia, Anagrafi, 1838, n. 299 e F. Zanotto Nuovissima guida di Venezia e delle
isole della sua laguna, Venezia 1856, p. 341.
4
  Su questi aspetti sia consentito di rinviare a L. Borean, S. Mason (a cura di), Il colle-
zionismo d’arte a Venezia. Il Settecento, Venezia 2009, pp. 29-34 e 203-204. Testimonianza
della consistenza della collezione di stampe conservate a palazzo Manfrin, per quel che
concerne le stampe sciolte, è un elenco conservato nel Museo Correr (BCMVe, ms. P.D. c
835/4), purtroppo anonimo e senza data, dove sono descritti centinaia di esemplari, con
una prevalenza di autori moderni. L’insieme rispecchia in parte i criteri all’epoca ormai
invalsi per il collezionista di incisioni, la cui raccolta doveva configurarsi quale esposi-
zione di capolavori di tutti i tempi. A Manfrin vennero inoltre dedicati alcuni volumi di
stampe, dai Vari capricci inventati ed incisi dal celebre Gio. Batta Tiepolo [1785; D. Succi,
Giambattista Tiepolo. Il segno e l’enigma, in Id. (a cura di), Giambattista Tiepolo. Il segno
e l’enigma, catalogo della mostra (Gorizia, giugno-agosto 1985), Venezia 1985, pp. 54-56]
alla Collezione di ritratti delli più celebri pittori della Scola veneziana antichi e moderni nuo-
vamente raccolti e pubblicati (1787). Cfr. E.A. Cicogna, Delle inscrizioni veneziane raccolte
ed illustrate da Emmanuele Antonio Cicogna cittadino veneto, 6 voll., Venezia 1824-1853,
VI, 1853, p. 784.
5
 G. Moschini, Della Letteratura Veneziana… cit., IV, 1808, p. 118; K. Pomian, Collezioni-
sti, amatori e curiosi. Parigi-Venezia XVI-XVIII secolo, Milano 1989, pp. 281-282. Ai colle-
zionisti si affida una nuova funzione, quella di servire alla conoscenza del mondo naturale
e allo sfruttamento più efficace delle risorse del territorio della Serenissima, tema questo in
armonia con gli affari di Manfrin (vedi infra). Il catalogo dei suoi naturalia era strutturato
sulla base del sistema di classificazione messo a punto da Carlo Linneo, e contemplava circa
ottocento pezzi, divisi tra conchiglie, spugne, cristalli, piriti, gemme, prodotti vulcanici,
stalattiti e fossili, rivelando una particolare predilezione per la mineralogia. La maggior
parte delle vetrine «con specchi a uso storia naturale» erano state sistemate nella stanza K
adibita pure a biblioteca. BCMCVe, ms. P.D. c 835/6 e ASVe, Conservatoria del registro e
tasse, b. 1581, Eredità nuove estinte, fasc. 1443. Nell’inventario dei mobili del palazzo del

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La collezione Manfrin tra Settecento e Ottocento 9

I più recenti studi condotti sul fenomeno delle raccolte d’arte a Venezia
nel Settecento consentono di collocare la nascita e lo sviluppo della Galleria
Manfrin entro uno scenario meglio noto rispetto ai tempi in cui Francis Haskell
le dedicò pagine illuminanti nel suo Patrons and Painters (1963). Per contro,
l’assenza di uno studio organico che consideri nel suo complesso protagonisti e
dinamiche del ‘mercato’ artistico a Venezia, dall’avvio della dominazione asbur-
gica sino alla stagione post-unitaria6, consente di interpretare solo in superficie
le decisioni degli eredi di Girolamo Manfrin, responsabili di un progressivo e
inesorabile smembramento della collezione.
Rispetto ai precedenti interventi da noi dedicati alla collezione Manfrin e
resi noti in altra sede7, in questo volume abbiamo privilegiato la pubblicazione
delle fonti inventariali e di un censimento dei dipinti attualmente identificati
con un buon grado di certezza, accompagnando tali materiali con una serie di
mirate riflessioni sulla natura, formazione e dispersione della Galleria. La ri-
composizione della raccolta è un work in progress poiché quadri di provenienza
Manfrin emergono periodicamente nel mercato antiquario, come testimonia il
caso recente dell’Autoritratto in forma di Stupore di Pietro Bellotti, acquistato
nel 2017 dallo Stato italiano e assegnato alle Gallerie dell’Accademia di Venezia.

Le fonti

Le fonti disponibili sulla Galleria Manfrin possono considerarsi generose, tenu-


to conto che si tratta pur sempre di una raccolta di carattere privato, tipologia
per la quale non sempre sopravvivono testimonianze documentarie, soprattutto
dirette e di prima mano.

15 febbraio 1834, la stanza K era provvista di un «tavolone grande di noce con casselle e
tavole ad uso di scrittoio» e di scaffali per i libri. Un «Catalogo libri esistenti nella camera
K» si conserva in BCMVe, ms. P.D. c 835/4. Un foglio sciolto contiene il «Sommario de’
prezzi e numero de’ volumi contenuti nel presente catalogo acquistati a tutt’oggi, esistenti
nella camera K. Libri di architettura e matematiche 80 per 3280 ducati; Delle antichità di
ogni genere 160 per 8827 ducati; Libri appartenenti alla Pittura ed all’arte del disegno 297
per 7291 ducati; Libri appartenenti alla storia naturale 179 per 1180 ducati».
6
  I. Collavizza, Dall’epistolario di Emmanuele Antonio Cicogna. Erudito, collezionista e co-
noscitore d’arte nella Venezia dell’Ottocento, Udine 2017, p. 163.
7
 L. Borean, Il caso Manfrin, in Ead., S. Mason (a cura di), Il collezionismo d’arte a Venezia.
Il Settecento, Venezia 2009, pp. 193-216; L. Borean, Le Gallerie dell’Accademia di Venezia e
i quadri della collezione Manfrin. Il ruolo di Pietro Selvatico, in R. Cioffi, O. Scognamiglio
(a cura di), Mosaico. Temi e metodi d’arte e critica per Gianni Carlo Sciolla, Napoli 2012,
pp. 397-407.

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Degli inventari manoscritti più significativi, si fornisce nella sezione Docu-


menti una trascrizione in sequenza cronologica, così da consentirne un’agile
consultazione e comparazione8. Il primo porta il titolo di Abbozzi catalogo Gal-
leria manfriniana 1794, e fu compilato da Pietro Edwards9. Vi vengono descritti
in dettaglio oltre duecento dipinti di cui si specificano paternità, soggetto, stato
di conservazione e, in qualche caso, la sistemazione spaziale all’interno della
Galleria. L’inventario successivo, risalente al 1834, porta invece la firma di due
accademici, Francesco Bianchini e Odorico Politi – quest’ultimo dal 1834 al
1845 membro della Commissione permanente di pittura, insieme a Ludovico
Lipparini e Luigi Zandomeneghi, preposta a operazioni di restauro e di verifica
delle richieste di esportazione di beni mobili10. I due pittori furono interpellati
per stimare la Galleria dopo la morte di Pietro Manfrin, figlio di Girolamo, e in
concomitanza con il passaggio dei suoi beni alla sorella Giulia Angela Giovan-
na. L’inventario del 1834, strutturato secondo un criterio topografico riferito
alle dieci sale destinate all’esposizione dei dipinti, riveste particolare impor-
tanza perché restituisce la consistenza della Galleria al suo apice (composta
da quasi cinquecento quadri) e può essere abbinato all’inventario relativo agli
arredi, compilato nella medesima circostanza: l’incrocio, se da un lato aiuta a
rievocare spazi, ambienti e decorazioni, dall’altro non consente tuttavia di resti-
tuire nella sua complessità la cultura del display sottesa alla distribuzione – de-
finita «ottima» da Gian Jacopo Fontana – dei quadri nelle sale del piano nobile
e al loro dialogo con sculture, mobili e affreschi11. Infine, la perizia del 1834
fornì la base per gli inventari successivi12, come quello redatto nel 1851 dagli

8
  Non si è ritrascritto un elenco molto parziale, non datato e organizzato per scuole pittori-
che, pubblicato in G. Pavanello (a cura di), Gli inventari di Pietro Edwards nella biblioteca
del Seminario Patriarcale di Venezia, Verona 2006, pp. 77-80. «Casa Manfrin. Classificazione
della Galleria Manfrin per ordine delle Scuole. Questa fattura era stata intrapresa di mia
scelta, e fu poi lasciata così imperfetta».
9
  Nel 1795, secondo G.M. Urbani de Gheltof, Tiziano Vecellio. Deposizione dalla croce.
Quadro in tela della Galleria Manfrin di Venezia, Venezia 1880, pp. 16-17, Giovanni Maria
Sasso avrebbe a sua volta predisposto un inventario, ad oggi non rintracciato.
10
 I. Collavizza, “Per la salvaguardia delle belle arti”: l’esercizio della tutela e le commissioni
accademiche, in N. Stringa (a cura di), L’Accademia di Belle arti di Venezia. L’Ottocento, vol.
I, Crocetta del Montello 2016, pp. 187-211.
11
 G.J. Fontana, Cento palazzi fra i più celebri di Venezia sul Canalgrande… cit., 1865, p. 326.
12
  Il 23 ottobre 1855 Otto Mündler [C. Togneri Dowd (edited and indexed by), J. Ander-
son (introduction by), The Travel Diaries of Otto Mündler 1855-1858 at the National Gallery
London, in «The Walpole Society», 51, 1985, p. 75] ricorda che il «signor della Rovere com-
municates to me the catalogue of the Manfrin collection, written in 1835 & accompanied
with notes by this Conte Corniani», cioè Bernardino Corniani, un documento che qualche
giorno dopo lo stesso Mündler si premura di copiare. Tra le carte di Mündler depositate nel

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La collezione Manfrin tra Settecento e Ottocento 11

emissari dei Trustees della National Gallery di Londra in vista di una possibile
acquisizione di un nucleo della celebre collezione veneziana. Al 1856 risale il
primo catalogo a stampa della collezione, in occasione della vendita organizzata
in quell’anno dagli eredi Manfrin: si tratta di un testo molto succinto e sintetico,
parimenti a quello uscito nel 1870 a Parigi in concomitanza con il passaggio
presso Drouot di un nucleo di opere di Antonio Maria Plattis, figlio di Giulia
Angela Giovanna Manfrin e dunque nipote di Girolamo. Molto dettagliato, per
contro, è il catalogo predisposto nel 1872 dal vicedirettore del Museo Correr,
Giuseppe Nicoletti, allo scopo di dimostrare quanto la collezione fosse ancora
ricca di dipinti di qualità. Al 1897 risale, infine, l’ultimo catalogo noto, che ven-
ne compilato dall’antiquario milanese Giulio Sambon13. A tali materiali archi-
vistici si aggiungono note e ricordi di visitatori, artisti, letterati, storici dell’arte
(da George Byron a Jacob Burckhardt, da Gustav Friedrich Waagen a Edouard
Manet) che nel corso dell’Ottocento tributarono una visita a palazzo Manfrin: a
titolo puramente esemplificativo, citiamo il passaggio del francese Auguste Jal,
un militare esperto di storia della marina, risalente al 1836:

la galerie Manffreni est fort belle et dans un etat qui console du chagrin qu’on a
pris au palais Barbarigo […] un sublime portrait de Rembrandt! Là un carton du
Raphael cette Entrée dans l’arche qui est si justement admiré; là une Sainte Cecile de
Carlo Dolci, le peintre adoré des Anglais. Et une Madleine du meme, une Madleine
coquette, gracieuese, elegante, jolie et qui n’a pas encore beaucoup pleuré, de peur
de se rougir les yeux, car elle parait commencer seulement la carrière du repentir;
là enfin, un Annibal Carrache, Loth et ses filles, tableaux de six pouces, je ne sais
pourquoi caché derriere une porte, mais grande et superbe chose, dont toutes les
belle conditions de la peinture historique. Deux Marines de Michael Ritter et un
tableau du meme gerne de Verwer, Hollandais du commencement du XVII siècle, je
crois, m’arreterent long temps. J’empruntai à Ritter deux vaisseaux curieux, de cet
art intermediaire entre l’epoque de Primanguet et l’epoque de Tourville14.

Zentralarchiv di Berlino con il lascito Julius Meyer, al numero 96 è registrato un quadernetto


con la titolazione Über die “Pinacotheca Manfriniana” - Notizbuch von Otto Mündler - 58 Bl.
[58 pagine] 1855-1856, e l’annotazione «Copiato in Venezia, Ottobre 1855, dal MS. con an-
notazioni del Cte Bernard:o Corniani dei Cti d’Algarotti». Il fascicolo si può verosimilmente
associare a quello menzionato nel diario e non è escluso che Corniani abbia postillato un
inventario basato su quello del 1834.
13
  Catalogo dei quadri esistenti nella Galleria Manfrin in Venezia, Venezia 1856; Tableaux
provenant du Palais Manfrin à Venise et appartenent a M. Le Marquis A.-M. Plattis de Padoue,
Paris 1870 (Lugt 32032); G. Nicoletti, La pinacoteca Manfrin a Venezia, Venezia 1872; Ca-
talogo della Galleria Manfrin, Milano 1897 (Lugt 55430).
14
  A. Jal, De Paris à Naples: études de moeurs, de marine et d’art, Paris 1836, vol. II, pp. 205-206.

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Note sulla formazione

Con quali mezzi e tramite quali intermediari uno spregiudicato parvenu come
Girolamo Manfrin – nato a Zara nel 1742 da Pietro Manfrin, un mercante ori-
ginario di Udine15 – è riuscito ad assemblare una galleria destinata a lasciare
un segno incisivo nella storia di Venezia? Prima di tutto grazie a una ricchezza
sfacciata, accumulata a partire dal 1777 quando, in un momento di promettente
sviluppo economico nella Serenissima16, Girolamo riuscì ad aggiudicarsi la gara
d’appalto per la condotta dell’impresa del tabacco, settore allora molto fioren-
te, mantenendone il monopolio sino alla morte17. L’ascesa a nouveau riche non
fu pacificamente accettata nella società veneziana, tanto che nelle satire con-
temporanee egli venne dileggiato come «in mezzo al fango e alla merda nato»18,
giudizio su cui dovette pesare anche il fatto che il solo incarico istituzionale
di cui Manfrin poteva fregiarsi era l’appartenenza, dal 1792, al Consiglio dei
nobili della città di Nona. In termini di immagine sociale, inoltre, non dovette
probabilmente giovare quello che lo stesso Manfrin definì «troppo sfortunato
matrimonio», da lui contratto con Angela Difnico Michete, appartenente a una
famiglia di aristocratici di Sebenico19.

15
  Per una biografia di Manfrin vedi M. Frank, Manfrin Girolamo, in Dizionario Biografico
degli Italiani, 68, Roma 2007, pp. 758-760, ora aggiornata dal profilo tracciato da R. Tolo-
meo, Imprenditoria e società in Dalmazia. Il “partito” del tabacco e lo stabilimento Manfrin nel
Settecento, Venezia 2013, pp. 67-71.
16
  G. Romanelli (a cura di), Dai dogi agli imperatori. La fine della Repubblica tra storia e
mito, catalogo della mostra, Milano 1997, p. 69.
17
 R. Tolomeo, Un esperimento di coltivazione del tabacco in Dalmazia: lo Stabilimento di
Nona, in E. Motos Guirao, M. Morfakidis Filactos (a cura di), Polyptychon. Homenaje
a Ioannis Hassiotis, Granada 2008, pp. 565-575. I successi imprenditoriali gli valsero la
nomina nel 1791 di socio corrispondente della fiorentina Accademia dei Georgofili, un rico-
noscimento ottenuto dopo l’ispezione, nel 1790, dello stabilimento di Nona da parte di una
deputazione agraria, composta da tre agronomi, tra cui Ottavio Cristofoli di Conegliano,
socio dell’Accademia dei Georgofili. In occasione di tale riconoscimento Manfrin si fece
probabilmente ritrarre da Bernardino Castelli, nel dipinto oggi conservato nel Museo Cor-
rer dove l’impresario indica con la mano destra i volumi disposti sul tavolino, riferibili alla
pubblicistica economico-agricola dell’illuminismo europeo. Cfr. P. Delorenzi, La Natura e
il suo doppio. Ritratti del Sei e Settecento nelle raccolte dei Musei Civici Veneziani, in «Bollet-
tino dei Musei Civici Veneziani», s. III, 4, 2009, pp. 90-99, in part. p. 95.
18
 F. Haskell, Mecenati e pittori. Studio sui rapporti tra arte e società italiana nell’età barocca,
Firenze 1985 (ed. orig. Patrons and Painters. A Study in the Relations Between Italian Art
and Society in the Age of the Baroque, London 1963), p. 573. Vedi anche E.A. Cicogna, Delle
inscrizioni veneziane raccolte ed illustrate… cit., VI, 1853, pp. 782-786.
19
  Archivio di Stato di Zara, Famiglia Difnico-Micateo-Manfrin, b. 1 (HR-DAZD-350, Obi-

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La collezione Manfrin tra Settecento e Ottocento 13

L’agiatezza economica permise a Manfrin di acquistare nel 1788 il palazzo


già appartenuto ai Priuli-Venier a Cannaregio20 (fig. 2), subito sottoposto a un
radicale intervento di restauri. Per allestire una collezione d’arte formata da
«opere di reale merito ed assoluto», secondo le ambizioni di Girolamo, ci vo-
levano perizia, conoscenza e contatti. Manfrin ne era pienamente consapevole.
Ingaggiare «soggetti di conosciuta esperienza e di celebre fama nella pittura»21
come Edwards, dal 1786 presidente dell’Accademia di pittura22 – organismo di
cui Manfrin venne nominato socio onorario proprio in quell’anno23 –, seguito
da Giambattista Mengardi, dal 1779 ispettore alle pubbliche pitture della Se-
renissima24 e dall’antiquario e restauratore Giovanni Maria Sasso, si rivelò una

telj Divnić-Micateo-Manfrin, sv. 1), lettera di Manfrin a Prospero Valmarana del 28 maggio
1779. I documenti conservati tracciano la parabola dell’unione matrimoniale di Girolamo
Manfrin, naufragata a causa dei gravi problemi di salute della consorte e delle ingerenze
della famiglia di quest’ultima tanto da spingere il Manfrin a inviare una supplica ai capi del
Consiglio dei Dieci (ivi, documento del 7 settembre 1773). Angela Difnico, ritiratasi nel
monastero di San Gerolamo a Venezia, risulta morta alla data dell’8 maggio 1802. Le carte
Manfrin giunsero a Zara nel 1936 su disposizione di Filiberto Sardagna, discendente dei
Manfrin tramite Bortolina Plattis e Francesco Sardagna.
20
  L’edificio, dal 2015 incamerato nel patrimonio immobiliare della Cassa Depositi e Pre-
stiti, era appartenuto prima ai Priuli poi ai Venier di San Vio. Cfr. V. Farinati, Interni e
architettura nel primo Settecento veneziano: palazzo Priuli Manfrin a Cannaregio, in «Ve-
nezia Arti», 6, 1992, pp. 53-66. Non è chiaro dove Manfrin abitasse in precedenza ma nel
1778 fece battezzare la figlia Giulia Angela Giovanna nella parrocchia di San Marziale. Cfr.
Venezia, Archivio parrocchiale della chiesa della Madonna dell’Orto, Parrocchia di San Cri-
stoforo, già San Marziale, Registro dei battesimi, b. 3, reg. 1778-1796, c. 3v. Nell’atto, del 30
maggio 1778, figura come padrino il conte Prospero Valmarana.
21
 BMCVe, Epistolario Moschini, lettera di Girolamo Manfrin a Pietro Edwards del 3 di-
cembre 1793, pubblicata in F. Haskell, Mecenati e pittori… cit., p. 597 e qui riedita nella
sezione Documenti.
22
  S. Rinaldi, Edwards Pietro, in Dizionario Biografico degli Italiani, 42, Roma 1993, pp. 296-
298. Edwards deteneva il monopolio del restauro di opere pubbliche, occupandosi però
anche di numerose perizie di quadrerie private, soprattutto a ridosso della caduta della
Repubblica e durante i governi francese prima e austriaco poi. In relazione all’attività di
stimatore, è interessante ricordare la cautela di Andrea Appiani nell’accettare la stima della
collezione Manfredini firmata da Edwards nel 1809: fuori Venezia il perito era praticamente
uno sconosciuto, non era noto né come artista né come letterato, non aveva mai stampato
nulla e i suoi scritti erano destinati a una circolazione privata, o al massimo burocratica. Cfr.
E. Noè, Per la storia della pinacoteca Manfrediniana nel seminario di Venezia. Il ritrovato
catalogo di Pietro Edwards (1809), in «Archivio Veneto», CLVIII, 2002, pp. 119-153, in part.
pp. 123-124.
23
  ASABAVe, b. 1, Catalogo delli nobili signori Accademici di onore aggregati a questa nostra
pubblica Accademia di Pittura, Scultura ed Architettura, c. 49v, alla data 13 agosto 1786.
24
  U. Von Heyl, Giambattista Mengardi 1738-1796: Umbruch zu Klassizismus in der vene-

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scelta vincente. Della crescente consapevolezza dei collezionisti della necessità


di appoggiarsi ad un consulente qualificato cui toccava l’ultima parola nella pra-
tica attributiva, Manfrin costituisce un esempio emblematico. Tale dipendenza
dai professori si prestava tuttavia con facilità a diventare la spia di una debolez-
za di ‘gusto’, come ricordava nel 1794 il mercante inglese Gavin Hamilton che
ignorò la richiesta di Manfrin di una statua antica per una nicchia del palazzo,
perché l’imprenditore era considerato «persona di poco gusto e che gli avrebbe
piaciuto una statua moderna più di una bella cosa antica che di più non avrebbe
capito il prezzo»25.
I canali di acquisizioni delle opere, conservate prevalentemente nel palazzo
di Cannaregio26, furono quelli consueti nell’ambito del collezionismo e del mer-
cato dell’arte della Venezia tardo settecentesca27: parecchi dipinti giunsero da
raccolte private in dismissione, tra cui quella di casa Algarotti, da dove arrivò
il frammento di Giovanni Buonconsiglio28 (Venezia, Gallerie dell’Accademia;
fig. 3) in origine parte di una pala d’altare rimossa e poi ‘cannibalizzata’29, un

zianischen Malerei, Hildesheim 2002, pp. 53 e 301. Mengardi tenne inoltre a battesimo i figli
di Manfrin.
25
  Lettera di Gavin Hamilton a Giovanni Maria Sasso da Roma del 7 marzo 1795, in E.
Volpetti, Fonti per la storia del collezionismo e del mercato artistico tra Venezia, Roma e
Londra alla fine del Settecento, tesi di laurea, Università degli studi di Udine, a.a. 2007-2008,
p. 60. Nel 1800 Giovanni Antonio Armano aveva raccomandato all’architetto Giannantonio
Selva un tale scultore Rossi, con bottega a Bologna (probabilmente Giacomo Rossi), per
la realizzazione di un ciclo di statue in terracotta per Manfrin, ma il mancato accordo sul
prezzo fece fallire la trattativa: lo scultore pretendeva dai 15 ai 20 zecchini a pezzo, mentre
il collezionista era disposto a versarne non più di 9. Sicché Armano, supplicando Sasso di
mediare con Manfrin, gli suggerì di far notare al ricco imprenditore che «la circostanza del
huomo magnifico che vuol le cose più belle non deve calcolare a ragguaglio del falegname
o tagliapietre l’opera del uomo di genio». G. Tormen (a cura di), L’epistolario Giovanni
Antonio Armano-Giovanni Maria Sasso, Venezia 2009, p. 482.
26
  G. Moschini, Della Letteratura Veneziana… cit., II, 1806, p. 107, ricorda che i seguenti
dipinti, frutto di una gara pittorica indetta da Manfrin, erano stati invece trasferiti nella villa
di Sant’Artemio a Treviso: Giuseppe e la moglie di Putifarre di Mengardi; Lot e le figlie di
Jacopo Guarana; Susanna di Bernardino Castelli e Betsabea al bagno di Francesco Maggiot-
to. Quest’ultimo realizzò per Manfrin anche una serie dedicata alle fatiche di Ercole. Cfr.
A. Tessier, Di Francesco Maggiotto pittore veneziano, in «Archivio Veneto», 23, 1882, pp.
289-315, in part. p. 303.
27
 Vedi I. Cecchini, Attorno al mercato 1700-1815, in L. Borean, S. Mason (a cura di), Il
collezionismo d’arte a Venezia. Il Settecento, Venezia 2009, pp. 151-170.
28
  [Selva G.A.], Catalogo dei quadri, dei disegni e dei libri che trattano dell’arte del disegno
della galleria del fu Sig. Conte Algarotti, Venezia [1776], p. II.
29
  Il quadro giunse alle Gallerie dell’Accademia con l’acquisto dei quadri Manfrin del 1856
per il quale vedi infra. Sul dipinto, proveniente dalla chiesa dei Santi Cosma e Damiano

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La collezione Manfrin tra Settecento e Ottocento 15

fenomeno destinato a crescere. In effetti, nella collezione Manfrin si contano


altri casi di opere religiose sradicate dai loro contesti di origine, come la Ma-
donna con il Bambino e i santi Giuseppe, san Giovannino e Antonio da Padova
di mano di Bernardino Licinio già nella chiesa della Madonna di Loreto a San
Clemente in Isola30 o la Madonna con il Bambino, i santi Margherita e Agostino
e due angeli musicanti di Bernardino Luini (Parigi, Musée Jacquemart André),
quest’ultima forse proveniente dalla chiesa degli Eremitani di Santa Margherita
a Treviso, smantellata nel 179831.
Sebbene la collezione Manfrin annoverasse pezzi di varie epoche, compre-
so quel Seicento così poco amato dal principale consulente dell’imprenditore,
ovvero Edwards32, è innegabile il ruolo preponderante assunto dai maestri del
Cinquecento veneto: Paris Bordon, Pordenone, Moretto, Lorenzo Lotto, Ja-
copo Tintoretto, Girolamo Savoldo (I santi Paolo e Antonio eremiti, Venezia,
Gallerie dell’Accademia; Elia nutrito dal corvo, Washington, National Gallery
of Art; figg. 4, 5), i Bassano o Paolo Veronese, il cui soffitto raffigurante l’Inco-
ronazione di Ebe, commissionato dalla famiglia friulana Dalla Torre e pervenuto
dopo il 1776 a Manfrin tramite Angelo Querini, ha concluso le sue peregrina-
zioni nel 1899 approdando nelle mani di Isabella Stewart Gardner (fig. 6)33.
Anche se il secolo d’oro della pittura veneziana era rappresentato nei suoi
diversi orientamenti, a riscuotere maggior attenzione, tra critici e visitatori, fu-
rono le tele di Tiziano, Giorgione e Bonifacio Veronese. A quest’ultimo erano
assegnati ben dodici dipinti raffiguranti, tranne due sacre conversazioni, temi
militari e filosofici. Il maestro risultava tra i preferiti di Edwards, dall’occhio
piuttosto ‘generoso’ considerato che le opere da lui attribuite a Bonifacio non
hanno superato il vaglio della moderna connoisseurship. La Battaglia navale del-

alla Giudecca, cfr. E.M. Dal Pozzolo, Giovanni Buonconsiglio detto Marescalco. L’opera
completa, Cinisello Balsamo 1998, n. A31, pp. 192-193 e A.D. Basso, I dipinti e le opere
d’arte nella chiesa dei santi Cosma e Damiano, in C. Spagnol (a cura di), La chiesa dei Santi
Cosma e Damiano a Venezia. Un tempio benedettino «ritrovato» alla Giudecca, Venezia 2008,
pp. 133-205, in part. pp. 174-177. Gli effetti delle esigenze collezionistiche determinarono
anche la segatura del cartellino, oggi spostato nell’angolo in basso a destra, ma che Carlo
Ridolfi ricordava collocato sotto il trono della Vergine.
30
  Il quadro è ricordato da M. Boschini, Le ricche minere della pittura veneziana, Venezia
1674, p. 52.
31
  C. Quattrini, Bernardino Luini, Torino 2017.
32
  Sui giudizi, assai severi, espressi da Edwards sull’arte del Seicento cfr. C. Gambillara,
Pietro Edwards teorico e critico d’arte, in «Verona Illustrata», 15, 2002, pp. 103-135, in part.
p. 118.
33
  P. Hendy, European and American Paintings in the Isabella Stewart Gardner Museum,
Boston 1974, pp. 284-286.

