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Alla fine di gennaio 2020, in seguito agli sviluppi dell'epidemia nella Cina
continentale, sono state istituite misure di screening avanzate, tra cui
misurazioni termiche e personale medico, all'aeroporto di Leonardo da Vinci-
Fiumicino e di Milano Malpensa.[7] Il 31 gennaio sono stati confermati due casi a
Roma, una coppia di turisti cinesi di 66 e 67 anni originari della provincia di
Hubei e sbarcati il 23 gennaio all'aeroporto di Milano-Malpensa e che avevano
visitato la Capitale su di un autobus turistico[2].
Il 2 febbraio, a poco meno di 48 ore dal ricovero dei due turisti cinesi presso
l'Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma, i virologi sono riusciti ad isolare la
sequenza genomica del virus[8].
Focolaio in Lombardia
Si registra anche il primo caso nel Sud Italia, a Palermo, con il ricovero di una
turista di 60 anni proveniente da Bergamo[28][29].
Focolaio in Veneto
Il 21 febbraio, due persone sono state riscontrate positive per le infezioni da
COVID-19 in Veneto. Il giorno successivo, uno di loro, un uomo di 78 anni è
deceduto all'Ospedale di Schiavonia di Padova, diventando la prima vittima del
virus in Italia. L'uomo viveva nel comune di Vo', che è stato consequenzialmente
messo in quarantena[30].
Anche Romania e Svizzera hanno registrato i loro primi casi: per la Romania si
tratta di un uomo di Bucarest rientrato dall'Italia nelle tre settimane
precedenti[40], mentre il primo caso svizzero riguarda un uomo di 70 anni del
Cantone Ticino che aveva precedentemente visitato Milano[41].