– p. 1, n. 5, riga 1: doppio spazio dopo il riferimento e prima di “Cfr.” (?).
– p. 2, n. 7, riga 3: “a se stante” “a sé stante”. Allora, io ho segnato subito, come refuso, ma
prima ho voluto fare una ricerchina. Mi son chiesto: vuoi vedere che è un vezzo che noi umani non capiamo… È stato istruttivo, per me. I dizionari segnalano “« sé [/'se/] pron., s. (si può non accentare prima di stesso, medesimo)»” (Coletti-Sabatini). D’altra parte, i grammatici deplorano la mancata accentazione anche di “stesso” e “medesimo”, perché crea un’eccezione non necessaria. Conclude sarcastico il fonetista Canepari: “Denunciamo, ancora una volta, pure la riprovazione dell'assurda "regola" (tipicamente burocratica, giacché aspira unicamente a complicare ciò che è, per sua natura, semplice), che vorrebbe deprivare sé stesso e sé medesimo del legittimissimo accento grafico, accampando cervellotiche motivazioni da perdigiorno e azzeccagarbugli, che trascinerebbero pure a scrivere anche *a se stante (invece di a sé stante)”. Credo che scriverò, d’ora in poi, “sé stesso”, rinunciando a quel vezzo intellettualoide, che poi non lo è tanto: “Va osservato, tuttavia, che la grafia se stesso è attualmente preponderante: su 27 esempi tratti da romanzi e giornali contemporanei, Brunet (1985: 209) ha rilevato ben 26 forme senza accento” (Serianni). Mi perdoni la digressione, ma ho imparato qualcosa. – p. 2, n. 7, riga 13: “philosophisce” “philosophische”. – p. 2, n. 7, riga 13: “pp. xx-xx” “pp. (?)” – p. 2, n. 11, righe 3-4: “M. Migliori (a cura di), M. Migliori (a cura di)” “M. Migliori (a cura di)”. – p. 3, n. 12, riga 1: “R. D. Hicks” “R.D. Hicks”. – p. 3, n. 12, riga 4: “metali” “mentali”. – p. 4, riga 11: “metereiªn e al gewmetereiªn” “metreiªn e al gewmetreiªn”. – p. 4, riga 12: “quindi – nel senso” doppio spazio (?). – p.4, n. 16, riga 1: “Aristotle, De” doppio spazio (?). – p. 5, riga 11: “le le linee” “le linee”. – p. 5, n. 22, riga 2: “numero inteso positivo” “numero intero positivo”. – p. 6, n. 30, riga 3: “siluppate” “sviluppate”. – p. 6, n. 34, riga 1: “to\ sunexhª” “to\ sunexe/j” (o no?) – p. 7, n. 37, riga 1: “454 16 ss.” non ci dovrebbe essere un segno di interpunzione? Qui forse mi sbaglio. – p. 8, n. 42, riga 1: “pp.147” “pp. 147”. – p. 8, n. 43, riga 5: “p. 136 s.” non dovrebbe essere “pp.”? Ci si riferisce a più pagine, o mi sbaglio? – p. 9, riga 16: “zh/tesij” “zh/thsij” – p. 9, riga 22: “to” “to\” – p. 14, riga 21: “terminologio” “terminologico”. – p. 15, riga 22: “medessima” “medesima”. – p. 15, n. 71, riga 1: “Nicomachea, VI” doppio spazio (?). – p. 19, riga 12: “pittosto” “piuttosto”. – p. 19, riga 18: “straordinare” “straordinarie”. – p. 19, riga 25: “esterienza” “esperienza”. – p. 19, n. 96, riga 3: “Oxfprd” “Oxford”. – p. 21, n. 104, riga 3: “pp. 479” doppio spazio (?). – p. 21, n. 105, riga 1: “artimetica” “aritmetica”. – p. 21, n. 105, riga 3: “all’iterno” “all’interno”. – p. 22, riga 1: “isituzione” “istituzione”. – p. 23, riga 5: “incusi” “inclusi”.