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la National Gallery di Londra viene oggi ascritta ad un anonimo pittore di tardo


Cinquecento34, mentre l’Allegoria del perseguimento della Fortuna del Musée
des Beaux Arts di Besançon (fig. 7)35, parte di una serie di cinque elementi
raffiguranti soggetti illustranti la Tabula di Cebete, insieme alla Falsa Disciplina
del Vassar College (fig. 8)36, al Cerchio della Frode della Fondazione Longhi di
Firenze37, al Cerchio della Felicità e all’Ascesa verso la vera Educazione38, è stata
ricondotta al corpus di Lambert Sustris nella sua fase di maggior accostamento a
Bonifacio, sicché l’errore di Edwards risulterebbe il classico errore intelligente.
Al nome di Tiziano invece era ancorato il cosiddetto «Ritratto dell’Ario-
sto»39 esposto nella sala B (fig. 9), dunque in apertura della Galleria, e presto
divenuto uno dei dipinti di maggior interesse della collezione Manfrin40. Fu
George Byron, profondamente colpito dalla potenza dell’immagine, a decre-
tarne la fama dichiarando che «it is the poetry of portrait and the portrait of
poetry»41. Ma sulla paternità non vi era l’accordo dei consulenti di Manfrin.
Edwards, per esempio, reputava il dipinto una «bella copia antica»42. Accanto
all’Ariosto, allo statuto di ‘icone’ della Galleria Manfrin assursero il Triplice
ritratto (Alnwick Castle) all’epoca reputato di Giorgione e celebrato da Byron

34
  Corrisponde al n. 129 dell’elenco Edwards del 1794: «Bonifacio, Incendio di armata na-
vale». Sul quadro vedi N. Penny, National Gallery Catalogues. The Sixteenth Century Italian
Paintings, vol. II. Venice 1540-1600, London 2008, pp. 318-323, dove sono riprodotte altre
quattro tavole di collezione privata, associabili ai quadri Manfrin catalogati sotto il nome di
Bonifacio e rappresentanti fatti militari o di storia antica.
35
  Sul dipinto cfr. O. Le Bihan, P. Ramade (a cura di), Splendeur de Venise, 1500-1600:
peintures et dessins des collections publiques françaises, Bordeaux-Caen 2005, p. 182, n. 77.
36
  Ringrazio James Mundy per le verifiche compiute nell’archivio del museo.
37
  La Fondazione Roberto Longhi a Firenze, Milano 1980, n. 60, pp. 260-261.
38
 Cfr. V. Sgarbi (a cura di), Le ceneri violette di Giorgione. Natura e Maniera tra Tiziano e
Caravaggio, Milano 2004, n. 76, pp. 244-245; B. Couilleaux, Lambert Sustris, un artiste de
la Renaissance entre Venise et l’Allemagne, Caen 2017, passim.
39
  Il ritratto, rimasto sino al 1977 nella dimora dei Rotschild a Mentmore, è stato discusso
sotto il profilo iconografico insieme al Ritratto maschile della National Gallery di Londra
(NG 1944), collocato intorno al 1510 circa, di cui costituisce una variante; gli indizi raccolti,
che porterebbero in direzione della famiglia Barbarigo, rimangono tuttavia insufficienti per
far uscire dall’anonimato i due personaggi. G. Tagliaferro, L’Ariosto di Tiziano (Londra)
non è Ariosto; e il Barbarigo non si sa chi sia, in «Venezialtrove», 4, 2005, pp. 119-128, in
part. pp. 123-128.
40
  W. Blake, Memoirs of a vanished generation 1813-1855, ed. London 1909, p. 50.
41
  L.A. Marchand (edited by), Byron’s letters and journals: the complete and unexpurgated
text of all the letters available in manuscript and the full printed version of all others, London
1976, V, pp. 212-214. Il poeta inglese visse a Venezia dal 1816 al 1819.
42
  Più tardi, Pietro Selvatico avrebbe osservato che «L’Ariosto di Tiziano è nella testa quasi
tutto rifatto». ASVe, Presidenza della Luogotenenza, b. 221, titolo III, fasc. 13.

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La collezione Manfrin tra Settecento e Ottocento 17

nel poema Beppo43, e altre due tele del maestro di Castelfranco, la Tempesta
e la Vecchia (entrambe Venezia, Gallerie dell’Accademia; figg. 10, 11)44. La
prima viene registrata da Edwards nel 1794 come «Giorgione quadro detto la
famiglia dell’autore», sulla base di una lettura iconografica già adottata in una
stima firmata da Giovanni Maria Sasso relativa alla collezione Bernardi, cui il
quadro era giunto dalle quadrerie Vendramin e Orsetti e dai quali lo avrebbe
acquistato Manfrin. Sasso aveva rimarcato, parimenti a Marcantonio Michiel
due secoli prima, l’elemento paesistico quale aspetto caratterizzante del dipin-
to: «Questo è un paese veramente di Giorgione e bello, della maniera finita,
con sole 3 figure, cioè una donna mezo ignuda che tiene un putino alle poppe
in positura di gu<a>rdarci ed un pastore che esce di una boscaglia. Intato»45.
Per quanto riguarda la Vecchia, invece, che condivide con la Tempesta i me-
desimi passaggi collezionistici, Sasso la reputava un autografo di Tiziano e «del-
la miglior sua maniera», avanzando un’attribuzione mantenuta negli inventari
di casa Manfrin del 1834 e del 1851. Fu Pietro Selvatico a caldeggiare l’acqui-
sto del quadro da parte del governo austriaco per le Gallerie dell’Accademia
«perché lo ritengo un Giorgione e de più belli»46, riproponendo così l’antica
paternità che sarebbe stata accolta dalla critica successiva non senza qualche
dissenso. La Tempesta invece rimase a palazzo Manfrin. Nel 1871 Giovanni
Morelli dissuase l’amico James Hudson, già ambasciatore inglese a Torino, dal
comprare il dipinto, dichiarando che «il quadretto in tela del Giorgione (dai co-
noscitori almeno ritenuto tale) si trova tuttora invenduto nella raccolta Manfrin
di Venezia […]. È una gran bella cosa, né lo stato di conservazione parvemi cat-
tivo, ma il prezzo, che se ne chiede – 30.000 lire – è esagerato. L’argomento però
parmi troppo lubrico per quella gente, e poi è un quadretto che non sarà mai

43
  W. Hauptman, Some new nineteenth-century references to Giorgione’s “Tempesta”, in «The
Burlington Magazine», CXXXVI, n. 136, 1994, pp. 78-82, in part. pp. 81-82. Attualmente il
quadro è ricondotto a un seguace di Tiziano.
44
  G. Nepi Sciré, S. Rossi (a cura di), Giorgione. “Le Maraviglie dell’arte”, catalogo della
mostra (Venezia, novembre 2003 - febbraio 2004), Venezia 2003, pp. 134-143, n. 5 e pp.
162-167, n. 9.
45
  Per la puntuale ricostruzione della vicenda si rinvia a L. Borean, Il caso Manfrin cit.,
pp. 199-201. Problematica si rivela l’identificazione del dipinto nell’inventario Manfrin del
1834, a meno di non pensare a un errore dei periti nella compilazione della seguente voce:
«Giorgio Barbarelli suo ritratto moglie e figlio mezze figure» (camera B, n. 28), che pare più
aderente al Triplice ritratto di Alnwick Castle. Nell’inventario del 1851, invece, la Tempesta
è segnalata nella camera E, n. 17.
46
  Così Selvatico aveva dichiarato nella relazione preliminare sulla collezione Manfrin del 30
luglio 1856. Vedi L. Borean, Le Gallerie dell’Accademia di Venezia… cit., p. 401.

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gustato, se non da’ veri conoscitori d’arte»47. Solo quando, nel 1875, Wilhelm
Bode tentò di assicurare il dipinto ai musei di Berlino, Morelli si impegnò af-
finché la Tempesta passasse nella collezione del principe Giuseppe Giovannelli,
dal 1878 presidente dell’Accademia veneziana48, quasi a riscatto della sua co-
stante attività in favore di collezionisti e musei stranieri49.
Accanto ai maestri del Cinquecento veneziano, un capitolo affascinante del-
la raccolta Manfrin concerne quello dei primitivi, oggetto a partire dal tardo
Settecento di un crescente interesse erudito congiunto a un progressivo pro-
cesso di rivalutazione nella sfera del collezionismo e del commercio d’arte.
Secondo l’inventario del 1834, i pittori antichi erano stati raggruppati nella
sala H, una sistemazione che non mancò di essere rilevata da alcuni visita-
tori, come ad esempio Antoine Claude Pasquin (detto Valery), bibliotecario
del castello di Versailles: «les ouvrages des anciens peintres, de Cimabue, de
Giotto, de Mantegna, sont convenablement réunis dans une même pièce»50.
Qui erano esposti, tra gli altri, la Madonna in mandorla, san Giovanni Batti-
sta e santo monaco di Cimabue, oggi inserita nel corpus di Ambrogio di Bal-
dese (Vercelli, Museo Borgogna; fig. 12), la Carità già ascritta negli inventari
Manfrin ad Andrea del Verrocchio e attualmente ricondotta ad Hans Baldung
Grien (Vercelli, Museo Borgogna; fig. 13), il celebre San Giorgio di Andrea
Mantegna (Venezia, Gallerie dell’Accademia; fig. 16) ed infine La partenza di
Ceice di Vittore Carpaccio (Londra, National Gallery), un pittore quest’ultimo
che secondo Francesco Algarotti andava annoverato tra i padri fondatori della
scuola pittorica veneziana51.

47
  J. Anderson, Collecting, connoisseurship and the art market in Risorgimento Italy. Giovan-
ni Morelli’s Letters to Giovanni Melli and Pietro Zavaritt (1866-1872), Venezia 1999, pp. 37 e
144; C. Togneri Dowd (edited and indexed by), J. Anderson (introduction by), The Travel
Diaries of Otto Mündler… cit., pp. 32-33.
48
 I. Collavizza, “Per la salvaguardia delle belle arti”: l’esercizio della tutela… cit., pp. 187-
211, in part. pp. 198-199. Il 29 maggio 1876 il Ministero della Pubblica Istruzione aveva
richiesto alla Commissione permanente di pittura dell’Accademia veneziana un parere sul
dipinto – nel frattempo trasferito a Milano – ai fini di un suo eventuale acquisto per le Gal-
lerie veneziane.
49
  D. Levi, “Let agents be sent to all the cities of Italy”: British public museums and the Italian
art market in the mid-nineteenth century, in J.E. Law, L. Ostermark-Johansen, Victorian and
Edwardian responses to the Italian Renaissance, Aldershot 2005, pp. 33-53.
50
  A.C. Pasquin, Voyages historiques et littéraires en Italie, pendant les années 1826, 1827 et
1828, Paris 1831, vol. 1, pp. 404-405.
51
  H. Posse, Die Briefe des Grafen Francesco Algarotti an den Sächsischen Hof und seine Bil-
derkäufe für die Dresdener Gemäldegalerie 1743-1747, in «Jahrbuch der Preußischen Kunst-
sammlungen», Beiheft, LII, 1931, pp. 1-73, in part. p. 42.

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La collezione Manfrin tra Settecento e Ottocento 19

La formazione e lo studio dei primitivi della collezione Manfrin si legano


a doppio filo all’attività di antiquario e di conoscitore di Giovanni Maria Sas-
so, all’epoca impegnato nella preparazione della Venezia pittrice, un’impresa
editoriale dedicata a illustrare le origini della pittura veneziana. Il volume non
vide mai la luce ma gli esiti delle ricerche documentarie e delle riflessioni sto-
rico-critiche di Sasso sono oggi valutabili grazie alle note e agli appunti del
conoscitore52.
Da un lato, per Sasso la collezione Manfrin, da lui definita di «eccellenti
pitture»53, custodiva materiali da commentare e riprodurre in incisione nella
sua storia della scuola pittorica veneziana: scelse così di illustrare la Madonna in
trono con il Bambino e devoto di Nicolò di Pietro (Venezia, Gallerie dell’Acca-
demia; fig. 14) del 1394, tavola centrale di un polittico proveniente dalla chiesa
dei domenicani a Zara e trasferita a Venezia con tutta probabilità da Girolamo
Manfrin54. Dall’altro, è proprio grazie a Sasso se alcuni dipinti di maestri pri-
mitivi entrarono nel palazzo di Cannaregio: la Madonna con il Bambino «che
con aria ridente sta graziosamente guardandola»55 di Alvise Vivarini (Londra,
National Gallery)56, già appartenuta a Teodoro Correr; la Madonna con il Bam-
bino e otto angeli musicanti di Marco Zoppo (Parigi, Musée du Louvre; fig. 15),
grazie alla quale nel 1795 il conoscitore riconobbe la mano dell’artista nei disegni
di Madonne allora di proprietà di Francesco Novelli57; ed infine il ritrattino con
l’effigie dell’ambasciatore Marco Barbarigo (Londra, National Gallery; fig. 17),

52
  «Zibaldone di memorie di artefici veneti stese dal signor Giovanni Maria Sasso per la
storia della Venezia pittrice che aveva in animo di pubblicare arricchita di rami già preparati
e dopo la sua morte acquistati dall’abate Daniel Francesconi», pubblicato in R. Callegari,
Scritti sull’arte padovana del Rinascimento, Udine 1998, pp. 296-323.
53
  Ivi, p. 309, capitolo su Francesco e Jacobello del Fiore.
54
  Il passaggio è ricordato in una lettera di Sasso a Luigi Lanzi del 4 luglio 1795, come mi
comunica Paolo Pastres che ringrazio. A. De Marchi, Ritorno a Nicolò di Pietro, in «Nuovi
studi», 2, n. 3, 1997, pp. 5-24, in part. pp. 5 e 14, specifica la provenienza del dipinto sulla
base degli inventari della chiesa dei domenicani a Zara.
55
 Cfr. «Zibaldone» in R. Callegari, Scritti sull’arte padovana del Rinascimento, Udine
1998, p. 312, capitolo su Alvise Vivarini.
56
  Il quadro fu donato nel 1898 da Charles Loeser. Cfr. M. Davies, National Gallery Cata-
logues: Catalogue of the Earlier Italian Schools, London 1961, p. 558.
57
  Cfr. lettera di Francesco Novelli a Giovanni de Lazara del 17 luglio 1796: «circa poi alle
madonne che io possiedo saranno da me incise terminata l’opera, ed avendole fatte vedere
al signor Sasso, mi assicurò che sono originali di Marco Zoppo Bolognese avendole rico-
nosciute specialmente dalla somiglianza di carattere che anno ad una Madonna che tiene
dipinta il signor Manfrino, io dunque incise che saranno vi porrò sotto il detto nome, ma
già prima mi consiglierò con V.S. che è tanto fino conoscitore di un tal genere». BNM, ms.
It. X, 514, c. 50.

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scovato da Sasso nel 1791 presso la famiglia omonima. Giudicato opera di un


artista accostabile «un poco a Luca d’Olanda, ma si vede che è anteriore»58,
il quadro venne descritto nell’inventario Manfrin del 1834 come «maniera di
Bruges ritratto togato» e valutato la modica cifra di 50 lire austriache. Un’at-
tribuzione, quest’ultima, non molto distante da quella avanzata nell’estate del
1856 da Charles Eastlake, direttore della National Gallery che, alla notizia delle
vendite Manfrin, ritenne degni di un’offerta solo tre pezzi, tra cui appunto il
Ritratto di Marco Barbarigo giudicato «exquisite» da Eastlake59.

La dispersione

Girolamo Manfrin morì all’improvviso nel 1801 a causa di un’apoplessia fulmi-


nante60, probabilmente senza nemmeno riuscire a dettare il proprio testamento61
e destando non poche preoccupazioni tra i mercanti a lui più vicini62. Sebbene fin
da subito circolassero voci di una possibile alienazione della collezione, in realtà
l’eredità di Girolamo sarebbe stata accuratamente amministrata e custodita dal fi-
glio Pietro, al quale fu concesso dal primo governo austriaco il mantenimento del
titolo marchionale di cui il padre era stato insignito nel 1801 da papa Pio VII63.

58
  L. Borean, Lettere artistiche del Settecento veneziano. Il carteggio Giovanni Maria Sas-
so-Abraham Hume, Fondazione Giorgio Cini, Verona 2004, pp. 12 e 218, lettera di Sasso a
Hume del 30 novembre 1791.
59
  S. Avery-Quash, The travel notebooks of Sir Charles Eastlake, in «The Walpole Society»,
73, 2011, vol. I, p. 272. Secondo Eastlake il dipinto poteva essere ascritto a Hugo van der
Goes. Oggi è ricondotto alla cerchia di Jan van Eyck. Cfr. L. Campbell, National Gallery
Catalogues. The Fifteenth Century Netherlandish School, London 1998, pp. 224-227.
60
 ASPV, Parrocchia di San Geremia, Registri dei morti, b. 79, reg. 44 (n. prec. 65), c. 201v:
«adi 8 ottobre 1801. Il nobile signor marchese Gio. Batta Girolamo Michele conte Manfrin
q. Pietro di anni 59 dopo 24 ore di decubito morì alle ore 10 antimeridiane di questo giorno
da apoplessia fortissima fulminante; il di cui cadavere resterà insepolto almeno 24 ore, come
da fede del medico Gio. Pietro Pellegrini, dal quale fu visitato. Si seppellirà nella chiesa
votiva di San Marcilian. Lo fa seppellire suo figlio. Fondamenta Savorgnan n. 5».
61
  Le ricerche sinora compiute non hanno dato riscontro positivo.
62
  Cfr. la lettera di Alexander Hamilton a Sasso da Padova, senza data ma post ottobre 1801:
«ho sentito con molto dispiacere la morte del Signore Manfrin; so che era un uomo che
faceva molto bene e che era dei vostri protettori ed Amici. Avete ragione d’essere rattristato
da sì crudele ed inaspettato colpo». La missiva è trascritta in E. Volpetti, Fonti per la storia
del collezionismo… cit., p. 85.
63
 ASVe, Commissione araldica, b. 132, fasc. Manfrin, documento del 6 agosto 1802. Il titolo
poteva essere riconosciuto nella Matricola dei Nobili e Titolati del Regno Lombardo Veneto
della seconda dominazione austriaca ma solo nella Matricola dei titolati forestieri perché
conferito dallo stato della Chiesa. Pietro Manfrin poteva valersi del titolo solo se fosse stato

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La collezione Manfrin tra Settecento e Ottocento 21

Pietro Manfrin non seguì le orme paterne in ambito imprenditoriale delegan-


do ai direttori dello stabilimento di Nona la conduzione degli affari64, e preferì
dedicarsi alla cura e all’arredamento del palazzo di famiglia65, la cui rendita annua
si collocava oltre la soglia delle 4.000 lire venete66; in effetti l’inventario dei beni
mobili contenuti nell’edificio nel 1834 è indice di una solida agiatezza, rievocando
interni finemente arredati con tavoli di marmo e diaspro, vasi di porcellana giap-
ponese, specchi e servizi di bisquit od oggetti preziosi come un trittico di smalti
con comparti a chiaroscuro decorati con motivi desunti da disegni di Raffaello.
La consistenza e la fisionomia della pinacoteca rimasero sostanzialmente in-
variate dopo la scomparsa di Girolamo, e il figlio si mostrò vigile custode della
collezione, atteggiamento che non sfuggì ai contemporanei. Il 20 agosto 1818
Emmanuele Antonio Cicogna annotava nei suoi Diari che all’esposizione an-
nuale dell’Accademia l’unico dipinto capace di catturare gli spettatori fu

quello del dilettante Astolfoni67 ed è un quadro con tre figure di Giorgione copiato
divinamente dall’originale esistente nella galleria Manfrin; ed è copiato sì bene che
si scambierebbe facilmente con l’originale e Manfrin non vuole più oltre dargli a
copiare i suoi quadri, per gelosia che possa confondersi l’originale colla copia68.

in grado di dimostrare di aver adempiuto agli obblighi fiscali richiesti in occasione della
conferma del 1802, ma la documentazione da lui presentata alla commissione araldica il 18
novembre 1820 fu considerata insufficiente.
64
  R. Tolomeo, Imprenditoria e società in Dalmazia… cit., p. 93.
65
  G. Moschini, Guida per la città di Venezia... cit., II, p. 54: «né si lascia di andarlo – il pa-
lazzo Manfrin – sempre più arricchendo per la generosa premura del vivente conte Pietro,
figliolo del conte Girolamo». Nel 1816 Antonio Canova funse da intermediario tra Manfrin
e un certo Bassi pittore. H. Honour, P. Mariuz (a cura di), Antonio Canova, vol. I. Epistola-
rio (1816-1817), Roma 2002, p. 150.
66
  Così risulta da una perizia di Giannantonio Selva del primo maggio 1805, allegata alla
notifica dei possedimenti immobiliari alla Regia Commissione del Censo, inviata da Manfrin
il 30 marzo 1808. Lo stabile «grande a uso di fabbrica di tabacchi» ubicato al civico 152 di
Santa Croce, invece, aveva raggiunto una rendita annua di 12.400 lire venete, sempre sulla
base dei calcoli del Selva (perizia dell’11 maggio 1805). Cfr. ASVe, Censo provvisorio, Notifi-
che Venezia, b. 37, n. 1220. Va comunque tenuto conto che le entrate dei Manfrin subirono
gli effetti dei rivolgimenti politici, come testimonia una lunga vertenza legale protrattasi sino
al tardo Ottocento per il credito loro spettante dopo l’abolizione, nel 1805, delle imprese di
esercizio delle regalie da parte del governo austriaco. Vedi il fascicolo della vertenza giudi-
ziaria in Sardagna-Plattis eredi del marchese Pietro Manfrin contro il r. ministero delle finanze
in punto revocazione della sentenza 10 dicembre 1880 della R. corte d’Appello di Roma, Roma
1882, in part. pp. 4-5.
67
  Gaetano Astolfoni (Venezia, 1780-1840), pittore e professore di restauro all’Accademia
veneziana.
68
  BMCVe, Cicogna 2845, cc. 4504-4505.

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Ancora, nell’ottobre del 1835 il pittore francese Victor Mottez ricordava,


non senza un velo di biasimo, che a Venezia «Giorgion a fort peu d’ouvrages
à Venise et le plus beaux au Palais Manfrini ne peuvent être copiés»69, mentre
qualche anno prima Charles Eastlake era stato costretto a prendere i suoi ap-
punti «in his sketchbook, standing»70.
A giudizio di Leopoldo Cicognara la Galleria Manfrin era l’unica a Venezia,
agli inizi dell’Ottocento, capace di reggere il confronto con quelle delle famiglie
«principesche» di Firenze e Roma71. Costituiva una sosta raccomandata negli
itinerari consigliati ai forestieri, accompagnati nelle visite o dai custodi o da
«una specie di disegno portatile, che serviva di guida, senza anche aver uopo
di ricorrere ai custodi», predisposto per ogni sala del palazzo72. Di tale guida
illustrata, anticipatrice delle schede oggi in uso nei musei, sopravvivono tre fogli
conservati nella Biblioteca del Museo Correr (fig. 18), relativi, a quanto risulta
dal confronto con gli inventari del 1834 e del 1851, alle pareti della stanza A,
corrispondente alla prima sala del piano nobile che si apre dirimpetto lo scalone
monumentale. Simili testimonianze grafiche esistono anche per altre quadrerie
veneziane dell’epoca, segno che si trattava di uno strumento piuttosto comune,
adottato anche nelle prime gallerie di natura commerciale: si pensi alle incisioni
illustranti il ‘museo’ di Antonio Sanquirico e agli acquerelli riproducenti, molto
probabilmente, gli spazi espositivi allestiti a metà secolo dal mercante Valentino
Benfatto (fig. 19)73. Oggi, nonostante il degrado degli interni di palazzo Man-
frin, alcune tracce dell’allestimento sono ancora visibili (fig. 20).

69
  R. Giard, Victor Mottez, Lille 1934, p. 114, lettera del 28 ottobre 1835.
70
  C.L. Eastlake, Contributions to the Literature of the Fine Arts… with a Memoir by Lady
Eastlake, London 1870, pp. 191-192.
71
  Il riferimento è contenuto nel Rapporto sulle belle arti nel regno italico, spedito da Cicognara
il 9 dicembre 1809 al Direttore generale della pubblica istruzione: «i nazionali veneziani sono
portati al lusso […] e solo in Venezia trovasi accumulata modernamente una sontuosa e recen-
tissima collezione di quadri nella casa Manfrin la quale può mettersi a pari delle collezioni che
veggonsi nelle case principesche di Firenze e di Roma». Cfr. F. Mazzocca (a cura di), Scritti
d’arte del primo Ottocento, Milano 1998, p. 48. Il giudizio è ripreso nella guida in francese di
G. Moschini, Itineraire de la ville de Venise et des îles circonvoisines, Venise 1819, p. 221.
72
  G.J. Fontana, Cento palazzi fra i più celebri di Venezia sul Canalgrande… cit., p. 327.
73
  Gli acquerelli, rilegati in volume, sono stati resi noti e analizzati in L. Borean with A.
Cera Sones, Drawings of the Installation of a Nineteenth-Century Picture Gallery: a Study of
the Display of Art in Venice, in «Getty Research Journal», 2, 2010, pp. 169-176, al quale si
rinvia anche per una discussione generale sulla diffusione e sulle caratteristiche di tali fonti
in ambito veneziano. Sulla questione dell’allestimento delle collezioni in Italia in età moder-
na si veda l’introduzione al volume di G. Feigenbaum (a cura di), Display of art in the roman
palaces 1550-1750, Los Angeles 2014.

