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Vv. 1-2: una formula standard costituiva il saluto iniziale nelle lettere greco-romane:
Questa formula è riscontrabile anche nel saluto della lettera “ufficiale” citata in At
23,26-30:
Nel saluto posto in apertura a questa lettera (vv. 1-2), Paolo adatta la formula standard
nei seguenti modi: 1) aggiunge un’auto-designazione; 2) menziona un compagno; 3)
aggiunge una descrizione dei destinatari; 4) sostituisce xai/rein con xa&rij e la combina
con il tipico saluto ebraico: ~wlX (ei0rh/nh).
V. 1
Pau=loj a)po/stoloj: nei saluti epistolari, i nomi propri sono generalmente senza
l’articolo determinativo, ma qualsiasi nome che li accompagna è generalmente con
l’articolo (vedi, p.e., Timo/qeoj o9 a)delfo/j in questo stesso versetto, e anche il nome della
terza persona mittente di saluti presente in Col 4:14: a)spa&zetai u9ma~j Louka~j o9
i0atro\j o9 a)gaphto\j kai\ Dhma~j). Prova a trovare delle possibili spiegazioni del fatto
che Paolo omette l’articolo determinativo o9 prima della parola a)po/stoloj.
dia_ qelh/matoj qeou=: spiega perché viene omesso tou= prima di qelh/matoj; e vedi BDF §
223 per l’uso di dia& + genitivo per esprimere agente o causa efficiente.
th|= e0kklhsi/a| tou= qeou=: identifica questo uso del genitivo e commenta a proposito del
motivo per cui questa qualifica della e0kklhsi/a è necessaria.
su\n toi=j a(gi/oij: vedi BDF § 221 per la tendenza nel greco ellenistico ad utilizzare su/n
come un equivalente di kai/ nel senso di “e” o “insieme con”.
V. 2
xa&rij u9mi=n kai\ ei0rh/nh: supplisci il verbo ei1h (ottativo di desiderio) o e1stw (iussivo);
nota che kai\ ei0rh/nh esprime probabilmente il risultato di xa&rij.
2
a)po\ qeou= patro\j h9mw~n: la designazione patro\j h9mw~n (allude forse alla preghiera del
Signore?) sta in apposizione epesegetica rispetto a qeou=: “da Dio, nostro Padre”.
kai\ kuri/ou 0Ihsou= Xristou=: il kai/ coordinante lega Signore Gesù Cristo con Dio nostro
Padre, affermando in questo modo che Dio e Gesù sono insieme la sorgente divina della
grazia e della pace (nota che la preposizione semplice a)po/ regge entrambe le
designazioni al genitivo).
V. 3
eu0loghto\j o9 qeo\j kai\ path/r: una dossologia stereotipata che potrebbe essere volitiva
(supplisci ei1h o ge/noito o e1stw) o dichiarativa (supplisci e0stin); due designazioni divine
sono qui combinate con un articolo determinativo ( o9 ).
tou= kuri/ou h9mw~n 0Ihsou= Xristou= : identifica questo uso del genitivo e determina se
questo sintagma al genitivo qualifica o9 qeo\j kai\ path/r o solamente path/r.
o9 path\r tw~n oi0ktirmw~n: vedi BDF § 142 per questo uso del plurale con nomi astratti;
identifica questo uso del genitivo.
kai\ qeo\j pa&shj paraklh/sewj: identifica questo uso del genitivo e commenta a
riguardo dei possibili significati di pa&shj in questo contesto.
V. 4
e0pi\ pa&sh| th|= qli/yei h9mw~n: questo uso di e0pi/ + dativo può essere “referenziale” (“con
riguardo a”) oppure temporale (“in/durante”).
ei0j to\ du/nasqai h9ma~j: vedi BDF § 402.2 per questo uso di ei0j + l’accusativo dell’infinito
con l’articolo per esprimere finalità o risultato.
e0n pa&sh| qli/yei: vedi BDF § 275.3 e Zerwick § 188 per la discussione in merito alla
differenza di significato tra questo sintagma (senza articolo determinativo) ed e0pi\ pa&sh|
th|= qli/yei (con l’articolo determinativo) utilizzato precedentemente nel versetto.
u9po\ tou= qeou=: un uso grammaticalmente più corretto sarebbe u9po\ au0tou=, dal momento
che “Dio” è già il soggetto della frase.
V. 5
o3ti: uso esplicativo di o3ti, che introduce una proposizione che spiega la ragione per cui
l’esperienza di sofferenza e di conforto divino di Paolo lo rendono in grado di essere
mediatore del conforto di Dio per gli altri.
ta_ paqh/mata tou= Xristou=: probabilmente non si tratta di un genitivo possessivo, dal
momento che Paolo considera le “sofferenze di Cristo” (e cioè le sofferenze
personalmente vissute da Cristo) come un evento completo che non può e non necessita
di essere ripetuto (vedi Rom 6,10: “egli morì, morì per il peccato una volta per tutte”);
Zerwick (§ 38) suggerisce un genitivo di “relazione”, con riferimento alla persona di
Cristo in un senso collettivo (“le sofferenze del [corpo collegiale] di Cristo”): le
sofferenze sopportate dai seguaci di Cristo, a motivo di Cristo, sono viste come le
sofferenze del “capo” pienamente unito al “corpo” dei credenti.
dia_ tou= Xristou=: nota la posizione enfatica di questo sintagma: ciò suggerisce che esso
qualifica sia para&klhsij (il conforto divino di cui Paolo fa esperienza) e anche
perisseu/ei (lo straripare di questo conforto nelle vite degli altri).
V. 6
ei1te... ei1te... : vedi BDF § 454.3 per una discussione sull’uso di questi correlativi.
u9pe\r th=j u9mw~n paraklh/sewj: supplisci e0stin e vedi BDF § 231.2 per questo uso di
u9pe/r + genitivo per denotare uno scopo che deve essere raggiunto o un vantaggio che
deve essere ottenuto.
kai\ swthri/aj: commenta a riguardo dei possibili modi in cui questo termine aggiuntivo
può essere compreso.
e0n u9pomonh=| tw~n au0tw~n paqhma&twn: quale uso del genitivo abbiamo qui?
V. 7
u9pe\r u9mw~n: un esempio della tendenza nel greco ellenistico a confondere l’uso di
preposizioni tra loro collegate; qui la preposizione u9pe/r è utilizzata al posto di peri/
(“riguardo a”).
tw~n paqhma&twn: identifica questo uso del genitivo e commenta a riguardo di ciò che è
implicato nell’uso dell’articolo determinativo (vedi anche th=j paraklh/sewj)
ou3twj kai\ th=j paraklh/sewj: quale verbo deve essere supplito in quest’espressione?