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La collezione Manfrin tra Settecento e Ottocento 23

Pietro Manfrin morì il 28 agosto 1833 nella villa di Sant’Artemio nei pres-
si di Treviso, fatta ristrutturare dal padre all’architetto Giannantonio Selva74.
Nonostante i timori di alcuni intellettuali75, Pietro aveva saputo garantire la
conservazione della Galleria, consegnandola pressoché integra alla sorella Giu-
lia Angela Giovanna, cui toccò bilanciare l’uso residenziale del palazzo con
la crescente richiesta di visite, in concomitanza con l’aumento del flusso di
forestieri e turisti a Venezia. Che la collezione Manfrin venisse assimilata a
una specie di museo pubblico lo suggerisce il fatto che nella guida di Venezia
approntata nel 1852 da Pietro Selvatico in collaborazione con Vincenzo Lazari,
essa figuri come una vera e propria appendice a completamento delle Gallerie
dell’Accademia76.
Nel 1851, a tre anni di distanza dalla scomparsa della marchesa Manfrin, i
figli Antonio Maria e Bortolina Plattis, nati dal matrimonio con Giovanni Bat-
tista Plattis originario di Mantova (scomparso ante 1848), tentano di vendere
la Galleria. A spingerli in tale direzione dovettero essere tanto le spese derivate
dai numerosi lasciti in denaro stabiliti dalla defunta madre nel proprio testa-
mento e da lei dichiarati inoppugnabili dai figli, pena la perdita dell’eredità77,
quanto la crescente pressione fiscale applicata dal governo imperiale a sanzione
dell’insurrezione del 184878. Una circostanza, quest’ultima, che avrebbe porta-
to a un rapido aumento di beni sul mercato, da cui potevano trarre beneficio
antiquari e musei. Infatti, l’allora presidente dell’Accademia, Pietro Selvatico,
impegnato nella riorganizzazione del sistema di controllo sul patrimonio e sulla
circolazione delle opere entro e fuori dai territori del Regno, aveva caldeggia-

74
 M. Azzi Visentini, Villa Manfrin a Sant’Artemio di Treviso, in M. Macera (a cura di), I
giardini del principe, atti del convegno (Racconigi, 22-24 settembre 1994), Savigliano 1994,
pp. 99-111, in part. pp. 100-101. Dal 1937 la villa e il parco sono di proprietà del Comune
di Treviso. V. Fontana, Villa Manfrin, Sant’Artemio, in M. Azzi Visentini (a cura di), Il
giardino veneto. Storia e conservazione, Milano 1988, pp. 173-174.
75
  Nel 1830 il milanese Francesco Caffi, scrivendo a Cicogna, aveva manifestato una certa
preoccupazione sul futuro della collezione, chiedendosi «qual brutto fine farà la Galleria
Manfrin». I. Collavizza, Dall’epistolario di Emmanuele Antonio Cicogna… cit., p. 169.
76
  P. Selvatico, V. Lazari, Guida artistica e storica di Venezia… cit., pp. 297-299.
77
 ASMn, Pretura, Testamenti, b. 75, n. 4210, testamento di Giulia Angela Giovanna Manfrin
Plattis, 25 gennaio 1846. Tra i vari lasciti, uno tra i più consistenti è quello a favore del Semi-
nario vescovile di Treviso, ammontante a 30.000 lire da versare entro quattro anni a decorrere
dalla morte della nobildonna, avvenuta il 17 agosto 1848. Vedi anche ASVTv, 21 B 1, fondo
Opera pia Giulia Giovanna Manfrin Plattis. Nel 1849 Antonio Maria si era già stabilito a
Padova, mentre Bortolina Plattis trasferiva la propria residenza nel palazzo di Cannaregio in-
sieme alla famiglia, lasciando dunque Trento, città d’origine del marito, Francesco Sardagna.
78
  Su tale aspetto cfr. G. Pillinini, Dal quarantotto all’Unità, in M. Gottardi (a cura di),
Venezia suddita. 1798-1866, Venezia 1999, pp. 77-95, in part. pp. 91-92.

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to l’accorpamento della collezione Manfrin alle Gallerie dell’Accademia. Una


proposta che non sarebbe probabilmente dispiaciuta a Girolamo Manfrin, già
socio onorario dell’istituto accademico. Alla mossa di Selvatico non dovevano
essere estranee le voci circolanti su possibili trattative intavolate dai Manfrin
con il museo del Louvre tramite lo spregiudicato Felice Donato, artefice all’e-
poca dell’esportazione della pinacoteca Barbarigo dalla Terrazza in Russia.
Per Selvatico l’acquisto dei quadri Manfrin costituiva un’occasione da non
perdere, perché si potevano colmare le lacune del museo in termini di scuo-
le e artisti assenti o mal rappresentati. Egli aveva persino calcolato in metri
quadrati (480, le Gallerie ne disponevano di 590)79 lo spazio necessario per
accogliere e isolare la collezione nelle «sale novissime», con il vantaggio di
mantenerla unita, secondo una scelta adottata in precedenza per il lascito di
Girolamo Contarini (1838)80, e di poter sfruttare la sala più grande per le le-
zioni di Estetica tenute dallo stesso Selvatico, accomodandovi i dipinti della
pinacoteca Manfrin capaci di «presentare una successiva storia dell’arte»81.
Nel progetto di Selvatico l’acquisizione dei quadri Manfrin rientrava nella più
ampia e impegnativa riforma dei sistemi didattici da lui promossa sin dal suo
insediamento nel 1849 alla guida dell’Accademia, dapprima nel ruolo di segre-
tario e poi in quello di presidente, risollevandola dallo stato di inerzia in cui
versava dopo l’uscita di scena di Leopoldo Cicognara82.
Il governo austriaco non mancò di farsi avanti, dietro le suppliche indirizza-
te alla luogotenenza dal podestà di Venezia Giovanni Correr al fine di salvare
«dalla cupidigia degli speculatori questo splendido gioiello della veneta coro-
na», sfruttando l’occasione per ricucire i rapporti tra cittadini e intellettuali
veneziani da un lato e potere imperiale dall’altro dopo i moti del 184883. La pre-
tesa dei Manfrin di cedere en bloc la raccolta fece però naufragare le trattative,
peraltro già minate dal fatto che il direttore del Museo del Belvedere di Vienna

79
  Lettera di Selvatico del 15 marzo 1851 in PMV, Fascicolo Manfrin.
80
  Sulla donazione Contarini si rinvia a M. Scarazzolo, «Tanto merito di generosità e di
amor patrio»: la donazione di Girolamo Contarini alla città di Venezia (1838), tesi di dotto-
rato di ricerca in Storia dell’arte, XX ciclo, Università degli studi di Udine, a.a. 2009-2010.
81
 PMV, Fascicolo Manfrin, lettera di Selvatico del 15 marzo 1851.
82
  Per un profilo generale di Selvatico si rinvia a F. Bernabei, Pietro Selvatico nella critica
e nella storia delle arti figurative dell’Ottocento, Vicenza 1974. Specifici aspetti della sua
attività sono stati oggetto degli interventi di M. Visentin, Pietro Selvatico e il «Giornale Eu-
ganeo» 1844-1848, tesi di dottorato in Storia dell’arte, Università degli studi di Udine, a.a.
2005-2006 e A. Auf der Heyde, Per l’“avvenire dell’arte in Italia”: Pietro Selvatico e l’estetica
applicata alle arti del disegno nel secolo XIX, Ospedaletto (Pisa) 2013.
83
  Il passo è contenuto in una lettera del 29 marzo 1852 conservata in ASVe, Presidenza della
Luogotenenza delle province venete, b. 221, fasc. 13.

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La collezione Manfrin tra Settecento e Ottocento 25

– convocato dal governo centrale in qualità di esperto – aveva calcolato un prez-


zo ben al di sotto delle aspettative dei proprietari, decisi invece a trarre il mas-
simo profitto. La Tempesta di Giorgione venne valutata 2.200 lire contro le 600
fissate per la Vecchia, il San Giorgio di Mantegna 2.300, il Ritratto dell’Ariosto
di Tiziano 1.100, cifre comunque superate da quelle calcolate per il quadro con
il «medico che osserva l’orina di un ammalato» assegnato a Gerrit Dou valutato
3.200 lire e per il «ritratto con collaro bianco» di Rembrandt a quota 3.500.
Inoltre, sempre nel 1851, si era fatto avanti un nuovo potenziale acquirente,
cioè la National Gallery di Londra, impegnata a metà Ottocento in una mirata
politica di accrescimento del nucleo di opere del Rinascimento italiano. In una
lettera del 7 maggio di quell’anno indirizzata ai Trustees da Edward Cheney,
uno dei membri più in vista della società anglo-italiana dell’epoca e residente
a Venezia84, si sottolinea che la Galleria Manfrin «Have collected towards the
close of the last century by a nouveau riche who was anxious to have specimens
of every master and illustrations of every school; for this reason many of his
pictures particularly those of foreign schools not Venetian, should be looked at
with great caution». Cheney concluse il suo resoconto suggerendo di acquistare
«The Deposition by Titian, the Ariosto portrait, the three heads by Giorgione,
the Lady and guitar by Palma»85. L’idea di Cheney che la collezione Manfrin
fosse sopravvalutata era condivisa anche dal pittore Thomas Uwins, inviato a
Venezia dalla National Gallery un mese più tardi, nel giugno 1851, insieme al
mercante William Woodburn86. I criteri cui attenersi nella valutazione della rac-
colta furono espressi dai Trustees con chiarezza: autenticità delle opere, stato di
conservazione, «character» degli autori e storia o biografia dei dipinti più im-
portanti, trattandosi di una Galleria di recente formazione87. La garanzia di ori-
ginalità era assicurata, oltre che da un’attenta analisi diretta, dalla testimonianza
di «an intelligent old man, the son of the person who was mainly employed by

84
  Dopo aver trascorso un periodo in India, appena uscito dall’accademia militare, Edward
Cheney (1803-1884) si trasferì dapprima a Roma per poi passare a Venezia dove rimase dal
1846 al 1852, stringendo amicizia con Rawdon Brown e dedicandosi soprattutto alla ricerca
di sculture e di dipinti di antichi maestri veneziani per la sua raccolta. Cfr. G.F. Waagen,
Galleries and Cabinets of Art in Great Britain, London 1857, pp. 170-171: «this gentleman
belongs to that class of lovers of art who are guided by a general taste for the beautiful»; R.
Monckton Milnes Houghton, Edward Cheney. In memoriam, in «Miscellanis of Philobi-
blon Society», 15, 1884, pp. 3-18, in part. pp. 16-18 e soprattutto T. Knox, Edward Cheney
of Badger Hall: a forgotten collector of Italian sculpture, in «The Sculpture Journal», 16,
2007, pp. 5-20.
85
 NG5/86/11.
86
  W. Hauptman, Some new-nineteenth-century references… cit., pp. 78-82, in part. p. 81.
87
  Ivi, pp. 78-82, in part. p. 82.

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the signor Manfrin to form the collection», il quale avrebbe viaggiato per conto
di Girolamo Manfrin in Germania, Olanda, Inghilterra, oltre che nei principali
stati italiani, al fine di reperire dipinti per la Galleria, un racconto che tuttavia
non collima con le biografie dei principali consulenti noti di Manfrin. I Truste-
es avevano esplicitamente richiesto una valutazione analitica della collezione,
predisposta da Woodburn scegliendo soltanto i pezzi giudicati ammissibili nel
museo, pari a centoventi dipinti, dunque un terzo del totale, convinto che la
qualità delle opere fosse troppo diseguale per concludere un acquisto in bloc-
co. Quest’ultima soluzione invece era auspicata dai Manfrin-Plattis che così
potevano minimizzare gli effetti della richiesta di esportazione all’Accademia,
in un momento in cui, in base a un decreto del 1818, tale istituto esercitava
un crescente controllo sulle esportazioni tramite una commissione deputata a
vagliare le domande dei privati88. La Commissione di pittura poteva rilasciare
o meno una ‘patente’ di libera circolazione, offrendo al governo l’opportunità
di esercitare il diritto di prelazione in caso di opere di particolare pregio e va-
lore storico-artistico. Nel dicembre del 1851 Antonio Maria Plattis, all’epoca
già trasferitosi a Padova, si era tuttavia mostrato disponibile a cedere al museo
inglese anche solo una quota, non inferiore comunque a centotrenta quadri e
per la cifra di 700.000 lire austriache; per far apparire più allettante la proposta
il suo intermediario, Felice Donato, sottolineò senza modestia il ruolo cruciale
assunto nella già citata vendita della pinacoteca Barbarigo89. Il tentativo fallì, ciò
nonostante l’anno successivo Eastlake, facilitato dall’aiuto di una scala90 – di cui
la prima sala della Galleria era dotata91 – ispezionò accuratamente i quadri Man-
frin, soffermandosi soprattutto su quelli del Cinquecento veneto, dall’Ariosto di
Tiziano alla Tempesta di Giorgione, la quale, pur rimarchevole per il «beautiful
landscape» e dunque ideale per ben rappresentare la rivoluzione di Giorgione
nella pittura di paesaggio, non fu reputata degna di un acquisto per il museo,
probabilmente perché, come è stato di recente suggerito, «its small size, enig-
matic subject and the nude woman suckling an infant spoke against it»92. La

88
  A. Bernardello, Note archivistiche sul mercato antiquario a Venezia (1815-1850). Un pro-
gramma di ricerca, in «Atti dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti», vol. CLXXI,
2012-2013, pp. 171-176.
89
  NG 5/ 88/10, lettera di Felice Donato a Thomas Uwins del 17 dicembre 1851.
90
  S. Avery-Quash, The travel notebooks … cit., vol. I, pp. 167-169.
91
 ASVe, Conservatoria del registro e tasse, b. 1581, Eredità nuove estinte, fasc. 1443, inven-
tario dei beni mobili del palazzo Manfrin a San Geremia del 15 febbraio 1834, testualmente:
«Primo appartamento galleria. Saletta segnata lettera A. Luogo contiguo. Tre scalette d’a-
bete per uso galleria».
92
  S. Avery-Quash, The travel notebooks… cit., vol. I, p. 35; E. Greer, N. Penny, Giorgione

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La collezione Manfrin tra Settecento e Ottocento 27

Tempesta era stata anche scartata dal lotto di opere d’arte che nel 1848 il go-
verno rivoluzionario veneziano, capeggiato da Daniele Manin, intendeva porre
a garanzia di un prestito internazionale per fronteggiare le precarie condizioni
finanziarie della città93.
Assunta la carica di direttore della National Gallery nel 1855, Eastlake ritor-
nò a Venezia per riesaminare la collezione in più occasioni, a partire da quello
stesso anno94. Il report del 4 febbraio 1856, riferito al soggiorno dell’autunno
del 1855, contiene interessanti osservazioni, che vale la pena riportare in esteso:

During that stay I again carefully and more than one inspected the Manfrini Gal-
lery […]. By far the larger portion of that Gallery, if bought, would require to
be disposed of by public sale; under such circumstances perhaps the transaction
would not be unprofitable95. With regard to the merits of the better part of the
collection I found many pictures of great interest though there are few by the most
familiar names. The Giorgione have I think been overrated, if not in some instances
misnamed; and I now feel quite certain that the Entombment attributed to Titian
is not even in part by that master. On the other hand there are in every room some
authentic and valuable works, and a very interesting small Gallery might be formed
from them. The question is the more worthy to be considered hereafter (should the
opportunity still exist) because I have no doubt the price that would be now taken
would be less than half the original demand. The original demand was £40.000, and
I have reason to believe that £18.000 would now be accepted96.

Grazie a questa ricognizione, Eastlake era ben preparato quando, nell’estate


del 1856, i nipoti di Girolamo Manfrin, Antonio Maria e Bortolina Plattis, ini-
ziarono ad alienare la quadreria a lotti; pubblicarono sia un catalogo a stampa
corredato delle informazioni essenziali ma privo delle stime monetarie97 sia un

and the National Gallery, in «The Burlington Magazine», CXLII, n. 1287, 2010, pp. 364-
375, in part. p. 366. Uwins e Woodburn valutarono la Tempesta solo £. 100, mentre per il
Triplice ritratto proposero la stima di £. 2500.
93
  Sull’episodio, dagli interessanti risvolti in tema di tutela e valorizzazione del patrimonio
artistico demaniale e privato, si rinvia a A. Bernardello, Venezia 1848: arte e rivoluzione, in
«Società e storia», 96, 2002, pp. 279-288.
94
 Eastlake visitò palazzo Manfrin nel 1851, 1852, 1855, 1857, 1859, 1862 e 1863. S.
Avery-Quash, The travel notebooks… cit., vol. I, pp. 58, 167-168, 270-272, 380-381, 494-
495, 608-609, 632 e 643.
95
  Eastlake preferiva comunque trattare e negoziare direttamente con i proprietari. Ivi, vol.
I, p. 27.
96
  Ivi, vol. II, p. 102, report del 4 febbraio 1856.
97
  Catalogo dei quadri esistenti nella Galleria Manfrin in Venezia, Venezia 1856. L’avviso
della vendita fu pubblicato nella Gazzetta Ufficiale di Venezia del 28 giugno 1856 (n. 147, p.
560). I potenziali acquirenti dovevano presentare una richiesta scritta ai proprietari.

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avviso nella Gazzetta di Venezia, scatenando una vera e propria corsa al qua-
dro tanto che la vendita Manfrin divenne uno dei principali eventi del mercato
dell’arte del periodo.
Gli acquirenti erano spuntati come funghi98. Pochi i mercanti e i collezio-
nisti locali coinvolti, come Federico Della Rovere e il conte Giovanni Battista
Sardagna99, discendente di Girolamo Manfrin per linea materna essendo nato
dal matrimonio di Bortolina Manfrin Plattis con Francesco Sardagna. Un ruo-
lo preponderante fu al contrario giocato dagli stranieri, perlopiù angloameri-
cani: Charles Eliot Norton (acquirente di un ritratto attribuito a Tintoretto,
poi venduto a Isabella Stewart Gardner), Edward Cheney, Georg Planch, John
Gardner, Edward Pollignach (che si aggiudicò il Trionfo di Venezia di Pompeo
Batoni; fig. 21), John Young (membro della British Institution), Louis de Saint
Julien, George Augustus Frederick Cavendish Bentinck100 e Alexander Barker.
Intraprendente e aggressivo collezionista, Barker deve identificarsi con l’inglese
menzionato da Cicogna nei suoi diari, che si assicurò «per diecimila napoleoni
d’oro»101 una ventina di quadri Manfrin tra cui il Ritratto di Giovanni Bressani
di Giovan Battista Moroni (Edimburgo, National Galleries Scotland; fig. 22)
allora creduto un’effigie di Michelangelo102. Un intero piano dell’abitazione di

98
 BMCVe, Minute del catalogo generale, Busta elenchi: purtroppo il documento è incomple-
to, come si evince dalla indicazione a termine della lista «segue foglio n. 2».
99
  Nato nel 1828 a Trento e scomparso a Venezia nel 1888, dove si era trasferito insieme
alla famiglia nel 1849 (dopo la morte di Giulia Angela Giovanna Manfrin Plattis), fu socio
residente dell’Ateneo Veneto. Cfr. l’elogio di G. Nicoletti, Cavalier di Sardagna Giovan-
ni Battista, in «Archivio Veneto», XXXVI, 1888, pp. 486-492, dove si insiste soprattutto
sull’impegno patriottico profuso dal Sardagna durante le guerre di indipendenza. E.A. Ci-
cogna, Delle inscrizioni veneziane raccolte ed illustrate… cit., VI, 1853, p. 593.
100
  N. Penny, National Gallery Catalogues. The Sixteenth Century Italian Paintings, vol. II.
Venice 1540-1600 cit., pp. 86-87. Importante raccoglitore soprattutto di dipinti di scuola ve-
neziana, oltre a due Paesi di Francesco Zuccarelli e a un Mosè che fa scaturire l’acqua dalla
roccia di Jacopo Bassano, Bentinck acquistò da casa Manfrin anche dei busti in terracotta
attribuiti ad Alessandro Vittoria come risulta da un promemoria del collezionista, redatto
nel 1871, in concomitanza con il prestito dei busti per una mostra al Victoria and Albert
Museum, dove furono definitivamente trasferiti nel 1948. Vedi L. Borean, Il caso Manfrin
cit., pp. 210-211, cui si rinvia anche per le altre statue ricordate a palazzo Manfrin nell’Otto-
cento, come la Vestale di Antonio Corradini sistemata nella sala A (F. Zanotto, Nuovissima
guida di Venezia… cit., p. 347; B. Cogo, Antonio Corradini scultore veneziano (1688-1752),
Este 1996, pp. 164-170) menzionata da Antonio Balestra (G. Moschini, Guida per la città di
Venezia all’amico delle belle arti, 2 voll., Venezia 1815, II, parte I, pp. 53-54).
101
  BMCVe, Cicogna 2846, alla data 24 giugno 1856, quindi con qualche giorno di anticipo
rispetto all’avviso ufficiale della vendita pubblicato nella Gazzetta di Venezia.
102
  Su Alexander Barker si rinvia a G.F. Waagen, Treasures of art in Great Britain, vol. II,

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La collezione Manfrin tra Settecento e Ottocento 29

Barker a Piccadilly, dove si riunivano i membri del Burlington Fine Arts Club –
circolo aperto a collezionisti ed artisti103 –, fu destinato all’allestimento dei quadri
giunti da Venezia, un evento che non passò ovviamente inosservato a Londra104.
Barker dovette attendere le licenze di esportazione sino al 1857105, ma alla
fine il governo austriaco – poco incline a esercitare un controllo del mercato
artistico, soprattutto dopo l’istituzione del porto franco nel 1830106 – non ap-
plicò quella sorta di diritto di prelazione previsto dal 1819 per le opere d’arte
«che contribuiscono al decoro e all’ornamento dello stato»107. La norma era
stata invocata da Selvatico, membro della commissione che si espresse negati-
vamente in merito alla richiesta di esportazione di Barker il 12 luglio del 1856:
il 30 dello stesso mese, infatti, il presidente dell’Accademia propose a Vienna
l’acquisizione di 69 dipinti da palazzo Manfrin da destinare alle gallerie venezia-
ne, motivandone indirizzi e criteri in una dettagliata relazione consegnata alla

London 1854, p. 125; N. Penny, National Gallery Catalogues. The Sixteenth Century Italian
Paintings, vol. I. Paintings from Bergamo, Brescia and Cremona, London 2004, p. 3 e Id.,
National Gallery Catalogues. The Sixteenth Century Italian Paintings, vol. II. Venice 1540-
1600 cit., p. 372. Nel gruppo acquistato da Barker figuravano anche il cosiddetto Ariosto
di Tiziano già citato, la Donna con liuto di Giorgione e il Ritratto d’artista con cinque allievi
di Pordenone (entrambi a Alnwick Castle e rispettivamente ricondotti a Palma il Vecchio e
Bernardino Licinio).
103
 D. Sutton, Aspects of British Collecting. Part XV. The Age of Robert Browning, in «Apol-
lo», 123, n. 282, 1985, pp. 96-110, in part. p. 104.
104
  Come testimonia la recensione al volume di G.F. Waagen, Galleries and Cabinets of
Art in Great Britain (1857), apparsa nel fascicolo dell’aprile 1858 dell’Atlantic Monthly:
«Mr. Barker has also made an addition to his collection so recent as not to be described
even in the last volume of the “Art Treasures”, but which is of unsurpassed interest. He
has purchased from the Manfrini Gallery at Venice, a gallery which has long been famous
as containing some of the best works of the Venetian school, eighteen of its best pictures,
and was lately in treaty for a still larger number. He has already secured Titian’s portrait of
Ariosto, Giorgione’s portrait of a woman with a guitar, and other works by these masters,
by Palma Vecchio, Giovanni Bellini, and other chief Venetian painters. We trust that he may
bring to England (if it must leave Venice) Bellini’s St. Jerome, a picture of the most precious
character».
105
  G.F. Waagen, Galleries and Cabinets… cit., p. 77.
106
  F. Mazzocca, La promozione delle arti da L. Cicognara a P. Selvatico, in G. Benzoni,
G. Cozzi (a cura di), Venezia e l’Austria, atti del convegno (Venezia, 28-31 ottobre 1997),
Venezia 1999, pp. 21-36, in part. pp. 26-27 e A. Auf der Heyde, Gli inizi della Zentral-Kom-
mission di Vienna, in G. Perusini, R. Fabiani (a cura di), Conservazione e tutela dei beni cul-
turali in una terra di frontiera. Il Friuli Venezia Giulia fra Regno d’Italia e Impero Asburgico
(1850-1918), atti del convegno internazionale (Udine, 30 novembre 2006), Vicenza 2008,
pp. 23-38, in part. pp. 27-28, p. 35, nota 34.
107
  Lettera di Selvatico al governo austriaco del 12 luglio 1856 in PMV, Fascicolo Manfrin.

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Luogotenenza. L’operazione andò in porto, sebbene a fatica, perché Vienna,


nella teoria non insensibile a custodire il patrimonio cittadino, ma nella prati-
ca scarsamente propensa a limitare i flussi di esportazione delle opere d’arte,
privilegiava una politica di investimenti economici sui grandi monumenti ve-
neziani, in grado di conferire maggiore visibilità. Francesco Giuseppe però si
era anche impegnato in una politica di riconciliazione nei confronti di Venezia
dopo il regime militare di Radetzky, instauratosi a seguito della fallimentare ri-
voluzione del 1848. L’acquisto dei quadri Manfrin costituiva uno di quegli ‘atti
di clemenza’ verso i monumenti e il patrimonio artistico veneziani sponsorizzati
dal giovane sovrano108 che, durante la sua visita ufficiale nel dicembre del 1856,
poteva dichiarare con orgoglio quanto fosse «ricchissima di pitture» l’Accade-
mia di Belle Arti. Cicogna, allora consigliere dell’istituto stesso, non mancò di
sottolineare quanto tale ricchezza fosse dovuta anche al «generoso dono fatto
da sua maestà de’ quadri della Galleria Manfrin»109. In verità, la cifra stanziata
dal governo era assai esigua, sicché Selvatico, incaricato di condurre le tratta-
tive con i Manfrin, sperava di convincerli ad accettare un’offerta ribassata, in
cambio del riconoscimento pubblico per il ‘sacrificio’ compiuto a favore della
città di Venezia. Chiaro era il suo intento, quello di non incappare in un altro
fallimento, dopo quello del 1851.
Alla fine, il presidente dell’Accademia dovette accontentarsi, non senza pri-
ma aver minacciato i Manfrin di non autorizzare ogni loro futura richiesta di
esportazione, di ventun dipinti sui sessantanove inizialmente previsti coniugan-
do i personali orientamenti critici e storiografici ai suoi propositi di rilancio e
svecchiamento dei metodi didattici dell’istituto110. Per Selvatico era necessario,
secondo un criterio peraltro economicamente vantaggioso, «che i quadri da
comperarsi potessero principalmente tornare giovevoli agli studiosi di pittura
entro l’Accademia e perciò fermammo in particolare l’attenzione o sopra autori

108
 Cfr. A. Auf der Heyde, Gli inizi della Zentral-Kommission… cit., pp. 23-38, in part. p. 28.
109
  BMCVe, Codice Cicogna 2846, cc. 6347-6348: «Adi 21 dicembre 1856, fui a pranzo alla
tavola stessa di sua maestà l’imperatore, come consigliere straordinario accademico, ora
come membro effettivo pensionato dell’Istituto = Non v’intervenne l’imperatore perché
indisposto. Il pranzo fu buonissimo […], si fece come tutti gli altri solenni nella sala delle
colonne = Eravamo circa 70; dopo il pranzo sua maestà passò ognuno in rassegna, chie-
dendo ognuno di qualche cosa. A me parlò dell’Accademia ricchissima di pitture, ed io gli
risposi: esser vero, ma esser accresciuta di pregio pel generoso dono fatto da sua maestà de’
quadri della Galleria Manfrin».
110
  Per la posizione di Selvatico sulla formazione del pittore di storia e su come l’arte con-
temporanea possa trovare alimento nel patrimonio artistico del passato cfr. A. Auf der Hey-
de (ed. con postfazione e indici a cura di), Sull’educazione del pittore storico odierno italiano.
Pensieri di Pietro Selvatico (Padova 1842), Pisa 2007.

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La collezione Manfrin tra Settecento e Ottocento 31

dall’accademia non posseduti, o sopra quelli di cui essa possiede esemplari in-
felici»111. Così egli scartò Veronese e Tiziano, privilegiando invece Giorgione, i
cui autografi «sono ora pochissimi e nessuno sicuro in commercio»; caldeggiò
l’acquisto – poi approvato – della Vecchia giudicato «un Giorgione e de più
belli» ma che negli inventari Manfrin, lo ricordiamo, era reputato di Tiziano, e
della Tempesta definito «un Giorgione indubbio e di prima bellezza», che tut-
tavia sarebbe arrivato alle Gallerie nel 1932. Selvatico segnalò poi il San Pietro
e il San Giovanni Battista di Moretto (figg. 23, 24) insieme al Compianto sul
Cristo morto di Girolamo Romanino (fig. 25) perché l’Accademia ne era priva,
ammettendo per quest’ultimo che il prezzo era elevato, «ma dove si trova ora
un Romanino sicuro col nome in vendita?». Due anni dopo, Otto Mündler,
agente della National Gallery di Londra, avrebbe dichiarato che con questo di-
pinto l’artista «had then completely conquered all the difficulties of his art»112.
Pervenuto al museo veneziano nel 1909 dopo un passaggio nella raccolta di
Lord Wimborne a partire dal 1868113, il Compianto è firmato Hyeronimi Ruma-
ni Brixiani opus MDX mense decembris e condivide la presenza della firma solo
con altre due opere del catalogo del pittore114.
Fondamentale per Selvatico era pure l’apertura a maestri «di scuola non
veneta perché ne difettano [le pinacoteche venete] quasi interamente»; punta
così su nomi celebri della scuola nordica quali Rembrandt, oggetto nella prima
metà del XIX secolo di un recupero storiografico volto a ricostruirne il cor-
pus autografo infestato da copie, imitazioni e opere à la manière de115; proprio
in questo terreno scivolò Selvatico, suggerendo l’acquisizione di un «filosofo

111
 ASVe, Presidenza della Luogotenenza, b. 221, titolo III, fasc. 13/2, n. 4.
112
  C. Togneri Dowd (edited and indexed by), J. Anderson (introduction by), The Travel
Diaries of Otto Mündler… cit., pp. 212-213.
113
  A Catalogue of the Pictures at Canford Manor in the possession of Lord Wimborne,
Edinburgh 1888.
114
  Cfr. A. Nova, Girolamo Romanino, Torino 1994, n. 4, pp. 212-213: in origine pala d’al-
tare della cappella della Passione nella chiesa di San Lorenzo a Brescia, il quadro viene
considerato un’opera capitale per comprendere l’attività giovanile dell’artista che nell’intero
arco della sua pur lunga carriera firmò e datò soltanto tre opere. Un dettaglio che, secondo
Nova, riveste una certa importanza, come se Romanino avesse voluto sottolineare il signifi-
cato di svolta rappresentato da questo dipinto, che denuncia apertamente le sollecitazioni di
Giorgione e del giovane Tiziano, quasi un’opera di ‘dimostrazione’ verso i concittadini del
valore dell’apprendistato veneziano.
115
  Vedi J. Boomgaard, R.W. Scheller, Le alterne vicende della fortuna di Rembrandt: una
breve panoramica, in Rembrandt. Il maestro e la sua bottega, catalogo della mostra (Berli-
no-Amsterdam-Londra 1991-1992), Roma 1991, pp. 106-123.

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seduto al suo studio che scrive»116 assegnato dalla critica moderna a Thomas
Wijck (fig. 26) mentre si fece sfuggire un Rembrandt autografo, il Ritratto di
Johannes Wtenbogaert (Amsterdam, Rijksmuseum; fig. 27)117. Ancora sul fron-
te del Seicento olandese si colloca la proposta di includere Jan Steen, di cui i
Manfrin possedevano L’alchimista (Venezia, Gallerie dell’Accademia; fig. 28)
reputato «di prima bellezza» e per giunta firmato: dunque un affare, a opinione
di Selvatico, considerato che il prezzo richiesto era inferiore alla quotazione
raggiunta da The Dissolute Houseold (New York, The Metropolitan Museum
of Art) all’asta della collezione del cardinal Fesch tenutasi a Roma nel 1845118.
Un capitolo di particolare rilievo nella scelta delle opere Manfrin, riguarda i
primitivi e il loro recupero quali esempi di studio per gli allievi dell’Accademia
e quale stimolo per il ‘risorgimento’ dei pittori di storia, troppo legati – secondo
Selvatico – alle «teste coronate» del Cinquecento veneziano, percepite come in-
sostituibili riferimenti di identità culturale119. Tra i protagonisti di tale rinnovato
orientamento educativo propugnato dal marchese vi era Mantegna, maestro
assente dalle collezioni dell’Accademia120 e al quale Selvatico aveva dedicato
un contributo, uscito nel 1841, intitolato Sul merito artistico di Mantegna. Del
pittore padovano i Manfrin possedevano un’opera di qualità impareggiabile a
giudizio di Selvatico, ovvero la tavoletta con San Giorgio, uno tra i pochissimi
quadri della raccolta giudicati eccellenti da Eastlake.
Nonostante il ridimensionamento dettato dall’esiguità di denaro, Selvatico
era stato in grado di assicurare a Venezia quella che Mündler, agente di Eastla-
ke, aveva definito, durante la sua visita all’Accademia il 22 dicembre 1856, «a
choice little collection»121. La National Gallery aveva naturalmente seguito con
attenzione le vendite Manfrin di quell’anno. Sebbene Eastlake ritenesse che la

116
  Così descritto nell’inventario Manfrin del 1834.
117
 ASVe, Presidenza della Luogotenenza, b. 221, titolo III, fasc. 13: «Il Rembrandt quantun-
que benissimo dipinto a fresco, vien tenuto da molti copia; e di vero, gli manca una delle carat-
teristiche atte a provare la originalità dei dipinti di questo sommo, va a dire la sigla sua solita».
118
 W. Liedtke, Dutch Paintings in The Metropolitan Museum of Art, New York 2007, vol. 1,
pp. 38, 254, 470; vol. 2, pp. 841-844, nota 196.
119
  Cfr. F. Bernabei, Critica d’arte e pubblicistica, in G. Pavanello (a cura di), La pittura nel
Veneto. L’Ottocento, vol. II, Milano 2003, pp. 500-501. Su questa linea si inserisce anche la
nota messa al bando dei calchi dalle sculture di Canova, il cui mito, per Selvatico, non era
certo indiscusso.
120
  Per una sintesi della circolazione delle opere di Mantegna in area veneta a inizio Otto-
cento utile è F. Magani, La “fortuna” di Andrea Mantegna a Padova tra Settecento e Ottocen-
to, in «Il Santo», XXXVIII, 1998, pp. 355-380.
121
  C. Togneri Dowd (edited and indexed by), J. Anderson (introduction by), The Travel
Diaries of Otto Mündler… cit., p. 143.

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La collezione Manfrin tra Settecento e Ottocento 33

collezione non possedesse opere di «first rate excellence», preparò comunque


una lista dei dipinti meritevoli di acquisto, tra cui figuravano il San Giorgio di
Mantegna e il Compianto sul Cristo morto di Romanino122; i Trustees temporeg-
giarono, anche perché in quel momento la loro attenzione era tutta concentrata
sulla Famiglia di Dario di fronte ad Alessandro di palazzo Pisani123 e su dieci di-
pinti della «charming little gallery» (secondo le parole di Mündler) del barone
Francesco Galvagna, già presidente dell’Accademia veneziana tra 1839 e 1851 e
figura emblematica della debole consapevolezza dell’istituzione della necessità
di una tutela del patrimonio artistico124.
Le cifre offerte dalla National Gallery ai Manfrin furono giudicate trop-
po basse dai proprietari: dopo le consistenti cessioni del 1856125, infatti, non
avendo necessità di denaro immediato, essi potevano permettersi di richiedere
«exorbitant prices for the inferior works remaining» come ebbe a commentare
Eastlake nel suo report ai Trustee del 10 novembre 1856. Eastlake aggiunse
inoltre che «very few eligible pictures are still for sale, but to give an idea of
the prices asked, the small Bellini with the single figure of St. Jerome in his
study is valued at 1800 Napoleons»126, a fronte delle 150 sterline proposte dalla
National Gallery, divenute 500 nel 1858127. Solo nel 1862 il museo britannico
avrebbe potuto concludere con successo la trattativa per il San Girolamo, ri-
condotto dalla critica moderna alla paternità di Vincenzo Catena (fig. 29) insie-

122
 NG A. IV. 4 37, lettera di Eastlake ai Trustees, 9 giugno 1856.
123
  N. Penny, National Gallery Catalogues. The Sixteenth Century Italian Paintings, vol. II.
Venice 1540-1600 cit., pp. 371-374.
124
  S. Avery-Quash, The travel notebooks… cit., vol. II, p. 54; C. Togneri Dowd (edited
and indexed by), J. Anderson (introduction by), The Travel Diaries of Otto Mündler… cit.,
pp. 77-78; N. Penny, National Gallery Catalogues. The Sixteenth Century Italian Paintings,
vol. II. Venice 1540-1600 cit., pp. 328-329. Francesco Galvagna (1818-1860), creato barone
dall’imperatore d’Austria, risiedeva a pochi passi da casa Manfrin, cioè a palazzo Savorgnan,
acquistato nel 1826 insieme a parte della collezione ivi contenuta e assemblata dalla famiglia
Savorgnan. Parimenti alla raccolta Manfrin, anche quella del barone Galvagna era aperta al
pubblico.
125
  Nell’elenco parziale della vendita conservato al Correr (cfr. supra) sono registrati 130
quadri.
126
  S. Avery-Quash, The travel notebooks… cit., vol. II, p. 108, report del 10 novembre
1856. Nel report del 14 novembre 1857 (ivi, p. 111), riferito al viaggio dell’estate di quell’an-
no, Eastlake si limita a comunicare che «The St Jerome in his study, ascribed to Bellini,
apparently an unfinished picture, is one of the best remaining but the price asked – 1800
napoleons – is absurd. The prices are equally extravagant for other pictures, not one of
which is of a high class, or unobjectionable».
127
  Ivi, vol. II, p. 115, report del 27 novembre 1858. Nel 1863 (ivi, p. 136), i Manfrin declinaro-
no l’offerta di 12.000 franchi avanzata da Eastlake per una Sacra famiglia di Bernardino Licino.

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me al Ritratto di Marco Barbarigo e alla Madonna con il Bambino, santa Caterina


e donatore di Cima da Conegliano (ora assegnata ad Andrea Previtali; fig. 30),
aggiunti in modo tale da soddisfare le richieste dei Manfrin, poco inclini a ce-
dere singoli dipinti della collezione128. Le ispezioni e ricognizioni nel palazzo di
Cannaregio da parte di Eastlake e Mündler furono frequenti e le loro note re-
stituiscono importanti spaccati di una cultura della connoisseurship in continua
evoluzione. Durante una visita compiuta nel marzo del 1858, per esempio129,
Mündler respinse la paternità di Luini per il dipinto firmato «Bernardinus Me-
diolanensis MDVII», mentre giudicò la Presentazione di Gesù al tempio (Sara-
sota, Ringling Museum con una attribuzione a Palma il Vecchio; fig. 31) «an
undoubted Lor (Lorenzo) Loto»; infine, sulla Tempesta di Giorgione decretò
che «The landscape certainly does not look so, & there is a presumption of its
being altogether by the hand of Girolamo Savoldo. Yet is is, unquestionably, a
picture of great charm».
Nonostante gli introiti derivati dalle vendite del 1856, gli eredi Manfrin pro-
seguirono con l’operazione di smontaggio e smembramento della collezione.
Nel 1861 Bortolina Manfrin Plattis e il fratello Antonio stipularono un atto
di divisione sulla base di una perizia di Andrea Tagliapietra e Luigi Ferrari130,
il primo dal 1858 membro della Commissione di Pittura dell’Accademia di
Belle Arti, il secondo titolare della cattedra di scultura nel medesimo istituto.
Nel 1863 Bortolina, che si sarebbe spenta nel 1879, trasferì una porzione dei
quadri nel suo appartamento, collocato sopra la Galleria, modificando dunque
l’impianto espositivo ideato alla metà degli anni Trenta. Nel 1868 un piccolo
nucleo di opere passò nelle mani di Sir Ivor Guest (1835-1914), più noto come
Lord Wimborne, all’epoca molto attivo nel mercato veneziano grazie anche ai

128
  Ivi, vol. I, pp. 31 e 33, vol. II, p. 131, report del 27 novembre 1862. In tempi successivi
pervennero alla National Gallery altri quadri di casa Manfrin: un Marco d’Oggiono (NG
1149) comprato direttamente a Venezia nel 1883, un Bernardino da Asola (NG 1372) giun-
to con il legato Gregory nel 1892, un Giovanni Mansueti (NG 1478) acquistato da Chri-
stie’s nel 1896, cui si unirono i dipinti pervenuti con la donazione di Austen Henry Layard
del 1916 (tra cui l’Adorazione dei magi di Bramantino, NG 3073, attribuita a Mantegna nei
cataloghi Manfrin).
129
  C. Togneri Dowd (edited and indexed by), J. Anderson (introduction by), The Travel
Diaries of Otto Mündler… cit., pp. 212-213. Visite precedenti sono registrate nel novembre
del 1855 e nel settembre del 1857 (ivi, pp. 83 e 170).
130
  La notizia è riportata nell’introduzione al catalogo della vendita dei quadri Manfrin del
1870: Tableaux provenant du Palais Manfrin à Venise et appartenent a M. Le Marquis A.-M.
Plattis de Padoue, Paris 1870 (Lugt 32032), p. IV. Le verifiche archivistiche non hanno dato,
per ora, esito positivo e il documento in questione non è stato rintracciato.

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La collezione Manfrin tra Settecento e Ottocento 35

consigli del cognato, Austen Henry Layard131. Nel frattempo, Antonio Plattis
decise di mettere all’asta presso Drouot a Parigi i dipinti e gli oggetti d’arte a lui
spettanti dopo il summenzionato processo, per un totale di oltre un centinaio
di quadri e una sessantina tra vasi, mobili e porcellane132.
A fronte di una tale sistematico depauperamento, era inevitabile si associasse
un’immagine di impoverimento della collezione anche in termini qualitativi; lo
ricorda nella sua breve avvertenza al lettore – che vale la pena riportare – l’abate
Giuseppe Nicoletti133, vicedirettore del Museo Correr e autore nel 1872 di un
nuovo catalogo della Galleria Manfrin, praticamente dimezzata:

fu detto da alcuni, e ripetuto da moltissimi, che della celebre Galleria Manfrin non
esistesse più nulla di rimarchevole, e che meritasse una speciale visita dagli amatori
delle arti belle. Il presente Catalogo contiene la nota dei quadri che tuttavia si con-
servano nel Palazzo Manfrin in Cannaregio, e che appartengono alla Nobile Donna
la Marchesa Lina Plattis vedova di Sardagna; e crediamo basti a sbugiardare quelle
dicerie inconsiderate. La Galleria fu menomata della metà circa di quadri per ragio-
ni di eredità, ma pur rimane ancora una gran parte di quella preziosa raccolta messa
insieme dal suo illustre e intelligente fondatore che fu il Marchese Girolamo Man-
frin, in sul finire dello scorso secolo. Ne avrà la prova il lettore rilevando da questo
Catalogo un numero vistoso di quadri, pregevoli tutti, pregevolissimi non pochi, e
di autori il cui nome è una illustrazione nella storia delle arti belle.

Redatte con una certa scrupolosità e precisione, alcune voci contengono,


oltre a notizie biografiche sugli artisti, casi, giudizi critici e rimandi ad opere
di confronto (esemplare, in tal senso, il caso della Deposizione assegnata a Ti-
ziano, la cui autografia sarebbe stata messa in discussione di lì a qualche anno,
come si vedrà più avanti), sicché il catalogo non si configura interamente come
un mero elenco ma cerca di rispecchiare l’intento dichiarato dall’autore nella
prefazione.
Negli anni a seguire, comunque, le vendite non cessarono e vari dipinti
passarono nelle mani non solo di attivissimi mercanti del livello di Michelan-

131
  N. Penny, National Gallery Catalogues. The Sixteenth Century Italian Paintings, vol. I.
Paintings from Bergamo, Brescia and Cremona cit., pp. 372-373; A Catalogue of The Pictures
at Canford Manor in the possession of Lord Wimborne, Edinburgh 1888, nn. 17, 32, 100, 117,
128, 151, 166, 275 (quest’ultima voce è riferita alla celebre Madonna con otto angeli musican-
ti di Marco Zoppo, nota anche come Madonna Wimborne, oggi al Louvre).
132
  Catalogue des objets d’art provenant du palais Manfrin de Venise et appartenant à M. le mar-
quis A.M. Plattis de Padoue, Paris 1870 (Lugt 32049). Per il catalogo dei dipinti cfr. nota 130.
133
  G. Nicoletti, La pinacoteca Manfrin a Venezia cit.

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gelo Guggenheim134 ma anche di importanti studiosi, conoscitori e critici135:


ad esempio, oltre al già citato Giovanni Morelli coinvolto nella vendita della
Tempesta, nel 1874 Carl Justi, primo storico dell’arte tedesco a occuparsi di pit-
tura spagnola (dopo un viaggio in terra iberica nel 1872), si assicurò un quadro
raffigurante «Gesù spogliato al Calvario» attribuito a Barocci negli inventari
Manfrin, mentre la paternità odierna oscilla tra El Greco, bottega di El Greco e
replica di El Greco con la collaborazione dell’atelier. Si tratterebbe di una delle
prime derivazioni dal dipinto di medesimo tema licenziato dal Theotokopoulos
per la cattedrale di Toledo. Tre anni dopo, John Ruskin, fervido sostenitore del
gusto per i primitivi, entrò in possesso, tramite Charles Fairfax Murray, della
Madonna con il Bambino oggi ricondotta alla bottega di Andrea del Verrocchio
(Edimburgo, National Galleries Scotland; fig. 32) ma segnalata sotto il nome
di Filippo Lippi da Selvatico e Lazari nel 1852136. Non appena approdata in
Inghilterra, venne subito esposta da Ruskin nel suo St. George’s Museum a
Walkley.
Per la Galleria Manfrin la parola ‘fine’ sarebbe stata pronunciata nel maggio
del 1897, esattamente ad un secolo di distanza dal momento del suo massimo
accumulo, quando l’antiquario Giulio Sambon – gestore di un’impresa di ven-
dite napoletana con diverse agenzie distribuite sul territorio nazionale – orga-
nizzò un’asta pubblica per svuotare delle ultime reliquie artistiche (86 quadri
e 36 tra sculture e mobili) la dimora di Cannaregio137. Che comunque contava
ancora delle opere di qualità, come ad esempio Tarquinio consulta Atto Nevio
di Sebastiano Ricci (Los Angeles, The J. Paul Getty Museum; fig. 33). Tra i
principali acquirenti figurava Antonio Borgogna, imprenditore agricolo e filan-
tropo piemontese. Presero la via della casa-museo di Vercelli, oltre ad arredi
e a una scultura di Bacco addormentato138, un nucleo di dipinti comprendente
tra gli altri, e oltre a quelli già menzionati in precedenza, il Bacco e Arianna di
Ludovico Carracci, segnalato nel 1825 in casa Manfrin dal biografo del pittore

134
  A. Martignon, Michelangelo Guggenheim (1837-1914) e il mercato di opere, di oggetti
d’arte e d’antichità a Venezia fra medio Ottocento e primo Novecento, tesi di dottorato, Uni-
versità degli studi di Udine, 2015, p. 438. Fu l’intermediario nel 1888 per il passaggio agli
André della pala di Luini (vedi supra), mentre nel 1889 vendette all’antiquario londinese
Edward Joseph, per mille lire, un disegno a pastello del settecento con due ritratti femminili.
135
  E. Stumpo, Per una storia del mercato dell’arte nell’Europa dell’Ottocento. Le esportazioni
di antichità e oggetti d’arte in Italia dopo l’Unità, in «Studi storici Luigi Simeoni», vol. LV,
2005, pp. 243-273.
136
  Italian and Spanish Paintings in the National Gallery of Scotland, catalogued by H. Brig-
stocke, Edinburgh 1993, pp. 201-204.
137
  Catalogo della galleria Manfrin, Milano 1897.
138
  Inv. 1906, XI, 9.

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La collezione Manfrin tra Settecento e Ottocento 37

Ferdinando Belvisi139. Ma il quadro più celebre passato nelle mani di Borgo-


gna fu senza dubbio la Deposizione di Cristo, all’epoca giudicata di Tiziano e
oggi riferita alla bottega140, stimata 5.200 lire. Che il dipinto fosse rimasto in-
venduto sino al 1897 non sorprende, considerato il dibattito cresciuto intorno
alla sua autografia141, dopo che Crowe e Cavalcaselle l’avevano ricondotto a un
discepolo di Tiziano, spingendo nel giugno del 1877 Giovanni Battista Sarda-
gna, l’amministratore del patrimonio Manfrin, a richiedere una perizia ufficiale
all’Accademia veneziana142.
Le vicende della Galleria Manfrin – dalla formazione alla dispersione – han-
no dunque attraversato un secolo di storia, offrendo un caso studio per rileg-
gere e ricostruire il collezionismo veneziano della fine del Settecento all’aprirsi
del Novecento quando ormai si stavano facendo strada nuove modalità e dina-
miche, dalle esportazioni alle politiche di acquisto dei musei nazionali e inter-
nazionali dove i resti della pinacoteca di Girolamo Manfrin avrebbero trovato
una nuova sistemazione.

139
 F. Belvisi, Elogio storico del pittore Ludovico Caracci, Bologna 1825, p. 60. Sul dipinto
si era interessato, nel 1843, Gaetano Giordani, all’epoca direttore dell’Accademia di Belle
Arti di Bologna, chiedendo precise informazioni a Cicogna. I. Collavizza, Dall’epistolario
di Emmanuele Antonio Cicogna… cit., pp. 170-171.
140
 H.E. Wethey, The paintings of Titian: complete edition, vol. I. The religious paintings,
London 1969, n. 36, p. 90.
141
 G.M. Urbani de Gheltof, Tiziano Vecellio. Deposizione dalla croce… cit., pp. 6-8, 14-15
per il riferimento alla più antica provenienza dell’opera, la collezione della famiglia Ruz-
zini di Venezia, da cui l’avrebbe acquistata Manfrin con l’intermediazione di Sasso prima
del 1795. Viene legittimo chiedersi se il dipinto non corrisponda al n. 103 dell’inventario
Edwards del 1794, descritto come «Santo Zago copia Tiziano Deposizione di Cristo».
142
 ASABAVe, Giudizi e Pareri (1871-1878), b. 157, n. 317, 28 agosto 1877. Ringrazio Isa-
bella Collavizza per la segnalazione del documento. Vedi anche G.M. Urbani de Gheltof,
Tiziano Vecellio. Deposizione dalla croce… cit., pp. 24-27.

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ILLUSTRAZIONI

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Le immagini delle Gallerie dell’Accademia di Venezia
sono pubblicate su concessione del Ministero dei Beni
e delle Attività culturali.
Le opere della Fondazione Museo Borgogna di Vercelli
sono edite per gentile concessione della Fondazione
(foto G. Gallarate, Oleggio, Novara).
Crediti iconografici per l’opera di Palma il Vecchio
Presentazione di Gesù al tempio: Bequest of John Ringling,
1936 SN72, Collection of The John and Mable Ringling
Museum of Art (Sarasota), the State Art Museum of
Florida, Florida State University.

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1. Bernardino Castelli, Ritratto di Girolamo Manfrin, Venezia, Museo Correr.

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2. Palazzo Manfrin, Venezia.

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3. Giovanni Buonconsiglio, Tre santi, Venezia, Gallerie dell’Accademia.

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4. Girolamo Savoldo, I santi Paolo e Antonio eremiti, Venezia, Gallerie dell’Accademia.

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5. Girolamo Savoldo, Elia nutrito dal corvo, Washington, National Gallery of Art.

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6. Paolo Veronese, Incoronazione di Ebe, Boston, Isabella Stewart Gardner Museum.

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7. Lambert Sustris, Allegoria del perseguimento della Fortuna, Besançon, Musée des Beaux Arts.
8. Lambert Sustris, La falsa Disciplina, Poughkeepsie, Vassar College.

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9. Tiziano (attr.), Ritratto maschile, Milano, collezione privata.

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10. Giorgione, La vecchia, Venezia, Gallerie dell’Accademia.

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11. Giorgione, La tempesta, Venezia, Gallerie dell’Accademia; a fronte, un particolare.

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12. Ambrogio di Baldese, Madonna in mandorla, san Giovanni Battista e santo monaco,
Vercelli, Museo Borgogna.

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13. Hans Baldung Grien, Carità, Vercelli, Museo Borgogna.

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14. Nicolò di Pietro, Madonna in trono con il Bambino e devoto, Venezia, Gallerie dell’Accademia.

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15. Marco Zoppo, Madonna con il Bambino e otto angeli musicanti, Parigi, Musée du Louvre.

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16. Andrea Mantegna, San Giorgio, Venezia, Gallerie dell’Accademia.

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17. Jan van Eyck, seguace di, Ritratto di Marco Barbarigo, Londra, National Gallery.

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18. Disegno della galleria Manfrin, Venezia, Biblioteca del Museo Correr, ms. P.D.c. 835/5.
19. Disegno di una galleria veneziana, Los Angeles, Getty Research Institute, inv. 870541.

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20. Interno di palazzo Manfrin, Venezia.

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21. Pompeo Batoni, Trionfo di Venezia, Raleigh, North Carolina Museum of Art.

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22. Giovan Battista Moroni, Ritratto di Giovanni Bressani, Edimburgo, National Galleries Scotland.

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23. Alessandro Bonvicino detto Moretto, San Pietro, Venezia, Gallerie dell’Accademia.

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24. Alessandro Bonvicino detto Moretto, San Giovanni Battista, Venezia, Gallerie dell’Accademia.

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25. Girolamo Romanino, Compianto sul Cristo morto, Venezia, Gallerie dell’Accademia.

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26. Thomas Wijck, Filosofo nel suo studio, Venezia, Gallerie dell’Accademia.

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27. Rembrandt, Ritratto di Johannes Wtenbogaert, Amsterdam, Rijksmuseum.

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28. Jan Steen, L’alchimista, Venezia, Gallerie dell’Accademia.

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29. Vincenzo Catena, San Girolamo, Londra, National Gallery.

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30. Andrea Previtali, Madonna con il Bambino, santa Caterina e donatore, Londra, National Gallery.

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31. Palma il Vecchio (attr.), Presentazione di Gesù al tempio, Sarasota, Ringling Museum.

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32. Andrea del Verrocchio e bottega, Madonna con il Bambino, Edimburgo, National Galleries
Scotland.

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33. Sebastiano Ricci, Tarquinio consulta Atto Nevio, Los Angeles, The J. Paul Getty Museum.

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34. Bernardino Licinio, Ritratto d’artista con cinque allievi, Alnwick Castle.
35. Bonifacio Veronese, Madonna con il Bambino e i santi Elisabetta, Zaccaria, Giovannino,
Giuseppe e Caterina d’Alessandria, New York, The Metropolitan Museum of Art.

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36. Girolamo da Santacroce, Adorazione dei magi, Baltimora, Walters Art Gallery.

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37. Battista Franco, Salita di Cristo al monte Calvario, Firenze, Galleria degli Uffizi.

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38. Tiberio Tinelli, Ritratto di Marcantonio Viaro, Hartford, Wadsworth Atheneum.

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39. Leandro Bassano, Ritratto maschile, Londra, Ambasciata d’Italia.

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40. Giovan Battista Moroni, La Vestale vergine Tuccia, Londra, National Gallery.

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41. Bartolomeo Veneto, Ritratto femminile, San Diego (California), Timken Art Museum.

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42. Palma il Vecchio, Ritratto femminile, New York, Christie’s.

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43. Palma il Vecchio, Ritratto femminile, New York, Christie’s, retro.

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44. Jacopo Bassano, Gli israeliti raccolgono l’acqua dalla roccia, Padova, collezione privata.

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45. Nicolò Giolfino, Chiomara e il centurione, Princeton, Princeton University Art Museum.

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46. Antonello da Messina, seguace di, Cristo alla colonna, Venezia, Gallerie dell’Accademia.

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47. Pietro Bellotti, Autoritratto in forma di Stupore, Venezia, Gallerie dell’Accademia.

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48. Giovanni Agostino da Lodi, Cristo lava i piedi agli apostoli, Venezia, Gallerie dell’Accademia.

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49. Sebastiano Ricci, Ultima Cena, Washington, National Gallery of Art.

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DOCUMENTI

a cura di Paola Benussi

I quattro documenti che di seguito si presentano in ordine cronologico sono di


natura eterogenea: una lettera di corrispondenza privata (1), la minuta per la re-
dazione di un catalogo dei dipinti della Galleria Manfrin (2), la stima del valore
dei singoli quadri eseguita dai periti per il calcolo delle tasse di successione (3),
l’elenco con stima delle opere selezionate in vista dell’acquisto di una porzione
significativa della quadreria da parte della National Gallery di Londra (4).
Ad eccezione dell’ultimo documento, per i cui specifici criteri di trascrizione
si rinvia alla relativa premessa, si sono adottati i seguenti criteri di edizione:
–– si sono normalizzate secondo l’uso odierno le lettere maiuscole e minuscole
e la punteggiatura; si è invece riprodotta inalterata, in quanto significativa,
la punteggiatura della lettera (al n. 1);
–– si sono sciolte le abbreviazioni;
–– si sono impiegati come segni diacritici: le parentesi tonde per proposte di
scioglimento non sicure, le parentesi angolari per integrare lapsus dello scrit-
tore, tre asterischi per segnalare uno spazio lasciato bianco nell’originale.
Per il documento n. 2, che, per la sua natura di minuta di lavoro, presenta
numerose modifiche e cancellazioni nella stesura, si è scelto di restituire il testo
finale stabilito dal suo estensore, dando conto in nota delle correzioni autografe
intervenute.

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90 Documenti

1.
1793, 3 dicembre. Venezia
Lettera di Girolamo Manfrin a Pietro Edwards

BMCVe, Epistolario Moschini, Pietro Edwards

La lettera è autografa solo nella sottoscrizione. Testo e destinatario sono di altra


mano, forse di un segretario del mittente.
È pubblicata integralmente in F. Haskell, Mecenati e pittori. Studio sui rap-
porti tra arte e società italiana nell’età barocca, Firenze 1985 (ed. orig. Patrons
and Painters. A Study in the Relations Between Italian Art and Society in the
Age of the Baroque, London 1963), p. 597; la trascrizione che qui di seguito si
propone se ne discosta soltanto per alcune minime differenze di lettura.

Illustrissimo signore signor paron colendissimo

Nel desiderio di veder proceder il tutto con il migliore buon ordine nella scelta de
quadri, che devono essere inclusi nella mia Galleria, non potevo che bramare soggetti
di conosciuta esperienza e di celebre fama nella pittura, qual appunto è vostra Signoria
non che l’altro professore, signor Giovanni Battista Mingardi, i quali si assumessero il
pensiero di scieglierli, di riconoscerli, e di escludere quelli, che più loro piacesse, senza
riflettere al costo; mentre appunto io voglio che non entrino nella mia collezione che
opere di reale merito ed assoluto.
Molto me le professo obbligato per la facile adesione, con cui si mostra ella parata
a compiacermi; giacché nella di Lei vasta errudizione e virtù, unita alla cognizione del
signor Mingardi suespresso, potrò riposare tranquillo.
Ella non deve farsi il minimo riguardo a pronunciare un severo giudizio, né l’esclu-
sioni potranno cagionarle dispiaceri, diferenze, od inimicizie giacché ametto senza esi-
tanza la da Lei ricercata condizione di non publicare giammai il di Lei giudizio esclusi-
vo, o sia la di Lei disaprovazione, che servirà soltanto di segreta mia regola, e di norma
privata alle mie determinazioni.
Troppo riconosco fondata su giuste e convenienti basi la condizione medesima, e le
do la mia parola di esattamente osservarla.
Intanto Ella si assicuri della mia vera estimazione, di cui potrà rimarcarne una non
dubbia prova nella premura, che mi son fatto di averla per giudice in affare, che m’in-
teressa sommamente, e riservandomi a darle attestati della mia riconoscenza passo a
rispettosamente protestarmi
Di casa, 3 dicembre 1793 di vostra Signoria illustrissima

Illustrissimo signor Pietro Edwards devotissimo obligatissimo servitore


Venezia Girolamo Manfrin

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Documenti 91

2.
1794
Inventario della Galleria Manfrin

SPV, ms. 1032.18

L’inventario, in minuta, di mano di Pietro Edwards, è esteso su di un fascicolo di


6 carte non numerate.
Sulla prima carta, al recto, la segnatura «A» e il titolo «Abbozzi catalogo Gal-
leria manfriniana 1794», seguito dall’indicazione «di Edwards», di altra mano.
La segnatura A si ripete in testa ad ogni carta1.
Si ripropone qui, con qualche minima correzione, il testo già edito in P. Benussi
(a cura di), Appendice documentaria, in L. Borean, S. Mason (a cura di), Il col-
lezionismo d’arte a Venezia. Il Settecento, Venezia 2009, pp. 349-354.

Bellab copia fatta da Benvenuto


c. [2]r n° 1 Raffaelea
di Garofolo
n° 2 Luca d’Olanda Annunciazione di Maria Vergine
n° 3 Lodovico Caracci Andata in Egitto
n° 4 Sebastian Bourdon Resurezione di Lazzero
n° 5 Felice Ricci detto Brusasorci Le tre Virtù teologali
n° 6 Paolo Rubens Modello
n° 7
n° 8 } Pietro de Mulieribus Due paesi

n° 9 Leandro Bassano Flagellazione


n° 10 Sebastiano Conca Adorazion de’ pastori, modello
n° 11 Francesco Albani Presepio
n° 12 Berghen Paese con donna che munge il latte
n° 13 Incerto Originale di merito
n° 14
n° 15 } Giovanni Bath Due paesi, con Andrea Bath per le figure

16
17 } Giuseppe Leone Due animali, col nome dell’autore

 R corretto da B
a

 B corretto su altra lettera


b

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92 Documenti

18 Pietro Bellotto Testa di vecchia, compagna al n° 14 C


19 c
Pordenon Mercurio e Irided
20 Reambrant Filosofo che scrive alla finestra
21 Carlo Maratti Beata Vergine, Bambino e san Giovanni
22e Federico Baroccif Ripetizione della Madonna della scodella
Alessandro Bonvicini
23 Sepoltura di Cristo
detto il Moretto
24 Paolo Padernag Ritratto in figura di san Giovanni
Paese col riposo della sacra famiglia in
25 Paolo Padernah
Egitto in pietra, dipinto con amore

}
26 Cecchin Salviati Circe ed Ulisse
Giove,
27 detto Promoteo e bisognerà
Pandora tenerli lontano
dall’occhio
Partenza di
28 detto Adone da
Venere
29 Paulemburg Cantina con baccanale, in tavolai
30 Paris Bordone Ritratto, si crede del detto autore
c. [2]v 31 Iordans Ritratto di Guglielmo di Nasauj
32 detto Ritratto di Bernevelt
33 Filippo Brizio Santa Maria Maddalena
34 Carletto Caliari La morte di Adone
Figliuol prodigo, si cercherà di collocarlo
35 Gennari
fuor di veduta
36 Gennari Erodiade
Giovanni Battista Rugieri
37 Putti morti, studio
detto del Gessi
38
39 } Abramo Brughel Due quadri di frutti

c
  sottolineato; precede B 101 depennato in altro inchiostro
d
  in soprallinea, in altro inchiostro, sopra Girardau – Vecchia che abbevera fiori depennato
e
  preceduto da *
f
  in soprallinea, in altro inchiostro: Bellissima copia
g
  in soprallinea sopra Guercino depennato
h
  in soprallinea, in altro inchiostro, sopra detto depennato
i
  tutta la riga in altro inchiostro
j
  a margine destro, l’annotazione: Beccafumi Domenico, Paris, Perugino (…)

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Documenti 93

40k
41 } Abramo Brughell Due quadri, uno di frutti ed uno di fiorim

42
43 } Isacco Ostad Due mezze figure

44
45 } Salvator Rosa Due composizioni capricciosen

46
47 } Girardau Due mezze figure, bellissime

Andata in Egitto, rappresentato in una


48 Paolo Barbierio
ghirlanda di fiori
49 Prospero Fontana Beata Vergine, in tavola
50 Paolo Veronese Beata Vergine in architettura
51 Francesco Zuccarelli Riposo di contadina
52
53 } Bonifacio Fatti di Cesare, in tavola

54 Berghen Paese con animali


55 Calott Paese con danza campestre
56 Luca d’Olanda Presepe
57 Giovanni Battista Cima Madonna e Bambino
58 Pietro Damini Santissima Trinità
59 Federico Zuccari Adorazione de’ re Magi
60 p
Giacinto Bertoia Sacra Famigliaq
Giovanni Battista Gauli
61 Allegoria sacra
detto il Baciccia
62r Sasso Ferrato Madonnas
63 Rosa o Moderno Paese ed animali

k
  precede e segue la voce *
l
  in soprallinea, sopra Monsieur Taru depennato
m
  in soprallinea si esamini meglio depennato
n
  precede +, segue per favore
o
  in soprallinea, in altro inchiostro, sopra Carlino Dolce depennato
p
  sottolineato; in soprallinea B 102 depennato
q
  tutta la riga in soprallinea in sostituzione di Carlo Rutard, Paese con pastore depennato;
davanti a Sacra, Riposo d depennato
r
  sottolineato; in soprallinea B 110 depennato
s
  tutta la riga in soprallinea in sostituzione di Civetta (si crede), Predicazione di san Giovanni
Battista depennato

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94 Documenti

Imitazione variata da un’opera di Michiel


c. [3]r 64 Pellegrino Tibaldi
Angelo – Crocifissione
65t Mires Donna che si spulciau
Beata Vergine e ritratto d’un monaco e
66 Giovanni Battista Cima
santa Catterina
67 Girolamo Santa Croce Adorazione de’ re Magi
68 Girolamo Santa Croce Sacra Famiglia ed angelo
Beata Vergine
Bella pittura del detto autore che fu
69 Bernardino Lovino bravo scolare di Leonardo a segno che le
sue opere fanno equivoco con quelle del
maestro
Gesù e san Giovannix
N.B. Si avvertey che a critica rigorosa
70v Daniel Vandikw
questo quadro dà grande indizio di essere
una buona copia
71 Carlino Dolce Santa Cecilia
72 detto Santa Maria Maddalena
73 Guercino Apollo e Pane, ultima maniera dell’autore
74 Filippo Lempke Battaglia
75
76 } detto Due battaglie piccole in tavola, finitissime

77 Giacomo Empoli Beata Vergine, san Giovanniz


78 Giovanni Buonconsiglio San Benedetto, san Cosimo e santa Tecla
79 Alessandro Varottari Morte di figliuola di reaa
Beata Vergine col Bambino e san
80 Gregorio Lazzarini
Giovanni

t
  con doppia sottolineatura e segno di richiamo a margine sinistro; sopra B 104 depennato
u
  tutta la riga in soprallinea, in sostituzione di Salvator Rosa, Paese con figura (per favore)
depennato
v
  con doppia sottolineatura; in soprallinea B 105 depennato
w
  in soprallinea Bella copia depennato
x
  in soprallinea in sostituzione di Teniers, Uomo e donna in una cucina depennato
y
  da N.B. ad avverte depennato, mentre le righe successive della frase non recano segni di
cancellatura. L’osservazione si riferisce probabilmente alla descrizione del dipinto poi sostituita
nell’elenco
z
  segue +
aa
  seguono le due voci qui depennate e riportate ai nn. 244 e 245: 80 Paolo Caliari, Ritratto di
Agostino e 81 Giacomo Tintoretto, Ritratto di un guerriero

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Documenti 95

81 detto Sacra Famiglia, san Giovanni ed angeli


82 Leonello Spada Decolazione di san Giovanni Battista
83 Giorgione Capriccio di tre mezze figure
Beata Vergine col Bambino e san
84 Giovanni Battista Vanni
Giovanni
85 Michiel Angielo da Caravaggio Stanza di giuocatori ed astrologa
86 Lodovico Caracci Cristo mostrato al popolo
87 Giacinto Giminiani da Pistoia Il Tempo che scopre la Verità
88 Giovanni Battista Pittoni Castigo de’ serpenti
89 Paris Bordone Beata Vergine e santa Maria Maddalena
90 Giovanni Bellino Beata Vergine, santa Elena e san Pietro
c. [3]v 91 Pietro Liberi Venere e Cupido, in tavola
92 Giulio Carpioni Baccanale
93 Bartolameo Letterini
bb
Monte Parnaso
Beata Vergine, san Giovanni, Girolamo e
94 Giacomo Palma Vecchio
ritratti, prima maniera
95 Agostino Caracci Ritratto di uno statuario
96 Giovanni Battista Morone Ritratto di uno scrittore
97 Bonifazio Sacra Famiglia e santi
98 Bernardino da Milano Beata Vergine con santi e puttini
Bernardo Strozzi, Prete
99 La Fama
Genovese
100 Cavedon San Giovanni nel deserto
101 Giovanni Benedetto Castiglione Animali, lo credo di Giovanni Rosa
102 Maes Pescaria
103 Santo Zago, copia Tiziano Deposizione di Cristo
104 Latanzio Gambera Tuzia vestale rappresentante la Castità
105 Pompeo Battoni Trionfo di Venezia
106 Monsier Ernesto e figure di Angelo Trevisano
Soggetto preso dalla tavolacc di Cebete –
107 Bonifazio
La Sapienza
108 detto L’Obblivione
109 detto La Fortuna
Cammino
110 detto
della Virtù

bb
  aggiunto in soprallinea
  aggiunto in soprallinea
cc

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96 Documenti

111 Giorgione L’Oroscopo


Romani detto Girolamo
112 Deposizione di Cristo
Romanino
Antonio Regillo detto
113 Scuola di pittura
il Pordenone
114 Vietrichdd Paese con fabbrica antica, mattino
Paese con ponte di legno, tramontar
115 detto
del sole
116 detto Paese rappresentante l’aurora
117 detto Paese rappresentante mezzogiorno
118 Biadael Interno di casa rustica
119 detto Esterno di casa rustica
120 Girolamo Campagnola ee
Il santo re David
121 Giulio Carpioni San Francesco
122 detto Baccanale
Sacra Famiglia, san Giovanni
c. [4]r 123 Bonifazio
e sant’Andrea et cetera
124 Sante di Titi Sacra Famiglia ed angelo
C 97 Incerto ff

<125> Federico Barocci Testa di un appostolo


126 Bonifazio Numa che dà le leggi a’ Romani
127 } detto Incerto soggetto, incendio di una città
128 Poli e Simonini Veduta e figure
129 Bonifazio Incendio di armata navale
Campo romano che riceve tributi
130 detto
da gente asiatica
Scherzo di san Giovanni col Bambino
131 Domenico Canuti
Gesù
Alessandro Turchi detto Cristo in croce, san Francesco e san
132
l’Orbetto Girolamo
133 Paolo Rubens Alegoria
134 Benedetto Luti Santa Maria Maddalena

dd
 V corretto su D
ee
  aggiunto in altro inchiostro
ff
  in soprallinea, sopra la voce depennata: 125 kavalier Angelo Bronzino, La Carità, quadro di
pochissimo merito. Il numero è sottolineato.

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Documenti 97

Alessandro Bonvicini detto


135 San Pietro
Moretto
136 detto San Giovanni Battista
137 Giovanni Battista Franco Cristo che porta la croce
138 Lorenzo Lotto Sacra Famiglia e molti santi
139 Rocco Marconi Adultera dinanzi a Cristo

}
140 kavalier Andrea Celesti Presepio
sono quadri che
dovevano porsi
Moltipplicazione in un posto
141 detto inferiore della
del pane
Galleria

142 Leandro Bassano Ritratto


143 Vettor Carpaccio Ritratto
144 Luca d’Olanda Ritratto
145 Girolamo Forabosco Puttino con sonaglio, ritratto
146 Giorgione Ritratto
147 Giovanni Holbein il Giovane Ritratto di signora con libro in mano
148 Antonio Wandik Bambina nobile, ritratto
Filosofo
149 Frezza o Frezzato si cerchi questo nome nel catalogo
vecchio del Collegio2
150 Giacomo Tintoretto Ritratto di senator vecchio
151 Angeli Giuseppe Due chimici al lavoro
Ritratto dell’Ariosto
152gg Tiziano
N.B. si crede bella copia antica
153 Damiano Mazza Ritratto d’uomo con barba nera
154 kavalier Tinelli Ritratto del dottor Marc’Antonio Viaro
155 Gennari La Sibilla Libica
c. [4]v 156 Giacomo Bassano Ragazzo che soffia nel tizzone
157 Giovanni Battista Piazzetta Suonator di flauto
158 Carlo Maratta Flora, li fiori si credono di Lopez
159 Guido Reni Porzia, nella sua maniera forte
160 Guido Cagnazzi Fulvia che punge la lingua di Cicerone
161 Lodovico Caracci Arianna e Bacco

  preceduto da *
gg

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98 Documenti

Ritratto, si esamini se essendo morto


162 Giovanni Battista Moroni il Morone del 1578 possa questo ritratto
esser quello di Enrico III
Ritratto della regina Cornera
Gran peccato che questo quadro abbia
163 Tiziano sofferto troppo. Volendo un Tiziano
intatto questo certamente non sarebbe
da scegliersi
164 Alessandro Marchesini Il sacrificio di Elia
165 detto Punizione dei sacerdoti di Baal
166 detto Adorazione del vitello d’oro
167 detto La stragge degl’innocenti
168 detto Ilhh castigo dei serpenti
169 Luca Carlevaris
170 detto } Marine

Arianna e Bacco
171 Pietro Paolo Rubens Si spieghino li dubî e si accennino
li discapiti di ritocco
172 Giovanni Fytii Animali
173 van Nieuland Predicazione di san Giovanni Battista
Arca di Noé
Non lo credo originale di Giacomo, ma
174 Giacomo Bassano pure può passare nel concetto comune
per opera sua. Forse è una buona copia
di Francesco
175 detto La scaturiggine delle acque
L’età dell’uomo
Benché quest’opera debba considerarsi
176 Tiziano originale di Tiziano, bisogna ricordarsi
che gl’intendenti lo chiameranno un
quadro impasticciato
177 Arrigoni Pepona, o sia la Carità romanajj
178 Domenico Fetis
kk
David con la testa del gigante
Susanna
179 Paolo Veronese Neppure questo è pezzo da galleria,
attesa la poca preservazione

hh
  corretto da La. Segue stragg depennato
ii
 t corretta su altra lettera
jj
  aggiunto in soprallinea, in luogo della riga depennata: 177 Andrea Mantegna, San Giorgio
kk
  in soprallinea, sopra Giovanni depennato

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Documenti 99

c. [5]r 180 Borg<og>none Battaglia


181 Giorgione Quadro detto la famiglia dell’autorell
182 monsieur Filippo Champagne Paese con figure
183 Giovanni Bellino San Girolamo nello studio
184 Isacco Ostad Paese in tempo di ghiaccio
185 Berghen Niccolò Due figurine
186 Giorgio Vasari Castigo de’ serpenti
187 Domenico Zampieri Condanna di Anania
188 Giacomo Tintoretto Natività del Signore, cattivo quadromm
189 Alessandro Varottari Baccanal di puttini
190 Daniel Wandik San Lodovico che serve li poveri a mensa
191 Carlo Saracino Diluvio universale
192 Francesco Bassano Mercato
193 Antonio Amigoni Venere e Adone coi puttini
Alessandro Magnasco detto
194 Eremita
Alessandrino
195 Pietro Perugino Cristo che lava li piedi agli appostoli
196 Segala La moglie di Putifar
197 Giacomo Palma Giovane Il Tempo che rapisce Amore
Giacomo da Castello
198 Animali e figure
e Carlo Loth
199 Riposo dopo di una caccia
200 } P(ietro) Bolchman
Mercato di erbaggi
201 Girolamo Savoldo Li santi Paolo ed Antonio eremiti
202 detto Il profeta Eliann
203 Bonifazio Natività, nel gusto di Giorgioneoo
204
205 } Monsieur Taru Due quadri di fiori

206 Istirà Fiamingo Chimico con la sua piangente famiglia


207 Andrea del Sarto Sacra Famiglia, troppo ridipinto

 da La a autore in altro inchiostro


ll
mm
  in altro inchiostro
nn
 precede Elia rimesso depennato
oo
  nel gusto ripetuto sopra le stesse parole depennate

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100 Documenti

Labanopp che ragiunge la famiglia


208 Luigi Quaini
di Giacobbe
Domenico Teoscopoli detto Ritratto di vecchia, con la cornice
209
il Greco, scolare di Tiziano di Girolamo Parentino
don Bernardo Strozzi, Prete
c. [5]v 210 Beata Vergine e san Giovanni
Genovese
Veduta di un tempio, si crede il duomo
211 Pietro Neeffs
di Anversa
212 Incerto fiamingo Famiglia nobile, ritrattiqq
213rr
Andrea Schiavone Europass
214 Pietro de Mulieribus Mercurio ed Argo con animali
Sacra Famiglia, san Girolamo e santa
215 Giorgio del Grano
Cecilia
216 Nicolò Possino Carro del Sole
217 Girolamo Forabosco Carità romana
218 Bartolomeo Donati Ritratto di donna nobile
219 Gerardo Hundorst Cristo in Emaus
220 detto Assassinio di un nobile al convito
221 Luca Giordano Europa
222 detto La Fortuna
223 Lopes Fiori
224 detto Fiori
225
226 } Hans de Fode Frutti

227 Giovanni van Hecktt Farfalleuu ed animaletti con fiori


228 Cornelio Leel Frutti e fiori
229 Verbruggen vv
Fiori
230 N.N. 3

231 Leonardo Corona Soffitto, li quattro Elementi

pp
  La corretto da da, preceduto da Partenza depennato
qq
  segue, depennato: dovrebbe porsi in ultima classe essendo una copia appena passabile
rr
  sottolineato; in soprallinea: B 106
ss
  in soprallinea sopra la voce depennata: Clipis, Diana e Ateone
tt
  in soprallinea su Incerto depennato
uu
 segue insetti depennato
vv
  in soprallinea su van Bruggen depennato

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Documenti 101

232 Gregorio Lazzarini Continenza di Scipione


Gli animali che vanno nell’arca, cartone
233 Raffaele Sancio
a tempera
234 Incerto francese Ritratto di un mercante
235 Giovanni Gioseffo dal Sole Il ricco epulone
236
237 } Luca Carlevaris Marine

238
239 } Michiel Ritter Marine, in tavola

240 Morinhof Paese, in tavola


241 PNI ww
fiammingo Paese
242 Andrea da Milano Madonna e Bambino, in rame
243 Giordans La fucina di Vulcano
c. [6]r 244 Giacomo Tintoretto Ritratto di un guerriero
245 Paolo Caliari Ritratto di Agostino Barbarigo
246
247 } Giovanni van Heck Farfalle ed insetti

ww
  in monogramma

1
  Per il significato della lettera A che contraddistingue tutti i numeri dell’inventario e delle
lettere B e C che saltuariamente compaiono nei riferimenti ad altri dipinti della collezione
non inclusi nell’elenco si rinvia a L. Borean, Il caso Manfrin, in Ead., Mason S. (a cura di),
Il collezionismo d’arte a Venezia. Il Settecento, Venezia, 2009, pp. 193-216: 196.
2
  Il riferimento è al Collegio dei pittori di Venezia.
3
  Nell’inventario parziale per autore della Galleria Manfrin stilato dallo stesso Edwards
– edito in Pavanello G. (a cura di), Gli inventari di Pietro Edwards nella Biblioteca del
Seminario Patriarcale di Venezia, Verona 2006, pp. 77-80 – che pare l’abbozzo di un’elabo-
razione tratta dall’inventario che qui si trascrive, il numero corrisponde ad un dipinto di
Pietro Edwards.

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102 Documenti

3.
1834, 23 marzo
Inventario e stima della Galleria Manfrin

ASVe, Conservatoria del registro e tasse, b. 1581, Eredità nuove estinte, fasc.
1443

Il corposo fascicolo, recante l’intitolazione «Manfrin conte Pietro morto li 28


agosto 1833», comprende la documentazione conservata nell’archivio della Con-
servatoria del registro e tasse di Venezia in relazione al calcolo e al pagamento
della tassa di successione sull’eredità di Pietro Manfrin da parte dell’unica erede,
la sorella Giulia Angela Giovanna Manfrin Plattis.
Contiene:
–– denuncia della facoltà lasciata da Pietro Manfrin, presentata alla Conservato-
ria del registro e tasse di Venezia da Giulia Manfrin Plattis il 26 maggio 1834
per successione legittima accettata il 30 agosto. Essa si compone dell’istanza e
di 18 allegati, segnati A-T, la cui distinta è anticipata nell’istanza stessa ed è
corredata dall’indicazione del valore totale dei beni elencati in ciascun allegato
espresso in lire austriache. Inoltre include, senza segnatura, un elenco di cre-
diti derivanti da affitti e spettanti all’eredità Manfrin e il sottofascicolo, «Mer-
curiali», comprendente, come da intitolazione, le valute dei prezzi allora cor-
renti delle derrate sui mercati di Conegliano, Treviso e San Donà di Piave. Gli
allegati A-Q elencano le seguenti categorie di beni: immobili, preziosi (argen-
ti e gioielli) e «debito consolidato del Monte Lombardo Veneto» (allegato
A; lire austriache 1.769.044,22); beni e redditi non soggetti alla tassa di regi-
stro (B; lire austriache 729.140,00); beni mobili del palazzo di Venezia (C; lire
austriache 32.581,75); orologi, libri, quadri, argenti, contanti (D-G; rispettiva-
mente per il valore di lire austriache 1.670,00, 3.580,00, 154.542,00, 10.812,00
1.515,50); arredi ed effetti del «casino» di Venezia, in Piazza San Marco (H;
lire austriache 530,00); arredi ed effetti del «palazzo di villegiatura» a
Sant’Artemio di Treviso, con note distinte del valore delle carrozze e dei caval-
li (I-L; rispettivamente lire austriache 17.414,00, 3.058,28, 620,00); beni
mobili delle agenzie di San Donà di Piave (M; lire austriache 4.903,87), di
Mareno di Piave (N; lire austriache 8.423,73) di Poisolo, frazione di Castel-
franco (O; lire austriache 9.038,27) e di Fontane, vicino a Villorba, in provin-
cia di Treviso (P; lire austriache 1.428,82); rendite fondiarie in contanti e ta-
lora in generi («onoranze») ripartiti nelle sei agenzie di Venezia, di Stanghel-
la sotto Monselice, di Treviso, Fontane e Sant’Artemio, di Poisolo, di Mareno,
di San Donà di Piave (Q; rispettivamente lire austriache 4.745,00, 8.328,00,
2.824,73 e 213,00, 3.495,34 e 47,00, 5.421,26 e 11,75, 5.073,10). L’allegato

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Documenti 103

R enumera gli aggravi sul patrimonio. Gli allegati S e T sono costituiti rispet-
tivamente dalla «fede» di morte di Pietro Manfrin di Girolamo e dalla «fede»
di nascita di Giulia Angela Giovanna Manfrin Plattis;
–– prospetto di liquidazione dei diritti di registro con i conteggi analitici del cal-
colo della tassa dovuta (1834, 8 aprile) per un importo complessivo di lire
austriache 61.038,27. Il saldo della somma da parte dell’erede fu corrisposto il
6 maggio 1834;
–– corrispondenza tra Giulia Angela Giovanna Manfrin Plattis, tramite i suoi
procuratori, e la Conservatoria del registro e tasse al fine di ottenere dal Ma-
gistrato camerale la proroga di un mese al termine di legge di sei mesi dall’a-
pertura della successione per produrre all’ufficio la denuncia della sostanza di
Pietro Manfrin e l’annullamento della multa di quasi 20.000 lire austriache
irrogata per il ritardo (1834, 3 marzo), ottenuta per l’accoglimento del ricorso
contro il provvedimento (1834, 20 aprile).
Della documentazione appena descritta si propone l’edizione del solo allegato
F, cioè dell’inventario di stima delle opere d’arte che componevano la Galleria
Manfrin, sottoscritto dai pittori Odorico Politi e Francesco Bianchini il 23 marzo
1834. Il prospetto, esteso su 11 carte non numerate, è strutturato in forma di
tabella ed è organizzato topograficamente seguendo l’ordine alfabetico delle let-
tere che denominavano le dieci sale in cui era esposta la collezione. Per ciascun
dipinto è riportato, in apposite finche, il numero d’ordine (che riprende da 1 per
ogni «camera»), il supporto, l’autore, il soggetto (con eventuali sintetiche preci-
sazioni del formato o di qualche aspetto caratteristico della composizione). Esso è
di mano del copista incaricato di predisporre materialmente tutti gli allegati a cor-
redo dell’istanza presentata da Giulia Angela Giovanna Manfrin Plattis e fu ve-
rosimilmente trascritto a buono sulla base di una minuta redatta dagli stimatori.
La copia da parte di persona priva di competenze specialistiche di pittura permette
di spiegare le frequenti storpiature di cognomi e nomi degli autori dei quadri, che
sembrano derivare da fraintendimenti di nomi, spesso stranieri, non conosciuti,
o forse anche da incomprensioni nella dettatura. Pertanto, per avvicinare il testo
alle intenzioni degli autori della perizia e per facilitare la comprensione del lettore,
si è proposta in nota, quando identificabile, la lezione del nome dell’artista quale
riportato nel Catalogo de’ quadri della Galleria Manfrin in Venezia, Venezia,
Tipografia Clementi, 1856.
Sono autografe le sottoscrizioni dei due periti apposte in calce alla stima.

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104 Documenti

c. [1]r Allegato F
Venezia, 23 marzo 1834
Inventario e stima delli qui descritti quadri esistenti nella Galleria del defunto
marchese Pietro Manfrin del fu Girolamo eseguita da noi sottoscritti per commissione
della nobile signora marchesa Giulia Giovanna Manfrin Plattis
Camera A Valore
austriache
lire
1 Tela Giacomo Pontorno Madonna, Bambino ed un angelo, 320,00
mezze figure
2 Tela Carlo Cignani Santa Maria Madallena, mezza 195,00
figura ovale
3 Tela Girolamo Forabosco Testa di puttino 39,00
4 Tela Fiammingo Ritratto 39,00
5 Tela Rosa Paesaggio con animali e figure 104,00
6 Tavola Giovanni Santi Cosimo, Benedetto e Tecla, 520,00
Buonconsigli mezze figure
7 Tela Dionisio Calvart Santa Maria Madallena, figura intiera 190,00
8 Tela Quadro sulla Presepio con gloria di angioli, figure 312,00
maniera d’Alberto intiere ed in gran numero e molta
Duro architettura
9 Tela Lucca Giordano Lugrezia romana in atto di ferirsi, 39,00
mezza figura
10 Tela Pompeo Battoni Venezia trionfante con il ritratto del 325,00
doge, composizione richissima
11 Tela Giorgio Barbarelli Mezza figura di donna con 2900,00
istrumento in mano
12 Tavola Giovanni Bellino Madonna, Bambino, san Pietro e 1450,00
santa Elena, mezze figure
13 Tela Morone Ritratto, mezza figura 325,00
14 Tela Lucca Giordano Porzia, mezza figura 39,00
15 Tela Carlo Cagliari La Vanità, figura intiera 455,00
16 Tela Carpioni Baccanale con moltissime figure 104,00
17 Tela Autore incerto Architettura ionica con macchietta 52,00
18 Tela Bartolomeo Litterini Madonna e Bambino sulle nuvole 12,00
19 Tavola Bonifacio Giuditta, composizione di molte figure 7,00
20 Tavola Voaman , copia
a
Paese con animali 19,00

a
  per Wouwerman

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Documenti 105

21 Tavola Bonifacio Sansone, composizione ricca di 7,00


figure
22 Tela Fidanza Paesaggio non finito col tempio 104,00
della Sibilla in Tivoli
austriache lire 7557,00

c. [1]v Segue camera A valore


Riporto summa austriache lire 7557,00
23 Tela Antonio Molinari Cleopatra in atto di stemprare la 19,00
perla
24 Codeste tavole esprimono tutte due 26,00
25 } Tavole Bonifacio
fatti d’istoria
26 Tela Gisolfi Architettura ionica con figure 78,00
intiere
27 Tela Lazzarini La Fede con putti, figure intiere 52,00
28 Tela Autore incerto Paesaggio con uomo a cavallo 130,00
29 Tela Domenico Bricai b
La Calunnia 32,00
30 Tela Giovanni Battista Sofonisba, mezza figura 12,00
Crosato
31 26,00
32 } Tavola Bonifacio Storia moltiplice di figure

33 Tela Gisolfi Architettura 78,00


34 Tavola Autore incerto Architettura corinta 52,00
35 Tavola Girolamo dei Libri Madonna e Bambino 60,00
36 Tavola Bonifacio Storia con molte figure 12,00
37 Tavola Paolo Woverman Paese con animali 6,00
38 Tavola Bonifacio Storia 12,00
39 Tela Scuola francese Atlanta e Meleagro, figure intiere 22,00
Camera B
1 Tela Scuola Battoni Le Arti liberali, figure intiere 26,00
2 Tela Francesco Gessi Gesù e san Giovanni Battista, figure 26,00
intiere
3 Tela Carlo Cignani Venere che esce dal bagno, mezza 26,00
figura
4 Tela Domenico Fetti San Giovannino, figura intiera 26,00

b
  per Brusasorzi

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106 Documenti

5 Tela Girolamo Mazzola Santa Cattarina, mezza figura 50,00


6 Tela Scuola di Pietro da Abramo che adora gli angioli, figure 26,00
Cortona intiere
7 Tavola Alessandro San Pietro, figura intera 330,00
Buonvicini
8 Tela Giovanni Battista Il trionfo della Religione 50,00
Gauli
austriache lire 8734,00

c. [2]r Segue camera B valore


Riporto summa austriache lire 8734,00
9 Tela Guido Reni La sfida di Apollo 330,00
10 Tela Pietro Belotto Ritratto d’uomo, mezza figura 250,00
11 Tela Paris Bordone Ritratto di donna 500,00
12 Tela Pietro Belotto Ritratto di vecchio 250,00
13 Tela Francesco Mazzuola Santa Catterina 60,00
14 Tavola Alessandro San Giovanni Battista 330,00
Buonvicino
15 Tavola Pietro Paolo Rubens San Bovone che prende l’abito 400,00
religioso, quadro di molte figure
16 Tavola Alvise del Friso Fanciulli nella fornace di Babilonia 40,00
17 Tavola Salviatti Francesco Sacra Famiglia 40,00
18 Tavola Ludovico Gard c
Crocifisso con la Madalenna 40,00
detto Cigoli
19 Tela Giacomo da Ponte Fanciullo con tizzo in mano 50,00
detto Bassano
20 Rame Pietro Damianid La Santissima Trinità e due santi 40,00
21 Tavola Gerolamo Filosofo con il motto “S’io penso” 25,00
Campagnola
22 Tela Paolo Cagliari Madonna con il Bambino con molta 400,00
architettura
23 Tavola Giovanni Stein Alchimista e sua famiglia, figure 400,00
intiere
24 Tavola Maniera di Paese grotesco 25,00
Rembrand

c
  per Cardi
d
  per Damini

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Documenti 107

25 Tela Giovanni Battista L’andata di Gesù al Calvario 585,00


Franco
26 Tavola Girolamo Savoldo Sant’Antonio abate e san Paolo 585,00
primo eremita
27 Tela Tiziano Vecellio La Turchetta ossia la regina di 2100,00
Cipro, mezza figura
28 Tela Giorgio Barbarelli Suo ritratto, moglie e figlio, mezze 2200,00
figure
29 Tela Gaspero Lopes Fiori 12,00
30 Tela detto Fiori 12,00
31 Tavola Giulio Pippi detto Pandora alla presenza di Giove, 800,00
Romano figure di grandezza naturale
32 Tela Tiziano Vecellio Età dell’uomo, figure intiere 2100,00
33 Tavola Girolamo Savoldo Il profeta Elia, figura di grandezza 260,00
naturale
austriache lire 20468,00e

c. [2]v Segue camera B valore


Riporto summa austriache lire 20468,00
34 Tela Tiziano Vecellio Ritratto creduto dell’Ariosto 1100,00
35 Tela Gasparo Lopez Fiori 12,00
36 Tela idem idem 12,00
37 Tela Agostino Caracci Ritratto d’un antiquario, mezza 325,00
figura
38 Tela Pompeo Battoni Festaf di san Giuseppe 4,00
39 Tela Marco Ricci Architettura con macchiette 50,00
40 Tavola Vittor Carpaccio Telag di senatore 15,00
41 Tela Carlo Dolce Festah della Beata Vergine 25,00
42 Rame Annibal Caracci Lot con le figlie 36,00
43 Tavola Giacomo Figuer i
Cristo che va in Emaus 60,00
44 Tela Giulio Carponij La grotta del Sonno, figure intiere 13,00

e
  il risultato della somma è in realtà 24.560
f
  per Testa
g
  per Testa
h
  per Testa
i
  per Fouquieres
j
  per Carpioni

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108 Documenti

45 Tela Polidoro Lonzonik Sacra Famiglia con san Girolamo e 195,00


santa Cecilia
46 Tela Bortolo Nazari Ritratto d’uomo 18,00
47 Tela Monsù Forml Vaso di fiori 30,00
48 Tela Sasso Ferrato Testa di Madonna 260,00
49 Tavola Bonifacio Storia orientale 12,00
50 Tavola Molemar m
Uomo che beve, mezza figura 12,00
51 Tela Domenicon Mazza Ritratto di uomo, mezza figura 65,00
52 Tavola Giulio Romano La partenza di Adone 600,00
53 Tela Domenico Zampieri Ester ed Assuero con Amano 400,00
prostrato, figure intere
54 Tela Scuola Vandich Ritratto con colanna d’oro 65,00
55 Tela Marco Ram o
Vaso di fiori 30,00
56 Carta Federico Barocci Festa di un santo
p
20,00
57 Tavola Fiammingo Ritratto d’ussero, mezza figura 25,00
58 Tavola Bartolameo Veneto Ritratto di donna, mezza figura 330,00
59 Tavola Bonifacio Storia romana 12,00
60 Tavola Bortolameo Litterini Monte Parnasso 25,00
austriache lire 24219,00

c. [3]r Segue camera B valore


Riporto summa austriache lire 24219,00
61 Tela Pompeo Battoni Testa di Madonna 8,00
62 Tela Marco Ricci Architettura con macchiette 65,00
63 Tavola Antoniello da Testa 400,00
Messina
64 Rame Taddeo Zuchero L’Assunta con molte figure 350,00
65 Tavola Rembrand Ritratto, mezza figura 100,00
66 Tavola Lucca d’Olanda Annunziata 280,00
67 Tavola Cornelio Therme q
Uva con fiore 20,00

k
  per Lanzano?
l
  per Tam
m
  per Molenaer
n
  per Damiano
o
  per Monsù? Tam
p
  per Testa
q
  per Steen?

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Documenti 109

68 Tela Domenico Fetti Davide con la tester d’Oloferne 400,00


69 Tela David Vandick Ritratto di uomo 200,00
70 Tela Sasso Ferrato Madonna e Bambino 1600,00
71 Ottone Giorgio Durante Animali e volatili 100,00
72 idem idem idem 100,00
73 Tavola Giulio Romano Circe che presenta la tazza 700,00
ad Ulisse
74 Tela Giacomo da Ponte Mosè che scaturisce le acque 700,00
75 Tela Francesco Bigio s
La Madallena, figura intiera 200,00
76 Tavola Francesco Paolo
t
Cerere e Bacco, mezze figure 800,00
Rubens
77 Tela Fiammingo Fiori e frutta 6,00
78 idem idem idem 6,00
79 Tela Guido Cagnacci Porzia in atto di mettersi il fuoco 400,00
in bocca
80 Tela Clipisu Bagno di Diana con paesaggio 260,00
81 Tela Giorgio Barbarelli Ritratto d’uomo con peliccia 100,00
82 Tavola Prosten Fontana
v
Sacra Famiglia, san Gerolamo 230,00
e santa Catterina, figure intiere
83 Tavola Pietro Liberi La Madonna e sant’Antonio 14,00
cavaliere
84 Tela Nicolò Mignard Ritratto d’uomo 100,00
85 Tela Paolo Cagliari Quadro in soffitto La divinazione 1800,00
d’Ebe
austriache lire 33158,00

c. [3]v Camera C valore


Riporto summa austriache lire 33158,00
1 Tela Guido Carpacci w
Lugrezia romana in atto di ferirsi 140,00
2 Tela Giovanni Battista Pastorello, mezza figura, con flauto 35,00
Piazetta

r
  per testa
s
  per Franciabigio
t
  per Pietro
u
  per Cuyps
v
  per Prospero
w
  per Cagnacci

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110 Documenti

3 Tela Diedo Velasques Ritratto di Enrico Liberti organista 140,00


4 Tela Antonio Canal Veduta della piazza di San Marco 130,00
detto Canaletto
5 Tela Marco Ricci Paese con marina 200,00
6 Tela Andrea Celesti La nascita del Bambino Gesù 100,00
7 Tela Gerardo delle Notti Cristo in Emaus, mezze figure 360,00
8 Tavola Bernardino da Madonna, Bambino, un vescovo, 400,00
Milano un santo e due angioli
9 Tela Giovanni Francesco Il figlio prodigo 1800,00
Barbieri
10 Tela Andrea Celesti Il miracolo della moltiplicazione 100,00
dei pani nel deserto
11 Tela Gerardo delle Notti Omicidio, mezze figure 360,00
12 Tela Bonifacio Parte della tavola di Cebete 260,00
moltiplice di figure
13 Tavola Antonio Zucchi Sacra Famiglia, san Giovannino, 130,00
mezze figure
14 Tavola cavalier Liberi Venere che aguzza li strali 130,00
15 Tela Bonifacio Parte della tavola di Cebette 250,00
16 Tela Giacomo Robusti Adorazione de’ pastori 200,00
17 Tavola cavalier Liberi Venere ed Amore 130,00
18 Tavola Girolamo Forabosco Santa Maria Madallena 500,00
19 Tela Tiberio Zinelli x
Ritratto di Marc’Antonio Viaro 80,00
20 Tela Licinio Fontana
y
Santa Maria Madallena 100,00
21 Tela Benedetto Genari La Sibilla Libica 400,00
22 Tela Antonio Canaletto Veduta della Scuola di San Marco 400,00
23 Tela Lucca Carlevari Paesaggio con marina 180,00
24 Tela Carlo Bonon Mosè che fa scaturire l’acqua dalla 350,00
rupe nel deserto
25 Tela Alessandro Il sacrifizio di Elia 100,00
Marchesini
austriache lire 40133,00

x
  per Tinelli
y
  per Lavinia

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Documenti 111

c. [4]r Segue camera C valore


Riporto summa austriache lire 40133,00
26 Tela Lattanzio Gambera Vestale con bellissima e ricca cornice 320,00
27 Tela Rocco Marconi L’Adultera 500,00
28 Tela Michel Angelo da Giuocatori, mezze figure 400,00
Caravaggio
29 Tela Alessandro La punizione dei sacerdoti di Baal 100,00
Marchesini
30 Tela Girolamo Forabosco La Carità romana 400,00
31 Tela Alessandro Varotari Il casto Giuseppe 100,00
32 Tela Sebastiano Rizzi Tarquinio che osserva Accio Nevio 80,00
auguriz in atto di tagliar la pietra
33 Tela Alessandro Varotari Paese con putti 100,00
Camera D
1 Tela Tiziano Vecellio Deposizione di Cristo dalla croce, 5200,00
figure intiere
2 Pietra Alessandro Turchi Le Virtù teologali, figurine intiere 18,00
3 Tela Pietro di Mulieribus Paese con monte in distanza e varie 65,00
capre
4 Rame kavalier d’Arpino Samuele che unge il re David 50,00
5 Tela Carletto Cagliari Daniele in fra i leoni, figure intiere 30,00
6 Tela Pietro di Mulieribus Paesaggio 65,00
7 Tavola Andrea dal Sarto Sacra Famiglia, san Giovanni 1100,00
Battista, figure quasi al naturale
8 Tavola Pietro Perugino Cristo che lava i piedi agli apostoli 3500,00
9 Tela Bonifacio Sacra Famiglia ed alcuni santi, figure 700,00
intiere
10 Rame kavalier Durante Animali e volatili 400,00
11 Tela Fustemberg Paese con figurette dipinte da 80,00
Monsieur Le Reureaa
12 Tela Paolo Rubens Caccia del cignale, figure intiere 75,00
13 Rame kavalier Durante Volatili vari 400,00
14 Tela Fiammingo Paesaggio con un lago 90,00
15 Tavola Giorgione Astronomo con altre 3 figure 2100,00

  per augure?
z

  per Fevre
aa

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112 Documenti

16 Tela Sebastiano cavalier Presepio con figure intiere 12,00


Conca
17 Tela Cristiano G(uglielmo) Paese con torrente d’acqua ed un 650,00
Dietrich ponte di legno
austriache lire 56668,00

c. [4]v Segue camera D valore


Riporto summa austriache lire 56668,00
18 Tela Fiammingo Battaglia, figure intiere 50,00
19 Rame Francesco Albani Presepio, figure intiere 25,00
20 Tela Dietrich Paese con roccia e tempio della 650,00
Sibilla Cumana in Tivoli
21 Tavola fra’ Bartolomeo San Giovanni evangelista 600,00
di San Marco
22 Tela creduto Lodovico Ecce Homo, due manigoldi, 700,00
Caracci mezze figure
23 Tela Rembrand Ritratto con collaro bianco 3500,00
24 Tela Giovanni Contarini Santa Maria Madalenna, mezza figura 230,00
25 Tela Lorenzo Lotto Sacra Famiglia e santi, figure intere 1800,00
26 Rame Cochelberg Paese 35,00
27 Tela Alessandro Marchesini L’Adorazione del vitello d’oro 25,00
28 Tela Sebas(tien) Bordon Resurezione di Lazzaro 12,00
29 Rame Cochelberg Paese 35,00
30 Tela Alessandro Il castigo de’ serpenti 25,00
Marchesini
31 Tela Paolo Cagliari Ritratto di guerriero 180,00
32 Tela Bernardo Strozzi Sacra Famiglia 310,00
33 Tela Alessandro Varotari Sagrifizio di Ifigenia 130,00
34 Tela Giacomo Robusti Ritratto di un Generale di mare 130,00
Camera E
1 Tavola Giorgio Rotnamer Artemisia colle ceneri di Mausolo 75,00
2 Tela Gregorio Lazzerini Sacra Famiglia, san Giovanni e due 65,00
angioli, figure intiere
3 Tavola Giovanni Vanstechbb Insetti funghi e rose 65,00

bb
  per Vandech

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Documenti 113

4 Tavola Cornelio Polemburg Paese con moltissime figure 200,00


di donne ed uomini ignudi
5 Tela Pietro de Mulieribus Paese con pastori e capre 90,00
6 Tela Guglielmo Paese con torre, due pastorelle, 200,00
Vanderveldcc capre e pecore
7 Tavola Cesare da Cestodd Madonna seduta con Bambino 700,00
e paesaggio
austriache lire 66500,00

c. [5]r Segue camera E valore


Riporto summa austriache lire 66500,00
8 Tela Leone Paese con animali, 5 pecore 130,00
9 Tavola David Reniers ee
Baccanale con donna e molte altre 520,00
figure
10 Tavola Giulio Romano Adorazione de’ Magi et altre figure 400,00
11 Tela Leandro Bassano Ritratto con collaro e barba 30,00
12 Tavola Giorgion, vien detto Donna con abito rosso 25,00
13 Tela Girardo Dausff Donna che adacqua i fiori 180,00
14 Tavola Rembrand Filosofo seduto al suo studio che 400,00
scrive
15 Rame Alessandro Sepultura di Cristo colla Madonna 50,00
Bonvicino alli piedi
16 Tavola Antonio da Coreggio Sacra Famiglia 75,00
17 Tela Carlo Rutard Animali e pastore che suona il flauto 40,00
18 Tela Giorgione Sua famiglia con paesaggio 400,00
19 Tavola Ippolito Scarselino Riposo in Egitto 60,00
20 Tavola Giovanni d’Udine Madonna, Bambino e santi 850,00
21 Tela Giacomo Robusti Ritratto 15,00
22 Tavola Cesare da Cesto gg
Madonna e Bambino 600,00
23 Pietra Alessandro Turchi Erodiade con la testa d’Oloferne 85,00
24 Rame Federico Barocci Riposo in Egitto con la Madonna 220,00
avente una scodella

cc
  per van der Werf
dd
  per Sesto
ee
  per Tenier
ff
  per Dow
gg
  per Sesto

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114 Documenti

25 Tavola Miris Donna che si spulcia al lume 100,00


di lucerna
26 Tavola Giovanni Albenshh Donna divota con libro in mano 400,00
27 Tavola Daniel Segers Girlanda di fiori con piccinina 50,00
fuga in Egitto
28 Tela Leone Animali vari 130,00
29 Tavola Paolo Veronese La casta Susanna 225,00
30 Tela Antonio Vandich Puttino con abito celeste e frutto 260,00
in mano
31 Tavola Autore incerto Ritratto di Guglielmo Nassarii 35,00
32 Tavola Giacomo Giordan La fucina di Vulcano 35,00
33 Tavola Cristiano Brand Paesetto con bovaro che spinge 25,00
i bovi
34 Tavola Filippo Lemeke Combattimento di due cavalieri 50,00
austriache lire 71890,00

c. [5]v Segue camera E valore


Riporto summa austriache lire 71890,00
35 Tela Giacomo Calottajj Paese con moltissime figure 80,00
36 Tavola David Ritter Marina con picciole figure 70,00
37 Tavola Bonifacio Numa che detta le leggi alli Romani 6,00
38 Tavola Idem Fatto storico 6,00
39 Tavola Autore incerto Ritratto di Bernecette con barba
kk
20,00
fiammingo e collaro
40 Tavola David Tenies Uomo e donna con masericcio da 130,00
cucina
41 Tavola Filippo Lemek Battaglia con turco 25,00
42 Tavola Cristiano Deand ll
Paesetto con uomo a cavallo 25,00
43 Tavola Nicolò Berghem Paese con animali 260,00
44 Tavola David Riter Battaglia navale 70,00
45 Tela Lucca Carlevari Marina con architettura 45,00

hh
  per Holbein
ii
  per Nassau
jj
  per Callott
kk
  per Berneveld
ll
  per Brand

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Documenti 115

46 Tavola Giovanni Battista Madonna e Bambino con veduta 650,00


Cima da Conegliano
47 Tavola Manenofmm Paese con pastori e pecore sul 70,00
margine d’un fiume
48 Tavola Giusto Sutterman Ritratti d’una numerosa famiglia 400,00
49 Tavola Lucca d’Olanda Madonna <e> Bambino sotto un 400,00
baldacchino
50 Tavola Adriano Vanstadnn Ritratto d’un bevitore 200,00
51 Tavola detto Ritratto di donna in piccolo rotondo 20,00
52 Tavola detto Festaoo d’uomo 22,00
53 Tela Pietro di Mulieribus Paesaggio con la favola d’Argo e vari 150,00
animali
54 Tavola Bartolomeo Pastorello che suona il flauto 500,00
Morilospp
55 Tavola Adriano van Niolanqq Predicazione di san Giovanni 600,00
Battista con un’immensità di figure
56 Tavola Angelo Bronzino Crocifisso e santa Maria Madallena 250,00
57 Tavola Adriano van Ostad Testa in picciolo ovale 20,00
58 Tavola detto Ritratto di uomo in picciolo 25,00
quadrato
59 Tavola detto Ritratto di donna al balcone 150,00
austriache lire 76084,00

c. [6]r Segue camera E valore


Riporto summa austriache lire 76084,00
60 Tela Lucca Carlevaris Marina con torre e figure 50,00
61 Tavola Alberto Durero Presepio con pastori ed angioli 400,00
62 Tavola Enrico di Blez detto Paese con predicazione di san 230,00
Civetta Giovanni Battista
63 Tela Paolo Veronese Incoronazione di Maria Vergine 260,00
64 Tela Gugliemo Marina con navi 200,00
Vanderveld

mm
  per Manenos
nn
  per van Ostade
oo
  per Testa
pp
  per Murillo
qq
  per Nieulandt

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116 Documenti

65 Tela Zuccherelli Paese con quattro figure 50,00


66 Tavola Domenico Fetti Il ricco epulone 25,00
67 Tavola Paolo Poter Paese con animali ed un pastore 240,00
68 Tavola Gerard Dau Un medico che osserva l’orina 3200,00
d’un ammalato
69 Tela Pietro di Mulieribus Paese con animali e figure 100,00
Camera F
1 Tavola Leonardorr Spada Sacra Famiglia 40,00
2 Tavola Francesco Albani Sacra Famiglia 200,00
3 Rame Federico Zucchero Adorazione di Magi 400,00
4 Pietra Giuseppe Vernet Marina, pescatori e bastimenti 90,00
5 Tavola Isacco Ostade Paese con nevera e ghiaccio e figure 400,00
6 Tela Giovanni Antonio La Circoncisione, mezze figure 2200,00
Licinio
7 Tela Giovanni Battista Ritratto di Michel Angelo 650,00
Morone Buonarotti
8 Tela Paolo Cagliari Lo sposalizio di santa Caterina 400,00
9 Tavola Tiziano Vecellio L’Adorazione de’ Magi con molte 250,00
figure
10 Rame Giacomo Vanesss Insetti 50,00
11 Tela Benedetto Gennari Erodiade con la testa di san 700,00
Giovanni Battista
12 Tavola Giacomo Palma Sacra Famiglia, san Giovanni, 2100,00
il Vecchio sant’Anna, san Gioachino e Catterina
austriache lire 88319,00

c. [6]v Segue camera F valore


Riporto summa austriache lire 88319,00
13 Tavola Fratelli Booth Paese con chiesa e ballo campestre 350,00
14 Tavola Leandro Bassano Cristo alla colonna 180,00
15 Tavola Fratelli Booth Paese con chiesa e mercato 350,00
16 Rame Iacopo Vanes tt
Insetti 50,00
17 Tela Guido Cagnacci Fulvia che punge la lingua a 250,00
Cicerone

rr
  per Lionello
ss
  per Vander
tt
  per Vander

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Documenti 117

18 Tela Leandro Bassano Il ricco epulone 45,00


19 Tela Luigi Quaini Partenza di Giacobbe 280,00
20 Tavola Pietro Perugino Madonna, Bambino e due angioli 1200,00
21 Tavola fra’ Bartolomeo di Mezzaluna rappresentante la 250,00
San Marco incoronazione di Maria Vergine
22 Tavola Girard Dau Testa di vecchia con abito scuro 250,00
23 Tela kavalier de Foodi uu
Frutti 50,00
24 Tela kavalier Durante Animali e volatili 350,00
25 Tavola Angelica Kauffan Santa Maria Madallena 40,00
26 Tela Carlo Maratta Sacra Famiglia 45,00
27 Tavola Guardvv Dau Testa di uomo 70,00
28 Tela kavalier de Foodww Frutti 70,00
29 Tela Antonio Balestra Vulcano che dà a Venere le armi 55,00
d’Enea
30 Tavola Barbarelli Giorgio Donna con chitarra 650,00
31 Tavola Pietro Paolo Rubens Marte e Venere 400,00
32 Tavola Nicolò Bergham Paese con collina 200,00
33 Tela Diadelxx
Interno di una stalla di animali 130,00
34 Tavola Andrea Schiavone Leda, tutta deperita ***
35 Tela Giovanni Antonio Il suo ritratto e di tutta la sua 3000,00
Licinio famiglia
36 Tela Pietro Nefeeyy L’interno del duomo d’Anversa 250,00
37 Giacomo Palma Donna con il petto scoperto, 250,00
Vecchio mezza figura
austriache lire 97084,00

c. [7]r Segue camera F valore


Riporto summa austriache lire 97084,00
38 Tela Giovanni Pietro Un sagrifizio agl’idoli 14,00
Pittoni
39 Tela Giuseppe Vernet Paesaggio montuoso con 3 figure 55,00

uu
  per Joode
vv
  per Girard
ww
  per Joode
xx
  per Ruysdael
yy
 per Neefs

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118 Documenti

40 Tela Giuseppe Biadelzz Mercato d’erbaggi con molte figure 130,00


41 Tela Fonte Basso Adorazione de’ Magi 20,00
42 Tela Carlo Dolce Santa Maria Madalenna 3000,00
43 Tela Diedrich Paese con sole figure ed animali 900,00
44 Tela Francesco Barbieri Armida tratenuta da Rinaldo 100,00
detto Guercino
45 Tavola Bonifacio La Samaritana 30,00
46 Tavola Andrea Previtali Madonna, Bambino e san Giovanni 250,00
Battista
47 Tela Giacomo Bassano Cristo deposto e le Marie 40,00
48 Rame Andrea del Gobo Madonna <e> Bambino 50,00
49 Tavola Angelica Kauffman Donna con libro 35,00
50 Rame Giacomo Blanzard Il casto Giuseppe 100,00
51 Rame Autore incerto Gesù e san Giovanni 12,00
52 Tavola Bonifacio Cristo in forma di ortolano 25,00
53 Tavola Giovanni Battista Madonna, Bambino, santa Catterina 350,00
Cima e un frate
54 Tela Carlo Dolce Santa Catterina 2800,00
55 Tela Diedrick Paese con ponte e calata di sole 900,00
56 Tela Giovanni Antonio Lo sposalizio di Maria Vergine 2000,00
Licinio
57 Tela Giovanni Battista Concessioneaaa di Maria Vergine 260,00
Salvi detto Sasso
Ferrato
58 Tavola Francesco Barocci Cristo in atto di esser spogliato 160,00
59 Tela Salvator Rosa Astronomo seduto, figura intiera 130,00
60 Tela Salvator Rosa Un chimico seduto allo studio 130,00
61 Tavola Fiammingo Ritratto 12,00
62 Tela Giovanni Battista Testa di uomo con occhiali 12,00
Tiepolo
63 Tela Giuseppe Nosoribbb Donna vecchia 18,00
austriache lire 108617,00

zz
  per Ruysdael
aaa
  per Concezione
bbb
  per Nogari

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Documenti 119

c. [7]v Segue camera F valore


Riporto summa austriache lire 108617,00
64 Tela Francesco Fetti ccc
Tre puttini feriti 155,00
65 Tavola Gerolamo Romanino Deposizione di croce 200,00
66 Tela Nicolò Pussen La danza delle Ore e il Tempo che 200,00
suona
67 Tela Autore incerto Paese montuoso 12,00
68 Tavola Ver Verddd Marina con vascelli 12,00
69 Tela Federico San Giovanni Battista col motto 12,00
Boncovicheee “Ecce Agnus Dei”
70 Tela Giovanni Battista Testa di uomo 12,00
Tiepolo
71 Tela Nozarifff Testa di vecchio 18,00
72 Tavola Leonello Spada Manigoldo con le teste ggg
di san 100,00
Giovanni Battista
73 Tela Leonardo Corona Soffitto che rappresenta Giove, 200,00
Cibele, Giunone e Nettuno
Camera G
1 Tela Bernardo Strozzi La Fama vestita alla pastorale con 150,00
due trombe
2 Tela Bonifacio Porzione della tavola di Cebete 250,00
3 Tela Carlo Saraceno Giuditta colla testa d’Oloferne 75,00
4 Tela Nicolò Pessino hhh
Il Tempo che scuopre la Verità 520,00
5 Tela Carlo Maratta Flora, mezza figura 50,00
6 Cartone Raffael d’Urbino L’Arca di Noè, cartone tratto dalli 2100,00
disegni di Raffaello dalli suoi scolari
per la fabbrica delli arazzi
7 Tela Bonifacio Parte della tavola di Cebete 325,00
8 Tela Pietro di Mulieribus Paese 230,00
9 Tela Giovanni San Lodovico re di Francia a mensa 325,00
Gianfrancoiii con i poveri

ccc
  per Gessi
ddd
  per Vernet
eee
  per Bencovich
fff
  per Nogari
ggg
  per la testa
hhh
  per Poussin
iii
  per Lanfranco

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120 Documenti

10 Tela Tempesta Paese con caduta d’acqua 230,00


11 Tela Federic<o> Il profeta Abacuc con angelo che lo 25,00
Bencovich prende per la chioma
austriache lire 113818,00

c. [8]r Segue camera G valore


Riporto summa austriache lire 113818,00
12 Tela Giovanni Bellino Cristo in Emaus 500,00
13 Tela Maes Pescaria olandese 220,00
Camera H
1 Tavola Francesco Bisolo Annunziata 480,00
2 Tavola Marco Basaiti Madonna e Bambino con uccello 150,00
in mano
3 Tavola Donato Veneziano San Gerolamo nella grotta 130,00
4 Tavola Andrea Mantegna San Giorgio vestito con armatura 2300,00
di ferro e col drago ai piedi
5 Tavola Giovanni Battista Storia lombarda 25,00
Carotto
6 Tavola Giovanni Battista Madonna con libro in mano 130,00
Cima
7 Tavola Cimabue Madonna, Bambino e san Giovanni 65,00
Battista e san Benedetto
8 Tavola Nicolò Veneto Madonna, Bambino e gloria 130,00
di angeli
9 Tavola Domenico Battaglia 100,00
Campagnol
10 Tavola Francesco Carotto Sacra Famiglia e santa Cattarina 70,00
11 Tavola Andrea Mantegna Adorazione de’ Magi con dodici 200,00
figure
12 Tavola Giovanni Olbensjjj Ritratto d’uomo nella parte anteriore 200,00
il vecchio e san Lorenzo a chiaro oscuro
dipinto nella parte posteriore della
tavola stessa
13 Tavola Vittore Carpaccio Sant’Orsola in atto di congedarsi 130,00
dal padre

  per Holbein
jjj

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Documenti 121

14 Tavola Francesco Carotto Storia lombarda con figure e cavalli 25,00


15 Tela Marco Zoppo Madonna, Bambino e vari angioli 520,00
con architettura e festoni
austriache lire 119193,00

c. [8]v Segue camera H valore


Riporto summa austriache lire 119193,00
16 Tavola Andrea Verocchio La Carità con otto putini 260,00
17 Tavola Iacobello Flores San Bernardino, mezza figura 6,00
18 Tavola Angiolo Pizzamano La decollazione di san Giovanni 2,00
Battista
19 Tavola Giotto Madonna, Bambino e gloria d’angeli 400,00
20 Tavola Bernardino Licinio Madonna, Bambino, san Giovanni, 800,00
san Gerolamo e 3 ritratti
21 Tavola Giacobello Flores Santa Chiara 3,00
22 Tavola Maniera di Brugres Ritratto togato, mezze figurekkk 50,00
23 Tavola Martino Enskerken Ratto di Elena con molte figure 45,00
24 Tela Francesco Madonna con libro in mano e 55,00
Squarcione Bambino ed architettura
25 Tavola Bartolomeo Vivarini Madonna e Bambino 260,00
26 Tavola Alvise Vivarini Madonna e Bambino 50,00
27 Tavola Giovani Bellino Ritratto di madonna Laura 70,00
28 Tavola Antoniello da Cristo legato alla colonna, mezza 520,00
Messina figura
29 Tavola Giovanni Bellino Madonna e Bambino in *** 70,00
30 Tavola Giovani Francesco Storia lombarda 25,00
Carotto
31 Tavola Iacobello Flores Madonna seduta con Gesù 25,00
addormentato
32 Tavola Vincenzo Catena L’adorazione dei Magi, mezza 117,00
figuralll di grandezza naturale
33 Tavola Madre Plautilla Madonna e Bambino circondato da 100,00
monaca di San una immensa corona di fiori e chiusa
Zaccaria in ricca cornice

kkk
  per mezza figura
  per mezze figure
lll

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122 Documenti

34 Tavola Guarentino L’ingresso del cavallo in Troia 140,00


Padovano
35 Tavola Domenico Ritratto togato fiorentino 50,00
Catastinimmm
austriache lire 122241,00

c. [9]r Segue camera H valore


Riporto somma austriache lire 122241,00
36 Tavola Gentile Belino Ritratto del Petrarca, busto 90,00
37 Tavola Iacobello Flores Madonna e Bambino addormentato 25,00
al collo della madre
38 Tavola Cosimo Roselli Sacra Famiglia e san Giovanni 50,00
39 Tavola Giovanni Francesco Storia lombarda 25,00
Carotto
40 Tavola Giovanni Battista La deposizione di Cristo dalla croce 700,00
Cima
41 Tela Giovanni Masurtinnn Cristo in croce con due angioli 40,00
in pulpito, Maria Vergine e Maria
Madallena
Camera I
1 Tela Giovanni Battista Il castigo dei serpenti 40,00
Pittoni
2 Tela Simon da Pesaro Bacco ed Arianna 300,00
3 Tela Gregorio Lazzarini Sacra Famiglia e san Giovanni, 80,00
san Giuseppe ed un lontanoooo
4 Tela Giovanni Battista Rebecca al pozzo 50,00
Tiepolo
5 Tela Federico Bencovich Santa Maria Madallena 50,00
6 Tela Carletto Cagliari La morte di Adone 740,00
7 Tela Giovanni Rotnamer Bagno di Diana 400,00
8 Tela Carlo Saracino San Pietro nel pretorio 80,00
9 Tela Francesco Floris Venere ed Adone 55,00
d’Anversa
10 Tavola Girolamo Santa Bacannali con Sileno 130,00
Croce

mmm
  per Costantini
nnn
  per Mansueti
ooo
  così

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Documenti 123

11 Tavola detto Alessandro che sposa Rossane 80,00


12 Tela Antonio Arrigoni La Carità romana 50,00
13 Tela Giacomo Robusti San Gregorio, Agostino e Margherita 50,00
austriache lire 125276,00

c. [9]v Segue camera I valore


Riporto summa austriache lire 125276,00
14 Tela Paris Bordone Madonna, Bambino e santa Maria 325,00
Madallena
15 Tavola Giorgio Vasari Il castigo dei serpenti 90,00
16 Tela Giacomo Cavedone San Giovanni Battista con angelo 350,00
ai piedi
17 Tela Autore incerto Madonna con velo in testa, 100,00
Bambino, san Giovani Battista
18 Tavola Giorgione Mercurio e Psiche, opera incerta 45,00
19 Tavola Angelo Bronzino La Carità con quattro puttini 100,00
20 Tavola Girolamo Santa Adorazione de’ re Magi ed angioli 700,00
Croce in gloria
21 Tela Daniel Vandich Gesù e san Giovannino 100,00
22 Tela Pietro Paolo Rubens Due schiavi ignudi 70,00
23 Tela Palma il Giovine Il Tempo che rapisce Amore e Venere 40,00
24 Tela Borgognone Battaglia 60,00
Giacomo
25 Tela Verbrungelppp Fiori 35,00
26 Tela Giovanni Bellino San Girolamo 800,00
27 Tela Francesco Zuccarelli Paese e figure 250,00
28 Tela detto idem 250,00
29 Tela Bartolameo Il Battesimo di Cristo 80,00
Sprangher
30 Tela Giovanni Battista Baccanale 200,00
Crosato
31 Tavola Camillo Procacino Sacra Famiglia 100,00
32 Rame Luigi Agricola Paesetto con antichità romane 30,00
33 Tela Francesco Guardi Veduta della Dogana 100,00

  per Verbruggen
ppp

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124 Documenti

34 Tela Eustachio La fame di Napoli 25,00


35 Tela Francesco Guardi Veduta di San Giorgio Maggiore 100,00
in Venezia
36 Tavola Nicolò Berghem Paese con figure 100,00
37 Rame Luigi Agricola Paesetto 30,00
Modello di Michel Angelo Buonarotti 150,00
Figura in bronzo a sedere rappresentante una Pallade 90,00
con puttino, opera del Vittoria
austriache lire 129596,00

c. [10]r Camera K valore


1 Tavola Scuola fiorentina Santa Catterina, busto 180,00
2 Tela Pietro Perugino La nascita di Gesù e due pastori 100,00
3 Salmiz Salviatti Sepultura di Cristo 35,00
d’oro
4 Pietra Alessandro Turchi Crocifisso, san Girolamo, san 130,00
deqqq l’Orbetto Francesco e due angioletti
5 Tela Bonifacio Madonna, Bambino, sant’Anna, san 190,00
Giovanni Battista, santa Catterina
6 Tela Lucca Giordano Il ratto d’Europa 130,00
7 Tela Giovanni Fit Animali 600,00
8 Tela Antonio Vandijch Ritratto di uomo, busto 190,00
9 Tela Tiziano Vecellio Ritratto di vecchia creduta 600,00
sua madre
10 Tela Lucca Giordano La Fortuna 130,00
11 Tela Michel Ianson Busto di personnagio illustre 190,00
Mirenvelt
12 Tela Giulio Carpioni Baccanali di putti 100,00
13 Tela Bernardino Licinio Sacra Famiglia, san Giovanni, 580,00
sant’Antonio
14 Tela Carlo Saraceno Diluvio universale 130,00
15 Tela Girolamo Savoldo Adorazione delli pastori 500,00
16 Tela Monsù Arnesto Arca di Noè 450,00
17 Tela Santi di Ritorrr Sacra Famiglia, santa Elisabetta e san 700,00
Giovanni Battista, san Giuseppe

qqq
  per detto
  per Tito
rrr

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Documenti 125

18 Tela Guido Reni Lucrezia in atto di ferirsi, mezza 1200,00


figura
19 Tela fra’ Sebastiano La Presentazione al Tempio 900,00
dal Piombo
20 Tela Giacomo da Castello Animali e selvatici e figure 75,00
21 Tela Giacomo da Ponte Arca di Noè 580,00
22 Tela Francesco da Ponte Marcato campestre 400,00
23 Tela Gioachinosss Testa d’uomo con collaro di merlo 6,00
Diamantino
24 Rame Guglielmo Miris Bambocciata d’un uomo 250,00
e di una donna
austriache lire 137942,00

c. [10]v Segue camera K valore


Riporto summa austriache lire 137942,00
25 Tela Santo Zago Testa d’uomo con barba 50,00
26 Tavola Lucca d’Olanda Ritratto mezza figura con molta 50,00
architettura
27 Tela Pecchio Paese, ovale 35,00
28 Tela Giovanni Benedetto Cani, conigli, gatti, galline etc. etc. 300,00
Castiglione
29 Rame Lodovico Caracci Fuga in Egitto e san Giuseppe 900,00
che paga il passo della barca
30 Tavola Antonio Allegri Santa Maria Madallena 1000,00
da Coreggio
31 Tavola Raffael d’Urbino Deposizione dalla croce con 4646,00
le Marie, Nicodemo etc.
32 Tavola Scuola di Leonardo Testa di san Giovanni Battista 35,00
33 Rame Guglielmo Miris Bambocciata di un uomo 250,00
e d’una donna
34 Tavola kavalier d’Arpino Busto di donna ignuda 6,00
35 Pietra Domenico Rizzio Cristo deposto 20,00
detto Brusasorci
36 Tavola Pecchio Paese, figura ovale 35,00
37 Tela Bolcheman Cacciatori in riposo 150,00
38 Tela Autore incerto Frutti 75,00

  per Giovanni
sss

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126 Documenti

39 Tela Francesco Albani Sacra Famiglia ossia Riposo 190,00


in Egitto
40 Tavola Domenico Mezza figura di Davidde 160,00
Campagnola
41 Rame Giovanni Piazzetta Dipinto di due persone sul gusto 105,00
o Maiotto fiammingo
42 Tela Lodovico Caracci Arianna e Bacco 500,00
43 Rame Bartolomeo Nazari Quadro rappresentante un pittore 135,00
o Maiotto
austriache lire 146584,00

c. [11]r Segue camera K valore


Somma riportata austriache lire 146584,00
44 Tela Boudman ttt
Piazza con erbe 150,00
45 Tela Francesco Albani Bagno di Diana 190,00
46 Tela Autore incerto Frutti ed erbe 75,00
austriache lire 146999,00
Coperta di un messale accomodato quasi a foggia di tritico formato
di 22 pezzi di niello deposto sopra lamine d’argento zecchini 500
pari ad austriache lire 6285,00
Tritico composto di vari smalti ed in tre comparti a chiaro oscuro
tratti dalli disegni di Raffaelle zecchini 100 pari 1258,00
Totale austriache centocinquantaquattromille cinquecentoquarantadue,
diciamo lire 154542,00

Odorico Politi proffessore supplente di pittura dell’Imperial Regia Accademia


Francesco Bianchini pittore

  per Bolchmann
ttt

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Documenti 127

4.
1851, 16 giugno. Venezia
Elenco e stima dei dipinti della Galleria Manfrin selezionati dagli incaricati
della National Gallery di Londra

NG, Manfrin collection mss, A.IV.4 37

La nota elenca i quadri selezionati in ordine topografico secondo le sale in cui


erano esposti nella Galleria e individua ciascuno, oltre che con autore e titolo, con
un numero d’ordine che fa riferimento ad un inventario della collezione ancora
non individuato. Rispetto all’inventario del 1834 (trascritto supra al n. 3) i dipinti
risultano collocati nelle medesime stanze, ma con una numerazione differente, ad
eccezione che per la prima sala (A) per cui la corrispondenza è quasi perfetta. La
valutazione attribuita a ciascun dipinto è espressa in sterline.
La trascrizione dell’inventario è stata curata dagli archivisti della National
Gallery di Londra. Si sono perciò mantenuti i criteri di edizione da loro adottati,
senza uniformarli a quelli impiegati nella trascrizione degli altri documenti che
compongono questa sezione, segnalando soltanto i troncamenti e le contrazioni
dei nomi e intervenendo con altri minimi interventi diacritici intesi a facilitare
la lettura. La scelta è stata suggerita dalla peculiare ortografia del testo, verosi-
milmente trascritto da uno scrivente di lingua inglese (forse dallo stesso William
Woodburn che sottoscrive l’elenco) selezionando le voci di interesse da un inven-
tario redatto in italiano.

Inventory and Valuation of Pictures made from the Manfrin Collection at Venice

Valuation made by Mr. Uwins & Mr. Woodburn of those pictures in the Manfrin Col-
lection which they considered worth acquiring for the National Gallerya

Stanza Segnata A
1 Gia. Pontormo, Madonna Bambino ed Angelo £ 200
2 Car. Cignani, St.a Maria Maddalena 50
3 Gio. Bonconsili, S.to Cosimo, Benedetto e Fede
b
150
7 D. Calvert, S.ta Maria Maddalena 100
8 A. Durer, Presepio con Gloria d’Angeli 200

  di altra mano e in inchiostro differente


a

  per Tecla
b

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128 Documenti

11 Giorgone Donna con Chattarec 600


12 Gio. Bellini Madonna Bambino e SS.ti Pietro ed Elena 250
13 G. B. Morone Ritratto d’Uomo 300
35 Gio. dai Libri Madonna e Bambino 50
Brought forward 1900

Stanza Segnata B
11 Paris Bordone Ritratto di Donne 100
15 Bonvicino St. Gio. Batt.a 100
20 Pietro Dominici la SS.a Trinità e due Santi
d
50
21 Campagnola Filosofo con il motto “si io penso non dormo” 100
23 Gio. Steen Alchimiste e sua famiglia 200
24 Maniere Rembrant Paese Grottesco 50
26 Savoldi St. Antonio Abate e S. Paulo primo Eremito 150
27 Tiziano Turchitta 500
28 Giorgone Tre Mezzi figure 2500
33 Titiano Ritratto dell’Ari<o>sto 500
34 Ag. Caracci Ritratto d’un Antiquario 150
35 Gio. Savoldo Elia 150

Segue Stanza Segnata B


38 V. Carpaccio Testa 50
39 C. Dolci Madonna 50
46 Sasso Ferato Detto 60
49 D. Mazza Ritratto 150
57 Dominichino Ester ed Assuero con Amano prostratto 300
52 Bart. Veneto Ritratto de Donna 200
61 Antonello de Messina Testa 50
64 Luca d’Olando Annunciato 50
71 Sassoferato Madonna e Bambino 100

c
  per chitarra
d
  per Damini

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Documenti 129

76 Guido Cagnacci Porcia in atto di prendere il fuoco 100


77 Giorgone Ritratto di Uomo 200

Stanza Segnata C
2 Honthorst Omicido 100
3 Bernardini di Milano Madonna Bambino e Santi 300
6 Honthorst Cristo in Emaus 100
11 Canaletti Veduta della Piazza di San Marco 50
16 Tintoretto Adorazione de Pastori 150
20 T. Tinilli Ritratto di Mari Antonio Viero 50
22 Canaletti Veduta dell Ospitale di SS. Gio. Paolo 50
26 M.A. Caravaggio Giocatori 200
30 Rocca Maconi L’Adultera presentata 300
35 Padovanino Paisi con Bambini 60

Stanza Segnata D
1 Bonafacio Sacra Famiglia e Santi 400
7 Del Sarto Sacra Famiglia e San Giovane 200
8 Perugino Cristo che lava i piedi agli Apostoli 100
9 P. Bordone Deposizione di Croce 350
15 Giorgone Astronomia 2500
18 Albano Presepio 100
21 F. B. di S. Marco St. Giov.i Evangelisti 100
22 Caravaggio Ecce Homo con due Manigoldi 150
28 L. Lotto Sacra Famiglia e Santi 200
31 P. Veronese Ritratto d’un Generale con friccia in mano 100
33 Tintoretto Ritratto d’un Generale 100

Stanza Segnata E
7 C. da Sesto Madonna e Bambino 100
12 Giorgone Donna con ramo in Mano 40
15 Slingslandt Baccanale 100
16 J. Romano Adorazione de Maggi 200

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130 Documenti

17 Giorgone Sua Famiglia 100


18 C. da Sesto Madonna e Bambino 100
19 Alex Turche Erodiade 50
23 Scarsellino Riposo in Egitto 40
26 P. Veronese Casta Susanna 50
28 Gio. d’Udini La Madonna che porge il Bambino a Simione 200
29 Olbens Donna Divota 50
30 Vandyck Bambini 50
41 Berchem Paese con Animale 100

Segue Stanza Segnata E


49 C. da Conigliano Madonna e Bambino 50
50 Ad. V. Ostade Ritratto di un bevetore 50
51 L. d’Olanda Madonna Bambino ed un Angelo 50
55 A. Durer Presepio 60
60 A. V. Ostade Ritratto di Donna 50
64 P. Veronese La Incoronazione della Madonna 200
68 G. Dou Un Medico che examina l’orine 100

Stanza Segnata F
1 Pietro Perugino Madonna Bambino e due Angeli 200
2 Fra’ Bartolomeo Incoronazione della Madonna 100
11 Giorgone Donna con Chitarra 200
13 N. Bergham Paese 50
17 And. Schiavone Pordenone co’ cinque suoi Scolare 150
18 Palma Vecchio Donna 200
25 Isau Ostade Paese 250
27 Morone Ritratto di M. Angelo 400
33 Palma Vecchio Sacra Famiglia St. Giovanni ed altri Santi 500
41 C. Dolci St.a Maria Madalenna 500
44 Previtali Madonna Bambino e St. Giovannino 200

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Documenti 131

Segue Stanza Segnata F


52 G.B. Cima Madonna ed un Ritratto d’un Frate 150
53 C. Dolci St.a Cecilia 500
55 Sassoferato Concessione e
50
64 J. Romano Deposizione di Cristo 300

Stanza Segnata G
2 Bonafacio Parte della Favole de Cibele 250
7 Detto Detto 250
10 Cigoli Ludovico Re di Francia a mensa dei Poveri 200
11 Gio. Bellini Cristo in Emaus 300

Stanza Segnata H
1 Fra. Bissuola Annunciata 150
2 Marco Bosaiti Madonna e Bambino 50
3 Cimabue Madonna St. Gio. Batt.a e St. Benedetto 50
4 Carotti Sacra Famiglia 60
5 Donato St. Gerolama 50
6 Conegliano Madonna e Bambino 30
7 Mantegna Adorazione dei Magi 70
8 Detto St. Giorgio 50
10 Holbein Ritratto di Uomo con mani giunto 30
11 Fra. Carotto Storia 30
12 Detto Simile 30
13 Dom. Campagnola Battaglia 100
14 V. Carpaccio St. Orsola in atto di congedarsi del Padre 150

Segue Stanza Segnata H


15 Giotto Madonna Bambino ed Angeli 150
18 F. Squarcione Madonna Bambino ed un Frate 100
24 Pordenone Madonna Bambino Santi e tre Ritratti 350

  per Concezione
e

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132 Documenti

28 Callastinif Ritt(ratto) 50
39 G. Padovano Ingresso del Cavallo di Troja 100

Stanza Segnata I
13 Tintoretto St. Giorgio, Margarita e St. Agostino 50
20 Girolamo S.ta Croce Adoration de Magi 200
24 Bellini St. Girolamo 100
32 Guardi Veduta della Dogano di Venezia 30
34 Detto Veduta di S. Giorgio Maggiore 30

Stanza Segnata K
1 L. Caracci Fuga in Egitto 50
3 L. d’Olanda Ritratto 30
8 Gio. Savoldi Adoratione di Pastore 150
30 Titian Ritratto di Vecchia creduta sua madra 40
46 L. Carracci Ariana e Bacco 150

Having carefully examined the Pictures contained in this inventory as admirable in the
British National Gallery, one hundred and twenty Pictures amounting together at upon
(?) valuation to the Sum of Twenty two Thousand, Three Hundred and Forty Pounds
William Woodburn
Venice, 16 June 1851

al verso:
1851 July 14
Inventory and Valuation of a selection of 120 Pictures of the Manfrin Collection sub-
mitted to the Trustees at their meeting of this day.

f
  per Costantini?

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ELENCO DEI DIPINTI IDENTIFICATI

Tra parentesi quadre viene indicata la voce corrispondente nell’inventario del 1834.

Alnwick Castle
Bernardino Licinio, Ritratto d’artista con cinque allievi, inv. 03350 [camera F, n. 35;
fig. 34]
Palma il Vecchio, Donna con liuto, inv. 03355 [camera F, n. 30]
Tiziano, seguace di, Triplice ritratto, inv. 03356 [camera B, n. 32 o n. 28?]

Amsterdam, Christie’s
Jan Marienhof, Paesaggio fluviale (2002, sale n. 2546, lotto 130) [camera E, n. 47]

Amsterdam, Rijksmuseum
Rembrandt, Ritratto di Johannes Wtenbogaert, inv. SK-A-4885 [camera D, n. 23; fig. 27]

Baltimora, Walters Art Gallery


Girolamo da Santacroce, Adorazione dei magi, inv. 37.261 [camera J, n. 20; fig. 36]

Besançon, Musée des Beaux Arts


Lambert Sustris, Allegoria del perseguimento della Fortuna, inv. 983.2.1 [camera C, n. 12
o n. 15; camera G, n. 2 o n. 7; fig. 7]

Boston, Isabella Stewart Gardner Museum


Jacopo Tintoretto, copia da, Ritratto di procuratore, inv. P27e24
Paolo Veronese e bottega, Incoronazione di Ebe, inv. P25c26 [camera B, n. 85; fig. 6]

Budapest, Szépmüvészeti Múzeum


Palma il Vecchio (attr.), Madonna con il Bambino, san Giovannino e un santo vescovo,
inv. 6486

Cleveland, Cleveland Museum of Art


Paolo Veronese, Ritratto di Agostino Barbarigo, 1928.16 [camera D, n. 31]

Dayton (Ohio), Dayton Art Institute


Carlo Saraceni, Giuditta con la testa di Oloferne, inv. 1964.16 [camera G, n. 3]

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134 Elenco dei dipinti identificati

Dresda, Gemäldegalerie, Alte Meister


Vincenzo Catena, Madonna con il Bambino e due santi, inv. 64A [camera A, n. 12?]
Giorgione, imitatore di, L’astrologo, inv. 186 [camera D, n. 15]

Edimburgo, National Galleries Scotland


Giovan Battista Moroni, Ritratto di Giovanni Bressani, inv. NG 2347 [camera F, n. 7;
fig. 22]
Andrea del Verrocchio e bottega, Madonna con il Bambino (Ruskin Madonna), inv. NG
2338 [camera F, n. 20?; fig. 32]

El Paso, El Paso Museum of Art


Giovanni Galizzi (attr.), Adorazione dei pastori, inv. 1961.1.35 [camera C, n. 16]

Firenze, Fondazione Longhi


Lambert Sustris, Il cerchio della Frode, inv. 60 [camera C, n. 12 o n. 15; camera G, n. 2 o n. 7]

Firenze, Galleria degli Uffizi


Battista Franco, Salita di Cristo al monte Calvario, inv. 9490 [camera B, n. 25; fig. 37]

Greenville, Bob Jones University Museum and Gallery


Anonimo, Madonna con il Bambino, inv. 97.1

Hartford, Wadsworth Atheneum


Tiberio Tinelli, Ritratto di Marcantonio Viaro, inv. 1939.243 [camera C, n. 19; fig. 38]

Lille, Mercier & Cie


Lambert Sustris, L’ascesa verso la vera Educazione (28 novembre 2010, lotto 284) [ca-
mera C, n. 12 o n. 15; camera G, n. 2 o n. 7]

Londra, Ambasciata d’Italia


Leandro Bassano, Ritratto maschile, inv. 934 [camera E, n. 11; fig. 39]

Londra, Charles Beddington Fine Art


Salvator Rosa (attr.), Paesaggio con pastori

Londra, Christie’s
Giuseppe Caletti (attr.), Maddalena (24 aprile 1981, lotto 8) [camera C, n. 20]
Adrian van Ostade, seguace di, Ritratto femminile (29 ottobre 1997, lotto 224) [camera E, n. 51]
Domenico Theotokòpoulos detto El Greco, bottega, Espolio (6 luglio 2006, lotto 47)
[camera F, n. 58]
Joseph Vernet, cerchia di, Paesaggio (18 dicembre 1998, lotto 200) [camera F, n. 39]

Londra, collezione privata


Anonimo, Romolo e Remo [camera A, n. 24 o 25 o 31 o 32 o 36 o 38? camera B, n. 59?]
Anonimo, Archimede all’assedio di Siracusa [camera A, n. 24 o 25 o 31 o 32 o 36 o 38?
camera B, n. 49?]

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Elenco dei dipinti identificati 135

Londra, National Gallery


Anonimo italiano, Sacra famiglia, inv. NG 3125
Anonimo veneto, Battaglia navale, inv. NG 3108 [camera A, n. 24 o 25 o 31 o 32 o 36
o 38? camera B, n. 59?]
Bernardino da Asola (attr.), Adorazione dei pastori, inv. NG 1377 [camera K, n. 15]
Bonifacio Veronese, ambito di, Madonna con il Bambino e i santi Giovannino, Elisabetta
e Caterina d’Alessandria, inv. NG 3536 [camera K, n. 5]
Bramantino, Adorazione dei magi, inv. NG 3073 [camera H, n. 11]
Andrea Busati, Deposizione di Cristo nel sepolcro, inv. NG 3084 [camera H, n. 40]
Vincenzo Catena, San Girolamo nello studio, inv. NG 694 [camera J, n. 26; fig. 29]
Vittore Carpaccio, La partenza di Ceice, inv. NG 3085 [camera H, n. 13]
Jan van Eyck, seguace di, Ritratto di Marco Barbarigo, inv. NG 696 [camera H, n. 22;
fig. 17]
Jacometto Veneziano, Ritratto maschile, inv. NG 3121 [camera B, n. 40?]
Giovanni Mansueti, Rappresentazione simbolica della Crocifissione, inv. NG 1478 [ca-
mera H, n. 41]
Giovan Battista Moroni, La Vestale vergine Tuccia, inv. NG 3123 [camera C, n. 26;
fig. 40]
Marco d’Oggiono, Madonna con il Bambino, inv. NG 1149 [camera E, n. 7]
Andrea Previtali, Madonna con il Bambino, santa Caterina e donatore, inv. NG 695 [ca-
mera F, n. 53; fig. 30]
Bernardo Strozzi, Allegoria della Fama, NG 6321 [camera G, n. 1]
Alvise Vivarini, Madonna con il Bambino, inv. NG 1872 [camera H, n. 26]

Londra, Sotheby’s
Anonimo, Un filosofo nel suo studio (21 aprile 1993, lotto 230) [camera F, n. 60]
Anonimo, Meleagro e Atalanta (17 maggio 1989, lotto n. 40) [camera A, n. 39]
Anonimo, Ritratto femminile (10 novembre 1954, lotto 72)
Anonimo, Ritratto maschile (28 febbraio 1990, lotto 201)
Anonimo, Scena di guerra (30 giugno 1965, lotto 39)
Peter van Bredael, Scena campestre con bestiame (7 dicembre 1994, lotto 121)
Nicolò Giolfino, Incoronazione di Dario (7 luglio 2011, lotto 270) [camera H, n. 5 o 14
o 30 o 39?]
Nicolò Giolfino, Morte del mago Smerdis (7 luglio 2011, lotto 270) [camera H, n. 5 o
14 o 30 o 39?]
Marco Palmezzano, bottega di, San Girolamo (2009, lotto 143) [camera H, n. 3?]
Girolamo da Santacroce, Nozze di Alessandro e Rossana (6 dicembre 2007, lotto n. 232)
[camera J, n. 11]

Los Angeles, The J. Paul Getty Museum


Sebastiano Ricci, Tarquinio consulta Atto Nevio, inv. 72.PA.15 [camera C, n. 32; fig. 33]

Milano, collezione privata


Francesco Bassano, Lamento sul Cristo morto [camera F, n. 47]
Tiziano (attr.), Ritratto maschile [camera B, n. 34; fig. 9]

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136 Elenco dei dipinti identificati

Minneapolis, Minneapolis Institute of Arts


Giandomenico Tiepolo, Testa di filosofo, inv. 16.1 [camera F, n. 62]

New York, Christie’s


Bernardino Licinio, Madonna con il Bambino e i santi Giovannino, Giuseppe e Antonio
da Padova (29 gennaio 1999, lotto 0155) [camera K, n. 13]
Palma il Vecchio, Ritratto femminile (9 giugno 2010, lotto 241) [camera F, n. 37; figg.
42, 43]

New York, The Metropolitan Museum of Art


Bonifacio Veronese, Madonna con il Bambino e i santi Elisabetta, Zaccaria, Giovannino,
Giuseppe e Caterina d’Alessandria, inv. 1995.536 [camera D, n. 9; fig. 35]

Ottawa, National Gallery of Canada


Giovan Battista Moroni, Ritratto maschile, inv. 3082 [camera A, n. 13]

Padova, collezione privata


Jacopo Bassano, Gli israeliti raccolgono l’acqua dalla roccia [camera B, n. 74; fig. 44]

Parigi, Musée Jacquemart André


Bernardino Luini, Madonna con il Bambino, i santi Margherita e Agostino e due angeli
musicanti, inv. MJAP-P 695 [camera C, n. 8]

Parigi, Musée du Louvre


Marco Zoppo, Madonna con otto angeli musicanti (Madonna Wimborne), inv. RF 1980-
1 [camera H, n. 15; fig. 15]

Poughkeepsie, Vassar College


Lambert Sustris, La falsa Disciplina, inv. 1917.1.11 [camera C, n. 12 o n. 15; camera G,
n. 2 o n. 7; fig. 8]

Princeton, Princeton University Art Museum


Nicolò Giolfino, Chiomara e il centurione, inv. y1935-30 [fig. 45]

Raleigh, North Carolina Museum of Art


Pompeo Batoni, Trionfo di Venezia, inv. GL.60.17.60 [camera A. n. 10; fig. 21]

Roma, collezione privata


Carlo Dolci, Santa Maria Maddalena [camera F, n. 42]

San Diego (California), Timken Art Museum


Bartolomeo Veneto, Ritratto femminile, inv. 1979:003 [camera B, n. 58; fig. 41]

Sarasota, Ringling Museum


Palma il Vecchio (attr.), Presentazione di Gesù al tempio, inv. SN 72 [camera K, n. 19;
fig. 31]

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Elenco dei dipinti identificati 137

Venezia, collezione Cini


Anonimo, Ritratto di Francesco Petrarca [camera H, n. 36]

Venezia, collezione privata


Lambert Sustris, Il cerchio della Felicità [camera C, n. 12 o n. 15; camera G, n. 2 o n. 7]

Venezia, Gallerie dell’Accademia


Antonello da Messina, seguace di, Cristo alla colonna, inv. n. 98; cat. n. 589 [camera
H, n. 28; fig. 46]
Pietro Bellotti, Autoritratto in forma di Stupore, inv. 76632 [camera B, n. 10; fig. 47]
Bernardo Bellotto, Il rio dei Mendicanti e la scuola di San Marco, inv. n. 88; cat. n. 494
[camera C, n. 22]
Ambrosius Benson (?), Maddalena, inv. n. 91; cat. n. 187
Giovanni Buonconsiglio, Tre santi, inv. n. 97; cat. n. 602 [camera A, n. 6; fig. 3]
Anton Van Dyck, copia da, Ritratto di Enrichetta, figlia di Carlo I d’Inghilterra, inv. n.
85; cat n. 367
Jan Fyt, Cane e cacciagione, inv. n. 100; cat. n. 346 [camera K, n. 7]
Giorgione, La vecchia, inv. n. 95; cat. n. 272 [camera K, n. 9; fig. 10]
Giorgione, La tempesta, inv. n. 881; cat. n. 915 [camera B, n. 28?; fig. 11]
Giovanni Agostino da Lodi, Cristo lava i piedi agli apostoli, inv. n. 90; cat. n. 599 [ca-
mera D, n. 8; fig. 48]
Andrea Mantegna, San Giorgio, inv. n. 98; cat. n. 588 [camera H, n. 4; fig. 16]
Hans Memling, Ritratto di giovane, inv. n. 80; cat. n. 586
Alessandro Bonvicino detto Moretto, San Pietro; San Giovanni Battista, inv. nn. 86 e
92; cat. nn. 331 e 332 [camera B, n. 7; camera B, n. 14; figg. 23, 24]
Nicolò di Pietro, Madonna in trono con il Bambino e un devoto, inv. n. 84; cat. n. 19
[camera H, n. 8; fig. 14]
Adrian van Nieulandt, La predica del Battista, inv. n. 96; cat. n. 364 [camera E, n.
55]
Alessandro Oliverio, Adorazione dei pastori, inv. n. 81; cat. n. 153
Isack van Ostade, Paesaggio invernale con canale gelato e un ponte, inv. n. 94; cat. n.
349 [camera F, n. 5]
Girolamo Romanino, Compianto sul Cristo morto, inv. n. 804; cat. n. 737 [camera F,
n. 65; fig. 25]
Girolamo Savoldo, I santi Paolo e Antonio eremiti, inv. n. 83; cat. n. 328 [camera B, n.
26; fig. 4]
Jan Steen, L’alchimista, inv. n. 99; cat. n. 180 [camera B, n. 23; fig. 28]
Thomas Wijck, Filosofo nel suo studio, inv. n. 82; cat. n. 202 [camera E, n. 14; fig. 26]

Vercelli, Museo Borgogna


Ambrogio di Baldese, Madonna in mandorla, san Giovanni Battista e santo monaco, inv.
1906, V, 355 [camera H, n. 7; fig. 12]
Hans Baldung Grien, Carità, inv. 1906, X, 178 [camera H, n. 16; fig. 13]
Ludovico Carracci, Bacco e Arianna, inv. 1906, XIV, 29 [camera K, n. 42]
Rocco Marconi (attr.), Sacra conversazione con donatore, inv. 1906, XI, 91[camera D,
n. 25]

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138 Elenco dei dipinti identificati

Andrea del Sarto, bottega di, Sacra famiglia con san Giovannino, inv. 1906, X, 177 [ca-
mera D, n. 7]
Lionello Spada, Carnefice con la testa di san Giovanni Battista, inv. 1906, XII, 5 [camera
F, n. 72]
Tiziano, bottega di, Deposizione di Cristo, inv. 1906, XI, 116 [camera D, n. 1;]

Vienna, Dorotheum
Guercino, Rinaldo trattiene Armida (21 aprile 2010) [camera F, n. 44]

Washington, National Gallery of Art


Sebastiano Ricci, Ultima Cena, inv. 1943.4.32 [fig. 49]
Girolamo Savoldo, Elia nutrito dal corvo, inv. 1961.9.35 [camera B, n. 33; fig. 5]

Williamstown, Williams College Museum of Art


Bonifacio Veronese, Giuditta e la testa di Oloferne, inv. 61.22A [camera A, n. 19]
Bonifacio Veronese, Sansone che distrugge le colonne del tempio, inv. 61.22B [camera
A, n. 21]

Ubicazione ignota
Bernardino Licinio, Sacra conversazione (già Lockinge House, Wantage, Berkshire, col-
lezione Christopher Loyd)
Bernardino Licinio, Sacra conversazione (già Canford Manor, Dorset, collezione Lord
Wimborne)
Palma il Giovane, ambito di, Venere, Cupido e il Tempo [camera J, n. 23]
Antonio Vivarini (attr.), Santo vescovo [camera H, n. 17?]

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INDICE DEI NOMI*

Algarotti, famiglia 11, 14 Brown, Rawdon 25n


Algarotti, Francesco 18 Buonconsiglio, Giovanni 14
Ambrogio di Baldese 18 Byron, George 11, 16 e n
Anderson, Jaynie 10n, 18n, 31n, 32n, 33n, 34n
André, Edouard 36n Caffi, Francesco 23
Andrea del Verrocchio 18, 36 Callegari, Raimondo 19n
Antonello da Messina 7n Canova, Antonio 21n, 32n
Armano, Giovanni Antonio 14n Carpaccio, Vittore 18
Astolfoni, Gaetano 21 e n Carracci, Annibale 11
Auf der Heyde, Alexander 24n, 29n, 30n Carracci, Ludovico 36
Avery-Quash, Susanna 20n, 26n, 27n, 33n Castelli, Bernardino 12n, 14n
Azzi Visentini, Margherita 23n Catena, Vincenzo 33
Cavalcaselle, Giovan Battista 37
Baldung Grien, Hans 18 Cavendish Bentinck, George Augustus Frederick 28
Balestra, Antonio 28n Cecchini, Isabella 14n
Barbarigo, famiglia e pinacoteca 11, 16n, 24, 26 Cera Sones, Anna 22n
Barbarigo, Marco 19, 20, 34 Cheney, Edward 25 e n, 28
Barker, Alexander 28 e n, 29 e n Cicogna, Emmanuele Antonio 8n, 12n, 21, 23n,
Bassano, famiglia 15 28 e n, 30, 37n
Bassano, Jacopo 28n Cicognara, Leopoldo 22 e n, 24
Basso, Amalia Donatella 15n Cima da Conegliano 34
Belvisi, Ferdinando 37 e n Cimabue 7n, 18
Benfatto, Valentino 22 Cioffi, Rosanna 9n
Benzoni, Gino 29n Cogo, Bruno 28n
Bernabei, Franco 24n, 32n Collavizza, Isabella 9n, 10n, 18n, 23n, 37n
Bernardello, Adolfo 26n, 27n Contarini, Girolamo 24 e n
Bernardi, collezione 17 Corniani, Bernardino 10n, 11n
Bernardino da Asola 34n Corradini, Antonio 28n
Bianchini, Francesco 10 Correr, Giovanni 24
Blake, Warrenne 16n Correr, Teodoro 19
Bode, Wilhelm 18 Couilleaux, Benjamin 16n
Bonifacio Veronese 15, 16 e n Cozzi, Gaetano 29n
Bonvicino, Alessandro vedi Moretto Crowe, Joseph 37
Boomgaard, Jeroen 31n
Bordon, Paris 15 Dal Pozzolo, Enrico Maria 15n
Borean, Linda 8n, 9n, 14n, 17n, 20n, 22n, 28n Dalla Torre, famiglia 15
Borgogna, Antonio 36, 37 Davies, Martin 19n
Brigstocke, Hugh 36n De Lazara, Giovanni 19n

*
L’indice è riferito al saggio introduttivo.

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146 Indice dei nomi

De Marchi, Andrea 19n Lazari, Vincenzo 7n, 23 e n, 36


De Saint Julien, Louis 28 Le Bihan, Olivier 16n
Della Rovere, Federico 10n, 28 Levi, Donata 18n
Delorenzi, Paolo 12n Licinio, Bernardino 15, 29n, 33n
Difnico Michete, Angela 12, 13n Liedtke, Walter 32n
Dolci, Carlo 11 Linneo, Carlo 8
Donato, Felice 24, 26 e n Lipparini, Ludovico 10
Dou, Gerrit 25 Lippi, Filippo 36
Loeser, Charles 19n
Eastlake, Charles L. 20 e n, 22 e n, 26, 27 e n, Lotto, Lorenzo 15
32, 33 e n, 34 Luini, Bernardino 15, 34, 36n
Edwards, Pietro 10, 13 e n, 15 e n, 16 e n, 17, 37n
El Greco vedi Theotokopoulos, Domenico Macera, Mirella 23n
Magani, Fabrizio 32n
Fabiani, Rossella 29n Maggiotto, Francesco 14n
Farinati, Valeria 13n Manfrin, Girolamo 7n, 8, 9, 10, 11, 12, 13 e n,
Feigenbaum, Gail 22n 19, 20 e n, 21 e n, 24, 26, 27, 28, 35, 37
Ferrari, Luigi 34 Manfrin, Pietro 10, 12, 20 e n, 21 e n, 23
Fesch, Joseph, cardinale 32 Manfrin Plattis, Giulia Angela Giovanna 11,
Fontana, Gian Jacopo 7n, 10 e n, 22n 23n, 28n
Fontana, Vincenzo 23n Manin, Daniele 27
Francesco Giuseppe, imperatore 30 e n Mansueti, Giovanni 34
Frank, Martina 12n Mantegna, Andrea 7n, 18, 25, 32 e n, 33, 34n
Marchand, Leslie A. 16n
Galvagna, Francesco 33 e n Marco d’Oggiono 34n
Gambillara, Claudia 15n Mariuz, Paolo 21n
Gardner, John 28 Martignon, Alice 36n
Giard, René 22n Mason, Stefania 8n, 9n, 14n
Giorgione 15, 16, 17, 21, 25, 26, 27, 29n, 31 e n, 34 Mazzocca, Fernando 22n, 29n
Giotto 7n, 18 Mengardi, Giambattista 13, 14n
Giovannelli, Giuseppe 18 Meyer, Julius 11
Gottardi, Michele 23n Michelangelo 28
Greer, Elena 26n Michiel, Marcantonio 17
Guarana, Jacopo 14n Monckton Milnes Houghton, Richard 25n
Guggenheim, Michelangelo 35-36 Morelli, Giovanni 17, 18, 36
Moretto 15, 31
Hamilton, Alexander 20n Morfakidis Filactos, Moschos 12n
Hamilton, Gavin 14 e n Moroni, Giovan Battista 28
Haskell, Francis 9, 12n, 13n Moschini, Giannantonio 7 e n, 8n, 14n, 21n, 22n, 28n
Hauptman, William 17n, 25n Motos Guirao, Encarnaciòn 12
Honour, Hugh 21n Mottez, Victor 22
Hudson, James 17 Mündler, Otto 10n, 31, 32, 33, 34
Mundy, James 16n
Jal, Auguste 11 e n Murray, Charles Fairfax 36
Joseph, Edward 36n
Justi, Carl 36 Nepi Sciré, Giovanna 17n
Nicoletti, Giuseppe 11 e n, 28n, 35 e n
Knox, Timothy 25n Nicolò di Pietro 19
Noè, Enrico 13n
Lanzi, Luigi 19n Norton, Charles Eliot 28
Law, John E. 18n Nova, Alessandro 31n
Layard, Austen Henry 34n, 35 Novelli, Francesco 19 e n

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Indice dei nomi 147

Orsetti, collezione 17 Scarazzolo, Michela 24


Ostermark-Johansen, Lene 18n Scheller, Robert W. 31n
Scognamiglio, Ornella 9n
Palma il Vecchio 25, 29n, 24 Selva, Giannantonio 14n, 21n, 23
Pasquin, Antoine Claude 18 e n Selvatico, Pietro 7n, 16n, 17 e n, 23 e n, 24 e n,
Pastres, Paolo 19n 29 e n, 30 e n, 31, 32 e n, 36
Pavanello, Giuseppe 10n, 32n Spagnol, Claudio 15n
Penny, Nicholas 16n, 26n, 28n, 29n, 33n, 35n Steen, Jan 32
Perusini, Giuseppina 29n Stewart Gardner, Isabella 15, 28
Pillinini, Giovanni 23n Stringa, Nico 10n
Pio VII, papa 20 Stumpo, Enrico 36n
Planch, Georg 28 Succi, Dario 8n
Plattis, Antonio Maria 11, 23, 26, 27, 35 Sustris, Lambert 16
Plattis, Bortolina 13n, 23n, 27, 28, 34, 35 Sutton, Denis 29n
Plattis, Giovanni Battista 23
Politi, Odorico 10 Tagliaferro, Giorgio 16n
Pollignach, Edward 28 Tagliapietra, Andrea 34
Pomian, Krzysztof 8n Theotokopoulos, Domenico 36
Pordenone, Giovanni Antonio 15, 29n Tintoretto, Jacopo 15, 28
Posse, Hans 18n Tiziano 15, 16 e n, 17 e n, 25, 26, 29n, 31 e n,
Previtali, Andrea 34 35, 37 e n
Priuli-Venier, famiglia 13 e n Togneri Dowd, Carol 10n, 18n, 31n, 32n, 33n, 34n
Tolomeo, Rita 12n, 21n
Quattrini, Cristina 15n Tormen, Gianluca 14n
Querini, Angelo 15
Urbani de Gheltof, Giuseppe Marino 10n, 37n
Radetzky, Josef, maresciallo 30 Uwins, Thomas 25, 26n, 27n
Raffaello 21
Ragagioli, Antonio 8n Valmarana, Prospero 13
Ramade, Patrick 16n Vendramin, collezione 17
Rembrandt 11, 15, 31, 32 e n Veronese, Paolo 15, 31
Ricci, Sebastiano 36 Visentin, Martina 24
Ridolfi, Carlo 15n Vittoria, Alessandro 28n
Rinaldi, Simona 13n Vivarini, famiglia 8n
Ritter, Michael 11 Vivarini, Alvise 19 e n
Romanelli, Giandomenico 12n Volpetti, Elisa 14n, 20n
Romanino, Girolamo 31 e n, 33 Von Heyl, Ute 13n
Rossi, Giacomo 14n
Rossi, Sandra 17n Waagen, Gustav Friedrich 11, 25n, 28n, 29n
Rotschild, famiglia 16n Wethey, Harold E. 37n
Ruskin, John 36 Wijck, Thomas 32
Ruzzini, famiglia 37 Wimborne, lord 31, 34
Woodburn, William 25, 27, 27n
Sambon, Giulio 11, 36
Sanquirico, Antonio 22 Young, John 28
Sardagna, Filiberto 13n
Sardagna, Francesco 13n, 23n, 28 Zais, Girolamo 8
Sardagna, Giovanni Battista 28 e n, 37 Zandomeneghi, Luigi 10
Sasso, Giovanni Maria 10n, 13, 14n, 17, 19 e n, Zanotto, Francesco 8n, 28n
20 e n, 37 Zoppo, Marco 19 e n, 35
Savoldo, Girolamo 15, 34 Zuccarelli, Francesco 28

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FONTI E TESTI

Mino Gabriele, Alchimia e iconologia, 1997/2008 (seconda edizione)


Lorenzo Finocchi Ghersi, Alessandro Vittoria, 1998

Raimondo Callegari, Scritti sull’arte padovana del Rinascimento, 1998

Linda Borean, La quadreria di Agostino e Giovan Donato Correggio nel collezionismo


veneziano del Seicento, 2000

Luigi Lanzi, Il taccuino lombardo, a cura di Paolo Pastres, 2000


Christian Köster, Sul restauro degli antichi dipinti ad olio, a cura di Giuseppina Peru-
sini, 2001


Lorenzo Finocchi Ghersi (a cura di), Alessandro Vittoria e l’arte veneta della maniera,
2001


Linda Borean, Stefania Mason (a cura di), Figure di collezionisti a Venezia tra Cinque
e Seicento, 2002


Giuseppina Perusini (a cura di), Il restauro dei dipinti nel secondo Ottocento. Giuseppe
Uberto Valentinis e il metodo Pettenkofer, 2002


Claudia Terribile, Il ‘nobile rigeneratore’. I restauri di Giuseppe Uberto Valentinis, 2003

Caterina Furlan, Da Vasari a Cavalcaselle. Storiografia artistica e collezionismo in Friuli


dal Cinquecento al primo Novecento, 2007

Luigi Lanzi, Lettere a Mauro Boni 1791-1809, a cura di Paolo Pastres, 2009


Marsel Grosso, Per la fama di Tiziano nella cultura artistica dell’Italia spagnola. Da
Milano al viceregno, 2010


Giuseppina Perusini, Rossella Fabiani (a cura di), La conservazione dei monumenti e


delle opere d’arte in Friuli nell’Ottocento, 2014


Marco Mozzo, Martina Visentin, Vicende di tutela in Friuli tra Ottocento e Novecento.
Monumenti, oggetti d’arte e paesaggio, 2014

Francesca Frucco, La testa di san Giovanni Battista in disco. Testimonianze in Friuli tra
Gotico e Rinascimento, 2015

Frederick Mario Fales, Giulia Francesca Grassi, L’aramaico antico. Storia, grammati-
ca, testi commentati, 2016

Martina Lorenzoni, Federico Zuccari nella Serenissima. I taccuini di disegni, 2016

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Isabella Collavizza, Dall’epistolario di Emmanuele Antonio Cicogna. Erudito, collezio-
nista e conoscitore d’arte nella Venezia dell’Ottocento, 2017

Giuseppina Perusini (a cura di), Scultura lignea tedesca in Carnia, Canal del Ferro e
Valcanale dal Tardogotico all’Ottocento, 2018

Linda Borean, La Galleria Manfrin a Venezia. L’ultima collezione d’arte della Serenis-
sima, 2018

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